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LA CROAZIA VIETA I NEGOZI APERTI LA DOMENICA E INCORAGGIA I CITTADINI A DEDICARE TEMPO ALLA FAMIGLIA E ALLA MESSA
Domenica giorno del Signore. Il parlamento della Croazia prende i primi provvedimenti.
di Thaddeus M. Baklinski

Il parlamento della Croazia, paese a maggioranza cattolica, esorta a i propri cittadini a reclamare la Domenica come giorno per celebrare l'Eucaristia, per dedicarsi alla famiglia e al riposo.
Il parlamento croato il 15 luglio ha approvato una legge che prescrive alla maggior parte degli esercizi commerciali la chiusura domenicale. Tale legge permette, tuttavia, lo shopping domenicale durante la stagione turistica estiva e le vacanze natalizie.

La nuova legge permette anche l'apertura domenicale per tutto l'anno dei negozi negli ospedali, nelle stazioni di servizio, nelle stazioni degli autobus e in quelle ferroviarie. I forni, le edicole e i fioristi sono anch'essi esenti dal divieto.
La maggior parte dei paesi post-comunisti, Croazia compresa, hanno attraversato problemi nella transizione dall'oppressione dell'ideologia marxista, la quale proclama che Dio non esiste e dunque non c'è bisogno di alcun giorno per le pratiche religiose o il riposo, ad un'economia di mercato dove dominano il fascino e il desiderio di tutto quel che è occidentale.
La Croazia, tuttavia, si trova ora in una situazione politica ed economica più stabile, in cui il popolo può riaffermare le sue secolari tradizioni di famiglia e di fede, e vivere un rinascimento della propria cultura. La messa al bando dell'apertura domenicale dei negozi è un passo significativo in quella direzione.
I benefici di non rendere la domenica una semplice estensione del sabato sono stati ben documentati. Ad esempio, un rapporto intitolato "Chiesa contro centro commerciale: cosa avviene quando la religione deve affrontare una crescente competizione secolarista?" che fu pubblicato dall'Ufficio Nazionale di Ricerche Economiche nel 2006, indicava che l'approvazione dello shopping domenicale provocava un aumento nell'uso di droga e alcool tra i fedeli che altrimenti si sarebbero recati alla Messa.
Il vescovo cattolico Thomas Olmsted di Phoenix, Arizona, osservò nel 2005 che "il mondo ha sofferto con la perdita dell'osservanza religiosa della Domenica come giorno di riposo", e rifletteva che il giorno che soleva essere riservato per stare insieme nella preghiera e in famiglia era diventato "un'estensione del sabato", riempito di commissioni che includevano invariabilmente lo shopping.
Olmsted, vescovo di Phoenix, diceva: "mantenete la santità della domenica... evitate ogni tipo di acquisto e godetevi la domenica come giorno di riposo, di svago, un giorno per la famiglia, un giorno per celebrare l'Eucaristia".
Nel Regno Unito, recenti ricerche da parte del Sondaggio Consumatori NOP hanno rivelato che il 71% delle persone sarebbero poco dispiaciute, o non dispiaciute affatto, se i negozi fossero chiusi la domenica, eccetto i piccoli negozi di alimentari e casalinghi.
Quando è stato chiesto agli interrogati se pensavano che almeno un giorno della settimana - la domenica - dovessero essere differente dagli altri, due terzi hanno risposto si, le donne in maggioranza (70% contro 61%).
Più di tre quarti (81%) ritenevano che preservare la domenica come giorno dedicato alla famiglia fosse una buona idea. Questo si è verificato particolarmente nel gruppo di età dai 65 anni in su, in cui l'88% pensava che fosse una buona idea, rispetto al 74% del gruppo dai 16 ai 24 anni. Più di due quinti degli interrogati (42%) hanno detto che è molto importante per la stabilità familiare e la vita comunitaria avere un giorno libero settimanale condiviso e comune a tutti. Solo il 3% ha detto che la cosa non aveva alcuna importanza. [...]

 
Fonte: fonte non disponibile, 16 luglio 2008