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L’attacco che attualmente è portato al Cristianesimo, pur simile ad altri precedenti storici, ha qualcosa di unico che lo rende particolarmente ignobile e fa della Chiesa quella «santa cittadella assediata» di cui solo certi ecclesiastici non vogliono prendere atto.
Contrariamente agli assalti velenosi del comunismo e dell’illuminismo, oggi si vorrebbe non solo mettere al bando la Chiesa e giudicarla, come già avvenuto, religio non licita nell’Unione Europea e nell’intero Occidente, ma anche e soprattutto cambiarne i connotati e il DNA, cioè sedurla a tal punto da farla diventare irriconoscibile. Il tentativo contemporaneo, in verità nient’affatto contraddittorio, è quello di marginalizzare la Chiesa, perseguitandone i membri, ma al contempo favorire la nascita di una Nuova Chiesa che rispetto a quella fondata da Cristo non abbia in comune che le apparenze.
A partire dalla svolta conciliare, tantissimi sacerdoti e laici cattolici hanno creduto che davanti alla permanenza inattesa dell’anticlericalismo sette-ottocentesco bisognasse trovare un compromesso, cambiando la secolare mentalità cattolica contro-riformista, in favore del dialogo e della fattiva collaborazione. Si credeva, a volte sinceramente, che così facendo si sarebbero azzerati i pretesti di rivalsa degli atei, e si sarebbe giunti ad una pacifica convivenza nel quadro delle democrazie pluraliste (a maggioranza democristiana).
Ma la storia recente, dal Vaticano II ad oggi, è andata in tutt’altro senso: la maggioranza cristiana in Europa e nella stessa Italia si è volatilizzata, e di anno in anno, inesorabilmente, cala il numero dei credenti e quello dei praticanti. Crescono invece gli atei, gli indifferenti e i membri di altre religioni, come l’Islam, gli evangelici o i Testimoni di Geova. L’anticlericalismo inoltre, paragonato a 50 anni fa, non solo non è diminuito e non giunto a miglior consiglio, come auspicato, ma è aumentato drasticamente nelle élite e nel popolo, e ormai tutta la cultura contemporanea, si pensi al cinema, alla televisione e ai libri di scuola dei giovani, è improntata alla denigrazione sistematica del fatto cristiano.
Oggi il solo modo per non perdere a priori una partita che parrebbe umanamente impossibile è quello di difendere la verità cristiana senza alcun cedimento e in tutti gli ambiti, dalla storia all’etica, dalla politica alla liturgia, dalle scienze naturali alla bioetica. In questi settori grazie a Dio è nata una nuova scuola apologetica, in cui eccelle Francesco Agnoli, penna agilissima e combattiva sul “Foglio” di Giuliano Ferrara, e recente autore di una nuova ottima sintesi delle sue ricerche (cfr. F. Agnoli, Indagine sul cristianesimo, Piemme, 2010, 17 euro). Libro semplice, schietto, godibile e da diffondere in tutti gli ambienti.
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