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Sette anni dopo l’attacco alle torri gemelle. L’11/9 e la generazione senza amore che non si era mai vista sulla terra.
Dicono che la maggior parte delle telefonate partite dalle Torri Gemelle di New York l’11 settembre 2001, appena prima che crollassero, siano state messaggi d’amore. Uomini e donne che sapevano di non poter più rivedere i loro cari hanno voluto dir loro “ti voglio bene” ancora una volta. Nel farlo, hanno in fin dei conti sconfitto l’odio immenso che li stava annientando. Non c’è persona che non provi amore; e, per contro, l’impegno con cui l’umanità si ingegna da sempre a impedire che l’amore si compia è prova dell’esistenza del peccato originale. Ma ad estirpare l’amore non c’è riuscito nemmeno il più completo dei progetti totalitari finora sperimentati, il comunismo, che ovunque, dall’Albania alla Cambogia, ha ottenuto di cancellare fiducia e confidenza, trasformando parenti e amici in spie, e di soffocare le espressioni d’affetto, tenerezza, dedizione. Ma non è riuscito ad annullare il sentimento che le ispira. Solo l’islam integralista, con la sua “cultura della morte”, sembra riuscito nell’impresa di annientare anche l’amore per i propri figli. È stato il regime sciita di Khomeini a creare i primi giovani shahid, i “martiri”, durante la guerra Iran-Iraq del 1980-1988: ragazzini mandati in battaglia e sui campi minati, con legata al collo o stretta nella mano una chiave dorata di plastica con la quale – così fu fatto credere loro – avrebbero aperto la porta del paradiso. Poi sono venuti i piccoli palestinesi “martiri assassini di Allah”, con le madri esultanti e i fratelli minori ansiosi di emularli, il reclutamento nelle scuole di bambini futuri kamikaze e le donne incinte fatte esplodere, i baby-mujaheddin iracheni di 8-14 anni, addestrati da al Qaeda, e, sempre in Iraq, persino le ragazze disabili usate come bombe umane. Una generazione ideologizzata al punto da immolare i propri bambini, andandone fiera davanti al mondo, forse non si era mai vista sulla terra.
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Autori degli articoli
STEFANO FONTANA
Professore e saggista
Oltre 100 articoli
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