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CGIL E REPUBBLICA ALL'ATTACCO DI ESSELUNGA
di Alessandro Montanari

Gliela stanno facendo pagare. Questa, perlomeno, è la sensazione di Bernardo Caprotti, cui la sinistra starebbe facendo espiare la colpa imperdonabile di aver dato alle stampe “Falce&Carrello”, (www.falcecarrello.com) il vendutissimo pamphlet sui privilegi fiscali e gli appoggi politici di cui godono nel nostro Paese le cooperative rosse. Dopo l’uscita del volumetto, infatti, velenoso ma documentatissimo, nei punti vendita del Signor Esselunga si è improvvisamente scatenata la guerra sindacale. Una guerra sospetta, che riscuote poche adesioni tra i dipendenti ma molto “pompata” a livello mediatico. Così l’indomabile Caprotti si è deciso a comprare per l’ennesima volta paginate e paginate di giornale per spiegare, ai propri clienti e al Paese, la sua verità. Ecco il testo:

Sabato 1 marzo i sindacati hanno indetto uno sciopero con 'presidio' e picchettaggio nel supermarket di viale Papiniano a Milano, esteso a tutti i negozi dell'azienda. In viale Papiniano il 'presidio', sabato mattina, era costituito da circa una cinquantina di sindacalisti esterni al negozio, cui si sono unite due signore, rappresentanti sindacali di quel supermarket. Nessun altro dei dipendenti di viale Papiniano ha aderito. Nel tardo pomeriggio di sabato, 21 lavoratori hanno scioperato nel negozio di via del Gignoro a Firenze, e 11 nel negozio di Borgo San Vitale a Bologna". L'azienda sabato 1 marzo, ha funzionato regolarmente. La bagarre stile anni '70 falsamente raffigurata da organi di parte, non c'è stata. Esselunga sabato ha 'servito' 657.424 clienti. Pretesto per questa conclamata agitazione sarebbe un accadimento tutto da chiarire sul quale le Forze dell'Ordine - prontamente intervenute su nostra chiamata - e la Magistratura esperiranno le loro indagini. Attendiamo con fiducia. Repubblica ha dedicato all'evento due intere pagine nell'edizione di sabato, e due  in quella di domenica. Raitr e, televisione di Stato, ha dato all''agitazione' ed alla sua causa un grande rilievo. La bieca luce nella quale è stata posta Esselunga, dipinta come azienda reazionaria, arcigna e senza scrupoli, nuoce grandemente alla sua reputazione ed alla sua immagine di azienda moderna, aperta, amica. Il danno che ne nasce a tutti i livelli, umani, del lavoro, commerciali, politici (pubbliche amministrazioni locali) è enorme. Riteniamo giusto portare questa verità alla conoscenza del pubblico e denunciare il clima di intimidazione artatamente creato a nostro danno da taluni sindacalisti, politicanti e giornalisti. In un palese concerto. Accertata la realtà dei fatti, ci attiveremo in ogni modo nei confronti di Cgil, Uil, Repubblica e Rai per un risarcimento dell'ingente danno subito. Ringraziamo i nostri dipendenti, i clienti e quella larga fascia di pubblico che ha conservato la propria indipendenza di giudizio, per il supporto che ci vorranno dare.



DOSSIER "ESSELUNGA"
I soprusi della Coop contro Bernardo Caprotti

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