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"C'era una volta, in un paese lontano, una famiglia che viveva in una casetta di campagna. La famiglia era formata dai due genitori, un figlio e due figlie, più il nonno.
Il babbo lavorava tutto il giorno, la mamma faceva le faccende in casa e i figli andavano a scuola, ma tutti si ritrovavano insieme sia a pranzo che a cena. Tutti avrebbero voluto parlare attorno alla tavola colma di deliziosi cibi, ma c'era un problema: il nonno, da quando era rimasto vedovo, pensando di essere suo diritto in quanto capofamiglia, parlava sempre e solo lui. Gli altri potevano dire solo due o tre parole nei rari momenti in cui il nonno riprendeva fiato. La situazione era diventata insostenibile perché ormai, pur vivendo nella stessa casa, il babbo non sapeva cosa facevano i figli, i figli non potevano più chiedere consigli alla mamma, la mamma non parlava con il babbo: in poche parole non si conoscevano più. Tutto questo accadeva perché durante il giorno ognuno aveva mille cose da fare e per avere un po' di dialogo si rimandava sempre ai pasti.
Un giorno i due figli maggiori, stanchi della situazione, trovarono la soluzione: d'accordo con la mamma decisero di mettere un bavaglio al nonno durante i pasti.
All'inizio il babbo non era molto contento (il nonno era suo babbo e gli voleva molto bene) e neanche la figlia minore che adorava ascoltare le favole che raccontava il nonno: addirittura se fosse stato per lei, non avrebbe mai fatto i compiti di scuola pur di stare per ore con lui. Ma alla fine la linea anti-nonno vinse e fu deciso che se qualcuno voleva parlare con il nonno avrebbe dovuto farlo dopo i pasti.
Nel giro di poche settimane l'allegra famigliola riprese a vivere nella gioia dello scambio quotidiano delle idee e delle esperienze. Genitori e figli poterono finalmente vivere in comunione."
Questa storia non è avvenuta in un paese lontano, ma una decina di anni fa nella mia famiglia: il nonno capofamiglia era in realtà il televisore.
All'inizio è stato duro pranzare e cenare con la tv spenta, ma alla fine ci siamo accorti quanto siano più importanti i fatti e le idee che possiamo raccontarci che non i soliti programmi che ci rifila la televisione.
A chi dicesse che senza telegiornale si vive fuori dal mondo, garantisco che è invece nel dialogo con chi ci vive intorno che si vive nella realtà poiché quello che si vede in televisione non è la realtà vera, ma quella finta che ci impongono subdolamente i signori della cultura dominante.
Comunque chi proprio vuol vedere il telegiornale può guardarne uno fuori dai pasti (ce ne sono 45 al giorno, considerando solo Rai e Mediaset) e riservare ai pasti quel dialogo che il nonno-televisore rischia di farci perdere, rendendoci un po' più infelici.
Nella mia famiglia abbiamo fatto così e ne siamo felici, voi fate come volete.
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