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FESTA PER L'UNITA' D'ITALIA IL 17 MARZO: I COSTI SONO OVVIAMENTE A CARICO DEI LAVORATORI
Ecco perché a causa del ponte, oltre che i lavoratori, anche le aziende hanno poco da festeggiare
da Intrage

Per le celebrazioni del 150° dell'unità d'Italia, è ormai stabilito per legge (Decreto legge n. 5/2011) che il 17 marzo sia considerato giorno festivo. Ma per evitare ulteriori costi a carico della finanza pubblica e delle imprese private, il giorno di riposo sostituirà, per il solo 2011, la festività soppressa del 4 novembre, che ai temi dell'austerity (1977) venne spostata alla prima domenica del mese. Al 4 novembre, in virtù di quelle norme, si applicano di solito le disposizioni previste per le festività che cadono di domenica: i lavoratori dipendenti hanno diritto ad un giorno di retribuzione ulteriore, in aggiunta al normale stipendio mensile, che deriva dalla mancata possibilità di usufruire della festività. Ma, col Decreto appena approvato, le regole previste per il 4 novembre, si applicano alla nuova festa nazionale.
Perciò i lavoratori, nel prossimo mese di novembre 2011, non riceveranno in busta paga il pagamento di una giornata, in aggiunta alla normale retribuzione, poiché, per compensare, avranno fatto festa il 17 marzo. I lavoratori retribuiti sulla base delle ore di lavoro effettivamente prestate, come ad esempio colf e badanti, avranno diritto - per la festività - alla normale retribuzione giornaliera, comprensiva di tutti gli altri elementi accessori, in misura pari ad 1/6 dell'orario settimanale di lavoro. Se invece quel giorno dovranno lavorare, avranno diritto, per quella giornata lavorata, ad una maggiorazione del 60 per cento del compenso.
Siccome il giorno in questione capita di giovedì, già tutti parlano di ponte del 17 marzo. Sul web molte agenzie e siti di viaggi hanno perfino dedicato una pagina all'evento, proponendo pacchetti viaggio ad hoc. Se questo sarà l'orientamento prevalente, per le aziende non ci sarà affatto da festeggiare.

 
Fonte: Intrage, 25 febbraio 2011