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TUNISIA, EGITTO, LIBIA, YEMEN, BAHRAIN: L'ERRORE PIU' GRAVE SAREBBE ANDARE ALLE ELEZIONI SUBITO
Magdi Allam ricorda che quegli Stati sono soggetti politici fragili e c'è, viceversa, un estremismo islamico forte e radicato (come non ricordare che la settimana scorsa in Tunisia è stato sgozzato un giovane missionario salesiano?)
di Maurizio Belpietro

"L'Europa non faccia l'errore di premere a tutti i costi per elezioni democratiche. I Paesi del Nord Africa non sono ancora pronti". A dirlo non è un fanatico del fondamentalismo islamico bensì uno dei suoi più accaniti avversari, Magdi Cristiano Allam, giornalista, oggi deputato europeo di 'Io amo l'Italia' e ospite del direttore di Libero Maurizio Belpietro a 'La telefonata' su Canale 5.
ALLAM, CERCHIAMO DI CAPIRE: REGIMI CHE SEMBRAVANO ETERNI GRAZIE AL SISTEMA POLIZIESCO STANNO CROLLANDO. ORA TOCCA ALLA LIBIA. PERCHÉ?
E' sconvolgente la rapidità del contagio delle rivolte popolari: Tunisia, Egitto, Libia, Yemen, Bahrain. E' una realtà nuova, ma non possiamo parlare a qualcosa che assomiglia al 1989, perché in Egitto chi mantiene il potere è ancora l'esercito, come in Tunisia. Le cause? Economiche, la frustrazione dei giovani, le disparità palesi tra classi e genti. E ancora, motivazioni etniche, come in Libia.
E' POSSIBILE CHE I REGIMI MILITARI PASSINO LA MANO ATTRAVERSI ELEZIONI DEMOCRATICHE?
Noi in occidente siamo affascinati dalle elezioni, che però non esauriscono la democrazia. Ricordiamoci che attraverso elezioni sono andati al potere soggetti come Hitler, Mussolini, Khomeini in Iran, un partito fondamentalista come Hamas in Palestina... Non cadiamo nell'errore di esercitare pressioni per rapide elezioni con soggetti politici fragili e un estremismo islamico viceversa forte e radicato.
L'ALLEANZA TRA ESERCITO E FRATELLI MUSULMANI È PLAUSIBILE?
Sì, si può verificare una tacita intesa con sicurezza e politica estera in mano ai militari. Il punto critico è il rapporto con Israele, sempre più accerchiato da regimi islamici radicali, che predicano l'estinzione fisica degli israeliani.
SECONDO LEI L'EUROPA NON DEVE PREMERE PER UNA EVOLUZIONE 'ALL'OCCIDENTALE'. MA NON DOVREBBE PREOCCUPARSI IN CASO DI REGIMI ISLAMICI, ANCHE PER LA FORNITURA DEL PETROLIO?
In Libia è un genocidio, l'uso di aerei militari sulla folla è brutale e sconvolgente e rappresenta una sconfitta per tutti noi: Gheddafi l'abbiamo sostenuto, coccolato, gli abbiamo venduto armi in cambio di petrolio, fondi sovrani, aperture al libero mercato. Un tracollo così barbaro del regime ci interroga profondamente. La salvaguardia degli interessi delle nostre imprese, legittima, deve essere coniugata al rispetto per la persona e per i diritti umani.
C'È IL RISCHIO CHE IRAN E SIRIA VENGANO COINVOLTE DALLA 'RIVOLUZIONE'?
E' un'ipotesi forte perché sono Paesi in cui ci sono le stesse condizioni dei Paesi fin qui contagiati.
LE COMUNITÀ CRISTIANE SONO RISCHIO?
Certamente. Quattro giorni fa in Tunisia è stato sgozzato un giovane missionario salesiano. E' un contesto in cui gli islamici radicali saranno sempre più forti: l'avvento di regimi peggiorerebbe la situazione.

 
Fonte: Libero, 22/02/2011