I più letti del mese
I PIÙ LETTI DEL MESE

SCEGLI UN ARGOMENTO

« Torna alla edizione


LA DISINFORMAZIONE SISTEMATICA DEL MENSILE FOCUS: GESU' SAREBBE NATO A NAZARETH (E NON A BETLEMME) ED AVREBBE AVUTO SEI FRATELLI
Ecco l'ennesimo tentativo delle lobby anticristiane di attaccare il cristianesimo gettando confusione sulla figura storica di Gesù
di Fabrizio Cannone

La disinformazione sistematica è sempre stata propria, nei tempi moderni, dei regimi di natura dittatoriale e tirannica. Col predominio dei mezzi di comunicazione sociale e la nascita, dopo la Seconda Guerra Mondiale, della attuale innegabile e innegata "mass-medio-crazia", non solo gli Stati detti democratici tendono ad assorbire la stampa per sostenere la loro ideologia relativista – processo che Benedetto XVI ha ben definito come la dittatura del relativismo – ma il potere delle Lobby si fonda principalmente sull'uso spregiudicato della propaganda, della pubblicità e dei giornali.
Quindi la Lobby gay sosterrà le sue tesi spudorate sulla stampa gay; la Lobby degli atei creerà una ideologica informazione atea, le varie minoranze religiose faranno lo stesso: gruppi islamici, ebraici, protestanti, ecc. Ma la Verità, in tutto questo bailamme? Essa non è più ciò che è, ciò che coincide con la realtà, ma ciò che si riesce a far credere (al più gran numero: démocratie oblige!) che sia... Perché Benedetto XVI parla di dittatura del relativismo o di dittatura delle opinioni comuni? Perché, in questo mare magnum di apparente e illimitata libertà, solo la Verità – incarnata da Gesù e la sua Dottrina – rischia di essere censurata. Se il pluralismo diviene dogma, infatti, il mono-teismo teologico, morale e culturale viene ritenuto un attentato alla libertà, che sarebbe la sola verità...
Insomma se per noi, come vuole la scienza medica, l'aborto è un delitto, per la democrazia totalitaria di oggi, il delitto non è l'aborto, bensì l'anti-abortismo. Se per i cattolici l'omosessualità è una devianza, per l'ideologia pluralista deviante è... chi ad essa si oppone (per esempio non accettando gli pseudo-matrimoni tra persone dello stesso sesso, e tutti gli annessi e connessi "diritti civili"). I fautori della dittatura del relativismo temono soprattutto le visioni del mondo "assolute" cioè non dipendenti dalla moda, dalla cultura del momento e dalla pubblica opinione. In primis, dunque, loro nemico è il Cristianesimo, specie nella sua forma più coerente e compatta: la Chiesa Cattolica Romana.
Come fare per abbattere questo nemico delle Lobby, del Sistema e del politicamente corretto? Due metodi sono stati usati negli ultimi due secoli: la repressione e la seduzione. Il primo ha un effetto immediato, ma alla lunga stanca più i repressori democratici che i repressi cattolici (vedi l'eroica resistenza delle minoranze cattoliche nei Paesi ostili alla Chiesa: comunismo, liberalismo, islamismo, ecc.). La seduzione, che partecipa del principio del Divide et impera, dà maggiori risultati con minori sforzi. Meno sangue che scorre e soppressione dolce del nemico attraverso l'inganno, la confusione e il lavaggio del cervello.
Il mensile Focus di gennaio 2011 ci dà un bell'esempio della tattica usata dalle Lobby anticristiane per demolire, con apparente delicatezza, la Fede Cattolica, rendendola ridicola, assurda e insignificante. Se si trattasse di una gazzetta da strapazzo, la cosa potrebbe essere trascurata, ma trattandosi di una rivista che vanta come sottotitolo Il periodico più letto in Italia, è bene mostrare ai lettori il DNA dell'anticristianesimo culturale ormai egemone. Dovere tanto più imperioso che, un malinteso dialogo, indubbiamente favorito dalla svolta conciliare, ha smesso sia di censurare l'errore, sia di ammonire il peccatore, sia di consigliare i dubbiosi. Insomma persino le Opere di Misericordia sono state abolite... in nome della Misericordia!!!
Su Focus (n. 19, pp. 34-40), peraltro noto mensile pro evoluzionismo, pro politicamente corretto, pro laicismo, pro "scienza", un giornalista decide, inopinatamente, di trattare il tema della Sacra Famiglia, usando un accattivante corredo di bell'arte cristiana (Giorgione, Botticelli). Il pretesto Sacra Famiglia è solo un modo per demolire la figura di Gesù come essa è nota attraverso la Tradizione, la Scrittura e il Magistero. Il sottotitolo è da brivido: «Nato a Nazareth (non a Betlemme) e con 6 fratelli. Così gli storici ricostruiscono l'infanzia di Gesù» (p. 35). È più grande la bestemmia o l'ignoranza? Arduo dirlo. Proprio accanto a tale empia sciocchezza, compare il libro di Augias e Pesce, Inchiesta su Gesù, un vero classico della disinformazione anticristiana, usato dal Sistema per annientare chi non si piega al suo spirito di pluralismo, di nichilismo, di ateismo. Per abbattere il Figlio, si comincia attaccando la Madre. Dopo aver concesso che nei Vangeli si parla della Verginità della Madonna, l'articolista cita Pesce che mischia le carte in tavola, facendo del passo di Isaia («Ecco la vergine concepirà e darà alla luce un figlio») la causa della credulità dei cristiani nel dogma splendido dell'Incorruttibilità di Maria. Secondo Pesce, «la verginità di Maria è servita a rafforzare una visione antisessuale»: in realtà è la non-verginità di Maria, o di Gesù (secondo Dan Brown fidanzato con la Maddalena), che serve a favorire la sessualizzazione dell'odierna gioventù, uno degli strumenti del Potere laico per allontanare i giovani dal seminario, dal convento, dal Paradiso...
La famiglia di Gesù sarebbe composta, oltre ai 3 più noti personaggi, anche da 6 altri elementi, 4 fratelli di Cristo e 2 sorelle, che erano in realtà fratellastri poiché figli di prime nozze di Giuseppe, che avrebbe sposato Maria in seconde nozze. Pesce: «Fratelli e sorelle sono stati eliminati dal quadro familiare per privare di significato la figura storica di Gesù ed esaltarne la figura divina» (p. 38). Ma chi ha scritto i Vangeli, i documenti per eccellenza della Divina Rivelazione? Secondo Pesce, autore di grido tra teologi, seminaristi e giovani dei movimenti (in ciò in compagnia di Augias, Mancuso, Cacciari, Martini, Bianchi...), «nessuno dei Vangeli è opera di apostoli o di testimoni oculari, bensì di anonimi seguaci: li redassero tra il 70 e il 150 d.C. usando testi sui detti di Gesù che circolavano tra i primi cristiani. Perciò non possiamo risalire fino a ciò che ha effettivamente detto e fatto Gesù» (p. 40).
Chi crede alla storicità e all'inerranza assoluta delle Scritture capirà bene che la manovra qui è particolarmente abile, benché non nuova. Migliaia di lettori inavvertiti, letto l'articolo, inizieranno a dubitare della Divinità di Cristo, del suo insegnamento, della sua Risurrezione e di tutto il resto assorbendo gli sproloqui di Focus.
Ma quanti, dopo la svolta conciliare, credono ancora all'inerranza di cui sopra? La bonne question...

 
Fonte: Il Settimanale di Padre Pio, 13-03-2011