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DIVORZIARE IN MODO CIVILE, A VOLTE ADDIRITTURA IN ALLEGRIA
Ecco la mirabolante proposta del Salone del divorzio a Milano
da Corrispondenza Romana

L’appuntamento è per l’8 e il 9 maggio a Milano, all’Hotel Marriot di via Washington: anche in Italia arriva “il salone del divorzio”. Dopo Vienna nel 2007, e dopo Londra e Parigi nel 2009, Milano si appresta infatti ad ospitare “la fiera dell’addio ma anche del riparto da me” come da titolo “Ex, punto e a capo”. Obiettivo della fiera è quello di sdrammatizzare e tentare di rendere meno indolore una pratica ormai sempre più diffusa, che rappresenta una vera e propria piaga sociale, attraverso un’operazione di maquillage e di anestesia morale.
Ogni anno si contano infatti nel nostro Paese 160 mila nuovi separati, 100 mila nuovi divorziati e la rottura di 20 mila famiglie di fatto. In quest’ottica il Salone prova a offrire agli “ex” tutte le istruzioni necessarie per “ricominciare”, relativamente alle questioni giuridiche, psicologiche, immobiliari, fisiche che inevitabilmente esplodono: «Si può divorziare in modo civile, a volte addirittura in allegria – racconta Franco Zanetti – che di “Ex punto e a capo” è l’ideatore, senza sentirsi in colpa. Per questo abbiamo coinvolto chirurghi estetici, dietologi, palestre, scuole di ballo, beauty farm».
Zanetti spiega inoltre che «al Salone sarà presente un’agenzia anti-stalking, soprattutto per le donne, e, a tutela degli uomini, esaminatori del Dna, in virtù del fatto che in Italia un bambino su dieci non è figlio del padre presunto. Il Salone del Divorzio avrà poi un cotè operativo, attraverso la presenza di studi legali, agenzie matrimoniali, investigative, immobiliari, disbrigo pratiche, servizi di babysitter ma anche di dogsitter, depositi temporanei per mobili e cose, decoratori, arredatori e ditte di trasloco».
Non mancheranno poi le liste di divorzio, nel caso parenti e amici vogliano fare un regalo utile al divorziato. L’agenzia “Marito in affitto”, offrirà invece per 15 € l’ora, quei lavori domestici tipicamente maschili.

 
Fonte: Corrispondenza Romana, 24/4/2010