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STRISCIA LA NOTIZIA METTE UN PRETE ALLA GOGNA SCHERZANDO SENZA PIETA' SULLE SUE DEBOLEZZE UMANE
La presidente dell'Associazione Azzardo e Nuove Dipendenze: ''Deridendo un giocatore patologico, ha fatto una operazione equivalente a prendere in giro un disabile per la sua disabilità''
di Mirella Poggialini

Striscia la notizia spesso ha colpito duro. Il programma di Antonio Ricci ha da sempre nel suo Dna quello di denunciare ciò che non va in Italia. Solitamente le sue non sono denunce fine a se stesse, ma mirate a risolvere un problema, un malfunzionamento, una stortura. Eppure, l'altra sera, ha cambiato registro, mandando in onda un servizio denominato Il demone del gioco, con protagonista – a detta del programma – «un sacerdote della provincia di Varese che gioca a soldi, tutte le mattine per un ora e mezza almeno, alle slot machine di un bar». Inviato di Striscia era Max Laudadio, che per l'occasione si è travestito da Cicalotto, con un costume verde «da cicala». Parlando come un personaggio di certi cartoni animati di serie B, Laudadio-Cicalotto ha intercettato il sacerdote, in clergyman, all'uscita del Bar e l'ha tempestato di domande. Il tono canzonatorio di Laudadio strideva da morire con la drammaticità della situazione.
Col sacerdote che negava e che si 'difendeva' dicendo: «Non sono un giocatore incallito. Ho provato per capire la psicologia di chi gioca». Ciò che Striscia e Laudadio sembrano avere dimenticato (oltre alla pietà) è che «solitamente» fanno queste denunce per risolvere qualcosa, mentre con questa incursione non ha risolto un bel niente. Ha solo messo alla berlina un probabile malato di gioco. E come ha denunciato ieri Daniela Capitanucci, presidente dell'Associazione Azzardo e Nuove Dipendenze, «schernendo senza pietà un giocatore patologico, ha fatto una operazione equivalente a schernire un disabile per la sua disabilità». E ancora: «Striscia dovrebbe andare oltre le apparenze superficiali e offrire un servizio di tutt'altra natura che riconosca le sofferenze e la vergogna che vivono queste persone». Chissà se il programma di Ricci avrai mai il coraggio di accettare questa sfida, non limitandosi a fare spettacolo delle debolezze umane.

 
Fonte: Avvenire, 21/12/2011