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SPAGNA, ABORTO AVANTI TUTTA
Aborti e pillole abortive con lo sconto per le giovani
da Corrispondenza Romana

Venti per cento di sconto per le interruzioni volontarie di gravidanza, non è uno scherzo. In Spagna, una clinica di Almeria e un istituto di Siviglia offrono prezzi speciali per le ragazze che presenteranno il Carnet Joven: una “Carta Giovane” promossa dall’Istituto Andaluso della Gioventù, dipendente dal governo della regione. “Usala per tutto”, è lo slogan della tessera: apparentemente una fidelity card come tante altre in Europa. Nell’elenco dei servizi convenzionati – accanto all’autoscuola, alle librerie e ai negozi di abbigliamento – ci sono anche le interruzioni volontarie di gravidanza.
La vicenda – denunciata dal quotidiano “Abc” – ha sollevato una valanga di polemiche in Spagna. I responsabili dell’istituto sivigliano, da parte loro, non hanno smentito l’informazione, al contrario: fonti della clinica assicurano che esiste una regolare convenzione con la previdenza sociale e che è uno sconto come tanti altri. Il 10% di riduzione viene applicato ai proprietari della “Carta Giovane” anche da alcune farmacie sui medicinali: sempre secondo il giornale “Abc” questo potrebbe riguardare pure la pillola del giorno dopo, che in Spagna può essere acquistata liberamente senza ricetta medica.
«Gli sconti non possono sorprendere nessuno. Tutto questo è perfettamente coerente con il processo di imposizione della legge abortista più radicale d’Europa», ha affermato la dottoressa Gador Joya, portavoce della piattaforma pro-life Diritto di Vivere (Dav) (“Avvenire”, 10 aprile 2010).
Per il direttore della Fondazione Vita, Manuel Cruz, è un problema di «banalizzazione» dell’aborto: «È vergognoso che si accompagnino praticamente per mano le donne ad uccidere un innocente, sovvenzionando delle imprese private, invece di usare quei fondi per aiutare le madri e lottare contro la crisi». Cruz accusa il governo andaluso (guidato dal Partito socialista, come l’esecutivo centrale) di «spingere la donna verso l’aborto senza riflettere, come se fosse un gioco», promuovendo un’«irresponsabilità sessuale» che rischia di trasformare l’interruzione della gravidanza in un metodo contraccettivo in più.

 
Fonte: Corrispondenza Romana, 24/4/2010