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MONTI A NEW YORK PROSPETTA IL BIS, MA SENZA CANDIDARSI: A CHE SERVONO LE ELEZIONI ALLORA?
PD e PdL si affannano a dire che il governo lo decide il popolo sovrano, ma se questo è vero perché oggi sostengono insieme un governo che nessun elettore ha mai votato, né voluto?
di Caelsius Mars

Pochi minuti fa Monti si è esibito in un personalissimo show al Council of Foreign Relations di New York City per rispondere a quesiti posti da commentatori e personalità della politica e della finanza sulla situazione italiana ed europea in generale. Dopo aver esposto le solite banali ovvietà che vi risparmiamo sulla solidità dell'Europa, dell'euro sul rigore imposto in Italia, ha annunciato trionfante con malcelata soddisfazione che l'anno prossimo potremo vantare un avanzo primario del 5 % del Pil al netto degli interessi (segnatevi questa che poi vedremo a marzo come staranno veramente le cose), il che concorrerà a ridurre "l'aumento del debito pubblico" insieme alla "privatizzazione" di beni appartenenti allo Stato. Da notare che l'obbiettivo sbandierato per mesi ed in tutte le sedi d'Europa del pareggio di bilancio nel 2013, con "l'Italia che sarà tra i soli due o tre Paesi europei a poterlo vantare",  qui a New York a neanche fine settembre è già stato ridimensionato in obbiettivo di rallentamento del deficit di bilancio. Dopo aver ammesso con un lungo giro di parole l'imperante egemonia franco-tedesca nel Vecchio Continente - "è difficile che in Europa possa succedere qualcosa di grosso senza che di mezzo ci siano Francia e Germania" – ha ringraziato Berlusconi per averlo "scoperto e lanciato" proponendolo e facendolo eleggere come commissario europeo nel lontano 1994. Ma il clou della tarda mattinata c'è stato quando gli hanno chiesto chiaro e tondo della sua disponibilità per un nuovo mandato come presidente del consiglio. Sinora Monti aveva sempre escluso tale possibilità. Prima di rispondere a questa domanda Monti ha ribadito ancora una volta che comunque non si candiderà alle prossime elezioni, perché, come sottolineato parecchie altre volte, lui è stato nominato senatore a vita e non ha bisogno di essere eletto presentandosi alle elezioni. Poi si è dichiarato disponibile e pronto a servire ancora il Paese, e che "se si creeranno circostanze per cui potrò dare un aiuto dopo le elezioni, non precludo nulla".
Con questa affermazione politica Monti ha detto tre cose: primo, che non accetta di scendere in campo nella fase elettorale per sottoporsi al giudizio dell'elettorato in quanto lui è eletto a priori; secondo, che non accetterebbe la candidatura a premier di nessuna coalizione politica, posizione molto opportunistica perché gli permette di salire comunque sul carro del vincitore senza correre nessun rischio; terzo, che è disponibile a continuare in questa tragica pantomima del governo fantoccio manovrato dai soliti noti. Allora ci chiediamo: ma se, mettiamo, qualcuno si accorda per un Monti bis con l'indicazione di ministri e maggioranza di sostegno, le elezioni, da tutti indicate come il momento culmine della democrazia nel quale si manifesta la volontà del popolo, a cosa servono? Se poi ci mettiamo pure che il Parlamento è esautorato da ogni sua prerogativa perché si va avanti  solo a colpi di fiducia, perché non lo chiudiamo? Almeno risparmieremmo un sacco di soldi. Aspettiamo risposte in merito che, siamo certi, non arriveranno.

 
Fonte: Qelsi, 27/09/2012