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LA LOBBY PEDOFILA VUOLE IMPORRE LA PERVERSIONE COME NORMALE
Intervista a don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione Meter, il più famoso ''cacciatore'' di pedofili in internet
di Roberto Marchesini

«In Europa c'è una forte lobby pedofila che punta a fare diventare normale la perversione. Mai come oggi si è assistito all'annientamento dei bambini in queste dimensioni». Ad affermarlo è don Fortunato Di Noto, il sacerdote siciliano fondatore dell'associazione Meter, il più famoso "cacciatore" di pedofili su Internet. Con lui cerchiamo di capire il fenomeno in Italia.
Don Fortunato, cos'è, e come funziona l'associazione Meter?
Prima di tutto è un cammino di fede. La nostra è una diakonia al servizio dell'infanzia che vuole abbracciare l'infanzia nella sua interezza. Paolo VI diceva che la difesa dei piccoli, per la Chiesa, non è una moda. E diceva che la Chiesa è esperta di umanità, di tutta l'umanità. Meter vuole essere esperta di infanzia, di tutta l'infanzia. Perché non esistono figli degli altri, ma solo figli nostri.
L'associazione funziona dal 1989. Abbiamo una sede centrale ad Avola (Siracusa) e 350 volontari in tutta Italia e nel mondo. Lavoriamo per la protezione dell'infanzia, non solo sulla lotta alla pedofilia online. Ci occupiamo di affido familiare, incontriamo i ragazzi nelle scuole per capirli ed essere loro vicini. E altre attività.
Come, e perché ha cominciato ad occuparsi di pedofilia?
Perché sono da sempre un tipo curioso e appassionato di tecnologia. Alla fine degli anni '80 ero seminarista a Roma e mi ero comprato il Commodore 64 con l'accoppiatore telefonico (roba che per voi è preistoria, era l'antenato del modem). Con quello ho iniziato a navigare nelle BBS, che erano gli antenati dei forum. E lì ho visto le prime immagini pedopornografiche. Un altro al mio posto se ne sarebbe potuto disinteressare, io ho deciso di considerare quei bambini come figli miei e occuparmene. E poi le prime storie di abusi, non potevo non considerarle, un grido di aiuto, un forte richiamo a ridare speranza.
Qual è, secondo il vostro osservatorio, la diffusione di questo fenomeno in Italia?
È purtroppo una diffusione trasversale. Possiamo offrire i nostri dati che rendiamo pubblici ogni anno con il Report Meter (che presentiamo nella Sala Marconi di Radio Vaticana). In Italia la mancanza – ancora oggi – di una banca dati – tanto auspicata – non ci permette di avere chiaro il fenomeno.
Ecco i dati in sintesi Meter del 2012: l'impegno di Meter onlus a servizio dell'infanzia è stato nel corso di tutto il 2012 costante ed efficace, ma restano ancora forti emergenze da risolvere, in particolare i bambini minori di 13 anni che all'insaputa dei genitori aprono un profilo Facebook, nuova frontiera del rischio per i minori. E i numeri parlano: oltre 100.000 siti pedofili e pedopornografici negli ultimi dieci anni. Una diminuzione rispetto al 2011: si è passati da 20.390 a 15.946 nel "web visibile". Aumenta invece in modo sconcertante e incontrollabile la presenza della produzione, divulgazione e detenzione di materiale pedofilo e di abusi sui bambini: nel "deep web", sono 56.357 quelli monitorati in un solo anno. Crescono i social network, con 1.274 segnalazioni rispetto alle 1.087 del 2011. I casi (vittime di abuso) seguiti al Centro di Ascolto e accoglienza sono stati 61 rispetto ai 28 dello scorso anno (dal 2002 al 2012 sono stati in totale 951). Le consulenze telefoniche 839. Nella prevenzione sono state incontrate 18.600 persone tra cui 8190 studenti. Nell'ambito della prevenzione nella Chiesa sono state coinvolte 13 diocesi.
Si è fatto un'idea delle cause della pedofilia? Per quale motivo, secondo lei, un adulto può provare attrazione sessuale per un bambino prepubere?
Per tanti motivi. Perché è una coazione a ripetere per abuso, perché è un problema psicologico, perché è "malattia psichiatrica lucida", perché è aberrazione, perché l'uomo si disumanizza. Perché c'è una sorta di connivenza e soprattutto di mancata sensibilità comune. Importante discutere e contrastare il femminicidio (violenza senza ragione e di grave entità), ma poco si parla del "bambinicidio" (in meno di 10 anni circa 250 bambini uccisi da adulti e genitori in Italia). Le cause possono essere tante.
La pedofilia è solo una questione psichiatrica, o ci sono in gioco altri fattori (economici, politici, ideologici...)?
Se per ideologico si intende il tentativo di far passare una perversione per una cosa normale, allora sì, c'è un fattore ideologico. Ma il punto è che mai come oggi stiamo assistendo all'annientamento dei minori in quantità industriale. Le dice niente la parola aborto? Ecco, quando sopprimere un bambino diventa facile come ingoiare una pillola, tutto è possibile. E, a cascata, questo riverbera sul valore dell'intera vita umana. C'è la crisi dell'uomo, più profonda di quella economica.
Secondo la sua opinione, quanto è diffusa la pedofilia tra religiosi e consacrati?
I preti pedofili sono circa l'1% su 500.000 tra preti, religiosi/e nel mondo. Gravissimo è il problema, uno scandalo di vasta proporzioni. Una gravità inaudita che si affianca al fenomeno generale dello sfruttamento sessuali dei minori. Ma questo non significa niente: la Chiesa dovrà combattere per difendere i bambini fino alla consumazione dei secoli. E fino alla consumazione dei secoli dovrà piangere le vittime degli abusi che non ha saputo o voluto aiutare.
L'American Psychiatric Association (APA) ha annunciato che nella prossima edizione del suo manuale diagnostico, il celebre DSM, la voce riguardante la pedofilia subirà dei cambiamenti, al momento non precisati; in passato l'APA ha già derubricato la pedofilia egodistonica dal DSM, anche se poi è stata costretta a tornare sui suoi passi, almeno momentaneamente. La "strategia nazionale" contro l'omofobia recentemente adottata dal governo italiano prevede l'abrogazione di "qualsiasi legislazione discriminatoria ai sensi della quale sia considerato reato penale il rapporto sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso, ivi comprese le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l'età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali" (art. 18). Insomma: è in atto una imponente campagna per "normalizzare" la pedofilia. Secondo lei, a cosa andiamo incontro? Chi vuole questo cambiamento culturale, e perché?
Pedofilia e omosessualità sono due cose diverse. Certamente però esiste – anche nelle intellighenzie europee e non – una lobby pedofila. Glielo posso garantire. Poi gli psichiatri dicano quello che vogliono: secondo lei stuprare un bambino di pochi giorni è o no qualcosa di malvagio, indegno, violento? Lo dicano alle vittime. Questo discorso del consenso è l'ennesimo tentativo di normalizzare le relazioni sessuali tra adulti e bambini. E' come si nota una battaglia culturale, ma che vede pochi che scendono in campo.
La sua azione contro la pedofilia ha mai suscitato reazioni negative? Avete mai subito minacce o ritorsioni a causa del vostro impegno? A chi da fastidio il vostro lavoro?
Ritorsioni? Tante minacce, calunnie, diffamazioni. Ma è meglio non parlarne. E' dal 2000 che ho una tutela del Comitato di sicurezza, niente scorta, mi bastano gli angeli miei protettori.
Da allora devo dire a Polizia e Carabinieri dove vado perché così potranno approntare un minimo di vigilanza sulla mia persona. Ma non m'importa. Noi siamo dalla parte giusta: dei bambini, di Cristo, del Vangelo. E del Papa.

 
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31/05/2013