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I DANNI DELLA TV
La Tv esige un solo atto di coraggio: quello di spegnerla!
di Fabrizio Cannone

La negatività della Tv non è davvero più da dimostrare e il fatto che indagini recenti dimostrino che la sua fruizione, nell'era di internet e del web, non è affatto diminuita presso giovani e meno giovani, non sposta di una virgola il grave problema morale. Ai tempi di Pio XII (1939-1958) e ancora del Concilio Vaticano II (1962-1965) esisteva una televisione, almeno in Italia, sottoposta a giusta censura, in bianco e nero, che andava in onda a ore precise (senza emissioni notturne...), con un carattere se non cristiano, almeno conforme, genericamente, alla decenza morale comunemente ammessa al tempo. Ecco perché sia il venerabile Pacelli che lo stesso Vaticano II insegnarono nel loro Magistero più o meno così: se la Tv è decente e formativa, può guardarsi, se è immorale no.
Oggi, mezzo secolo dopo, praticamente non esiste televisione senza immoralità, ed è la censura previa ad essere stata censurata: dunque la prudenza è da moltiplicarsi. Tutto ben ponderato e senza avere paraocchi come i cavalli, la Tv, intesa come mezzo e come visione del mezzo, è oggi uno dei maggiori pericoli per l'anima, uno dei maggiori nemici della famiglia cristiana, e uno dei maggiori veicoli di disinformazione, intossicazione intellettuale e secolarismo morale. Alla luce di ciò, crediamo convintamente, che essa non debba soltanto essere presa a piccole dosi dal credente, soprattutto se il focolare contiene dei minori.
Il fatto che sia astrattamente possibile la fruizione di programmi né indecenti né inutili milita paradossalmente proprio a favore della soppressione della tv: come mai infatti tra i moltissimi che dichiarano di essere contrari alla Tv spazzatura quasi nessuno riesce a evitare del tutto gli effetti tossici di detta spazzatura? Come mai, accanto a documentari più o meno interessanti e formativi, spopolano come share i programmi-immondizia come il Grande Fratello, l'Isola dei famosi, Amici, e centomila altre insulsaggini siffatte? Ci risponda chi può.
Intanto, anche vedendo la trasmissione cosiddetta impegnata, il dibattito culturale e il programma dichiarato scientifico, le anime vengono a poco a poco come ipnotizzate e narcotizzate dall'apparecchio, bombardate di messaggi pubblicitari in cui l'oscenità e il consumismo sono legge, e le famiglie risultano scompaginate a causa della universale regola domestica odierna: tot capite tot Tv. La casa come un albergo? La prima colpa la ha proprio la Tv perchè è difficilissimo resistere al suo fascino, specie da giovani. Basterebbe fare un semplice calcolo sui giorni di vita che ogni anno si buttano al secchio, per una visione televisiva di due ore medie al giorno, per capire che la Tv è sempre più una catena, un ceppo e un pericolosissimo virus: non ci sono ragionamenti sottili che tengono. Vogliamo fornire alcune riflessioni al lettore di buona volontà e lo facciamo citando due fonti di origine francese. Anzitutto un ottimo libro di tenore scientifico uscito da poco (cf. Michel Desmurget, TV LOBOTOMIE. La veritéé scientifique sur les effets de la Télévision, éditions Max Millo, Paris 2012).
"Sono un ricercatore. In quanto tale, appaio nel repertorio di diffusione dei principali giornali scientifici legati al campo delle neuro-scienze fondamentali e cliniche. Ad ogni nuova uscita, questi giornali mi inviano il sommario delle pubblicazioni, in modo da permettermi di identificare i lavori di mio interesse. Da 15 anni, non è passata una settimana che io non abbia reperito almeno uno o due pezzi relativi agli effetti deleteri della televisione sulla salute psichica, cognitiva e somatica del bambino" (p.13).
Con queste parole altamente significative inizia la lunga inchiesta dello studioso Michel Desmurget che ha esplorato praticamente tutta la letteratura scientifica in materia, specialmente in lingua francese e inglese. La sua documentata ricerca ha come scopo quello di mostrare le conseguenze psicologiche della visione quotidiana della Tv sui bambini e gli adolescenti (e secondariamente sugli adulti). Tra le conseguenze segnaliamo d'emblée: aumento dell'incapacità di essere attenti e sereni, eccitamento alla violenza, solitudine, fobie diverse, comportamenti irrazionali e nevrotici, tendenza all'obesità, all'alcolismo e al tabagismo, abitudine alla pigrizia, alla passività e all'ozio, ecc., ecc.
Anche l'abbassamento del livello scolastico è una tendenza tipica della "dittatura dei mass-media". Ancora più gravi e drammatiche sono le conseguenze della Tv se le analizziamo dal punto di vista morale, ben sapendo dello spazio crescente che offre la Tv a ogni tipo di immoralità, di libertinismo, di voyeurismo, di pornografia e di perversione. E questo specie nelle fiction per tv.
Questa però non è la strada percorsa dall'Autore che si limita ai soli problemi psicologici e fisiologici legati alla visione televisiva, specie se prolungata. Sarebbe potuto credere e sperare in una diminuzione drastica del tempo medio passato davanti alla Tv grazie alla concorrenza di internet, Facebook, i-Phone, ecc. E' accaduto il contrario: "Negli Stati Uniti il 79% delle famiglie possiede 3 televisori e oltre il 70% dei bambini dagli 8 anni in su ha una televisione in camera" (p.40). Negli anni '50 solo l'1% delle famiglie americane aveva la Tv in casa. In pochi anni la presenza della Tv è passata dall'1% al 99,99%! D'altra parte "un adolescente che guardava la Tv 2 ore al giorno si troverà  a guardarla per 3 ore e 30 se l'avrà nella propria camera" (p.41). Conseguenza matematica: "Uno dei primissimi effetti della Tv è di ridurre drasticamente il volume e la qualità delle relazioni genitori-figli" (p.30). Secondo lo studioso è evidente che "la Tv e gli altri media elettronici influenzino negativamente il benessere mentale e fisico dei bambini" (p.26). E' stato calcolato che lo spettatore medio passi davanti allo schermo acceso 3 ore e 40 minuti ogni giorno, ovvero 1.338 ore complessive, quasi 2 mesi ogni anno! Si potrebbe così calcolare quanti anni, in un'intera vita, sono stati gettati nella meno utile delle attività. In conclusione l'Autore dimostra come "la Tv sia un fattore di isolamento sociale ed espone lo spettatore a dei rischi morbosi per la sua propensione a favorire la sedentarietà, il declino cognitivo, la comparsa di patologie cerebrali degenerative (Alzheimer) e i comportamenti a rischio (tabacco, alcol, violenza, sessualità)" (p.247).
Il filosofo Pascal Bruckner scrisse che "la Tv non esige dallo spettatore che un atto di coraggio - ma esso è sovrumano - quello di spegnerla" (cit. p.35). Noi aggiungiamo: e di cassarla completamente.

 
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, 8 dicembre 2013