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IL MESSICO PERSEGUITA LA CHIESA TASSANDO LE ELEMOSINE
Vi sono molti modi per perseguitare i cristiani: la violenza è il modo più evidente, ma vi sono anche altre strade più silenziose
da Corrispondenza Romana

Vi sono molti modi per perseguitare i cristiani. La violenza non è che una delle tante possibilità, forse la più evidente, immediata ed eclatante. Ma vi sono anche altre strade percorribili: il fatto che siano più silenziose, non le rende meno letali. Una di queste è la leva fiscale.
Il Messico ha sempre avuto la mano pesante contro la Chiesa Cattolica. E non perde occasione per dimostrarlo. Ora il governo intende tassare le elemosine, le decime, qualsiasi offerta insomma venga fatta tanto durante le Messe quanto ai vari enti caritativi ecclesiali. Qualsiasi provento giunga da benefattori o fedeli, tutto va rigorosamente fatturato ed in modo elettronico. Il che complica non poco le procedure. Il nuovo sistema d'imposizione sarebbe dovuto entrare in vigore già col primo settembre, ma le autorità competenti - bontà loro... - han accettato di rinviarlo al prossimo primo gennaio.
Contro la novità si è scagliato con forza il Vescovo di Saltillo, mons. Raúl Vera López che, senza giri di parole, ha evidenziato come la pretesa riforma fiscale abbia quale unico scopo quello di minare i sostegni economici, su cui si reggono la Chiesa Cattolica ed ogni altra confessione religiosa in Messico. Sostegni, che servono non certo per arricchirsi, bensì per l'evangelizzazione, per un sostegno sociale e spirituale –ad esempio, agli indigenti-, per la manutenzione dei templi e delle altre strutture: è evidente pertanto come tale tassazione finisca per penalizzare l'azione sociale della Chiesa a favore soprattutto di bisognosi e delle situazioni di disagio, ciò di cui si avvantaggiano anche le istituzioni, potendo contare su di un aiuto importante, qualificato e sicuro.
«Ora dovremo assumere appositamente una ditta di contabilità, per poter registrare tutte le entrate e le uscite - ha dichiarato mons. Vera López - il che rappresenterà un ingente esborso supplementare». Vi sono le parrocchie delle comunità rurali e dei quartieri abitati da famiglie a basso reddito, che riescono a malapena a sostenersi. Ed i sacerdoti dovrebbero mantenersi con le sole congrue. «E' iniquo che i preti chiedano una ricevuta o una fattura elettronica del Servizio di Amministrazione Tributaria a coloro, che permetton loro di sopravvivere», tuona senza remore il prelato. Se inoltre - ha proseguito - tali provvedimenti dovessero puntare ad «evitare il riciclaggio del denaro sporco, proveniente dalla criminalità organizzata, non è certo sulla Chiesa, che si deve focalizzare l'attenzione».
Secondo quanto riportato dall'agenzia InfoCatólica, il Vescovo di Saltillo, con le sue dichiarazioni e con le sue prese di posizione, si è guadagnato l'ostilità di molte autorità politiche statali. Ma di questo non si è dato troppa pena. Ha anzi rincarato la dose, ricordando come il governo messicano «sulle persone a basso reddito» applichi «un regime fiscale molto aggressivo».
La Conferenza Episcopale messicana sta valutando con le istituzioni competenti la possibilità di deroghe rispetto alla legge approvata, affinché sia meno rigida almeno verso la Chiesa Cattolica e verso le altre confessioni, stante la loro valenza quanto meno sociale. Ma senza farsi grosse speranze, né illusioni.
A chi ritenesse tutto questo una faccenda lontana, geograficamente e ideologicamente, è bene ricordare come l'UAAR-Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti abbia chiesto, in Italia, la stessa cosa...

 
Titolo originale: Cristianofobia in Messico, tassate le elemosine alla Chiesa
Fonte: Corrispondenza Romana, 20 agosto 2014