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STACCHIO, EROE PER CASO, MA L'ITALIA NON E' IL FAR WEST
Purtroppo, diciamo noi, perché lì almeno la pistola ce l'avevano anche i buoni (VIDEO: la tentata rapina)
di Rino Cammilleri

Che la giustizia sia cosa ormai diversa dalla legge è noto perfino a quei liberals di Hollywood, i quali, come tutti i buonisti di sinistra, hanno il portafogli a destra. Il che testimonia, se ancora ce ne fosse bisogno, della loro malafede. Lo sanno bene che esiste un senso di equità insito in ogni uomo e che anche i cattivi hanno piena coscienza del bene e del male. Questi, infatti, sanno perfettamente che cosa sia il male, anche se lo scelgono (per gli altri, ovvio).
Hollywood, dicevamo, sforna da sempre film in cui il Giustiziere della Notte trionfa pure di giorno, perché il pubblico fa il tifo per lui. Sono rarissimi i thriller in cui il malvagio la fa franca, ed è tutto dire; di solito è roba da cineforum. Il cinema americano spopola in tutto il mondo proprio perché produce a getto continuo eroi, super o normali, cani-di-paglia o John Wayne, snipers o Captain America. E il finale prevede sempre - dico sempre - una pena proporzionata per il villain: più è stato pessimo e più la sua fine sarà efferata. Ben sapendo che il pubblico in sala non esiterà a prodursi nell'applauso liberatorio quando arrivano i nostri e sterminano i delinquenti. Noi italiani siamo dominati da una minoranza che impone la sua ideologia mutuata da quella della sinistra radicale americana, una ideologia la cui innaturalità è direttamente proporzionale allo spiegamento di forze e denari necessario per farla ingurgitare a un popolo riluttante. Ma pure da noi il best& long-seller è Tex, tanto che perfino Diabolik ha dovuto darsi una regolata e trasformarsi in ladro gentiluomo.

IL VIDEO DELLA VICENDA STACCHIO
Perciò, vi prego di guardare il video della vicenda Stacchio come se fosse un film d'azione americano. C'è una fanciulla in pericolo, sola e terrorizzata. È chiusa dentro a un negozio fuori mano insieme a un "cliente" che è un rapinatore e lei lo ha capito. Lo ha visto in faccia, cosa che moltiplica il pericolo di vita all'inverosimile. Oltre il vetro blindato, quattro energumeni a volto coperto tempestano la porta di colpi di maglio. Il vetro si incrina sempre più, è solo questione di tempo prima che facciano irruzione. Ma la blindatura è robusta, quelli perdono la pazienza. Impugnano pistole e AK47 (altrimenti detti Kalashnikov, armi da guerra), cominciano a sparare per vieppiù atterrire quella disgraziata. Manca solo la musica incalzante di sottofondo: in un film ci sarebbe, perché lo spettatore sia coinvolto fin nelle viscere e gli si torcano le budella al pensiero che la poveretta potrebbe essere sua figlia o lui stesso. Lo spettatore, rodendosi le unghie, pensa: maledetti vigliacchi, che cosa aspetta Rambo a intervenire?
Nel film interverrà, certo, all'ultimo istante, e lo spettatore si scioglierà di sollievo quando Ringo centrerà in fronte i cattivi, uno per uno, fulminandoli senza neanche intimare l'alt. Questo il film. Nel video - non fiction ma reality eccome - che i tg ci hanno mostrato non c'era la musica di Morricone né gli effetti speciali. Solo la fredda luce della telecamera di sorveglianza e un silenzio agghiacciante. Ma nella storia c'era un Cavaliere. Né giovane, né bello, né prestante. Non era un Agente Speciale dello Shield, non era Bond né Freccia Verde in borghese. Aveva, sì, la divisa ma da - pensate un po' - benzinaio. Era uno qualsiasi, uno di noi, uno a cui le ingiustizie ai danni degli indifesi fanno bollire il sangue. Ma, a differenza della maggior parte di noi, non è scappato, non si è nascosto, non ha detto tra sé «non sono fatti miei, ci pensi la polizia quando e se verrà». Era uno di noi, un italiano che seguiva i telegiornali e sapeva bene quale aria tirava e tira in questo Paese catto-comunista i cui giacobini e pasciuti chierici sembra si siano alleati per rendere la vita della gente comune un inferno. Sapeva benissimo che sarebbe andato incontro a guai, a seccature senza fine, a processi. Lo sapeva, ma il cuore ha prevalso. Non era Terminator e non ha mirato agli occhi. Ha sparato in aria, poi alle gambe e solo dopo essere stato sventagliato a sua volta. Purtroppo ha ucciso: l'uomo colpito è morto dissanguato.

PURTROPPO?
E se avesse solo ferito? Il sopravvissuto che cosa avrebbe fatto? Aveva un fucile d'assalto, mica una doppietta da pernici. I politicamente corretti avrebbero, si sa, preferito un padre di famiglia morto e una commessa riempita di botte (nella migliore delle ipotesi). Ma la stragrande maggioranza del popolo sta con Graziano Stacchio, eroe per caso. Che non voleva uccidere nessuno, nemmeno i criminali, solo aiutare una poveretta innocente. Tra parentesi, il morto è stato abbandonato dai complici, i quali hanno pensato a se stessi lasciandolo a dissanguarsi: l'avessero soccorso, magari si sarebbe salvato. Sono sempre liberi. Il resto lo sapete: il benzinaio è indagato per «eccesso», i parenti del bandito vogliono risarcimenti. E noi? Certo, se ci intervistano per strada e la nostra faccia finisce in tivù diciamo il contrario di quel che pensiamo, e cioè che, sì, Stacchio ha ecceduto. Eh, abbiamo paura dell'Inquisizione P.C. Ma in cuor nostro, in questo mondo di valori invertiti (absit iniuria verbis), sogniamo Batman.
P.s.: Qualche anima bella se ne uscirà con il consueto «l'Italia non è il far west». E avrà ragione, perché nel far west la colt l'avevano anche i buoni.

Nota di BastaBugie: pochi sanno che il periodo in cui nel far west le armi erano praticamente diffuse ovunque è stato quello con minore criminalità (per l'evidente motivo che i criminali prima o poi restavano uccisi).
Qui sotto trovate il video con le immagini scioccanti appena precedenti l'intervento liberatore del benzinaio Graziano Stacchio. Le ha rese pubbliche Roberto Zancan, il titolare della gioielleria di Nanto.


https://www.youtube.com/watch?v=DbOj6O4UdT0

 
Titolo originale: Guardate quel filmato e starete anche voi con Stacchio
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14/04/2015