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HANNO UN SOLO OBIETTIVO: VENGONO PER OCCUPARE L'EUROPA E UCCIDERE GLI INFEDELI (CHE SIAMO NOI)
L'arcivescovo Márfi: ''Vogliamo bene ai lupi in quanto creature di Dio, ma non per questo li facciamo entrare tra le pecore''
di Andras Kovacs

Non è un caso che c'è questa enorme pressione di immigrazione sull'Europa, ci può avere un ruolo anche la volontà di conquista da parte dei musulmani, ma lo appoggiano pure i grandi poteri - dice nell'intervista Gyula Márfi, arcivescovo di Veszprém, con cui abbiamo parlato sulla necessità di ritrovare la fede cristiana. E' un compito fondamentale considerare di nuovo seriamente la fede cristiana.
E' ancora cristiana l'Europa?
Recentemente sono stato in Polonia con dei pellegrini. Secondo i segni esterni là vive ancora il cristianesimo. Oltre alle chiese vecchie da ammirare ce ne sono diverse nuove, costruite recentemente, e la cosa più importante sono le comunità numerose di giovani. La fede è viva, ma purtroppo questo in Europa non si vede più, neanche nella nostra patria.
Alla luce di questo, cosa vuol dire l'esortazione che bisogna proteggere l'Europa cristiana?
Prima di tutto bisogna far capire che siamo sulla strada sbagliata e che il più presto possibile dobbiamo tornare alle nostre radici. Perché in Europa anche adesso tutto parla di cristianesimo. E' sufficiente considerare la nostra era: Gesù è nato 2016 anni fa. Oppure che mentre per i musulmani venerdì è festa, per gli ebrei sabato è festa, in Europa la domenica viene considerata una festa perché Gesù si è risuscitato quel giorno. Ma possiamo guardarci attorno nell'architettura, nelle arti, nella letteratura o nella musica e dappertutto ci accorgiamo che i valori più determinanti sono nati dalla fede cristiana. Se buttiamo via tutto ciò, non ci resta niente, la nostra cultura perde il suo senso. Il problema ancor più grave è se rinunciamo ai nostri valori morali; allora la sessualità, l'amore, l'affetto e la vita si distaccano gli uni dagli altri. In quel modo si crea non solo un sottovuoto ideologico ma anche demografico. Quindi vengono gli immigrati.
Secondo alcuni questo non è un problema, anzi, è un'opportunità.
Non ho mai disonorato i musulmani ma la loro morale è completamente diversa dalla nostra. Quello che per noi è un peccato, per loro è una virtù. Ciò che secondo noi non è una colpa così grave, per loro è un peccato mortale. Per esempio, per loro ingannare un kafir (miscredente, non fedele di allah) è un atto particolarmente buono. Dobbiamo considerare questo, senza giudicarli. Nessuno vuole fargli del male, neanche io li odio, anzi gli voglio bene e li rispetto. Prego per loro tutti i giorni. Non è colpa loro se vogliono occupare l'Europa, ma è colpa nostra.
Quindi secondo Lei la migrazione attuale è anche una conquista?
La jihad è un principio per i musulmani che vuol dire che devono espandersi. Bisogna rendere dar al-islam, cioè territorio islamico la maggior parte della terra, introducendo la shariʿah, cioè la legislazione specifica.
Pensa seriamente che anche le persone che fanno centinaia di chilometri con dei figli vorrebbero conquistare il continente?
Sono certo che hanno anche una missione del genere, ma naturalmente non vengono solo per questo. Ci sono sempre stati guerre e disastri ambientali, ma il fatto che adesso c'è una pressione così forte sull'Europa, non può essere un caso, può averne ruolo la volontà di conquista. Per questo li appoggiano le banche arabe. Non li fanno entrare in Qatar o negli Emirati Arabi Uniti, ma gli danno dei soldi e li incitano ad immigrare da noi. La migrazione non ha solo delle cause, ma anche degli scopi. Come per esempio la destabilizzazione dell'Europa e dell'Euro, in cui invece possono contare sull'appoggio degli Stati Uniti. Il terzo scopo è la cura della forza di lavoro in certi Stati Membri dell'Unione Europea. Le multinazionali hanno bisogno di forza di lavoro economico, cioè di schiavi moderni.
Papa Francesco, il capo della Chiesa Cattolica, in questi giorni ha detto che nell'immigrato cacciato ci può essere Cristo. Non c'è una contraddizione in questo?
Gesù disse "siate miti come le colombe", ma disse anche "siate intelligenti come i serpenti". Solo perché vogliamo bene ai lupi, in quanto creazioni di Dio, non li facciamo entrare tra le pecore, anche se arrivano in veste di pecore. Al Santo Padre non conviene dichiarare certi pensieri in maniera forte perché allora i musulmani possono vendicarsi sui cristiani del Medio Oriente.

Nota di BastaBugie: Antonio Righi nell'articolo sottostante dal titolo "Terrorismo islamico: 10 domande ai cultori del multiculturalismo" mette a nudo l'inconsistenza culturale del mantra "costruiamo ponti e non muri" che va tanto di moda in Europa e che la porterà all'autodistruzione (peraltro già in atto).
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Libertà e Persona il 21 luglio 2016:
Dopo l'attentato di Nizza e la drammatica vicenda sul treno tedesco molte sono le persone che invitano i cristiani, e più in generale gli occidentali, a non alzare i toni dello scontro, come se investire centinaia di persone con un tir o colpire a con un'ascia passeggeri inermi su un treno sia ormai una normalità da accettare. A queste persone vorrei porre dieci domande.
1. Se la risposta agli attentati terroristici è rappresentata dal dialogo (costruiamo ponti e non muri) a favore dell'integrazione, come la mettiamo se dall'altra parte l'esigenza dell'integrazione non è una priorità?
2. Se la risposta è l'integrazione, come poterla mettere in atto senza la condivisione dei principi fondamentali della dignità della persona, della figura femminile e della libertà di pensiero?
3. Se la violenza a cui assistiamo ormai quotidianamente, che arriva da ogni parte del mondo dove la religione islamica è di fatto, al potere, in quale realtà si può parlare realisticamente di Islam moderato?
4. Nella maggior parte dei paesi islamici vige la Shari'a (la durissima legge islamica), come si concilia questo con l'idea che la maggior parte degli islamici professi una religione di pace?
5. Diversi esponenti dell'Islam moderato stanno applaudendo la politica punitiva messa in campo da Erdogan dopo il fallito golpe. Come si può ancora considerare la Turchia un paese "quasi" europeo?
6. Visto che il Corano è Parola di Dio in senso letterale (a differenza della Bibbia che è scritta nel linguaggio umano e quindi imperfetto) come giudicare non corrispondenti alla fede in Allah (o addirittura anacronistiche!) quelle sure in cui si invitano i fedeli islamici ad uccidere gli infedeli e a sottomettere le donne?
7. Nelle varie biografie antiche di Maometto (nonché negli Hadith, i detti e i fatti della vita del Profeta, testo normativo in molti paesi islamici) si parla del suo rapporto con le giovani spose e con la violenza utilizzata per conquistare il potere. Maometto è per gli islamici modello di perfezione di vita come Gesù Cristo per i cristiani. Come riuscire a conciliare due fondatori di religioni così distanti?
8. Del patrimonio lasciatoci in eredità dal Cristianesimo (nonostante quello che predica la pseudo-cultura di massa dura a morire) oggi in ambito accademico non dubita più nessuno. Ospedali, scienza, innovazioni tecnologiche, principi legali, dignità della persona e della donna, sono solo alcune delle sue importanti eredità. Possiamo dire altrettanto del mondo islamico?
9. Pensate davvero che sia possibile integrare una cultura così differente da quella occidentale (plasmata in larga parte dal Cristianesimo) dopo decenni di politiche multiculturali che tanto hanno investito in questa direzione? Se si in che modo agire ancora?
10. Infine un'ultima domanda. Chi propone come soluzione la laicizzazione dell'Islam, la nascita (come alcuni hanno prospettato) di un "Islam europeo", è sicuro di non tradire la vera religione islamica millenaria, così come il Profeta l'ha annunciata al mondo e così come essa è cresciuta nei secoli?

 
Titolo originale: Vengono per occupare l'Europa. Intervista a Mons. Gyula Márfi, arcivescovo di Veszprém
Fonte: Riscossa Cristiana, 21/07/2016