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UNA ROCKBAND LESBICA SI VEDE CANCELLARE LA PARTECIPAZIONE ALLA FESTA PATRONALE: SEMBRA UN'OVVIETA'... E INVECE SCOPPIA IL CASO MEDIATICO
Altre notizie dal mondo gay: la Rai mette il bollino rosso su un film LGBT ma poi se ne pente; la versione gay di Monopoly; la polizia inglese sfila al gay pride con la volante arcobaleno per punire gli omofobi (VIDEO: l'auto gay della polizia)
di Rodolfo de Mattei

Tutti i principali media hanno riportato in questi giorni l'"ordinaria storia di omofobia" che ha coinvolto la rock band cosentina "Le Rivoltelle", vittima dello "zelo bigotto" che ha spinto gli organizzatori delle celebrazioni in onore di San Pio a Rossano a cancellare il concerto in programma per il prossimo 20 agosto, giorno della festa patronale, a causa della presunta, ma in realtà manifesta, omosessualità, delle quattro musiciste.
La leader del gruppo, Elena Palermo, ha sfogato la sua rabbia sulla bacheca Facebook delle Rivoltelle, domandandosi come sia possibile che nel 2016 ci siano ancora in giro persone tanto ignoranti da pensarla diversamente da lei riguardo alla "normalità" omosessuale, scrivendo: «Mi chiedo come sia possibile che ancora girino a piede libero e soprattutto esprimano liberamente e impunite il loro pensiero persone di tanta ignoranza. (...) Ho voluto raccontare questo episodio per puntare il dito contro un certo tipo di discriminazione, che abbiamo già vissuto sulla nostra pelle in passato. (...) Non sopportiamo più il pregiudizio nei confronti di orientamenti tra l'altro solamente presunti, dal momento che noi non abbiamo mai dichiarato di essere omosessuali e non lo dichiareremo mai. Sono fatti privati che ognuno vive nella propria coscienza. Ed è anche per questo che ci arrabbiamo quando l'ignoranza ci impedisce di esercitare la nostra professione. Nel 2016 cose del genere non possono succedere».
Quindi la rocker calabrese si rivolge direttamente alla parrocchiana rea di aver "fomentato" la protesta, ammettendo come il rock rivoluzionario delle "Rivoltelle" abbia il preciso obiettivo di fare "piazza pulita" di una certa mentalità "retrograda": «Maria Antonietta: fino a quando la Calabria sarà abitata da persone come lei sarà ancora più forte e feroce e stimolante la nostra rivoluzione. Quindi grazie!».
Che cosa ha detto di tanto scandaloso e inaccettabile la signora Maria Antonietta, "portavoce" del comitato parrocchiale organizzatore della festa di San Pio ? Ecco la dichiarazione riportata dalla stampa: «Sono quattro lesbiche e questa è una festa religiosa, quindi la loro esibizione sarebbe un'offesa alla morale cattolica di ogni singolo cristiano facente parte di questa comunità».
La motivazione non fa una piega. Non si capisce perché un gruppo rock che ha espresso dichiarate posizioni in aperto contrasto con l'insegnamento della chiesa cattolica debba presenziare ad una importante festa religiosa di paese, partecipatissima da giovani e giovanissimi pronti a subirne l'influenza e raccoglierne il messaggio.
Poi invitiamo la Palermo che tanto si scandalizza per l'esclusione del suo gruppo a riflettere su questi due punti:
1. Lei ha candidamente dichiarato di essere favorevole alla "normalizzazione" dell'omosessualità affermando: "(...) Io e 'Le Rivoltelle', le mie amiche e compagne di viaggio, siamo state sempre a favore della libertà a 360 gradi. Soprattutto nell'amore e soprattutto nella musica". Tale dichiarazione è sufficiente per poter constatare come sia stata opportuna e saggia la decisione del comitato parrocchiale di "preferire" un altro gruppo musicale rispetto ad una rockband apertamente a favore della, oggi tanto dibattuta, "agenda gender".
2. Che cosa succederebbe se un gruppo musicale (ahinoi oggi inesistente...) contrario all'ideologia gender e all'omosessualizzazione della società e quindi bollato come "omofobo" fosse invitato ad una manifestazione apertamente "rivoluzionaria" ? Poniamo ad esempio il Concerto del primo maggio di San Giovanni o, per fare un'analogia più calzante con la festa patronale, ad una festa dell'Unità di paese ....facile prevedere che la rivolta mediatica sarebbe scontata ed immediata per aver osato invitare un ospite dichiaratamente "bigotto ed omofobo" ad un evento del genere!
Per questo, il caso della rockband "Le Rivoltelle" rappresenta un ulteriore esempio della dittatura del pensiero unico nella quale siamo profondamente immersi. Al punto che non è possibile per un Comitato parrocchiale fare le sue scelte secondo il proprio credo religioso senza finire sotto gli implacabili cingoli delle armate LGBT. In mezzo a tanto clamore mediatico, siamo sicuri però che San Pio dall'alto avrà ispirato e benedetto tale saggia e sacrosanta decisione.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie della settimana dal gaio mondo gay.

IL BOLLINO ROSSO SUL FILM LGBT CREA NUOVI PROBLEMI ALLA RAI
Come qualcuno ricorderà, qualche tempo addietro la Rai fu accusata di "eccessivo pudore" per aver censurato un bacio omosessuale durante la prima puntata della serie "Le regole del delitto perfetto", trasmessa su Rai 2 in prima serata. Ne seguirono accuse di ogni genere al punto che l'azienda pubblica ha posto delle mortificare scuse auto-accusandosi di "eccesso di pudore"; il tutto fu rimediato in questi termini, e con la messa in onda integrale nella serata successiva.
"Perseverare autem diabolicum", e la Rai questo non l'aveva ancora imparato forse. Domenica scorsa infatti si è vista scivolare nuovamente su un caso simile, mandando in onda su Rai 4 "Mine vaganti", un film a tematica LGBT, accompagnato però dall'ormai obsoleto bollino rosso e la consequenziale indicazione "Visione adatta ad un pubblico adulto".
Subito è arrivata la brusca reazione di molti, in particolare via Twitter, seguita dall' hashtag #RaiOmofoba, a riprendere quello che già spopolò in seguito alla prima vicenda.
Fra le variopinte accuse di "omofobia" spicca quella del regista di Mine Vaganti, ovvero Ferzan Ozpetek, il quale ha commentato con un "velato" sarcasmo anzitutto da che parte pende, e in secondo luogo la scelta dell'azienda: "Sono sempre stato rosso e rosso rimarrò. Ho sempre amato il rosso. Ma questa volta proprio no."
Sembra tutto così assurdo da lasciare senza parole, ma a completare lo sgomento ci ha presto pensato la Redazione Rai, con le consuete e pubbliche scuse: "L'attribuzione del consiglio di visione per adulti al film "Mine Vaganti", trasmesso ieri in prima serata su Rai 4, è frutto di un banale errore per il quale ci scusiamo. Non si tratta dunque di una valutazione di merito, ma di una svista, che ci rincresce particolarmente. A comprovare la nostra buona fede c'è anche la sua trasmissione con consiglio di visione per tutti su Rai Movie, canale sottoposto alla medesima Direzione del nostro."
Forse questa volta si è salvata la reputazione, ma sarà bene che questa azienda "omofoba" che sponsorizza i festival di San Remo Arcobaleno - sia a livello di braccialetti, che a livello di ospiti d'eccezione - ponderi meglio le proprie scelte, e soprattutto stia attenta a non assegnare più bollini rossi a niente e a nessuno. Che le sconciaggini siano tutte libere e che la cultura omosessualista venga trasmessa in prima serata, di modo che anche i bambini possano apprendere, sin da subito, quali siano i giusti e retti canoni di moralità. Ma soprattutto è bene che capiscano subito chi è che comanda.
Si salvi chi può!
(Cristiano Lugli, Osservatorio Gender, 5 agosto 2016)

MONOPOLY GAY
Esiste un versione gay del noto gioco Monopoly e non poteva che chiamarsi Gay Monopoly (nella foto). Nacque nel lontano 1983 e per parecchi anni fu un gioco clandestino anche perché l'azienda produttrice Hasbro fece causa ai chi operò il plagio senza il suo consenso ma pare che la causa non sia mai approdata a nulla.
In questi tempi gai il Monopoly Gay è tornato in auge. I classici segnaposti sono stati sostituiti con un orsetto, un paio di manette, un cappello di pelle e una scarpa col tacco. Scopo del gioco non è quello di comprare hotel e case bensì bar e saune. Poi c'è la carta Family pride: in essa viene raccontata la vita di un famoso personaggio gay e se il partecipante indovina chi è questo personaggio può muoversi sul tabellone dove vuole. Tra le zone in cui è diviso il tabellone ci sono nomi fantasiosi quali l'Acquedotto di Oscar Wilde.
E' vero, Monopoly sarà solo un gioco, però questo omosessualismo che fagocita tutto anche i giochi che nell'immaginario collettivo rappresentano un archetipo di pomeriggi spensierati appare sempre più volgare e irrispettoso di tradizioni consolidate, anche di quelle semplicemente ludiche.
(Gender Watch News, 8 agosto 2016)

LA POLIZIA DEL REGNO UNITO LANCIA LA VOLANTE ARCOBALENO PER PUNIRE GLI OMOFOBI
La polizia del Regno Unito ha lanciato la volante "arcobaleno". Le nuove vetture gay-friendly faranno parte della flotta a disposizione degli agenti inglesi per dare un chiaro messaggio di supporto alla comunità LGBT.
Le "volanti arcobaleno" hanno una carrozzeria di sfondo bianco sulla quale si estende l'intero spettro della bandiera rainbow, simbolo del movimento LGBT. Sui finestrini posteriori compare inoltre, a grandi caratteri, la scritta "Pride", il noto slogan dell'orgoglio omosessuale.
Le nuove macchine della polizia LGBT hanno recentemente sfilato al gay pride nelle contee inglesi di Norfolk e Suffolk, un'iniziativa accolta con grande soddisfazione dallo stesso capo della polizia, Charlie Hall, che ha dichiarato:
"Sono davvero contento di vedere le nostre macchine che hanno sfilato per le strade. Dimostra il nostro continuo impegno nel sostenere le nostre diverse comunità".
L'obiettivo della polizia - ha precisato Charlie Hall - è quella di inviare un messaggio forte alla società sul tema del contrasto dell'omofobia e di completa accettazione delle persone LGBT.
"Questo gesto invia un messaggio chiaro ossia che l'odio verso i gay non sarà tollerato da noi e vorrei incoraggiare le eventuali vittime di un crimine di odio a contattare la polizia".
Le "volanti arcobaleno" inglesi sono l'ultima "invenzione" in tema di "normalizzazione" delle tendenze LGBT. Scopo dell'iniziativa - come affermato dallo stesso capo della polizia inglese - è quella di sottolineare la "normalità" omosessuale, dando il messaggio che gli agenti sono pronti a punire il "crimine" dell'omofobia.
La trovata gay-friendly della polizia inglese dimostra ancora una volta come l'agenda gender coinvolga tutte le istituzioni, applicandosi ad ogni livello, dalle aule scolastiche alle volanti in strada della polizia. Un ben preciso piano ideologico, totalitario ed intollerante, che ora, con le "volanti rainbow" avrà anche il suo ben riconoscibile "braccio militare", pronto ad intervenire tempestivamente per punire gli omofobi trasgressori del diktat omosessualista.
(Rodolfo de Mattei, Osservatorio Gender, 6 agosto 2016)


https://www.youtube.com/watch?v=JJw-799j3zA

 
Titolo originale: Il caso Le Rivoltelle: una storia di ordinaria dittatura gender
Fonte: Osservatorio Gender, 03/08/2016