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IL MOSTRO DI LOCH NESS POTREBBE ESSERE STATO UCCISO DAL RISCALDAMENTO GLOBALE
E non si sa se ridere o piangere
di Fabrizio Proietti

Dalla possibile esplosione della Terra al calo di fertilità maschile, dal rimpicciolimento degli uccelli alla diffusione dell’AIDS: negli ultimi anni al riscaldamento globale sono state attribuite colpe di ogni tipo. E non da gente qualunque, ma nella maggior parte dei casi da eminenti esperti che per arrivare a tali conclusioni sono anche pagati con soldi pubblici.
Come ad esempio l’economista di Berkeley (California) Edward Miguel che ha presentato nell’aprile 2008 una ricerca per farci sapere che a causa del riscaldamento globale c’è un aumento di esecuzioni di streghe. Proprio così, streghe. Infatti - ci fa sapere Miguel - nelle aree rurali della Tanzania, dove la caccia alle streghe pare essere più viva che mai, quando le piogge diventano irregolari (siccità o allagamenti) l’esecuzione di streghe raddoppia. In confronto, il nostro “Piove, governo ladro” è roba da scuola materna.
Sempre in Africa ha fatto un’altra scoperta sensazionale il noto paleontologo australiano Tim Flannery, i cui libri sui cambiamenti climatici sono stati tradotti anche in Italia. Ebbene, nel suo libro “An Explorer’s notebook” (Diario di un esploratore) il buon Flannery ci fa sapere che a causa del riscaldamento globale c’è un drastico calo di circoncisioni. Nel nord del Kenya ha infatti scoperto che a causa della prolungata siccità, nei villaggi non si riusciva ad accumulare abbastanza bestiame e altro cibo che accompagna le cerimonie di iniziazione per i giovani che entrano nell’età adulta, e che si tengono ogni sette anni. Così la cerimonia viene continuamente rinviata di anno in anno e le ragazze sono costrette a sposarsi con uomini anziani.
Ancora niente rispetto a quello che succede in Australia, dove i contadini aborigeni – riportava il Christian Science Monitor il 20 novembre 2006 - si suicidano a causa della siccità.
Inquietante anche ciò che accade in Sudafrica, secondo il dott. Alison Leslie dell’Università di Stellenbosch, che vede come effetto del riscaldamento globale uno squilibro nel rapporto tra coccodrilli maschi e femmine. Il sesso dei coccodrilli, infatti, sarebbe determinato non da fattori genetici ma dalla temperatura in cui si trova l’embrione durante la fase di incubazione. Un aumento delle temperature dell’acqua perciò provocherebbe uno squilibrio insostenibile. E chissà come saranno riusciti ad arrivare ai nostri giorni i coccodrilli visto che di cambiamenti climatici ne hanno visti parecchi nel corso dei millenni che hanno attraversato…
Ma a proposito di acqua, anche in Europa pare ci siano problemi per gli abitanti degli abissi. In particolare pare che il riscaldamento globale possa avere ucciso anche il mostro di Loch Ness, secondo quanto riportato il 13 febbraio 2008 dal giornalista Bob Dow in un articolo che dà conto del “ritiro” dell’85enne Robert Rines, leggendario cacciatore del mostro che, dopo averlo avvistato una volta, gli ha dato invano la caccia per i successivi 37 anni. E’ chiaro, per la scomparsa di Nessie non ci può essere altra spiegazione plausibile che il riscaldamento globale.
Fortunatamente per delle specie che spariscono ci sono anche quelle che beneficiano del caldo, come le foche maschio che – secondo i ricercatori dell’Università di Durham – vedono la loro vita sessuale molto stimolata dai cambiamenti climatici. Ed è una fortuna che le foche grigie – oggetto dello studio andato avanti dal 1996 al 2004 in Scozia – siano poligame, così i maschi possono aumentare le loro compagne fino a 10-15 l’uno.
Si potrebbe proseguire ancora molto con scoperte di questo genere (un sito ne ha recensite oltre 600), ma almeno una vale la pena sottolinearla perché forse è la chiave di volta per interpretare tutte le altre ricerche. Due scienziati americani, Jessica Ash e Gordon Gallup, hanno infatti pubblicato una ricerca su Human Nature (primavera 2007) in cui dimostrano che un clima più caldo fa diminuire la dimensione del cervello. Evidentemente in certi laboratori scientifici e centri di ricerca il riscaldamento è decisamente troppo.

 
Fonte: Svipop, 25-11-2009