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Quando la finiremo di illuderci, ripetendo ossessivamente il mantra del "dialogo", sempre e comunque, per affrontare ogni problema, persino l'aggressività mortifera dell'islamismo? Il dialogo, tra l'altro, presuppone che ciascuno dei dialoganti metta sul tavolo, con chiarezza, le sue ragioni. Cosa impraticabile se si ha di fronte un musulmano: uno dei capisaldi del Corano stesso, non solo della tradizione maomettana, è che ebrei e cristiani hanno manipolato le Sacre Scritture. Soprattutto, per quanto riguarda i cristiani, eliminando le parole di Gesù, quando avrebbe annunciato la venuta dopo di lui del "Sigillo dei Profeti", Muhammad. Dunque, dicono, è inutile perdere tempo con dei falsari. Così, all'islamico è addirittura vietato leggere la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento (difatti non sono tradotti in arabo), perché si rischierebbe di prestar fede alle menzogne dei devoti di Jahvé e di quelli di Gesù Cristo. Ma allora: che dialogo ci si può aspettare da un interlocutore che ti considera a priori uno spacciatore di menzogne?
Eppure, qualche dialogante a ogni costo (anche nelle alte gerarchie ecclesiali) non si rassegna e ricorda il rispetto con il quale il Corano parla di Isa, Gesù, e di sua madre Maryam. Stanco di questa argomentazione, un docente della Sorbona di Parigi, Roger Arnaldez, considerato il maggiore islamologo francese, ha deciso di esaminare ciò che dicono di Gesù non soltanto il Corano ma anche le migliaia di hadit, cioè di detti attribuiti a Muhammad dalla tradizione islamica. Vediamo le sue conclusioni, dopo la lunga ricerca: "I cristiani rischiano di emozionarsi, venendo a conoscere i molti versetti coranici su Gesù e su Maria. Ma non si lascino ingannare: tutti i commenti islamici, dagli inizi a oggi, convergono nell'indicare Gesù, senza esitazione, come il penultimo profeta, il pre-islamico che annuncia l'arrivo dell'ultimo profeta. È un Gesù che non ha nulla a che fare con il Personaggio dei Vangeli: è interamente musulmano e condanna duramente i cristiani che lo hanno scambiato per Figlio di Dio, ricordando che Allah è l'Unico Dio e non ha di certo prole. Ogni dialogo, poi, è interdetto anche perché, per il credente maomettano, sul mondo deve regnare soltanto la legge di Allah, rivelata a Muhammad, e l'islam non riconosce, anzi giudica blasfeme, le parole liberatorie del Cristo: "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio".
Cose, queste, che dovrebbero essere ben note ma che non fermano né fermeranno i dialoganti a ogni costo. Liberi di sognare, ma la realtà non ha compassione per le intenzioni buone ma irrealistiche.
Nota di BastaBugie: ricordiamo l'impareggiabile intervento a braccio del Card. Giacomo Biffi a Bassano del Grappa, l'8 ottobre 1993 in occasione del Premio Cultura Cattolica sul tema del dialogo. Il dialogo interreligioso all'insegna di "ciò che ci unisce piuttosto che ciò che ci divide" non porta frutto. Il vero dialogo si ha quando ci si confronta su "ciò che divide".
Ecco il video con il card. Biffi della durata di circa quattro minuti.
https://www.youtube.com/watch?v=3y0Y_1luSz8
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