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OMELIA X DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 3,20-35)
Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre
da Maranatha

Secondo la testimonianza biblica (prima lettura) il primo uomo, ricco di doni così grandi, non si sarebbe deciso da solo ad ergersi contro Dio. Questi gli appariva come una realtà talmente dominatrice e perfezionante che non avrebbe mai osato trasgredirne il precetto e tentare di innalzarsi fino a lui, se la tentazione non gli fosse giunta dall’esterno. Certo sonnecchiavano nell’uomo le possibilità di opporsi all'autorità divina, ma se non fossero state destate dal di fuori, l’autorità divina e la intangibilità del suo comando sarebbero rimaste indiscusse.
Una potenza esteriore agì nell'uomo perché si attuassero le possibilità di male che erano in lui. Così la presenza misteriosa, ma reale del tentatore, di Satana, si fa sentire fin dalle prime pagine della Bibbia.
Col nome di Satana (ebr. satan = l'avversario) o di Diavolo (gr. diábolos = colui che divide), la Bibbia designa un essere personale, per sé invisibile, ma la cui azione od influsso si manifesta, sia nell'attività di altri esseri, sia nella tentazione. Fin dal primo episodio della sua storia, l’umanità vinta intravede, tuttavia, che un giorno trionferà del suo avversario.
 
PIÙ FORTE DI SATANA
La vittoria dell’uomo su Satana sarà Cristo che ha la missione di «ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo» (Eb 2,14); di «distruggere le sue opere» (1 Gv 3,8); in altre parole, di sostituire il regno del Padre suo a quello di Satana (1 Cor 15,24-28; Col 1,13s.).
I vangeli presentano, quindi, la vita pubblica di Gesù come una lotta contro Satana. Essa incomincia con l’episodio della tentazione in cui per la prima volta dopo la scena del paradiso, un uomo, rappresentante l’umanità, un «figlio di Adamo» (Lc 3,38), viene a trovarsi a faccia a faccia col diavolo. Questa lotta si inasprisce con le liberazioni degli indemoniati. Esse provano che il regno di Dio è giunto (Mc 3,22ss.) e che quello di Satana ha avuto termine.
E nel preciso momento in cui il Diavolo sembra avere il sopravvento (la passione e la morte di Gesù) il «principe di questo mondo» è «gettato fuori» (cf Gv 12,31).
Gesù è l'uomo forte che incatena Satana e le potenze del male e custodisce la casa. Egli ha vinto una volta per tutte passando attraverso il mistero della sua morte-risurrezione. Ma la sua vittoria è donata e partecipata ad ogni fedele nella Chiesa.
 
LOTTA DRAMMATICA TRA IL BENE E IL MALE
«Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore (cf Mt 24, 13; 13,24-30 e 36-43), fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio» (GS 37b). L'esistenza cristiana comincia con la vittoria radicale sul male e su Satana nel battesimo (cf, nel Rito del battesimo, l'esorcismo e la rinuncia a Satana). Viene estesa e continuamente attualizzata nella partecipazione agli altri «segni della vittoria di Cristo», i sacramenti. Tutta la vita del cristiano diventa, come quella di Cristo, una lotta, un duello col male e le potenze del maligno.
 
UN NEMICO DA NON IGNORARE NÉ SOTTOVALUTARE
Sono molti i cristiani che oggi non credono più all'esistenza di Satana. L'esperienza che fanno della tentazione non sembra loro che debba postulare l'esistenza di potenze demoniache. La personificazione del male appartiene, si dice, all’epoca, ormai tramontata, in cui l'uomo si riteneva zimbello di forze cosmiche. La mitologia popolare di ieri, oggi è respinta, e ciò che si chiamava possessione diabolica è uno dei tanti traumi che la psicologia del profondo cerca di spiegare.
È sempre più evidente l'imbarazzo e il disagio con il quale esegeti e teologi moderni parlano di Satana e delle potenze del male. Ma le pericopi evangeliche in cui se ne parla con tanta esplicita convinzione, invitano a riflettere.
Il mistero del male infatti, non è una fantasia, ma una realtà. La sua potenza lucida che organizza distruzione e morte si accampa in mezzo agli uomini, e tuttora ne avvertiamo la presenza: «Il male non è soltanto una deficienza, ma una efficienza di un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore» (Paolo VI, Discorso del 15 nov. 1972). II demonio assume, di tempo in tempo, un volto diverso. Occorre perciò individuarlo. La più fine astuzia del diavolo, secondo il famoso detto di Beaudelaire, sta proprio nel persuadere la gente, oggi più che ieri, che lui non esiste (cf CdA, pag. 511).

 
Fonte: Maranatha