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LE DONNE VIOLATE DI CUI A SANREMO NON SI PUO' PARLARE
Il monologo di Rula Jebreal è finito tra gli applausi... ma per piacere a tutti non ha parlato delle ragazze europee rapite, violentate o convertite forzatamente all'islam
di Lorenza Formicola

Succede che Sanremo finisce e che gli abiti sbrilluccicanti, che devono fare scena e rima con le parole da mettere al posto giusto perché nessuno deve sentirsi offeso, ritornano negli armadi. E succede che la protagonista del monologo che la critica ha giudicato da Oscar, Rula Jebreal, finisce di nuovo in prima pagina. Perché si può diventare l'eroina del giusto, del vero, del bello e del puro, per poi un attimo dopo prendere in giro sull'aspetto fisico il maschio bianco, il presidente Trump. Non le sue idee, non le sue parole, ma la sua esteriorità. La Jebreal con una foto pubblicata su Twitter vorrebbe umiliare il presidente Usa e sbugiardare i capelli incollati alla testa e il colorito sistemato con il trucco. [...]
Ma lasciamo perdere chi bullizza l'aspetto fisico di Trump o di chi per esso. E, per una volta, invece di parlare di tutti, e quindi di nessuno, andiamo in fondo alla verità dell'argomento.

CHI SA O SI RICORDA DI ROTHERHAM?
La cittadina inglese dove per anni almeno 1400 ragazze minorenni sono state aggredite sessualmente, molestate o violentate da gang di maschi islamici.
Per sedici anni i fatti sono stati taciuti da istituzioni negligenti e timorose di essere accusate di "razzismo" o "islamofobia". Dagli assistenti sociali alla polizia fino ai giudici nessuno ha voluto sfiorare un argomento che avrebbe voluto dire denunciare il barcone del multiculturalismo. [...]
Eppure nessun discorso contro la violenza sulle donne ha mai osato denunciare fatti simili. Che poi non sono accaduti solo a Rotherham, ma anche a Oxford, e poi Bristol, ecc. [...] Sono più di 15 le città di una delle patrie per eccellenza del "multikulti", il Regno Unito, in cui musulmani di origine pakistana e afghana andavano a caccia di bambine bianche.
"Per gli abusi sessuali si sono serviti di coltelli, mannaie, mazze da baseball, giocattoli sessuali... Gli abusi erano accompagnati da comportamenti umilianti e degradanti - quanta delicatezza e parsimonia di giudizio! ndr - come mordere, graffiare, urinare, picchiare e ustionare le ragazzine. Le violenze sessuali sono state compiute spesso da gruppi di uomini e, a volte, la tortura è andata avanti per giorni e giorni. [...] I luoghi in cui sono state effettuate le violenze spesso erano case private di Oxford. Gli uomini che pagavano per violentare le ragazze non erano sempre di Oxford. Molti venivano, appositamente, anche da Bradford, Leeds, Londra e Slough. Spesso previo appuntamento", si leggerà in un estratto del rapporto della procura inglese alla fine di uno dei tanti processi degli ultimi anni. Tanti altri sono ancora in corso. E chissà perché nessuno ne scrive.
"Tutte le donne bianche sono buone solo a una cosa. Per gli uomini come me sono da abusare e utilizzare come spazzatura. Nient'altro", è un altro degli imputati, uno della gang islamica, a parlare.
Ed è meglio non approfondire i numeri, perché quelli lì sono davvero agghiaccianti.

VIOLENTARE LE RAGAZZINE BIANCHE CON LA COMPLICITÀ DELLE AUTORITÀ
La stessa Svezia [...] che ancora qualcuno osa portare a modello di integrazione e oasi di pace, come il Regno Unito ha visto perpetrare abusi sessuali di massa da immigrati islamici nell'occasione di due affollatissimi festival musicali nazionali.
E sempre a proposito di violenza sulle donne, quanti monologhi sono stati fatti dopo il capodanno di Colonia del 2016? E sulle misure adottate per gli anni successivi? Sarebbe stato bello ascoltare, poi, monologhi sulla solidarietà femminile quando la deputata laburista Sarah Champion è stata costretta alle dimissioni. Perché dopo anni di denunce aveva osato scrivere un editoriale in cui denunciava le bande di pakistani che, a zonzo per il Paese, violentano le ragazzine bianche. Considerazioni troppo disdicevoli per la sinistra inglese. E cosa dire ancora delle oltre mille ragazze cristiane e indù che, ogni anno, vengono rapite, violentate, convertite forzatamente all'islam e costrette a sposare un musulmano molto più grande. Una barbarie che si compie con la complicità delle autorità. Solo qualche giorno fa l'Alta Corte del Sindh ha deciso che il matrimonio di una 14 enne cristiana con un musulmano - malgrado rapimento, violenza e tutto il resto - è da ritenersi valido.
Il Pakistan può continuare tranquillamente a perseguitare i cristiani, a favorire il rapimento e lo stupro delle ragazze cristiane, a uccidere chi chiede di non essere discriminato, tanto nessuno farà mai un monologo o una denuncia come si deve da nessun palco con una certa eco. E nessuno racconterà delle torturatrici della polizia religiosa istituita dall'Isis a Raqqa. Dove l'organizzazione terroristica aveva istituito una vera gestapo al femminile.
Donne che torturano altre donne e una sola la parola d'ordine: rapire, colpire, torturare e uccidere le infedeli, le donne crociate o semplicemente senza velo. La violenza sulle donne è una cosa seria, ma di quella vera e diffusa nessuno ne parlerà mai, perché troppo brutale per i discorsi che devono piacere a tutti quelli che piacciono. Troppo complessa per l'evanescente ideologia di cui è imbevuta quella approvata dal pensiero unico.

Nota di BastaBugie: l'autrice del precedente articolo, Lorenza Formicola, nell'articolo seguente dal titolo "150 enclave islamiche minacciano la Francia" parla di un'indagine condotta dal Ministero dell'Interno certifica che in Francia ci sono ormai 150 zone a predominio islamico dove lo Stato non solo è assente, ma addirittura interdetto. Vere e proprie aree fuori controllo che non riguardano solo le periferie delle grandi città.
Ecco l'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 27 gennaio 2020:
Interi quartieri francesi e della Ville Lumiére sono ostaggio degli islamici. Lo conferma un documento diffuso dal Ministro dell'Interno transalpino, Cristophe Castaner, ai prefetti. Secondo l'indagine condotta dal DGSI - Direction générale de la sécurité intérieure - sono state individuate ben 150 zone a predominio islamico. Territori più che quartieri in cui lo Stato non solo è assente, ma interdetto. A inizio gennaio, Castaner, aveva già inviato un telegramma ai prefetti chiedendo loro di riunire i GED, vale a dire i gruppi di valutazione dipartimentali, eppure questa volta, sul tavolo dell'ennesimo incontro, ci sono i 150 distretti che l'islam controlla radicalmente. Territori perduti dalla Repubblica.
L'attentato alla prefettura di Parigi, per mano di un poliziotto radicalizzato, aveva spinto il governo ad interrogarsi sulla lotta all'islamismo e alla tendenza musulmana al ritirarsi in comunità per analizzare "un nuovo piano d'azione". Niente di fatto, da allora, è stato prodotto dal governo. [...]
Adesso, però, emerge quanto analisti, giornalisti e ricercatori, come noi da queste pagine, scrivono da tempo: per la prima volta l'intelligence ammette che l'islam ha istituito ben 150 stati all'interno della Repubblica. Perché questo sono le enclave. Zone abitate da immigrati provenienti, soprattutto, dal Nord Africa e dall'Africa sub-sahariana, molti dei quali anche di terza generazione. Dove la polizia cerca di non entrare, lo stato è assente e l'azienda di trasporti pubblici, la Ratp, ha dovuto assumere dipendenti legati ad ambienti islamici perché il resto si rifiutava di guidare in quelle zone, nel terrore di essere presi a sassate. Zone dove la disoccupazione raggiunge anche il 60% per quanto riguarda quella giovanile. E poi traffico di droga, prostituzione, ricettazione, scontri tra bande.
Quando all'indomani dell'attentato al giornale satirico Charlie Hebdo, quelli di Fox News - il canale televisivo americano - sostennero l'esistenza di "no go zones" nel cuore di Parigi, mandarono su tutte le furie i media francesi. Il fatto che nel bel mezzo della romantica Ville Lumiére ci fossero aree ostaggio in cui i non musulmani non sono ben accetti, e dove regna la shari'a, venne considerata una fake news.
Il Le Parisien condusse un'inchiesta su una di queste zone, il quartiere di Chapelle-Pajol, zona est di Parigi. Là, come in tutti gli altri territori censiti dall'intelligence, le donne sono continuo bersaglio di molestie e insulti. Odiate per il loro sesso e per i costumi così tremendamente occidentali. In tante si sono trasferite, altre escono solo se accompagnate.
Le 150 zone a predominio islamico non contano solo i più noti sobborghi di Parigi, Lione e Marsiglia, ma anche diverse città del dipartimento del Nord sono nel mirino dell'intelligenza interna. [...] Adesso, per la prima volta, si ammette l'esistenza del numero preciso di queste enclave nelle mani degli islamici plasmate a loro immagine.

 
Titolo originale: Le vere donne violate di cui Rula non parlerà mai
Fonte: Blog di Nicola Porro, 12/02/2020