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LA LEGGE SULL'OMOFOBIA RENDERA' LEGALI GLI ABUSI DI BIBBIANO
Se passa il ddl Zan-Scalfarotto, un'assistente sociale vi accuserà di essere omofobi, e voi perderete i vostri bambini... per sempre (ecco una clamorosa storia vera)
di Silvana De Mari

A Bibbiano la signora Federica Anghinolfi ha anticipato il DDL Zan Scalfarotto, si è comportata come se il  ddl fosse già stato approvato. Ce ne parla Antonio Margini, che ha rischiato di perdere i suoi tre bambini per l'accusa di essere omofobo.
Prima del DDL zan Scalfarotto questa accusa non poteva far perdere la patria podestà, e infatti il signor Antonio Margini che ha avuto il buon senso di registrare ogni sillaba, è riuscito a dimostrare che stava subendo un arbitrio, e a ricuperare i suoi figli. Dopo l'approvazione del DDL Zan Scalfarotto, il comportamento delle assistenti sociali della Val d'Enza sarà perfettamente legale, sarà perfettamente legale che un'assistente sociale accusi di essere un uomo di essere omofobo, perché "si vede dalla faccia che lei è omofobo" e distrugga per sempre il suo diritto a essere padre.
La terribile accusa è stata mossa da Federica Anghinolfi, la assistente sociale della Val d'Enza, il fiore all''occhiello dei Servizi Sociali, il fiore all'occhiello del PD. In una delirante audizione tenuta alla camera il 4 luglio del 2016 la dottoressa Anghinolfi ha dichiarato con orgoglio che in poche settimane la Val d'Enza è passata da nessuno bambino sottratto alla sua famiglia al record di bambini sottratti alle famiglie, e ha proclamato che al minimo dubbio, alla minima voce  in Val D'Enza i servizi sociali piombano sulla famiglia e la distruggono portando via i bambini, e spaccando il cuore a genitori spesso incolpevoli e creando traumi irrisolvibili nella mente dei bambini. Una frase atroce, come un chirurgo che dichiari che al minimo foruncolo, alla minima distorsione della caviglia lui si precipita a amputare un arto, perché sottrarre un bambino alla sua famiglia equivale ad amputare un arto. Amputare un arto è un gesto che qualche volta occorre compiere, perché c'è un sarcoma o una gangrena, ma che è un crimine atroce se è fatto senza causa. La dottoressa Anghinolfi sa che i bambini sottratti alle loro famiglie per essere trascinati, a volte di peso, con quattro carabinieri che li prelevano a scuola,  passano le prime notti in casa famiglia a piangere e a battere la testa contro il muro? Poi si rassegnano e i loro occhi si perdono nel nulla.

UN CASO CONCRETO (E SE CAPITASSE A TE?)
Antonio Margini si è sposato nel 2008 dopo 12 anni di convivenza. Dal matrimonio sono nati tre figli.  Nel 2016 Antonio ha scoperto che la moglie aveva una relazione con un'altra donna e ha chiesto la separazione, una separazione consensuale, per riguardo ai propri figli, perché ci sono i figli di mezzo e i bambini ci rimettono nella separazione giudiziaria. La ex moglie dopo la separazione denuncia il marito per maltrattamenti. Un'accusa falsa che viene archiviata, ma la denuncia anche se archiviata, fa da segnalazione al tribunale dei minori di Bologna e scatta l'attenzione dei servizi sociali.
Antonio Margini e i suoi figli vengono in carico dai servivi sociali della Val D'Enza, e subiscono la visita domiciliare come è prassi, e poi ci sono due colloqui, e qui succede l'imprevisto. L'imprevisto è che Antonio Margini vive in un casa con le video camere di sorveglianza  e durante i colloqui registra tutto, ogni singola parola, quindi è registrata e ricuperabile. Durante gli incredibili colloqui a un cittadino dello stato italiano viene rimproverato di essere di Reggio Calabria, perché è "impossibile nascere in Calabria e non avere a che fare con la ndrangheta".  Antonio Margini viene invitato a presentarsi al famigerato centro la "Cura", quello dove impazzano il laureato in lettere Foti Claudio e la sua signora, questa almeno laureata in psicologia, arrivati fin da Moncalieri. Da Moncalieri in provincia di Torino? Perché? In tutta l'Emilia Romagna non c'era un professionista valido? Allora chiudete le facoltà di psicologia dell'Emilia Romagna se non sfornano psicologi capaci al punto tale che bisogna cercarli in provincia di Torino, pagando le trasferte oltre che le ore fatte, pagate con un tariffario stratosferico, tanto sono soldi dello stato. Peccato che ad Antonio Margini diano l'indirizzo con il numero civico sbagliato, per cui arriva con pochi e inevitabili minuti di ritardo. Mentre cerca disperatamente il posto che non riesce a trovare, viene osservato e deriso dall'alto, lui è in strada a cercare il numero civico e dalla finestra lo prendono in giro.  Il ritardo verrà segnalato sulla sua scheda come segno inequivocabile di disinteresse per i figli, ma anche questa volta il signor Margini ha registrato tutto, include la voce che dall'alto lo deride. L'assistente sociale Beatrice Benati e la psicologa di riferimento dicono ai bambini che ora li avrebbero portati dalla mamma. I bambini non vogliono andare dalla mamma, si trovano malissimo con la compagna di lei, uno dei bambini, il più piccolo scappa, mentre il maggiore dichiara che non vuole andare dalla madre.  Nella relazione è stato scritto il falso, cioè che i bambini insultano il padre, ma, come ho già detto,  il signor Margini stava registrando tutto.

GLI ABUSI DI POTERE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI
Il 18 giugno del 2018 la signora Federica Anghinolfi informa il signor Margini che avrebbe visto i suoi figli un 'ora ogni venti giorni" in maniera protetta. Con un provvedimento di una violenza gratuita e micidiale, sarebbe stato infranto, spaccato, frantumato, il legame padre figli, ridotto alla quota ridicola di un'ora ogni venti giorni, da trascorrere sotto l'occhio vigile di un' educatrice, nel timore che il signor Margini se lasciato da solo possa fare qualcosa di sconveniente con i bambini, potrebbe parlare loro in calabrese, oppure arruolarli nella ndrangheta: le due cose nella mente degli assistenti sociali di Bibbiano sono probabilmente la stessa cosa. La colpa però questa volta non è la provenienza etnica. È molto più grave, tragica, definitiva. Una pietra tombale sul diritto di essere padre.
"La motivazione è che lei è omofobo", dichiara  Federica Anghinolfi. La omofobia del signor Margini l'ha dedotta guardandolo in faccia, lei quelli come lui li conosce, la condanna è definitiva e senza appello, "Perché io quelli come lei li conosco, se lei vede un ragazzo e una ragazza al parco che si baciano lei non dice niente, mentre se vede due ragazzi che si baciano lei sghignazza. Se le sta bene sta bene, altrimenti faccia ricorso". E poi aggiunge la ciliegina finale: "La legislazione sta andando in questa direzione e lei deve farsene una ragione".
Il diritto di un bambino a vivere la sua infanzia può essere quindi infranto perché l'assistente sociale, che è anche accusatore e giudice di un processo inappellabile, ritiene, guardandolo in faccia,  che il genitore si possa essere macchiato del delitto atroce di lesa omosessualità. Chi sono coloro cui non si può mancare di rispetto? I padroni.
La legislazione sta andando in questo senso, dice Federica Anghinolfi, che  sa, ovviamente,  che il ddl Zan Scalfarotto, prima o poi passerà, come è passato in altri paesi. La legislazione sta andando in questa direzione! Sta andando, ma non è ancora arrivata. Quindi per giustificare la sospensione della patria podestà occorre inventarsi una scusa, che la casa di Antonio Margini è fatiscente, che la stanza di bambini è sporca. Peccato che la casa sia molto bella e dotata di videocamere di sorveglianza, videocamere che riprendono gli assistenti sociali che girano per stanze impeccabili ricche di libri e giochi, che descriveranno come sudice e insufficiente in resoconti falsi la cui menzogna è genialmente dimostrata da una banale videocamera. I due assistenti sociali che hanno falsificato la relazione sono stati denunciati.

L'ARROGANZA E L'IMPUNITÀ
Quello che è impressionante è l'arroganza, la certezza dell'impunità. Il cittadino è nulla in mano a questi individui. Possono fare quello che vogliono del suo diritto di essere genitore, possono massacrare la psiche e l'infanzia dei suoi figli, sempre certi dell'impunità totale. Antonio Margini ha sempre registrato gli incontri protetti, con i bambini che all'inizio supplicano di essere riportati a casa, poi non più perché gli assistenti sociali hanno detto loro che il padre non li vuole.
Fortunatamente Antonio Margini ha registrato tutto. Fortunatamente ha il denaro per gli avvocati. Riesce a vincere e ottiene di nuovo i suoi figli, cinque giorni su sette. I bambini sono sconvolti e traumatizzati, ma può ricominciare il loro recupero. Sia gli insegnanti che il CTU hanno testimoniato che da quando sono con il padre i bambini sono più sereni.
Antonio Margini ha creato un gruppo di aiuto, si chiama  Rete Protezione Bambini; è un gruppo che si è formato in questi mesi con persone già impegnate da tempo nel difficile compito di difendere i bambini italiani dai servizi sociali, quei servizi che erano nati per difendere, e ora sempre più spesso vengono colti a predare, come a Bibbiano, come al Forteto, come nella Bassa Modenese, predare sia anime che denaro, fiumi di denaro. Portavoce è l' Avvocato Patrizia Micai che sta seguendo il caso veleno, vale a dire il caso della Bassa Modenese, bambini strappati per sempre con accuse deliranti create grazie a tecniche di interrogatorio viziate.
Antonio Margini ha vinto la sua battaglia perché è un uomo forte, che ha avuto la corretta idea di usare registrazioni, e perché il ddl Zan Scalfarotto non era ancora passato.
Se passasse, non ci sarebbe più niente da fare. Un'assistente sociale vi accuserà di essere omofobi, e voi perderete i vostri bambini.

DOSSIER "SCANDALO BIBBIANO"
Bambini tolti illegalmente alla famiglia

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Titolo originale: Si scrive Zan Scalfarotto, si legge Bibbiano
Fonte: Blog di Silvana De Mari, 20 Giugno 2020