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L'EMENDAMENTO ''SALVA-IDEE'' NELLA LEGGE ZAN E' UNA TRAPPOLA PER CATTOLICI CREDULONI
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): via il seno a 15 anni ma a 16 cerca fondi per ricostruirlo, un ex trans censurato da YouTube, il rapporto ONU sulle terapie di conversione
di Antonio Socci

Fino a ieri tutti si dicevano liberali. Ma oggi che sarebbe necessario dimostrarlo di fronte al progetto di legge Zan, definito da molti "legge bavaglio", d'improvviso sembra che analisti e intellettuali liberali siano spariti, lasciando soli i cattolici a difendere la libertà di tutti.
Vittorio Feltri, fra i pochi laici controcorrente, ha avuto il coraggio civile (perché oggi ci vuole coraggio) di criticare questo disegno di legge illiberale. Ha dato voce così a quella tradizione di giornalismo laico, allergica a censure e bavagli, che ebbe in Indro Montanelli e Oriana Fallaci i punti di riferimento, nella battaglia contro il conformismo e la sinistra intollerante.
Ma fra gli altri grandi nomi del giornalismo di cultura liberaldemocratica (Paolo Mieli, Pierluigi Battista, Ernesto Galli della Loggia, Angelo Panebianco) chi è intervenuto? O mi è sfuggito (in questo caso me ne scuso) o nessuno se n'è occupato.
Eppure è in gioco un principio liberale fondamentale. Anche un giurista insigne come Pietro Dubolino ha scritto che con questa legge avremmo "una ulteriore compromissione della già abbondantemente compromessa possibilità di un libero e incondizionato confronto", in questo caso sulla sessualità e la famiglia, "a scapito (...) di quel valore primario che nel nostro ordinamento è costituito dalla libertà di manifestazione del pensiero solennemente presidiata e garantita dall'articolo 21 della Costituzione".

UN'ABERRAZIONE
Ieri il professor Marco Gervasoni, sul "Giornale", ha definito questo progetto di legge "un'aberrazione" sia per la cultura cattolica (come hanno lamentato i vescovi), sia per la cultura conservatrice ("perché tende a imporre un modello di società individualistica e disgregata, dove la tradizione è cancellata e persino combattuta"), sia per la cultura liberale che - scrive Gervasoni - "dovrebbe inorridire... un liberale la deve combattere proprio perché essa censura le opinioni".
In queste ore è intervenuto anche Silvio Berlusconi, appunto in questa direzione, correggendo la tentazione, presente in Forza Italia, di pensare che una tale legge si possa migliorare. In realtà - come dice Gervasoni - "non è emendabile perché volendone togliere la parte 'liberticida' non ne resterebbe nulla".
Lo ha dimostrato l'emendamento appena approvato che già nella sua formulazione fa accapponare la pelle: "Ai sensi della presente legge, sono consentite la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte".
È un emendamento inutile perché non si dice chi, quando e come decide se una certa condotta si può ricondurre al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte.
Ma soprattutto è emblematico che si "consenta" la libertà di opinione. Come ha notato Alfredo Mantovano, "la libera espressione di convincimenti è un diritto costituzionalmente fondato, non è 'consentito' da nessuno. L'ordinamento che 'consente' la fruizione di diritti fondamentali, affidando la delimitazione della condotta lecita allo Stato, tramite il giudice, è tratto proprio dello Stato totalitario. Anche se per strada non ci sono le autoblindo".

LE CONFERENZE STAMPA DI CONTE: "NOI CONSENTIAMO"
Come si ricorderà una polemica simile scoppiò quando il premier Conte, durante le sue conferenze stampa del lockdown, se ne usciva con l'espressione "noi consentiamo". Il presidente emerito della Corte costituzionale Antonio Baldassarre commentò: "Specchio della arbitrarietà generale e del pensiero autoritario del presidente del Consiglio sono espressioni apparentemente marginali, ma ieri da lui frequentemente usate, come 'noi consentiamo', 'noi permettiamo' ".
Ancora più assurdo è il punto dell'emendamento dove si legge che "sono consentite... le condotte legittime". Perché finora erano vietate? Le deve "consentire" la legge Zan?
Anche "questa frase, clamorosamente grottesca" ha commentato Gianfranco Amato "mostra una concezione totalitaria e assolutista del potere. Sembra di essere passati dallo Stato liberale, per cui è consentito tutto ciò che non è vietato, allo Stato autoritario, in cui tutto è vietato a meno che il potere te lo consenta".
I liberali hanno qualcosa da dire in proposito?

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).

VIA IL SENO A 15 ANNI MA A 16 CERCA FONDI PER RICOSTRUIRLO
La storia di Penny: a 11 anni, influenzata da ciò che leggeva in internet, crede di essere transgender, a 13 inizia un trattamento ormonale, a 15 si fa togliere il seno e a 16 cerca fondi per ricostruirlo perché l'assicurazione non le paga la detransizione. In tutto questo c'è un crollo psicologico che la porta in ospedale. «Durante il ricovero ospedaliero ho compreso il mio errore. La transizione non era la soluzione di cui avevo bisogno e non poteva eliminare i miei problemi di salute mentale», spiega Penny.
Poi aggiunge: ««I miei medici non hanno tenuto conto del mio autismo», diagnosticatole dopo il trattamento ormonale e l'intervento chirurgico, «dei problemi del corpo o di altre malattie mentali quando mi hanno permesso la transizione. Il mio terapista concorda sul fatto che ero troppo giovane in quel momento e che prendere una simile decisione che avrebbe modificato per sempre la mia vita ha portato dei grossi cambiamenti in me. [...] Provo ora grande disagio per l'aspetto del mio corpo e voglio solo sistemare il disordine in cui mi sono trovata. Non ho mai saputo che avrei potuto essere una ragazza ed essere me stessa senza essere giudicata. [...] Dopo avere ricuperato il mio nome femminile e aver confessato il mio stato alla mia famiglia, ero completamente sconvolta per il mio intervento chirurgico. Ho iniziato a sentirmi meglio con la mia identità, essendo una donna mi sentivo molto più a mio agio. Tuttavia, avevo ancora cicatrici giganti sul petto e una parte del mio corpo era sparita». Per sempre.
(Gender Watch News, 27 luglio 2020)

UN EX TRANS CENSURATO DA YOUTUBE
Walt Heyer nel 1983 e dopo 14 anni di matrimonio decise di "diventare" donna. La moglie chiese il divorzio. Poi Walt per otto anni visse da Laura, ma si pentì e tornò sui suoi passi. Da allora Walt denuncia le mistificazioni del transessualismo che ha definito «la più grande frode medica della storia». Ha creato anche il sito SexChangeRegret.com  per venire incontro alle molte richieste di aiuto di persone che si sono pentite della loro scelta di  "cambiare" sesso.
Heyer in un recente video ha affermato che «i bambini che soffrono di disforia di genere non dovrebbero essere incoraggiati a provare ormoni e a sottoporsi a interventi chirurgici sperimentali». Ha aggiunto che sottoporre a tutto questo dei minori «non è un abuso fisico, ma è un abuso psicologico. È un abuso emotivo. Ed è un abuso sessuale. Non possiamo più prenderci in giro». Inoltre la riassegnazione del sesso «è distruttiva; non è un trattamento. È un ulteriore abuso Tagliare le parti del corpo e riempire qualcuno di ormoni sono alcune delle cose più distruttive che puoi fare. E non è più riparabile. Ci sono cose che non possono più essere ripristinate».
Ha infine così concluso: «Le scuole sono diventate il luogo di indottrinamento degli attivisti per i bambini. [Il transgenderismo] è un problema che sta lacerando le famiglie e lacerando le vite».
Recentemente Heyer ha partecipato al  Summit on Protection Protection Children from Sexualization  e in quell'occasione ha affermato che i bambini «non sono nati transgender. Questo è un disturbo dello sviluppo dell'infanzia». Per colpa di questa affermazione YouTube ha rimosso l'intero video di tre ore perché ritenuta affermazione "d'odio".
Affermare l'evidenza in effetti pare a molti odioso.
(Gender Watch News, 1° luglio 2020)

IL RAPPORTO ONU SULLE TERAPIE DI CONVERSIONE
Victor Madrigal-Borloz del Costa Rica, consulente tecnico dell'ONU, ha pubblicato il "Rapporto sulla terapia di conversione" che mira a mettere al bando quegli psicologi e psicoterapeuti i quali vogliono aiutare le persone omosessuali egodistoniche – persone a cui non piace la propria omosessualità - ad uscire da questa loro condizione.
Sono almeno due i punti deboli di questo report. Il primo sta nel fatto che l'aiuto del professionista riguarderebbe solo quelle persone che liberamente hanno scelto di farsi aiutare perché liberamente vogliono abbandonare qualsiasi inclinazione omosessuale. Il secondo inciampo sta nel fatto che questo report presuppone che l'omosessualità sia una condizione irreversibile, quando proprio i sostenitori della teoria gender affermano che orientamenti, condizioni e sentimenti sono sempre fluidi e cangianti.
(Gender Watch News, 8 giugno 2020)



https://www.youtube.com/watch?v=xSMLGxHjkqU

 
Titolo originale: La legge Zan è un bavaglio alla libertà d'opinione. Dove sono i liberali? Perché i cattolici sono soli a difendere la libertà di tutti?
Fonte: Libero, 26 luglio 2020