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PER NATALE LO STATO RACCOMANDA AI CITTADINI DI DENUNCIARE I VICINI DI CASA
Ogni totalitarismo ha bisogno dei delatori che sporgano migliaia di denunce alle autorità
di Caterina Giojelli

Buon Natale e chiamate la polizia: «Abbiamo personale sufficiente per rispondere a tutte le chiamate nel territorio e abbiamo organizzato un gruppo per rispondere specificamente alle segnalazioni relative a Covid-19. Saremo pronti a intervenire il 24 e 25 dicembre». Lo ha assicurato Sylvain Caron, capo del dipartimento di polizia della città di Montreal, in conferenza stampa con la sindaca Valérie Plante. La quale sindaca ha annuito gravemente rivolgendosi ai cittadini, «se vedete entrare più persone in una casa, è la cosa giusta da fare». Certo, «la polizia interviene con un ordine di priorità e non è detto si abbia la garanzia che immediatamente compaia un poliziotto in casa», ma la città più popolosa della provincia del Quebec «è stata l'epicentro della prima ondata di Covid-19 e centinaia di montrealesi sono morti a causa della pandemia – ha proseguito il sindaco -. Queste tragedie dovrebbero convincere la popolazione a rispettare le regole». Tuttavia se i lutti e la preoccupazione di incorrere in sanzioni non bastassero a dissuadere i vicini di casa, ben vengano le segnalazioni, «scatterà la visita della polizia al momento opportuno», ha assicurato Caron.

IL REATO DI CENONE IN BELGIO
Un po' abusata ma la neolingua del Covid-1984 è la più parlata da governanti e amministratori sotto le festività. In Belgio una sorta di reato di cenone è stato istituito nientemeno che dalla ministra dell'interno, Annelies Verlinden, annunciando ronde delle pattuglie delle forze dell'ordine per il paese per scoraggiare assembramenti e focolai da salotto: «A Natale sarà la polizia a vigilare sul rispetto delle misure sanitarie. Dove necessario, suonando il campanello, bussando a casa delle persone». Certo, in tempi normali non si potrebbe chiedere agli agenti di fare irruzione senza mandato per sanzionare chiassosi cenoni illegali in luoghi privati, ma come ha chiarito il solerte Vincent Gilles, presidente del sindacato di polizia Slfp, «se c'è il sospetto di un reato, e con le misure speciali anti-Covid l'assembramento lo è, le forze dell'ordine possono intervenire d'ufficio, senza mandato, per inosservanza delle norme sanitarie». Così, per Natale, tutti gli attovagliati riceveranno una multa pari a 250 euro a testa. E se si rifiutano di conciliare, «il caso può passare da amministrativo a penale».

L'ARRUOLAMENTO DEI SORVEGLIANTI INGLESI
Un inasprimento del cittadino-garante della salute pubblica dopo mesi di allenamento antipandemico: in Gran Bretagna, appena scattata la "Rule of six" (vietati raduni di oltre sei persone sia all'aperto che al chiuso) il "crime minister" Kit Malthouse (sottosegretario in raccordo fra Interni e Giustizia) intervistato dalla Bbc ha esortato i cittadini a chiamare e fare segnalazioni in merito a «qualsiasi sospetta violazione della regole». L'ammenda? Una multa da 100 sterline, soggetta al raddoppio ad ogni infrazione successiva sino ad un massimo di 3.200 sterline. E la rivalsa dei sorveglianti è assicurata nel paese in cui il questore Anthony Stansfeld alle prese con i centralini intasati era stato costretto a supplicare i londinesi di fare la spia solo per i casi «palesi ed eclatanti», limitandosi negli altri casi a esprimere «cortese disapprovazione verbale», e dove il capo della polizia del Northamptonshire segnalava «dozzine e dozzine» di chiamate giornaliere da chi voleva fare arrestare il vicino per una corsa nel quartiere («Temo che il mio vicino stia uscendo per la seconda volta nello stesso giorno, dovete arrestarlo») o per avere acceso un barbecue in giardino. Al contrario, i capi di dodici dipartimenti di polizia, tra gli altri Humberside, West Midlands, Greater Manchester e Avon e Somerset, hanno aperto sezioni apposite sui propri siti invitando i cittadini alla compilazione di moduli online per segnalare raduni di due o più persone.

I POLIZIOTTI DA BALCONE E I NIPOTI DELLA STASI
Ancora: la polizia spagnola alla fine di marzo aveva già assicurato alla giustizia circa 2 mila persone, arrestate grazie ai video e alle foto scattate dai «colleghi di balcone», zelanti cittadini che si sono arrogati il compito di segnalare chiunque violasse la quarantena: oltre 230.000 le multe comminate in un solo mese grazie alla delazione. In Oklahoma la polizia di Tulsa a un mese dal diffondersi del coronavirus ha ammesso che era impossibile stare dietro alle segnalazioni di imprese e vicini di casa dissidenti, da Chicago a Denver migliaia di segnalazioni di "possibili trasgressioni" hanno portato ad altrettante verifiche, multe, ammende a chiunque fosse stato avvistato aprire un negozio, fare yoga, entrare in chiesa o giocare a golf.
A Los Angeles, insieme alla richiesta di mettere al gabbio poveri potatori di siepi o dipendenti autorizzati a recarsi al posto di lavoro, alla polizia è stato chiesto di arrestare due persone alla fermata del bus: una aveva tossito. In Nuova Zelanda, il sito web della polizia creato apposta perché i cittadini potessero denunciare i trasgressori è andato in crash dopo che troppe persone hanno tentato di accedervi contemporaneamente per segnalare cose come «partite di frisbee» all'aperto. In Germania la polizia è sbottata e ha cercato di dissuadere i neonipoti della Stasi dall'eccesso di delazione, funzionari disperati dalle troppe chiamate hanno spiegato che la gente «non dovrebbe fare una denuncia ogni volta che vede tre persone sedute su una panchina al parchetto» o continue soffiate «su ristoranti rimasti aperti o su assembramenti di persone che si riuniscono nei parchi».

IL FALSO ALLARME TORINESE
Difficile non ricollegare il boom di spioni all'allegro clima costruito da governanti e media. Vero, c'è chi ha fatto moltissimo: la Danimarca ha invitato per esempio a una vera e propria "delazione di Stato". L'Autorità sanitaria nazionale si è spinta infatti a chiedere ai cittadini di denunciare con apposito modulo un "sospetto contagiato": «Se sei preoccupato per il comportamento di una persona che sai essere stata contagiata o sospettata di essere infetta dal coronavirus, compila un modulo informativo (vedi il riquadro "Contenuto correlato") e invialo all'Agenzia per la sicurezza del paziente». Ma anche in Italia ci difendiamo. Come dimenticare sotto Pasqua la guida della giunta Raggi? «Ci sono assembramenti di persone che ritieni in contrasto con le regole sull'emergenza sanitaria? Puoi segnalarli direttamente all'Autorità competente con il Sus (sistema unico di segnalazione) attivo sul portale istituzionale di Roma Capitale. È semplice, segui le istruzioni». O l'improvvida uscita del ministro della Salute Roberto Speranza a Che tempo che fa? «Aumenteremo i controlli, ci saranno le segnalazioni» aveva risposto a Fabio Fazio che gli chiedeva come avrebbe fatto a vigilare sul suo divieto di tutte le feste private. E come dimenticare cosa è successo dopo: a Vinovo, alle porte di Torino, un uomo ha denunciato ai carabinieri lo svolgimento di una festa nell'appartamento accanto al suo. «Venite, il mio vicino ha più di 6 persone in casa». Peccato che una volta suonato i carabinieri si sono trovati davanti a sei persone, tutte dotate di mascherina.

PEGGIO DELLE SOFFIATE LE PREDICHE DEI GERARCHI AL GOVERNO
Poco male, stando all'ormai famigerato Rapporto Censis «Meglio sudditi che morti» più della Stasi gli italiani sognano il modello cinese tutto sospetto, risentimento, controllo sociale e punizione: il 77,1 per cento dei cittadini chiede pene severissime per chi non indossa mascherine e non rispetta il distanziamento; il 56,6 per cento vuole il carcere per i contagiati che non rispettano quarantena e isolamento, il 31,2 per cento non vuole che vengano curati (o vuole che vengano curati solo dopo, in coda agli altri) coloro che, a causa dei loro comportamenti irresponsabili o irregolari, hanno provocato la propria malattia.
In altre parole, arriva il Natale e peggio delle multe e delle ronde della polizia hanno fatto solo le prediche dei gerarchi giallorossi. «Il Natale non è solo fare regali, molto buono per dare impulso all'economia, ma è anche raccoglimento spirituale, e farlo con tantissime persone non viene troppo bene», ha spiegato il premier Conte. «È previsto un incontro sul numero delle persone che potranno riunirsi a tavola per la cena e il pranzo di Natale» ha detto a inizio mese il ministro Roberto Speranza. «Le foto degli assembramenti mostrano scene ingiustificabili, irrazionali, irresponsabili. Dovremmo sentire ogni giorno dentro di noi il lutto nazionale» ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia dopo lo shopping dell'Immacolata, quello per cui «non è eresia seguire la Messa o far nascere Gesù due ore prima. Eresia è non accorgersi dei malati e dei bisognosi, delle difficoltà dei medici».
«Nel periodo natalizio ci saranno 70 mila unità addette al controllo ma con grande senso di equilibrio», ha detto il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese annunciando che il Viminale ha messo a disposizione circa 70 mila uomini delle forze dell'ordine coadiuvati dall'esercito e dalla polizia municipale, pattuglie a piedi con i megafoni per invitare la gente al distanziamento, droni e telecamere e multe da 400 a mille euro per chi viola le norme. «A Natale e a Capodanno permettiamo ai cittadini di spostarsi tra i piccoli Comuni», ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Io chiuderei tutti in casa per l'intera durata delle festività», è ancora il ministro Speranza. Almeno la Stasi era una cosa seria.

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Titolo originale: Buon Natale e chiamate la polizia (o la neuro)
Fonte: Tempi, 19 dicembre 2020