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BIDEN, IL PALADINO ''CATTOLICO'' DEI ''DIRITTI'' LGBT
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): tribunale riconosce come genitori tre papà poliamorosi, Draghi scontenta i gay, Silvana De Mari denuncia il legame tra Covid e omosessualità
di Pietro Piccinini

L'Equality Act è sbarcato al Congresso degli Stati Uniti, e così l'atteso frontale tra il cattolico presidente americano Joe Biden e la "sua" Chiesa cattolica potrebbe verificarsi perfino prima del previsto. La norma proposta aggiornerebbe la legislazione contro il razzismo del 1964 (Civil Rights Act) mettendo di fatto orientamento sessuale e identità di genere sullo stesso piano della razza e punendo ogni forma di discriminazione sulla base di tali criteri.
Già solo il fatto che Biden abbia chiesto ai deputati di «approvare rapidamente» l'Equality Act (dopo che in campagna elettorale si era impegnato a farne una «top priority» dei suoi primi 100 giorni) fa esultare i fautori dei diritti Lgbt. Una grossa fetta dell'America, invece, osserva con sgomento l'ennesimo passo pericolosamente divisivo compiuto dal neo presidente che aveva promesso di «unire il paese».
Reintrodotto al Congresso la settimana scorsa da David Cicilline, deputato democratico del Rhode Island, l'Equality Act è in ballo da anni. Nel 2019 era già stato approvato dalla Camera bassa ma si era incagliato al Senato, allora in mano ai repubblicani. Anche stavolta il testo dovrebbe passare facilmente alla Camera, dove i democratici beneficiano di una comoda maggioranza, ma sarà ben più dura al Senato, dove i repubblicani occupano la metà degli scranni e il partito di Biden non è un monolite. Il democratico Joe Manchin dalla West Virginia, per esempio, si era detto contrario all'Equality Act già nel 2019.

PIÙ PROBLEMI CHE VANTAGGI
Insomma non sarà facilissimo per Biden portare a casa la legge per l'eguaglianza. Senz'altro è molto meno difficile per il presidente capire che cosa pensino dell'Equality Act i suoi stessi vescovi e gran parte dei suoi correligionari. Basta leggere, tanto per fare un esempio, la lettera firmata anche da rappresentanti della Conferenza episcopale statunitense e inviata alla commissione Giustizia nell'aprile del 2019, in occasione del precedente passaggio del testo in parlamento: «Scriviamo a nome di milioni di americani profondamente preoccupati dai danni provocati dall'Equality Act, che ostacola un servizio sanitario di qualità, mette in pericolo la privacy e la sicurezza di donne e bambine, regolamenta la libertà di espressione, mina gravemente la libertà religiosa e minaccia le organizzazioni caritatevoli no profit e le persone aiutate da queste. [La proposta di legge] non raggiunge gli obiettivi che si prefiggono i suoi sostenitori, al contrario creerà nuovi problemi e danneggerà più persone di quante i suoi promotori ne vogliono aiutare». [...]
Non solo. In forza dell'Equality Act, anche il campo di azione dello Stato viene ampliato a dismisura, perché le disposizioni si applicano a qualunque ente che fornisca beni o servizi tra cui «negozi, centri commerciali, commercianti o provider di sevizi online, saloni di bellezza, banche, stazioni di servizio, banchi alimentari, centri servizi, alloggi, agenzie di viaggio, pompe funebri». Senza tralasciare ovviamente «gli enti che offrono assistenza sanitaria, servizi di contabilità o legali», oltre a «qualunque organizzazione che percepisca fondi federali». In sostanza l'Equality Act riguarderà «più o meno tutti e tutto». [...]
«Sono assoluamente ricomprese le istituzioni religiose. Con l'Equality Act, le scuole religiose, le agenzie per l'adozione e altri enti filantropici andranno incontro a sanzioni se a proposito di sesso e matrimonio affermeranno gli insegnamenti della biologia e la Bibbia, la genetica moderna e la Genesi». [...]

MA C'È DI PEGGIO
I medici, laici e religiosi, convinti in scienza e coscienza che le procedure di riassegnazione del sesso siano sbagliate violerebbero la nostra legislazione sui diritti civili. Chi pratica la mastectomia in caso di cancro al seno, dovrà praticarla anche sulla ragazza adolescente che si identifichi come un ragazzo. Tutto ciò in nome dell'eguaglianza. E nessuno sa cosa sia richiesto dalla legge per evitare di commettere "discriminazione" verso identità di genere "non binarie"».
Le prese di posizione del mondo cattolico contro l'Equality Act sono ormai moltissime. Qualcuno è arrivato a definirlo «l'aggressione più radicale alla libertà religiosa, al diritto alla vita e al diritto alla privacy che sia mai stata codificata in una proposta di legge». La stessa Conferenza episcopale invita gli elettori cattolici a comunicare al Congresso la propria contrarietà alle nuove misure.
Del resto i vescovi cattolici degli Stati Uniti avevano previsto che il rapporto con il secondo presidente cattolico della storia americana non sarebbe stato in discesa. Nel novembre scorso, all'indomani della vittoria elettorale di Biden contro Donald Trump, il capo della Conferenza episcopale, José Horacio Gómez, arcivescovo di Los Angeles, aveva citato espressamente l'Equality Act tra le possibili iniziative del nuovo presidente «contrarie ai principi fondamentali che ci stanno a cuore in quanto cattolici».
Le prime mosse di Biden non hanno deluso le aspettative, se così si può dire, sia sul fronte dei "diritti Lgbt" sia su quello dei "diritti riproduttivi" (leggi: aborto). A proposito di aborto [...] l'Equality Act considera qualunque rifiuto di praticare aborti come discrimanzione di "gravidanza". Decenni di difesa delle coscienze contro l'estremismo abortista a livello federale, statale e locale sarebbero minacciati.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.

TRIBUNALE RICONOSCE COME GENITORI TRE PAPÀ POLIAMOROSI
Con una sentenza choccante, un tribunale della California ha riconosciuto ad un trio di uomini il diritto ad essere considerati tutti genitori dei loro bambini. I tre uomini, Ian Jenkins, Alan Mayfield e Jeremy Allen Hodges, conducono da tempo una relazione "poliamorosa" tra loro tre.
Inoltre, già nel 2017, attraverso l'utero in affitto, hanno avuto una prima "figlia" e un anno e mezzo fa un secondo bambino.
Provita & Famiglia, 22 febbraio 2021

DRAGHI SCONTENTA I GAY
Il sito Gay.it bacchetta Mario Draghi perché nel suo discorso programmatico al Senato non ha mai citato il Ddl Zan. Il portale così commenta la colpevole omertà del premier: «37124 caratteri, 5508 parole, quasi un'ora di discorso. Mario Draghi si è così presentato al Senato, questa mattina [ossia ieri], per la prima volta da presidente del consiglio. [...] Draghi ha trovato tempo e modo di citare anche Papa Francesco, ma in quelle 5508 parole la legge contro l'omotransfobia, la misoginia e l'abilismo, già approvata alla Camera e attesa al voto proprio al Senato, non ha avuto spazio.
Non una parola su 5508. Non una parola in un'ora di discorso. Non una parola sull'omofobia, sul tema dei diritti LGBT. Eppure Draghi ha parlato di tutto. [...] Se il buongiorno si vede dal mattino, l'alba di questo nuovo Governo e di questo nuovo premier sorge senza alcun arcobaleno ad illuminarlo».
Ora viene da chiedersi se Draghi ha omesso di citare il Ddl Zan perché è contrario - difficile crederlo - oppure perché - ben più probabile - in tempo di emergenza sanitaria ed economica il Ddl Zan appare questione bagatellare.
(Gender Watch News, 18 febbraio 2021)

SILVANA DE MARI DENUNCIA IL LEGAME TRA COVID E OMOSESSUALITÀ
Nei giorni scorsi ha creato molto scandalo la notizia che l'Asl 5 di La Spezia avesse distribuito un modulo per vaccinarsi contro il Covid in cui si dà la precedenza a delle categorie di persone con comportamenti a rischio tra cui gli omosessuali. Il documento, in realtà, era un copia incolla delle linee guida del ministero della Sanità ma la polemica scoppiata per presunta discriminazione aveva spinto sia l'Asl 5 sia il ministero a cambiare le linee guida.
Nessuno però si pone il problema di sapere se sia vero o no che un cosiddetto omosessuale, vale a dire un maschio che attua pratiche omoerotiche, sia maggiormente predisposto al Covid o no. [...]
Innumerevoli lavori medici affermano che in realtà si tratta proprio di una popolazione a rischio per il Covid 19. [...]
Una parte non indifferente di questa popolazione pratica rapporti anali e il Covid 19 è presente nelle feci, come dimostrato da innumerevoli articoli. [...]
La Asl numero 5 di La Spezia ha commesso un crimine imperdonabile, oggi il più atroce dei crimini. Ha detto la verità. Le persone a comportamento omoerotico sono a rischio maggiore, esattamente come le persone in fase di tossicodipendenza e come le persone che praticano la prostituzione, devono essere protette di più e prima.
La verità deve essere vietata, è scandalosa, tribunali si stanno formando per punirla.
Meglio che questa verità non sia detta, meglio tacerla. Il movimento LGBT e i suoi paladini preferiscono che i maschi a comportamento omoerotico siano abbandonati con la loro maggiore vulnerabilità alla malattia e non ne siano difesi piuttosto che tollerare la verità: i comportamenti antifisiologici aumentano la vulnerabilità alle malattie.
La maggior parte (75%) delle diagnosi di sifilide riguarda uomini gay, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM).
Per quanto riguarda i nuovi casi di Aids per il 40% sono maschi che fanno sesso con altri maschi, e queste persone sono il 2% della popolazione.
Fino a quando la verità sarà considerata scandalosa, le malattie che quella verità potrebbe fermare continueranno a diffondersi.
(Silvana De Mari, La Nuova Bussola Quotidiana, 22 febbraio 2021)

 
Titolo originale: Equality Act. Sui diritti Lgbt Biden va al frontale con i cattolici
Fonte: Tempi, 23 febbraio 2021