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IL REGIME COMUNISTA CINESE PERMETTERA' ALLE FAMIGLIE DI AVERE TRE FIGLI... MA ORMAI E' TARDI
Dopo decenni di aborti forzati, la politica del figlio unico iniziata nel 1979 ha cambiato la mentalità dei cinesi e sta portando al collasso il Paese più popoloso del mondo (VIDEO: La crisi demografica in Cina)
di Leone Grotti

La Cina ha annunciato durante un incontro del Politburo che porrà fine alla politica dei due figli, permettendo a tutte le famiglie di averne fino a tre. La decisione è stata presa a due settimane dalla pubblicazione dell'ultimo censimento, che ha registrato un leggero aumento della popolazione a 1,41 miliardi di persone. Nel 2020 il Dragone ha registrato 12 milioni di nascite, il 18 per cento in meno rispetto ai 14,65 milioni del 2019, il dato più basso dal 1961. Non era mai accaduto che le nascite diminuissero per quattro anni di fila e con la nuova politica il Partito comunista cinese spera di convincere i suoi cittadini a fare più figli, anche se è improbabile che ciò accada.

LA POPOLAZIONE INVECCHIA RAPIDAMENTE
Il governo cinese guarda con preoccupazione ai dati demografici: se il trend non muterà, infatti, nel 2050 la popolazione con 65 anni o più in Cina raggiungerà il 24 per cento del totale. Nello stesso periodo negli Stati Uniti questa fascia di popolazione rappresenterà il 21 per cento del totale. Già nel 2030, secondo uno studio di Deutsche Bank, la forza lavoro cinese calerà a 781,8 milioni di persone rispetto agli 849,9 milioni del 2020.
L'invecchiamento della popolazione è la diretta conseguenza delle scellerate politiche del Partito comunista cinese. Nel 1960, quando in media ogni donna cinese aveva sei figli, Mao Zedong affermava che «con molte persone, la forza è grande». Temendo ripercussioni negative per l'economia, però, nel 1979 il regime lanciò la famigerata politica del figlio unico. Allora Deng Xiaoping disse: «Dobbiamo farlo. Altrimenti la nostra economia non si svilupperà bene e la vita delle persone non migliorerà».
I disastri della legge del figlio unico
Pechino si è da allora vantata di aver impedito in 35 anni la nascita di circa 400 milioni di bambini, soprattutto attraverso sterilizzazioni e aborti forzati. Se nei primi anni Novanta il tasso di natalità è sceso al di sotto del ricambio generazionale, pari a 2,1 figli per donna, oggi secondo ricercatori indipendenti come Yi Fuxian è ulteriormente sceso a 1,05 figli per donna.
Registrato il campanello di allarme, la Cina ha cercato di correre ai ripari, anche se tardivamente. Nel 2013 il governo ha permesso alle coppie formate da figli unici di avere due figli. Nel dicembre 2015 ha esteso a tutti il permesso di avere due figli. Pechino si era prefissata l'obiettivo di ottenere tre milioni di nati in più fino al 2020 e aggiungere 30 milioni di persone in età lavorativa entro il 2050. Ma la soglia sperata dei 20 milioni di nuove nascite all'anno non è mai stata raggiunta. Anzi, le nascite sono continuate a calare.

LA SCOMPARSA DELLE DONNE IN CINA
Ora il Partito comunista cinese, senza rinunciare alla dittatoriale pretesa di decidere quanti figli può avere una famiglia, a prescindere dal numero, annuncia che tutte le coppie potranno averne tre. Ma il regime dovrebbe rendersi conto che leggi e propaganda non bastano più a convincere i cinesi ad avere figli. Trent'anni di politica del figlio unico hanno infatti creato una pericolosa mentalità: secondo un sondaggio condotto da Zhaopin, uno dei principali siti cinesi di reclutamento professionale, il 40 per cento delle persone censite senza figli non ha intenzione di averne e il 63 per cento delle donne con un figlio non ne vuole un altro.
C'è anche un altro problema causato dalla politica del figlio unico e oggi esploso: la possibilità di avere un solo figlio ha portato innumerevoli famiglie a preferire un maschio (già favorito dalla cultura tradizionale) e ad abortire le femmine. Il fenomeno, per quanto contrastato dalle autorità, non è mai stato debellato e oggi in Cina ci sono 40 milioni di uomini (723,3 milioni) in più rispetto alle donne (688,4 milioni). La diretta conseguenza è che oggi milioni di uomini, soprattutto se poco agiati, non riescono a trovare una moglie.
Infine, l'espansione economica della Cina ha creato un ambiente di lavoro sfavorevole alla maternità. In patria vengono spesso stigmatizzate e denunciate offerte di lavoro che prevedono, nel caso di assunzione di una donna, che questa si licenzi non appena resti incinta. Se scarseggiano le leggi a favore della conciliazione tra lavoro e maternità, non è raro leggere su Weibo commenti di questo tipo: «Non ci sono molti buoni lavori per una donna e quelle che ne ottengono uno sono disposte a fare di tutto pur di tenerlo. Chi oserebbe avere figli in una situazione come questa?».

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 9 minuti) dal titolo "Crisi demografica in Cina" nella prima parte si commenta la svolta epocale del regime comunista che ha dichiarato che alle coppie sposate sarà d'ora in poi concesso avere fino a tre figli. Il limite attuale è due, in passato uno. Il Paese più popoloso del mondo ora soffre di un drammatico calo delle nascite e il regime pensa che per legge vi si possa porre rimedio rapidamente, ma non è così semplice. Nella seconda parte del video si mostrano gli effetti dello statalismo che in Cina ha portato le giovani generazioni all'immobilismo in quanto ogni iniziativa privata viene mortificata dallo Stato. Tra i ventenni e i trentenni cinesi sta diventando popolare lo "sdraiamentismo" altrimenti detto "il metodo del fare niente".


https://www.youtube.com/watch?v=0cEW08T0M28

 
Titolo originale: La Cina permetterà alle famiglie di avere tre figli. Ma ormai è tardi
Fonte: Tempi, 1° giugno 2021