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IL DIFFICILE MESTIERE DEL GENITORE
Raccontato da una mamma vera
da

Parlo prima di tutto come mamma (quattro figli da uno a dieci anni), poi come professionista che da 11 anni esercita professioni di ruolo a diretto contatto con bambini da zero a 12 anni e a breve eserciterà anche come maestra di scuola primaria ed infine da pedagogista e specializzata in relazioni familiari ed educative alla cattolica di Brescia.
Posso essere anche d'accordo sull'analisi di come si è arrivati allo stato di fatto anche se se ne potrebbero fare di molto più approfondite.
Il punto è che: noi adulti abbiamo una responsabilità ed un impegno  importanti di cui farci carico.
Penso che la nostra generazione, in senso allargato (da quella dei quasi trentenni a quella dei sessantenni) abbia bisogno di credere nella dignità della persona umana e della famiglia umana, penso che abbia bisogno di sentirsi capace di educare ritrovando nella propria coscienza valori che le sono insiti. Penso che abbiamo bisogno di smettere di idolatrare altri uomini o particolari tecnologie o particolari stati di benessere o di guadagno o particolari ideologie.
Semplicemente dobbiamo scoprire ciò che è inscritto nel cuore di ogni uomo, farlo scoprire ai nostri figli e condividerlo con chi ci sta accanto.
Nel cuore di ogni uomo stanno iscritti i dieci comandamenti, consapevolmente o no così è, o almeno noi cattolici diciamo di crederlo. I dieci comandamenti si riassumono nei due comandamenti di Amore...e questo è un linguaggio universalmente comprensibile....per chi lo vuole intendere..
Se ci mostreremo ancora una volta deboli ed insicuri nei confronti di questa fede, allora sarà come vergognarsi di Cristo e la nostra debolezza ed insicurezza si rifletterà sui nostri figli che saranno trascinati dal paganesimo, dall'esoterismo, da altre religioni, dall'edonismo.
Se apriamo gli occhi e ci accorgiamo che cosa sta impregnando i testi di studio e le scuole dei nostri figli ci possiamo accorgere molto bene di questa cultura sfacciata che inneggia al ricorso ad incantesimi, che parla sempre più spesso di fortuna e quasi mai di Provvidenza, che si preoccupa soprattutto di trasmettere ai ragazzi l'aspetto giocoso, ludico e relazionale degli apprendimenti, raccomandandosi con le insegnanti che è quello il più importante perché anche se i contenuti diminuiscono non importa...
Anche quando sembra mossa dalle migliori intenzioni questa "cultura non cultura" vuole sottilmente rendere i nostri figli orfani dei propri genitori, che finiranno per soccombere dinnanzi al parere di tanti esperti che danno loro anche i consigli che non chiedono. E' una cultura dell'apparenza, del buonismo, dell'ipocrisia, dell'ambientalismo esasperato a scapito dell'uomo cattivo che abita il pianeta, è una cultura in cui il bravo genitore che non passa mai tempo coi propri figli perché deve guadagnare per loro è ampiamente giustificato e pontificato mentre il genitore che si interessa, che si sacrifica per poter avere più tempo da trascorrere coi figli viene considerato come uno che si intromette nel lavoro della scuola, quando invece dovrebbe essere la scuola a mettersi al servizio della famiglia, ma in realtà stiamo vivendo un inizio di dittatura culturale e neanche ce ne accorgiamo. Siamo troppo impegnati a fare conferenze sull'emergenza educazione per accorgerci che le conferenze non bastano, bisogna iniziare a fare scelte scomode, avere il coraggio di dire dei no anche quando risultano impopolari (e non solo coi nostri figli, anche con tutti quegli ex sessantottini che ci troviamo a fianco che non sono mai stati educati ai no), avere il coraggio di intraprendere strade diverse.
Io lo sto facendo nel mio piccolo, mi sta costando molto, ma penso che ne valga davvero la pena perché quello che posso trasmettere educando ed istruendo i miei figli ora, finché sono piccoli e hanno bisogno della mia presenza al loro fianco non potrò più farlo per loro tra qualche anno, tra qualche anno loro faranno esperienze autonome e allora forse avranno più bisogno del mio stipendio che della mia presenza, ora invece è il contrario, ma tutto questo ha un prezzo da pagare, soprattutto quando si è in pochi a fare certe scelte e si viene giudicati impopolari o esagerati anche dagli insospettabili.
Penso che si faccia molta meno fatica ignorando il problema o parlandone soltanto per lasciarlo invariato o infiocchettarlo di interventi ipocriti, che cercando di affrontarlo, ma appunto voglio contrastare questa non cultura che sta insegnando ai nostri figli che la fatica è una brutta cosa perché "traumatizza" e che secondo me ha lo scopo principale di rendere ignoranti le masse per permettere a qualche elite di casta di manovrarle meglio, ha lo scopo di togliere la vera libertà di pensiero e di opinione perché vuole togliere il senso critico, vuole togliere la speranza di trovare la Verità, vuole rinunciare alla ricerca della Verità per tuffarsi nel piacere.
Purtroppo per amara esperienza (e non parlo solo per reazione a situazioni che vivo, ma anche per riflessione su situazioni che non avrei mai immaginato di vivere un giorno) anche tra noi cattolici questa non cultura, non etica e non educazione si sta diffondendo a macchia d'olio. Per la mia parte prego Dio di farmi accorgere quando una di queste erbacce tenta di trovare terreno nel mio cuore...e anche di darmi la forza di estirparla attraverso il conforto dei Suoi Sacramenti, unico che mi permette di superare i miei limiti umani proprio perché è conforto Divino.