BastaBugie n�63 del 02 gennaio 2009

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ABORTO IN SPAGNA
Le cliniche private fanno affari d'oro
Autore: Michela Coricelli

 Nel 2007 in Spagna hanno abortito 112.138 donne. Una strage, ma anche un macabro business da oltre 50 milioni di euro. Nel Paese iberico quasi il 90% degli interventi avviene nelle cliniche private: l’obiezione di coscienza invocata dalla maggior parte dei medici e infermieri della sanità pubblica impedisce che gli aborti vengano realizzati negli ospedali statali. Questa situazione ha favorito un lucrativo affare per le cliniche abortiste: lo scorso anno hanno registrato un fatturato di 50 milioni e 370.170 euro, secondo cifre pubblicate qualche giorno fa dal quotidiano Gaceta de Negocios.
  Le tariffe fanno rabbrividire: per interrompere una gravidanza di 12 settimane bastano 345 euro, mentre se la gestazione è più avanti con il tempo l’operazione è più cara. «Eliminare un feto » di 21 settimane costa 1.655 euro. I soli 2.614 aborti realizzati quando il bimbo aveva più di cinque mesi – denuncia il giornale – hanno fatto incassare alle cliniche tre milioni e mezzo di euro. La sottocommissione parlamentare creata per preparare il terreno alla riforma della legge sull’aborto ha chiuso i battenti ieri.
  Dopo aver ripetuto per anni che la modifica di tale norma non era una necessità urgente in Spagna, il governo di José Luis Rodriguez Zapatero – in difficoltà su altri fronti, a causa della crisi economica – ora ha ridato un nuovo slancio a questa vecchia richiesta socialista. Secondo il Partito popolare (centrodestra), i lavori della commissione sono stati troncati troppo in fretta. Le associazioni pro-vita denunciano che gli esperti chiamati dai socialisti sono noti difensori dell’aborto (nessuna voce contraria). In commissione sono stati ascoltati i rappresentanti delle cliniche per l’interruzione della gravidanza, mentre non hanno potuto offrire la loro opinione le associazioni dei disabili.
  Attualmente in Spagna è possibile abortire in tre casi: stupro (entro 12 settimane di gravidanza), malformazione del feto (22 settimane ) e rischio fisico e psicologico per la madre (nessun tetto temporale). A questo terzo criterio si rifanno il 97% degli aborti.
Il governo di Zapatero ha promesso una nuova legge, che liberalizzerà completamente l’aborto entro le prime 12 o 14 settimane (non sarà necessario altro che la volontà della donna). L’opposizione assicura che con questa riforma gli aborti aumenteranno e accusa l’esecutivo di aver fallito in materia di aiuti alle donne e nella prevenzione delle gravidanze indesiderate.

Fonte: 20 dicembre 2008

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