BastaBugie n�165 del 05 novembre 2010

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NUOVO STUDIO: GLI OMOSESSUALI ATTIVI SONO LA MAGGIOR PARTE DEI MALATI DI AIDS
Gli omosessuali in realtà fanno un uso non sessuale delle loro parti sessuali: se la sessualità non è aperta alla fecondità, di cosa si sta parlando?
Fonte: Unione Cristiani Cattolici Razionali (anti-uaar),18 ottobre 2010

Come ricorda il giovane filosofo convertito, Fabrice Hadjadj, la Chiesa rigetta l’omosessualità semplicemente perché non si tratta di vera sessualità. «Dire omosessualità è come dire “cerchio quadrato”: se i due hanno lo stesso sesso, viene meno l’ordinazione reciproca dei due sessi. Se la sessualità non è aperta alla fecondità, di cosa si sta parlando?». Anche qualsiasi manuale di zoologia parla di sessualità sempre legandola alla questione della fecondità, della procreazione. Continua Hadjadj su Tempi: «Gli omosessuali in realtà fanno un uso non sessuale delle loro parti sessuali. Non è perché le parti sessuali entrano in gioco che si è obbligati a definire ciò sessualità: io posso, se voglio, ficcare il mio pene in una porta, ma quel che faccio non è sessualità. Non sono necessariamente atti sessuali tutti gli atti che io posso fare con le mie parti sessuali. Se vivo l’amore e la comunione in opposizione al dato fisico del mio corpo, vivo una situazione schizofrenica, dualista. La Chiesa dice: siete liberi di fare quel che volete, ma vi ricordiamo soltanto che se andate in quella direzione, vi sarà una rottura della vostra unità personale, questa rottura noi la chiamiamo peccato».
Questa “rottura”, questo disagio interno descritto dalla Chiesa e riportato da Hadjadj, è anche dimostrato dalle ricerche sociologiche sul mondo omosessuale. Non ci sentiamo quindi omofobi se riportiamo all’attenzione un recente studio sociologico sull’AIDS, il quale mostra come gli omosessuali attivi rappresentino quasi la metà di tutti gli americani infetti dall’HIV-positivo. Il Centers Disease Control (CDC) informa che «gli uomini che fanno sesso con altri uomini soffrono il 53% delle nuove infezioni da HIV segnalati ogni anno, anche se questi costituiscono solo il 4% della popolazione americana. Le diagnosi di HIV tra gli omosessuali attivi negli Stati Uniti sono 44 volte superiori a quelle degli altri uomini». Mentre il tasso di infezione da HIV tra gli altri gruppi a rischio (come i consumatori di droghe) è diminuito, il sondaggio CDC mostra che il tasso di infezioni tra gli omosessuali attivi continua a evidenziare un trend al rialzo. Sempre che le lobby omosessuali ci permettano di dirlo, ricordiamo come altre ricerche dimostrino la grande affinità tra la pratica omosessuale e la dipendenza, l’utilizzo e l’abuso di droga, fumo e alcool rispetto al resto della popolazione.

Fonte: Unione Cristiani Cattolici Razionali (anti-uaar),18 ottobre 2010

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