BastaBugie n�30 del 16 maggio 2008 | |
CENTRI SOCIALI ALL'ASSALTO DELLO SPAZIO DEL MOVIMENTO PER LA VITA ALLA FIERA DI PADOVA Autore: Francesco dal Mas Insulti, manifesti stracciati e minacce: assalto allo spazio del Movimento per la Vita Non bastava l’attentato alla sede del centro per la Vita di Padova, l’8 marzo. Le 'Donne in movimento', che fanno riferimento a Radio Sherwood, l’emittente dei centri sociali, hanno dato l’assalto, in una ventina, ieri pomeriggio allo stand del Movimento per la Vita allestito in Fiera a Padova, nell’ambito del salone dell’economia solidale, Civitas. Hanno strappato dalle pareti i manifesti inneggianti alla vita, bucato i palloncini multicolore, afferrato i libri le riviste ed il materiale informativo e li hanno gettati nei sacchi delle immondizie che si erano portati a casa. Il tutto condito da grida e slogan minacciosi e da un atteggiamento intimidatorio. Dal megafono hanno ripetuto: «Il corpo è nostro, la violenza è vostra». E mentre stavano svolgendo il raid, alcune giovani hanno tenuto disteso, perché lo osservassero i visitatori di 'Civitas ' uno striscione con la scritta: «Meno movimento per la vita, più donne in movimento». Analoga la dicitura su un centinaio di volantini distribuiti al pubblico. L’avvocato Marcello Vinci, vicepreside del Movimento per la vita è stato preso a male parole. L’europarlamentare Iles Braghetto, dell’Udc, che era di passaggio, senza qualificarsi è intervenuto per fermare il furore delle contestatrici. «Ferme parliamone. Non è democratico quanto fate» ha provato a dire, nel tentativo - fallito - di proteggere libri, manifesti e l’altro materiale esposto. Antonio Sambo, coordinatore del salone, è stato costretto ad interrompere il convegno di 'piazza Civitas ' sul diritto d’impresa che si svolgeva a pochi metri di distanza. Tra gli altri stavano parlando Stefano Zamagni dell’Agenzia per le Onlus e Sergio Marelli di Focsiv. «Salite sulla pedana, andate ai microfoni, e dite la vostra, perché questa è la piazza del confronto» ha provato a dire Sambo. Nessuna risposta: le violente hanno continuato ad accusare il Movimento per la Vita di infrangere la legge 194. Come? Violando, a loro dire, i diritti della donna perché in ospedale parlano con quante intendono abortire giungendo, talvolta, a far loro cambiare idea. E ancora: «Il corpo è mio e lo gestisco io». E tra uno slogan e l’altro, tanti insulti. |
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