BastaBugie n�427 del 11 novembre 2015

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VATILEAKS 2, NESSUN COMPLOTTO CONTRO IL PAPA
Solo l'ipocrisia di una triste operazione messa in piedi da affaristi, maneggioni e giornalisti interessati; i libri deludono chi pensa di trovarci grosse novità sulle finanze vaticane
Autore: Riccardo Cascioli

Menzogna e ipocrisia. L'operazione di lancio dei due libri di Gianluigi Nuzzi (Via Crucis) e Emiliano Fittipaldi (Avarizia) che contengono documenti relativi alle finanze in Vaticano, è anzitutto una grossa menzogna. Perché l'immagine che si vuole far passare è quella di una Chiesa marcia contro cui combatte stoicamente papa Francesco, eroe solitario. È certo un approccio coerente con la narrazione che i principali quotidiani italiani - ormai costituitisi in cartello (dicono tutti le stesse cose allo stesso modo) - stanno facendo da tempo. Ma questa è una lettura caricaturale, addirittura "diabolica" l'ha definita ieri il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. «Il Papa non è assolutamente solo - ha detto Bagnasco - è circondato e sostenuto cordialmente, affettuosamente, lealmente da tutti i vescovi. Per questo non ho nessuna preoccupazione circa questa immagine di divisione che si vuole accreditare presso l'opinione pubblica per creare ulteriore disorientamento».

SUPERMAN CONTRO TUTTI?
Questa immagine idilliaca di unità nella Chiesa è evidentemente troppo ottimistica, ma di sicuro - come abbiamo spiegato in questi giorni e ancora oggi - l'idea che ci sia un papa "Superman contro tutti" è fantasiosa e serve a coprire interessi ecclesiali ed economici di alcuni, dentro e fuori la Chiesa. Peraltro tale immagine non è sostenuta solo dal cartello dei giornaloni italiani, se è vero che le parole di Bagnasco smentiscono in modo netto quanto appena due giorni fa affermava monsignor Nunzio Galantino, che della Conferenza episcopale è il segretario: «Sicuramente a qualcuno sta facendo paura il processo di rinnovamento che papa Francesco sta portando avanti», aveva detto.
Ma nei due libri, oltre a tante cose già conosciute e scritte negli anni, ci sono anche menzogne specifiche, come dimostra il duro quanto preciso comunicato diffuso ieri sera dal Segretariato per l'economia, il super-ministero guidato dal cardinale australiano George Pell. Nei libri in oggetto, il capitolo riguardante il cardinale Pell è certamente il più delicato, perché il porporato australiano è già nel mirino dei progressisti per le sue posizioni a difesa dell'ortodossia e qui viene di fatto descritto come uno scialacquatore. Chiamato a Roma per riportare ordine e mettere sotto controllo le finanze vaticane si sarebbe dato - secondo i suggeritori di Nuzzi & Fittipaldi - alle spese pazze: mezzo milione di euro bruciati in pochi mesi (tra viaggi in business class e spese in casa), cosa che avrebbe profondamente addolorato il povero papa Francesco.

AFFERMAZIONI FALSE E INGANNEVOLI
Ma appunto ieri sera, ecco la risposta del portavoce della Segreteria per l'Economia che parla di «affermazioni false e ingannevoli» e precisa che nel 2014 le spese sono state inferiori a quanto previsto in bilancio e che per il 2015 tale Segreteria è l'unico dipartimento vaticano ad aver presentato un bilancio ridotto rispetto all'anno precedente. Non solo, le valutazioni sul bilancio della Segreteria per l'Economia erano contenute in un comunicato diffuso nei primi mesi del 2015, ma di questo nei libri in oggetto non c'è traccia.
In ogni caso il comunicato di ieri sera spiega nel dettaglio le uscite dal marzo 2014 (momento dell'istituzione della Segreteria) al dicembre 2014 e si scopre così che dei 500mila euro in oggetto, oltre alle spese iniziali per avviare le attività del dicastero (dagli arredi agli strumenti tecnologici), 292mila sono andati per gli stipendi (lavorano nella Segreteria 12 persone); e poi cifre molto limitate per i viaggi aerei dello staff, l'allestimento della cappella e così via.
Dati i fatti appare allora consistente che «riferimenti a discussioni tra il Santo Padre e il cardinale Pell a proposito delle spese della Segreteria sono completamente false: non c'è mai stata alcuna discussione su questo argomento» tra i due.
Ma forse più ancora della menzogna è insopportabile l'ipocrisia: dei tanti colleghi vaticanisti, ad esempio, che fingono stupore per la scoperta del "corvo" Francesca Chaouqui quando della sua disinvoltura nel far circolare notizie - anche false - si sapeva ormai anche a centinaia di chilometri da piazza San Pietro. E nessuno in questi due anni - a parte il solito Sandro Magister - che abbia avuto il coraggio di chiedere come mai una persona accompagnata da così cattiva fama fosse finita a controllare carte riservate della Santa Sede. E ancora: l'ipocrisia di chi scrive libri in cui si fa finta di scandalizzarsi delle spese della Curia vaticana, sapendo di poterne così ricavare qualche milioncino di euro. E soprattutto l'ipocrisia di chi usa un finto scandalo (le cose scritte nei libri erano in gran parte già abbondantemente note) per ricavarne vantaggi in una partita ecclesiale che ha a tema non l'economia ma la missione stessa della Chiesa.
Ovviamente, certi usi disinvolti del denaro e la mancanza di trasparenza - anche se già noti - costituiscono sempre uno scandalo, anche se si deve riconoscere che già da anni è in atto un processo di rinnovamento e trasparenza iniziato con Benedetto XVI e ora proseguito da papa Francesco. E di scandali purtroppo non ci sono solo quelli economici. Eppure tutto questo polverone, tutto questo stracciarsi le vesti per i peccati che si commettono in Vaticano, rischia di coprire qualcosa di ben più grave. Perché da Giuda in poi - che «diceva queste cose non perché gli importasse dei poveri ma perché era ladro» (Gv 12,6) - di questi scandali e tradimenti, quando più quando meno, ce ne sono sempre stati. Ma il vero scandalo sarebbe una Chiesa che decidesse di cambiare il depositum fidei, ciò che Cristo ha annunciato e gli apostoli hanno tramandato, cosa che non è mai venuta meno anche nei secoli più difficili. Ed è purtroppo ciò che invece alcuni stanno tentando di fare, approfittando e anche fomentando polveroni sul nulla come quello di questi giorni o come quelli alzati durante il Sinodo.

Nota di BastaBugie: interessanti le precisazioni di Lorenzo Bertocchi nell'articolo dal titolo "Ma quale complotto, questo è business" pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 06-11-2015.
Ecco l'articolo completo:
Non è molto chiaro chi trama contro chi. Per raccontare Vatileaks 2 la narrazione del complotto ha molti estimatori, ma non è proprio calzante.
Giornali e TV, salvo poche eccezioni, si sono orientati decisamente sull'ermeneutica della "vecchia guardia" che resiste alle riforme del Papa venuto dalla fine del mondo. Tuttavia, leggendo i due libri appena pubblicati, Papa Francesco ne emerge come un grande moralizzatore per una corte indegna. Se c'è dietro la fantomatica "vecchia guardia" impegnata a screditare il Papa, non brilla certo per acume.
Qualcuno fa esercizio di "ermeneutica cospirativa" e mette insieme Vatileaks 2 con il coming-out dell'ex mons. Charamsa, la lettera dei 13 cardinali al sinodo, Vatileaks 1, e magari anche la presunta malattia del Papa. E' perfino banale dire che si tratta di cose molto diverse tra loro.
I due "corvi" indagati, in attesa di capire se lo sono veramente, non sembrano essere pedine di chissà quale disegno, mentre sono stati certamente funzionali alla fortuna dei due libri pubblicati. Nuzzi e Fittipaldi, i due giornalisti che hanno date alle stampe "Via Crucis" (Chiarelettere) e "Avarizia" (Feltrinelli), hanno fiutato il business, e più che preoccupati di "aiutare il Papa" sembrano interessati a rimestare nel torbido, su faccende che riguardano il vil denaro. Perchè, si sa, quando ci sono di mezzo i soldi e la Chiesa si vende alla grande.
Il contenuto dei libri, in gran parte, non rivela particolari novità, semmai mette nero su bianco cose di cui si parla da tempo: Nuzzi ci parla degli appartamenti lussuosi di alcuni cardinali (confrontandoli con i 50 m dell'alloggio del Papa a Santa Marta), mentre Fittipaldi racconta delle vicende della tabaccheria e del benzinaio del Vaticano. Altri scoop "imperdibili" riguardano i viaggi in business class e il sottolavello del cardinale Pell, oppure i costi esagerati della "fabbrica dei santi". Non poteva mancare un volo in elicottero da 23mila euro e le berline lussuose contro l'utilitaria del Papa. Poi ci sono anche altre questioni come i costi dell'Osservatore romano, 5 milioni di euro all'anno, e Radio Vaticana che ne perde 26 di milioni di euro (niente di nuovo). La ristrutturazione dell'appartamento del cardinale Bertone con i fondi del Bambin Gesù è un must di sicuro effetto, ma non proprio una news di primo pelo.
Per carità, si tratta di questioni su cui fare chiarezza, ma papa Francesco ha ricevuto mandato dal conclave proprio per tentare di mettere ordine. E le carte trafugate non fanno altro che confermare come in Vaticano si stia lavorando sul pezzo. Padre Federico Lombardi, portavoce della Sala Stampa vaticana, ha detto che quelle che hanno utilizzato i due giornalisti sono informazioni "in gran parte legate a una fase del lavoro ormai superata, senza la necessaria possibilità di approfondimento e valutazione obiettiva, si raggiunge invece il risultato, purtroppo in buona parte voluto, di creare l'impressione contraria, di un regno permanente della confusione."
La determinazione del Papa, e il suo metodo inusuale di riformare la Chiesa, probabilmente gli hanno fatto fare qualche passo falso, uno probabilmente riguarda proprio alcune nomine, come ad esempio nel caso delle due persone indagate per Vatileaks 2. C'è stata anche una certa fretta nell'accentrare e semplificare con la nuova Segreteria per l'Economia (e non a caso il cardinale Pell è uno dei bersagli preferiti dalla gole profonde), dimenticando che occorre armonizzare una realtà complessa che vede attori come l'Apsa, la Segreteria di Stato e lo Ior.
Le chiacchiere sui soldi in Vaticano sono storia vecchia, e molti non vogliono semplicemente una "Chiesa povera per i poveri", ma una Chiesa in rovina. In questo senso i libri in uscita non consegnano chissà quali novità, ma di certo sollazzano gli amanti del genere. E' difficile pensare a ipotetici mandanti e complotti, molto più facile credere a una triste operazione messa in piedi da affaristi, maneggioni e giornalisti interessati.
Più che aiutare il Papa, qui è stato sollevato l'ennesimo polverone. Per il resto tradimenti e scandali hanno una lunga storia nella Chiesa, cominciarono circa 2000 anni fa per opera di un certo Giuda...

Titolo originale: Vatileaks 2, un esercizio di menzogna e ipocrisia
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06/11/2015

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