BastaBugie n�467 del 17 agosto 2016

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L'IMMIGRATO HA SEMPRE RAGIONE
Un clamoroso video spiega perché l'Italia non espelle gli immigrati clandestini
Autore: Rino Cammilleri

Ahimè, chi ci libererà dai cattomunisti? Pretendono di comandare sempre e comunque, sennò fanno sfracelli. Uno potrebbe dire: vabbè, se ci tengono tanto, si accomodino. Il guaio è che non sanno farlo. Non sono autorevoli, solo prepotenti. Di economia non capiscono un'acca, la loro ricetta è una sola: tasse.
L'unica cosa che sanno fare bene è la propaganda politica, infatti sono abilissimi a occupare tutti i media. Poi, neutralizzano gli oppositori a colpi di slogan: fascista, razzista, omofobo, populista. Argomenti zero (perché non ne hanno), insulti e linciaggi i loro metodi. Piazzati nei posti, anche di lavoro, quelli della loro fazione, gli altri capiscono l'antifona, ed è per questo che non c'è mai elezione che li schiodi. I catto? In realtà sono i progressisti, che con gli stessi sistemi (e la medesima ideologia), pur essendo in minoranza, comandano. Hanno tutte le cattedre, anche quelle apicali, nonché l'arma della parola, anche domenicale, a cui i fedeli sono abituati a obbedir tacendo per rispetto e/o timor reverentialis.
Così, la copertura propagandistica è totale. I disastri? Essendo costoro giacobini d'animo, ragionano così: tanto peggio per i fatti. Come diceva un pezzo grosso del Comitato di Salute Pubblica, «faremo della Francia un cimitero pur di rigenerarla a modo nostro». Questa premessa filosofica potrà sembrare ridondante rispetto al fatto che andiamo a commentare. Ma è solo un'anticipazione del commento, e il fatto è solo un minimo ma flagrantissimo esempio.

PRIMO FATTO: IL CONTROLLORE CHE TRATTA MALE UN IMMIGRATO
Ed ecco il fatto: il linciaggio mediatico del controllore della metropolitana milanese che ha trattato in malo modo l'immigrato nero che aveva saltato i tornelli per non pagare il biglietto. Ora, nessun prete ricorda a tutti che anche gli immigrati extracomunitari, essendo esseri umani, hanno il Peccato Originale. Infatti, essi subiscono salassi economici, umiliazioni, botte, sevizie, trattamenti inumani, stupri e perfino la morte in certi casi per mano dei trafficanti e dei loro scafisti. E zitti tutto sopportano. Poi, arrivati in Italia, i disperati, i poveracci, gli infelici, i tapini, gli sfruttati eccetera ci mettono un fiat a capire come funzionano da noi le cose e adeguarsi (leggi: approfittarne): rivolte, centri d'accoglienza distrutti, cibo rifiutato. E trasporti gratis.
Chi scrive ha visto di persona tram milanesi con vecchiette italiane paganti in piedi e giovanottoni neri gratuitamente stravaccati sui sedili. Un controllore - uno - ha fatto il suo lavoro e ha aggiunto una ramanzina affinché il portoghese nero ci pensi due volte la prossima volta. Sì, è vero, gli epiteti usati non erano dei più urbani, ma mettiamoci nei panni di un lavoratore in continua tensione, dato quel che succede nel mondo (e anche nei trasporti sub milanesi: abbiamo dimenticato il macchinista amputato a colpi di machete per motivi analoghi?). E l'esasperazione per una battaglia quotidiana e senza fine dove la mettiamo? E perché, insomma, tutta la comprensione psicologica deve andare al trasgressore e non a chi ha fatto il suo dovere?
Va bene, il ladro potrà invocare l'eccesso di legittima difesa, però il catto-com-pensiero sta sempre e comunque dalla parte del ladro, questo è il punto, perché «è colpa della società» (il catto-com-pensiero, infatti, sembra evangelico ma è marxista). Ed eccoli tutti, preti in testa, a stracciarsi le vesti, tanto che l'azienda Atm ha dovuto scusarsi, avviare indagine interna, richiamare l'incauto. Il quale, ne siamo certi, d'ora in poi si aggiungerà a quei suoi colleghi che fanno finta di non vedere.
Ciò a Milano aggiungerà un voto alla Lega? Niente paura: ci pensano i c.d. centri sociali a far passare a chiunque la voglia di fare il razzista e il populista. Voi direte a questo punto: il popolo, alle prossime elezioni, farà vendetta. Sbagliato. Non avete letto bene il commento nella prima parte. Rileggetelo attentamente. Capirete perché i milanesi hanno votato di nuovo un sindaco fotocopia.

SECONDO FATTO: L'ACCOGLIENZA IMMIGRATI E' IL NUOVO ITALIAN BUSINESS
L'imam somalo che progettava di fare il kamikaze alla Stazione Termini lo abbiamo visto, al tiggì, nella "sua stanza" che passava le ore su internet wi-fi e gratuito a guardare i filmati daesh. La sua posizione di fondamentalista islamico gli impediva di fumare, sennò le sigarette gliele avrebbe passate gratis l'"accoglienza", quella stessa che fa pagare a me diecimila lire un pacchetto e mi multa salato se butto la cicca per strada.
I leghisti mostrano la foto di un vecchietto italiano che fruga nel cassonetto attorniato da "profughi" nullafacenti che lo guardano compatendolo. Ma miglior foto è quella del villaggio "Happy Family" di Campomarino Lido, (cito) «un'elegante struttura turistica con piscina» diventata «centro di accoglienza» per richiedenti asilo e che oggi ospita circa 200 migranti. Tra cui il nostro imam che intendeva farsi esplodere a Roma.
Uno potrebbe chiedersi: com'è che «un'elegante struttura turistica con piscina» decide poi di trasformarsi in un albergo a una stella che, dati gli ospiti, richiederà, alla fine di tutto (se e quando tutto finirà) una ristrutturazione ab imis? La risposta è semplice: chi glielo fa fare, a un albergatore, di stare ad aspettare che la clientela si decida a scegliere il suo albergo? Dover fare i conti con le alte e basse stagioni, svenarsi in pubblicità, competere con la concorrenza? Basta riciclarsi nel nuovo trend tutto italiano et voilà: trentacinque euri quotidiani a chiorba di ospite, per sfamare il quale ne bastano cinque. Paga Pantalone.
Un mio amico imprenditore siciliano mi ha raccontato quanto segue: aveva acquistato anni fa, per (farlocco) investimento, un immobile molto ampio che nessuno voleva, e nessuno ha continuato a volerlo fino a poco tempo fa. Non avendone necessità, lo teneva lì dov'era, senza impiego (anche perché non avrebbe saputo come impiegarlo). Ora, qualcuno, in confidenza, gli ha detto: ma perché non ci fai un  "centro di accoglienza»"? Ci cavi un sacco di soldi e ci sistemi anche, a stipendio, tuo zio, tuo cognato, tua nipote e altri disoccupati siculi. Lui, che è già benestante, ha fatto spallucce. Per ora. Ma la tentazione è forte.
L'aneddoto è esemplare e potete benissimo moltiplicarlo da soli. Se ne sono accorti anche i famosi centri sociali, che in più luoghi si stanno buttando sull'italian business del terzo millennio. Allo studioso di storia, qual io sono, viene in mente quel che accadde al tempo dei giacobini, anticipati da Enrico VIII in Inghilterra: espropriarono i beni della Chiesa (alla quale erano stati donati dal popolo) e, per far cassa, li (s)vendettero a quelli che avevano disponibilità economica immediata. Si accorsero poi che, così facendo, si erano guadagnati i migliori sostenitori possibili del loro regime, gente che, da quel momento, avrebbe combattuto la loro battaglia anche dopo la loro dipartita.
Oggi, in Italia, il regime catto-comunista sta facendo la stessa cosa, identica. Mi si obietterà che qui da noi non c'è alcuna espropriazione di beni del popolo. No? E con i soldi di chi vien fatta l'accoglienza? C'è parecchia gente che si sta facendo la classica barba d'oro, e tanta altra che ha risolto il suo problema occupazionale. E poi dicono che gli italiani sono fessi. No, siamo tutti, nel nostro piccolo, dei Re Sole: après moi le déluge. E non mi riferisco tanto al kamikaze somalo one-shot, ma al fatto che a Milano non c'è più un bar, neanche uno, che non abbia davanti il suo giovanottone africano intento a fare la questua.

Nota di BastaBugie: Ecco il video della durata di 8 minuti che ci fa capire la farsa dei rimpatri: il sistema di respingimento differito alla frontiera.


https://www.youtube.com/watch?v=lz6qSHeiqkE

Titolo originale: L'immigrato è come il cliente: ha sempre ragione
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19 e 25 luglio 2016

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