BastaBugie n�701 del 27 gennaio 2021

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LETTERE ALLA REDAZIONE: HO VISTO IL FILM UNPLANNED... TUTTI DOVREBBERO VEDERLO
La storia di Abby Johnson che dirigeva una clinica per aborti può far aprire gli occhi a molte persone ''addormentate'' sul tema del rispetto della vita nascente
Autore: Giano Colli

Carissimi amici di BastaBugie,
ho visto il film Unplanned, per ora con i sottotitoli in italiano, e ve ne voglio parlare.
Quando parliamo di aborto, spesso lo sentiamo come una cosa lontana che quasi non ci tocca, sentiamo spesso dati altissimi e non ci spieghiamo il perché ma soprattutto come siano possibili dati così alti; guardare questo film permette a esperti e non di aprire gli occhi (finalmente) sulla realtà e sulla verità.
Sono proprio queste due le protagoniste di questo film: verità e realtà.
Il film infatti non fa altro che raccontare la storia VERA di Abby Johnson.
Guardando questo film la prima cosa che ho provato è rabbia, tanta rabbia. Come ragazze giovani, anche 40 al giorno (solo in una clinica) che decidono volontariamente di uccidere il proprio bambino? Come possono medici, o meglio.. boia, fare anche 40, 50 aborti al giorno? Come possono delle strutture consigliare a giovani ragazze spaventate di abortire? Come possono madri di due figli decidere di abortire?  Come può una donna in carriera buttare nel cestino suo figlio per puntare tutto sul lavoro?
Come è possibile tutto ciò? Sicuramente Satana sa concretamente rendere desiderabile, ciò che in realtà è una vera e propria atrocità.
Con tutte queste domande in testa, dopo il film, sono andato ad informarmi in internet e banalmente sono finito su un forum, dove tantissime donne raccontano la loro esperienza per consigliarla ad altre. E qui purtroppo la prima orribile scoperta: davvero moltissime donne che hanno già uno o due figli decidono di abortire... Sono rimasto sconvolto!
Dice una donna in questo forum riguardo all'assunzione della RU486, la famigerata pillola del mese dopo: "Io ho prenotato per il 27 gennaio la somministrazione della prima e il 29 la seconda. Anche io ho 2 bimbi, uno di 8 anni e uno di 2 anni, io e mio marito siamo d'accordo, mi dispiace fare questa cosa, ma io sento che per me e per la mia famiglia è la scelta giusta. Io mi sento di consigliarti di essere sicura di quello che vuoi fare, parlane con tuo marito se solo hai un minimo dubbio".
E un'altra scrive: "Ciao a tutte, racconto di nuovo brevemente la mia storia, per chi non mi conoscesse. Ho 28 anni, convivo e ho due bambini di 6 e 3 anni... dopo il test positivo prendo subito appuntamento al consultorio, ho chiesto per la pillola Ru486, motivazione, lavoro nuovo e tante spese da affrontare".
E potrei andare avanti ancora... ma mi chiedo: come può una donna madre uccidere suo figlio? Come può farlo con così tanta facilità e, apparentemente, senza rimorso.
Il film oltre a lasciarmi tanta rabbia e tante domande ti mette proprio davanti a nuda e cruda verità dell'aborto e questo ti spiazza davvero; è una freccia che arriva diretta al cuore dello spettatore e difficilmente si toglierà di dosso.
Io il giorno dopo non sono riuscito a lavorare serenamente il mio pensiero era fisso al film!
Questo per dire che il film è davvero riuscito e può veramente far aprire gli occhi a molte persone addormentate.
Un'ultima cosa che mi ha colpito è la freddezza con cui questi "dottori" uccidono vite umane. Dottori che al giorno uccidono decine e decine di bambini. Mi torna alla mente il nome che dette padre pio all'ospedale che fondò: Casa Sollievo della Sofferenza. Quanto siamo lontani dalla cura per il malato che duemila anni di cristianesimo ci avevano insegnato!
Preghiamo perché possano esserci sempre più mamme degne di questo nome e sempre più VERI dottori, cioè difensori della vita. E preghiamo che questo tumore chiamato aborto venga estirpato.
Il film insegna anche questo... la preghiera può tutto!
Federico

RISPOSTA DEL DIRETTORE

Caro Federico,
il film Unplanned ha suscitato tanto clamore e in effetti non può lasciare indifferenti.
Per chi ancora non avesse approfittato dell'occasione, può vederlo in anteprima via streaming con un piccolo contributo alla Dominus Production che servirà per doppiare il film e portarlo nei cinema italiani appena possibile.
Padre Maurizio Botta consiglia un modo particolare per ricordare la giornata per la vita che in Italia si celebra ogni prima domenica di febbraio in ricordo (e in opposizione) alla legge dell'aborto approvata in Italia nel 1978. Lui dice di suggerire alle ragazze giovani (orientativamente dai 12 ai 18 anni) di dire un'Ave Maria per il loro futuro bambino mettendo durante la preghiera una mano sulla pancia. Questo semplice gesto è molto educativo e predispone la futura mamma ad accogliere la vita che è chiamata ad amare.
Per quanto riguarda le parrocchie, i movimenti per la vita o anche singole persone che volessero aiutare la diffusione di Unplanned anche in Italia potrebbero decidere di finanziare con offerte generose il doppiaggio del film. Aiuterebbero così la Dominus Production che ha il merito di portare in Italia pellicole di qualità eccezionale che altrimenti non potremmo vedere al cinema come God's not dead 1 e 2, Cristiada, Marie Heurtin e, appunto, Unplanned.
Infine, pur ricordando che l'aborto  è un abominevole delitto, dobbiamo assumere nei confronti delle mamme che hanno abortito un atteggiamento di compassione nel vero senso del termine, come suggerisce anche il film Unplanned.
Il disagio più profondo è procurato alla mamma dalla voce della coscienza che la società post-moderna vuole tacitare, ma drammaticamente risuona nel suo cuore, ricordandogli di aver negato a suo figlio il diritto alla vita. La tematica della sindrome post-abortiva, vale a dire il grave disagio psichico sperimentato frequentemente dalle mamme che hanno fatto ricorso all'aborto volontario, rivela la voce insopprimibile della coscienza morale, e la ferita gravissima che essa subisce ogniqualvolta l'azione umana tradisce l'innata vocazione al bene dell'essere umano, che essa testimonia.
La pratica dell'aborto suscita nella mamma una profonda sofferenza spirituale e psicologica, la cosiddetta "sindrome post-abortiva", che può manifestarsi immediatamente al termine dell'interruzione della gravidanza, oppure presentarsi dopo molti anni.
San Giovanni Paolo II rivolgeva nell'enciclica Evangelium vitae al n.99 una parola di misericordia alle donne che avevano abortito: "Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all'aborto. La Chiesa sa quanti condizionamenti possono aver influito sulla vostra decisione, e non dubita che, in molti casi, si è trattata di una decisione sofferta, forse drammatica. Probabilmente la ferita nel vostro animo non si è ancora rimarginata. In realtà, quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto.
Non lasciatevi prendere, però dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. (...) Se ancora non l'avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento. Il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della riconciliazione. Vi accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro bambino, che ora vive nel Signore"

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 20 gennaio 2021

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