BastaBugie n�181 del 25 febbraio 2011

Stampa ArticoloStampa


1 INFIBULAZIONE, CIRCONCISIONE FEMMINILE, ESCISSIONE: ECCO SPIEGATE NEL DETTAGLIO COME AVVENGONO E IN COSA CONSISTONO
La barbarie che avanza (soprattutto islamica) martirizza le donne perfino in Europa: ben 70mila le donne sottoposte a vergognose mutilazioni genitali in Italia
Autore: Andrea Lorenza Nini - Fonte: L'Ottimista
2 UNA MAMMA DICE NO ALL'EDUCAZIONE SESSUALE PER I FIGLI E PER QUESTO VIENE MESSA IN PRIGIONE
Accade in Germania a chi rifiuta di sottoporre i figli alla materia che dal 1992 è divenuta insegnamento obbligatorio perfino nelle scuole private
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Bussola Quotidiana
3 DICEVANO ''UN ORGASMO AL GIORNO LEVA IL MEDICO DI TORNO'' E INVECE SI SCOPRE IL FALLIMENTO DELL'EDUCAZIONE SESSUALE
L'esempio della Francia e dell'Inghilterra dove dilagano le gravidanze e gli aborti tra le minorenni nonostante le massicce campagne di informazione sulla sessualità
Fonte: Corrispondenza Romana
4 LE BAGGIANATE DI BENIGNI A SANREMO 2011: UNA FAVOLETTA PIENA DI EROI ASSAI LONTANA DALLA REALTA' DEI FATTI
Gli italiani esistevano prima dell'Unità d'Italia ed erano uniti non dalla lingua, ma dalla fede cattolica (che i risorgimentali tentarono di estirpare con ogni mezzo, incluso la violenza)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
5 NORDAFRICA E MEDIO ORIENTE: DIETRO LA VOGLIA DI DEMOCRAZIA, L'OMBRA DEL FONDAMENTALISMO
L'indebolimento dell'Egitto e il rovesciamento di alcuni regimi, come quello del Bahrein o della Libia, diventano mosse di una più grande partita a scacchi
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Bussola Quotidiana
6 SE VINCERA' LE ELEZIONI NEL 2012, IL CENTRODESTRA SPAGNOLO ABROGHERA' LA RIFORMA DELL'ABORTO APPROVATA DAL GOVERNO ZAPATERO
Mentre i sondaggi preannunciano una dura batosta per i socialisti, il centrodestra vorrebbe eliminare anche la materia scolastica di Educazione alla cittadinanza (dove si insegna, ad esempio, che è normale un rapporto sessuale con un animale)
Autore: Michela Coricelli - Fonte: Avvenire
7 LA SVOLTA DI CAMERON: LA DESTRA IN INGHILTERRA DICE SI AI MATRIMONI GAY ANCHE NEI LUOGHI DI CULTO
I Quaccheri, entusiasti, saranno i primi a celebrare i nuovi riti; anche alcuni vescovi anglicani a favore della riforma; solo i cattolici si mantengono fedeli alla morale naturale
Fonte: Corrispondenza Romana
8 OMELIA PER LA VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A - (Mt 6,24-34)
Non potete servire Dio e la ricchezza
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - INFIBULAZIONE, CIRCONCISIONE FEMMINILE, ESCISSIONE: ECCO SPIEGATE NEL DETTAGLIO COME AVVENGONO E IN COSA CONSISTONO
La barbarie che avanza (soprattutto islamica) martirizza le donne perfino in Europa: ben 70mila le donne sottoposte a vergognose mutilazioni genitali in Italia
Autore: Andrea Lorenza Nini - Fonte: L'Ottimista, 25 Gennaio 2011

In questi giorni di pieno dibattito elettorale al cui centro, a torto o a ragione, ci sono le donne, è passato in sordina un evento di significativa importanza: il 6 gennaio, infatti, si è svolta la quinta Giornata Mondiale contro le mutilazioni genitali femminili organizzata dalle Nazioni Unite. Mutilazioni genitali: il nome fa gelare il sangue nelle vene e sembra distante dal nostro evoluto e avanzato Occidente (anche se ormai è da chiedersi se noi occidentali siamo davvero libere...).
Eppure oggi, solo in Italia, le donne che hanno ricevuto un trattamento del genere sono ben settantamila. Se ne potrebbe parlare in maniera soft, riferendosi solamente al perché sociale, alle origini storiche e alle statistiche ma ciò tenderebbe a sminuire queste gravi violenze, a ridurle a semplici fattori culturali. Il punto di partenza è, indubbiamente, l'atavica volontà maschile, ancora viva in società tribali organizzate in gerarchie patriarcali, di sottomettere sessualmente la donna, umiliandola in un corpo che non le permette di trasgredire e neanche di sognare lontanamente l'emancipazione (o presunta tale, ma questa è un'altra storia!). Per analizzare nello specifico il problema, bisogna partire da un distinguo, già effettuato in Italia negli anni novanta dall'Organizzazione Non C'è Pace Senza Giustizia che, da quasi vent'anni, denuncia il problema e si batte per la libertà delle donne con una serie di campagne ed eventi. Sono stati così categorizzati tre tipi di "interventi" - se tali li si può definire - in una scala basata sulla gravità dell'amputazione e del trauma psico-fisico.
Quella di minore entità è l'al-sunna, vale a dire la circoncisione femminile. Essa consiste nell'asportazione della punta del clitoride, con la fuoriuscita di sette gocce di sangue. In quanto rito di purificazione meno doloroso e castrante, l'al-sunna è stato visto da molti antropologi e sociologi come il compromesso tra tradizione e modernizzazione, partendo dal presupposto che l'indottrinamento occidentale non può far altro che accrescere il senso di attaccamento alle proprie tradizioni. Ma questa non sembra certo la soluzione ottimale, perché è da combattere il principio dell'inferiorità femminile che, anche in questo caso, verrebbe rimarcato, seppur in maniera in più blanda.
Come forma più diffusa nel mondo, abbiamo, poi, l'escissione (al-wasat), che consiste nella totale asportazione del clitoride e delle piccole labbra. Infine, pratica più mostruosa e degradante, figura l'infibulazione. Oltre alla circoncisione e l'escissione, vengono anche recise le grandi labbra. Poi viene la cauterizzazione, cioè la bruciatura dei residui con un particolare strumento ed, infine, la vulva viene cucita, lasciando aperto solo un forellino per la fuoriuscita delle urine e del sangue mestruale. Ma, sebbene tutto ciò sia una vera e propria sevizia, nelle società in cui si pratica, essa viene percepita come una vera e propria necessità per la purezza e l'integrità morale delle bambine (perché parliamo di bambine, per lo più dai due ai quattordici anni) che la subiscono. La cosa paradossale è che per loro l'infibulazione rappresenta il diventare donna, in un gioco che le priva proprio di ciò che la natura ha dato loro in quanto donne. Generalmente è una festa: le madri annunciano l'evento alle proprie figlie, che vengono portate, in piccoli gruppi, in casa di una mammara-stregona (come definirla?) che le amputerà per sempre. Alle ragazzine viene spiegato che non devono piangere, perché questo porterebbe disonore alla famiglia e il padre se ne vergognerebbe. Dopo la dolorosissima operazione, effettuata con coltelli arrugginiti, pezzi di vetro o di legno, sono costrette all'immobilità per giorni e giorni, finché (se si è fortunate e non si presentano infezioni) la ferita non è cucita. Tutto questo si sopporta con rassegnazione: altrimenti, si sarebbe nient'altro che un'emarginata sociale, una donnaccia, e non si troverebbe marito. Eppure, anche la vita matrimoniale, che altro può essere se non il continuo di questa sofferenza? Non basta infatti la frigidità sessuale alla quale sono ovviamente condannate: la prima notte di nozze le attende la deinfibulazione (la recisione della chiusura da parte dell'uomo che darà così prova di indubbia virilità), poi ad ogni parto le attenderà il rischio di un soffocamento del nascituro (ed un'altra miriade di sofferenze) o di morte, e quando tutto questo sarà finito non sarà abbastanza: si dovrà reinfibulare e così via.
Come detto, l'usanza delle mutilazioni risale a tempi antichissimi, precedenti le religioni monoteistiche. Il grande storico greco Erodoto (V secolo a.C) parla già di popoli che praticano questi interventi e l'esercizio sembra risalire ad un'antica credenza per la quale il clitoride, se non reciso, crescerebbe fino a diventare un pene, portando così a rapporti di natura lesbica ed alla masturbazione. È da queste credenze, poi evolutesi, che - seppur condannate da Ebraismo e Cattolicesimo (religioni per le quali è un abominio contro l'integrità del corpo voluta da Dio), e più recentemente anche dall'Islamismo (in quanto nel Corano non vi è alcun riferimento a questa pratica) - le mutilazioni genitali continuano ad esistere in molti paesi dell'Africa, del sud-est asiatico e della penisola arabica, interessando, per lo più società di religione islamica (nei cui dogmi la sottomissione femminile è costantemente rivendicata) ma non solo.
Da ricordare, infine, che l'infibulazione non è una pratica lontana e distante che nulla ha a che vedere con noi: moltissime sono le operazioni clandestine in Italia ed è nostro dovere far a sapere a queste donne che non sono costrette a far patire il medesimo trattamento alle proprie figlie, che in Italia esiste una legge severissima contro questo reato e che ci si può ribellare ad un sistema che le umilia nel profondo.

Fonte: L'Ottimista, 25 Gennaio 2011

2 - UNA MAMMA DICE NO ALL'EDUCAZIONE SESSUALE PER I FIGLI E PER QUESTO VIENE MESSA IN PRIGIONE
Accade in Germania a chi rifiuta di sottoporre i figli alla materia che dal 1992 è divenuta insegnamento obbligatorio perfino nelle scuole private
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Bussola Quotidiana, 22-02-2011

I cristiani vengono perseguitati. Dove? Nella libera e democratica Germania, dove chi disobbedisce ai diktat scolastici finisce in galera. Recentissimo è il caso di una mamma di dodici figli trascinata in carcere nientemeno che per sei settimane per essersi rifiutata di sottoporre tre dei suoi piccoli alle lezioni di educazione sessuale volute dall’ordinamento scolastico di Stato. E non è la prima volta.
Nel settembre 2010 una mamma di quattro figli si è fatta cinque giorni di prigione e nell’agosto precedente un papà di 12 figli ne ha scontati 40 per gli stessi motivi. Identica sorte incombe peraltro ora sul capo di un’altra mamma (di nove bimbi, il maggiore di 14 anni e il più piccolo di 10 mesi) che potrebbe farsi 21 giorni di galera, come già il marito. Accade tutto nella medesima cittadina, nella medesima scuola, per le medesime ragioni. Cioè a Salzkotten, nel land del Nord Reno-Westfalia, nella Germania centrale, dove ha sede la scuola elementare Liborius a cui sono iscritti i figli di molte famiglie di fede cristiana battista indignate di quanto viene loro ammannito. La cosa più scioccante però è che la Liborius è pure una scuola cattolica. Ma in Germania è così: nessuno può sottrarsi, nemmeno le scuole private, ai programmi scolastici decisi dallo Stato nei quali dal 1970 è contemplata anche quell’educazione sessuale che dal 1992 è divenuta insegnamento obbligatorio per tutti, oggi con tanto di “pratica”.
L’avviamento scolastico alla sessualità prevede, infatti, maratone di più giorni di cui sono parte integrante anche certi spettacolini teatrali a cui i giovanissimi studenti sono tenuti a partecipare in prima persona. Del resto la Germania è il Paese dove nel luglio 2007 scoppiò la bomba del Bundeszentrale für gesundheitliche Aufklärung (il Centro federale tedesco di educazione alla salute), ovvero una sussidiaria del ministero per gli Affari familiari che diffuse nel Paese due libriccini con cui si invitava in modo diciamo disinvolto i genitori a “giocare al dottore” con i propri bimbi (si trattava di due libretti predisposti accuratamente per altrettante fasce di età: 12-36 mesi e 4-6 anni) e su cui piovvero subito le accuse di “pedofilia di Stato”.
Ora, a Salzkotten accade che diverse famiglie battiste stiano da anni praticando un braccio di ferro con la Liborius, ma in realtà con lo Stato tedesco, giudicando contrarie al proprio credo religioso le lezioni di educazione sessuale predisposte (dal 2005) dalla scuola e quindi praticando una resistenza passiva fondata sull’obiezione di coscienza. Meglio, dicono, affrontare il delicato argomento fra le mura domestiche. E però dal 2006 la legislazione tedesca vieta senza la minima eccezione e reprime duramente ogni concetto e pratica di home-schooling, quel fenomeno invece legalissimo e diffusissimo per esempio negli Stati Uniti d’America dove a garantire sia la scolarizzazione sia l’educazione dei ragazzi sono i genitori, le associazioni di genitori e i tutor ingaggiati ad hoc.
È stato così che poche settimane fa a Salzkotten è arrivata la polizia, ha stilato il verbale per sottrazione di minore dall’obbligo scolastico ai danni di una mamma, questa non ha pagato la multa comminata e la vicenda si è conclusa con 43 giorni di sole a scacchi per la signora. Del resto le famiglie incriminate non hanno violato la legge tedesca sull’home-schooling: mai hanno avuto intenzione di togliere completamente i figli dalla scuola per educarli privatamente, semplicemente li hanno sottratti a un insegnamento della sessualità che in coscienza, come il diritto internazionale consente ai genitori di fare, hanno ritenuto moralmente inaccettabile.
Alla base di tutto vi sono peraltro due casi “madre”, risalenti al febbraio 2007. Willi e Anna Dojan sono genitori di 8 figli, Eduard ed Elisabeth Eischeidt ne hanno invece tre. Entrambe le famiglie sono cristiane battiste, entrambe le famiglie avevano al tempo una ragazza undicenne, rispettivamente Lilli e Franziska, entrambe le famiglie all’epoca avrebbero per volere della scuola dovuto sottoporle a un corso di 4 giorni di educazione sessuale comprendente pure una performance interattiva e obbligatoria nello spettacolo Mein Körper gehört mir, ossia “Il mio corpo mi appartiene”. Provare, insomma, per imparare… Mamma e papà si sono allora guardati diritti negli occhi e hanno pensato che le loro ragazze meritassero qualcosa d’altro. Mica immaginavano che sarebbe finito tutto in tribunale.
L’Alliance Defense Fund (ADF), una organizzazione statunitense nata nel 1994 per riunire associazioni e avvocati a difesa della libertà religiosa a livello internazionale, ha portato i casi dei Dojan e degli Eischeidt davanti alla Corte Europea dei diritti umani. Il legale dell’ADF che li difende, l’avvocato Roger Kiska di Bratislava, ritiene infatti essere un diritto sacrosanto delle famiglie in questo caso tedesche quello di potersi in piena coscienza opporre a un insegnamento che palesemente cozza con la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (1950), per la precisione l’art. 2 del Protocollo addizionale approvato il 20 marzo 1952 il quale sancisce: «Il diritto all’istruzione non può essere rifiutato a nessuno. Lo Stato, nell’esercizio delle funzioni che assume nel campo dell’educazione e dell’insegnamento, deve rispettare il diritto dei genitori di assicurare tale educazione e tale insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche».
Complessivamente, l’ADF sta difendendo oggi ben cinque famiglie che si trovano a dover in coscienza resistere a una situazione grave che quando, poche settimana fa, l’ha apertamente denunciata Papa Benedetto XVI tutti si sono sentiti in dovere di canzonarlo.
Torniamo a Salzkotten, con il caso dell’ultima mamma incarcerata che gira sul web oramai da qualche giorno, ma con un’avarizia di notizie che lascia a bocca spalancata. Che nel nostro mondo annegato dall’informazione una mamma che vive nel cuore del mondo civile, a un tiro di schioppo dalle nostre telecamere sempre guardone e dai nostri giornali sempre voyeur, si faccia un mese e mezzo di galera per resistenza a pubblico programma scolastico e che la cosa sia ignorata dai giornali è quantomeno sconcertante.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 22-02-2011

3 - DICEVANO ''UN ORGASMO AL GIORNO LEVA IL MEDICO DI TORNO'' E INVECE SI SCOPRE IL FALLIMENTO DELL'EDUCAZIONE SESSUALE
L'esempio della Francia e dell'Inghilterra dove dilagano le gravidanze e gli aborti tra le minorenni nonostante le massicce campagne di informazione sulla sessualità
Fonte Corrispondenza Romana, 5 Febbraio 2011

Il segretario della associazione "Scienza e Vita" di Pisa e di Livorno, Renzo Puccetti, interviene sulle accuse rivolte al Santo Padre, dopo il suo discorso del 16 gennaio contro l'educazione sessuale nelle scuole. «Si sostiene infatti – scrive il dott. Puccetti su Zenit.org – che l'educazione sessuale obbligatoria nelle scuole è un progresso e si porta l'esempio di cosa è avvenuto in Francia, Olanda, Svezia, indicando quelle esperienze come veri modelli di civiltà, di pluralismo e scientificità.
Ma è proprio così? Quali dovrebbero essere gli obiettivi di questo supposto progresso educativo? Dal momento che si chiede l'opinione di esponenti del mondo della medicina, l'educazione sessuale insegnata ai bambini e ai ragazzi nelle scuole dovrebbe servire a ridurre le malattie sessualmente trasmesse, le gravidanze indesiderate e gli aborti tra i giovani. Per cos'altro lo Stato dovrebbe chiedere a cittadini già asfissiati dalle tasse ulteriori sacrifici economici? O si preferirebbe una semplice ripartizione che stornasse parte dei fondi per l'edilizia scolastica a favore della "buona educazione" sessuale?
In Inghilterra, qualche tempo fa, non sapendo più che pesci prendere per il dilagare delle gravidanze e degli aborti tra le minorenni, si stampò un opuscolo il cui titolo era un programma: Un orgasmo al giorno leva il medico di torno. Il prestigioso "British Medical Journal", tuttavia, aveva pubblicato nel 2009 uno studio i cui risultati non erano stati proprio quelli auspicati: analizzando un gruppo di 446 giovani a rischio, i ricercatori hanno verificato che le ragazze a cui era stato fornito un programma contenente informazioni sulla contraccezione mostravano un tasso di gravidanze tre volte e mezzo superiore rispetto alle coetanee che non avevano frequentato quelle lezioni. Con un tasso di abortività tra le giovani fino a 19 anni pari a 23, in Inghilterra l'ente preposto ha dato il via libera per la pubblicità televisiva delle cliniche per aborti.
In Francia, Paese in cui il numero di pillole del giorno dopo vendute nell'ultimo anno è stato di un milione e centomila confezioni, la nazione in cui il 95% delle donne sessualmente attive che non desidera una gravidanza usa la contraccezione, in massima parte fatta di pillola e spirale, il Paese in cui sono obbligatorie 40 ore all'anno di educazione sessuale, sono stati praticati 213.382 aborti nel 2007, con un tasso di abortività tra le ragazze di 15-19 anni pari a 15,6. In Svezia, Paese in cui l'associazione per l'educazione sessuale è stata fondata nel 1933 dalla femminista Elise Ottesen-Jensen, dove nel 1945 apparve il primo manuale per l'educazione sessuale rivolto agli insegnanti, dove nel 1955 l'educazione sessuale nelle scuole divenne obbligatoria, nel Paese dei vichinghi dove sin dalla più tenera età si insegna a impratichirsi con il lattice vulcanizzato nei "condom's days", qual è il tasso di abortività tra le giovani?
Solo, si fa per dire, 22,5, tre volte più alto rispetto a quello registrato tra le pari età italiche, per le quali nell'ultima relazione è attestato a 7,2, nonostante i "poveri" giovani italiani siano costretti ad informarsi dagli amici, da Internet e, pensate un po' che obbrobrio, persino dai genitori. I dati dell'Olanda, dove a scuola esiste il programma Long Live Love per i ragazzi di almeno 13 anni, non si scosterebbero di molto.
E sul versante delle malattie sessualmente trasmesse? Qui i dati sono più farraginosi e più difficilmente comparabili, ma può essere indicativo quanto riportava l'Organizzazione Mondiale della Sanità riguardo l'infezione da clamidia, un germe assai insidioso, causa talora di sterilità per infezioni trascurate, riferendo la prevalenza negli anni '90: Italia 2,7%, Francia 3,9%, Olanda 4,9%, Regno Unito 6,2%. E allora? Se questi sono i risultati dell'educazione sessuale a scuola – conclude Puccetti –, voglio essere ottimista e sperare che in Italia non si dia più neppure un centesimo per queste iniziative, lasciando che ciascuno, secondo il proprio grado di maturazione, inizi il proprio percorso di avvicinamento alla scoperta di una dimensione dell'umano grandiosa e potente».

Fonte: Corrispondenza Romana, 5 Febbraio 2011

4 - LE BAGGIANATE DI BENIGNI A SANREMO 2011: UNA FAVOLETTA PIENA DI EROI ASSAI LONTANA DALLA REALTA' DEI FATTI
Gli italiani esistevano prima dell'Unità d'Italia ed erano uniti non dalla lingua, ma dalla fede cattolica (che i risorgimentali tentarono di estirpare con ogni mezzo, incluso la violenza)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 19 febbraio 2011

Roberto Benigni merita un grande "grazie!". Certo, alcune baggianate le ha dette nella sua performance al festival di Sanremo.
Per esempio, se ho ben capito (perché affastellava argomenti con un eloquio sovraeccitato) ha detto che fu Mazzini, nel 1830, a inventare il Tricolore. E' una sciocchezza.
Chissà come gli è venuta in mente: il Tricolore fu concepito da Luigi Zamboni e Giambattista De Rolandis, a Bologna nel 1794 (l'ho raccontato di recente su queste colonne). E fu poi ripreso – come tutti sanno – dalla Repubblica Cispadana nel 1797. Mazzini non era neanche nato.
Suggestivo è il riferimento benignesco alle origini del Tricolore dalla Divina Commedia (Purg. XXX, 30-33), ma purtroppo l'attore toscano ignora che i colori bianco, rosso e verde del vestito di Beatrice indicano le tre virtù teologali, Fede, Speranza e Carità e così il riferimento dantesco rimane monco.
Qualcuno poi dovrà spiegare a Bossi e alla Lega che il Tricolore nasce dallo stendardo della Lega lombarda (la croce rossa in campo bianco che proveniva dalle crociate) e che l'unità d'Italia è in gran parte un' "impresa padana".
Ma chissà se ascolteranno.
Per tornare a Benigni, ci sono poi le gaffe dovute all'ingarbugliamento verbale del comico, come quando ha detto che la cultura italiana esisteva prima della nazione: una cosa senza senso, chissà perché rilanciata dai tg come una geniale idea.
In realtà intendeva dire che la nazione e la cultura italiane esistevano prima dello Stato unitario (che è sorto appunto nel 1861).
Era uno spunto bello – quello della cultura italiana che precede lo Stato – che sarebbe stato da approfondire. Peccato che l'abbia lasciato cadere.
E peccato che l'orazione civile di Benigni abbia celebrato un Risorgimento da scuola elementare di cento anni fa.
E' stato un alluvione di retorica da piccola vedetta lombarda. Ha narrato una favoletta piena di eroi giovani e forti (che sono morti) assai lontana dalla realtà dei fatti.
Non c'è stato nemmeno il sentore delle zone d'ombra, degli errori e pure degli orrori della "conquista piemontese".
Detto questo credo che Benigni sia stato grande e abbia fatto comunque una grande cosa.
Prima di tutto per la sua emozione e la sua commozione che ci hanno toccato il cuore e che ci hanno fatto sentire come nostro perfino un inno nazionale improbabile e per certi aspetti imbarazzante.
Il caso Benigni è emblematico. Nessuno ha riflettuto su quanto sia singolare che a un comico sia di fatto affidata l'unica vera celebrazione del 150° dell'Unità d'Italia (in effetti la performance di Benigni a Sanremo era più attesa dei discorsi ufficiali del presidente Napolitano).
In realtà c'è una ragione profonda. E' data dal fatto che, dopo il fascismo, che ridusse l'amor di patria a una macchietta comica prima e tragica poi (per il nazionalismo, il colonialismo e la catastrofe bellica), le sole due modalità che gli italiani, nel cinquantennio repubblicano, si sono concessi per essere patriottici sono state il calcio (lo stadio, dove giocava la Nazionale, è diventato l'unico posto dove sventolavamo il Tricolore) e la comicità (vedi "La grande guerra" interpretata da Gassman e Sordi, per fare un esempio).
Il registro comico ci permette infatti di dirci che siamo fieri di essere italiani (specie col mito "italiani brava gente"), ma con un sorriso rassicurante, col sottinteso cioè che non ci prendiamo troppo sul serio e nessuno si sogna più di emulare la Roma imperiale: infatti gli italiani possono essere solo "eroi involontari", proprio come Gassman e Sordi in quel capolavoro di Monicelli.
Anche il palcoscenico della celebrazione di Benigni era emblematico: il festival di Sanremo e la Tv.
Emblematico perché (primo) Festival e Tv sono il tempio del sentimento nazional-popolare, (secondo) perché rientrano perfettamente nello stereotipo più diffuso e banale – gli italiani spaghetti e mandolino – e (terzo) perché confermano perfino lo stereotipo colto per il quale – in fin dei conti – la nostra arte e la nostra cultura ci fanno da duemila anni il cuore del mondo (del resto  il Festival si vanta di essere "la musica italiana").
C'è un'altra piccola rivoluzione memorabile compiuta da Benigni: per un cinquantennio la parola "patria" è stata un tabù per la Sinistra comunista e per la cultura ufficiale. Bastava pronunciarla per essere accusati di fascismo.
Non solo. I comunisti avevano certamente dato un grandissimo contributo alla liberazione del Paese dal nazifascismo, nella guerra partigiana, però il Pci era asservito a Stalin, a una potenza straniera minacciosa e nemica dell'Italia.
Per capire cosa significa ciò bisogna ricordare che nel momento più drammatico dello scontro fra mondo libero e Urss, attorno al 1948-1949, quando l'Armata Rossa si stava divorando mezza Europa, asservendo decine di Stati dell'Est europeo e arrivando fino a Trieste con mire fameliche e aggressive, uno come Enrico Berlinguer – il migliore di quel campo (a quel tempo leader della Fgci) – affermava che in caso di guerra i giovani non avrebbero combattuto contro l'Armata Rossa.
Fece indignare lo stesso De Gasperi che gli rispose di persona, con un suo duro discorso (il legame del Pci con l'Urss è durato a lungo: perfino i finanziamenti sovietici sono arrivati fino alla fine degli anni Settanta).
Ancora negli anni Ottanta – nella decisiva vicenda degli euromissili (che poi porterà tali cambiamenti a Mosca da provocare il crollo del comunismo) – il Pci, anziché schierarsi con la Nato per far fronte alla minaccia dei missili sovietici puntati sull'Europa, scelse un "pacifismo" che di fatto significava non difendere gli interessi nazionali e avvantaggiare l'Urss (chissà se il presidente Napolitano ricorda...).
Ciò detto che oggi si possa parlare di "patria" senza più i tabù ideologici del passato, come ha fatto Benigni, è una gran bella cosa. Che tutti insieme ci si possa riconoscere nel nostro passato e nel nostro Paese, come una sola famiglia è meraviglioso.
Tanto più in questo anniversario dei 150 anni dell'unità nazionale, nel quale il Paese sembra dilaniato dagli odi e il disprezzo reciproco quasi rende impossibile riconoscersi come un solo popolo.
Benigni si è trovato a svolgere un ruolo che non dovrebbe essere affidato a un attore, specialmente a un attore comico, ma ha trovato nella propria religiosità il modo per cantare un inno che ci ha unito e che nessuno avrebbe potuto restituire con eguale semplicità. Per qualche minuto sugli odi e sul disprezzo reciproco ha prevalso in tutti la sensazione di essere un popolo. E ha prevalso l'amore per quella cosa bellissima che si chiama Italia.

LE MENZOGNE DI BENIGNI

Roberto Benigni nel suo show andato in onda sulla Rai durante il Festival di Sanremo 2011 ha inondato di menzogne i malcapitati telespettatori (ecco il video che le distrugge tutte)

Ecco come si nasconde la verità sulla guerra anticattolica delle potenze massoniche del Risorgimento con cui si distrusse il Regno Cattolico delle Due Sicilie e si invase Roma ed il Papato inaugurando lo Stato laico, ateo e massonico che ora abbiamo!
In questo video le menzogne di Benigni sono confutate una ad una.


http://www.gloria.tv/?media=151566

DOSSIER "FESTIVAL DI SANREMO"
Le edizioni dal 2009 ad oggi

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Libero, 19 febbraio 2011

5 - NORDAFRICA E MEDIO ORIENTE: DIETRO LA VOGLIA DI DEMOCRAZIA, L'OMBRA DEL FONDAMENTALISMO
L'indebolimento dell'Egitto e il rovesciamento di alcuni regimi, come quello del Bahrein o della Libia, diventano mosse di una più grande partita a scacchi
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Bussola Quotidiana, 22-02-2011

Che dietro le rivolte che stanno infiammando le piazze del Nordafrica e del Medio Oriente ci sia una genuina voglia di democrazia e di libertà non c'è dubbio. Che ci sia un inizio, appena un inizio, di rivoluzione culturale nel mondo islamico dove anche delle personalità religiose cominciano a fare i conti con i diritti umani, anche questo è indubbio.
Eppure questi aspetti positivi delle rivolte in atto non garantiscono sull'evoluzione della situazione, perché ci sono all'opera anche altre forze che rischiano di incanalare le proteste verso lidi ben distanti dalle attese dei popoli in fermento.
Nei giorni scorsi lo ha detto chiaramente il vescovo iracheno di Kirkuk, monsignor Louis Sako, secondo cui sono all'opera forze esterne che "hanno la volontà di cambiare lo status quo della regione". Secondo monsignor Sako ci sono da una parte gli interessi degli Stati Uniti che, avendo imparato la lezione di Iraq e Afghanistan, vogliono un "nuovo Medio Oriente" ma senza impegnarsi in altre guerre. Dall'altra parte c'è l'Iran, sciita, che mira apertamente a diventare la prima potenza regionale scavalcando in questo ruolo l'Arabia Saudita, sunnita. Ecco allora che l'indebolimento dell'Egitto e il rovesciamento di alcuni regimi, come quello del Bahrein (dove la minoranza sunnita governa su una maggioranza sciita) diventano una mossa di una più grande partita a scacchi.
Ma più in generale c'è il rischio che i movimenti fondamentalisti, almeno in alcuni paesi, prendano il controllo della situazione spostando gli equilibri della regione. "Il fondamentalismo – ha detto ancora monsignor Sako - ha paura che i paesi islamici perdano la loro identità religiosa: vedono l'Occidente come uno spazio vuoto dal punto di vista religioso e privo di valori spirituali. Quello che osservano dalla televisione è un mondo senza moralità, dove la religione non mantiene più la sua importanza. Se la modernità arriverà in Medio Oriente l'islam crollerà perché, a differenza del cristianesimo, non saprà capace di aggiornarsi".
Che la minaccia fondamentalista sia seria ce lo sta ricordando in questi giorni la Libia dove il crollo del regime di Gheddafi si teme possa spianare la strada ad avventure islamiste. I religiosi islamici si sono infatti schierati apertamente contro Gheddafi e le poche immagini delle proteste di piazze, filtrate in Occidente, mostrano la folla che si scontra con la polizia al grido di "Allah Akhbar" (Dio è grande). Le conseguenze di una tale trasformazione del regime sarebbero enormi: dalla stabilità della regione all'approvvigionamento energetico fino all'immigrazione.
Per questo i paesi europei sono chiamati a seguire con molta attenzione quanto sta avvenendo. E non è certo incoraggiante il sostanziale silenzio di queste settimane così come l'impossibilità dei ministri degli Esteri della Ue di arrivare a un documento esplicito e chiaro a difesa dei cristiani perseguitati in Medio Oriente.
A questo proposito vale ancora la pena di riprendere le parole di monsignor Sako: "I cristiani del Medio Oriente hanno paura di fronte a questi cambiamenti. Sono in attesa di questa nuova fase con una speranza fragile e delicata. Hanno molto sofferto, per loro la democrazia è una bella soluzione ma vogliono capire il come e il quando della sua applicazione piena. Se non vedono soluzioni concrete e positive, se ne vanno dai loro paesi. Il vero nodo, di fronte ai vari cambiamenti in Medio Oriente, è la sicurezza: come è possibile vivere, soprattutto in quanto minoranza, quando la sicurezza non esiste?".

Fonte: La Bussola Quotidiana, 22-02-2011

6 - SE VINCERA' LE ELEZIONI NEL 2012, IL CENTRODESTRA SPAGNOLO ABROGHERA' LA RIFORMA DELL'ABORTO APPROVATA DAL GOVERNO ZAPATERO
Mentre i sondaggi preannunciano una dura batosta per i socialisti, il centrodestra vorrebbe eliminare anche la materia scolastica di Educazione alla cittadinanza (dove si insegna, ad esempio, che è normale un rapporto sessuale con un animale)
Autore: Michela Coricelli - Fonte: Avvenire, 1° febbraio 2011

Se vincerà le elezioni nel 2012, il centrodestra spagnolo abrogherà la recente riforma dell'aborto approvata dal governo di José Luis Rodriguez Zapatero. Lo ha annunciato il leader del Partito popolare, Mariano Rajoy, in un'intervista al quotidiano conservatore "El Mundo": l'intenzione è «ritornare alla normativa precedente», il testo del 1985. Fino allo scorso anno, in Spagna era possibile abortire soltanto in tre casi: per violenza sessuale, grave malformazione del feto e rischio fisico o psicologico per la madre. La nuova legge ha liberalizzato completamente l'interruzione della gravidanza entro le prime 14 settimane. Uno dei punti più controversi riguarda le minorenni: a 16 e 17 anni è possibile abortire senza l'autorizzazione dei genitori.
L'annuncio di Rajoy ha provocato un'alzata di scudi in difesa della riforma di Zapatero da parte dell'Associazione Cliniche Accreditate Per l'Interruzione della Gravidanza (Acai): la donna «perderà» di nuovo il suo diritto «ad assumere decisioni», contrattacca la numero due dell'organizzazione, Francisca Garcia. Non è l'unica polemica suscitata dall'intervista. Il centrodestra vorrebbe eliminare anche la materia scolastica di "Educazione alla cittadinanza": una sorta di educazione civica, che secondo i detrattori ha un carattere troppo ideologico e politico. Mentre il numero uno dei Popolari comincia a svelare il suo programma in vista della sfida del 2012, i socialisti – allarmati dai sondaggi che preannunciano una dura batosta – cercano di gettare acqua sul fuoco del dibattito più spinoso del momento: chi sarà il candidato del Psoe? Zapatero si ripresenterà o verrà sostituito dal suo vice, il ministro dell'Interno Alfredo Perez Rubalcaba, come assicura buona parte della stampa? L'enigma non è ancora stato risolto. Di fronte alle telecamere della tv pubblica, il premier ha assicurato che «manca ancora molto tempo» per il 2012. Ma il clima sembra già pre­elettorale.

Fonte: Avvenire, 1° febbraio 2011

7 - LA SVOLTA DI CAMERON: LA DESTRA IN INGHILTERRA DICE SI AI MATRIMONI GAY ANCHE NEI LUOGHI DI CULTO
I Quaccheri, entusiasti, saranno i primi a celebrare i nuovi riti; anche alcuni vescovi anglicani a favore della riforma; solo i cattolici si mantengono fedeli alla morale naturale
Fonte Corrispondenza Romana, 14 Febbraio 2011

Matrimoni religiosi anche per le coppie omosessuali: in Gran Bretagna è già polemica sull'ultima proposta del Governo. Questa settimana Lynne Featherstone, il sottosegretario alle pari opportunità, proporrà in Parlamento una modifica della legge sui matrimoni per consentire per la prima volta a coppie gay di sposarsi anche in luoghi di culto. La nuova norma cambierebbe la definizione legale di matrimonio come unione tra un uomo e una donna, e permetterebbe ufficialmente alle due persone gay di definirsi "marito" e "moglie".
Si prevedono lunghi dibattiti e discussioni sia in Parlamento che in ambienti religiosi. La Gran Bretagna nel 2005 aveva reso legali le cosiddette "civil partnership", legami civili tra omosessuali che da un punto di vista legale sono equivalenti al matrimonio (per quanto riguarda lo status civile, il diritto di ereditare, la pensione e così via). Da allora 26mila coppie sono state unite in partnership. Finora però la cerimonia doveva essere strettamente laica e non era consentito di utilizzare simboli religiosi, letture dalla Bibbia o inni sacri. Per questo da tempo alcuni gruppi omosessuali definiscono la civil partnership una sorta di 'matrimonio di seconda classe' o di serie B che non ha lo stesso valore simbolico.
Secondo le intenzioni del Governo le diverse religioni dovranno essere libere di decidere se consentire o meno l'uso delle loro Chiese, moschee, sinagoghe o altri luoghi di culto per i nuovi 'matrimoni'. I Quaccheri, che già nel 2009 riconoscono come legittimi i matrimoni tra gay, saranno i primi a celebrare i nuovi riti. Altrettanto netta, sul fronte opposto, la posizione dei leader della Chiesa cattolica e della religione Islamica, assolutamente contrari. La religione ebraica è invece divisa tra rabbini liberali, che si sono già detti a favore della riforma, e rabbini ortodossi che sono contrari.
La Chiesa d'Inghilterra ha reagito con molta freddezza all'annuncio, dichiarando che non intende mettere a disposizione le proprie chiese per questo tipo di cerimonia. Un portavoce ha esortato il Governo a procedere "con grande cautela" per evitare "conseguenze difficili e non volute". C'è anche il timore che, una volta modificata la legge, le coppie gay possano fare causa alle Chiese che rifiutano di ospitare i matrimoni tra omosessuali, innescando una serie di lunghe e complesse liti in sede legale.
La proposta del Governo crea ancora più difficoltà per la Chiesa anglicana perché rischia di creare un'ulteriore divisione al suo interno tra conservatori e liberali. Un gruppo di vescovi anglicani si è già schierato a favore della riforma, sostenendo che non è giusto "negare alle coppie gay la scelta tra matrimonio civile e matrimonio religioso che le coppie eterosessuali hanno".

Fonte: Corrispondenza Romana, 14 Febbraio 2011

8 - OMELIA PER LA VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A - (Mt 6,24-34)
Non potete servire Dio e la ricchezza
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 27 febbraio 2011)

Il Vangelo di questa domenica ci insegna ad avere una fiducia illimitata nella Divina Provvidenza. Parlando alle folle, Gesù afferma solennemente: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza» (Mt 6,24). I due padroni che si contendono l'uomo sono Dio e la ricchezza. La ricchezza seduce l'uomo per farne uno schiavo, Dio lo attira per fare di lui un figlio libero. La scelta dell'uomo è dunque tra un bene effimero e ingannevole e il Bene sommo e necessario, tra la schiavitù e la libertà dei figli di Dio.
Dopo l'iniziale affermazione, il discorso di Gesù si fa pressante, inesorabile, per fugare dall'uomo uno dei mali che è di tutti i tempi e che sembra caratterizzare in modo particolare il mondo in cui viviamo oggi. Questo male è la preoccupazione, l'ansia, l'assillo, l'affanno che invadono l'uomo di fronte al bisogno quotidiano e all'incertezza del futuro. L'angosciosa preoccupazione per i beni della terra è contraria alla fede nell'amore premuroso e provvido del Padre Celeste.
Nella prima lettura, questo amore premuroso e provvidente di Dio è descritto come l'amore di una madre: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,15). Tante volte potrebbe sopraggiungere la tentazione di considerarci abbandonati da Dio, di pensare che Egli non si prenda più cura di noi. Di fronte a questa tentazione dobbiamo reagire prontamente con la preghiera e con la meditazione della Parola di Dio.
Per descrivere la premura più che materna della Divina Provvidenza, Gesù si serve di paragoni molto belli desunti dal creato, paragoni che erano certamente molto familiari agli ascoltatori del Maestro che, per lo più, erano pastori e contadini. Egli parla dei gigli del campo e degli uccelli del cielo ed invita a considerare come il Padre Celeste si prende cura di loro: «Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro Celeste li nutre» (Mt 6,26). E, subito dopo, afferma: «Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro» (Mt 6,28-29).
Gesù, dunque, ci esorta a non preoccuparci: noi valiamo molto più degli uccelli del cielo e dei gigli del campo. Se Dio ci ha dato il bene preziosissimo della vita, che costituisce il più, perché non dovrebbe o non potrebbe provvedere a ciò che serve al nostro sostentamento, che è il meno? Come fare per sperimentare questa Provvidenza? Gesù ce lo dice chiaramente: «Cercate [...], anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33). Dobbiamo dunque mettere le esigenze di Dio al primo posto nella nostra vita. Se, invece, faremo come i pagani, e ci preoccuperemo per l'avvenire, e metteremo queste esigenze terrene al di sopra di tutto, allora non otterremo l'aiuto tanto necessario.
Questa fiducia illimitata nella Divina Provvidenza non dispensa l'uomo dall'impegno per le cose della terra. Le parole che abbiamo ascoltato non sono un invito alla pigrizia, alla spensieratezza e ad aspettare che la Provvidenza piova dal cielo senza alcuna nostra collaborazione. Il nostro impegno ci dovrà sempre essere e, insieme al nostro impegno, verrà l'aiuto divino. Con frase molto profonda, san Massimiliano Maria Kolbe insegnava che bisogna "occuparci" ma mai "preoccuparci". Questo, penso, sia l'insegnamento più profondo della pagina evangelica di oggi.
Già un saggio dell'antichità pagana, il noto Seneca, diceva che non si deve sciupare il tempo presente con la paura del futuro. A questa sapienza umana, il Vangelo aggiunge la vastità degli orizzonti divini e la certezza che lassù in cielo non vi è una divinità indifferente a ciò che capita quaggiù sulla terra, ma vi è Dio che vede e provvede. Abituiamoci a vedere nelle piccole cose di ogni giorno un segno della sua bontà. Quanto più aumenterà la nostra fiducia, tanto più cresceranno gli aiuti di Dio.
Terminiamo questa omelia con una frase che Gesù diceva ad un'anima privilegiata, una frase che sintetizza molto bene il messaggio delle letture odierne: «Se Io sono buono per tutti, sono buonissimo verso coloro che hanno fiducia in me. Sai quali sono le anime che approfittano di più della mia bontà? Sono quelle che prima di tutto hanno fiducia... Le anime fiduciose rubano le mie grazie».

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 27 febbraio 2011)

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.