BastaBugie n�190 del 29 aprile 2011

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1 L'UNGHERIA APPROVA LA NUOVA COSTITUZIONE CHE FINALMENTE SOSTITUISCE QUELLA STALINISTA
Gli ungheresi hanno osato evocare le loro radici cristiane, ecco perché il Corriere della Sera (con i burocrati europei) scatena il peggior odio ideologico
Autore: Rodolfo Casadei - Fonte: La Bussola Quotidiana
2 CROCIFISSO IMMERSO IN UN BICCHIERE PIENO DI URINA: SI PUO' TOLLERARE CHI OFFENDE (PER FARSI PUBBLICITA') I SENTIMENTI RELIGIOSI DEI CRISTIANI?
In Occidente lo sport preferito dai relativisti consiste nell'oltraggiare i cattolici... e guai a loro se apron bocca, altrimenti sono etichettati come integralisti bacchettoni
Fonte: Corrispondenza Romana
3 LA DISINFORMAZIONE SISTEMATICA DEL MENSILE FOCUS: GESU' SAREBBE NATO A NAZARETH (E NON A BETLEMME) ED AVREBBE AVUTO SEI FRATELLI
Ecco l'ennesimo tentativo delle lobby anticristiane di attaccare il cristianesimo gettando confusione sulla figura storica di Gesù
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Il Settimanale di Padre Pio
4 L'AUTRICE DEL BEST-SELLER ''SPOSATI E SII SOTTOMESSA'' CI SPIEGA PERCHE' NON ANDRA' A VEDERE ''HABEMUS PAPAM'' DI NANNI MORETTI
Perché dovrei chiedere a un non credente di parlarmi della mia Chiesa alla quale appartengo fieramente? Sarebbe come chiedere consigli di allenamento per la maratona alla mia bisnonna
Autore: Costanza Miriano - Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com
5 ''YOUCAT'', IL NUOVO CATECHISMO PER I GIOVANI: ECCO COME UNA BUONA IDEA E' STATA REALIZZATA MALE
Il testo della Conferenza Episcopale Austriaca è pieno di errori e ambiguità: senz'altro da sconsigliare (molto meglio è il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992, anche per i giovani)
Fonte: Corrispondenza Romana
6 I CRISTIANI SI DANNO LA ZAPPA SUI PIEDI OFFRENDO LE PROPRIE CATTEDRE AI MAESTRI DEL RELATIVISMO
La Diocesi di Cremona invita a parlare Gherardo Colombo, il magistrato di ''mani pulite''
Fonte: Corrispondenza Romana
7 LO ''IUS PRIMAE NOCTIS'' E' UN FALSO STORICO
E' totalmente falso il mito (inventato da uno scozzese nel 1526) secondo cui nel medioevo i feudatari avevano il diritto di portarsi a letto le spose dei loro sudditi nella prima notte di matrimonio
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Bussola Quotidiana
8 IN FRANCIA VIENE UCCISO PRIMA DI NASCERE IL 96 PER CENTO DEI BAMBINI DOWN, MA C'E' CHI SI PREOCCUPA E DICE: DOBBIAMO ARRIVARE AL 100 PER CENTO
L'aborto deve essere favorito in tutti i modi costringendo le donne ad affrontarlo in solitudine, e nessuno si sogni di dare alternative: va inculcato che i bambini handicappati sono un orrore
Autore: Carlo Bellieni - Fonte: L'Occidentale
9 OMELIA PER LA II DOMENICA DI PASQUA - ANNO A - (Gv 20,19-31)
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - L'UNGHERIA APPROVA LA NUOVA COSTITUZIONE CHE FINALMENTE SOSTITUISCE QUELLA STALINISTA
Gli ungheresi hanno osato evocare le loro radici cristiane, ecco perché il Corriere della Sera (con i burocrati europei) scatena il peggior odio ideologico
Autore: Rodolfo Casadei - Fonte: La Bussola Quotidiana, 22-04-2011

Dei 23 paesi dell'Europa post-comunista (quella che va da Praga al Kazakistan) l'Ungheria è cronologicamente l'ultimo che ha deciso di darsi una nuova costituzione, che entrerà in vigore lunedì dopo che il capo dello Stato Pál Schmitt l'avrà controfirmata. Ma anziché rallegrarsi per l'uscita di scena dell'ultima costituzione stalinista d'Europa, entrata in vigore nel 1949 sotto il governo di Matyas Rakosi, "il miglior discepolo ungherese di Stalin", come usava definirsi, l'uomo che fece incarcerare 100 mila oppositori politici (fra i quali il cardinale József Mindszenty condannato all'ergastolo) e giustiziarne 2 mila, politici, giornalisti ed osservatori europei e non solo stanno facendo a gara nell'accusare il nuovo testo, approvato da una maggioranza schiacciante di parlamentari (262 voti a favore e 44 contari, più una sessantina che hanno abbandonato l'aula al momento del voto), delle peggiori nefandezze.
Autoritarismo, sciovinismo, omofobia, fondamentalismo religioso, intolleranza, discriminazione, estraneità ai valori europei: non c'è insulto politico che non sia stato affibbiato al nuovo testo e alle forze politiche che l'hanno prodotto: il partito Fidesz del premier Viktor Orban e  il Kdnp (Partito popolare cristiano-democratico), che in coalizione hanno conquistato i due terzi dei seggi. Caratteristica della maggioranza dei critici della nuova costituzione è però quella di affermare che l'Europa si trova davanti a una costituzione «varata e progettata da un solo partito di nome Fidesz» (Giorgio Pressburger sul Corriere della Sera del 20 aprile), una palese falsità che fa subito nascere sospetti sulle reali intenzioni di questi critici.
A fianco infatti di alcune critiche che un minimo di fondamento ce l'hanno, si innalza una montagna di accuse terribili ma pretestuose che sembra essere stata scatenata da puro odio ideologico per il fatto che la costituzione esalta l'identità nazionale ungherese e mette in evidenza le sue radici cristiane: due temi che vanno di traverso alle élites intente a produrre un'Europa senza radici e senza identità, fondata sul relativismo etico e culturale che permetta alle burocrazie politiche di Bruxelles e ai potentati finanziari di tutto il continente di dominare incontrastati.
La nuova costituzione abbassa l'età del pensionamento dei giudici da 70 a 62 anni, stabilisce che le Leggi cardinali che potranno essere approvate dal parlamento su alcune materie potranno essere modificate solo con maggioranze dei due terzi, prolunga i termini di alcune nomine, come quella del Procuratore generale o del Presidente del consiglio fiscale, riduce i poteri della Corte costituzionale sottraendogli i giudizi su materie finanziarie e fiscali. Chiari indizi di una maggioranza politica che vuole lasciare la propria impronta sulle istituzioni. Sta di fatto che la "rivoluzione costituzionale" era stata un cavallo di battaglia della coalizione Fidesz-Kdnp durante la campagna elettorale, e che i socialisti avevano ammonito l'elettorato che Orban, se vincitore, avrebbe fatto seguire i fatti alle parole. Dunque gli ungheresi hanno consegnato i due terzi del parlamento alla coalizione di centrodestra in piena coscienza: le leggi modificabili d'ora in poi solo con maggioranze qualificate sono il prodotto di un parlamento che per l'appunto le sta votando con maggioranza qualificata. Quanto ai poteri della Corte costituzionale, torneranno pieni quando il disavanzo pubblico, che attualmente è pari all'80 per cento del Pil, scenderà sotto il 50 per cento: una disposizione costituzionale che attirerà sull'Ungheria investimenti e investitori.
Poi ci sono tutte le accuse pretestuose. Secondo il Corriere della Sera, «la costituzione abolisce il nome di Repubblica Ungherese e conferisce quello di Paese Magiaro (Magyarorszag). Questo forse per ammonire certe minoranze tra le quali zingari ed ebrei?». Peccato che Magiaro e Ungherese siano la stessa cosa: infatti il nome abolito era Magyar Köztársaság. Quanto alle minoranze, nel preambolo della nuova costituzione si legge: «Consideriamo le nazionalità e i gruppi etnici che vivono in Ungheria parti costituenti della nazione Ungherese». Poi l'articolo H protegge le lingue delle minoranze etniche nel paese, l'articolo XIV dettaglia che nessuno può essere discriminato per la razza, il colore, ecc.
Sempre secondo il Corriere della Sera (un altro articolo), e secondo Amnesty International, i socialisti e i liberaldemocratici dell'Europarlamento, la nuova costituzione ungherese mette in pericolo il diritto delle donne all'aborto legale, perché in essa sta scritto: «La vita del feto sarà protetta dal momento del concepimento». Magari. In realtà si tratta quasi della stessa frase contenuta nella legge che regola l'interruzione delle gravidanze in Ungheria, in base alla quale dal 1953 ad oggi sono stati effettuati milioni di aborti: «La vita del feto dovrà essere rispettata e protetta dal momento del concepimento». Quella ungherese non è l'unica legge abortista nell'Europa dell'Est a contenere un articolo che serve solo da foglia di fico, col quale lo Stato si mette a posto la coscienza dichiarando che farà qualcosa per prevenire il ricorso all'aborto legale. Francamente preoccuparsi per la restrizione del diritto all'aborto in un paese dove le interruzioni di gravidanza equivalgono a quasi il 50 per cento delle nascite (attualmente 40 mila aborti procurati all'anno contro 90 mila nascite) suona sinistro.
Discorso simile sulla presunta "omofobia" della Costituzione: solo perché c'è scritto che «l'Ungheria proteggerà l'istituzione del matrimonio inteso come l'unione coniugale di un uomo e di una donna». Budapest, come molti altri paesi europei, dispone di una legge che riconosce le "unioni civili", comprese quelle fra persone delle stesso sesso. I paesi europei che hanno formalizzato il "matrimonio omosessuale" sono solo sette su 47. Se c'è qualcosa che non va, non è nella costituzione ungherese, ma nella testa di chi formula questa critica.
Molto inchiostro è stato speso sul carattere ultranazionalista della costituzione. Dimenticando (ma guarda che strano) che l'unico partito di estrema destra presente in parlamento, lo Jobbik, ha votato contro. Tutto questo perché nel preambolo sta scritto: «Guidata dalla nozione di una singola nazione ungherese, l'Ungheria sentirà responsabilità per il destino degli ungheresi che vivono fuori dai suoi confini, contribuirà alla sopravvivenza e allo sviluppo delle loro comunità, sosterrà i loro sforzi per preservare la loro identità ungherese e promuoverà la cooperazione fra loro e con l'Ungheria». Peccato che la vecchia costituzione stalinista del 1949, contro la quale nessuno in Europa aveva finora obiettato, dicesse le stesse cose con parole diverse: «La Repubblica d'Ungheria si sentirà responsabile per il destino degli ungheresi che vivono fuori dai suoi confini e promuoverà il rafforzamento dei loro legami con l'Ungheria».
La verità è che tutte queste critiche denigratorie sono la punizione per il fatto che gli ungheresi hanno osato evocare nella nuova costituzione la loro storia cristiana: «Noi siamo orgogliosi del fatto che mille anni fa il nostro re, Santo Stefano, ha fondato lo stato ungherese su solide fondamenta, e reso il nostro paese parte dell'Europa cristiana. […] Riconosciamo il ruolo che il cristianesimo ha svolto nella conservazione della nostra nazione». Un riconoscimento che non va a danno dei credenti di altre religioni o dei non credenti, perché subito dopo il preambolo afferma: «Rispettiamo tutte le tradizioni religiose del nostro paese», e l'articolo VI recita: «Ognuno avrà diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Questo diritto darà a ciascuno la possibilità di scegliere liberamente o cambiare la propria religione o convinzione, a manifestarla o ad astenersi dal manifestarla, a praticare o insegnare la propria religione o credo attraverso atti e cerimonie religiosi, o in qualunque altro modo». Non sembra fondamentalismo cristiano. Ma pretendere un po' di informazione obiettiva e completa su argomenti come questi, nell'Europa d'oggi è diventato difficile.

DOSSIER "VIKTOR ORBAN"
Chi è il premier dell'Ungheria

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Fonte: La Bussola Quotidiana, 22-04-2011

2 - CROCIFISSO IMMERSO IN UN BICCHIERE PIENO DI URINA: SI PUO' TOLLERARE CHI OFFENDE (PER FARSI PUBBLICITA') I SENTIMENTI RELIGIOSI DEI CRISTIANI?
In Occidente lo sport preferito dai relativisti consiste nell'oltraggiare i cattolici... e guai a loro se apron bocca, altrimenti sono etichettati come integralisti bacchettoni
Fonte Corrispondenza Romana, 23/04/2011

Licenza di offendere. Per i laicisti, se nel mirino ci sono i cattolici, il rispetto del sentimento religioso val meno della "libertà artistica", quand'anche blasfema. Lo si è visto chiaramente a proposito dell'"opera" dell'americano Andres Serrano, l'Immersion Piss Christ, esposta presso la Collezione Lambert del Museo d'Arte Moderna di Avignone nell'ambito di una mostra, il cui titolo è già tutto un programma, Je crois aux miracles (Io credo ai miracoli).
A scatenar risentite polemiche, non è stato il fatto che la foto esposta raffiguri un Crocifisso in plastica immerso in un bicchiere pieno d'urina dell'"artista", bensì paradossalmente il fatto che quattro giovani l'abbiano preso a martellate, riservando analoga sorte anche ad un altro "lavoro" di Serrano, la Soeur Jeanne Myriam. Giovani, subito definiti con disprezzo dal quotidiano "La Stampa" del 19 aprile «il braccio violento della fede». Lo stesso Sindaco di Centrodestra di Avignone ha solidarizzato con gli organizzatori dell'esposizione, che hanno avuto tra l'altro la bella pensata di preannunciare querele. Biasimo da parte del ministro della Cultura, Frédéric Mitterrand, che ha riconosciuto tuttavia (bontà sua…) come «il quadro possa scioccare certo pubblico». Da tener presente come la stessa foto raffigurante l'Immersion Piss Christ faccia "brutta mostra" di sé (è il caso di dirlo) sui manifesti affissi ad ogni angolo d'Avignone.
D'altro canto, chi semina vento, raccoglie tempesta. Un quarto di secolo fa, durante un'esposizione in North Carolina, Serrano fu già definito dal senatore repubblicano Jesse Helmes come «un poveraccio, blasfemo, pornografo e malato mentale, che prende in giro gli americani», parole cui concretamente fece seguito il taglio dei fondi pubblici per le mostre. Dieci anni dopo un altro visitatore australiano, durante una mostra a Melbourne, si scagliò a colpi di martello contro lo stesso Immersion Piss Christ.
Ora l'Arcivescovo di Avignone, Jean-Pierre Cattenoz, l'ha definito «immondizia», facendo notare quale putiferio (oltre tutto, non solo verbale) si sarebbe scatenato, se un simile trattamento fosse stato riservato al Corano: «Ogni oltraggio alla nostra fede ci ferisce – ha affermato –. Di fronte al lato odioso di questa fotografia – ha dichiarato – ogni credente è colpito nel più profondo della sua fede». Tragicamente parlano, in tal senso, i morti e le decine di feriti provocati a Kandahar durante le proteste contro il rogo del Corano da parte di un pastore statunitense della Florida. O, per lo stesso motivo, l'assalto all'edificio delle Nazioni Unite dopo le dimostrazioni a Mazar-i-Sharif con i manifestanti uccisi o feriti, mentre si accanivano contro veicoli, negozi e fotoreporter. Come non pensare anche ai gravi episodi in India ed in Pakistan, dopo l'intento, annunciato dal reverendo statunitense Terry Jones, di dare alle fiamme copie del Corano. Assaltati edifici pubblici ed una scuola missionaria nel Kashmir, a Srinagar, Budgam e Tangmarg; una bomba è stata lanciata contro una chiesa nel centro di Mardan, in Pakistan, provocando 2 feriti gravi. 14 complessivamente i morti, causati dai disordini. Tutti fanatici islamici gli autori degli esecrabili gesti, motivati dall'odio verso il Cristianesimo e verso l'Occidente, tra bandiere americane bruciate e ritratti del Presidente Obama dati alle fiamme.
In Occidente, no: da noi lo "sport" preferito dai relativisti consiste nell'oltraggiare i fedeli. I quali possono soltanto tacere e guai a loro se apron bocca. Quando lo fanno, sono subito etichettati come integralisti bacchettoni. A nulla son valsi Rosari, Vie Crucis "ad hoc", petizioni, manifestazioni, mail di protesta contro le "opere" di Serrano. Il suo Crocifisso immerso nell'urina fu addirittura premiato nel 1989 con l'Awards in the Visual Arts, patrocinato da enti governativi, mentre nella sua collezione figura anche un'Ultima Cena nello sperma. Una produzione volgare, disgustosa ed evidentemente oltraggiosa, lontana anche solo dal concetto di arte, mirata unicamente alla ricerca del facile scandalo e, di conseguenza, miseramente, dell'ancor più facile celebrità.
Intanto, c'è già chi ha monetizzato il tutto: grazie al clamore suscitato dalle polemiche, una versione del Piss Christ pare sia stata battuta all'asta per 150 mila euro. Decisamente "rivalutata" rispetto ai trenta denari di Giuda Iscariota, ma la sostanza resta la stessa.

Fonte: Corrispondenza Romana, 23/04/2011

3 - LA DISINFORMAZIONE SISTEMATICA DEL MENSILE FOCUS: GESU' SAREBBE NATO A NAZARETH (E NON A BETLEMME) ED AVREBBE AVUTO SEI FRATELLI
Ecco l'ennesimo tentativo delle lobby anticristiane di attaccare il cristianesimo gettando confusione sulla figura storica di Gesù
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Il Settimanale di Padre Pio, 13-03-2011

La disinformazione sistematica è sempre stata propria, nei tempi moderni, dei regimi di natura dittatoriale e tirannica. Col predominio dei mezzi di comunicazione sociale e la nascita, dopo la Seconda Guerra Mondiale, della attuale innegabile e innegata "mass-medio-crazia", non solo gli Stati detti democratici tendono ad assorbire la stampa per sostenere la loro ideologia relativista – processo che Benedetto XVI ha ben definito come la dittatura del relativismo – ma il potere delle Lobby si fonda principalmente sull'uso spregiudicato della propaganda, della pubblicità e dei giornali.
Quindi la Lobby gay sosterrà le sue tesi spudorate sulla stampa gay; la Lobby degli atei creerà una ideologica informazione atea, le varie minoranze religiose faranno lo stesso: gruppi islamici, ebraici, protestanti, ecc. Ma la Verità, in tutto questo bailamme? Essa non è più ciò che è, ciò che coincide con la realtà, ma ciò che si riesce a far credere (al più gran numero: démocratie oblige!) che sia... Perché Benedetto XVI parla di dittatura del relativismo o di dittatura delle opinioni comuni? Perché, in questo mare magnum di apparente e illimitata libertà, solo la Verità – incarnata da Gesù e la sua Dottrina – rischia di essere censurata. Se il pluralismo diviene dogma, infatti, il mono-teismo teologico, morale e culturale viene ritenuto un attentato alla libertà, che sarebbe la sola verità...
Insomma se per noi, come vuole la scienza medica, l'aborto è un delitto, per la democrazia totalitaria di oggi, il delitto non è l'aborto, bensì l'anti-abortismo. Se per i cattolici l'omosessualità è una devianza, per l'ideologia pluralista deviante è... chi ad essa si oppone (per esempio non accettando gli pseudo-matrimoni tra persone dello stesso sesso, e tutti gli annessi e connessi "diritti civili"). I fautori della dittatura del relativismo temono soprattutto le visioni del mondo "assolute" cioè non dipendenti dalla moda, dalla cultura del momento e dalla pubblica opinione. In primis, dunque, loro nemico è il Cristianesimo, specie nella sua forma più coerente e compatta: la Chiesa Cattolica Romana.
Come fare per abbattere questo nemico delle Lobby, del Sistema e del politicamente corretto? Due metodi sono stati usati negli ultimi due secoli: la repressione e la seduzione. Il primo ha un effetto immediato, ma alla lunga stanca più i repressori democratici che i repressi cattolici (vedi l'eroica resistenza delle minoranze cattoliche nei Paesi ostili alla Chiesa: comunismo, liberalismo, islamismo, ecc.). La seduzione, che partecipa del principio del Divide et impera, dà maggiori risultati con minori sforzi. Meno sangue che scorre e soppressione dolce del nemico attraverso l'inganno, la confusione e il lavaggio del cervello.
Il mensile Focus di gennaio 2011 ci dà un bell'esempio della tattica usata dalle Lobby anticristiane per demolire, con apparente delicatezza, la Fede Cattolica, rendendola ridicola, assurda e insignificante. Se si trattasse di una gazzetta da strapazzo, la cosa potrebbe essere trascurata, ma trattandosi di una rivista che vanta come sottotitolo Il periodico più letto in Italia, è bene mostrare ai lettori il DNA dell'anticristianesimo culturale ormai egemone. Dovere tanto più imperioso che, un malinteso dialogo, indubbiamente favorito dalla svolta conciliare, ha smesso sia di censurare l'errore, sia di ammonire il peccatore, sia di consigliare i dubbiosi. Insomma persino le Opere di Misericordia sono state abolite... in nome della Misericordia!!!
Su Focus (n. 19, pp. 34-40), peraltro noto mensile pro evoluzionismo, pro politicamente corretto, pro laicismo, pro "scienza", un giornalista decide, inopinatamente, di trattare il tema della Sacra Famiglia, usando un accattivante corredo di bell'arte cristiana (Giorgione, Botticelli). Il pretesto Sacra Famiglia è solo un modo per demolire la figura di Gesù come essa è nota attraverso la Tradizione, la Scrittura e il Magistero. Il sottotitolo è da brivido: «Nato a Nazareth (non a Betlemme) e con 6 fratelli. Così gli storici ricostruiscono l'infanzia di Gesù» (p. 35). È più grande la bestemmia o l'ignoranza? Arduo dirlo. Proprio accanto a tale empia sciocchezza, compare il libro di Augias e Pesce, Inchiesta su Gesù, un vero classico della disinformazione anticristiana, usato dal Sistema per annientare chi non si piega al suo spirito di pluralismo, di nichilismo, di ateismo. Per abbattere il Figlio, si comincia attaccando la Madre. Dopo aver concesso che nei Vangeli si parla della Verginità della Madonna, l'articolista cita Pesce che mischia le carte in tavola, facendo del passo di Isaia («Ecco la vergine concepirà e darà alla luce un figlio») la causa della credulità dei cristiani nel dogma splendido dell'Incorruttibilità di Maria. Secondo Pesce, «la verginità di Maria è servita a rafforzare una visione antisessuale»: in realtà è la non-verginità di Maria, o di Gesù (secondo Dan Brown fidanzato con la Maddalena), che serve a favorire la sessualizzazione dell'odierna gioventù, uno degli strumenti del Potere laico per allontanare i giovani dal seminario, dal convento, dal Paradiso...
La famiglia di Gesù sarebbe composta, oltre ai 3 più noti personaggi, anche da 6 altri elementi, 4 fratelli di Cristo e 2 sorelle, che erano in realtà fratellastri poiché figli di prime nozze di Giuseppe, che avrebbe sposato Maria in seconde nozze. Pesce: «Fratelli e sorelle sono stati eliminati dal quadro familiare per privare di significato la figura storica di Gesù ed esaltarne la figura divina» (p. 38). Ma chi ha scritto i Vangeli, i documenti per eccellenza della Divina Rivelazione? Secondo Pesce, autore di grido tra teologi, seminaristi e giovani dei movimenti (in ciò in compagnia di Augias, Mancuso, Cacciari, Martini, Bianchi...), «nessuno dei Vangeli è opera di apostoli o di testimoni oculari, bensì di anonimi seguaci: li redassero tra il 70 e il 150 d.C. usando testi sui detti di Gesù che circolavano tra i primi cristiani. Perciò non possiamo risalire fino a ciò che ha effettivamente detto e fatto Gesù» (p. 40).
Chi crede alla storicità e all'inerranza assoluta delle Scritture capirà bene che la manovra qui è particolarmente abile, benché non nuova. Migliaia di lettori inavvertiti, letto l'articolo, inizieranno a dubitare della Divinità di Cristo, del suo insegnamento, della sua Risurrezione e di tutto il resto assorbendo gli sproloqui di Focus.
Ma quanti, dopo la svolta conciliare, credono ancora all'inerranza di cui sopra? La bonne question...

Fonte: Il Settimanale di Padre Pio, 13-03-2011

4 - L'AUTRICE DEL BEST-SELLER ''SPOSATI E SII SOTTOMESSA'' CI SPIEGA PERCHE' NON ANDRA' A VEDERE ''HABEMUS PAPAM'' DI NANNI MORETTI
Perché dovrei chiedere a un non credente di parlarmi della mia Chiesa alla quale appartengo fieramente? Sarebbe come chiedere consigli di allenamento per la maratona alla mia bisnonna
Autore: Costanza Miriano - Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 21/04/2011

Siccome la settimana è santa, ma io no, lo dico: Nanni Moretti mi annoia mortalmente ormai da molti film. E questo probabilmente depone un'ombra di scarsa nobiltà sulla mia decisione, che è la seguente.
Ascolterò il mio istinto, nonché autorevoli consigli come quello della Cei (e di Camillo Langone) e non andrò a vedere il suo film, investendo le oltre tre ore di tempo in qualcosa di più proficuo (pettinare le Barbie), per non parlare dei soldi per la baby sitter (mollette per Barbie, direi).  Noi cattolici il Papa ce l'abbiamo già, e ha un cervello grosso così; non abbiamo nessun bisogno di andare a vedere Habemus Papam.
E non abbiamo bisogno di questo film neanche per sapere che l'uomo è debole, fragile, pieno di paure, praticamente una schiappa. Basta il Vangelo, lo dice in ogni pagina. Quella di ieri, per esempio, in cui il glorioso primo Papa della storia si proclama pronto a morire per Cristo ma lui non mangia la foglia, e lo avverte tranquillamente che presto lo rinnegherà tre volte. Ciò non impedirà a Gesù di mettere quel fifone e  traditore a capo della Chiesa.
Non abbiamo bisogno di Nanni Moretti per immaginare le segrete incertezze di alcuni uomini di Chiesa, non ci serve a niente andare al cinema. Sono i non credenti che pensano che l'uomo sia rispettabile. Noi che nella Chiesa ci stiamo orgogliosamente dentro, le magagne le vediamo certo meglio di lui.
Perché, poi, dovrei chiedere a un non credente di parlarmi della mia Chiesa, alla quale io appartengo fieramente? So che è piena di piccolezze e povertà, lo so molto meglio di Moretti, perché la frequento, ma questo non mi smuove di un millimetro, perché è mia madre, e come ogni madre genera la vita, cioè Cristo fatto pane, e lei e solo lei,la Chiesa, mi può dare il perdono, può unirmi a un uomo nei cieli, può rendere i miei figli, figli di Dio. Perché dovrebbe interessarmi il parere di un non credente, almeno non credente nella Chiesa? Sarebbe come chiedere consigli di allenamento per la maratona alla bisnonna Irma.
Tanto meno ci serve perlustrare i misteri dell'inconscio attraverso l'analisi, che pizza. Ne conosco anche io di sacerdoti psicoterapeuti (come quello che ha accompagnato al cinema il giornalista del Foglio), persone che coniugano la conoscenza della psiche con le riposte della fede e penso, come dice il più intelligente di loro, che l'inconscio è un altro nome che abbiamo dato a Satana, con il solo risultato di sdoganare il suo lavoro. Di dare diritto di cittadinanza a qualsiasi venticello venga a turbarci. Ma come insegna padre Amorth con il diavolo non si dialoga, perché è troppo furbo, non gli si dà cittadinanza. E quindi non ci serve a nulla sondare turbamenti e perlustrare tremolii.
La risposta ai nostri tremolii non è la psicanalisi. A che ci serve per esempio sapere che quello che ci hanno fatto da piccoli non era perfetto? A che ci serve scoprire che il male esiste e agisce attivamente anche in quel mistero che siamo? L'unica risposta è la preghiera, che pulisce il cuore, lucida gli occhi della mente.
Non per niente il Vangelo dice di pregare sempre senza interruzione,  non ogni tanto, non la sera e la mattina, ma sempre, senza addormentarci (...). Lo dice Gesù nell'orto degli ulivi: "vegliate e pregate per non cadere in tentazione", e la tentazione non è, secondo la solita vulgata sessantottina il sesso o la ribellione, la tentazione è non accettare di essere creature.
Non per niente il rosario comincia con "O Dio vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto", che solo su queste parole ci sarebbe da fermarsi una mesata ogni volta. Per lo stesso motivo la Chiesa nei secoli ha continuato a invitare noi, suoi figli, non ad andare dallo psicanalista, ma a dire 50, 100, 150 volte al giorno – felice chi lo fa – "prega per noi peccatori", cioè noi che sbagliamo mira, noi schiappe, "ADESSO e nell'ora della nostra morte".
Invece il Papa di Moretti si guarda bene dal pregare: l'ho chiesto a una prestigiosa collega invitata alla prima: "sì, c'è un momento in cui lui entra in contatto con se stesso, quando fa un giro in autobus", mi ha detto. Ma la preghiera è esattamente il contrario: non cercare se stessi, ma Dio.
Invece Wojtyla, lui non è che pregasse, lui era preghiera. Quando facevano per lui gli itinerari degli spostamenti dovevano stare attenti che il tragitto non passasse davanti a un tabernacolo, perché il programma finiva per saltare. Lui che lì dentro ci fosse Cristo ci credeva davvero, e rimaneva lì inchiodato, era difficile portarlo via.
Dicono poi che in realtà Habemus Papam parli del problema pubblico privato, della contraddizione "non sono all'altezza di stare al gioco dell'altezza reale", e che ritragga un simpatico papa accidioso. Se l'avesse beccato santa Caterina, un'altra "donnetta da nulla, debole e ignorante" che prendeva a colpi di lettere tutti, papi compresi, avrebbe detto anche a lui "Maledetti voi, tiepidi! Che almeno fuste voi stati pur ghiacciati!... Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia, non tanto costì".
Altro che accettare serenamente che il Papa è umano. Mi dispiace ma non se ne parla. La Chiesa non lascerà mai i simboli della sua grandezza, perché non parlano dei suoi uomini, ma della grandezza del mistero al quale rimandano.
Se volessi vedere un'icona della miseria umana mi basterebbe guardarmi allo specchio, ed è anche gratis.

Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 21/04/2011

5 - ''YOUCAT'', IL NUOVO CATECHISMO PER I GIOVANI: ECCO COME UNA BUONA IDEA E' STATA REALIZZATA MALE
Il testo della Conferenza Episcopale Austriaca è pieno di errori e ambiguità: senz'altro da sconsigliare (molto meglio è il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992, anche per i giovani)
Fonte Corrispondenza Romana, 23/04/2011

Con il bizzarro e sorprendente nome di YouCat (che sta per Youth Catechism) è stato appena pubblicato un tascabile catechismo per giovani, destinato prioritariamente ai ragazzi e alle ragazze che prenderanno parte, il prossimo agosto 2011, alla GMG di Madrid (YouCat, edizioni Città Nuova, 300 pp., euro 12,99). Gli autori sono indicati non all'inizio del testo, come si usa comunemente, ma in seconda pagina e in piccolissimi caratteri e corrispondono alla Conferenza Episcopale Austriaca «in accordo con le Conferenze Episcopali Tedesca e Svizzera» (p. 4). Solo alla fine, nei ringraziamenti, compaiono i nomi di vari teologi di area tedesca, accompagnati da una lunga sfilza di "giovani collaboratori" (oltre 50!).
Da subito, prima ancora che fosse distribuito nelle librerie cattoliche, il catechismo ha destato perplessità e riserve, suscitando imbarazzo e meraviglia negli stessi quotidiani laici (per es. sul "Corriere della Sera"). Il quotidiano milanese rilevava che almeno in 2 punti il testo contraddice nettamente le posizioni del Magistero cattolico, come ci derivano dalla Tradizione e come i recenti Pontefici hanno costantemente ribadito. In effetti al n. 420, alla domanda: «Può una coppia cristiana fare ricorso ai metodi anticoncezionali?», la risposta è: «Sì, una coppia cristiana può e deve essere responsabile nella sua facoltà di poter donare la vita»! Al n. 382, sul tema di bruciante attualità dell'eutanasia, si fa una poco chiara distinzione tra eutanasia attiva e passiva, scrivendo: «Chi aiuta a morire una persona nel senso dell'eutanasia attiva viola il quinto comandamento; chi invece aiuta una persona durante la morte nel senso dell'eutanasia passiva obbedisce invece [sic] al comandamento dell'amore per il prossimo» (p. 209). Vogliamo sperare che anche qui, come è stato detto per il n. 420, si tratti di un refuso o di un errore di disattenzione. Non curare il malato grave, dunque, se le parole hanno un senso, sarebbe non eutanasia attiva (ovvero dare positivamente la morte, uccidere), ma solo passiva e questo sarebbe frutto di "amore del prossimo"?! E smettere di curare il comatoso, visto che non gli si dà direttamente la morte, ma la si causa indirettamente, sarebbe "peccato" o "amore del prossimo"? E smettere di dare le medicine all'anziano che da solo non riesce a prenderle, visto che non lo si uccide colle proprie mani, sarebbe un atto giustificato e moralmente corretto? Purtroppo a questi due casi più evidenti, gli unici notati in genere dalla stampa, se ne aggiungono non pochi altri, e purtroppo non meno gravi.
Al n. 15, per esempio, si pone al giovane lettore da ri-evangelizzare questa non innocente domanda: «Come può la Sacra Scrittura essere "Verità", se non è corretto tutto ciò che vi è contenuto?». La risposta conferma e aggrava l'ambiguità della domanda: «La Bibbia non vuole trasmetterci precise informazioni storiche o conoscenze scientifiche; inoltre i loro autori sacri erano figli del loro tempo; condividevano le rappresentazioni culturali del loro ambiente ed erano talvolta anche prigionieri di nozioni errate». D'ora in poi leggendo la Bibbia, bisognerà dunque distinguere tra Parola di Dio (infallibile) e parola dell'autore sacro, prigioniero di "nozioni errate". Ciò contrasta con 2 millenni di Magistero cattolico autorevole e costante sulla inerranza assoluta (cioè in ogni sua parte) della Bibbia, inclusi gli elementi non strettamente di fede. Gli autori sacri sono stati ispirati da Dio che resta l'autore principale: qualunque errore presente nella Scrittura, che tra l'altro non esiste e mai è stato provato, sarebbe errore di Dio!
Parlando dell'inferno, come se il tema fosse risibile, vi si afferma che esso è uno stato (e non un luogo) che «tradotto in termini familiari possiamo dire che è piuttosto freddo che caldo» (n. 53). Ovviamente si smorza ciò che pertanto è di fede e cioè che Cristo Giudice, come insegna la Scrittura, separerà i buoni dai cattivi: «Non è Dio a condannare l'uomo» (n. 161); si fa persino credere alla illusoria possibilità del pentimento post-mortem e dunque al conseguente inferno vuoto: «Non sappiamo se veramente qualcuno al momento della morte possa guardare il volto dell'amore assoluto e continuare a dire di no…».
Al n. 71 si fa un'altra affermazione abbastanza sbalorditiva: «Senza i Vangeli noi non sapremmo che Dio ha mandato a noi uomini per amore il suo unico Figlio». E la Tradizione? E la predicazione orale? S. Paolo conobbe l'incarnazione del Figlio, eppure non lesse nessun Vangelo e così tutti i discepoli della prima ora, da Gerusalemme, a Corinto, a Roma.
A proposito del rapporto laicato-clero si ripete, ancora una volta, ciò che è contrario a tutta la Tradizione: «All'interno della Chiesa ci sono laici ed ecclesiastici (clero). In quanto figli di Dio hanno tutti la stessa dignità [vero]; hanno compiti di pari valore ma differenti [falso]» (n. 138, corsivo mio). Essere un santo postino è molto meglio che essere un cardinale peccatore, ma il compito del cardinale è più importante.
Sarebbe lungo e triste andare avanti, e possiamo concludere notando che questo testo, di sapore nettamente modernista, non solo non contribuirà alla auspicata ri-evangelizzazione della gioventù ma favorirà quelle tendenze individualiste e autocefale che minano dall'interno la Chiesa e che si sono enormemente accresciute negli ultimi decenni. Si può notare inoltre che molti dei fotogrammi annessi al testo sono o inutili o inappropriati (talvolta al limite della decenza), e le citazioni di autori discutibilissimi (Rahner, Bonhöffer, frère Roger, de Lubac, von Balthasar, Teilhard de Chardin, Câmara, Lutero…) purtroppo abbondano.

Fonte: Corrispondenza Romana, 23/04/2011

6 - I CRISTIANI SI DANNO LA ZAPPA SUI PIEDI OFFRENDO LE PROPRIE CATTEDRE AI MAESTRI DEL RELATIVISMO
La Diocesi di Cremona invita a parlare Gherardo Colombo, il magistrato di ''mani pulite''
Fonte Corrispondenza Romana, 12/3/2011

Secondo Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, i «cattivi maestri» sarebbero quei «falsi profeti» vestiti da «pecore», quei «falsi cristi» giunti per trarre in errore «anche gli eletti», di cui parla il Vangelo di Matteo. Insomma, un vero e proprio «corpo docente», che, «pontificando impunemente da cattedre universitarie, giornali, tv, scranni parlamentari e pulpiti, diffondono una cultura, che avvelena le anime».
La società di oggi ne è piena. Soprattutto l'Occidente secolarizzato. I fautori del "dubbio metodico", i talebani del relativismo, gli ultras dell'"opinione", propinano ogni giorno i propri sermoni, quasi maniacalmente votati ad abbattere ogni certezza, ogni assoluto, ogni universale, specie se con la "pretesa" d'esser anche oggettivo. Ora, farvi fronte è già un'impresa. Portarseli "in casa" è una sorta di "suicidio" delle coscienze.
Eppure, è quanto accaduto lo scorso 26 febbraio presso il Centro Pastorale Diocesano "Maria Sedes Sapientiae" di Cremona. Nell'ambito del ciclo di incontri dal titolo "La fatica di credere" è stato invitato quale relatore unico – e senza contraddittorio! – il dott. Gherardo Colombo, ex-magistrato noto per aver condotto o contribuito ad inchieste quali quella sulla Loggia P2, sul delitto Ambrosoli, Mani Pulite, i processi Imi-Sir, Lodo Mondadori, Sme, insomma quelli che più hanno sconquassato il panorama politico ed economico italiano degli ultimi decenni.
Ebbene, quali certezze ha donato l'illustre ospite ai presenti? Nessuna. Anzi, ha forse distrutto le poche loro rimaste. A partire dal concetto di "bene", che - a suo dire - sarebbe problematico definire, «ciascuno di noi» ne avrebbe «una propria idea», le si potrebbero attribuire «chissà quanti significati», oltre tutto «a seconda della persona». Lo stesso dicasi del concetto di "giustizia". Quanto all'idea di "virtù", nemmeno da prendere in considerazione, nessuno ne parlerebbe più.
Lo stesso Colombo ha tranquillizzato i presenti, cogliendone sui volti le perplessità: normale, ha detto, che terrorizzi perdere le proprie «certezze assolute». Certezze, tuttavia, non opzionali per chi voglia essere, oltre che dirsi, credente. Di mezzo c'è infatti la Sacra Scrittura, che in merito è chiarissima: la giustizia «deriva dalla fede in Cristo», più specificamente «deriva da Dio» ed è «basata sulla fede» (Fil 3,9). Ed ancora è «Dio» che «fa il bene» (Sal 57,3). Non ci sono storie: credere significa aver questi quali capisaldi, non le teorie di Colombo.
Il discorso dell'ex-magistrato, impregnato di ideologia relativistica, non stupisce. Ciò che stupisce è piuttosto che, a proporre ai fedeli – e non – la sua chiave di lettura, a dargli insomma una "cattedra", siano proprio quelle strutture ecclesiali – come il Centro Pastorale – ufficialmente incaricate d'esser punto di riferimento culturale per intere Diocesi. Confonder le idee alle persone – specie in questo campo – è già peccato. Che poi sia proprio la Chiesa a farsi autogol, è davvero il colmo.

Fonte: Corrispondenza Romana, 12/3/2011

7 - LO ''IUS PRIMAE NOCTIS'' E' UN FALSO STORICO
E' totalmente falso il mito (inventato da uno scozzese nel 1526) secondo cui nel medioevo i feudatari avevano il diritto di portarsi a letto le spose dei loro sudditi nella prima notte di matrimonio
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Bussola Quotidiana, 12-03-2011

«Che nel medioevo, particolarmente nei secc. dall'XI al XIII, ma anche molto prima e molto dopo, i signori feudali avessero ed esercitassero un diritto di trascorrere con le mogli dei loro sudditi la prima notte di matrimonio (ius primae noctis o più crudamente ius cunnatici), è un'opinione non ben fondata, che il fantasioso storico scozzese Ettore Boece (1526) mise per primo in circolazione, e che poi, accolta da scrittori anche seri, fu diffusa oltre i limiti dell'onesto da un'abbondante e per lo più scadente letteratura. (...) Un costume di far deflorare la sposa da un personaggio autorevole della sua tribù, o della stessa sua famiglia, è attestato presso popoli primitivi, e le sue origini sono variamente spiegate dagli etnologi. E non è meno sicuro che abusi senza nome, in luoghi e tempi disparati, furon perpetrati da feudatari in danno delle spose dei loro sudditi.
Non è invece provato che quel costume pagano si continuasse presso i popoli cristiani del medioevo, né che quegli abusi feudali assurgessero in alcun luogo o tempo a vero e proprio diritto. Provato è soltanto che molti signori feudali, in Italia e fuori, imposero ai loro sudditi tasse matrimoniali (...). In esse non è da vedere il prezzo del riscatto di un ipotetico ius primae noctis, e forse neppure una trasformazione della compra germanica della sposa; ma piuttosto, e più semplicemente, il compenso per l'assentimento dato dal signore alle nozze» (cfr. Enciclopedia Cattolica, vol. VII).

Fonte: La Bussola Quotidiana, 12-03-2011

8 - IN FRANCIA VIENE UCCISO PRIMA DI NASCERE IL 96 PER CENTO DEI BAMBINI DOWN, MA C'E' CHI SI PREOCCUPA E DICE: DOBBIAMO ARRIVARE AL 100 PER CENTO
L'aborto deve essere favorito in tutti i modi costringendo le donne ad affrontarlo in solitudine, e nessuno si sogni di dare alternative: va inculcato che i bambini handicappati sono un orrore
Autore: Carlo Bellieni - Fonte: L'Occidentale, 20/02/2011

Per controbilanciare la corsa all'eugenetica denunciata dal Consiglio di Stato francese, in Francia è stato proposto un emendamento ad una legge in discussione in Parlamento che chiede che alle donne incinte il cui figlio ha ricevuto una diagnosi di Sindrome Down, sia fornita una lista delle associazioni che "che si prendono cura dei bambini Down e le loro famiglie".
Apriti cielo! La Segretaria di Stato alla Salute Nora Berra si è subito stracciata le vesti opponendosi con forza all'emendamento perché "Costituisce una forma di pressione sulla donna incinta"! Un semplice indirizzario. Dato per non lasciare sola una donna davanti ad un dramma.
Come se si reputassero le donne così deboli e insicure da far mettere in dubbio una loro decisione, che i media radicali reputano "libera e responsabile", da un semplice depliant. Ma allora è davvero una scelta così "ferma e sicura"? E perché fa così paura ai media radicali che si parli alle donne di alternative all'eliminazione del figlio che hanno in grembo?
Ma non basta: anche il deputato Olivier Dussopt, secondo l'agenzia di stampa Genethique del 31 gennaio, si è opposto dicendo «Quando sento che "purtroppo" il 96% delle gravidanze con Sindrome Down finisce con l'aborto, la vera domanda che mi faccio è perché ne rimane il 4%». Questa frase è stata bollata come eugenista dal deputato Philippe Gosselin. E il deputato Philippe Meunier ha così commentato : "Il fatto che uno di noi abbia potuto dire che il 4% di feti Down che non vengono eliminati sono ancora un 4% di troppo è la prova della pressione sociale di cui parla Xavier Breton".
Gli fa eco l'appello di 500 ginecologi francesi contro lo screening a tappeto (e non su richiesta della singola donna) della sindrome Down in gravidanza.  E anche questo è un dato di non poco conto, perché si deve sempre distinguere quello che un paziente sceglie, e quello che viene fatto di routine, dove il secondo può annullare il primo perlomeno a livello psicologico.
L'emendamento per l'informazione delle donne è stato respinto, per il voto dei deputati socialisti. Un'occasione persa per informare, per non lasciare le donne sole.
Dunque anche in Francia l'aborto è un tabù. L'aborto deve essere affrontato in solitudine, e nessuno si sogni di dare alternative! D'altronde, il diritto a non essere influenzati sembra valere a senso unico, dato che in molti ospedali francesi, nonostante vibrate proteste di psicologi, è ufficialmente presente l'associazione pro-eutanasia ADMD, in convenzione con l'ospedale e autorizzata ad entrare in contatto coi pazienti, pur essendo l'eutanasia ufficialmente illegale in Francia. Vi sembra equilibrio e vi sembra libertà?
E' evidente che tutto questo nascondere l'informazione per la vita, nasconde anche una paura: quella che le donne si ribellino a questo clima che le vuole "sceriffi genetici" alla soglia della vita, che butta sulle loro spalle il desiderio che è della società arrogante e fobica – ma non è il loro desiderio -  di non far nascere figli "imperfetti" (e in fatti chi li vede più?). Che le fa sottoporre tutte a screening prenatali genetici, talvolta invasivi col rischio di far morire il bambino (rischio di morte 10 casi su 1000), e talvolta non invasivi ma che vanno a curiosare nella privacy genetica del nascituro, contro il suo interesse. Le donne subiscono questa pretesa di far loro fare da "guardacoste" per i respingimenti all'alba della vita. Ma fino a quando?

Fonte: L'Occidentale, 20/02/2011

9 - OMELIA PER LA II DOMENICA DI PASQUA - ANNO A - (Gv 20,19-31)
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 1° maggio 2011)

La seconda domenica di Pasqua è la cosiddetta "Domenica della Divina Misericordia". È chiamata così in seguito alle richieste che Gesù rivolse a santa Faustina, di celebrare la domenica successiva a quella di Pasqua in onore dell'infinita misericordia con cui Egli ci ha amati e redenti.
Il Vangelo di oggi si armonizza molto bene con il tema della Misericordia. Il brano dell'evangelista Giovanni riporta infatti l'apparizione di Gesù agli Apostoli avvenuta «la sera di quel giorno» (Gv 20,19), il giorno della Risurrezione. In quella apparizione Gesù istituì il sacramento della Riconciliazione.
Gesù mostra agli Apostoli le piaghe alle mani e al costato. Questo particolare è molto importante per dimostrare la verità della Risurrezione. È proprio Lui che appare loro; Lui che è morto in croce. I segni della Passione ora risplendono come emblemi di gloria e come simboli di vittoria.
Apparendo agli Apostoli, Gesù affida a loro la stessa missione che Egli ha ricevuto dal Padre: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21). La missione è quella di portare la salvezza fino agli estremi confini della terra. Gli Apostoli devono predicare il Vangelo ed essere ministri del perdono di Dio. Per questo motivo, Gesù, dopo aver alitato su di loro, disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23). Con queste parole, Gesù ha dato alla Chiesa il potere di rimettere i peccati.
A Santa Faustina, Gesù fece una meravigliosa promessa. Egli volle che in questa domenica si parlasse della Divina Misericordia e disse: «Chi si accosterà alla sorgente della vita – ovvero alla Confessione e alla Comunione – questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene». Poi continuò dicendo: «L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. Oh quanto mi ferisce la diffidenza di un'anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella Mia bontà».
In questa domenica siamo chiamati anche noi a glorificare l'infinita Misericordia di Dio. Accostiamoci con fiducia al Sacramento del suo perdono, fondando il nostro proposito di non peccare più non sulle nostre forze, che sono molto piccole, ma sul suo santo aiuto, come recitiamo nell'"Atto di dolore".
Per fare una buona Confessione c'è bisogno di cinque cose: un buon esame di coscienza dall'ultima Confessione ben fatta; un'accusa sincera dei peccati, senza tacere volutamente nulla; un vivo dolore per le colpe commesse; un fermo proposito di non commetterle più; l'adempimento della penitenza imposta dal sacerdote. Chiediamo la grazia di pentirci con tutto il nostro cuore e di confessarci sempre bene. È questa la grazia più grande che è come la base per un cammino spirituale che ci porterà molto in alto.
Nella vita della beata Angela da Foligno si racconta un particolare molto importante. La Beata, quando era giovane, ebbe la sventura di confessarsi male per diversi anni, tacendo volutamente per vergogna alcuni peccati. A distanza di tempo, ella trovò la forza di "vuotare il sacco" e di dire tutto al sacerdote. Fu quello il tempo di un "nuovo inizio" che la portò ai vertici dell'esperienza mistica. Tutto iniziò con una Confessione ben fatta. Glorifichiamo anche noi l'infinita Misericordia di Dio confessandoci sempre bene e sinceramente.
Nel Vangelo di oggi c'è un altro particolare che è di grande insegnamento. Tommaso, uno dei Dodici, «non era con loro quando venne Gesù» (Gv 20,24). Egli non volle credere alla testimonianza degli altri Apostoli riguardo alla Risurrezione del Signore, e disse: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo» (Gv 20,25). Otto giorni dopo, Gesù apparve di nuovo, e c'era anche Tommaso. Gesù entrò a porte chiuse e disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo ma credente!» (Gv 20,27). A quella vista, Tommaso fece uno stupendo atto di fede: vide l'umanità gloriosa di Cristo Risorto e credette nella sua divinità, esclamando: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28).
Un atto di fede simile lo facciamo anche noi ogni volta che partecipiamo all'Eucaristia. Ogni volta che vediamo l'Ostia consacrata, noi non vediamo l'umanità di Gesù e neppure la sua divinità, eppure noi riconosciamo in quell'Ostia Gesù, vero Dio e vero uomo. Quando, durante la Messa, il sacerdote eleva l'Ostia Santa, e quando preghiamo davanti al Tabernacolo, è una cosa molto bella ripetere l'atto di fede di Tommaso: «Mio Signore e mio Dio». Ripetiamolo spesso e crediamo senza esitare che quello che vediamo non è pane e vino, ma è Gesù vivo e vero.
A san Tommaso Apostolo ravveduto, Gesù poi disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20,29). Tommaso vide l'umanità di Gesù e credette alla sua divinità; noi non vediamo nulla e, perciò, siamo beati, come ha affermato il Signore.
Volendo ora sintetizzare il contenuto del Vangelo di oggi, possiamo adoperare due parole: Confessione e Comunione. Esse costituiscono la "fonte della vita" di cui parlava Gesù a santa Faustina. Accostiamoci con fiducia a questa fonte per attingervi la vita in abbondanza. La Madonna, Madre dell'Eucaristia, ci ispiri sempre una grande fiducia nell'infinita Misericordia di Dio.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 1° maggio 2011)

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