BastaBugie n�207 del 26 agosto 2011

Stampa ArticoloStampa


1 IMPOSTA LA STORIA GAY NELLE SCUOLE CALIFORNIANE
Per legge maestri e professori dovranno insegnare cosa hanno fatto i grandi personaggi gay e, non trovandoli, andrà a finire che si farà di mediocri gay, grandi personaggi
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Bussola Quotidiana
2 I CRISTIANI SONO AGNELLI PORTATI AL MACELLO: LUOGHI E OPPRESSORI, TESTIMONI E VITTIME
La Chiesa non perseguita alcuna altra religione e anzi si batte per la libertà di tutti, compresa quella dei propri persecutori, eppure il cristianesimo è anche la religione più perseguitata del pianeta
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
3 FUMATORI: LA MODERNA CACCIA ALL'UNTORE CHE DIMENTICA I VERI PROBLEMI DI UNA SOCIETA' MALATA
Una società democratica deve allontanare i suoi membri da quanto possa loro nuocere: aborto? eutanasia? deriva eugenetica? Macché... tutti contro il tabacco!
Fonte: Corrispondenza Romana
4 DEGNA SEPOLTURA PER I BIMBI NON NATI
E' per legge un diritto dei genitori, ma pochi lo richiedono perché non lo sanno (eppure è un gesto umano di pietà)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: La Bussola Quotidiana
5 ''IMAGINE'' DI JOHN LENNON: UTOPIA PACIFISTA INTRISA DI IDEOLOGIE TOTALITARIE
Inneggia a un mondo senza Dio dove finalmente vivere in pace: ma questo programma è già stato realizzato da comunismo e nazionalsocialismo... e non è stato un mondo migliore!
Autore: Gabriele D'Amato - Fonte: Gabblog
6 AUGIAS TIRA FUORI LA VESPA PER DIRE CHE DIO E' SADICO
Chissà se ha un gatto, bestiola sadica alla quale si fanno le coccole, ma avete visto come gioca col topo prima di ammazzarlo?
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Bussola Quotidiana
7 GRAN BRETAGNA, AVANZA LA CULTURA DELLA PERFEZIONE
Eliminati 2.200 feti per anomalie come la sindrome di Down o addirittura il solo labbro leporirno; inoltre ogni anno mille ragazze britanniche sotto i 15 anni scelgono di abortire
Autore: Elisabetta Del Soldato - Fonte: Avvenire
8 LE QUOTE ROSA SONO UNA TALE ASSURDITA' CHE, ANCHE SE FOSSI UNA FEMMINISTA, NE SAREI OFFESA
Le donne, sempre bisognose di approvazione, lottano per ottenere un altro giogo: rendersi sempre più simili all'uomo, ma questo giogo non è soave, perché una donna non è un uomo
Autore: Costanza Miriano - Fonte: La Bussola Quotidiana
9 OMELIA XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A - (Mt 16,21-27)
Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà
Autore: Don Dolindo Ruotolo - Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - IMPOSTA LA STORIA GAY NELLE SCUOLE CALIFORNIANE
Per legge maestri e professori dovranno insegnare cosa hanno fatto i grandi personaggi gay e, non trovandoli, andrà a finire che si farà di mediocri gay, grandi personaggi
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Bussola Quotidiana, 18/07/2011

A partire dal gennaio 2012 nelle scuole pubbliche della California il «ruolo e il contributo» dato al Paese e al mondo da personaggi storici nazionali di orientamento omosessuale sarà materia d'insegnamento. Obbligatorio. (Si cercheranno così con il lanternino "padri della patria" ed eroi "diversamente americani" e, non trovandoli, andrà a finire che si applicherà il criterio opposto: non grandi personaggi gay, ma gay grandi personaggi.) Al contempo occorrerà far sparire qualsiasi affermazione o sussurro che possa anche solo lontanamente indurre a valutare criticamente gli omosessuali in ragione del loro comportamento sessuale. Per questo i libri di testo andranno tutti aggiornati, riveduti, messi in pari.
Così ha deciso il governatore Jerry Brown, cattolico, espresso dal Partito Democratico, che il 3 gennaio ha preso il posto di Arnold Schwarzenegger (Repubblicano, cattolico, e non esattamente un faro illuminante nemmeno lui quanto a difesa dei "princìpi non negoziabili"), firmando il 14 luglio la legge SB 48 approvata, dopo un infuocato dibattito, il 6 luglio scorso nel parlamento statale di Sacramento, la capitale californiana, con 49 voti a favore e 25 contrari. Tale legge non indica peraltro a quale ordine e grado d'insegnamento si riferisce la nuova decisione, motivo per cui essa diviene automaticamente applicabile a tutte le scuole, comprese le elementari, là dove anche ai più piccoli verranno così insegnate le mirabili gesta dei gay americani prima ancora di averli educati allo spirito critico che, gay o non gay, preparare la persona a mettersi con autenticità di fronte alle cose del mondo.
Brown lo ha fatto perché ha a cuore la difficile situazione di quei ragazzi e di quelle ragazze omosessuali che ogni tanto, in classe, nei corridoi, all'intervallo, finiscono nel mirino di certi bulli poco sensibili alle diversità, e visto che la situazione ogni tanto sfugge di mano ha pensato bene di mettere le cose in chiaro vietando anche «qualsiasi dottrina o propaganda settaria o confessionale contraria alla legge». Tradotto, significa che siccome per legge maestri e professori dovranno spiegare in aula l'illuminante storia dell'omosessualità, chiunque professi un pensiero, una filosofia o una fede che l'omosessualità non la ritiene proprio illuminantissima sarà in flagranza di reato.
Resta l'oasi delle scuole private, a cui però il governatore Brown cerca di arrivare di sponda con l'ultima frase della legge appena approvata: «È intenzione dell'assemblea legislativa [californiana] far sì che le scuole alternative e parificate prendano nota di quanto qui stabilito alla luce della Sezione 235 del Codice dell'educazione, che proibisce la discriminazione […] in qualsiasi ambito operino dette scuole alternative e parificate».
Una delle paure maggiori, adesso, riguarda i libri di testo. Come afferma Brad Dacus, presidente del Pacific Justice Institute - l'organizzazione di Sacramento che fornisce assistenza legale nei casi di violazione della libertà religiosa e dei diritti dei genitori -, «la realtà è che le grandi case editrici di manuali scolastici non producono libri di testo diversi per ogni singolo Stato. Cercano invece di adeguarsi a quanto richiesto dalla legge negli Stati più grandi, specialmente in California e in Texas. In questo modo diversi degli Stati più piccoli verranno di fatto spinti ad adottare i materiali didattici preparati per la California che ora deve adeguarsi all'imposizione relativa all'insegnamento della storia gay».
La democrazia del più forte, insomma. L'unica ancora di salvezza dovrebbe essere la crisi economica, che in casi come questi aiuta: pare infatti che la voragine che sta drenando le risorse della California impedirà alle scuole statali di acquistare nuovi testi politicamente corretti e didatticamente à la page almeno fino al 2015…

Fonte: La Bussola Quotidiana, 18/07/2011

2 - I CRISTIANI SONO AGNELLI PORTATI AL MACELLO: LUOGHI E OPPRESSORI, TESTIMONI E VITTIME
La Chiesa non perseguita alcuna altra religione e anzi si batte per la libertà di tutti, compresa quella dei propri persecutori, eppure il cristianesimo è anche la religione più perseguitata del pianeta
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 24/07/2011

C'è un volto di bambina con degli orecchini e un piccolo crocifisso al collo. La fanciulla guarda qualcuno fuori campo, con espressione seria e interrogativa.
Sopra la foto si legge: "Perché mi perseguiti?". Il sottotitolo recita: "Libertà religiosa negata. Luoghi e oppressori, testimoni e vittime".
E' l'eloquente copertina dell'annuale (e sempre drammatico) rapporto – per il 2010 – dell'associazione "Aiuto alla Chiesa che soffre". Quest'anno è stato pubblicato in collaborazione con le edizioni Lindau.
E' un'agghiacciante finestra spalancata su uno scenario pressoché sconosciuto e certamente ignorato dall'opinione pubblica e dai mass media. Ma è questo il mondo in cui viviamo.
Basti dire che il "Pew Forum on Religion e Public Life" di Washington, che ha analizzato la situazione di 198 Paesi, è arrivato alla conclusione che, sul pianeta, oggi, sono circa 5 miliardi gli esseri umani che vedono repressa, negata o limitata la loro libertà di coscienza e di religione.
Si tratta quindi del 70 per cento della popolazione mondiale (oggi quantificata in 6,8 miliardi di persone).
La libertà religiosa, riguardando la coscienza personale, è la più delicata delle libertà e, fatalmente, quando è negata quella sono compromesse anche tutte le altre.
Non a caso Gandhi affermava: "Potete strapparmi gli occhi e non mi ucciderete. Ma se distruggete la mia fede in Dio, io sono morto".
Si parla ovviamente della libertà di credere come della libertà di non credere. Implicano sempre la coscienza.
Va detto che, purtroppo, talora sono delle religioni che perseguitano altri gruppi religiosi.
Non tutte però sono uguali. Ad esempio la Chiesa Cattolica non perseguita, né reprime alcuna altra religione e anzi si batte per la libertà di tutti, compresa quella dei propri persecutori. E' contro le persecuzioni e l'oppressione di chiunque.  
Eppure va rilevato che il cristianesimo è anche la religione più perseguitata del pianeta: a tutte le latitudini, sotto i più diversi regimi (il rapporto cita, in questo caso, come fonte Amnesty International).
Secondo la Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea "il 75 per cento delle morti collegate a crimini a sfondo religioso riguarda i cristiani".
Ma qual è la geografia della repressione della libertà religiosa?
Anzitutto, anche se spesso lo dimentichiamo, grava ancora sul mondo il retaggio del XX secolo, il secolo delle ideologie, perché circa un miliardo e mezzo di persone vivono sotto regimi comunisti.
E siccome certi intellettuali faziosi e superficiali amano ripetere che è la religione a produrre intolleranza, va sottolineato che nessuno nella storia ha mai fatto l'oceano di vittime e di perseguitati delle ideologie atee del Novecento.
Oggi il caso di maggiore importanza è la Cina, il paese più popoloso del mondo, con un miliardo e 300 milioni di abitanti, ormai avviato a diventare la prima potenza economica mondiale e una grande potenza politica e militare globale.
Lì, in quel regime che resta comunista "il diritto alla libertà religiosa non è concesso". Ma la repressione e le persecuzioni sono particolarmente scatenate contro i cristiani e in particolare contro i cattolici in comunione con il papa.
"Numerosi sono i cristiani arrestati, condotti nei 'centri di rieducazione', torturati e condannati a morte", si legge nel rapporto. E "si tratta indistintamente di sacerdoti, vescovi e fedeli laici".
Situazione ancora peggiore è quella della Corea del Nord, il mostruoso regime comunista imposto da Kim Il-sung.
In questo colossale lager a cielo aperto, dove lo Stato proclama ufficialmente l'ateismo obbligatorio, i cattolici erano numerosi: nella capitale Pyongyang – prima dell'avvento del comunismo – erano il 30 per cento della popolazione.
Con il comunismo sono spariti tutti, vescovi compresi, ingoiati dalla buia voragine dei lager. Le poche notizie che arrivano da là sono agghiaccianti.
Nel 2009, per esempio, emerse dall'oscurità il nome di una giovane cristiana, la trentatreenne Ri Hyon-ok, che il 16 giugno era stata condannata a morte e giustiziata "per aver messo in circolazione delle Bibbie".
Un problema di repressione e persecuzione c'è anche nella Cuba di Fidel Castro dove i cristiani sarebbero l'80 per cento della popolazione, ma lo Stato è ufficialmente ateo.
I casi di sofferenza dei cattolici sono tanti. Per quanto riguarda gli ultimi mesi si cercano ancora gli assassini di don Mariano Arroyo Merino che il 13 luglio 2009, all'età di 74 anni, fu ritrovato morto: lo hanno ammanettato, imbavagliato, accoltellato e poi bruciato.  
C'è inoltre la situazione dei cristiani in India dove – su pressione dei nazionalisti indù – i diversi stati "oltre ad approvare le leggi 'anticonversione', perseguitano ogni manifestazione pubblica e sociale delle altre religioni".
Nello stato di Orissa nel 2007 e nel 2008 si è scatenata una "caccia al cristiano" che ha fatto 90 morti ufficiali (perlopiù cristiani) e ha costretto 50 mila persone a fuggire dai propri villaggi.
Sono state distrutte centinaia di case di cristiani e tantissime chiese, nell'indifferenza delle forze dell'ordine (con gli aiuti ricevuti dall'estero i cristiani hanno ricostruito non solo le proprie case, ma anche quelle degli indù).
C'è poi il continente musulmano che è per i cristiani un vero e proprio calvario.
Il Paese che sta diventando l'inferno peggiore per loro è il Pakistan dove – specie per la famigerata legge sulla blasfemia e le varie fatwa lanciate dai tribunali islamici – l'attacco alle minoranze religiose, in particolare ai cristiani, è in drammatica intensificazione (ma gli stessi musulmani sono spesso vittime dei fondamentalisti).
La casistica riferita nel rapporto è terrificante. La storia di Asia Bibi, che è la più conosciuta, è solo una delle tante (e così pure l'uccisione di Shahbaz Bhatti).
La situazione più penosa è quella delle giovani ragazze cristiane che si trovano spesso a subire ogni forma di abuso e di violenza, fino alla morte, nell'indifferenza delle autorità.  
E' tristemente inutile passare in rassegna gli altri paesi islamici se si considera che in Egitto, che dovrebbe essere il paese islamico più evoluto e il più "occidentale", quello che ha la più grande (il 12 per cento della popolazione) e la più antica comunità cristiana (radicata lì molto prima dell'arrivo dell'Islam), ebbene in Egitto, il 20 gennaio – si legge nel rapporto – "il patriarca (cristiano copto) Shenouda III dichiarava che sarebbe auspicabile un giudizio equo sui 1800 assassinii di cristiani e sugli oltre 200 atti di vandalismo perpetrati contro i loro beni, mai giudicati e ancor meno puniti".
E' inutile aggiungere altro. Ma qualche flash sulla nostra libera Europa è necessario. Già diversi libri hanno denunciato la deriva anticristiana di certe istituzioni europee, con episodi stupefacenti. Ma consideriamo qui alcuni casi recenti dei due paesi che si propongono come maestri di diritti umani.
"In Francia, nelle scuole" c'informa il rapporto "una legge proibisce il velo alle ragazze musulmane, ai cristiani vieta di portare una croce troppo visibile e ai sikh di portare il turbante".
Se il velo portato davanti al volto (che non è un simbolo religioso) poneva un problema di ordine pubblico e di dignità delle donne, si vorrebbe sapere cosa c'entra il crocifisso.
In Gran Bretagna poi "una sentenza ha consentito che un'azienda imponesse ai propri dipendenti cristiani di nascondere i simboli della fede sul luogo di lavoro, lasciando però liberi gli appartenenti ad altre religioni di mostrare i loro simboli".
Aggiungo un episodio emblematico. In questo paese, dove la regina è capo della Chiesa d'Inghilterra (con buona pace dei nostri intellettuali che ritengono il protestantesimo più laico del cattolicesimo), il cancelliere Tony Blair ha dovuto aspettare di perdere la carica prima di formalizzare la sua conversione al cattolicesimo. Non è incredibile?

DOSSIER "CRISTIANI IN PAKISTAN"
Asia Bibi, Shahbaz Bhatti, ecc.

Per vedere tutti gli articoli,clicca qui!

Fonte: Libero, 24/07/2011

3 - FUMATORI: LA MODERNA CACCIA ALL'UNTORE CHE DIMENTICA I VERI PROBLEMI DI UNA SOCIETA' MALATA
Una società democratica deve allontanare i suoi membri da quanto possa loro nuocere: aborto? eutanasia? deriva eugenetica? Macché... tutti contro il tabacco!
Fonte Corrispondenza Romana, 30/07/2011

Jacques Attali, editorialista del settimanale francese "L'Express", sul numero dello scorso 23 febbraio è stato molto chiaro: «Una società democratica – ha scritto – deve allontanare i suoi membri da quanto possa loro nuocere». Poi ha il compito di «educarli, prevenire, infine proibire». Anzi: qualora «il divieto non fosse una prospettiva» concreta, «almeno a medio termine, la società sarebbe complice e l'educazione non servirebbe a nulla».
A quali terribili minacce si può immaginare che l'opinionista si rivolga tanto allarmato, così da giustificare la durezza ed il rigore dei rimedi proposti? Alla gravissima piaga dell'aborto, che uccide i nostri figli? Alla terribile pratica dell'eutanasia, che mira ad eliminare i nostri anziani ed i nostri disabili? Alla fecondazione assistita, che consente derive eugenetiche? Al divorzio con annessi e connessi (Pacs, coppie omosessuali e via dicendo), che già tanti danni ha provocato, distruggendo il modello dell'istituto familiare?
No, nulla di tutto questo: Attali sta semplicemente parlando dei danni provocati in termini di salute dal tabacco. Tutto qui.
Attali in questo modo "fotografa" paradigmaticamente la condizione, cui si è ridotto uno sguardo sul reale, totalmente dimentico dei Valori: i veri Ideali sono stati sostituiti con loro "surrogati" assolutamente opinabili, sorta di feticci o di totem, che non "disturbano", che non mettono in discussione le coscienze.
È sconcertante constatare così come, ancora una volta, i commentatori internazionali tratteggino un ordine assolutamente "rovesciato" nelle priorità, mostrandosi sordi alle vere emergenze, per lo più afferenti l'ambito morale e bioetico, e sensibilissimi di contro all'ambito dei vizi di piccolo cabotaggio, riguardanti esclusivamente quella sfera personale verso la quale basterebbe esercitare un minimo di morigeratezza e di buon senso, per risolvere qualunque problema.
Ma mentre uno sguardo egoistico rivolto al "sé" non ha implicanze sociali, quindi non compromette, se Attali e compagnia dovessero interrogarsi su quanto, viceversa, davvero stia minando e rovinando il mondo potrebbero esser costretti ad uscire dai luoghi comuni e ad esprimersi su scabrose situazioni di carattere etico, queste sì, davvero più impegnative. È, dunque, assai più comodo affermare che solo una sigaretta è ciò che rende una società "democratica" o meno. Ma crederlo significa non voler aprire gli occhi sul reale.

Fonte: Corrispondenza Romana, 30/07/2011

4 - DEGNA SEPOLTURA PER I BIMBI NON NATI
E' per legge un diritto dei genitori, ma pochi lo richiedono perché non lo sanno (eppure è un gesto umano di pietà)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: La Bussola Quotidiana, 29/07/2011

La notizia non è nuova, ma ha ora un certo rilievo sui grandi media: a Caserta, l'associazione Difendere la vita con Maria, fondata e presieduta da don Maurizio Gagliardini, ha siglato un protocollo di intesa, approvato con delibera del 22 luglio 2011, con l'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano, per promuove il seppellimento dei «bambini non nati».
Il sindaco della città ha dato la propria disponibilità a concedere un apposito spazio nel cimitero cittadino, ma, come sempe in questi casi, si è levata, violenta e intollerante, la voce di alcuni protestatari - rappresentati dal sindacato medico Fp-Cgil Medici - che sono divenuti, per il Corriere della Sera, "i medici" tout court. Il che non dovrebbe essere, dal momento che nel nostro Paese la maggioranza dei ginecologi sono obiettori e quindi ritengono l'aborto quantomeno qualcosa di negativo. Secondo il sindacato di sinistra, si tratterebbe di «violenza psicologica sulle donne da fermare».
A queste lamentazioni, si è unito, puntuale e immancabile, l'anatema dei Radicali, con un comunicato di Maria Antonietta Farina Coscioni, che comincia così: «Apripista è stata la regione Lombardia di Formigoni, che ha varato provvedimenti che vanno ben oltre le sue competenze disponendo la sepoltura dei feti come fossero esseri umani e mettendo in essere una vergognosa speculazione». Perché tanta rabbia, tanto ingiustificato livore?
A Caserta, infatti, non è successo nulla di nuovo, sia perché la sepoltura dei feti, morti per aborto spontaneo, o uccisi tramite ivg, è già realtà in varie zone del nostro paese, come, appunto, la Lombardia, sia perché nulla cambia, dal punto di vista della legge 194, in quanto l'aborto procurato rimane libero e gratuito, esattamente come prima. Cerchiamo di capire come stanno i fatti.
Nel nostro Paese è previsto il seppellimento dei feti superiori alle 20 settimane, le cui fattezze umane così evidenti e visibili impediscono anche ai più cinici di gettare questi resti umani nell'inceneritore. Un dpr del 21 ottobre 1975, n. 803, stabilisce, all'articolo 7, «su richiesta dei genitori il seppellimento anche dei prodotti di concepimento abortivi di presunta età inferiore alle 20 settimane». Proprio sulla base di questo dpr, l'allora ministro alla Sanità Donat Cattin emanò la circolare telegrafica n.500/2/4 del 13 marzo 1988, tutt'ora in vigore, in cui si stabiliva la sepoltura di feti anche in assenza di richiesta dei genitori, e si ricordava che «lo smaltimento attraverso rete fognante o i rifiuti urbani ordinari costituisce violazione del Regolamento di polizia mortuaria e del Regolamento di igiene», mentre lo «smaltimento attraverso la linea dei rifiuti speciali, seppur legittimo, urta contro i principi dell'etica comune».
Il dpr n. 285 del 1990 prevede ugualmente che i bambini, definiti «prodotti abortivi», di età gestazionale dalle 20 alle 28 settimane vengano sepolti a cura della struttura ospedaliera. A richiesta dei genitori possono essere raccolti nel cimitero, con la stessa procedura, i resti di «prodotti del concepimento» di età inferiore alle 20 settimane. In questo caso i genitori, a titolo proprio, o associazioni come quella fondata da don Gagliardini, attraverso convenzioni mirate, possono raccogliere i resti dei bambini non nati e chiedere all'unità sanitaria locale i relativi permessi del trasporto e del seppellimento. Infine dovranno accordarsi con i servizi cimiteriali, per l'atto di pietà dell'inumazione.
Riassumendo: i feti oltre le 20 settimane hanno automatico diritto alla sepoltura, anche se sovente questo avviene con ben poca cura (in modo anonimo, cumulativo, senza possibilità di conoscere il luogo), mentre per quelli più piccoli sarebbe richiesta un'analoga pietas, trattandosi pur sempre di resti umani, ma nella realtà dei fatti essi finiscono spesso bruciati nell'inceneritore insieme ai "rifiuti speciali", quando non buttati, come un tempo avveniva sicuramente più spesso, nelle fogne.
«La nostra associazione - spiegano Maria Luisa e Francesca, dell'associazione Life di Ospedaletto Euganeo, che si occupa proprio della sepoltura dei feti - è cominciata agli inizi del 2000 in seguito alla richiesta di una madre, che aveva perso il proprio bambino nelle prime settimane di gestazione. Questa madre desiderava sapere se poteva salutare il suo bambino attraverso un rito religioso. Da allora abbiamo capito l'importanza di venire in aiuto al dolore di alcune madri, e nello stesso tempo di compiere un atto dovuto a creature umane. Proprio in questi giorni una famiglia che si trova nel dolore per la perdita del proprio figlio, ha richiesto di poter seppellire il proprio bambino, morto a 18 settimane di gestazione, e ha richiesto il nostro aiuto. Il rito ha avuto luogo giovedì 12 maggio alle ore 8.30 presso l'ospedale di Monselice», che è uno dei tanti, oltre a quello di Caserta, ad aver riconosciuto questa possibilità.
La sepoltura dei feti non è però, come si potrebbe pensare, un sollievo solo per le madri che hanno visto morire un bambino desiderato, e che per questo sentono il dovere di tributargli un ultimo gesto di affetto. Può esserlo anche per quelle che, essendosi sottoposte all'aborto procurato (spesso spinte da qualcuno, dalla solitudine, dalle circostanze, da una cultura disumana...), sono poi cadute, come spesso accade, in un profondo stato di desolazione, e cercano quantomeno un luogo in cui piangere, per non essere del tutto impotenti di fronte al fantasma del loro bambino, rimpianto e perduto, ma non scomparso dal loro cuore.
Rimangono a questo punto da proporre alcune considerazioni.
La prima: gli abortisti aborrono la sepoltura dei feti, tirando in ballo contro di essa ora "i costi", ora la "violenza psicologica sulle donne", perché seppellire un feto significa riconoscergli una dignità. Significa riconoscere che è un essere umano.
Invece la mentalità abortista, ben esemplificata nella frase menzognera della Coscioni («…feti come fossero esseri umani…»), vuole che questo non avvenga: lotta perché nell'immaginario collettivo, nonostante le evidenze scientifiche, accessibili con qualsiasi ecografia, un feto rimanga un "grumo di cellule", un qualcosa di indistinto, di inumano; lotta perché abortire o partorire siano due decisioni esattamente equivalenti, in ogni circostanza. Per questo gli abortisti devono negare completamente la realtà del bambino nell'utero materno, ad ogni stadio, e anche dopo la morte.
La seconda considerazione porta un po' più lontano, al senso stesso della vita e della morte, e quindi anche della sepoltura. Un poeta ateo come Ugo Foscolo notava che «dal dì che nozze tribunali ed are dier alle umane belve esser pietose di se stesse e d'altrui», gli uomini provvidero a seppellire i loro morti, sottraendoli alle ingiurie degli animali e degli agenti atmosferici. Foscolo riteneva che gli uomini fossero solo materia: eppure, dimostrando una lodevole e significativa incoerenza, negava potesse essere "civile" una società che sottrae ai suoi morti un ultimo tributo. La sepoltura è infatti un segno chiaro della dignità umana.
Solo gli uomini, infatti, seppelliscono i loro simili, dalla notte dei tempi. Le bestie mortali non lo fanno. Uno scienziato contemporaneo, anch'egli ateo, come Edoardo Boncinelli sostiene che tutto ciò che esiste, in un universo, anche umano, solo materiale, è sempre in vista di qualche utilità concreta. Eppure, nota in un suo libro, il fatto che gli uomini abbiano sempre seppellito i loro defunti, è, da un punto di vista puramente naturalistico e materialistico, ingiustificabile, incomprensibile. A meno che, diciamo noi, non si riconosca che l'uomo, da sempre, ha visto nei suoi cari qualcosa di più della loro carne, della loro materia: cioè una vita spirituale, un destino eterno, immortale.
Ecco, coloro che seppelliscono oggi i feti abortiti, spontaneamente o in modo procurato, saranno un giorno ricordati per la loro coraggiosa testimonianza: si dirà che in un'epoca di disumanità - che ha partorito lager e gulag, guerre mondiali e sperimentazioni sugli uomini, tentativi di clonazione e pompe Karman per fare a pezzi i bambini -, qualcuno ha lottato, con gesti simbolici e umanizzanti, per affermare la dignità di ogni singolo uomo, piccolo o grande, di 20 settimane o di 25, sano o malato che fosse. Si dirà che in tempi di feroce ateismo, quando la legge di Dio è stata sostituita dal capriccio e dall'arbitrio di ogni singolo uomo, cioè dalla legge del più forte, qualcuno ha voluto tener viva la sacra pietas e, con essa, la differenza che corre tra le cose e le persone, tra un tumore strappato dalla carne, e gettato nel water o tra i "rifiuti speciali", e un bimbo, strappato, suo malgrado, dal grembo di sua madre e dal cuore di suo padre.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 29/07/2011

5 - ''IMAGINE'' DI JOHN LENNON: UTOPIA PACIFISTA INTRISA DI IDEOLOGIE TOTALITARIE
Inneggia a un mondo senza Dio dove finalmente vivere in pace: ma questo programma è già stato realizzato da comunismo e nazionalsocialismo... e non è stato un mondo migliore!
Autore: Gabriele D'Amato - Fonte: Gabblog

Imagine di John Lennon è stata decretata più e più volte (anche ufficialmente credo) la canzone del secolo scorso. Certo, non si può dire che la sua melodia non sia sublime, e a un orecchio poco attento anche i suoi testi sembrerebbero vera poesia. Ma esaminandoli attentamente si può evincere come sia sottile e ben nascosto il messaggio che, subliminalmente (mica tanto subliminale poi), arriva alle nostre orecchie (...).

DUE MESSAGGI CHIARI: IL PARADISO (E DIO) E L'INFERNO (E IL DIAVOLO) NON ESISTONO
Immagina non ci sia il Paradiso
prova, è facile
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente viva per il presente

Sembra quasi che John volesse convincerci che senza il paradiso saremmo stati meglio. È facile dice lui! Quasi come a volere toglierci un peso; quella speranza che assilla ogni uomo: ci sarà il paradiso, oppure no? Non pensarci dice John! Immagina, non ci sarebbe nemmeno l'inferno, solamente il cielo terreno sopra di noi! Con 2 menzogne riesce quasi a farci credere che sia meglio come ci racconta.
In realtà, la prima affermazione, atta a negare il paradiso è un messaggio subliminale che vuole farci credere che non solo il paradiso (e quindi il regno di Dio) non esista, ma di conseguenza anche Dio stesso. Questo per fare perdere la fede agli uomini. Un classico pensiero ateo tanto di moda ai tempi di John e tornato in voga oggi giorno, in cui qualche stolto si ostina a credere e a volere fare credere ad altri che senza Dio si sta meglio, ma soprattutto che non c'è bisogno di lui.
Il secondo passo è poi una classica influenza demoniaca, in cui il diavolo insidia il povero John a scrivere e cantare questa orrenda nenia mascherata da grande canzone, con l'obiettivo di nascondere la sua esistenza. Niente inferno e quindi niente diavolo. Raggiunto così l'obiettivo primario del diavolo, che è quello di fare credere agli uomini di non esistere. Infine una piccola speranza, che per come gira tutta la prima fase della canzone sembra quasi una figata: "solo il cielo sopra di noi". Agli uomini spetta molto di più di un cielo terreno! Spetta il regno di Dio!
Immagina poi che la gente viva solo per il presente. Svuotala di tutto! Niente speranze, niente sogni, niente passato e niente futuro, niente memoria e niente esperienza. Solo oggi, solo adesso! Potrebbe sembrare quasi avere relazione con alcune scritture che dicono che ad ogni giorno basta la sua pena, ma questo non significa che gli uomini debbano vivere solo il presente!

UN MISTONE DI ATEISMO E NUOVO ORDINE MONDIALE PER COMPIACERE GLI STOLTI
Immagina non ci siano paesi
non è difficile
Niente per cui uccidere e morire
e nessuna religione
Immagina che tutti
vivano la loro vita in pace

La prima frase sembra un preludio al nuovo ordine mondiale, che nei passi successivi della canzone trova infatti conferma. Niente per uccidere e morire. Quindi nemmeno per dare la vita e vivere? Poiché in un mondo dove non esiste il male non esiste nemmeno il bene. Essi sono paritari. Al di sopra di ogni contesto e regola divina. Senza uno l'altro non c'è. La forza e il futuro degli uomini sta nel fatto che un giorno vivranno conoscendo pienamente entrambi e la loro consapevolezza sarà così ampia, così infinita, che vivranno solo per il bene, rinnegando completamente il male. Entrambi esisteranno, ma il male non avrà modo di essere, poiché nessuno lo compirà.
Ma non è ancora questo il giorno. Prima di vedere la luce, gli uomini devono passare attraverso le tenebre. Illuderli che ci sia una scorciatoia equivale ad allontanarli dalla verità, indebolirli. Mostrargli le cose come stanno equivale invece a renderli consapevoli dei propri percorsi e delle proprie responsabilità, fortificandoli, rendendoli consapevoli della loro forza e del loro destino! La morte poi, fa parte della vita. Non è certo contraria ad essa. Poiché il contrario dell'esistenza è la non esistenza. Ma quando gli uomini muoiono continuando ad esistere, fanno un'esperienza. Solo tramite la morte ci può essere una rinascita!
Nessuna religione. Beh, quasi sono d'accordo, ma solo perché considero la parola religione inventata dagli uomini. Quando gli uomini vivono il loro rapporto con Dio in spirito e verità non c'è nessuna religione. Ma il messaggio di John pare ancora una volta un invito all'ateismo: senza religione nessuno litiga, si sta meglio. E ancora una volta il messaggio subliminale è dietro l'angolo: senza Dio tutti stiamo meglio! Infine ancora il messaggio invogliatore che chiude il verso: tutti vivremo così in pace. Ancora una volta si offre un piacere terreno per allontanare gli uomini dal loro destino spirituale. Vivere questa vita in pace, senza guerre, senza morte, senza religione. Eppure gli uomini sono simili a Dio proprio perché hanno conosciuto il bene e il male.

UNISCITI A NOI IN UN MONDO CON UNA SOLA BANDIERA E CHE NON HA BISOGNO DI DIO
Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno

Non dirò che sei un sognatore, ma solo che sei stato uno stolto. Avrò comprensione di te, che sei caduto nelle trappole del male. John cerca di valorizzare il suo pensiero dicendoci che non è il solo, ma che sono tanti, quasi a invogliarci a entrare a fare parte della loro cerchia, a non rimanere in disparte, ad unirci al gruppo. No grazie, personalmente sto bene dove sono. Non mi unirò a voi.
La speranza che il mondo diventi uno, associata alla prima strofa del secondo verso, conferma quanto detto circa il nuovo ordine mondiale. Un mondo che John sperava di vedere e che personalmente sono contento non abbia visto e che mi auguro di non dovere vedere io. Un mondo dove Dio non esiste, dove gli uomini vivono una falsa pace poiché istituzionalizzata dai potenti del mondo. Una pace quasi soporifera, dove la verità è nascosta agli uomini. Un mondo dove non ci sono più diversità perché i potenti del mondo hanno conformato tutti gli uomini sotto un unico pensiero ed un'unica bandiera. Un mondo senza paesi. Un mondo solo, un mondo triste.

UN MONDO SENZA POSSESSI. JOHN LENNON PERÒ PUÒ AVERE FERRARI, VILLE E UN GRAN PACCO DI SOLDI!
Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o rabbia
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta le gente
condividere il mondo intero

Si, credo di potere riuscire a immaginare un mondo senza possessi, avidità e rabbia. Ma per un uomo dei tuoi e dei miei tempi è un percorso difficile, questo è fuori discussione. Certo detto da chi girava in Ferrari ed era una rockstar milionaria fa sicuramente riflettere! John Lennon credeva che i soldi non cambiassero una persona e i suoi sentimenti. A mio avviso nulla di più sbagliato. Non a caso John Lennon era un ateo convinto e gli mancavano probabilmente i concetti di carità e ricchezza interiore. Nonostante cantasse alcune cose ne viveva poi altre.
I soldi sono la prima cosa che manda fuori di testa un uomo; oggi come ai suoi tempi. Ritengo facesse grosse battaglie interiori (almeno spero per lui che combattesse in qualche modo ciò che diceva e cantava), soprattutto quando si esaltava nell'essere, insieme ai Beatles, più famoso di Gesù Cristo. Non so se sia vera questa affermazione, ma Cristo è "famoso" da circa 2000 anni, molta gente tra 2000 anni non saprà più chi è John Lennon. Questo solo per rimanere in linea con gli astrusi pensieri di Lennon, visto che non è assolutamente mia intenzione paragonare Lennon al Cristo!
Il finale di verso (e fondamentalmente di canzone) sembrerebbe essere ancora una volta un invito ad abbracciare il pensiero in cui gli uomini condividono il mondo. Dove sono tutti fratelli, tutti uniti sotto un unica bandiera. Tutta la gente che condivide il mondo eh! Ma ci sarà pur stato qualcuno che non voleva condividerlo! Mi chiedo, costoro che fine hanno fatto? La forza e la bellezza degli uomini sono le diversità. Togligli queste e ucciderai la specie umana.

CIÒ CHE CREDEVA E CHE HA FATTO JOHN LENNON
Con le sue canzoni John Lennon ha pubblicizzato ateismo e ordine mondiale passando per un pacifista e intellettuale. Ancora una volta una figura commerciale ha inebetito la stragrande maggioranza di persone che non ha capito proprio nulla di ciò che Lennon credeva e cantava.
Rispetto John Lennon come persona e tutti i suoi fan e con questo post non voglio di certo offendere la sua memoria, ma solo porre il dubbio in coloro che lo hanno sempre visto come un pacifista e portatore di grandi messaggi umanitari. Nella sua canzone "God", John Lennon dichiara di non credere alle scritture e al Cristo. Con Imagine sembra quasi volerci invitare in nuovo mondo.
Un mondo che, guarda caso, è tale e quale a quello che i potenti della terra stanno architettando per il prossimo secolo. In questo mondo tutti gli uomini saranno ghermiti da forze e poteri oscuri e la cosa assurda è che ringrazieranno per questo gli uomini che li ridurranno in questo stato. Vivranno nell'ignoranza e la falsità e crederanno di vivere in un mondo onesto, intelligente e veritiero.
Grazie John Lennon!

Fonte: Gabblog

6 - AUGIAS TIRA FUORI LA VESPA PER DIRE CHE DIO E' SADICO
Chissà se ha un gatto, bestiola sadica alla quale si fanno le coccole, ma avete visto come gioca col topo prima di ammazzarlo?
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Bussola Quotidiana, 02/08/2011

La risposta data il 31 luglio 2011 a un lettore da Corrado Augias fa riflettere. Fa riflettere me, per la precisione. Se io sbaglio tra Eusebio di Cesarea e Socrate Scolastico, la svista fa il giro del web e si scomoda perfino Umberto Eco per bacchettarmi. Gli intellettuali cattolici, insomma, devono camminare sempre sul filo del rasoio, stare attenti ad attraversare col verde e sulle strisce, non commettere disattenzioni. I laiconi, invece, possono dire tutti gli sfondoni che vogliono, ribadire fino alla sfinimento vecchi leitmotiv sette-ottecenteschi, addirittura copiare. Con loro l'Inquisizione p.c. (politically correct) si volta da un'altra parte.
Il lettore Fabio Della Pergola prende in giro il creazionismo, sparando che «la scienza» ha confermato il darwinismo al di là di ogni ragionevole dubbio. Augias che fa? Cita il solito Telmo Pievani, non scienziato ma filosofo della scienza, e il suo La vita inaspettata. Nel quale, cita Augias, si afferma, tra l'altro, che siamo, noi uomini, «figli contingenti di "sola storia", cioè di una sequenza di eventi irripetibili e generosi». A me questo pare proprio creazionismo, ma non intendo entrare nel merito della questione perché io, da buon cattolico, conosco i limiti delle mie competenze. Perciò lascio il dibattito su evoluzionismo, creazionismo e terze vie agli esperti (la Bussola ha parecchi collaboratori che lo sono).
Nella risposta, prima di salutare per le vacanze, Augias tira fuori la vespa che uccide il bruco in modalità tipo Alien e ne deduce che, se c'è un disegno intelligente, è senz'altro opera di un sadico. Ma viene da chiedersi: che bisogno c'era di scomodare le vespe e il loro modo di covare le uova? Gesù mangiava l'agnello e il manzo, e più volte si è fatto vedere mentre si cibava di pesci. Animali, dunque, e più grossi nonché inoffensivi delle vespe. Animali che, per poterli mangiare, bisogna prima scannare. Gesù era un sadico? Bah, Augias non si spingerebbe a cotale affermazione, perché si offenderebbero non dico i cristiani (che non reagiscono) bensì i musulmani (che reagiscono, eccome), i quali venerano il profeta Gesù figlio di Maria Vergine e hanno, nello scannare agnelli, la loro festa principale. Così come gli ebrei osservanti (a osare criticare i quali ci si becca subito dell'antisemita, in alcuni Paesi passibile di carcere).
Un altro «sadico» molto caro ai politicamente corretti è san Francesco d'Assisi, anche lui per niente vegetariano. Il quale, nel suo celeberrimo Cantico delle creature, non degna neanche di un cenno le bestie. Non tutti sanno che la sua famosa «predica agli uccelli» la fece perché questi ultimi disturbavano un suo sermone col loro fastidioso cinguettio. No, signori. Non c'è bisogno di andare a cercare il pelo nell'uovo, sia pure quello di una vespa. Basta aprire la Bibbia, sezione Antico Testamento. Là c'è, e nemmeno tanto nascosto, il Dio geloso, quello «degli eserciti», che ferma addirittura il sole perché Israele possa meglio sterminare i suoi nemici (umani, non ominidi). O andare in un ospedale moderno e guardare un bambino morire di tumore. Solo che, a quel punto, ci si accorgerebbe di non star più discettando di «scienza», bensì di teologia.
E allora, a furia di pensare, ci si avvicinerebbe pericolosamente vicino a concetti come «peccato originale». Cioè, il disegno era, sì, intelligente, ma qualcun altro lo ha guastato. Proprio il nostro sdegno morale di fronte a certi spettacoli dimostra che «in principio non fu così». E lo avvertiamo tutti, perfino Augias e Pievani e Della Pergola, che c'è qualcosa che non quadra. E che abbiamo innato il «come dovrebbe essere».
Pensierino finale: chissà se Augias, nelle sue dorate vacanze estive, fa uso di un friggi-zanzare. Chissà se, in giardino, tiene un gatto, bestiola sadica quante altre mai (avete visto come gioca col topo prima di ammazzarlo?). Al quale molti fanno le coccole.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 02/08/2011

7 - GRAN BRETAGNA, AVANZA LA CULTURA DELLA PERFEZIONE
Eliminati 2.200 feti per anomalie come la sindrome di Down o addirittura il solo labbro leporirno; inoltre ogni anno mille ragazze britanniche sotto i 15 anni scelgono di abortire
Autore: Elisabetta Del Soldato - Fonte: Avvenire, 06/07/2011

Sono stati migliaia gli aborti "terapeutrici" che l'anno scorso sono stati compiuti in Gran Bretagna per anomalie come la sindrome di Down o addirittura il labbro leporirno. In totale sono stati duemila e 290 gli aborti effettuati nel 2010 per «problemi» al feto: di questi 500 erano stati diagnosticati con la sindrome Down, 128 con la spina bifida, sette con il labbro leporino, 181 per malattie genetiche ereditare e 147 sono avvenuti dopo la 24esima settimana di gravidanza.
È la prima volta in dieci anni che il governo è costretto, dal nuovo Freedom of Information Act e grazie alla pressione di diversi gruppi pro-life, a pubblicare i dati che riguardano gli aborti "anomali" in Gran Bretagna. «Dopo cinque anni di battaglia – ha commentato ieri Julia Millington della ProLife Alliance – questa notizia arriva come una grande vittoria per la trasparenza e la libertà d'espressione e siamo felici che sia ora possibile accedere all'informazione sulle giustificazioni di aborti in tarda gravidanza come era possibile fino al 2001». Tra gli aborti "approvati" dal sistema sanitario ce ne sono anche 181 per il piede equino e tra questi otto sopra le 24 settimane, il limite fino a cui è possibile abortire nel Regno Unito.
Nel 2005 la ProLife Alliance aveva chiesto al ministero della Sanità di pubblicare il numero dei feti abortiti per anormalità riguardanti l'anno 2003. Il governo aveva deciso di non pubblicare più i dati dopo il caso di un curato della Chiesa anglicana, reverendo Joanna Jepson, che aveva chiesto all'Alta Corte di giudicare la legalità di un bambino abortito a 28 settimane di gravidanza perché aveva il labbro leporino. La Jepson, nata con lo stesso "difetto" che poi ha rimediato grazie alla chirurgia plastica, sostenne che il caso del feto di 28 mesi dimostrava l'espandersi di «una cultura della perfezione fisica». Oltre ai dati sui feti abortiti con "anomalie", il governo ha pubblicato anche il numero delle ragazzine che decidono di abortire. Ebbene, ogni anno mille ragazze britanniche sotto i 15 anni scelgono di abortire: l'anno scorso 134 ragazzine di 13 anni si sono sottoposte all'interruzione di gravidanza e due dodicenni.

Fonte: Avvenire, 06/07/2011

8 - LE QUOTE ROSA SONO UNA TALE ASSURDITA' CHE, ANCHE SE FOSSI UNA FEMMINISTA, NE SAREI OFFESA
Le donne, sempre bisognose di approvazione, lottano per ottenere un altro giogo: rendersi sempre più simili all'uomo, ma questo giogo non è soave, perché una donna non è un uomo
Autore: Costanza Miriano - Fonte: La Bussola Quotidiana, 20/07/2011

Le quote rosa sono una tale assurdità che non si sa da che parte cominciare a ragionarci su. A parte il colore, oggettivamente irresistibile, non hanno veramente senso. Se fossi una femminista ne sarei offesa. Visto che invece sono una donna che non vuole rubare il posto all'uomo, orgogliosa di essere prima moglie e madre, poi lavoratrice, credo che siano una vera sciagura.
Le quote rosa – che sono ormai legge – mi fanno pensare all'evangelico pezzo di stoffa nuova cucito sulla vecchia: finisce che si strappano tutte e due. E sebbene il Vangelo non si esprima esattamente sul tema, e sebbene io non voglia unirmi alla schiera dei credenti fai da te, che attribuiscono a Gesù Cristo di tutto – proverbi, superstizioni e chiacchiere del parrucchiere – più ci penso più questa immagine mi sembra calzante. Questa legge fa male sia al mondo del lavoro che alle donne.
Se noi donne vogliamo dare un contributo importante attraverso il lavoro anche fuori di casa, cosa che comunque non è un dogma, dovremmo mettere il vino nuovo in otri nuovi. Lottare perché si entri in una nuova logica lavorativa, dove i modi e i tempi siano al centro della questione: tagliare quelli morti, badare al risultato, fare lavoro di squadra, avere il diritto alla flessibilità, mettere l'accento sul fatto che una donna non può lavorare come un uomo nello stile, né quanto un uomo, almeno in certe fasi della vita familiare.
Come al solito, invece, le donne, sempre bisognose di approvazione, hanno lottato per ottenere un altro, l'ennesimo, giogo: rendersi sempre più simili all'uomo. Questo giogo non è affatto soave, perché una donna non è un uomo e investire nel mondo del lavoro – con queste regole e questi tempi – puntando al potere, le costa davvero troppo in termini affettivi e personali.
 Questa assurdità delle quote rosa produrrà presto nuove assurdità. Dal 2015 le aziende dovranno avere almeno un terzo di donne nei loro consigli di amministrazione. Obbligatorio. Mi chiedo se si troveranno così tante donne che immolino se stesse e magari i propri mariti e i propri figli sull'altare di un lavoro che le richiederà fuori di casa dalla mattina alla notte.
La prima assurdità si è vista in questi giorni: il Tar costringe il sindaco di Roma a formare una nuova giunta comunale perché adesso c'è solo una donna. Alemanno deve dunque eliminare un uomo, e propone di sostituirlo con Rosella Sensi. Il nome lascia perplessi molti, tanto che mi domando: e se fosse una provocazione?
Il dubbio attanaglia perfino me, che non sono particolarmente sveglia nell'intuire la malizia. Arrivo sempre per ultima. Ma questa volta il sospetto mi viene. No, dico, il Tar dice al sindaco di Roma Alemanno che nella giunta comunale ci sono poche donne, e lui che fa? Propone di sostituire un uomo con Rosella Sensi, che né è stata votata, né ha dimostrato finora strabilianti capacità gestionali, almeno a giudicare da quanto soffre quel povero romanista di mio marito. La Sensi infatti è la figlia del presidente della Roma, e lo ha sostituito dopo la sua morte. A me sta anche simpatica, se non altro per la familiarità con quello che a casa nostra – un covo di romanisti, mio malgrado – è l'unico e il solo capitano (Totti), ma come curriculum per diventare amministratore di una città difficile come Roma non basta. Chissà quanti altri, donne e uomini, più preparati, appassionati e anche con più energie e tempo ci sarebbero.
Per questo mi viene in mente che sia una specie di boutade. "Volete una donna, purchessia? Eccovela".
Non importa dunque il curriculum, la gavetta, la formazione, la vocazione, basta che sia femmina, in ossequio all'imperativo di uniformare, appiattire le differenze. Tutti devono fare le stesse cose. E mentre penso con rammarico che quel "maschio e femmina, a sua immagine" racchiude un tesoro teologico ancora in gran parte inesplorato, un segreto esplosivo che ci rivela tratti fondamentali del nostro essere più intimo – quando l'uomo e la donna agiscono profondamente insieme sono simili a Dio, e infatti la vita si genera così – la comunità omosessuale prontamente esulta alla sentenza del Tar.
Questa sì una bella spinta all'appiattimento, al "siamo tutti uguali", in una eterna pubertà adolescenziale in cui la propria vera identità sessuale va ancora abbracciata davvero, in cui non ci si decide a diventare adulti e a generare.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 20/07/2011

9 - OMELIA XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A - (Mt 16,21-27)
Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà
Autore: Don Dolindo Ruotolo - Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 28/08/2011)

Dopo la confessione solenne che san Pietro fece della divinità di Gesù Cristo sarebbe sembrato logico che quella grande verità fosse stata divulgata in mezzo al popolo; invece il Redentore comandò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che Egli era il Cristo. Il dirlo avrebbe attratto su di essi l'ira degli scribi e dei farisei, la quale, cogliendoli ancora impreparati, li avrebbe travolti. D'altra parte essi in quel momento avrebbero travisato la verità, aspettando, come tutti gli Ebrei, il regno trionfante del Messia ed avrebbero potuto provocare un movimento politico nel popolo per far proclamare re temporale il Redentore. Gesù Cristo volle prepararli a concezioni diametralmente opposte a quelle che essi avevano su di Lui, e cominciò a parlare loro della sua Passione e della sua futura risurrezione. Gli apostoli non badarono tanto all'annunzio della risurrezione, e si sgomentarono della profezia delle lotte e delle pene.
San Pietro, proprio come capo allora allora proclamato, credette di intervenire con autorità e, preso in disparte Gesù, cominciò a rimproverarlo del discorso fatto, e ad annunziargli con una presuntuosa sicurezza che ciò che Egli aveva detto non doveva avverarsi di Lui e non si sarebbe avverato.
Era lo stesso che volere sconvolgere i piani della provvidenza, era lo stesso che voler impedire la redenzione: quelle parole erano una tentazione. Satana indusse Pietro a pronunziarle quasi per vendicarsi della confessione solenne che aveva fatta della divinità del Redentore, e per questo Gesù lo chiamò satana e lo scacciò lontano da sé.
Il suo amore fu immenso nell'annunziare la sua Passione, poiché gli tardava il momento di dare la vita per noi, e le parole inconsiderate di san Pietro gli ferirono il Cuore acceso d'infinita carità.
Non c'era da illudersi con aspirazioni terrene, non c'era d'aspettare un trionfo politico; Egli doveva e voleva immolarsi, e chi avrebbe voluto seguirlo doveva andargli appresso caricato di croce, dopo aver rinnegato se stesso, la propria volontà e le proprie aspirazioni. Non c'era altra via di salvezza e chi avesse voluto salvare la propria vita, cioè conservare le sue false gioie e le sue illusioni, avrebbe perduto la vera, la nuova vita che Egli veniva a dare alle anime. Egli non veniva a restaurare un regno terreno né valori materiali, ma veniva a restaurare il regno dello spirito e i valori soprannaturali. Che cosa, infatti, avrebbe portato di bene all'anima una restaurazione temporale? Anche se avesse portato la prosperità che cosa sarebbe stata questa piccola prosperità di fronte ai supremi ed eterni interessi dell'anima?
La vita passa e viene il giorno nel quale si deve rendere conto di tutto al Giudice eterno; allora nulla varranno onori, ricchezze e piaceri, poiché nulla può darsi in cambio dell'anima.
Nel giorno del giudizio Gesù Cristo verrà nella gloria del Padre suo, cioè nel fulgore della sua divinità, e renderà a ciascuno quello che avrà meritato; il merito non potrà computarsi con la misura che ha il mondo; tutto quello che fa grandi sulla terra sarà nullità in quel giorno, e perciò torna conto di rinnegare se stessi, prendere la croce e camminare in compagnia del Re divino verso l'eterna vita.
Queste parole avrebbero potuto scoraggiare gli apostoli, e forse già si affacciava nel loro cuore una nascosta delusione. Avevano sospirato al regno glorioso del Messia, e sentivano parlare di abnegazione, di croce, avevano sperato una immediata proclamazione del Re, trionfatore dei nemici d'Israele, e sentivano parlare di dover perdere tutto per poter guadagnare un regno invisibile; il loro cuore stava per naufragare nel dubbio e perciò Gesù li confortò annunziando vicino il suo regno, e dicendo che alcuni di quelli che erano presenti avrebbero visto la sua venuta prima di morire.
Venuta di Dio nelle Scritture significa giudizio di Dio e manifestazione della sua potenza (cf Is 3,14; 30,27; 66,15-18; Ab 3,3ss); Gesù, avendo parlato della croce e avendo accennato al giudizio, suprema manifestazione della sua potenza, predice una prima manifestazione di questo giudizio nel castigo che avrebbe avuto Gerusalemme ingrata, castigo che sarebbe stato relativamente a breve scadenza e che alcuni di quelli che lo ascoltavano avrebbero visto. Allora il suo regno si sarebbe dilatato in tutto il mondo e la Chiesa si sarebbe affermata maggiormente. Con questa speranza gli apostoli sentirono che si preparava qualche cosa di grande in un prossimo futuro, e sentirono il coraggio di seguire ancora Gesù Cristo.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 28/08/2011)

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.