BastaBugie n�223 del 16 dicembre 2011

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1 FIORELLO IN DIRETTA TV: ''IL PRESERVATIVO CONTRASTA LA DIFFUSIONE DELL'AIDS''! MA E' UNA BALLA CLAMOROSA...
Le ricerche scientifiche confermano che l'uso del preservativo aumenta del 13 per cento il contagio delle malattie
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Cogito et Volo
2 CON L'AVVENUTA CONSEGNA ALLA BCE (PRIVA DI MANDATO ELETTORALE) DELLA DECISIONE SULLE TASSE DEGLI EUROPEI, SI CELEBRANO I FUNERALI DELLA DEMOCRAZIA
Ecco come Ciampi, Napolitano, Draghi e compagni hanno permesso la vittoria del socialismo mondialista di Mario Monti
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
3 DICONO CHE L'EUTANASIA E' LEGALE IN CANADA, AUSTRALIA E IN ALCUNI STATI DEGLI USA... MA NON E' VERO!
Ecco come televisioni e giornali camuffano i dati per far intendere che il proprio Paese sarebbe uno degli ultimi a non riconoscere il diritto umano all'autodeterminazione
Autore: Alessandra Nucci - Fonte: La Bussola Quotidiana
4 ICI E I PRIVILEGI DELLA CHIESA: UNA SERIE DI MENZOGNE DI CUI SI ACCORGE PERFINO ''FAMIGLIA CRISTIANA''
Una campagna laicista contro la Chiesa basata sul nulla cui abboccano sprovveduti ''indignados'' (anche su Facebook!)
Autore: Francesco Anfossi - Fonte: Famiglia Cristiana
5 L'ALLENATORE DEL SIENA SQUALIFICATO PER UN TURNO IN COPPA ITALIA A CAUSA DI UNA BESTEMMIA
Sannino dichiara di non aver bestemmiato, ma resta il fatto che negli ultimi tre anni nei campionati professionistici sono stati deferiti 36 calciatori, 19 allenatori e 12 dirigenti
Fonte: Avvenire
6 I PRINCIPI NON NEGOZIABILI (VITA, FAMIGLIA, LIBERTA' DI EDUCAZIONE) SONO PIU' IMPORTANTI RISPETTO A: GIUSTIZIA SOCIALE, ELIMINAZIONE DELLA POVERTA', SOLIDARIETA', ACCOGLIENZA DEGLI STRANIERI, PACE, ECC.
Madre Teresa diceva: ''Se una madre può uccidere il proprio figlio, nulla può più impedire a me di uccidere te, e a te di uccidere me''
Autore: Giacomo Samek Lodovici - Fonte: La Bussola Quotidiana
7 LA REPUBBLICA E MICROMEGA SENTENZIANO: L'OBIEZIONE DI COSCIENZA DEI MEDICI PER L'ABORTO VA ABOLITA!
Si prepara il terreno per la discriminazione dei medici che, seguendo il giuramento di Ippocrate, considerano l'aborto una pratica contro la loro professione
Autore: Giacomo Rocchi - Fonte: Comitato Verità e Vita
8 DUOMO DI REGGIO EMILIA: GLI INTERVENTI DEL RESTAURATORE SCHINTOISTA GIAPPONESE PROVOCANO LA REAZIONE DEI FEDELI
Il Papa istituisce una commissione ''urgente'' per vigilare sulla costruzione di nuove chiese evitando gli scempi odierni
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Bussola Quotidiana
9 COSTRUIRE SULLA ROCCIA: SCRITTI SCELTI DA IL TIMONE
Il libro appena uscito con i migliori articoli del Timone scelti dal direttore Gianpaolo Barra: da regalarsi o regalare a Natale
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Antidoti
10 OMELIA IV DOMENICA DELL'AVVENTO - ANNO B - (Lc 1,26-38)
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - FIORELLO IN DIRETTA TV: ''IL PRESERVATIVO CONTRASTA LA DIFFUSIONE DELL'AIDS''! MA E' UNA BALLA CLAMOROSA...
Le ricerche scientifiche confermano che l'uso del preservativo aumenta del 13 per cento il contagio delle malattie
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Cogito et Volo, 7 Dicembre 2011

«Il profilattico non si può nominare in Rai? Altro che... Io al posto dei cavallo di viale Mazzini ci metterei una statua enorme di un profilattico». Il rapporto occasionale e disordinato che intrattengo con il televisore mi ha impedito di sentire il monologo di Fiorello di ieri sera (lunedì, nd.r.), iniziato, se ho capito bene, in questo modo. E proseguito con un vero e proprio elogio della contraccezione: «Non si prendono malattie come l'Aids, si trova in farmacia e costa poco. Salva la vita come Beghelli». Parole che per certi versi mi rincuorano - non mi sono perso granché, anzi – e che mi spingono ad una letterina pubblica, che vi propongo di seguito.
Caro Fiorello, uno showman - tanto più uno versatile e talentuoso come te - non ha affatto il dovere di fare informazione. Ma se decide di farlo, lo deve fare bene: altrimenti farebbe meglio a tacere.
Quindi, se ieri la tua intenzione – com'è parso evidente - era quella di occuparti di sesso sicuro, avresti dovuto mettere in chiaro, una volta per tutte, che il preservativo è inefficace nel contrasto alla diffusione dell'Aids. Proprio così. E bada che non lo sostengono i vescovi, bensì le osannate ricerche scientifiche: in un articolo del 2000 pubblicato sull'autorevole rivista Lancet, tanto per fare un esempio, veniva notato come il condom abbia, sul versante psicologico, lo stesso effetto delle cinture di sicurezza: rende più disinvolti facendo aumentare l'abitudine a comportamenti a rischio (Cfr. Lancet 2000;355:1555-6). Analogamente, un'altra ricerca ha messo in luce come l'uso "tipico" del preservativo – che non è mai, per diverse e intuibili ragioni, perfetto – innalzi mediamente il rischio di contagio di malattie al 13% (Cfr. Cochrane Database of Systematic Reviews 2002, Issue 1). Questo significa, com'è stato ricordato da Ward Cates ad una conferenza Onu tenutasi a Rio de Janeiro, che in un arco di dieci anni di utilizzo "tipico" del preservativo la percentuale di contagio non solo non diminuirebbe, ma salirebbe fino a toccare il 75-78%. Alla faccia del "Salva la vita pischelli", come lo hai stupidamente chiamato.
Vedi, caro Fiore, se si vuole davvero contrastare l'Aids, in Africa come nel mondo occidentale, non basta inneggiare, come hai fatto tu, a timidi e parziali rimedi d'emergenza. Troppo poco. Occorre fare altro: cambiare le abitudini sessuali. Anche qui, a parlare non sono cardinali ma scienziati: in un articolo pubblicato sul British Medical Journal nel 2006 si è apertamente denunciato come le campagne di promozione del preservativo, anziché frenare la diffusione dell'HIV, possano «aver contribuito ad un loro uso incostante, cosa che comporta uno scarso effetto protettivo, nonché a trascurare il rischio derivante da rapporti sessuali con più partner» (BMJ 2006;332:605-607). Se qualcuno avesse ancora dubbi può leggersi lo studio pubblicato sulla rivista Science dai ricercatori Richard Hayes e Helen Weiss; uno studio che conferma come sia il mutamento, in positivo, delle abitudini sessuali - e non il lancio di preservativi dagli aerei – la vera strategia contro l'Aids (Cfr. Science 2006; 311: 620-621).
Senza considerare, Aids a parte, che tessere l'elogio del condom significa, de facto, inneggiare all'amore precario e quindi alla paura. Alla paura di legarsi troppo ad una persona, che è bene che rimanga solo partner sessuale e non diventi mai marito o moglie e men che meno padre o madre di tuo figlio; alla paura di vivere un rapporto in vista del matrimonio, come se l'attesa - anziché aggiungere - togliesse gusto alla vita. Paura insomma di dare davvero senso all'amore, senza circoscriverlo alle lenzuola di un letto ma vivendolo fino in fondo, a trecentosessanta gradi, senza timori né compromessi al ribasso. Senza precarietà.
Infine, caro Fiorello, avresti dovuto lavorare d'astuzia ed evitare l'apologia del "Salva la vita pischelli" anche per un'altra ragione, che credo ti stia a cuore: se i tuoi avessero dato retta a consigli come quelli che stavi dando, il tuo monologo, ieri sera, lo avrebbe tenuto qualcun altro. Perché non saresti mai nato.

Fonte: Cogito et Volo, 7 Dicembre 2011

2 - CON L'AVVENUTA CONSEGNA ALLA BCE (PRIVA DI MANDATO ELETTORALE) DELLA DECISIONE SULLE TASSE DEGLI EUROPEI, SI CELEBRANO I FUNERALI DELLA DEMOCRAZIA
Ecco come Ciampi, Napolitano, Draghi e compagni hanno permesso la vittoria del socialismo mondialista di Mario Monti
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 06/12/2011

Chi avrebbe mai immaginato che il 150esimo anniversario dell'unità italiana si sarebbe concluso con un pesante esproprio di sovranità nazionale? E come immaginare che il principale artefice del commissariamento del nostro Paese da parte di "poteri forti" sovranazionali sarebbe stato quello stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, più di ogni altro, si era adoperato per celebrare la nascita dello Stato nazionale italiano?
Per risolvere la situazione di "emergenza economica" in cui versa il nostro Paese, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affidato la guida del governo ad un personaggio, Mario Monti, che è la più pura espressione di quei "poteri forti" ai quali si deve la crisi economica in cui si trovano oggi l'Italia e l'Europa. Il paradosso è solo apparente. Le "appartenenze" di Mario Monti a lobby e "fraternità" di vario genere sono a tutti note. Basterebbe però il ruolo da lui svolto di membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale europea dalla sua istituzione, nel 1998, al 2006.
La BCE nacque quando, in applicazione al Trattato di Maastricht, undici Paesi dei 15 Paesi dell'Unione Europea, tra i quali l'Italia, rinunciarono alla loro sovranità monetaria per dar vita all'euro, la nuova moneta unica che vide ufficialmente la luce il primo gennaio dell'anno successivo. La Banca Centrale Europea, insediatasi il 1° giugno 1997 costituiva il motore di un processo, presentato come «irreversibile» dal Trattato di Maastricht, che comportava la definitiva abdicazione ad ogni sovranità in campo monetario.
Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, celebrava «la prima rinuncia formale piena ad una parte di sovranità nazionale in favore di una sovranità europea» (intervista a "La Repubblica" 1 maggio 1998). Si trattava, per inciso, dello stesso Ciampi che, come Governatore della Banca d'Italia, per evitare la svalutazione della lira, che avrebbe rallentato il cammino verso la parità del cambio tra le monete europee, tra l'agosto e il settembre del 1992, bruciò una colossale quota (mai esattamente definita) delle riserve ufficiali nazionali.
Ciampi venne quindi premiato con la nomina, il 18 maggio 1999, a presidente della Repubblica italiana. Non è un caso che il suo biografo e portavoce Paolo Peluffo (Carlo Azeglio Ciampi. L'uomo e il presidente, Rizzoli, Milano 2007) sia stato nominato Sottosegretario di Stato del governo Monti. Né stupisce il fatto che Carlo Azeglio Ciampi, come Giorgio Napolitano, abbiano esaltato il Risorgimento nazionale, in maniera altrettanto fanatica della costruzione europea.
Gli stessi "poteri forti" che, per liquidare i sovrani legittimi diedero nell'Ottocento il loro sostegno ideologico e finanziario all'unificazione, oggi vedono nello smantellamento dello Stato nazionale una nuova tappa per realizzare l'utopia della mazziniana Repubblica universale.
Il processo di esproprio della sovranità nazionale avviato dal Trattato di Maastricht aveva solo la sua prima fase nella moneta unica europea. Mentre ascendeva e altrettanto rapidamente tramontava il sogno di una "costituzione europea" (si veda il mio De Europa. Tra radici cristiane e sogni postmoderni, Le Lettere, Firenze 2006), l'euro mostrava, fin da subito, le sue prevedibili crepe. Ma il prof. Mario Monti, allora Commissario europeo, oltre che membro della BCE, già annunciava la «fase 2» dell'Unione ("La Repubblica", 5 maggio 1998), avvertendo che, una volta avviata la moneta unica, l'unico strumento per far fronte ai prevedibili squilibri economici sarebbe stato quello del prelievo e della ridistribuzione fiscale.
L'unificazione monetaria era presentata in Italia, dai governanti e dai mass media, come imposta dall'urgenza di correggere i nostri squilibri e a risanare la nostra economia. Gli addetti ai lavori sapevano però che non è sufficiente trasferire la sovranità monetaria ad una Banca Centrale per assicurare la stabilità dei prezzi e l'equilibrio in un mercato comune dove convivono Paesi dalle strutture economiche e produttive diverse, con differenti tassi di crescita e di sviluppo.
Il 1° maggio 1998, alla vigilia della fatidica riunione di Bruxelles che avrebbe dato vita all'Euro, il ministro Ciampi, in un Forum a "Repubblica", lo ammetteva con queste parole: «L'Euro ha un'importanza eminentemente politica. Con il 2 di maggio cambia qualcosa di sostanziale per l'Italia e per l'Europa. È la prima rinuncia formale piena ad una parte di sovranità nazionale in favore di una sovranità europea. Ma io penso che sarebbe veramente una costruzione zoppa, se oltre alla moneta e alla Banca centrale, l'Europa non mettesse in comune anche altro: l'importante è proseguire sulla strada dell'unificazione».
Quando nel 1992 denunciammo, tra i primi, il Trattato di Maastricht con una lettera a parlamentari europei, sostenemmo che, a differenza di quanto allora veniva detto, si trattava di un progetto non economico, ma politico, che si sarebbe attuato attraverso fasi strettamente concatenate. Per gli "eurofanatici", come Ciampi, Monti e Napolitano, l'euro è stato, fin dall'inizio, un meccanismo economico destinato a produrre, dopo la cessione della sovranità monetaria, la sovranità fiscale, che costituisce l'essenza della sovranità democratica.
Il principio che guidò il processo di indipendenza delle colonie americane dal governo britannico fu, nel XVII secolo, proprio la formula «no taxation without representation»: "nessuna tassazione senza rappresentanza". In una democrazia moderna, il potere sovrano di tassare i cittadini può essere esercitato solo da chi questi cittadini, per mandato parlamentare, legittimamente rappresenta.
Cosa pensare allora della richiesta del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi che, intervenendo il 1° dicembre al Parlamento Europeo di Bruxelles, ha reclamato una politica di bilancio e fiscale comune europea, come completamento del processo che ha portato alla nascita della BCE? La medesima richiesta è stata fatta dal Cancelliere tedesco Angela Merkel al Parlamento tedesco, per salvare l'euro, ed è condivisa ovviamente da Monti e Napolitano. Ma con la consegna ad un organismo privo di qualsiasi mandato elettorale, quale è la Banca Centrale Europea, del potere di decidere, anche indirettamente, come e quanto tassare i cittadini europei si celebrano i funerali della democrazia rappresentativa.
Come potrebbero, d'altra parte, i "poteri forti", procedere ad un gigantesco furto su scala europea, qual è il prelievo fiscale che ci attende, senza negare con la sovranità degli Stati nazionali, anche le regole primarie della democrazia occidentale? E, infine, che cosa devono pensare gli elettori del centro-destra di un partito come il PdL, che ha fatto proprio della difesa delle libertà economiche dei cittadini il suo programma di governo e che oggi si appresta a sostenere il socialismo mondialista di Mario Monti?

Fonte: Corrispondenza Romana, 06/12/2011

3 - DICONO CHE L'EUTANASIA E' LEGALE IN CANADA, AUSTRALIA E IN ALCUNI STATI DEGLI USA... MA NON E' VERO!
Ecco come televisioni e giornali camuffano i dati per far intendere che il proprio Paese sarebbe uno degli ultimi a non riconoscere il diritto umano all'autodeterminazione
Autore: Alessandra Nucci - Fonte: La Bussola Quotidiana, 05-12-2011

C'è una lobby internazionale che dissemina attivisti a tutte le latitudini per inculturare la domanda di eutanasia come se essa sorgesse spontanea dalla società e dalla legge naturale. Per riuscirci gioca con le parole e predispone le notizie in modo tale da suscitare nelle masse l'emulazione e l'assuefazione. Contando sull'emulazione si dà ad intendere ad un'opinione pubblica, assordata da una fiumana di notizie le più disparate, che il proprio Paese sarebbe uno degli ultimi retrogradi a non riconoscere il "diritto umano" all'"autodeterminazione", evitando il più a lungo possibile l'uso della parola eutanasia.  Contando sull'assuefazione si procede per piccoli passi, un oltraggio alla volta, a inculturare una visione dell'essere umano sempre più materiale, meccanico e privo di valore intrinseco.
In Italia, nei servizi di commento alla decisione del fondatore del Manifesto Lucio Magri di recarsi in Svizzera per il servizio suicidio assistito, è rimbalzata l'informazione secondo cui l'eutanasia sarebbe legale oltre che nel Benelux (i Paesi nord europei di Olanda, Belgio e Lussemburgo, una popolazione totale che è meno della metà di quella italiana) anche in Canada, Australia e in "alcuni stati" degli USA. Si tratta di informazioni false, ma in quanti sono andati a controllare?
In Canada l'eutanasia è punita senza eccezioni, ai sensi della sezione 222 del Codice penale, ovvero come omicidio. La sezione 241 dello stesso codice vieta il suicidio assistito e precisa che è proibito assistere, favorire o consigliare il suicidio.
In Australia, nel 1995 lo stato del Northern Territory fu il primo nel mondo ad approvare una legge per il "diritto di morire", con il nome di "Diritti dei malati terminali", ma nel giro di nove mesi fu abrogato dal Parlamento federale australiano.  Oggi l'eutanasia volontaria e il suicidio assistito sono illegali in tutti i territori australiani e le uniche leggi riguardante il fine-vita sono quelle in tema di "direttive mediche avanzate", nessuna delle quali permette di chiedere un'assistenza attiva al suicidio.
Le tappe della "china scivolosa"  che ha portato l'essere umano da responsabile della raccolta differenziata a componente alla raccolta differenziata sono iniziate molto lentamente, salvo poi acquistare velocità mano a mano che proseguiva la discesa.
Una volta approvata una legge che introduce il principio della morte come diritto umano, il fenomeno dell'assuefazione permette di avanzare in modo sempre più veloce sulla strada della trasformazione della vita umana  da sacra e inviolabile in merce usa e getta.
La Svizzera, che aveva legalizzato il suicidio assistito per "motivi compassionevoli" nel lontano 1942, oggi è meta di "suicidio turistico", arrivano stranieri  in buona salute e coppie sposate che hanno fatto un "patto per il suicidio", e il fondatore dell'Istituto "Dignitas" definisce il suicidio assistito una "meravigliosa opportunità".  Nel 2007 ha esteso il servizio benevolo anche a chi è affetto da malattia mentale, ivi compresa la depressione.
L'Olanda ha cominciato dopo ma è arrivata molto più lontano. Nel 1973 il Paese dei tulipani depenalizza l'eutanasia limitatamente all'atto compiuto da un medico per "compassione" verso un malato terminale. Passano quasi vent'anni prima che la Corte Suprema olandese approvi il suicidio assistito per i depressi, nel 1995. Appena due anni dopo, nel 1997, arriva il permesso di eutanasia per i neonati disabili. Oggi, attesta la rivista medica The Lancet, l'8 per cento delle morti infantili deriva da iniezione letale. Nel 2006  in Olanda si prevede l'eutanasia dei bambini al di sotto dei 12 anni (Protocollo di Groningen). Nel corso di questi anni ripetuti studi statistici ufficiali attestano l'aumento costante di casi di eutanasia da quando è entrata in vigore la legge, e l'estensione del fenomeno anche a malati non terminali e sempre di più, come in Svizzera, a quelli che semplicemente non hanno più voglia di vivere. Oltretutto in Olanda la classe medica si auto-legittima, visto che chi controlla l'operato dei medici che applicano la legge sull'eutanasia, decidendo per il bene dei pazienti di farli morire, sono altri medici, anche nei casi nei quali l'eutanasia non sia richiesta.
Ovviamente all'aumento al ricorso all'eutanasia corrisponde una diminuzione del ricorso alle cure palliative. E pazienza se il 99% delle sofferenze fisiche oggi si riescono a sedare e, le statistiche dicono che  il malato curato e accudito sia fisicamente che psicologicamente non chiede mai la morte.
Oggi si è arrivati fino a mille casi l'anno di "termination" effettuate senza né richiesta né consenso.
L'ultima proposta partorita dall'Associazione dei medici olandesi prevede delle squadre di medici volanti pronti a intervenire a domicilio per mettere fine alla vita su richiesta. Quando si dice la creatività ..
Non si pensi però che l'Olanda se ne stia con le mani in mano quando si tratta di divieti. E' di questi giorni la severa presa di posizione contro la circoncisione maschile. (È appena il caso di osservare che la circoncisione per gli ebrei è un sacramento, per i cristiani è legata alla presentazione di Gesù al Tempio … )
Negli Stati Uniti l'eutanasia è illegale ovunque e il suicidio assistito è permesso solo in due stati su 50, l'Oregon e Washington. Quest'anno è morto (di malattia) Jack Kevorkian, che si è prodigato per anni a forza di gesti shock nell'opera di abituare l'opinione pubblica americana all'idea del medico pietoso che fa morire i  malati.  Ma il Presidente Barack Obama, fra le tante azioni dirompenti di cui in Europa abbiamo poche notizie, ha inserito nella riforma sanitaria  il colloquio di fine-vita, per chiedere ai pazienti anziani quali cure vorrebbero rifiutare;  obbligando per ciò stesso l'anziano a prendere in considerazione delle alternative alla morte naturale e  percepire una sorta di dovere di morire e togliere il disturbo.  Quanto influiranno sui consigli distribuiti dai medici incaricati di queste consulenze le considerazioni legate alla spesa sanitaria?
In Austria, il gennaio scorso, sono state ritrovate, vicino ad un ospedale che si voleva ampliare, delle fosse comuni con i resti di 200 malati uccisi probabilmente tra il 1942 e il 1944 in applicazione alla legge sull'eutanasia nazista. Ciò ci ricorda opportunamente che il Mein Kampf prevedeva, fra i progetti "umanitari" da portare avanti in Germania insieme all'eugenetica, anche l'eutanasia.  
È il caso, alla fine di questa carrellata, di sottolineare che si sta parlando delle gesta di una piccola minoranza di attivisti, all'interno di una piccolissima minoranza di Paesi. Basta guardare infatti oltreconfine per trovare un recente esempio positivo: in  Francia, all'inizio di quest'anno, il Senato ha bocciato la proposta di legalizzare l'eutanasia. Notevolmente influenti sono state le mobilitazioni sul tema dei semplici cittadini, chiaramente in maggioranza, conclusisi con i 700 contestatori che, vestiti di bianco e riversi a terra davanti alla sede del Senato, avevano atteso davanti alle telecamere che passasse fra loro la compassionevole "morte" eutanasica.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 05-12-2011

4 - ICI E I PRIVILEGI DELLA CHIESA: UNA SERIE DI MENZOGNE DI CUI SI ACCORGE PERFINO ''FAMIGLIA CRISTIANA''
Una campagna laicista contro la Chiesa basata sul nulla cui abboccano sprovveduti ''indignados'' (anche su Facebook!)
Autore: Francesco Anfossi - Fonte: Famiglia Cristiana, 07/12/2011

Volete un esempio di una campagna laicista col trucco contro il Vaticano basata sul nulla, cui abboccano decine di migliaia di sprovveduti "indignados" de "noantri"? Andate su Facebook e cercate il sito "Vaticano paga tu la manovra fiscale". Troverete migliaia di cliccatori furenti convinti che la colpa della Manovra sia della Chiesa e del Vaticano, o quantomeno che la Santa Sede, navigando nell'oro, non faccia nulla per aiutare i contribuenti italiani. Proprio così.
Se si vuole un esempio di provocazione laicista all'insegno dell'oscurantismo e della "disinformatia", allora si può prendere quella allestita contro l'esenzione dell'Ici, la tassa sugli immobili, da parte degli istituti ecclesiastici dediti alle attività religiose, culturali e assistenziali.
L'hanno messa in piedi i soliti radicali, seguiti a ruota da qualche politico socialista e qualche agit-prop di Rifondazione comunista, ampiamente seguiti dalla stampa laica e di sinistra. C'è anche un manipolo di opinionisti satirici che di fronte alle iniquità della Manovra anziché dirigere la propria penna acuminata sugli evasori fiscali, (il cardinale Bagnasco ha definito le cifre degli evasori "impressionanti"), preferiscono entrare a piedi uniti sulla Chiesa cattolica, in nome di presunti benefici e inesistenti privilegi da abolire.
Come abbiamo detto c'è perfino un sito su Facebook che raccoglie migliaia di sprovveduti adepti che hanno abboccato all'esca del "tutti paghino le tasse, anche il Vaticano". Peccato che l'esenzione dell'Ici sia riservata solo per gli immobili nei quali gli enti commerciali (anche laici) svolgono alcune specifiche attività, come recita la legge 222/1985. Enti "destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative o sportive, nonché delle attività di religione o di culto".
Se una parrocchia, poniamo, possiede una pensione, una trattoria, un negozio o una libreria, paga l'Ici fino all'ultimo centesimo, anche se i suoi utili vengono reinvestiti a fin di bene. La pretestuosa campagna laicista che sta sollevando un gran polverone al grido di "stop ai privilegi del Vaticano" sta quindi aggredendo quel poco di protezione sociale che è rimasta in piedi in Italia: ospedali, scuole per l'infanzia, oratori, doposcuola per i bambini indigenti, asili, mense dei poveri, centri di accoglienza, dispensari della Caritas, case famiglia, consultori, istituti per giovani madri. Stesso discorso per l'abbattimento del 50% dell'Ires (l'imposta sui redditi societari) riservata solo agli enti ecclesiastici assistenziali o di beneficenza. Complimenti, amici laicisti.
Essendo stato compromesso attraverso i tagli agli sgravi fiscali tutto il Welfare pubblico della famiglia (rette per l'istruzione, spese mediche e assistenziali e via dicendo) e avendo gli enti locali difficoltà ad erogare i servizi primari (assistenza ai disabili e agli anziani, asili nido, trasporti, mense , centri di accoglienza), si cerca di compromettere anche l'ultima rete di protezione sociale rimasta, quella di cui si fa carico la Chiesa. Una logica così spietata o così "tafazista" che un laico serio non potrebbe mai concepire.
Tafazi era quello splendido personaggio in calzamaglia del repertorio di Aldo Giovanni e Giacomo che si martellava in quel posto con una bottiglia. Splendido simbolo del carattere autolesionista degli italiani. Anche il più mangiapreti, anche il più libertino, anche il più devoto degli adepti alla dea Ragione infatti sa che qualsiasi polemica, per quanto aspra e provocatoria, deve infatti avere come orizzonte il bene della collettività.
Si è poi ironizzato sulle esigenze di di culto, che non riguardano solo la Chiesa cattolica nel caso dell'esenzione ma anche le altre religioni (la norma infatti non è costruita ad hoc per le istituzioni cattoliche ma riguarda tutte le attività non commerciali di rilevante valore sociale). Su questo bastano le parole del presidente di Assoedilizia Colombo Clerici, il quale ha spiegato che "la spiritualità religiosa è considerata una componente fondamentale della natura umana", risponde in sé al requisito dell'interesse collettivo e quindi "al pari della salute, della cultura, del benessere, deve essere assicurato e garantito al cittadino dallo Stato". E dunque se lo Stato tassasse un ospedale della Chiesa sarebbe come se mettesse un'imposta sui suoi ospedali: un'assurda e folle partita di giro.
Meditate, amici laicisti e un po' tafazisti, meditate. Prendetevela con la chiesa adorante dei "fedeli del nero", del mancato scontrino e della fattura che non c'è, che la Chiesa ha sempre denunciato (perché il cristiano è anche un contribuente galantuomo che dà a Cesare quel che è di Cesare).  Non guardate il dito che indica la luna. Guardate la luna.

Fonte: Famiglia Cristiana, 07/12/2011

5 - L'ALLENATORE DEL SIENA SQUALIFICATO PER UN TURNO IN COPPA ITALIA A CAUSA DI UNA BESTEMMIA
Sannino dichiara di non aver bestemmiato, ma resta il fatto che negli ultimi tre anni nei campionati professionistici sono stati deferiti 36 calciatori, 19 allenatori e 12 dirigenti
Fonte Avvenire, 02/12/2011

L'allenatore del Siena Giuseppe Sannino è stato squalificato per un turno in Coppa Italia per aver, come si legge nel comunicato ufficiale della Lega calcio, «proferito un'espressione blasfema». Il tecnico, che era stato espulso nel secondo tempo della partita di Cagliari vinta dal Siena 2-1, ha puntualizzato attraverso il sito internet della società di non aver bestemmiato: «Accetto la squalifica per la Coppa Italia - dice - perché a Cagliari ho usato parole inappropriate, ma non la motivazione, perché sono certo di non aver pronunciato un'espressione blasfema.
Credo che nella grande confusione di quei momenti mi siano state attribuite espressioni non mie e di questo mi dispiaccio». Sannino salterà gli ottavi di finale contro il Palermo. Il provvedimento segue il richiamo da parte del Coni a non lasciar correre il malcostume che, nonostante provvedimenti e sanzioni, ancora imperversa sui campi di pallone. «Sulle bestemmie la Federcalcio non fa sconti a nessuno, nei giorni scorsi è stato deferito anche un arbitro - dice il direttore generale della Figc, Antonello Valentini - . Da quando è entrata in vigore la normativa specifica, nel 2009, nei campionati professionistici sono stati deferiti 36 calciatori, 19 allenatori e 12 dirigenti».

Fonte: Avvenire, 02/12/2011

6 - I PRINCIPI NON NEGOZIABILI (VITA, FAMIGLIA, LIBERTA' DI EDUCAZIONE) SONO PIU' IMPORTANTI RISPETTO A: GIUSTIZIA SOCIALE, ELIMINAZIONE DELLA POVERTA', SOLIDARIETA', ACCOGLIENZA DEGLI STRANIERI, PACE, ECC.
Madre Teresa diceva: ''Se una madre può uccidere il proprio figlio, nulla può più impedire a me di uccidere te, e a te di uccidere me''
Autore: Giacomo Samek Lodovici - Fonte: La Bussola Quotidiana, 06/12/2011

Per quale ragione i beni non negoziabili – cioè la vita, la famiglia, la libertà di educazione e la libertà religiosa – devono essere considerati gerarchicamente preminenti rispetto ad altri beni come la giustizia sociale, l'eliminazione della povertà, la solidarietà, l'accoglienza degli stranieri, la pace, ecc.?
Essi sono preminenti perché sono più preziosi degli altri valori, che sono decisamente importanti, ma non come quelli non negoziabili. Dunque questi ultimi non si possono mettere su un piatto della bilancia collocando sull'altro piatto gli altri valori. Sarebbe come pesare con una bilancia a due piatti l'oro e l'argento: sono entrambi preziosi, ma l'oro lo è di più.
Ma perché i beni non negoziabili sono più preziosi?
I motivi sono diversi e qui ne consideriamo solo uno (per un approfondimento sul tema cfr. G. Samek Lodovici, Vita, «il Timone», 108, dicembre 2011, pp. 36-38). Il fatto è che negando i beni non negoziabili si negano anche gli altri beni. Questo è un punto fondamentale e cruciale, ma raramente colto, anche dai cattolici. Infatti, come ha detto davvero efficacemente il card. Angelo Bagnasco (che è un ecclesiastico, ma che citiamo perché si è espresso con argomenti pienamente laici) il 17 ottobre 2011 a Todi, con i beni non negoziabili «Sono in gioco […] le sorgenti» dell'uomo e degli altri valori.
Lo stesso Bagnasco ha fatto alcuni esempi (il primo ripreso da Benedetto XVI) circa l'inaridimento degli altri valori prodotto dalla negazione della loro sorgente, che consiste appunto nei valori non negoziabili: «"Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l'accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono" (Benedetto XVI, Caritas in veritate, §. 28)». Infatti, che senso ha parlare di accoglienza degli immigrati (per es.) se non si accoglie la vita, cosa che avviene tralasciando di combattere l'aborto e l'eutanasia, o (peggio ancora) praticandoli, i quali uccidono l'essere umano nel grembo materno, o il malato o il disabile?
E, similmente, che senso ha parlare di difesa dei deboli, poveri e indifesi se non si difendono o (peggio ancora) si uccidono gli esseri umani più deboli, poveri e indifesi, cioè quelli nel grembo materno (sul concepito come essere umano cfr. G. Samek Lodovici, Aborto: una valutazione filosofica) o in stato di incoscienza? Infatti, come ha detto Bagnasco, «chi è più debole e fragile, più povero, […] più indifeso di chi non ha voce perché non l'ha ancora [cioè l'embrione] o, forse, non l'ha più [cioè chi è in stato cosiddetto "vegetativo"]?».
Ancora, una società che promuove la solidarietà, ma non tutela la vita e la famiglia, in realtà non è solidale con l'uomo, bensì lo abbandona nei momenti di maggiore fragilità. Infatti, esplicitiamo noi, non solo abbandona il concepito e l'essere umano incosciente, che hanno massimamente bisogno di essere protetti da coloro che li vogliono uccidere, ma abbandona anche il bambino ed il ragazzino, che hanno bisogno di un padre e di una madre uniti con il legame il più forte possibile: nonostante i molti matrimoni che si sfasciano, ci sono dati inoppugnabili sulla maggiore tenuta del matrimonio rispetto alle convivenze, cosicché i pacs (o i dico progettati dall'allora ministro Rosy Bindi) non solo terminano molto più facilmente dei matrimoni, ma inoltre indeboliscono il matrimonio stesso, perché creano una forma di relazione più attraente (dato che comporta per i conviventi quasi gli stessi diritti dei coniugi, senza quasi nessuno dei loro doveri), che gli è alternativa e concorrenziale.
Similmente, chi promuove la lotta contro la povertà e l'emarginazione entra in contraddizione con se stesso se colpisce o non difende la famiglia edificata sul matrimonio tra uomo e donna.
Infatti, come anche in questo caso certificano numerosissimi studi, quando si sfasciano le famiglie, la povertà, l'emarginazione, la sofferenza psichica e la delinquenza aumentano spaventosamente.
Limitiamoci a citare pochi dati tra gli innumerevoli disponibili. Per es., la ricercatrice R. O'Neill (2002) ha rilevato che se il 40 % dei bambini inglesi vive in famiglie a basso reddito complessivo, la percentuale sale al 75 % tra quelli che vivono con un solo genitore.
Tali bambini con un solo genitore hanno il triplo di probabilità di ottenere cattivi risultati a scuola, il doppio dei rischi di contrarre malattie psicosomatiche e di avere la depressione o di comportarsi in modo antisociale, il triplo di probabilità di avere problemi nelle relazioni amicali e il 22 % assume droghe contro il 10 % dei figli degli sposati (cfr. anche Sweeting – West – Richards 1998; cfr. anche Mauldon 1990). Inoltre (cfr. Pesenti 2004) negli Usa 3 suicidi su 4 in età adolescenziale coinvolgono ragazzini che vivono con un solo genitore. In Gran Bretagna il 70% dei giovani criminali proviene da famiglie monoparentali. La causa principale della criminalità non è la povertà: «Al contrario, la criminalità è aumentata in America durante il lungo periodo di crescita economica: dal 1905 al 1933. Quando subentrò la Grande depressione calarono i redditi ed anche la criminalità. Che ricrebbe di nuovo dal 1965 al 1974 quando i redditi crebbero notevolmente» (Fagan 1995). E la criminalità è più alta tra i neri «perché l'incidenza della dissoluzione della famiglie è più alta tra di loro» (ibidem).
Ancora, che senso ha spendersi per la pace e contro la guerra quando si è indifferenti all'aborto o (peggio ancora) quando lo si pratica? Infatti, come ha detto coraggiosamente Madre Teresa di Calcutta (una donna che è stata maestra – indefessa e quasi per tutti insuperabile – di accoglienza, solidarietà e di pace) mentre riceveva il Premio Nobel per la Pace nel 1979, l'aborto «è oggigiorno il più grande distruttore di pace perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. [...]  Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c'è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me».
Potremmo fare molti altri esempi, ma questi bastano per affermare, citando di nuovo il ragionamento pienamente laico di Bagnasco, che «Ogni altro valore necessario al bene della persona e della società […] germoglia e prende linfa dai primi», dai valori non negoziabili. Ed «Ecco perché nel 'corpus' del bene comune non vi è un groviglio di equivalenze valoriali da scegliere a piacimento, ma esiste un ordine e una gerarchia costitutiva».

Fonte: La Bussola Quotidiana, 06/12/2011

7 - LA REPUBBLICA E MICROMEGA SENTENZIANO: L'OBIEZIONE DI COSCIENZA DEI MEDICI PER L'ABORTO VA ABOLITA!
Si prepara il terreno per la discriminazione dei medici che, seguendo il giuramento di Ippocrate, considerano l'aborto una pratica contro la loro professione
Autore: Giacomo Rocchi - Fonte: Comitato Verità e Vita, 05/12/2011

"Oggi, a più di trent'anni dall'approvazione della legge sull'interruzione di gravidanza, la possibilità dell'obiezione di coscienza dei medici andrebbe semplicemente abolita".
Come vedete, il grande maestro di diritto prof. Stefano Rodotà non ha dubbi e propone una soluzione semplicissima: se vuoi fare il medico, devi praticare gli aborti.
A leggere l'articolo apparso su "D" di Repubblica e ripreso da Micromega (cliccando sul titolo si accede all'intervista) si comprende in che modo Rodotà giunge a questa conclusione, per lui del tutto logica: cancellando il bambino ucciso.
Secondo lui i medici che sollevavano obiezione non lo facevano per non uccidere bambini: "Quando la legge è stata approvata, la clausola dell'obiezione di coscienza era ragionevole e giustificata: i medici avevano iniziato la loro carriera quando l'aborto era addirittura un reato ed era comprensibile che alcuni di loro opponessero ragioni di coscienza".
Avete capito? I medici potevano obbiettare solo perché, quando avevano iniziato a lavorare, l'aborto era un reato ... i nuovi medici iniziano a lavorare quando l'aborto è un diritto e quindi non possono opporre "ragioni di coscienza".
In questa frase è racchiusa la concezione che ha Rodotà, sia dell'arte medica che del lavoro dei giuristi.
I medici: la loro coscienza coincide (deve coincidere) con il dettato della legge: "il ginecologo sa che l'interruzione di gravidanza è un diritto sancito dalla legge, che rientra nei suoi obblighi professionali e non è più ragionevole prevedere una clausola per sottrarvisi".
Rodotà sa che fare aborti è un lavoro "sporco", tanto che, a suo parere, attualmente i medici non obiettori sono "medici di serie B che fanno solo aborti, con il rischio di una dequalificazione professionale" (non sarà che la qualificazione professionale si ottiene curando il paziente e non sopprimendo bambini?). Strana, però, questa dequalificazione: quei medici garantiscono - a parere dell'illustre professore - "il diritto alla salute della donna, che è un diritto fondamentale della persona e non è mera assenza di malattia, ma benessere fisico, psichico e sociale"; perché dovrebbero sentirsi dequalificati?
I giuristi: la realtà è quella scritta nella legge? Rodotà pensa che ripetere più volte la parola d'ordine "interruzione di gravidanza" muti la sostanza dell'atto abortivo? Il compito del giurista è solo commentare la legge vigente (ovviamente "saggia")? Fare finta che davvero gli aborti siano terapeutici (e per chi?).
In realtà il prof. Rodotà applica fino in fondo lo spirito della legge 194 - una legge che afferma il diritto ad uccidere bambini innocenti, le "non ancora persone", per usare le parole della Corte Costituzionale: quando si è violato il diritto fondamentale alla vita, davvero è possibile rispettare la libertà di coscienza dei medici? E per quanto tempo ancora gli obiettori di coscienza non saranno discriminati per legge (a partire dai bandi per l'assunzione riservati ai non obiettori, che Rodotà propone)?

Fonte: Comitato Verità e Vita, 05/12/2011

8 - DUOMO DI REGGIO EMILIA: GLI INTERVENTI DEL RESTAURATORE SCHINTOISTA GIAPPONESE PROVOCANO LA REAZIONE DEI FEDELI
Il Papa istituisce una commissione ''urgente'' per vigilare sulla costruzione di nuove chiese evitando gli scempi odierni
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Bussola Quotidiana, 23/11/2011

La mossa più ardita è stata stoppata. All'inizio doveva essere una barca, al centro della quale stava un albero stilizzato. Ribaltate il tutto e otterrete una croce. Chiaro?
Sì, per il suo autore, lo schintoista giapponese Hidetoschi Nagasawa e così pure per il comitato per i restauri, presieduto dal vescovo Adriano Caprioli, che ha chiuso con il restauro del Duomo di Reggio Emilia il suo mandato di 13 anni in diocesi.
No invece, per buona parte dei fedeli reggiani, che si sono opposti con ogni forza all'innovativa croce senza crocifisso che avrebbe dovuto fare bella mostra di sé sul presbiterio della Cattedrale sulla quale, al termine dei restauri durati un decennio, è piombata come una scure la parola magica per la quale i liturgisti più à la page ora impazziscono: adeguamento liturgico. Il vescovo aveva approvato i bozzetti dell'opera, salvo poi fare marcia indietro dopo che la barca crociata o l'albero barcato, insomma, quella cosa lì, era finita sulle prime pagine dei quotidiani locali, facendo insorgere i fedeli.
Era successo meglio che nella più riuscita delle spy story: un kamikaze si era introdotto furtivamente in sagrestia e aveva fotografato il bozzetto, poi di soppiatto lo aveva fatto avere alle redazioni de Il Giornale di Reggio e Il Resto del Carlino, ai quali non è parso vero di trovarsi di fronte allo scoop. E da lì è partita la rivolta con lettere e dibattiti pubblici. Così Caprioli ha dovuto fare marcia indietro, anche se ha giustificato il tutto spiegando che, dato che l'arte contemporanea è di difficile digestione, non bisogna lasciare indietro il popolo. Dunque, meglio aspettare.
Le altre opere che compongono il cosiddetto adeguamento liturgico invece, sono rimaste segrete fino alla fine. «Perché il loro fine è liturgico e non museale», è la tesi del vescovo ausiliare, Ghizzoni. Macché: impacchettate per un mese per evitare che facessero la stessa fine della povera croce, dicono i detrattori. L'epifania domenica scorsa, quando, nel corso della diretta televisiva su un'emittente locale, i fedeli tutti hanno potuto ammirare le opere delle blasonate archistar finalmente svelate come l'ultima monoposto di Maranello.
Si tratta di un altare composto da due blocchi di marmo di Carrara, che già alcuni blog tradizionalisti ribattezzano sprezzantemente «l'altare dei Flinstones», opera di Claudio Parmiggiani. A sostenerlo, un basamento circolare che dopo averlo visto il critico Vittorio Sgarbi ha definito «un formaggio fuori dal contesto che snatura l'altare». Questo tanto per rendere l'idea di come sia stato il dibattito in questi mesi.
Gli altri pezzi forti sono un candelabro porta cero pasquale azzurro elettrico. È un tubo cilindrico con scanalatura che dovrebbe richiamare il passaggio del popolo nel Mar Rosso, dovrebbe. Opera dell'artista (?) Ettore Spalletti. Poi c'è la cattedra del vescovo di Jannis Kounellis, maestro di arte povera e firma tra le più quotate e dunque molto costosa sul mercato del contemporaneo, anche se tutti gli artisti ci hanno tenuto a specificare hanno lavorato gratis. Montaggio, materiali, trasporto e fornitori, ovviamente no.
Al povero Nagasawa sono rimasti da firmare solo la scalinata d'accesso al pulpito, diventato ambone, con i gradini disposti come un coltello seghettato su cui si scommette già su quale sarà l'accolito che si beccherà la prima frattura scomposta, e il porta evangelario.
Fin qui gli arredi. C'è poi il capitolo del vero e proprio adeguamento liturgico che ha sconvolto i fedeli. Il vescovo siede in cattedra fuori dal presbiterio nella navata centrale del tempio, nonostante il Messale non lo prescriva. I banchi per inginocchiarsi sono stati tolti dappertutto, per fare spazio a comode, pratiche e mobili sedie. Così inginocchiarsi, una delle tre posture prescritte dal Messale, diventa un'impresa, a patto che non lo si voglia fare sulla nuda terra. Dopo alcune proteste, i banchi sono stati rimessi, almeno nella cappella del Santissimo. Ma solo quattro o cinque.
Sotto accusa anche la triplice disposizione dei fedeli all'interno della navata centrale. La maggior parte guarda verso il presbiterio, una parte è di fianco alla cattedra, un'altra siede di fronte al vescovo, come nella schola.
«È stato completamente snaturato il concetto di orientamento a Cristo che viene, rappresentato dall'altare, dalla centralità del crocifisso e dall'eucarestia», è una delle principali critiche emerse in questi mesi, nel corso dei quali in città e anche fuori, si è sviluppato un vivace dibattito sulla chiesa madre, che non ha risparmiato anche accese polemiche. A capo della protesta un architetto, Stefano Maccarini Foscolo che nella vita fa anche l'uomo di teatro e che un giorno ha preso carta e penna e ha iniziato a scrivere. Così ha organizzato la rivolta organizzando dibattiti pubblici a cui hanno partecipato esperti e liturgisti, tra cui don Nicola Bux, consultore presso la Santa Sede per la liturgia e l'ex Sovrintendente Elio Garzillo.
Fu in quella occasione che il sacerdote barese propose alla Cei di cancellare le norme per l'adeguamento liturgico delle chiese, edite nel 1996, perché con il motu proprio Summorum Pontificum Cura che codifica la forma straordinaria del Rito romano, queste perdono di senso. Ma anche perché negli anni, di adeguamento in adeguamento si sono aggiunti abusi su abusi.
L'adeguamento a Reggio è stato al centro del lavoro di mons. Tiziano Ghirelli, responsabile dell'ufficio diocesano Beni Culturali, che ha architettato l'operazione, su suggerimento anche di quel mons. Gianfranco Santi che proprio a Reggio ebbe a dire che il Papa di liturgia «non sa nulla perché è un dogmatico». Che in pratica è il contraltare ecclesiale di Umberto Eco, il quale diede del dilettante al Ratzinger filosofo.
L'idea portante è questa. Ci sono tre poli liturgici che devono essere ben distinti: il pulpito-ambone, luogo della Parola, la Cattedra, sede del magistero del vescovo e l'altare, che è Cristo. Tesi in contraddizione con l'orientamento esclusivo ad dominum su cui il Papa insiste da tempo.
Maccarini ha poi dato alle stampe un libro, edito da Fede e Cultura dal titolo suggestivo: Assassinio della Cattedrale, nel quale illustra le tappe che hanno portato a queste decisioni e lamenta la scarsa attenzione dimostrata verso i fedeli nella fase di dibattito.
La risposta della curia reggiana non si è fatta attendere. La linea è quella di considerare le critiche nel merito un attacco personale al vescovo, con lo spauracchio della perdita di comunione con il pastore. Ad esempio, il responsabile delle comunicazioni della Diocesi, don Emilio Landini, con Maccarini è stato molto chiaro: «Accanimento cieco e campagna denigratoria».
A sostenere la curia è arrivato anche il priore di Bose Enzo Bianchi, che ci ha tenuto a precisare di non essere un oppositore del Papa, ma ha comunque dato il suo placet alle opere della Cattedrale, e pazienza per quelle sviste sul rispetto del Messale. L'impressione a detta di molti è che per assecondare le smanie innovatrici di alcuni monsignori di curia inventatisi di colpo architetti, si sia fatto il passo più lungo della gamba e si sia così arrivati a cancellare quelle forme attraverso cui per secoli la devozione e il senso del sacro si erano cristallizzati alimentandone anche la fede.
Cosicchè il vescovo, dietro al quale ora in tanti si fanno schermo addossando a lui l'ultima parola, si è convinto a dare il suo via libera e a scrivere anch'egli un libro sulla Cattedrale con prefazione del Cardinal Ravasi.
Il tutto mentre in Vaticano il Papa istituisce una commissione "urgente" per vigilare sulla costruzione delle nuove chiese ed evitare gli scempi degli ultimi anni. Con buona pace delle archistar.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 23/11/2011

9 - COSTRUIRE SULLA ROCCIA: SCRITTI SCELTI DA IL TIMONE
Il libro appena uscito con i migliori articoli del Timone scelti dal direttore Gianpaolo Barra: da regalarsi o regalare a Natale
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Antidoti, 01/12/2011

Le benemerite Edizioni Sugarco hanno dato alle stampe il volume «Costruire sulla roccia. Scritti scelti da Il Timone». Si tratta di una raccolta curata dal direttore del «Timone», Gianpaolo Barra, e comprendente i migliori articoli comparsi sulla rivista nei dieci anni della sua vita. Se avete già pensato ai regali di Natale, questo va bene per la Befana. Si tratta di un bel prontuario di apologetica a trecentosessanta gradi, coprente quasi tutti gli argomenti "scomodi" e kattolici. Non dovrebbe mancare in ogni biblioteca. Neanche in quella dell'Uaar.

Fonte: Antidoti, 01/12/2011

10 - OMELIA IV DOMENICA DELL'AVVENTO - ANNO B - (Lc 1,26-38)
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 18/12/2011)

La quarta domenica d'Avvento la possiamo definire come la "Domenica di Maria", in quanto il brano del Vangelo ci fa riflettere sul compito importantissimo svolto dalla Madonna nel mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Quest'anno ci viene presentato il brano dell'evangelista Luca riguardante l'Annunciazione, allorquando l'Angelo Gabriele portò il grande annuncio a Maria, rivelandole il progetto di Dio su di Lei.
San Bernardo, in una sua celebre opera, descrive molto bene questa scena, dicendo che tutto il creato pendeva dalla bocca di questa umile fanciulla: dal suo "sì" dipendevano le sorti di questo mondo, dipendeva la salvezza dell'umanità. Il Signore ha voluto legare il suo progetto d'amore al "sì" di una ragazza, facendoci comprendere che Egli ama servirsi della libera collaborazione delle sue creature. Dunque, il nostro grazie, oltre che a Dio, deve essere rivolto anche a Lei, all'umile Ancella del Signore, la quale, con la sua umiltà e docilità, contribuì alla nostra salvezza.
Il brano evangelico di oggi è molto ricco di spunti per la nostra riflessione. Prima di tutto, colpisce il saluto dell'Angelo: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). San Gabriele indica il nome proprio di Maria: Ella è la "Piena di Grazia", fin dal suo primo istante. Ella è l'Immacolata. Era già "Piena di Grazia", ma, con la discesa dello Spirito Santo e con il dono della Maternità divina Ella ricevette una pienezza ancora più grande.
L'angelo Gabriele disse a Maria: «Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1,31). La Madonna credette alle parole dell'Angelo, ma, umilmente, domandò il modo in cui ciò si poteva realizzare: «Come avverrà questo, perché non conosco uomo?» (Lc 1,34). Da queste parole comprendiamo che la Madonna aveva il fermo proposito di rimanere vergine, e così pure san Giuseppe. Sarebbe stata infatti assurda questa risposta, se Maria e Giuseppe non avessero avuto l'intenzione di vivere verginalmente il loro matrimonio. Quando l'angelo Gabriele portò l'annuncio, Maria era già «promessa sposa» (Lc 1,27). Diversi Padri della Chiesa hanno visto, in questa risposta di Maria all'Angelo, il segno che Lei aveva fatto, fin dalla sua fanciullezza, un vero e proprio voto di verginità.
A questa domanda della Vergine Maria, l'Angelo risponde: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra» (Lc 1,35). Queste parole ci fanno comprendere che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria. Si tratta quindi di un concepimento miracoloso e verginale, al quale è seguito un parto anch'esso verginale, secondo la celebre profezia di Isaia: «La vergine concepirà e partorirà un figlio» (Is 7,14). La Verginità di Maria, prima, durante e dopo il parto, è il segno luminoso – come si esprimono diversi Padri della Chiesa – della divinità di Gesù. Era necessario che il Dio fatto uomo nascesse in questo modo prodigioso.
Il dialogo tra Maria e l'arcangelo Gabriele si conclude con delle stupende parole uscite dalla bocca e soprattutto dal cuore di quella umile fanciulla: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). A queste parole la salvezza entrò nel mondo. L'obbedienza di Maria alle parole dell'Angelo sciolse il nodo provocato dalla disobbedienza di Eva, la quale diede ascolto all'angelo delle tenebre. Maria riscattò Eva e il Redentore del mondo salvò l'umanità peccatrice. Da una donna, Eva, venne la rovina; da un'altra donna, Maria, venne la salvezza. La prima fu ingannata dal serpente tentatore, disobbedì e fu causa della rovina; la seconda ascoltò le parole dell'Angelo buono, obbedì a Dio, e diede al mondo il Salvatore.
Con il "sì" della Vergine Maria ebbero compimento le profezie dell'Antico Testamento, in modo particolare, oltre a quella accennata prima, anche quella riportata nella prima lettura di oggi, ove il profeta Natan disse al re Davide che sarebbe sorto un suo discendente il cui regno durerà per sempre. Questo discendente di Davide, secondo la carne, è proprio Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria.
Con il "sì" della Vergine risuonò nel mondo il lieto annuncio della salvezza, e il Vangelo, «avvolto nel silenzio per secoli eterni – come afferma san Paolo nella seconda lettura – fu annunciato a tutte le genti» (Rm 16,25-26).
Sull'esempio della Vergine Maria, anche noi dobbiamo dire il nostro "sì" a Dio, dobbiamo dirlo con gioia e con perseveranza, ogni giorno della nostra vita. La Madonna aderì alla Volontà di Dio in ogni momento, anche sul Golgota, quando vide il suo Figlio morire per noi. Anche noi dobbiamo ripetere il nostro "sì", anche quando ciò comporta sacrificio. Così il Signore, per mezzo della nostra umile collaborazione, realizzerà delle meraviglie, a beneficio di tutta la Chiesa e del mondo intero.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 18/12/2011)

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