BastaBugie n�240 del 13 aprile 2012

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1 A ROMA 94 EMBRIONI MUOIONO PERCHE' IL CONGELATORE SI GUASTA: ECCO QUELLO CHE NON DICONO TV E GIORNALI
Anche se tutto fosse ''andato bene'' ne sarebbero comunque morti un'ottantina perché se una legge apre alla fecondazione artificiale, anche solo omologa, non può impedire le aberrazioni conseguenti
Autore: Mario Palmaro - Fonte: La Bussola Quotidiana
2 IL PROSSIMO LIBRO DI COSTANZA MIRIANO: ''VOI MARITI SIATE PRONTI A MORIRE PER LE VOSTRE MOGLI, COME CRISTO HA DATO LA VITA PER LA CHIESA''
La donna tende al controllo, l'uomo all'egoismo: e allora bisogna ricordare all'uomo qual è la sua chiamata, quella all'eroismo
Autore: Isabel Molina - Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com
3 ENZO BIANCHI CONTESTA BENEDETTO XVI, SAN TOMMASO D'AQUINO E I MARTIRI DI TUTTI I TEMPI
E' solo laureato in economia e commercio, ma predica esercizi spirituali ai vescovi, è onnipresente in radio e televisione ed è lodato da Eugenio Scalfari, direttore de La Repubblica
Autore: Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro - Fonte: Corrispondenza Romana
4 LA PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO, DA OGGI DISPONIBILE IN ITALIA, E' POTENZIALMENTE ABORTIVA: EPPURE LA RAI FA PROPAGANDA NEGANDO QUESTO DATO SCIENTIFICO
Come già successo per la pillola del giorno dopo, si nasconde alle donne la verità: vi proponiamo al termine dell'articolo il testo di un volantino divulgativo per fare controinformazione
Autore: Renzo Puccetti - Fonte: La Bussola Quotidiana
5 VOGLIAMO COSTANZA MIRIANO COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Napolitano propone una donna per il Quirinale: c'è chi dice Emma Bonino... ma chi rappresenta Emma Bonino? Quasi nessuno la vota nonostante la grande visibilità sui media...
Autore: Marco Mancini e Marco Piazza - Fonte: Campari e de Maistre
6 DISINFORMAZIONE, CULTO DEL FETO PERFETTO E AMPLIFICAZIONE DEL RISCHIO: SE IL MEDICO CONSIGLIA L'ABORTO CONTATTA IL TELEFONO ROSSO (06 305 00 77)
L'anno scorso 5.400 donne si sono rivolte al servizio del policlinico Gemelli che ha messo a loro disposizione la conoscenza basata su dati scientifici robusti e rigorosi
Fonte: Noia prenatalis
7 SARA' DISPONIBILE NEGLI STATI UNITI A MAGGIO IL TESTO DELLA BENEDIZIONE PER I BIMBI NEL GREMBO MATERNO
La benedizione sostiene i genitori in attesa di un figlio, favorisce il riconoscimento del prezioso dono della maternità e promuove il rispetto della vita nella società
Autore: Giacomo Galeazzi - Fonte: La Stampa
8 LO PSEUDO-CATTOLICO TONY BLAIR PROMUOVE LA CINA ELOGIANDO LA PRESUNTA APERTURA ALLA RELIGIONE
Ma rimane proibita l'educazione religiosa ai minori di 18 anni! E continuano pure i laogai, i campi di rieducazione ideologica, e poi preti e vescovi spariti e di cui non si sa più nulla...
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Bussola Quotidiana
9 OMELIA II DOMENICA DI PASQUA - ANNO B - (Gv 20,19-31)
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - A ROMA 94 EMBRIONI MUOIONO PERCHE' IL CONGELATORE SI GUASTA: ECCO QUELLO CHE NON DICONO TV E GIORNALI
Anche se tutto fosse ''andato bene'' ne sarebbero comunque morti un'ottantina perché se una legge apre alla fecondazione artificiale, anche solo omologa, non può impedire le aberrazioni conseguenti
Autore: Mario Palmaro - Fonte: La Bussola Quotidiana, 03/04/2012

Un banale guasto ha provocato la morte di 94 embrioni  crioconservati, che si trovavano in un centro per la fecondazione artificiale a Roma. Un'ecatombe che ha trovato spazio sui giornali italiani, perforando la solita cortina di silenzio e di complicità che avvolge il mondo dei figli in provetta.
Che degli embrioni umani muoiano così, come dei gamberetti andati a male perché il freezer di casa si guasta, è faccenda che imbarazza. Imbarazza innanzitutto i tecnici e i medici che sulla fecondazione artificiale hanno costruito la loro fortuna professionale ed economica, perché l'immagine che ne viene fuori non è bella, non è lucida, non è pulita e rassicurante come essi vorrebbero. E', banalmente, una crepa nel mito della scienza perfetta che con tanto impegno hanno saputo costruire in questi anni, una scienza che non sbaglia mai, che non sopporta limiti, che risolve ogni problema dell'uomo.
E' una macchia sul camicie bianco che più bianco non si può usato per trasformare il medico della provetta in una specie di missionario filantropo che regala (si fa per dire) un figlio alle coppie dolenti, ostacolate dalla Chiesa oscurantista dei no e dei divieti.
Ed è anche un clamoroso richiamo all'esistenza della vita embrionale – la grande assente dai giornali laici e illuminati – poiché il fatto che i piccoli esseri congelati siano morti significa - logica stringente lo vuole - che prima fossero vivi, benché prigionieri in quel moderno gulag tecnologico che è la crioconservazione.
Però non possiamo tacere che questi embrioni congelati e morti sono imbarazzanti anche per una certa parte del mondo cattolico. E precisamente per quella consistente e autorevole fetta ecclesiale che in questi anni ha deciso di costruire un mito parallelo; il mito della "fecondazione artificiale omologa buona nel rispetto della legge 40".
La legge italiana, dicono costoro, vieta il congelamento di embrioni, e dunque sarebbe bastato rispettare la legge in vigore, e questa ecatombe di innocenti sotto azoto liquido non si sarebbe verificata. Questa tesi è complessivamente falsa. Infatti, da un lato è vero che il legislatore italiano abbia voluto escludere il ricorso sistematico all'azoto liquido (per altro con un esplicito rinvio alla legge 194, quella sull'aborto: il che significa che la tanto osannata legge 40 del 2004 si pone sotto l'ombrello teorico e pratico della legge abortista).
Ma è altrettanto vero – e chi tace questa evidenza o è ignorante o è in mala fede – che la stessa legge 40, all'articolo 14, dopo aver vietato la crioconservazione, recita testualmente al comma 3: "qualora il trasferimento nell'utero degli embrioni non risulti possibile per grave e documentata causa di forza maggiore relativa allo stato di salute della donna non prevedibile al momento della fecondazione è consentita la crioconservazione degli embrioni stessi fino alla data del trasferimento, da realizzare non appena possibile."
Dunque, lo stesso legislatore apre un varco al ricorso al congelamento, e si capisce bene perché sia costretto a farlo: con la fecondazione artificiale si compie sempre un atto gravissimo di ingiustizia che non ha precedenti nella storia dell'umanità, producendo artificialmente uno o più esseri umani e collocando costoro in un luogo diverso dal grembo materno. Si attua cioè quella che il bioeticista cattolico Adriano Pessina ha chiamato dislocazione spazio temporale della gravidanza. Tradotto in soldoni, significa che con la provetta  l'essere umano embrione viene messo in un luogo in cui nessuna legge potrà veramente tutelarlo in maniera effettiva, perché basterà che la donna che ha deciso di produrlo cambi idea, per qualunque ragione, e a quel punto nessuno potrà obbligare la madre a sottoporsi al trasferimento, le cui probabilità di successo sono per altro bassissime (dell'ordine di qualche punto percentuale).
Spero che i lettori abbiano capito bene: una volta imboccata la strada della fivet, anche di quella "buona omologa secondo la legge 40", il passaggio alla riduzione dell'embrione a oggetto è automatica. E il ricorso al congelamento, benché non necessario sempre, è una variabile statisticamente inevitabile. Si aggiunga che talvolta il ricorso al congelamento avviene per differire il momento del trasferimento, per dare il tempo alla donna di ristabilirsi dopo la stimolazione ovarica subita per prelevare i suoi ovociti.
Dunque, chi se ne va in giro a dire che si può fare Fivet evitando sempre il congelamento o è ignorante, o è in mala fede. Stiamo dicendo che il ricorso all'azoto liquido è, almeno in una certa percentuale, inevitabile se si vuole ricorrere alla provetta anche solo nella forma omologa.
E qual è il giudizio del Magistero della Chiesa sul congelamento di embrioni? Il documento Dignitas Personae, scritto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2008, è a questo proposito sconvolgente: "Occorre costatare, in definitiva, che le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile". Questo significa che non esiste una soluzione moralmente accettabile di fronte alla domanda: "che fare con gli embrioni congelati?" Illecita la loro distruzione intenzionale diretta, illecito il loro uso come cavie di laboratorio. Ma inaccettabile anche la loro adozione. E disumano anche tenerli in una prigione di ghiaccio. Insomma: l'unico modo di prevenire "incidenti" come quello di Roma è smetterla di produrre embrioni in provetta. Altro che apologia della legge 40.
E per concludere, un'ultima rivelazione contro ogni retorica della "fivet omologa buona". Di quei 94 embrioni morti a Roma per "scongelamento", sapete quanti ne sarebbero nati? Cominciamo con il dire che molti di loro sono morti all'atto violento del congelamento o sarebbero morti all'atto dello scongelamento; secondo il compianto genetista Angelo Serra, in misura pari al 50%. I sopravvissuti avrebbero intrapreso, in caso di trasferimento nel corpo di una donna, una strada quasi certamente destinata all'aborto. Ecco: alla fine, di quei 94 innocenti morti per scongelamento sarebbero giunti alla nascita meno di dieci fortunati. A essere ottimisti.
Queste sono le verità che dovremmo dirci e dovremmo dire alle donne e agli uomini che sono tentati dalle sirene della provetta; sono le verità che dovremmo leggere tutti i giorni sulla stampa cattolica. Giusto per non crioconservarci l'anima e il cervello.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 03/04/2012

2 - IL PROSSIMO LIBRO DI COSTANZA MIRIANO: ''VOI MARITI SIATE PRONTI A MORIRE PER LE VOSTRE MOGLI, COME CRISTO HA DATO LA VITA PER LA CHIESA''
La donna tende al controllo, l'uomo all'egoismo: e allora bisogna ricordare all'uomo qual è la sua chiamata, quella all'eroismo
Autore: Isabel Molina - Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 22/03/2012

Questa intervista a Costanza pubblicata sul settimanale spagnolo Misiòn (una sorta di Famiglia Cristiana ispanica)  e ripubblicato anche online  sul sito Religiòn en Libertad, ha avuto per  giorni  il più alto  numero di letture e di commenti (con discussioni anche piuttosto animate). Abbiamo pensato di proporvelo in italiano.
CHE COSA TI HA ISPIRATO QUESTO LIBRO?
In realtà il libro è nato un po' per caso. Stavo trascorrendo ore e ore al telefono per convincere una mia amica a sposarsi. E' capitato che ne parlassi con un collega. Gli ho spiegato che secondo me spesso era il fidanzato ad avere ragione, che le pretese della mia amica erano irragionevoli, che vedevo per loro una felicità che non si decidevano a cogliere per una serie di idee strampalate, quelle che abbiamo un po' tutti sull'amore e sul matrimonio. Ricordavo anche spesso alla mia amica che è importante che una donna sia accogliente, dolce, capace di mediare, di mettere in relazione, di unire più che di dividere. Queste tesi sono piaciute molto al mio amico, che mi ha messa in contatto con la casa editrice. Avevo dunque trovato un editore prima ancora di avere scritto un solo capitolo, e così mi è sembrato che fosse chiaramente un disegno della Provvidenza che io scrivessi questo libro. Vedo intorno a me tanta infelicità, e molta di essa è evitabile. C'è un'idea assurda del matrimonio in giro, soprattutto adesso che le donne, nella loro in certi casi giusta battaglia di emancipazione, hanno perso anche un po' della loro identità profonda, del loro "genio femminile", come lo chiamava Wojtyla nella Mulieris dignitatem.
COSA PENSA TUO MARITO DI QUELLO CHE HAI SCRITTO?
Pensa: "Oh, come sarebbe bello se tu fossi davvero così!" No, scherzo... Lui è stato il mio primo lettore, il più severo quanto allo stile (spesso mi aiuta ad essere più efficace, a trovare le parole giuste), ma il più entusiasta quanto ai contenuti. Mi ha incoraggiata, e continua a farlo, vuole che scriva ancora. Inoltre si occupa lui del mio blog, che ha già avuto oltre 700mila contatti, ed è stato invitato anche al Vatican Meeting per i bloggers.
SOTTOMISSIONE È UNA PAROLA UN PO' SCIOCCANTE PER LE DONNE DI OGGI... PERCHÉ SUGGERISCI ALLE DONNE DI SOTTOMETTERSI? CHE INTENDI ESATTAMENTE?
Non sono mica io a scegliere questa parola! E' san Paolo, nella lettera agli Efesini. La parola sembra offensiva, a noi donne di oggi, perché non sappiamo uscire dalla logica del dominio e della sopraffazione, che spesso vige in molte coppie. Ma in una logica di servizio reciproco, sottomissione indica solo lo specifico tipo di servizio al quale è chiamata la donna. Mentre l'uomo, chiamato anche lui a servire, in modo diverso, deve essere "pronto a morire per la sposa come Cristo per la Chiesa". Dunque non è che all'uomo vada molto meglio... San Paolo ce lo ricorda perché noi donne tendenzialmente vorremmo controllare tutto, mettere sempre la nostra impronta, dire l'ultima parola, manovrare le persone, magari non direttamente o apertamente, ma da dietro, in modo non scoperto. Invece essere sottomesse significa letteralmente stare sotto, cioè sostenere tutti i membri della famiglia, sorreggere, accompagnare i più deboli. Questa è una qualità peculiarmente femminile, e nessuna rivoluzione femminista potrà mai farci dimenticare che questo è il nostro vero talento. Potremo lavorare e avere sempre maggiori successi, ma la cosa che sappiamo fare meglio, e quella che davvero risponde ai nostri più profondi desideri del nostro cuore, è mettere noi e gli altri in relazione. L'amore della donna è più oblativo, quello dell'uomo più deciso e portato ad "uscire fuori" mentre la donna accoglie (il rapporto fisico è figura di quello spirituale). Uomini e donne di oggi devono riappropriarsi del loro specifico talento, complementare l'uno all'altro.
IN POCHE PAROLE, CHE SIGNIFICA ESSERE UNA BUONA MOGLIE?
Wow, che domanda difficile! E in poche parole, poi... Be' credo che una parte della risposta cambi per ogni coppia, io dovrei per esempio smettere di dare pareri non richiesti su argomenti che non conosco, è la mia specialità. In generale penso che una sposa debba essere accogliente, dolce, paziente. Deve partire da un pregiudizio positivo sul proprio marito, e quindi accogliere come buono per principio tutto quello che viene da lui. Il nostro modello deve essere la Madonna della medaglia miracolosa, con le mani e le braccia aperte per accogliere quello che viene, e sotto il piede il serpente, che è la nostra lingua, sempre pronta a criticare, a trovare quello che non va, a sottolineare quello che manca. Una buona moglie poi cerca di rimandare il momento del confronto: non discute quando vede qualcosa che non va, ma lascia decantare le emozioni, schiarirsi la vista dell'intelletto, e trovare, se una critica è da fare, il momento più giusto, quello dell'intimità. Mai e poi mai, infine, contraddice il padre davanti ai figli.
QUALE SAREBBE IL PRIMO CONSIGLIO CHE DARESTI A UNA GIOVANE DONNA CHE SOGNI UN MATRIMONIO PIÙ APPAGANTE E SODDISFACENTE?
Le donne giovani vanno più spesso incontro a delusioni, perché a differenza che nel passato oggi abbiamo pretese altissime nei confronti del matrimonio. Nel passato serviva a trovare una sistemazione, oggi dal matrimonio vogliamo la felicità, ed è giusto e bello che sia così. Solo che bisogna accettare i limiti nostri e dell'altro, sapere che ci deluderemo in alcune cose, ci faremo arrabbiare in altre, e poi, è chiaro, ci stupiremo in altre ancora. L'amore non è un sentimento, è una decisione. Aderiamo liberamente e con tutta la nostra volontà alla scelta di una persona sola, per tutta la vita. Allora sappiamo che il sentiero sarà tortuoso, ci saranno delle salite, e dei momenti in cui la strada sembrerà tutta dritta e apparentemente noiosa. Ma bisogna allenare gli occhi a vedere le meraviglie nascoste nel quotidiano, a scoprire che dopo una salita si apre una vallata di una bellezza inimmaginabile, che chi passa da una storia all'altra, chi non ha il coraggio di fare la salita, non si sogna neanche.
TI SUCCEDE A VOLTE DI ARRABBIARTI CON TUO MARITO? E SE SUCCEDE, COME VI RICONCILIATE?
Certo che succede! Anche se non spesso, perché io sono piuttosto paziente, e difficilmente mi arrabbio proprio. In più mio marito è davvero buono. Ma se non sono d'accordo, come ho detto, cerco di rimandare il momento di dirgli perché non la penso come lui. Faccio sbollire l'arrabbiatura, mi chiarisco le idee, e il più delle volte mi accorgo che aveva ragione lui. Inoltre ho i miei piccoli sfoghi: prima di tutto c'è la preghiera, il rosario. Poi c'è la corsa, la mia grande passione (sono una maratoneta): dopo una bella sudata non mi ricordo neanche perché ero preoccupata. Infine ci sono le amiche: con loro posso lamentarmi, sfogarmi, essere lagnosa, querula, noiosa, insopportabile. Un uomo se gli poni un problema cerca di risolverlo, invece un'amica dice esattamente quello che vuoi sentirti dire: che sei una donna meravigliosa e che davvero reggi il mondo intero sulle spalle. Che lo fai magnificamente, e che fra l'altro quel nuovo taglio ti dona moltissimo, e forse sei anche un po' dimagrita.
QUAL È LA SFIDA PRINCIPALE CHE IL MATRIMONIO RAPPRESENTA PER LE COPPIE, OGGI?
Tutta la società spinge in moltissimi modi contro la famiglia. Dio è scomparso dall'orizzonte, e senza Dio, che con la forza del sacramento e con la grazia rinnovata ogni volta che glielo chiediamo nella preghiera, è impossibile pensare a qualcosa che sia per sempre, in questa società liquida e relativista. Prima le tradizioni e le convenzioni, le consuetudini forse costringevano anche le persone, ma le tenevano salde. L'idea di essere infedeli, di seguire istinti, emozioni, di essere liberi da vincoli è fortissima: è diffusa, la si respira nell'aria. Inoltre non ci sono aiuti per le famiglie numerose, di nessun tipo, né facilitazioni per conciliare famiglia e lavoro, o magari permettere alle mamme di stare a casa, con congrui contributi economici. Tutto congiura contro la famiglia, e solo la Chiesa davvero ci difende, fa una battaglia culturale per noi. Altrimenti l'idea che passa è che le famiglie felici sono solo quelle allargate, magari con omosessuali, risposati, separati, figli di altri letti. Quelle cosiddette libere, mentre la vera libertà è solo quella che dà la Verità, cioè Gesù Cristo.
CHE IMPATTO STAI AVENDO SULLE DONNE CATTOLICHE ITALIANE? PENSI DI AVERLE INDOTTE A GUARDARE IL MATRIMONIO IN MODO DIVERSO?
Mamma mia, che impressione!! Non so se davvero sto cambiando così tanto le cose, ma se devo dire la verità ho ricevuto tantissime lettere di donne che mi hanno detto che le ho aiutate a modificare il loro modo di vivere il matrimonio. Molte, anche tra quelle che ho incontrato alle presentazioni in giro per tutta Italia (ho ricevuto centinaia di inviti, ma non posso dire sempre sì), mi hanno detto che grazie al mio libro hanno imparato a volere più bene al loro marito. Alcune hanno deciso di sposarsi, altre hanno recuperato una storia che era in crisi. E anche molte donne cattoliche impegnate, ben formate da anni di incontri di formazione spirituale, mi hanno detto che certe cose non si dicono più neanche in ambiti religiosi, mentre la mia visione, cioè quella di san Paolo, è davvero quella che risponde più profondamente al loro cuore.
STAI PREPARANDO UN ALTRO LIBRO?
Sì, sto cercando di analizzare il seguito della frase di san Paolo, nella lettera agli Efesini: e voi mariti siate pronti a morire per le vostre mogli, come Cristo è morto per la Chiesa. Se la donna tende al controllo l'uomo tende all'egoismo, e allora bisogna ricordargli qual è la sia chiamata, quella all'eroismo. Quindi il prossimo libro è per lui.
LA PREGHIERA È IMPORTANTE PER LA VITA MATRIMONIALE?
Certo, la preghiera è importantissima per tutti. Prima di parlare bisogna pensare, ma prima di pensare bisogna pregare. La preghiera pulisce gli occhi e fa vedere tutto più chiaro. Scioglie i nodi e appiana le incomprensioni. Porta la pace prima di tutto nel nostro cuore e ci permette di diffonderla.
QUALI SONO I TRE LIBRI CHE HA AMATO DI PIÙ?
A parte la Bibbia, dice? Beh, la Divina Commedia, innanzitutto, che ricorda all'uomo quale ampiezza deve avere il suo respiro, proiettato verso l'eternità. La mia santa preferita è la vostra Teresa d'Avila, e le sue opere sono meravigliose, ma anche Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, ha scritto parole meravigliose sulla donna. Poi c'è un libro poco noto, forse, che si chiama Il mistero della donna, di Jo Croissant, che invita le donne al sacerdozio del cuore, a offrire in sacrificio quella sete d'amore che tutte ci arde, e che non è mai saziata.
COME TRASMETTE IL SUO MESSAGGIO AI FIGLI?
Poche parole e molta pratica: i bambini ascoltano con gli occhi. Vedono il rispetto reciproco, il sacrificio, la donazione generosa di babbo e mamma, che li seguono e li amano con modalità diversissime ma complementari.

Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 22/03/2012

3 - ENZO BIANCHI CONTESTA BENEDETTO XVI, SAN TOMMASO D'AQUINO E I MARTIRI DI TUTTI I TEMPI
E' solo laureato in economia e commercio, ma predica esercizi spirituali ai vescovi, è onnipresente in radio e televisione ed è lodato da Eugenio Scalfari, direttore de La Repubblica
Autore: Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro - Fonte: Corrispondenza Romana, 29 marzo 2012

Ah, il caso Enzo Bianchi. Grazie monsignor Livi per averne parlato con tanta chiarezza. Questa faccenda del signor Bianchi detto fratel Enzo, è davvero una delle questioni che mostrano come sia ridotta questa povera Chiesa dove ciò che non è cattolico vale quanto, e anche più, della buona e sana dottrina. Con il tragicomico risvolto della censura rivolta con cattiveria, arroganza e, diciamo, poca lucidità contro chi osi denunciare l'assurdità della situazione.
Ma un grazie va anche al dottor Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, per essere stato così sgradevole e, diciamo, poco lucido nel censurare monsignor Livi. Grazie davvero perché, se ancora fosse stata necessaria una prova del disastro, il dottor Tarquinio l'ha messa in bella copia nero su bianco: un'autocertificazione dello stato di coma del mondo cattolico. A questo proposito, avevamo pensato di scrivere qualcosa sul signor Bianchi, priorissimo della suopercomunità di Bose. Poi, nel nostro archivio, abbiamo trovato un articolo scritto per il Foglio qualche tempo fa.
Visto e considerato che fratel Enzo dice e scrive con successo da anni sempre le stesse cose, abbiamo pensato che fosse ancora di attualità e potesse servire a rafforzare l'iniziativa di monsignor Livi che, se fossimo in un mondo cattolico serio, dovrebbe diventare una vera e propria campagna. Magari guidata dai vescovi: almeno qualcuno. Per la cronaca, l'articolo uscì con titolo "Bose dell'altro mondo".
Prima, la notizia buona: chi avesse già speso 9 euro per acquistare "La differenza cristiana" di Enzo Bianchi, ora può risparmiarne 10 evitando di mettere nel carrello "Per un'etica condivisa", appena dato alle stampe sempre da Bianchi. Complessivamente, 1 euro guadagnato poiché, se "La differenza cristiana" è zuppa, "Per un'etica condivisa" è pan bagnato. Anche nel suo ultimo libretto, il Priore di Bose mena il torrone del cristianesimo minimale buttandoci dentro come canditi tutti quei termini che colpiscono nel profondo i cattolici tentati dall'esserlo sempre meno: l'Ultimo, lo Straniero (in maiuscolo), polis, agorà, ananké (in corsivo), parresia (in tondo) e poi profezia.
Tanta profezia, anch'essa in tondo, ma scritta con forza tale da creare un vortice che trascina il lettore in un mondo nuovo, un cristianesimo altro, una spiritualità purissima che manifesteranno il regno di Dio qui e subito, perfettamente. Purché si faccia come insegna fratel Enzo. Anzi, come impone fratel Enzo. Perché la sua scrittura, contrariamente al messaggio minimale che contiene, è tutt'altro che mansueta. Si prenda un suo libro e si contino le frasi che iniziano con un "Sì,". Quando il ragionamento perde qualche colpo, quando bisogna imprimere nelle testoline dei lettori il concetto giusto, fratel Enzo, come un vecchio marpione dell'omiletica che incespica sul pulpito o un navigato caporedattore di giornale popolare che non riesce a venirne fuori con un titolo, ci infila il suo bravo "Sì,". Dopo il "Sì" ci vuole sempre la virgola, che irrobustisce la pagina.
Provare per credere. La differenza cristiana, pagina 77, settima riga: "Sì, l'annuncio cristiano non deve avvenire a ogni costo". Togliete quel "Sì," e avrete ridotto a un decimo la forza del messaggio, che, detto per inciso, suona tanto come un insulto ai milioni di martiri.
Il Priore di Bose è tutto qui, nel suo dire il quasi nulla con molta forza, nel suo attaccare il dogma mostrandolo intatto ma vuoto. Un "vivere doppio", come ha scritto Barbara Spinelli sulla Stampa tessendone l'elogio. Un "vivere doppio che è piuttosto un vivere-tra. Tra il mondo e ciò che non è del mondo. Tra adesione alla polis e distacco". E come si potrebbe definire, se non un vivere-tra, quello di fratel Enzo? Fa l'editorialista del giornale storico della famiglia Agnelli e combatte il capitalismo, scrive sul giornale della Conferenza Episcopale Italiana e bersaglia la gerarchia, commenta il Vangelo su Famiglia Cristiana e proclama le verità altrui, fa il monaco solitario ed è sempre in viaggio ai quattro angoli del mondo, profetizza nell'iperuranio della teologia engagé e si occupa della legge sugli immigrati.
Un vivere-tra che segna fin dal principio la comunità fondata a Bose, tra Ivrea e Biella, da Enzo Bianchi, classe 1943, dottore in economia e commercio. Era un simbolico 8 dicembre 1965, giorno di chiusura del Concilio Vaticano II. Bose divenne punto d'incontro tra persone di entrambi i sessi appartenenti al cattolicesimo, al protestantesimo e al mondo ortodosso. E subito ne scaturì il carisma di punta avanzata dell'ecumenismo, di un vivere-tra teologico che fino a oggi non ha avuto alcun riconoscimento ecclesiastico.
Non esiste istituto del diritto canonico della Chiesa cattolica che contempli un'entità di tal genere. Se al cattolico ordinario questo può apparire strano, a Bose vi diranno che è profetico. Il fatto che la loro comunità non possa essere contemplata dentro la struttura di questa Chiesa significa solo che la struttura di questa Chiesa deve mutare: troppo gerarchica, costantiniana, fondata sul potere, vecchia. Insomma, non è profetica, non è in grado di comprendere e trasmettere il vero messaggio evangelico. Tanto che, nella Regola di Bose si legge: "Nessuna comunità e nessuna persona possono realizzare ed esaurire tutte le esigenze dell'Evangelo. Solo la chiesa universale nella sua completezza storica può esprimere la totalità degli appelli contenuti in esso".
Dal che parrebbe che "la chiesa universale nella sua completezza storica" non corrisponda alla Chiesa cattolica. Tanto che la Regola si affretta a dire al fratello e alla sorella di guardarsi bene dall'abbandonare la confessione di provenienza per farsi cattolici. Ma tutto ciò viene detto con tale mitezza e tale soavità e suona tanto bene che il cattolico poco accorto finisce per rimpiangere di essere stato battezzato nella Chiesa di Roma. Se non è così, bisogna che a Bose riscrivano la Regola e usino termini comprensibili a tutti.
Però riesce difficile pensare di essersi sbagliati quando, poco più avanti si legge che il Priore, il "compaginatore della koinonía", è colui che "spezza e interpreta la Parola per la comunità nelle varie congiunture in cui essa si viene a trovare". Il povero cattolico medio, qui, è costretto a cogliere la contrapposizione tra lo spezzare il Pane Eucaristico e lo spezzare la Parola che spaccò in due la Cristianità ai tempi di Lutero. Ma l'abilità di Bose, della sua Regola e del suo Priore sta nel non arrivare fino in fondo: suggeriscono. E il colpo da maestro di Bianchi sta nell'usare questo linguaggio e nel praticare questi temi come se la vita della Chiesa fosse già mutata. "Ma come" sembra dire ai poveri cattolici medi "siete ancora tanto indietro? Non soffia ancora in voi lo spirito della profezia?".
Davvero bravo, perché con questo metodo è arrivato ovunque, dalle parrocchie illuminate alla predicazione degli esercizi per gli alti gradi della gerarchia, da trasmissioni radiofoniche come "Ascolta si fa sera" e "Uomini e profeti" ai viaggi di rappresentanza per conto del Vaticano. Eppure, fonti ben informate dicono che alla Congregazione per la dottrina della fede, sul suo conto c'è un dossier riguardante materie come l'ecclesiologia, la sacramentaria e la cristologia. Ma come si fa a mandare avanti una pratica a carico di un personaggio come fratel Enzo? E il dossier rimane lì, anche perché il pensiero di Bianchi non è così minoritario come si potrebbe immaginare.
E' la storia di Bose, fin dai suoi esordi, a insegnarlo. Nel 1967, il vescovo del luogo vietò qualsiasi celebrazione pubblica nella comunità a causa della presenza di un non cattolico. Ma, il 29 giugno del 1968, l'arcivescovo di Torino, cardinale Michele Pellegrino, entusiasta di quell'esperienza celebrò lui stesso la Messa vanificando di fatto l'atto del vescovo. Oggi, che tra fratelli e sorelle di varia provenienza sono ottanta, non è chiaro se l'interdetto sia formalmente ancora in vigore, ma questo conta poco, poiché si troverebbe anche oggi un cardinale epigono di Pellegrino, pronto a correre in soccorso a Bose.
In ogni caso, fratel Enzo tira avanti. Predica esercizi ad alto livello, convoca e presiede convegni internazionali, è nume tutelare delle edizioni Qiqajon, scrive per grandi editori, compila voci di enciclopedie, tiene cattedra di teologia biblica e patristica all'Università Vita-Salute San Raffaele di don Luigi Verzé. E tutto questo con il solo titolo accademico di dottore in economia e commercio. Un autodidatta. Un magnifico autodidatta, ma pur sempre un autodidatta. E, come tutti gli autodidatti, allievo di se stesso.
Adesso qualcuno vorrà spiegare che lo Spirito soffia dove vuole e che la storia della Chiesa è punteggiata da individui che hanno intuito, profeticamente, strade nuove. Guardate San Francesco. Però, chiunque abbia fatto almeno l'esame di "Storia medievale 1" sa che la grandezza di san Francesco sta nell'essersi rimesso al giudizio della Chiesa di Roma e non nell'averla voluta giudicare. Monsignor Piero Zerbi, maestro dei medievalisti dell'Università Cattolica di Milano insegnava che sta qui la differenza tra Francesco d'Assisi e Pietro Valdo: uno divenuto Santo e l'altro eretico.
Ma fratel Enzo non teme scivoloni e se c'è da menare fendenti su Roma non guarda in faccia a nessuno. "Questo è un tempo triste per chi non possiede la verità e crede nel dialogo e nella libertà" dice nella Differenza cristiana, citando una frase di Zagrebelsky. E poi rincara: "Io aggiungerei che è un tempo triste per certi cattolici che certo non pensano di possedere la verità, ma pur mettendo la loro fede in Dio e in Gesù Cristo che lo ha narrato, sanno che la verità eccede sempre i credenti. (...) Sì, è un tempo triste perché il cristianesimo appare minacciato nel suo specifico, e non minacciato da chi lo avversa o addirittura lo perseguita, bensì, come sovente accade nella storia, dai credenti stessi".
E così, senza compromettersi facendo nomi, da Papa Benedetto XVI in giù sono sistemati tutti coloro che complottano per depotenziare la nuova Pentecoste avviata con il Concilio Vaticano II, tutti coloro che si oppongono al soffio dello Spirito. Gli altri, invece, i veri credenti, quelli che, come nei migliori ossimori, "non pensano di possedere la verità", pur se invitati a un generico immergersi "nella storia, nelle sue opacità, nelle sue contraddizioni", in realtà sono chiamati a divenire "comunità alternativa".
Anche qui, Bianchi allude, profetizza, più che marcare nettamente. Ma, presi dal suo ragionare, si può essere indotti a immaginare veramente una nuova Pentecoste annunciata ed evocata da "comunità alternative" in cui "si manifesti pienamente la Venuta del Signore". Una Nuova Era dello Spirito? Non viene specificato, però, nella Regola di Bose si legge che "Nella vita monastica è lo Spirito a chiamare, pur servendosi di mediazioni umane, e non la chiesa tramite il ministero episcopale, come accade per i ministeri ordinati". E certo colpisce questo continuo evocare, anche se non fino in fondo, la contrapposizione tra una Chiesa istituzionale, vecchia e una Chiesa spirituale, nuova. Il tutto sottolineato da una sezione del sito web della comunità che si intitola "Pneumatofori", portatori dello Spirito, in cui si dice: "Sono passati tra noi.." seguono 19 nomi per poi concludere "lasciandoci il loro spirito".
Nell'attesa, le "comunità alternative" sono chiamate a evitare di porre Cristo al centro del proprio agire sociale. Niente leggi che sappiano di sacrestia: l'Altro, lo Straniero siano la regola, il nascondimento sia il mezzo, l'umanizzazione, e non la salvezza, sia il fine. Dunque, in Per un'etica condivisa, Bianchi spiega che gli ripugna un mondo in cui "le chiese propugnano un'etica e concentrano tutte le loro energie affinché sia assunta dalla società, si mostrano capaci di quei servizi necessari ai quali lo stato non sa dare attuazione, soprattutto in risposta ai diversi tipi di povertà ed emarginazione, offrono la loro esperienza e qualità di intervento nell'educazione giovanile, chiedendo però un riconoscimento del proprio ruolo".
Per non parlare dei cosiddetti "atei devoti che oggi pontificano". Ai quali Bianchi manda a dire che "non vi è nessuna necessità mondana di Dio, nessuna possibilità di teismo utilitario come invece vorrebbe far credere una società in carenza di ideali. Alla larga da "un progetto che vede le chiese correre in aiuto e supporto alla società per fornire, alimentare valori di cui esse hanno bisogno per il loro ordine ed equilibrio".
In un colpo solo, fratel Enzo fa fuori gli atei devoti e San Tommaso d'Aquino. Il Dottore Angelico, nella Summa spiega l'utilità delle leggi dello Stato e della repressione penale, che servono ad "abituare a evitare il male e a compiere il bene per timore della pena, in modo che poi esso sia compiuto spontaneamente". Ma è chiaro che, per dei puri destinati a vivere nel nascondimento e nella carità perfetta, la fatica di produrre leggi che conducano gli uomini al bene, invece che benedetta, appare blasfema.
E' difficile non far risalire tutto questo a una sottovalutazione dell'Incarnazione di Cristo, da cui scende direttamente l'impegno del cristiano nella vita quotidiana. La Civitas Dei di Sant'Agostino, alla quale appartiene il cristiano, non è un luogo impalpabile e neppure una comunità separata che diventi esempio per la società. L'appartenente alla Civitas Dei ha il dovere mettere mano anche alla città dell'uomo, e il suo impegno è essenzialmente milizia.
Ma se l'impegno è debole, di solito, la cristologia è debole. Il Priore, quando cita Cristo, si affretta a spiegare che è colui che "ha narrato Dio agli uomini". Linguaggio opaco che produce la sensazione di trovarsi davanti a una vicenda incompleta. Sensazione alimentata da Bianchi con un libretto per bambini intitolato "Gesù. Il profeta che raccontava Dio agli uomini". E' vero che dentro dice che Gesù è Figlio di Dio. Ma poi spiega ai suoi piccoli lettori: "Gesù (...) era un bambino come noi che viveva con i suoi genitori, Maria e Giuseppe, in un villaggio una piccola cittadina della Galilea. Quando aveva dodici anni ha sentito una chiama più forte. (...) Gesù è stato inviato, mandato, è divenuto un testimone, cioè uno che raccontava Dio agli uomini".
Forse, sta qui la ragione del cristianesimo minimale di Bianchi, che ha un precedente illustre in Giuseppe Dossetti, passato dalla militanza nella Dc alla scelta monastica. Non a caso, il Priore di Bose ha un posto fisso nel Consiglio di amministrazione della dossettiana Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna. Come quello di Dossetti, il monachesimo di Bianchi è anomalo. Non sceglie la via della solitudine per lodare e adorare Dio, ma per caricarsi di carisma profetico con il fine ultimo di trasformare la Chiesa e renderla più spirituale e democratica attraverso le alchimie della politica. Un ribaltamento di orizzonte che passa dall'influsso della Chiesa sulla società a quello della società sulla Chiesa.
L'unica differenza tra Dossetti e Bianchi sta nel partner. Il monaco bolognese, tra gli artefici della costituzione repubblicana, fece della sua creatura il luogo d'elezione per l'incontro con il Pci di Togliatti. Pensò la carta costituzionale come piattaforma utopica per un progetto che trasformasse la vita politica italiana e, quindi, anche la Chiesa.
Dal che discese una visione ideologica della costituzione in nome della quale Dossetti, prima combattè Craxi e poi lasciò il suo romitaggio per fronteggiare il cavaliere nero Berlusconi. Bianchi, oggi, ha a che fare con gli eredi di un Pci putrefatto, una sorta di partito radicale di massa in cui convive tutto e in contrario di tutto, da Rosy Bindi a Massimo Cacciari passando per Dario Franceschini: come dire il nulla, l'ideale per le profezie minimali del Priore.
Ma l'obiettivo non è cambiato, nel mirino c'è sempre la Chiesa romana e la sua concezione costantiniana. Il che fa tirare una boccata d'ossigeno a Eugenio Scalfari, che, alla Fiera del libro del 2005 disse: "Se tutti i cattolici fossero come Enzo Bianchi io sarei molto rassicurato".
Come dargli torto?

DOSSIER "ENZO BIANCHI"
L'eretico priore di Bose

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Fonte: Corrispondenza Romana, 29 marzo 2012

4 - LA PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO, DA OGGI DISPONIBILE IN ITALIA, E' POTENZIALMENTE ABORTIVA: EPPURE LA RAI FA PROPAGANDA NEGANDO QUESTO DATO SCIENTIFICO
Come già successo per la pillola del giorno dopo, si nasconde alle donne la verità: vi proponiamo al termine dell'articolo il testo di un volantino divulgativo per fare controinformazione
Autore: Renzo Puccetti - Fonte: La Bussola Quotidiana, 03/04/2012

È arrivata nelle farmacie italiane la pillola dei cinque giorni dopo, la molecola di cui è composta ha il nome acidulo di ulipristal acetato, dovremo cominciare a fare l'orecchio ad esso, anche perché è probabile l'arrivo di una formulazione a più basso dosaggio della stessa sostanza per la terapia dei fibromi uterini. Questa occasione offre lo spunto per svolgere alcune riflessioni, la prima delle quali credo debba riguardare l'ambiente pro-life: negli oltre due anni che sono trascorsi da quando l'azienda che la produce ha fatto richiesta centralizzata di approvazione all'Ente dei farmaci europeo (EMEA) quali iniziative concrete sono state messe in campo? È amaro dirlo, ma riesco solo a ricordare un parlare, e parlare, e parlare; giusto quello che diceva la giovane Amanda Sandrelli a Trosi nel film "non ci resta che piangere". Già anche qui verrebbe da dire non ci resta che piangere.
La seconda considerazione riguarda i media. Come funghi sono comparsi sugli schermi ed hanno fatto sentire la loro voce dai microfoni dell'emittente statale stormi di professori, cattedratici, luminari, tutti a dirci la stessa cosa: tranquilli, non c'è motivo di allarmarsi, questa pillola non provoca alcun aborto, è un semplice contraccettivo, anzi è stato testualmente affermato che il suo meccanismo d'azione è semplicemente d'inibire l'ovulazione come tutti i contraccettivi. Questo aspetto merita almeno due risposte. La prima ha a che fare col metodo. Possibile che l'emittente di Stato, pagata con i soldi di tutti, dia voce ad una sola campana, senza rappresentare anche pareri contrari, o quanto meno senza dare la possibilità di replica agli esperti che compongono l'organo istituzionalmente preposto a prendere le decisioni e che ha inserito la criticata clausola del test di gravidanza obbligatorio (provvedimento peraltro inutile a tutelare l'embrione prima dell'annidamento nell'utero)? Non sarebbe norma di correttezza e trasparenza che il benvenuto a suddetta pillola fosse preceduto da una richiesta di disclosure su possibili conflitti d'interesse nelle forme più varie: consulenze, borse di studio, assegni di ricerca, finanziamenti indiretti, magari per congressi, macchinari e altro ancora?
Ancora peggio va sul contenuto: l'Ulipristal solo un antiovulatorio? Un antiovulatorio come tutte le pillole contraccettive? Verrebbe da pensare che chi lo afferma abbia pubblicato studi capaci di dimostrare la tesi, ma quando la ricerca viene fatta sulle banche dati scientifiche internazionali i chiarissimi professori in questione non risultano avere pubblicato studi specifici in proposito, non si trova niente, nulla, nisba. Non rimane allora che seguire la via maestra di andarsi a studiare ciò che i ricercatori hanno pubblicato sulle riviste medico-scientifiche internazionali. In particolare credo rappresenti un buon modello sperimentale lo studio che Pamela Stratton, ginecologa e ricercatrice al George Washington University Medical Center, ha condotto insieme a colleghi dello stesso istituto e del National Institute of Health di Bethesda e pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility nell'aprile del 2010. Quello studio ha il particolare di avere somministrato l'ulipristal acetato dopo l'ovulazione, cioè quando l'effetto anti-ovulatorio evocato in questi giorni come unico meccanismo d'azione della pillola dei cinque giorni dopo, non era più possibile. In quello studio la pillola induceva una significativa riduzione dello spessore endometriale, un incremento dei recettori ghiandolari per il progesterone ed una tendenziale maggiore incidenza di ritardo maturativo dell'endometrio che secondo gli stessi autori, in un campione numericamente allargato, con molta probabilità diventerebbe statisticamente significativo. Si tratta di alterazioni che per Stratton e colleghi "may hamper implantation", possono cioè ostacolare l'impianto dell'embrione. Pamela Stratton e gli autori dell'articolo si sono sbagliati? A due anni dalla pubblicazione registro che nessuna contestazione è giunta a quel lavoro.
È stato detto che la pillola dei cinque giorni dopo agisce soltanto attraverso il blocco dell'ovulazione al pari delle altre pillole contraccettive. Ma se è così, come mai leggo sul sito della Società Italiana per la Contraccezione (SIC) un'intervista al suo presidente  segnalatami da un carissimo amico ginecologo, nella quale, in riferimento alla pillola del giorno dopo, il levonorgestrel, si afferma che "Non è ancora escluso che in alcune fasi del ciclo femminile determini un cripto-aborto"? Anche la pillola del giorno dopo è venduto come contraccettivo, eppure anche per il presidente della SIC non è escluso che possa provocare degli aborti nascosti, cioè la stessa cosa che per la Stratton fa la pillola dei cinque giorni dopo. Se poi tutti i contraccettivi agiscono soltanto bloccando l'ovulazione, come mai sul sito ufficiale della Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia (SIGO), nella sezione rivolta al pubblico per spiegare il meccanismo d'azione della normale pillola estro-progestinica è scritto che essa "provoca un assottigliamento dell'endometrio, la mucosa dell'utero, che diventa, quindi, meno adatto all'eventuale impianto di un ovulo (azione antiannidamento)"? 
Si dà peraltro il caso che tutta la letteratura scientifica attesti l'interesse delle stesse donne ad essere informate in modo corretto sul possibile meccanismo d'azione dei farmaci che vengono venduti come contraccettivi. Non fa forse parte questo del consenso informato? Non ne va forse di quell'autonomia della donna? Assumere una sostanza e poi scoprire che ciò configge con le proprie convinzioni morali, non può potenzialmente avere conseguenze sfavorevoli per la salute psichica di queste donne? Rilasciare pubbliche dichiarazioni che ignorano lo stato delle conoscenze ad oggi acquisite, siamo certi che costituisca un esempio di corretta informazione? Vogliamo sperare che i colleghi e l'emittente di Stato vorranno rimediare. Spes lata dea.

Nota di BastaBugie
: vi proponiamo qui sotto il testo di un volantino divulgativo in quattro punti per fare controinformazione. Può essere fotocopiato e diffuso in tutti gli ambienti dove ci è possibile: scuole, uffici, negozi, parrocchie, ecc. E perché no, in internet.

TUTTO QUELLO CHE NASCONDONO ALLE DONNE!

LA GRAVIDANZA INIZIA CON LA FECONDAZIONE
Per confondere le giovani, si dice che la gravidanza inizia successivamente: ma è antiscientifico!

LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO E' ABORTIVA!
NorLevo e Levonelle (le pillole del giorno dopo) sono pillole abortive perché impediscono all'embrione di annidarsi nell'utero. Agendo dopo la fecondazione, causano un aborto.

LA PILLOLA DEI CINQUE GIORNI DOPO E' ABORTIVA!
Lo stesso discorso vale per EllaOne (la pillola dei cinque giorni dopo). Sono farmaci definiti "contraccezione d'emergenza", ma non sono né "contraccezione" in quanto abortivi, né "d'emergenza" in quanto non curano nessuna malattia: infatti, una nuova vita umana è una malattia da cui guarire?

LE MENZOGNE DELLE CASE FARMACEUTICHE
Per poter vendere queste pillole facendo compiere aborti senza dirlo, le ditte farmaceutiche si arrampicano sugli specchi dicendo che la gravidanza inizia con l'annidamento dell'embrione nell'utero, ma questo è scientificamente insostenibile in quanto da sempre la gravidanza viene considerata dalla fecondazione. E' infatti quando lo spermatozoo feconda l'ovulo che nasce un nuovo individuo umano con il suo patrimonio genetico ben determinato e diverso sia da quello del padre che quello della madre. E' un essere unico e irripetibile e nessuno può negare che sia vita umana. E' quindi un NUOVO essere umano.

Puoi vedere un video che abbiamo proposto in passato e che spiega tutto sulla pillola dei cinque giorni dopo:
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2055

Fonte: La Bussola Quotidiana, 03/04/2012

5 - VOGLIAMO COSTANZA MIRIANO COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Napolitano propone una donna per il Quirinale: c'è chi dice Emma Bonino... ma chi rappresenta Emma Bonino? Quasi nessuno la vota nonostante la grande visibilità sui media...
Autore: Marco Mancini e Marco Piazza - Fonte: Campari e de Maistre, 28/03/2012

Ancora Napolitano. L'inquilino del Quirinale, dopo aver propiziato in piena eteronomia nazionale la nascita del governo Monti, ha pensato finalmente a quando si ritirerà a vita privata (bontà sua...), non senza esprimere però un ultimo auspicio riguardo la successione (termine che non si usava forse durante il tenebroso feudalesimo?): sia la volta di una donna! Ne è sorto ovviamente un grande polverone mediatico, con improvvisati sondaggi on-line e la ricomparsa del nome di Emma Bonino, come già nel 1999, tra le favorite a salire sul Colle più alto, sostituendo l'ex-comunista Giorgio ma rimanendo in continuità con alcune sue preoccupanti posizioni in campo bioetico (leggasi vicenda Eluana Englaro). L'ineffabile Roberto Saviano non si è lasciato scappare l'opportunità di mettersi ancora una volta in pessima luce, rilanciando sul suo profilo FB la candidatura della storica leader radicale: anche lui, paladino dell'eutanasia con l'amico Fabio Fazio, non poteva non partecipare all'investitura della Nostra.
Il tutto ci lascia contrariati per due ordini di ragioni, di metodo e soprattutto di merito. In primo luogo, desta molte perplessità il fatto che il dibattito sulla figura che dovrebbe andare a ricoprire la prima carica dello Stato verta, almeno in queste prime battute, sul genere (e già parlare di genere è alquanto contrario a certa sana antropologia naturale, che individua due sessi, non n generi). Sul genere, dunque, e non sulla capacità dei candidati di essere realmente rappresentativi delle sensibilità più diffuse all'interno della società italiana, o di essere realmente garanti non solo degli equilibri costituzionali, ma anche dell'interesse nazionale. Ancora una volta non c'è progettualità politica, nessun confronto tra opzioni degne di essere considerate tali: c'è solo l'ideologia del politicamente corretto trasformata in luogo comune collettivo (il radicalismo di massa profetizzato dal compianto filosofo Del Noce), secondo il procedimento in cui eccellono i personaggi alla Luciana Littizzetto.
Questioni di metodo democratico (che valgono anche loro quel poco che valgono) a parte, la seconda obiezione è relativa al merito del personaggio considerato. Chi rappresenta Emma Bonino (voi vi chiederete anche chi rappresenta Giorgio Napolitano)? Non certo i cittadini italiani, a giudicare dalle pessime performance elettorali dei Radicali, per quanto i media si sforzino di pubblicizzare la sua immagine, garantendone una certa artefatta popolarità. Ma soprattutto, Emma Bonino è stata una delle più importanti sacerdotesse della "cultura (e religione) della morte" di cui aveva parlato per primo Giovanni Paolo II: divorzio, eutanasia, clonazione umana, omosessualismo, aborto. Non vogliamo dimenticare che fu Emma Bonino a fondare insieme alla famigerata Adele Faccio il CISA (Centro informazione sterilità aborto) e a praticare decine, centinaia, migliaia di aborti clandestini, con l'aiuto di una pompa da bicicletta. Che ora si voglia riproporre questa Liberatrice come l'(ennesimo) statista che la Provvidenza ci ha fatto incontrare per la salvezza mondana, è veramente troppo (comico). Non nobis Domine, non nobis! La Bonino al Quirinale non sarebbe altro che l'ennesimo vulnus inferto ad un Paese che a fatica si ostina a rappresentare l'"eccezione" nel mare del pensiero unico anti-umano vigente in buona parte dell'Occidente scristianizzato.
In ogni caso, se toto-Colle al femminile deve essere, partecipiamo anche noi. Costituzione permettendo, proponiamo il nome di una Donna Maiuscola, Madre feconda, Lavoratrice instancabile entro e oltre il focolare, Sposa felice e, dulcis in fundo, buona Cattolica: Costanza Miriano. Lei certamente rappresenterebbe molte donne (la maggioranza silenziosa), e personalmente rappresenta anche noi. La sua clonazione è l'unica posizione radicale che potremmo sostenere. Parta dunque la campagna elettorale: vogliamo Costanza Miriano al Quirinale!

Fonte: Campari e de Maistre, 28/03/2012

6 - DISINFORMAZIONE, CULTO DEL FETO PERFETTO E AMPLIFICAZIONE DEL RISCHIO: SE IL MEDICO CONSIGLIA L'ABORTO CONTATTA IL TELEFONO ROSSO (06 305 00 77)
L'anno scorso 5.400 donne si sono rivolte al servizio del policlinico Gemelli che ha messo a loro disposizione la conoscenza basata su dati scientifici robusti e rigorosi
Fonte Noia prenatalis

Disinformazione, culto del feto perfetto e amplificazione del rischio. Sono alcune delle cause di molti degli aborti che avvengono nel nostro paese o, almeno, tra le cause che portano le future mamme a prendere in considerazione l'interruzione volontaria di gravidanza.
A lanciare l'allarme sono i ginecologi e gli operatori del Telefono rosso attivo ormai da vent'anni presso il policlinico Gemelli e promotore, in collaborazione col Centro studi per la tutela della salute della madre e del concepito, del nono corso di aggiornamento in Teratologia clinica, in programma oggi e domani. "Prevenire l'aborto da disinformazione si deve e si può - ha osservato Giuseppe Noia, direttore del corso e responsabile del Day Hospital ostetrico del policlinico Gemelli, sottolineando che - l'informazione non è sufficiente per consentire alle madri e alle coppie di compiere scelte consapevoli, bisogna mettere a loro disposizione la conoscenza basata su dati scientifici robusti e rigorosi. In questo modo, le mamme conoscono i rischi reali e sanno anche di avere a disposizione una struttura in grado di seguirle e sostenerle". L'attività di informazione del Telefono rosso, ha precisato il professor Noia, ha portato lo scorso anno a risultati importanti: delle 5400 donne che si sono rivolte al servizio, il 99% e' stata rassicurata in merito alle preoccupazioni che nutriva per la salute propria e del proprio bambino e l'84% della suddetta percentuale ha deciso di proseguire la gravidanza.
Tra le domande più frequenti, quelle relative ai rischi corsi dal feto se la mamma ha contratto la rosolia durante la gestazione e al differente grado di rischio se la rosolia viene contratta prima o dopo le 16 settimane. A proposito della rosolia, Noia ha ricordato che si tratta ormai di una malattia dall'incidenza molto ridotta tra le donne in gravidanza: "siamo passati - ha spiegato - da 150 casi ogni 100mila nel 1970 a 8 casi ogni 100mila nel 2010. Grazie a vasti programmi vaccinali siamo quasi all'eradicazione di questo esantema che, tuttavia, ancora il 40% delle donne in gravidanza non sa se lo ha contratto o meno". Una percentuale ancora molto alta che i medici del Gemelli tentano di ridurre, proponendo la vaccinazione alle madri che hanno appena partorito il loro primo figlio.
Altro elemento di preoccupazione per il professor Noia, e per tutto lo staff del Telefono rosso, è l'elevata percentuale di medici e operatori sanitari che ancora indirizzano le donne verso "l'ivg": il 58% delle donne che si rivolgono al servizio, vi sono state indirizzate da un medico (principalmente dal medico di base, 53%, e dal ginecologo, 38%)."L'obiettivo del corso - ha sottolineato Noia - e' quello di accrescere le conoscenze dei medici per evitare che anche su questo tema la medicina difensiva abbia la meglio sulla medicina preconcenzionale e prenatale condivisa ed empatica, sempre supportata da dati scientifici rigorosi". Noia ha infine ricordato che per le donne che scelgono di proseguire la gravidanza nonostante il loro bambino sia malato, il Telefono rosso mette a disposizione un servizio di accompagnamento psicologico del quale finisce per beneficiare l'intera famiglia.
Il servizio (al costo della sola telefonata) è attivo:
- lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
- martedì e giovedì dalle ore 14.00 alle ore 18.00
Il Telefono Rosso fornisce consulenze mediche in fase preconcezionale, in gravidanza o durante l'allattamento a chiunque ne faccia richiesta: per esempio donne che desiderano avere un figlio o che si trovano nelle prime fasi della gravidanza.
La consulenza viene effettuata da medici specializzati in ostetricia e ginecologia con particolari competenze nel campo della medicina prenatale, delle gravidanze a rischio e della teratologia clinica.

Nota di BastaBugie: il terrorismo induce una situazione di terrore (da cui il nome) per far fare cose che altrimenti in situazioni normali non farebbe. Nessuno darebbe il portafogli al primo che passa, ma se gli viene puntata una pistola alla testa, glielo da spontaneamente. Così la situazione di terrore fa fare una cosa che in condizioni normali non si farebbe. Ecco perché l'uso della diagnosi prenatale (entrato ormai nella prassi ordinaria durante le gravidanze) fa del terrorismo. Si induce nel terrore di possibili malformazioni dei figli per cui i genitori prendono decisioni che non assumerebbero mai in condizioni normali. Chi avendo un figlio di due anni a cui viene amputata una mano direbbe "ora gli sparo perché non può vivere senza la mano"? Nessuno. Ecco che invece il terrorismo diagnostico prenatale fa compiere omicidi addirittura ai genitori (ma solo perché sono in una situazione di terrore: la possibile malformazione di quel figlio che ancora non hanno in braccio).

Fonte: Noia prenatalis

7 - SARA' DISPONIBILE NEGLI STATI UNITI A MAGGIO IL TESTO DELLA BENEDIZIONE PER I BIMBI NEL GREMBO MATERNO
La benedizione sostiene i genitori in attesa di un figlio, favorisce il riconoscimento del prezioso dono della maternità e promuove il rispetto della vita nella società
Autore: Giacomo Galeazzi - Fonte: La Stampa, 2 aprile 2012

Potrebbe essere disponibile già nella seconda settimana di maggio - in occasione della festa della mamma - in tutte le parrocchie negli Stati Uniti, il testo del rito della benedizione dei bambini nel grembo materno, che ha ricevuto l'approvazione della Santa Sede. È quanto comunicato in una nota della United States Conference of Catholic Bishops (Usccb), con la quale si informano i fedeli dell'avvenuta concessione della recognitio da parte della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il testo del rito verrà stampato in duplice lingua, inglese e spagnolo, per rispondere anche al crescente numero di fedeli ispanici immigrati nel Paese e, secondo gli auspici, essere dunque pronto per l'uso a partire dal mese prossimo.
Il cardinale arcivescovo di Galveston-Houston, Daniel N. DiNardo, presidente del Committee on pro-life activities della Usccb ha sottolineato la gioia dell'intera comunità cattolica, osservando di essere «impressionato dalla bellezza di questa benedizione dedicata a una nuova vita umana nel grembo materno». In particolare, è spiegato dall'episcopato, la benedizione è stata preparata «per sostenere i genitori in attesa di un figlio, per favorire la preghiera nelle comunità e il riconoscimento del prezioso dono della maternità e per promuovere il rispetto della vita nell'ambito più vasto della società». La benedizione, si puntualizza, potrà essere offerta sia nel contesto della celebrazione di una messa che al di fuori di essa.
Le parrocchie potranno quindi nelle prossime settimane prepararsi a ricevere il testo. «Abbiamo voluto fare l'annuncio nel più breve tempo possibile - ha affermato l'arcivescovo di New Orleans, Gregory Michael Aymond, presidente del Committee on Divine Worship della Usccb - allo scopo di far sì che le parrocchie possano iniziare a guardare a come recepire questo rito nel tessuto della loro vita». Il testo, ha aggiunto il presule, potrebbe in futuro «eventualmente» entrare a far parte anche del Libro delle Benedizioni quando verrà sottoposto a revisione.
A promuovere la preparazione del testo della benedizione è stato l'arcivescovo di Lousville, Joseph Edward Kurtz. Monsignor Kurtz negli anni scorsi, quando era vescovo di KnoXVIlle, rivolse una richiesta al Committee on pro-life activities per verificare se esistesse una preghiera di benedizione per i bambini nel grembo materno. La verifica non produsse risultati e il Committee on pro-life activities avviò pertanto l'elaborazione di un testo, che venne presentato al Committee on Divine Worship nel marzo 2008. Successivamente, nel novembre dello stesso anno, l'assemblea dei vescovi approvò la preghiera, il cui testo venne infine inviato alla Santa Sede per la recognitio. [...]

Fonte: La Stampa, 2 aprile 2012

8 - LO PSEUDO-CATTOLICO TONY BLAIR PROMUOVE LA CINA ELOGIANDO LA PRESUNTA APERTURA ALLA RELIGIONE
Ma rimane proibita l'educazione religiosa ai minori di 18 anni! E continuano pure i laogai, i campi di rieducazione ideologica, e poi preti e vescovi spariti e di cui non si sa più nulla...
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Bussola Quotidiana, 26/03/2012

Sul numero di gennaio-febbraio 2012 di «Vita e Pensiero», la rivista dell'Università Cattolica, il consueto Focus di approfondimento è aperto da un articolo di Tony Blair sulla Cina. L'articolo, già pubblicato dal «Washington Post», è stato anticipato qualche giorno fa sulla «Stampa». Blair, ex premier laburista inglese, è uno strano cattolico, ufficialmente convertitosi solo dopo la sua uscita dalla scena politica ma favorevole alle nozze gay (in programma nell'attuale governo conservatore Cameron) e anche (se non lui, almeno la moglie Cherie, nata cattolica) all'aborto. La sua Tony Blair Faith Foundation (dove Faith sta per «fede») ha promosso corsi in partnership con l'Università di Pechino sul tema fede e globalizzazione. L'articolo che compare su «Vita e Pensiero» elogia l'«apertura alla religione da parte del governo cinese, apertura complessa ma in aumento». In particolare, «il governo di Pechino sta deliberatamente promuovendo una ripresa del confucianesimo», il quale «rappresenta la fede intesa come un valore, ovvero la negazione del sé a vantaggio degli interessi degli altri». In effetti – diciamo noi - lo faceva, ai bei tempi dell'Urss, anche Stakhanov, pur senza essere confuciano.
Ma Blair non pare sfiorato dall'idea che la religio instrumentum regni possa essere un'antichissima pratica riesumata dal governo comunista cinese per dirottare a suo vantaggio quel che non riesce a estirpare. No, anzi, per lui il governo cinese va incoraggiato dall'Occidente, perché «il modo in cui la Cina inquadrerà il suo percorso verso una società armoniosa non sarà soltanto d'interesse a livello mondiale, ma anche materia che possiamo studiare e da cui possiamo imparare». Addirittura. Ma l'entusiasmo di Blair trabocca: «E' soprattutto questa richiesta di una società armoniosa (noi diremmo onesta o giusta) che impegna la leadership cinse rispetto alla religione». La prova: «Sono passati soltanto tre anni da quando Hu Jintao, presidente cinese e segretario del Partito comunista, ha dichiarato al Politburo di Pechino: "Dobbiamo sforzarci nell'unire figure religiose e credenti (…) per costruire una società prospera e a tutto tondo, accelerando il passo verso la modernizzazione e il socialismo"».
Dunque, è la costruzione del socialismo l'obiettivo, come al solito, ma Blair pare non avvedersene. La rivista dell'Università cattolica ha ritenuto opportuno, perciò, riempire il resto del Focus con due scritti, uno di Rodney Stark e uno di Bernardo Cervellera, così da lasciare la bocca buona al lettore realmente cattolico. Stark informa, con la consueta precisione, che oggi i cristiani in Cina sono sui settanta milioni, e aumentano. Cervellera ci dice che i battesimi si susseguono con l'impressionante cadenza di 150mila all'anno. E che «tale sviluppo della fede avviene nonostante gli ostacoli posti dal regime» (il corsivo non è mio). Che per sicurezza «proibisce l'educazione religiosa ai minori di 18 anni». I cinesi, stufi del materialismo confuciano, poi marxista e ora capitalista selvaggio, si volgono sempre più di frequente alla «fede in un Dio fatto uomo, una persona storica», che a loro «appare più appassionante e ragionevole dei miti taoisti e buddisti».
Ma in Cina «due cose sono rimaste invariate: il controllo sociale garantito dal monopolio del Partito comunista e il controllo sulle religioni». I cristiani sono incoraggiati quando fanno assistenza e beneficenza senza oneri per lo Stato, ma guai a loro se provano a evangelizzare. Per il resto, le cose sono note: laogai, campi di rieducazione ideologica, preti e vescovi spariti e di cui non si sa più nulla. Se c'è una novità in campo religioso è semmai, l'inedita alleanza tra dissidenti e cristiani: i primi vanno sempre più scoprendo che il fondamento dei diritti umani sta nel cristianesimo. Per questo «il terrore del Partito» è che «la religione divenga il collettore di tutti gli scontenti». Come fu per la Polonia. La Cina, da cui «avremmo da imparare», in realtà ha imparato e impara. Da noi, come al solito.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 26/03/2012

9 - OMELIA II DOMENICA DI PASQUA - ANNO B - (Gv 20,19-31)
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15/04/2012)

La seconda domenica di Pasqua è la cosiddetta "Domenica della Divina Misericordia". È chiamata così in seguito alle richieste che Gesù rivolse a santa Faustina, di celebrare la domenica successiva a quella di Pasqua in onore dell'infinita misericordia con cui Egli ci ha amati e redenti.
Il Vangelo di oggi si armonizza molto bene con il tema della Misericordia. Il brano dell'evangelista Giovanni riporta infatti l'apparizione di Gesù agli Apostoli avvenuta «la sera di quel giorno» (Gv 20,19), il giorno della Risurrezione. In quell'apparizione, Gesù istituì il sacramento della Riconciliazione.
Apparendo agli Apostoli, Gesù, dopo aver alitato su di loro, disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23). Con queste parole, Gesù ha dato alla Chiesa il potere di rimettere i peccati.
A santa Faustina, Gesù fece una meravigliosa promessa. Egli volle che in questa domenica si parlasse della Divina Misericordia e disse: «Chi si accosterà alla sorgente della vita – ovvero alla Confessione e alla Comunione – questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene». Poi continuò dicendo: «L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. Oh quanto mi ferisce la diffidenza di un'anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella Mia bontà».
In questa domenica siamo chiamati anche noi a glorificare l'infinita misericordia di Dio. Accostiamoci con fiducia al Sacramento del suo perdono, fondando il nostro proposito di non peccare più non sulle nostre forze, che sono molto piccole, ma sul suo santo aiuto, come recitiamo nell'"Atto di dolore".
Per fare una buona Confessione c'è bisogno di cinque cose: un buon esame di coscienza dall'ultima Confessione ben fatta; un'accusa sincera dei peccati, senza tacere volutamente nulla; un vivo dolore per le colpe commesse; un fermo proposito di non commetterle più; l'adempimento della penitenza imposta dal sacerdote. Chiediamo la grazia di pentirci con tutto il nostro cuore e di confessarci sempre bene. È questa la grazia più grande che è come la base per un cammino spirituale che ci porterà molto in alto.
Nella vita della beata Angela da Foligno si racconta un particolare molto importante. La Beata, quando era giovane, ebbe la sventura di confessarsi male per diversi anni, tacendo volutamente per vergogna alcuni peccati. A distanza di tempo, ella trovò la forza di "vuotare il sacco" e di dire tutto al sacerdote. Fu quello il tempo di un "nuovo inizio" che la portò ai vertici dell'esperienza mistica. Tutto iniziò con una Confessione ben fatta. Glorifichiamo anche noi l'infinita misericordia di Dio confessandoci sempre bene e sinceramente.
Nel Vangelo di oggi c'è un altro particolare che è di grande insegnamento: l'atto di fede dell'apostolo san Tommaso. Inizialmente, egli non volle credere alla testimonianza dei Discepoli che avevano incontrato Gesù Risorto; ma, in seguito, vide l'umanità gloriosa di Cristo Risorto e credette nella sua divinità, esclamando: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28).
Un atto di fede simile lo facciamo anche noi ogni volta che partecipiamo all'Eucaristia. Ogni volta che vediamo l'Ostia consacrata, noi non vediamo l'umanità di Gesù e neppure la sua divinità, eppure noi riconosciamo in quell'Ostia Gesù, vero Dio e vero uomo. Quando, durante la Messa, il sacerdote eleva l'Ostia Santa, e quando preghiamo davanti al Tabernacolo, è una cosa molto bella ripetere l'atto di fede di Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Ripetiamolo spesso e crediamo senza esitare che quello che vediamo non è pane e vino, ma è Gesù vivo e vero.
A san Tommaso apostolo ravveduto, Gesù poi disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20,29). Tommaso vide l'umanità di Gesù e credette alla sua divinità; noi non vediamo nulla e, perciò, siamo beati, come ha affermato il Signore.
Volendo ora sintetizzare il contenuto del Vangelo di oggi, possiamo adoperare due parole: Confessione e Comunione. Esse costituiscono la «fonte della vita» di cui parlava Gesù a santa Faustina. Accostiamoci con fiducia a questa fonte per attingervi la vita in abbondanza. La Madonna, Madre dell'Eucaristia, ci ispiri sempre una grande fiducia nell'infinita misericordia di Dio.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15/04/2012)

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