BastaBugie n�277 del 28 dicembre 2012

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1 IL PIANO SEGRETO PER FAR DIVENTARE L'EUROPA COME L'UNIONE SOVIETICA
Intervista a Vladimir Bukovskij: ''La prima fase è già in atto''
Autore: Alessandra Nucci - Fonte: Radici cristiane
2 ENZO BIANCHI ESALTA COME MARTIRE CHI SI SUICIDA PER PROTESTA
La replica del cardinale Renato Raffaele Martino e di Vittorio Messori al saccente priore della Comunità di Bose
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
3 IL SIGNIFICATO DEI REGALI DI NATALE
Il regalo a Natale significa che Gesù si è fatto uomo per ciascuno di noi e ci vuole salvare: anche te e me
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Il Timone
4 COSA SUCCEDERA' FRA DIECI ANNI CON L'INTRODUZIONE DEL MATRIMONIO GAY? L'ESEMPIO DEL CANADA
Pessime conseguenze sui diritti umani, sulla libertà di educazione, sulla libertà religiosa, sull'opinione pubblica e sul matrimonio tra uomo e donna
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi
5 NEL 2013 IL PARLAMENTO REGALERA' 10 MILIONI A RADIO MARIA... SCHERZO: LI REGALERA', COME SEMPRE, A RADIO RADICALE!
Con l'approvazione della Legge di stabilità (ex legge finanziaria), come succede ininterrottamente dal 1990, il parlamento regalerà 10 milioni di euro a Pannella (e sono tutti d'accordo...)
Autore: Danilo Quinto - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
6 CI SALVERANNO LE VECCHIE ZIE
L'ultimo libro di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Corrispondenza Romana
7 LUTERO ERA ANTISEMITA (E MOLTO ALTRO...)
Lutero auspicava la distruzione di tutte le sinagoghe e delle stesse case private degli ebrei ed infatti Hitler fece ristampare le sue opere chiamandolo ''Propheta Germaniae''
Autore: Angela Pellicciari - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: LA TRISTEZZA DELLE RECITE NATALIZIE CHE SI DIMENTICANO DEL FESTEGGIATO...
Sondaggio tra i lettori di BastaBugie sulle recite scolastiche politicamente corrette dei loro figli
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA - ANNO C - (Lc 2,41-52)
Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?
Fonte: Il Settimanale di Padre Pio
10 OMELIA MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO - ANNO C - (Lc 2,16-21)
Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore
Autore: Padre Settimio M. Manelli - Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - IL PIANO SEGRETO PER FAR DIVENTARE L'EUROPA COME L'UNIONE SOVIETICA
Intervista a Vladimir Bukovskij: ''La prima fase è già in atto''
Autore: Alessandra Nucci - Fonte: Radici cristiane, dicembre 2012 (n.80)

Vladimir Bukovskij, 70, è uno dei più noti ex-prigionieri politici dell'ex-Unione Sovietica. In totale trascorse dodici anni di internamento, tra prigioni, campi di lavoro e ospedali psichiatrici, prima di essere espulso e scambiato con il prigioniero cileno Luis Corvalan nel 1976. Da allora vive a Cambridge e ha preso la cittadinanza britannica.
Nel 2007, assieme a Pavel Stroilov, ha scritto URSS-EURSS ovvero il complotto dei rossi e Eurss. Unione Europea delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Ed. Spirali) in cui ricostruisce, sulla base di documenti copiati dagli archivi sovietici nel 1992, i piani per trasformare la Comunità Europea in un'Unione di repubbliche socialiste in tutto identiche all'ex-Unione Sovietica.
Radici Cristiane lo ha interpellato per conoscere il suo parere sugli sviluppi attuali.
MISTER BUKOVSKIJY, È ALMENO DAL 2000 CHE LEI SOSTIENE CHE L'UNIONE EUROPEA È LA COPIA CONFORME DELL'UNIONE SOVIETICA. GLI ASPETTI IN COMUNE DA LEI EVIDENZIATI PARTONO DALL'IMPALCATURA STESSA DELLA NUOVA EUROPA: UN'UNIONE DI REPUBBLICHE DALL'IMPIANTO SOCIALISTA, RETTA DA UNA MANCIATA DI PERSONE NON ELETTE, CHE FANNO PROMESSE TIPICAMENTE BOLSCEVICHE - UGUAGLIANZA, EQUITÀ E GIUSTIZIA - E NON RICONOSCONO LE NAZIONI MA SOLO I CITTADINI DI UN POPOLO NUOVO, CON "EUROPEO" AL POSTO DI "SOVIETICO". IN COMUNE, INOLTRE, LE DUE UNIONI AVREBBERO LA CORRUZIONE TIPICA DI UNA REPUBBLICA SOCIALISTA, UNA CORRUZIONE ORGANIZZATA DALL'ALTO, L'AGGRESSIVITÀ VERSO L'ESTERNO E ADDIRITTURA I GULAG ALL'INTERNO. A TANTI ANNI DI DISTANZA, GLI EVENTI LE STANNO DANDO RAGIONE?
Ha dimenticato la somiglianza nel modo di iniziare. Come fu creata l'URSS? Certo, con la forza militare, ma anche costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura economicamente. Quindi ci siamo.
Ma siamo ancora agli inizi, alla prima fase. La meta finale di tutte le unioni che si sono costruite finora non si esaurisce con la sottomissione al controllo di Bruxelles, ma va oltre. Quello a cui si punta è l'edificazione di un unico Stato, sotto un unico governo mondiale, con un'unica legge, un'unica pensione.... Le crisi finanziarie servono a spingere in questa direzione.
L'IMPOVERIMENTO GENERALE DUNQUE SAREBBE VOLUTO?
È il concetto stesso di "unione" a togliere flessibilità all'economia. Un'unica economia rende impossibile i continui aggiustamenti necessari per favorire gli scambi.
Non dimentichiamo che anche l'Unione Sovietica andò in bancarotta. Certo, eravamo molto più avanti sulla strada dell'integrazione verso un unico Stato: non solo la moneta unica, ma anche un unico popolo. E l'URSS, a differenza dell'Europa, aveva risorse enormi, per cui ogni volta che si trovava sull'orlo del fallimento, scopriva nuove risorse: petrolio, diamanti, oro... È questo che li ha fatti andai Altrimenti sarebbero falliti non negli anni Ottanta ma già degli anni Trenta.
HA DETTO CHE LA CRISI È STATA LA PRIMA FASE. E LA SECONDA?
Col tempo si passa alla sfiducia che può portare all'ostilità è la prossima fase. Gli esempi abbondano, basti pensare alla Yugoslavia, all'URSS... Paesi costretti a convivere sotto lo stesso tetto. Io stesso sono cresciuto sotto una bandiera federale. Ma è una pentola a pressione che prima o poi scoppia.
È PER QUESTO CHE STANNO PIANO PIANO UNIFICANDO LE FORZE MILITARI?
Si tratta sempre della costruzione dello Stato unico. Unico governo, unico presidente, unica politica. Le difficoltà economiche aiutano a ridurre la sovranità, perché la gente è più disposta ad accettare e obbedire. Voi in Italia non a caso avete un Primo Ministro non eletto
USANO L'ECONOMIA PER SCHIACCIARE LO STATO NAZIONALE? A ME PARE CHE LA USINO PER SCHIACCIARE LA GENTE.
La gente la manipolano per evitare che si opponga alle novità politiche, che devono, al contrario, apparire loro come l'unica speranza.
DUNQUE A BRUXELLES SONO TUTTI SOCIALISTI?
È socialista il progetto. Non conosco personalmente queste persone, ma la maggior parte di loro è di sinistra, più o meno estrema. Favoriscono cioè soluzioni stataliste e la regolamentazione di tutto. E parlano tutti come nel libro di Lenin Lo Stato e la rivoluzione, che spiega come morirà lo Stato nazionale. Le sue parole sono che «appassirà fino a sparire». Dal canto loro, i conservatori mantengono la curiosa idea che il progetto si possa cambiare dall'interno. Il PPE non oppone resistenza, e cercare di influenzarlo dall'interno diventa una buona scusa per non fare nulla.
ALLORA SI TROVA IN LENIN LA MATRICE DI QUELLO CHE STIAMO VIVENDO?
Il sogno dei socialisti, il Program Maximum, è sempre stato di eliminare la proprietà privata, la famiglia e lo Stato nazionale. Con la proprietà privata non ci sono riusciti, ma continuano sulla via della distruzione della famiglia e della nazione. Il piano fallito all'Est è stato trasferito ad Ovest; gli europei e Mosca hanno lavorato insieme per attuare la "convergenza" della "casa comune europea" Prima del 1985 la sinistra si opponeva alla Comunità Europea perché diceva che aiutava i padroni, gli industriali, i capitalisti, e lasciava soli i lavoratori. Dopo hanno fatto dietrofront.
DA NOI SOCIALISTA È UN TERMINE ASSAI DIVERSO DA COMUNISTA. LEI SEMBRA APPLICARLO AL PARADIGMA SOVIETICO COME SINONIMO DI COMUNISTA.
No, il socialismo è la forma meno violenta e graduale del comunismo, ed è socialista il progetto di Unione Europea, che nasce a Maastricht nel 1992. L'intento era quello di salvare il socialismo in Europa dopo il crollo del Muro di Berlino e la prevedibile bancarotta dello stato sociale anche in Occidente. Le spese sociali stavano crescendo e non c'era modo di contrastarle o fermarle.
Si possono dare benefit alla gente ma non si possono togliere senza alienarsi una parte enorme della popolazione, perché non ti rieleggeranno. Così quando i leader di sinistra si sono resi conto che stavano andando in rosso e che le loro innovazioni socialiste in Europa sarebbero andate gambe all'aria, decisero di creare questa amministrazione di non eletti, che non potesse essere mandato a casa.
UN'AMMINISTRAZIONE CHE PERÒ ESISTEVA GIÀ!
Prima di Maastricht non c'era nessuna Unione Europea. C'era un mercato comune, creato per facilitare i commerci, il movimento di capitale. È per questo che nessuno ha avuto da ridire per tanto tempo. Ma a metà anni Ottanta, invece di una comunità economica decisero di mettere su uno Stato. Prima di Maastricht non hanno mai detto Unione, dicevano comunità. E pubblicamente non ne parlavano.
FRA LE SUE PREVISIONI PER L'UE-URSS C'ERA ANCHE IL GULAG. CONFERMA?
Purtroppo sì. L'UE li sta creando lentamente. Il politicamente corretto che viene imposto non con la persuasione ma con la repressione. In Gran Bretagna appena il mese scorso hanno incarcerato per linguaggio di odio, "hate speech", un diciannovenne che aveva scritto qualcosa di offensivo su Twitter riguardo a un calciatore dalla pelle nera. È stato condannato a un mese e mezzo di prigione.
Siccome non protesta nessuno, gradualmente allargheranno la rete e alla fine ci ritroveremo il gulag. E ricordiamoci che alla polizia europea è concessa l'immunità, una cosa che non era garantita neanche al Kgb!
BARACK OBAMA NON FA PARTE DI TUTTO QUESTO ?
Per adesso gli americani non percepiscono l'Unione Europea, non vedono dove è diretta. Ma in America c'è un apposito progetto parallelo, quello dell'Unione americana. Se il processo includerà gli Stati Uniti d'America, che speranza ci rimane di fermare questo governo mondiale? Fallirà, perché è troppo grosso da gestire. È impossibile governare un'entità così enorme. E guardate che la resistenza più diffusa non è aperta, è passiva. Sabotaggio.
SULL'ALTRA SPONDA RIMANE PUTIN. SO CHE LEI NE HA UN'OPINIONE DEL TUTTO NEGATIVA, MA I TEMPI CAMBIANO E I SUOI FORTI LEGAMI CON LA CHIESA ORTODOSSA HANNO FATTO SÌ CHE QUALCHE SETTIMANA FA LA RUSSIA SI SIA UNITA ALLA MAGGIORANZA DELLE ALTRE NAZIONI PER CONTRAPPORSI AGLI STATI UNITI E ALLE NAZIONI DELL'EUROPA OCCIDENTALI IN TEMA DI ABORTO. COSÌ, E NON DA ADESSO, LA RUSSIA È UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LE CHIESE ORTODOSSE E ANCHE PER LA CHIESA CATTOLICA.
Se è per questo, lo stesso vale per i musulmani, che su questi temi fanno fronte comune in sede ONU con la Chiesa, ma in obbedienza alla loro stessa religione. Ciò non fa di loro dei "buoni" perché al di fuori di questo argomento, si contrappongono a noi come dei nemici. È uno dei paradossi di questo mondo.

Fonte: Radici cristiane, dicembre 2012 (n.80)

2 - ENZO BIANCHI ESALTA COME MARTIRE CHI SI SUICIDA PER PROTESTA
La replica del cardinale Renato Raffaele Martino e di Vittorio Messori al saccente priore della Comunità di Bose
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 18/12/2012

«Uccidersi per protesta a volte è giusto». Così titolava domenica 16 dicembre La Stampa un lungo articolo a firma di Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, dedicato al fenomeno delle autoimmolazioni di giovani tibetani per protesta contro l'oppressione del regime cinese. La sintesi operata nel titolo rende pienamente ragione del contenuto dell'articolo che, anzi, in diversi punti ha affermazioni ancora più gravi. Per Bianchi infatti, il monaco tibetano che si dà fuoco è un «martire» che «compie un'offerta libera e totale per la salvezza di tutti: non mira unicamente alla propria rinascita, ma al rinnovamento del mondo». «Vale la pena – diceva ancora Bianchi – di lasciarci interrogare da questi monaci disposti a consumare la propria vita tra le fiamme come incenso», ricordando che i monaci suicidi «con la loro vita e la loro morte vogliono affermare la grandezza di una religione e di una cultura che non accetta di piegarsi al male».
Parole pesanti, scritte con la solita arte della doppiezza di cui Bianchi è maestro, ovvero lasciando intendere un messaggio eterodosso, ma stando sempre attento a non fare affermazioni che confermino l'impressione. Così ad esempio fa un ritratto dei monaci suicidi che ricorda chiaramente il sacrificio di Gesù, ma negando che voglia «tracciare un parallelo con il servo sofferente di cui parla il libro di Isaia, con l'atteggiamento di Gesù di fronte ai suoi persecutori o con i martiri cristiani».
Ieri, sempre dalle colonne de La Stampa, intervistati da Andrea Tornielli, hanno replicato a Bianchi sia il cardinale Renato Raffaele Martino, già presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e Osservatore permanente alle Nazioni Unite, che Vittorio Messori. Martino ha spiegato che «per noi cristiani è inconcepibile il suicidio. Anche se questo darsi la morte può avere fini nobili. Il Catechismo della Chiesa cattolica insegna che il suicidio contraddice la naturale inclinazione dell'essere umano a conservare la propria vita ed è contrario all'amore del Dio vivente. Se è commesso per servire da esempio (cosa sostenuta da Bianchi per dare ancora più valore al gesto, ndr), si carica anche della gravità dello scandalo». Questo dovrebbe almeno chiarire ai cattolici così infatuati del buddhismo al punto da presentarlo – come lascia intendere Bianchi - come la realizzazione del cristianesimo, che si tratta in realtà di un pensiero e di una pratica antitetica a quella cattolica.
Peraltro, pur con tutta la solidarietà che si può dare al popolo tibetano per le sofferenze inflittegli dal regime comunista cinese, è giusto ricordare – come fa Messori – «che fino al 1950 (anno dell'annessione da parte della Cina, ndr) il Tibet era la più dura delle teocrazie sacrali. Il Dalai Lama aveva i suoi feudatari, che erano i lama: possedevano tutta la terra, avevano potere di vita e di morte. Ogni famiglia era obbligata a mandare almeno un figlio in monastero, con conseguenze a dir poco spiacevoli in caso di disobbedienza. Insomma, il Tibet prima del dominio cinese non era certo un modello per i diritti umani». Il che dovrebbe anche chiarire che l'indipendenza dalla Cina che giustamente il Tibet rivendica, non ha molto a che vedere con la libertà come la intendiamo in Occidente.
Ma l'uscita di Enzo Bianchi sui monaci tibetani non è un episodio isolato che si possa attribuire magari a una errata comprensione del mondo buddhista. In realtà la passione del priore di Bose per i suicidi – che lui definisce martiri – è decisamente antica: 7 maggio 1998, in Pakistan il vescovo cattolico di Faisalabad, John Joseph, si spara un colpo di pistola alla testa davanti al Tribunale della sua città. Motivo: la condanna a morte di un laico della sua diocesi in applicazione della famigerata Legge sulla blasfemia. Per l'episcopato pachistano e per la Santa Sede è una situazione imbarazzante, un fatto senza precedenti, all'inizio si pensa – e si spera – che sia un omicidio mascherato, poi la realtà non lascia scampo: si è proprio suicidato.
L'Osservatore Romano esprime questo imbarazzo dedicando solo un breve necrologio al vescovo, ma sulla prima pagina di Avvenire campeggia un commento di Enzo Bianchi che saluta il nuovo martire e definisce il tragico evento come «una modalità rarissima nel martirio cristiano».
Dunque, siamo di fronte a una vera e propria affermazione estranea alla dottrina cattolica, che viene spacciata da Bianchi per suprema testimonianza di fede. La questione è che Enzo Bianchi – come del resto già La Bussola Quotidiana ha documentato – continua a portare confusione tra i cattolici, peraltro con l'avallo di numerosi vescovi che lo invitano adoranti nelle loro diocesi a tenere conferenze ed esercizi spirituali. E con il silenzio di chi, in materia di dottrina, dovrebbe pur dire una parola chiara. Bianchi, in fondo, può anche dire quello che vuole, ma se poi tanti cattolici si perdono seguendolo buona parte della responsabilità ce l'ha chi nella Chiesa non esercita l'autorità per indicare la strada giusta.

DOSSIER "ENZO BIANCHI"
L'eretico priore di Bose

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Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 18/12/2012

3 - IL SIGNIFICATO DEI REGALI DI NATALE
Il regalo a Natale significa che Gesù si è fatto uomo per ciascuno di noi e ci vuole salvare: anche te e me
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Il Timone, dicembre 2012 (n. 118)

A casa nostra il 26 dicembre di solito i bambini annunciano con un certo allarme che "mancano solo 364 giorni al prossimo Natale!", e bisogna cominciare prepararsi. La povera madre, alle prese con pranzi e cene festivi nonché con la ricerca di un posto nelle camerette dove sistemare i nuovi regali, e l'immancabile frenetica caccia a una vite di pistola giocattolo o di altro oggetto smarrito rigorosamente non superiore ai cinque millimetri di lunghezza (caccia che richiederà lo svuotamento di vari bidoni della spazzatura, differenziata e non), avrà la forte tentazione di sedare gli eccessivi entusiasmi infantili con una bella predica che esalti un Natale sobrio e misurato, " il prossimo anno solo libri e regali utili!" (considerati dai miei figli una vera iattura, una lesione dei diritti fondamentali dell'infanzia). La predica, comunque, viene di solito trattenuta in gola, nella certezza che un anno è lungo e che ci sarà modo di riprendersi dalla fatica.
È vero, a volte a Natale ci si ritrova coinvolti in un meccanismo non del tutto scelto consapevolmente, con la corsa finale a lanciarsi sotto la saracinesca dell'ultimo negozio del quartiere rimasto aperto, quando, alle 19,29 del 24 si apprende con orrore che la vicina di casa sta passando a "fare gli auguri" – nome in codice dell'operazione regalo inatteso – mentre le calze per andare a cena dalla zia sono bucate, e non  si ritrovano i pacchetti per i cugini (nascosti troppo bene due mesi prima), e non si è ancora avuto tempo di recitare le ultime preghiere, magari quelle dell'ultimo giorno della novena (per fortuna la strada verso casa della zia è lunga). Nonostante questo, pur rimanendo il buon proposito di migliorare un po' l'organizzazione, o anche, volendo, di emigrare in un angolo di pianeta dove i negozi abbiano dei parcheggi (vivo a Roma ma non vado nei centri commerciali) e dove per percorrere in macchina tre chilometri in città nel mese di dicembre non serva portarsi i viveri e il sacco a pelo per trascorrere la notte al semaforo, nonostante tutto questo, dicevo, credo che la fatica e l'impegno spesi per festeggiare il Natale siano spesi bene.
Certo, inevitabilmente finisce che parte delle energie vengano destinate a pratiche e consuetudini che abbiamo in comune con i non credenti, ma proprio qui noi dobbiamo segnare la nostra differenza, sforzandoci di dare a ogni gesto il senso vero che deve avere per noi, alla luce di Dio.
Il regalo alla vicina, anche se magari ci ritroviamo a farlo solo per convenzione sociale, perché non si può non fare, possiamo sempre rivestirlo del significato vero, magari con un biglietto scritto con un po' di cura, o con un gesto, con una parola, con un abbraccio, qualcosa che dica: questo regalo significa che Gesù si è fatto uomo anche per te, e ti vuole salvare. Viene a chiamarti e a bussare alla porta del tuo cuore.
Con mio marito non abbiamo mai fatto, né ricevuto, regali esagerati ai nostri figli, né tra di noi né ad altre persone, e certo mi disturba vedere l'eccesso di certe vetrine, o sentire di bambini sommersi di cose, o di vacanze in luoghi esotici dove magari non c'è neanche una chiesa per la messa di Natale. Il centro della festa, al di là di tutti i preparativi, è la messa, è chiaro, e a partire da quella noi organizziamo tutti gli impegni dei giorni di festa, tanto che abbiamo finito per modificare l'usanza che c'era in una parte della famiglia, di distribuire i regali la tarda sera della vigilia: alle undici salutiamo tutti e ci avviamo verso la messa con i bambini.
Detto questo, non concordo neanche con chi vuole un Natale del tutto spoglio, senza regali, senza troppe luci e feste e cene. Il senso di tutto è che Gesù ha deciso di farsi uomo, e di prendere tutta la natura umana (tranne il peccato) e di salvarla. Gesù quindi ha redento tutto di noi, anche lo stare insieme e anche i regali, e la festa e i regali dicono proprio questo: la morte non avrà l'ultima parola, Dio si è fatto uomo, la vita umana è redenta, siamo pazzi di gioia e festeggiamo perché sappiamo in chi è riposta la nostra speranza.
Ricondurre tutto al senso, dunque, deve essere l'obiettivo, non cambiare le abitudini, dando per assodato che tra il lettori del Timone non ci sia chi festeggi con regali spropositati, chi dimentichi di fare un regalo a chi ha davvero bisogno, chi parta per luoghi esotici perdendo la messa. Per il resto, regali ragionevoli e feste anche con chi non crede vanno vissuti con il cuore ben fisso al senso ultimo. Anzi, proprio trascorrere il tempo con parenti e persone che non si vedono spesso può essere un'occasione per dire una parola o fare qualcosa che avvicini a Gesù chi si è dimenticato che è lui il vero festeggiato. Chissà, magari si può cercare di raschiare via una vecchia ruggine tra due membri della famiglia, o ricordarsi di invitare quello che non viene mai invitato, e anche fargli un piccolo regalo proprio sapendo di non riceverne niente in cambio.
Per entrare nel cuore della festa con il cuore pieno di grazia (ci sono momenti di frenesia festaiola e organizzativa in cui è facile perderla, la grazia...) la Chiesa ci ricorda di disporci a questo incontro con il mistero che irrompe nella nostra storia con il tempo di avvento.
Per celebrarlo noi in casa prepariamo la corona dell'avvento, intrecciando foglie verdi intorno a quattro candele che accenderemo una per settimana, raccogliendoci intorno alla luce che aumenta ogni domenica, dando la misura del tempo che ci avvicina al grande giorno (c'è un'ampia tolleranza, a casa mia, nei confronti della mia scarsa abilità manuale, per cui si fa tutti finta di non vedere che verso il 15 dicembre, complici anche le pallonate ricevute, la corona sia lì un po' di sghimbescio e un po' spelacchiata, ma resiste fino alla fine).
Il primo di dicembre poi tiro fuori anche il nostro speciale calendario dell'avvento, una cordicella a cui sono appese 24 mollette, una per giorno. Ogni molletta ha un foglietto nel quale scrivo dove sono nascoste quattro caramelle, una per figlio, e invito i destinatari del dolcetto a scrivere un altro foglietto da sostituire a quello della caccia al tesoro delle caramelle: il nuovo foglietto avrà un buon proposito, un fioretto fatto, una preghiera.
L'8 dicembre, poi, il giorno dell'Immacolata, si scrive la lettera a Gesù bambino, cercando con molta fatica materna di non limitarla a una lista della spesa, e si fa il presepe. Si tirano fuori le agognate scatole natalizie, si aggiungono le cose preparate negli ultimi giorni – il muschio, il legno -, e i piccoli nuovi acquisti, delle minuscole forme di formaggio per i pastori, una pecorella in sostituzione di quella zoppa...
Gli ultimi giorni poi c'è la novena di Natale in chiesa, per grandi e piccoli (ma confesso pubblicamente di non riuscire mai ad andare a quella del mattino, con gli scolari diligenti che escono di casa mezz'ora prima, essendo io una specie di cadavere al risveglio).
Per i grandi invece del calendario dell'avvento con i fioretti e le caramelle si potrebbe fare il proposito di dedicare, durante l'avvento, del tempo in più alla preghiera e alla parola di Dio, o magari alla lettura di qualche classico della spiritualità cristiana, così ricca e così poco conosciuta, e irrobustire qualche forma di sacrificio o digiuno compatibile con la propria situazione, perché la "scomodità" del corpo renda il cuore più accogliente per Colui che viene (senza contare che i piatti di Natale, dopo, ci sembreranno ancora più buoni, persino se cucinati da me).

DOSSIER "NATALE"
Le verità dimenticate sulla nascita di Gesù

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Fonte: Il Timone, dicembre 2012 (n. 118)

4 - COSA SUCCEDERA' FRA DIECI ANNI CON L'INTRODUZIONE DEL MATRIMONIO GAY? L'ESEMPIO DEL CANADA
Pessime conseguenze sui diritti umani, sulla libertà di educazione, sulla libertà religiosa, sull'opinione pubblica e sul matrimonio tra uomo e donna
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi, 21/11/2012

«Cosa vuoi che cambi?»; «vogliono vivere così? Sia pure, non mi tocca». Sono alcune delle risposte, più o meno istintive, di fronte alla possibile introduzione del matrimonio omosessuale nelle democrazie occidentali. A spiegare perché, prima di giungere a conclusioni affrettate, sarebbe meglio approfondire l'argomento è Bradley Miller, professore alla Princeton University e alla Western University dell'Ontario.

DISCRIMINAZIONE AL CONTRARIO
Con un articolo pubblicato sul sito dell'istituto di ricerca Witherspoon di Princeton, il professore prende ad esempio il Canada, dove il matrimonio omosessuale è stato accettato dieci anni fa, per descrivere l'impatto che ha sui diritti umani, sulla libertà di educazione, sulla libertà religiosa, sull'opinione pubblica e sul matrimonio tra uomo e donna. Fatte salve le differenze fra i paesi, «l'esperienza canadese rende evidente l'impatto di breve periodo del matrimonio omosessuale in una società simile a quella americana», afferma Miller. Il professore, spiegando che in Canada il matrimonio omosessuale è considerato dalla legge alla pari di quello naturale, racconta che ora «chiunque si discosta dalla nuova ortodossia è considerato persona animata da fanatismo e ostilità nei confronti di chi ha tendenze omosessuali». Insomma, in nome dell'uguaglianza si è giunti all'opposto: «Chi pensa che una cosa vale l'altra è accettato, chi solo crede diversamente è discriminato».

MULTE E PROCESSI
Miller esemplifica parlando dei ministri civili e di quando alcune istituzioni provinciali hanno negato il diritto all'obiezione di coscienza a molti di loro, chiedendone le dimissioni perché non volevano celebrare matrimoni omosessuali. Violando la loro libertà di coscienza il governo ha multato anche i Cavalieri di Colombo, la più grande organizzazione cattolica di volontariato, quando non ha affittato la propria struttura per il ricevimento di nozze di due omosessuali. Violando sia la libertà religiosa sia quella di espressione, la commissione dei diritti umani ha poi indagato e processato diverse persone, inclusi i sacerdoti, solo per aver spiegato come mai il matrimonio eterosessuale fosse da loro ritenuto alla base dello sviluppo della società. «Alcuni – continua Miller – hanno dovuto pagare multe profumate, hanno dovuto scusarsi e promettere di non parlare più di questo tema». Oltre ai cittadini normali, «perseguiti anche solo per aver espresso perplessità inviando lettere ai giornali, sono stati presi di mira anche i ministri di piccole congregazioni cristiane». Mentre «un vescovo cattolico è stato denunciato due volte per alcune opinioni espresse in una lettera pastorale sulla famiglia».
Il professore fa notare i costi finanziari di chi ha potuto rispondere alle querele. Si tratta di «centinaia di migliaia di dollari di spese legali non rimborsabili, in casi che richiedono anni per essere risolti. Mentre una persona con poche risorse economiche, che ha destato l'attenzione della commissione dei diritti umani, non ha speranze di difendersi: questa non può fare altro che accettare il richiamo della commissione, pagare la multa e poi osservare la direttiva per rimanere per sempre in silenzio».

CONTRO INSEGNANTI E GENITORI
Ad essere particolarmente a rischio di provvedimenti disciplinari sono gli insegnanti, «i quali se solo pronunciano una frase sul matrimonio omosessuale, anche fuori dalle ore di lezione, sono accusati di contribuire a formare un ambiente ostile agli alunni con tendenze omosessuali». Peggiore la situazione dei genitori: «La riforma dei curriculum nega ai genitori di esercitare il loro storico diritto di veto su processi educativi discutibili. I nuovi curriculum sono permeati da riferimenti positivi al matrimonio omosessuale, non solo in una disciplina ma in tutte. Di fronte a questa strategia di diffusione, l'unica difesa dei genitori è quella di rimuovere i propri bambini dal sistema della scuola pubblica», perché «i tribunali sono ostili alle obiezioni delle famiglie».
Il professore sottolinea come tutto sia partito da misure anti-bullismo e anti-discriminatorie, per sfociare «in una lesione delle famiglie che non ha nulla di diverso dall'indottrinamento dei bambini, dando un significato al matrimonio che è fondamentalmente diverso da quello che i genitori pensano sia il migliore per il bene dei loro figli (…) sin da piccoli si insegna loro che la logica fondamentale del matrimonio non è altro che la soddisfazione del desiderio mutevole di compagnia di un adulto».

LO STATO ENTRA IN CASA
Peggio, perché lo Stato è arrivato a dettare legge anche in casa altrui, negando di fatto uno spazio di libertà anche fuori dalla scuola pubblica. Miller prende ad esempio quel tipo di leggi che usano due pesi e due misure, obbligando le scuole cattoliche ad accettare al loro interno club per i diritti omosessuali, «mentre proibisce alle scuole pubbliche di affittare spazi a organizzazioni che non concordano sul codice di comportamento richiesto dalla nuova ortodossia».
Ora, poi, i sostenitori della poligamia in Canada esultano, perché con l'introduzione del matrimonio omosessuale «non ci sono più le basi giuridiche per negare la poligamia», che «non è ancora legale, ma è tollerata senza che siano stati avanzati impedimenti legali ad essa». Infine, i dati sui matrimoni in calo dicono che quello omosessuale, al contrario di quanto si argomentava per introdurlo, non ha rinforzato la cultura matrimoniale.
Miller conclude quindi che, anche se non ci sono dati sui divorzi, si «è allargata l'accettazione di un modello di unione instabile, basata sul desiderio mutevole di compagnia». Se questi sono gli effetti di breve periodo della legalizzazione del matrimonio omosessuale, si può solo immaginare quali siano i costi antropologici di più lungo raggio purtroppo solo in parte visibili.

Fonte: Tempi, 21/11/2012

5 - NEL 2013 IL PARLAMENTO REGALERA' 10 MILIONI A RADIO MARIA... SCHERZO: LI REGALERA', COME SEMPRE, A RADIO RADICALE!
Con l'approvazione della Legge di stabilità (ex legge finanziaria), come succede ininterrottamente dal 1990, il parlamento regalerà 10 milioni di euro a Pannella (e sono tutti d'accordo...)
Autore: Danilo Quinto - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 14/12/2012

Le leggi, si sa, sono simili ad una selva oscura. E' il caso anche della cosiddetta Legge di stabilità (ex legge finanziaria), di cui tanto si sta discutendo in questi giorni, che è piena di rinvii ad altre norme, in modo tale che chi la legge non capisca nulla. Dice, ad esempio, il comma 16 dell'art. 8 (Finanziamento di esigenze indifferibili): "Per le finalità di cui all'art. 2, co. 3, del decreto legge 30 dicembre 2009, n.194 convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2010 n.25, è  autorizza la spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2013".
Si può pensare che l'esigenza indifferibile riguardi, ad esempio, la bonifica di uno dei tanti siti a rischio idrogeologico o la costruzione di nuove scuole o interventi a favore delle famiglie o la dotazione per gli organici di pubblica sicurezza. Niente di tutto questo. L'esigenza indifferibile – lo chiarisce la Relazione illustrativa alla legge di stabilità – riguarda la possibilità che anche per il 2013 la Radio di Marco Pannella e Emma Bonino riceva dallo Stato 10 milioni di euro per la proroga della convenzione con il Centro di produzione, che è la Società per Azioni che per conto della Lista Pannella è proprietaria di Radio Radicale.
Zitti zitti, quatti quatti, i radicali ce l'hanno fatta anche per il prossimo anno, quindi. Non è stata necessaria, questa volta, la mobilitazione bipartisan della maggioranza assoluta dei parlamentari, com'è accaduto un anno fa, quando perfino una moltitudine di parlamentari cattolici - da Pierluigi Castagnetti a Giuseppe Fioroni; da Mario Baccini a Laura Bianconi; da Marco Follini a Maria Pia Garavaglia; da Luigi Bobba a Renato Farina; da Gianfranco Rotondi a Savino Pezzotta; da Gero Grassi a Franco Marini, da Enrico Gasbarra a Eugenia Roccella – sottoscrissero un appello perché fosse prorogata la convenzione.
Questa volta, l'elargizione di denaro pubblico a favore dell'organo d'informazione di quel soggetto politico che rappresenta la quintessenza dell'ideologia anti-umana, è avvenuta de plano, per così dire, nel silenzio generale. Manca l'atto finale, che ci sarà il 17 dicembre, con l'approvazione del testo da parte del Senato – ora si stanno discutendo in Commissione i 1.500 emendamenti presentati - ma è assai poco probabile che questa norma, inserita nel testo del Governo, sia cancellata.
Tutto questo è accaduto nonostante lo stralcio della norma che riguardava Radio Radicale, già inserita nel testo originario del Governo, da parte del Senato: "non per questioni di merito", ebbe a dire il Presidente della Commissione Bilancio, per non farsi nemici i radicali, "ma per questioni di opportunità, legate al profilo della legge finanziaria". Nello spazio di qualche giorno, le questioni di opportunità, come d'incanto, sono venute meno e la norma è stata reintrodotta. Del resto, anche l'anno scorso, il Governo Monti provvide ai fabbisogni della Radio di Pannella – in due tranche, prima 3 milioni di euro con la legge di stabilità, poi 7 milioni di euro con il decreto Milleporoghe - che gode, in aggiunta, dei fondi dell'editoria, in quanto organo della Lista Pannella: ogni anno, oltre 4 milioni di euro.
La legge che riconosce le imprese radiofoniche private che abbiano svolto attività di informazione di interesse generale venne approvata nel 1990. Furono così erogati per la prima volta a Radio Radicale i primi 10 miliardi di derivazione pubblica. Nello stesso anno venne approvata la legge Mammì, che attribuiva alla Rai-Tv il compito di trasmettere le sedute parlamentari, ma questa disposizione restò lettera morta. Da quella data, Radio Radicale non volle più inseguire finanziamenti una tantum, preferendo adottare una strategia più conveniente e redditizia: la convenzione con lo Stato per la trasmissione delle sedute parlamentari. La ottenne.
Quando il Governo Prodi, nel 1997, sembrava non volesse più rinnovarla e la Rai-Tv si accinse a creare la propria rete radiofonica, Pannella scatenò il fior fiore delll'ampia e autorevole rete di coloro che sostengono sempre e comunque i radicali: senatori a vita e presidenti emeriti della Corte Costituzionale, decantarono i grandi meriti dell'emittente e chiesero al Governo di considerare decaduta la disposizione della legge Mammì, di prorogarla per altri 3 anni e di affidarla in occasione del rinnovo successivo tramite una gara. Venne così approvata la legge 11 luglio 1998, n. 224, che confermava lo strumento della convenzione da stipulare a seguito di gara – che non è mai stata né indetta né tanto meno espletata - ma nelle more rinnovava la convenzione per un ulteriore triennio. La legge manteneva l'obbligo per la Rai-Tv di trasmettere le sedute parlamentari tramite Gr Parlamento, impedendole però di ampliare la rete radiofonica fino all'entrata in vigore della legge di riforma generale del sistema delle comunicazioni.
Nel 2001, 2004 – governo Berlusconi – e 2006 – governo Prodi – la convenzione con Radio Radicale venne rinnovata ogni volta all'interno delle disposizioni della legge più importante dello Stato: finanziaria!
Nell'agosto 2008 – governo Berlusconi – Radio Radicale fu l'unica emittente esclusa dal ridimensionamento dei fondi pubblici per l'editoria, in quanto impresa radiofonica privata che ha svolto attività di interesse generale ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 230.
Ancora il Governo Berlusconi, il 30 dicembre 2009, provvide a rinnovare la convenzione: la durata venne ridotta da 3 a 2 anni, con le ire di Pannella, che affermò che 20 milioni di euro non erano sufficienti per programmare il futuro della sua impresa e con un piccolo sconto: l'importo passò da 10 milioni di euro a 9,9 milioni di euro l'anno.
«I radicali non contano nulla; i soldi pubblici glieli diamo per far divertire Pannella». Lo dice il senatore Quagliariello, che insieme all'altro deputato del PDL, Francesco Paolo Sisto, qualche settimana fa ha accolto a Bari fraternamente Pannella, impegnato in un dibattito organizzato dall'associazione Capitane Coraggiose. Il leader radicale è stato definito un eroe della libertà. Sarà per questa ragione, oltre che per la necessità di farlo divertire, che tutti i Governi degli ultimi vent'anni hanno elargito denaro pubblico a Pannella. Ora lo fa Mario Monti, che con Emma Bonino ha un feeling particolare: sono stati per alcuni anni insieme membri della Commissione europea. "Monti è una persona straordinaria", dice la Bonino, che insieme a Pannella, durante l'ultimo anno non ha speso una sola critica nei confronti del Presidente del Consiglio. I risultati di tanto bon ton, si sono visti.

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 14/12/2012

6 - CI SALVERANNO LE VECCHIE ZIE
L'ultimo libro di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Corrispondenza Romana, 28/11/2012

Taluni associano la difesa della Chiesa, della sua dottrina e della sua divina Tradizione ad uno spirito chiuso, serioso, bacchettone e antiquato. Non v'è crediamo smentita più flagrante di tale opinione che la già ricca produzione dell'avvincente duo Gnocchi-Palmaro, entrambi valentissimi apologeti cattolici, che dopo molte opere a dir poco esilaranti, ma anche profonde, hanno appena pubblicato un ennesimo saggio di battaglia, pur farcito con ironia e sagacia (cfr. Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro, Ci salveranno le vecchie zie. Una certa idea della Tradizione, Fede & Cultura, Verona 2012, pp. 180, € 15).
Oggi la crisi economico-sociale ha in qualche modo generalizzato e perfino banalizzato il concetto di crisi, in realtà estendibile a cose ben più importanti e serie che l'economia, la finanza e lo spread: viviamo, almeno da mezzo secolo, una crisi di fede inaudita e apparentemente insuperabile; una crisi epocale della famiglia e di tutti quei "valori non negoziabili" su cui deve necessariamente fondarsi ogni società e ogni Stato secondo giustizia.
In questo contesto, in cui perfino larga parte del clero e del mondo politico cattolico sembra prendere lucciole per lanterne, chi ci salverà?
«Ci salveranno le vecchie zie. Oppure i vecchi preti e i vecchi sindaci di Guareschi, i vecchi maestri di Peguy, il vecchio uomo comune di Chesterton, i vecchi hobbit di Tolkien... Insomma, ci salverà qualcuno che venga da un mondo immune dall'infezione propagata dalla modernità e del suo cadavere putrescente che va sotto il nome di postmodernità. Qualcuno che non ha bisogno di perdere tempo spiegando che cosa sia la Tradizione per il semplice fatto che la vive sino nelle pieghe minuziose della sua vita quotidiana» (p. 5). Insomma i due noti giornalisti lombardi mostrano e confutano, come al loro solito (cf. Catholic Pride, Io speriamo che resto cattolico, la Bella addormentata, etc.), le mille aberrazioni della fanta-teologia progressista, nominando esplicitamente le gravi deviazioni teologiche del cardinal Martini (requiescat in pace), del priore di Bose, di mons. Tonino Bello, di Vito Mancuso e degli altri pseudo profeti del nulla. «Il panorama attuale è simile a quello immediatamente successivo a una catastrofe nucleare» (p. 17). Ma tutto questo senza saccenteria o pedanteria, e collocandosi volontariamente dalla parte del cattolico comune, a volte confuso certo, ma più spesso ingannato senza sua colpa da pastori che non pascolano affatto...
In questo libretto poi, i due autori hanno qua e là delle sante bordate anche contro certi "tradizionalisti" che si auto-incensano come gli auto-nominati Custodi della verità, non senza «disprezzare coloro che hanno compiuto solo il primo passo sulla strada giusta» (p. 18). Certo non bisogna cedere in nulla nei principi, come insegnano Palmaro e Gnocchi in tutto il loro pregevole saggio, ma gli uomini non sono principi, sono uomini e come tali vanno presi: senza compiacenza per i loro errori, ma con cuore e pietà per le loro debolezze, oggi derivanti in larga parte dal caos generalizzato più che da cattiva volontà.
In fondo le "vecchie zie" a cui Gnocchi-Palmaro affidano il compito di risollevare una Chiesa desolata e quasi ferita a morte, sono le persone semplici e come tali fedeli, semplicemente, alla Tradizione e al Vangelo tutto intero. Ma già da subito, in attesa del ricambio generazionale, tutti i "giovani nipoti" quali noi siamo, dobbiamo formarci a quello spirito di lotta e di martirio che è lo spirito puro e vergine che brilla nella vita del Maestro, dei Santi e dei nostri tantissimi Padri nella fede.

Fonte: Corrispondenza Romana, 28/11/2012

7 - LUTERO ERA ANTISEMITA (E MOLTO ALTRO...)
Lutero auspicava la distruzione di tutte le sinagoghe e delle stesse case private degli ebrei ed infatti Hitler fece ristampare le sue opere chiamandolo ''Propheta Germaniae''
Autore: Angela Pellicciari - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 01/12/12

L'Italia politica nasce centocinquanta anni fa partorita da un pugno di protestanti e liberal-massoni alleati delle grandi potenze protestanti e liberal-massoniche. Da allora di Lutero, in Italia, non si fa che parlar bene. Padre della modernità e dello spirito di libertà sempre osteggiato da Roma, si dice. In effetti è all'origine delle dinamiche che sono all'origine del risorgimento.
Ma chi era Lutero? Se si parte dagli scritti il suo pensiero pieno di contraddizioni violente e insanabili. Con conseguenze drammatiche.
Qualche esempio: in nome della libertà, libertà da Roma, dal Magistero, dal Papa, dalla gerarchia, Lutero consegna la vita della Chiesa alla "santa" volontà dei principi. La libertas ecclesiae è annullata per volere di un monaco che riporta l'orologio della storia indietro di millecinquecento anni quando ancora non esisteva la distinzione fra Cesare e Dio.
Libertà? Sì, e assoluta, ma solo per i prìncipi. Quando i cavalieri e i contadini (cioè il popolo) ne pretenderanno un po' anche per loro, sarà guerra e guerra spietata. Benedetta e incoraggiata dall'uomo di Dio, all'origine di un assolutismo allora sconosciuto in Europa, diretto antenato della statolatria moderna.
Libertà? Lutero nega che la volontà umana sia libera. La vita dell'uomo dipende dalla lotta che Dio e Satana combattono per aggiudicarsi la sua anima. Dio crea gli uomini per mandarli o all'inferno o al paradiso senza che questi possano minimamente incidere sulla loro sorte: doppia predestinazione. Le opere non contano perché, essendo la volontà schiava, le persone non sono responsabili delle proprie azioni. Fra le opere impossibili da compiere ci sono i voti monastici che Lutero nega alla radice: se ci impegnassimo per sempre, per tutta la vita, che fine farebbe la nostra libertà? Seguendo questa logica (radicalmente contrastante con le premesse) i voti, tutt'al più, potrebbero essere emessi pro tempore: fino a quando saremo in grado di osservarli.
Siamo di fronte ad uno dei passaggi costitutivi della modernità: quello che dalla libertà della volontà porta alla libertà sganciata dalla verità. Al libero desiderio. Lutero apre la strada a quel relativismo affettivo-sentimentale che rende l'uomo schiavo della volubilità delle passioni. Con lui finiscono le scelte fatte per sempre. Nella buona e nella cattiva sorte. Scelte assolute che poggiano sul comandamento divino di essere santi perché Lui è santo. Che poggiano sull'onnipotenza dell'amore di Gesù, figlio di Dio incarnato, unita alla libertà della nostra volontà.
La libertà tratteggiata da Lutero si coniuga con l'odio: per Roma, per il Papa e per gli ebrei. Nel testo Su gli Ebrei e le loro menzogne Lutero auspica la distruzione di tutte le sinagoghe e delle stesse case private degli ebrei. Che lavorino! "Sia imposta – scrive - la fatica ai Giudei giovani e robusti, uomini e donne, affinché si guadagnino il pane col sudore della fronte". Non fa meraviglia che nel 1936 sia Hitler a ristampare il testo scritto nel 1543 dal padre spirituale della Germania, apostrofato con gli appellativi di Hercules Germanicus e Propheta Germaniae.
Quanto al papa e a Roma il fatto che continuino ad esistere nonostante il monaco rivoluzionario li abbia scomunicati con tutte le sue forze è, per Lutero, un'ossessione. Un'ossessione insopportabile. Abolito il culto cattolico, distrutte le immagini ritenute idolatriche della devozione a Maria e ai santi, Lutero compone, fa incidere da Lucas Cranagh il Vecchio, e diffonde a tappeto, immagini blasfeme, immonde, su Roma, sui monaci e sul papato. Immagini che faranno scuola ai rivoluzionari francesi. Di queste immagini si è persa la memoria. All'inizio del Novecento due gesuiti le hanno con fatica riportate alla luce, poi più nulla.
Grazie a Dio il flagello luterano è rimasto al di là delle Alpi. Perlomeno fino a metà dell'Ottocento.

Nota: Angela Pellicciari è autrice di "Martin Lutero" (edizioni Cantagalli 2012, pp. 174, 12,90 Euro), un volume che riporta in appendice la ristampa di alcune immagini blasfeme diffuse da Lutero.

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 01/12/12

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: LA TRISTEZZA DELLE RECITE NATALIZIE CHE SI DIMENTICANO DEL FESTEGGIATO...
Sondaggio tra i lettori di BastaBugie sulle recite scolastiche politicamente corrette dei loro figli
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 22/12/2012

Cari amici di BastaBugie,
ho cinque figli, io e mia moglie li abbiamo mandati tutti alle elementari una bellissima scuola gestita da suore molto giovani e anche molto in gamba. Ovviamente tutte le recite sono state sempre incentrate sulla nascita di Gesù, con contorno di Re Magi, Giuseppi, Marie e angioletti vari. Tutto sempre molto bello e molto curato. Naturalmente abbiamo molti amici che invece hanno mandato i figli alle scuole pubbliche, dove anche lì, naturalmente, c'è la recita di Natale. Solo che non è incentrata sulla nascita di Gesù, perché non sia mai che offenda le minoranze e via di questo genere. La scuola statale è laica, per carità e tale deve rimanere.
Allora che si fa in una scuola pubblica per festeggiare il Natale, cioè fino a prova contraria la nascita di Gesù che entra nella storia? A questo punto mi piacerebbe lasciare che rispondano i genitori. Io sto facendo infatti una mia piccola indagine personale in cui mi sto sbellicando dalle risate nel vedere quali acrobazie si riescono a compiere pur di festeggiare il Natale senza nominare il festeggiato e senza alcun riferimento religioso. A fronte di alcune eccezioni in cui - con molto coraggio - si festeggia esplicitamente il Natale come Dio comanda, le altre esibizioni sono a dir poco esilaranti. Sarebbe bello poter allargare il terreno di indagine ai lettori di BastaBugie, pensate che possa essere possibile? Poi alla fine potreste pubblicare un articolo con le migliori performance...
Cari saluti e tanti auguri di un Santo Natale!
Alberto

Caro Alberto,
innanzitutto complimenti per i cinque figli.
Roberto Benigni ha esaltato la nostra splendida (?) costituzione... Chissà qual è la vostra esperienza riguardo all'articolo 31: "La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose". Ovviamente chi esalta la costituzione italiana e magari la ritiene la più bella del mondo si dimentica di citare gli articoli scomodi e mai applicati.
Anche l'articolo 29 è sempre meno citato a proposito: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio". Dire "riconosce" vuol dire che la famiglia precede lo Stato che, quindi, si può limitare solo a riconoscere. Non può stabilire diversamente in quanto ciò è già stabilito dal diritto naturale che vale per ogni uomo di ogni tempo di ogni cultura. E il diritto naturale prevede che la famiglia sia soltanto quella fondata sul matrimonio. Senza matrimonio non c'è famiglia, con tanti saluti per le convivenze (etero o omo che siano). Ma di tutto questo non si può parlare ed anzi il buon (?) D'Alema, che una volta affermò che la costituzione prevede solo il matrimonio tra un uomo e una donna, fu costretto dalla lobby gay a ritirare la sua affermazione. In quella occasione abbiamo anche pubblicato il video dell'intervista al malcapitato D'Alema.
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1947
Per venire alle recite natalizie, prima ancora che una questione religiosa o culturale mi pare che sia in primo luogo una questione di buon senso.
La tristezza in cui è avvolto il mondo è conseguenza del fatto che ci si è dimenticati Colui che portava la gioia. Ecco quindi l'ovvia conseguenza.
Abbiamo pubblicato volentieri la tua mail perché ci piace la tua idea di raccogliere le esperienze dei nostri lettori per poi pubblicarle nel nostro sito.
Cari lettori, inviateci entro una settimana i vostri racconti. Ne sceglieremo alcuni, per cui indicateci se volete che sia pubblicato anche il vostro nome e la città dalla quale ci scrivete.
Per inviarci una mail, cliccate qui sotto:
https://www.bastabugie.it/it/contatti.php?pagina=contatti&nome=intro
Attendiamo i vostri racconti e nel frattempo vi auguriamo un Santo Natale.

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Redazione di BastaBugie, 22/12/2012

9 - OMELIA FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA - ANNO C - (Lc 2,41-52)
Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?
Fonte Il Settimanale di Padre Pio, (omelia per il 30/12/2012)

La prima domenica dopo Natale ricorre ogni anno la festa della Santa Famiglia di Nazareth. Una famiglia unica e irripetibile, formata da Giuseppe, Maria e Gesù. Maria e Giuseppe erano veri sposi anche se vissero il loro matrimonio verginalmente, non solo come fratello e sorella, ma come Angeli in Terra, e più ancora. E Gesù è il Figlio di Dio venuto su questa Terra per la nostra salvezza. La Famiglia di Nazareth offriva agli angeli del Paradiso lo spettacolo più bello; essa – come si espressero alcuni Santi – era come la Trinità terrestre. San Giuseppe faceva le veci del Padre, Gesù è lo stesso Figlio di Dio, Maria è il riflesso più puro dello Spirito Santo.
San Giuseppe, come la Chiesa da sempre ha insegnato, non è padre naturale di Gesù, ma, come si dice comunemente, il padre putativo, verginale, in quanto Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo. Tuttavia era indispensabile la presenza di san Giuseppe per fare in modo che il Figlio di Dio entrasse in questo mondo in modo ordinato, ovvero che avesse una famiglia umana dove vivere e crescere.
La famiglia è formata dallo sposo, la sposa (uomo e donna) e la prole. Tutto ciò che va contro questo piano di Dio è peccato e perversione.
San Giuseppe educò lo stesso Figlio di Dio! Già da questo comprendiamo la grandezza di questo Santo che tante volte dimentichiamo. Dalle sue labbra Gesù apprendeva la Volontà del Padre Celeste; obbedendo a lui, Egli compiva con certezza ciò che Dio Padre chiedeva. Il Figlio di Dio si affidò a san Giuseppe: sul suo esempio mettiamo la nostra vita nelle mani di questo grande Santo.
Maria, invece, è Madre naturale di Gesù. Da Lei, il Figlio di Dio ha preso la carne e il sangue, solo da Lei. Per tale motivo ci doveva essere una straordinaria somiglianza tra Gesù e la sua Madre Santissima. La vita di Maria a Nazareth, come pure quella di san Giuseppe, fu una continua adorazione. Essi avevano sempre sotto il loro sguardo Gesù; i loro occhi e i loro cuori non potevano distaccarsi da Lui.
La Santa Famiglia di Nazareth ci offre dei grandissimi insegnamenti per la nostra vita cristiana, per la vita delle nostre famiglie. Prima di tutto essa ci insegna a mettere al primo posto la Volontà di Dio. Solo compiendo l'adorabile Volontà del Padre Celeste potremo essere felici, su questa Terra e in Paradiso. Nemmeno il più piccolo peccato nella Santa Famiglia di Nazareth: tutto era santo! Sull'esempio di Gesù, Giuseppe e Maria, impariamo anche noi ad evitare il peccato, pensando che esso è la più grande disgrazia che si possa abbattere sulle nostre famiglie. Insegnava un Santo, ad esempio, che la bestemmia e il non andare a Messa la domenica, allontanano sempre di più la benedizione di Dio sulle nostre famiglie. E poi pensiamo ai peccati contro la vita, alla contraccezione, all'aborto: altro che santa famiglia!
Ripuliamo le nostre famiglie da tutte queste macchie che la rendono sempre più opaca. Chiediamo alla Madonna e a san Giuseppe di renderle un riflesso quanto più splendente della loro Santa Famiglia.
Un altro insegnamento riguarda la preghiera. Ricordiamolo sempre: una famiglia che prega insieme è una famiglia che rimane insieme, una famiglia benedetta da Dio. Un tempo, alla sera, le famiglie si radunavano attorno al focolare per la recita del Rosario. Oggi, purtroppo, non è più così e i risultati si vedono con evidenza: famiglie distrutte, separazioni e divorzi.
Ritorniamo alla preghiera e ritroveremo l'unità famigliare.

Fonte: Il Settimanale di Padre Pio, (omelia per il 30/12/2012)

10 - OMELIA MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO - ANNO C - (Lc 2,16-21)
Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore
Autore: Padre Settimio M. Manelli - Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 01/01/2013)

Un celebre passaggio della Esortazione Apostolica Marialis Cultus spiega l'importanza della festa odierna, alla luce della riforma liturgica post conciliare. Così scrive il papa Paolo VI: «Il tempo di Natale costituisce una prolungata memoria della maternità divina, verginale, salvifica, di colei la cui illibata verginità diede al mondo il Salvatore: infatti, nella solennità del Natale del Signore, la Chiesa, mentre adora il Salvatore, ne venera la Madre gloriosa; nella Epifania del Signore, mentre celebra la vocazione universale alla salvezza, contempla la Vergine come vera Sede della Sapienza e vera Madre del Re, la quale presenta all'adorazione dei Magi il Redentore di tutte le genti (cf. Mt 2,11); e nella Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (domenica fra l'ottava di Natale) riguarda con profonda riverenza la santa vita che conducono nella casa di Nazaret Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, Maria, sua Madre, e Giuseppe, uomo giusto (cf. Mt 1,19).
Nel ricomposto ordinamento del periodo natalizio Ci sembra che la comune attenzione debba essere rivolta alla ripristinata solennità di Maria Ss. Madre di Dio; essa, collocata secondo l'antico suggerimento della Liturgia romana al primo giorno di gennaio, è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e ad esaltare la singolare dignità che ne deriva per la Madre santa [...] per mezzo della quale abbiamo ricevuto [...] l'Autore della vita (dal Messale Romano, 1º gennaio, Ant. d'ingresso e Colletta); ed è, altresì, un'occasione propizia per rinnovare l'adorazione al neonato Principe della Pace, per riascoltare il lieto annuncio angelico (cf. Lc 2,14), per implorare da Dio, mediatrice la Regina della Pace, il dono supremo della pace. Per questo, nella felice coincidenza dell'Ottava di Natale con il giorno augurale del primo gennaio, abbiamo istituito la Giornata mondiale della pace, che raccoglie crescenti adesioni e matura già nel cuore di molti uomini frutti di Pace» (n. 5).
Il Vangelo di oggi ci presenta la Vergine Maria con suo Figlio in braccio. È l'immagine più raffigurata dagli artisti cristiani, sin dai primi tempi del Cristianesimo. Maria, come trono della Divina Sapienza, dona al mondo il Salvatore. Chi lo cerca, come i pastori o i magi, lo troverà in braccio a Lei, che lo porge alla contemplazione e all'adorazione di tutti.
Come ha scritto il Papa, la solennità di oggi vuol celebrare la parte attiva che Maria ha avuto nell'opera della nostra salvezza. Il suo è stato un ruolo unico, quale Madre di Dio, Mediatrice di Grazia e Corredentrice, unita e subordinata al Figlio di Dio e suo, Mediatore e Redentore del genere umano. San Paolo, nella Lettera ai Galati (4,4-7: II Lettura), afferma che Gesù «nacque da donna, nacque sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché avessimo l'adozione a figli». Maria è questa donna, grazie alla quale è iniziata la nostra salvezza, grazie alla quale abbiamo avuto la possibilità di diventare figli di Dio.
Oggi veneriamo Maria non solo come Madre di Dio, ma anche come Madre del Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa. Perciò essa ricorre a Lei con fiducia, per avere in dono la salvezza. Non solo, ma la prende come suo modello insuperabile nel cammino di fede e di santificazione.
Lo ha ricordato papa Benedetto XVI nella sua omelia del 1° gennaio 2006: «All'inizio di un nuovo anno, siamo come invitati a metterci alla sua scuola, a scuola della fedele discepola del Signore, per imparare da Lei ad accogliere nella fede e nella preghiera la salvezza che Dio vuole effondere su quanti confidano nel suo amore misericordioso».
E ancora, lo stesso Pontefice propone la Vergine come modello di contemplazione, adatto proprio all'inizio di un nuovo anno, da vivere nella ricerca del Bene supremo e della sua volontà: «"Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19). Il primo giorno dell'anno è posto sotto il segno di una donna, Maria. L'evangelista Luca la descrive come la Vergine silenziosa, in costante ascolto della parola eterna, che vive nella Parola di Dio. Maria serba nel suo cuore le parole che vengono da Dio e, congiungendole come in un mosaico, impara a comprenderle. Alla sua scuola vogliamo apprendere anche noi a diventare attenti e docili discepoli del Signore. Con il suo aiuto materno, desideriamo impegnarci a lavorare alacremente nel "cantiere" della pace, alla sequela di Cristo, Principe della Pace. Seguendo l'esempio della Vergine Santa, vogliamo lasciarci guidare sempre e solo da Gesù Cristo, che è lo stesso ieri, oggi e sempre! (cf. Eb 13,8)».

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 01/01/2013)

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