BastaBugie n�284 del 15 febbraio 2013

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1 LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI: TRE CERTEZZE DAVANTI ALLO SMARRIMENTO
La gratitudine per questo pontificato, la certezza che la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo e l'importanza della nostra preghiera
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
2 LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI: UN PASSO INDIETRO? NO, UN PASSO AVANTI
Nel cuore di ciascuno di noi almeno per un attimo c'è stata delusione, ma i criteri di giudizio solo umani devono lasciare il posto a quelli di ordine trascendente
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
3 LINCOLN NON VOLEVA ABOLIRE LA SCHIAVITU', ANZI... ERA RAZZISTA!
Il film di Spielberg falsifica la storia, infatti il presidente degli Stati Uniti dichiarò: ''Non miro a introdurre l'eguaglianza sociale e politica fra la razza bianca e la razza nera''
Autore: Isacco Tacconi - Fonte: Film Garantiti
4 SAPPIAMO GIA' CHI VINCERA' LE PROSSIME ELEZIONI
L'esito è deciso dalla triplice dittatura: relativista, finanziaria e mediatica (ecco un video del presidente di ''Io amo l'Italia'')
Autore: Magdi Cristiano Allam - Fonte: Il Giornale
5 ''FARE PER FERMARE IL DECLINO''? NO, GRAZIE!
La lista del liberale Oscar Giannino non farà nulla per fermare aborto, eutanasia e matrimonio gay (ecco invece un video dove Magdi Cristiano Allam difende i valori non negoziabili)
Autore: Isacco Tacconi - Fonte: Campari e de Maistre
6 DOPO L'OMOSESSUALITA', IL DSM STA PER RENDERE NORMALE ANCHE LA PEDOFILIA
La nuova edizione del manuale diagnostico più famoso del mondo è prevista per il maggio 2013 e sarà un ulteriore attacco alla natura umana
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
7 PROSTITUTE VOLONTARIE PER ''ASSISTENZA SESSUALE'' AI DISABILI
Si cerca di approvare anche in Italia un servizio che è già legale in Svizzera, Danimarca, Svezia e Germania (in Olanda è addirittura a carico dello Stato)
Autore: Danilo Quinto - Fonte: Corrispondenza Romana
8 MENDEL DAY: DOVEROSO RICORDO DEL MONACO, PADRE DELLA GENETICA
Amava la natura, il canto liturgico, la Bibbia, l'amore per gli altri... e gli esperimenti scientifici (ecco un video di Agnoli)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona
9 ''OMOFOBO'' E' L'INSULTO EQUIVALENTE A ''FASCISTA'' DEGLI ANNI SUCCESSIVI AL 1968
Chiamavano ''fascista'' chiunque fosse contrario alla mentalità dominante, oggi accade la stessa cosa: ad esempio chi si azzarda a dire che i bambini hanno diritto a un padre e a una madre viene subito coperto di insulti e dichiarato ''omofobo''
Autore: Marco Invernizzi - Fonte: Centro Cattolico di Documentazione
10 OMELIA I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C - (Lc 4,1-13)
Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI: TRE CERTEZZE DAVANTI ALLO SMARRIMENTO
La gratitudine per questo pontificato, la certezza che la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo e l'importanza della nostra preghiera
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 11-02-2013

È stata davvero una sorpresa per il momento in cui è arrivata. Anche alcuni dei suoi collaboratori più stretti erano all'oscuro di quanto Benedetto XVI avrebbe annunciato questa mattina, una notizia che ha sconvolto tutto il mondo cattolico. Ma non è esattamente un fulmine a ciel sereno perché della possibilità di sue dimissioni si parla da tempo, e nelle ultime settimane la voce in Vaticano si era fatta più insistente.
Si tratta di una decisione lungamente meditata, che Benedetto XVI teneva aperta come possibilità sin dalla sua elezione al soglio di Pietro. Già all'inizio del 2006, infatti, aveva chiesto un consulto a un gruppo ristretto di esperti a proposito della possibilità di dimissioni. Sebbene la procedura di dimissioni sia regolata dal Codice di diritto canonico, allora gli fu dato un parere negativo soprattutto pensando agli effetti sconvolgenti di un tale annuncio. E ancora, in alcune interviste, a domanda diretta non ha mai escluso la possibilità di dimissioni al verificarsi di certe condizioni.
Condizioni che evidentemente oggi Benedetto XVI ha ritenuto si siano verificate, e perciò «per il bene della Chiesa» sulla bilancia delle decisioni tali condizioni pesano più del disorientamento che tale notizia provoca tra i cattolici. Il Papa ha detto di non avere più le forze per «guidare con vigoria la barca di Pietro», che si trova a vivere un periodo che dire travagliato è poco, visti gli episodi anche eclatanti di disobbedienza al Magistero. E sicuramente ha pesato il fatto di vedere anche fra i suoi collaboratori atteggiamenti e scelte che le sue forze non gli permettevano di correggere.
Ma in questo momento di smarrimento, alcune certezze ci devono guidare.

1) GRATITUDINE PER QUESTO PONTIFICATO
Anzitutto la gratitudine per questo pontificato, che ha saputo parlare al cuore dei fedeli come nessuno aveva immaginato all'inizio. E testimonianza ne è l'afflusso senza precedenti alle catechesi del mercoledì. Nell'Angelus del 3 febbraio, parlando di Gesù che nella sinagoga di Nazareth con il discorso del "nessuno è profeta in patria" sfida la rabbia dei suoi concittadini, disse che il motivo dell'atteggiamento di Gesù sta nel fatto che non è venuto a cercare il consenso, ma a testimoniare la Verità. È una affermazione che ben definisce anche il pontificato di Benedetto XVI, e di questa testimonianza della Verità siamo grati, al punto che le dimissioni del Papa aumentano la nostra responsabilità personale nel fare lo stesso.

2) LA CHIESA È GUIDATA DALLO SPIRITO SANTO
Il secondo aspetto è la certezza che a guidare la Chiesa è lo Spirito Santo. Non è una astratta consolazione in momenti in cui dal punto di vista umano le cose sembrano andare male. È, e deve essere, la certezza concreta che nasce dall'esperienza: lo Spirito Santo guida davvero la Chiesa, e allora le dimissioni di Benedetto XVI e l'elezione di un nuovo Papa sono provvidenziali anche se a noi può sfuggire il Disegno che ci sta dietro. Solo questa certezza ci può dare una serenità di fondo anche in un momento di forte smarrimento come questo.

3) LA NOSTRA PREGHIERA PER IL PAPA
Infine, è più che mai necessaria la nostra preghiera: per il Papa, perché continui fedelmente il suo servizio alla Chiesa, seppur in forme diverse; per la Chiesa, che possa essere sempre guidata in accordo con la volontà di Dio; per noi stessi, per chiedere al Signore il dono della fede, che Benedetto XVI ha posto al cuore del dramma del mondo contemporaneo. La vera crisi – ci ha detto in questi anni – è una crisi di fede, ed è per questo che ha indetto un Anno della Fede, che stiamo vivendo proprio ora. E allora, il modo migliore per rendere grazie a Dio del dono di questo Papa, è desiderare con tutto noi stessi e chiedere a Dio la grazia di aumentarci la fede, la grazia della conversione.

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 11-02-2013

2 - LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI: UN PASSO INDIETRO? NO, UN PASSO AVANTI
Nel cuore di ciascuno di noi almeno per un attimo c'è stata delusione, ma i criteri di giudizio solo umani devono lasciare il posto a quelli di ordine trascendente
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 11-02-2013

Ogni parola del Papa, lo sappiamo bene, deve essere letta con attenzione, perché colui che parla e scrive è il Vicario di Cristo sulla Terra. Ma a maggior ragione quando lo scritto riguarda "una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa" quale quella presa da Benedetto XVI poche ore fa. Ogni riga e parola assume quindi un significato non solo giuridico, oppure programmatico o meramente biografico, bensì anche di ordine soprannaturale.
Leggiamo un passaggio dell'annuncio del Papa: "Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando". [...] Il Pontefice ha scelto questa seconda strada.
Da una parte quindi la sofferenza, sia fisica che soprattutto morale e spirituale. Quest'ultima non è difficile intuire che è nata nel cuore di Benedetto XVI dal constatare che la barca di Pietro è sempre più piena d'acqua anche perché molti suoi occupanti provocano nello scafo continue falle. Una sofferenza sopportata e vivificata dalla preghiera e offerta come strumento di santificazione per tutta la Chiesa.
Dall'altra le opere e le parole, cioè la vita attiva, l'evangelizzazione, la concretezza dei progetti pastorali, i discorsi, le lettere, le encicliche e molto altro che la sofferenza impedisce di portare a termine. Da una parte una candela che si consuma nel dare luce sino alla fine, dall'altra la scelta pragmatica non di arrendersi agli anni che passano ma di passare il testimone per il bene maggiore della Chiesa.
Dobbiamo essere sinceri: nel cuore di ciascuno di noi almeno per un attimo c'è stata delusione, mista a costernazione, come se ci fossimo sentiti traditi da una scelta che a pelle sentiamo di minor pregio (come non pensare agli apostoli increduli e scandalizzati di sapere il loro Maestro morto in croce?). "Rinuncia" è infatti il termine che più hanno in bocca i commentatori, una parola che sa di sconfitta. Il Papa ha gettato la spugna ed ha vinto il mondo, ci viene quasi da dire. Meglio ha fatto Giovanni Paolo II che ha lottato sino alla fine ed è rimasto al suo posto – quel posto a cui è stato chiamato da Dio - fino alla morte.
Ma quando si tratta del Vicario di Cristo e quando, come in questo caso, si tratta del teologo Joseph Aloisius Ratzinger, i criteri di giudizio solo umani devono lasciare il posto a quelli di ordine trascendente, evitando di cedere a facili riduzionismi. Qui non abbiamo l'amministratore delegato di Eni che ha lasciato il posto per motivi di salute. Qui stiamo parlando del successore di Pietro che deve condurre gli uomini verso la salvezza. È dal Cielo che occorre guardare tutta questa vicenda.
Allora dato che lo stesso Pontefice ha sottolineato il fatto che la sua decisione non assomiglia ad un'agevole scorciatoia ma esito di reiterati esami di coscienza fatti al cospetto di Dio ("dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio") dobbiamo nutrire la certezza che la sua decisione è quella che Dio stesso gli ha indicato. Il criterio che Benedetto XVI ha seguito è l'unico valido da seguire non solo per decisioni di questo calibro ma per qualsiasi decisione di qualsiasi Papa: il maggior bene della Chiesa.
Il martirio, il consumarsi sino allo stremo è via obbligatoria solo se Dio lo chiede perché in quella circostanza e per quella persona è la via più efficace per contribuire al bene della Chiesa. Ma parimenti il passaggio di testimone. Cosa serve ora alla Chiesa? La testimonianza della sofferenza o le opere compiute da chi non è ancora intaccato in modo sensibile nella propria vigoria fisica e interiore? Chi meglio del Papa può rispondere a questo interrogativo? E Benedetto XVI ha dato la risposta che Dio gli ha ispirato nel cuore. Allora in questa prospettiva la scelta del Papa è stata la via indicata dalla Provvidenza, non un passo indietro ma un passo avanti nel misterioso cammino dell'economia della salvezza.
Un pontificato vissuto come la Via Crucis di Gesù, se vogliamo, è più facile da interpretare, più alla nostra portata da decifrare, perché richiama immediatamente un atto eroico, una identificazione confortante e quasi plastica con il Crocefisso. La via dell'umile nascondimento – "un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore" si definì il Papa appena eletto – del riconoscimento che oggi la barca di Pietro ha bisogno di vigorosi rematori comporta per noi un maggior sforzo per quel muscolo spirituale che è la fede, proprio quella virtù teologale che il Papa ci ha chiesto di meditare e approfondire quest'anno.
In questo senso la decisione del Sommo Pontefice ci obbliga a privilegiare la prospettiva teologica – e Ratinger è teologo - ed in particolare quella escatologica orientata alla salvezza eterna, prospettiva più ardua da assumere. In quest'angolo di visuale ultramondano forse si nasconde anche l'indicazione che dobbiamo assegnare valore più che alla persona di Joseph Ratzinger al munus, all'ufficio di Pontefice che non muore mai perché passa da uomo a uomo, al di là delle contingenze, delle sofferenze e degli acciacchi. E dunque per paradosso la rinuncia di Benedetto XVI fa risplendere ancor di più l'importanza del ruolo di Pontefice, più che mettere l'accento sull'uomo che lo Spirito Santo ha scelto perché temporaneamente assuma questo altissimo incarico. Un ufficio che richiama quella frase della Bibbia piena di mistero: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedec».
La scelta di Benedetto XVI allora rimanda in modo trascendente alla perennità del ministero petrino, ministero che rimarrà fino alla fine dei tempi perché Cristo è eternamente vivo e dunque altrettanto vivo deve essere l'ufficio di Vicario. Ma nello stesso tempo la decisione del Papa ci fa riflettere sulla caducità dell'essere umano, lui sì stretto d'assedio da infiniti limiti.

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 11-02-2013

3 - LINCOLN NON VOLEVA ABOLIRE LA SCHIAVITU', ANZI... ERA RAZZISTA!
Il film di Spielberg falsifica la storia, infatti il presidente degli Stati Uniti dichiarò: ''Non miro a introdurre l'eguaglianza sociale e politica fra la razza bianca e la razza nera''
Autore: Isacco Tacconi - Fonte: Film Garantiti, 25 gennaio 2013

Quando si parla di eroi americani, bisogna stare sempre attenti a prendere con le pinze la veridicità di quello che si racconta, specie se a raccontarlo sono proprio gli americani. Anche nel caso del nuovo film di S. Spielberg, "Lincoln" il sedicesimo presidente degli Stati Confederati del Nord, ci siamo resi conto che non tutto è oro quel che brilla, e che forse bisognerebbe interrogare i fatti più che gli interpreti.
Sorvoliamo l'aspetto puramente cinematografico, un cast d'eccezione (Daniel Day-Lewis nei panni del presidente A. Lincoln, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader). La realizzazione, quando c'è di mezzo Spielberg, non bada a spese, ricostruzioni storiche e costumi impeccabili, e la recitazione ovviamente di grande spessore. Peccato però, che il contenuto raccontato nel film sia oltremodo di parte, estremamente celebrativo, e quando si tenta di mitizzare certe figure si scade spesso nella retorica. Bisogna sapere infatti che Lincoln, lungi dall'essere quel "liberatore" di schiavi neri, per i quali non esitò a scatenare una guerra fratricida, i "negri" non li sopportava proprio. Possiamo dirlo? E diciamolo! Lincoln era un vero e proprio razzista. Così parlò il 21 agosto 1858, prima della elezione alla Casa Bianca, prima della Guerra "civile", nel corso di un dibattito pubblico svoltosi a Ottawa, in Illinois : «Non miro affatto a introdurre l'eguaglianza sociale e politica fra la razza bianca e la razza nera. Fra le due vi è una differenza fisica che, a mio avviso, impedirà per sempre che esse vivano assieme in condizioni di eguaglianza perfetta; e nella misura in cui diviene una necessità [...], sono favorevole al ruolo di superiorità che deve svolgere la razza a cui appartengo. Non ho mai detto il contrario».
La guerra "civile"(?) americana infatti, non fu scatenata, come comunemente si crede, per la liberazione degli schiavi neri, bensì per ribaltare l'assetto della Costituzione federale, e stabilire se il Paese dovesse continuare a mantenere l'assetto politico-istituzionale-culturale originario, (dove c'era ancora libertà di espressione e di governo), oppure dar vita ad una rivoluzione in armi, come era avvenuta in Francia, sotto lo stendardo della liberazione degli schiavi, allo scopo di inglobare i ricchi e prosperi Stati confederati del sud.
D'altra parte come poteva essere rappresentato diversamente? Un film che narra le gesta di uno dei primi e più famosi presidenti Americani, che ha posto le basi per la nuova Confederazione degli Stati Uniti d'America, poteva forse mostrare le magagne e il volto razzista del presidente, laddove ora, alla Casa Bianca, si trova proprio un presidente afro-americano? Ovviamente no.
Se si leggessero i suoi scritti, ci si renderebbe conto che Lincoln non aveva intenzione alcuna di abolire la schiavitù, anzi, voleva i neri fuori dagli Usa. Affermò infatti in un'intervista di volerli rimandare in Africa, nel cosiddetto Stato di schiavi liberati, la Liberia appunto. Non solo. Una volta presidente, Lincoln firmò un contratto con un uomo di affari, tale Bernard Knock, allo scopo di fondare una colonia di "deportati" ad Haiti, ma gli andò male. Il 16 ottobre 1854 aveva detto: «L'intera nazione è interessata a fare di quei territori - riferendosi ai territori sottratti ai sudisti - il miglior uso possibile. Vogliamo che essi siano la casa dei bianchi liberi». E nel Discorso d'insediamento alla presidenza nel 1860 dichiarò: «Non ho alcuna intenzione, diretta o indiretta, d'interferire con l'istituzione della schiavitù negli Stati in cui essa esiste».
Ovviamente in tutto questo, i sudisti sono i cattivoni di turno. Ma anche qui i fatti sono stati ampiamente alterati ed enfatizzati. Nessuno infatti sa che i nativi americani e gli schiavi neri, negli stati del Sud, non se la passavano poi così male. Tanto che in questa guerra fratricida e pretestuosa, al fianco dei sudisti, e contro i presunti "liberatori" nordisti, scesero in campo persino battaglioni di soli effettivi ebrei, con tanto di rabbino al seguito. Ma anche plotoni di latinos, ossia di quei latino-americani che allora popolavano ampiamente il Texas, la California e la Florida, antiche colonie spagnole, nonché un reggimento a cavallo interamente di nativi cherokee. Per non parlare dei reparti militari costituiti esclusivamente da volontari neri.
Inutile dire che noi europei, più o meno consapevolmente, ci beviamo sempre le bufale d'oltreoceano, condite sempre bene, e impacchettate ancora meglio. Lincoln infatti è passato alla storia come il presidente che ha cambiato per sempre il corso degli eventi, e questo film è casualmente già in odore di Oscar (e sicuramente lo otterrà).
Concludiamo quindi con una citazione del nostro grande "padrino" Joseph de Maistre: "La storia è politica sperimentale", a significare che sulla scacchiera del passato si gioca il futuro dell'umanità. Se ci tenete quindi, potete anche andare al cinema a vedere Lincoln, ma andateci a stomaco vuoto: vi assicuro che è un polpettone di politica americana pesante assai.

Nota di BastaBugie: per vedere le schede dei film di cui si sconsiglia la visione, si può di consultare la sezione del sito Film Garantiti con l'elenco dei "film sconsigliati"
http://www.filmgarantiti.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=film_sconsigliati

Fonte: Film Garantiti, 25 gennaio 2013

4 - SAPPIAMO GIA' CHI VINCERA' LE PROSSIME ELEZIONI
L'esito è deciso dalla triplice dittatura: relativista, finanziaria e mediatica (ecco un video del presidente di ''Io amo l'Italia'')
Autore: Magdi Cristiano Allam - Fonte: Il Giornale, 04/02/2013

La legalizzazione del matrimonio omosessuale in Francia e in Gran Bretagna, una realtà già presente in Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio, Spagna, Portogallo, Islanda, che è stata accreditata dall'Unione Europa e dal Consiglio d'Europa, evidenzia che in questa Europa è prevalso il relativismo valoriale che scardina le fondamenta della costruzione sociale incentrata sulla famiglia naturale.
Non si tratta solo della violazione di un "valore non negoziabile", secondo l'espressione cara a Benedetto XVI, ma innanzitutto di un venir meno alla ragione e al legittimo amor proprio. L'Europa è in assoluto l'area del mondo che ha il più basso tasso di natalità e, purtroppo, l'Italia è tra i Paesi europei che ha il più basso tasso di natalità. Ebbene se noi – al fine di porre un argine a questo suicidio-omicidio demografico - usassimo la ragione e facessimo prevalere il sano amor proprio, dovremmo sostenere la centralità della famiglia naturale perché, piaccia o meno, è solo dall'unione tra un uomo e una donna che può generarsi la vita. Concretamente per favorire la natalità dovremmo sostenere la maternità, ciò che oggi si traduce nell'attribuzione di congrui sussidi per le madri che scelgono di dedicarsi a tempo pieno o anche parziale alla famiglia, ai figli e alla casa, riconoscendo la valenza economica del lavoro domestico. Proprio recentemente in Francia da un'inchiesta pubblicata dal Figaro emerge che il lavoro domestico corrisponde a circa il 33% del Pil (Prodotto Interno Lordo)!
Invece questa Europa relativista non solo non sostiene la famiglia naturale ma ha scelto di scardinarla dalle fondamenta sostenendo che la società non si basa più sul rapporto tra uomo e donna, ma che dobbiamo far riferimento a cinque parametri che corrispondono all'orientamento sessuale, dove l'essere eterosessuali, bisessuali, omosessuali, lesbiche e transessuali, deve essere considerato la piattaforma sociale a cui corrispondere assoluta parità sia per ciò che concerne il matrimonio sia per l'adozione dei figli. Ed è così che in quest'Europa relativista che rischia di scomparire sul piano demografico per quanto attiene alla popolazione autoctona, il matrimonio omosessuale viene indicato come l'apice di una civiltà i cui capisaldi sono la negazione della cultura della vita, ovvero la legalizzazione dell'aborto, dell'eugenetica e dell'eutanasia. Gli ideologi del relativismo demografico ritengono che il problema sia facilmente risolvibile spalancando le frontiere agli immigrati provenienti da Paesi che hanno un più alto tasso di natalità, operando in un contesto puramente quantitativo, a prescindere dalla dimensione qualitativa che concerne la condivisione o meno dei diritti fondamentali della persona, del rispetto delle regole fondanti della civile convivenza, della disponibilità a integrarsi per cooperare alla costruzione di un futuro migliore. Ecco perché se questi immigrati sono, ad esempio, i cinesi dediti all'invasione economica o gli islamici dediti all'invasione religiosa, il risultato sarà inesorabilmente il tracollo della civiltà europea in parallelo al declino della popolazione autoctona.
Tutto ciò dovrebbe essere considerato ragionevole e di buon senso. Ebbene se oggi non lo è, significa che abbiamo messo in soffitta la ragione e non ciò vogliamo più del bene, facendo prevalere un'imposizione ideologica ispirata al relativismo valoriale che nega la nozione stessa di verità e al buonismo che ci porta ad anteporre le istanze altrui anche a dispetto delle conseguenze negative per noi stessi. Ecco perché questo pregiudizio ideologico si configura come una dittatura relativista che, per un verso, è l'altro lato della dittatura finanziaria e, per l'altro, è supportato dalla dittatura mediatica. Anche la dittatura finanziaria fa venir meno la centralità della persona come depositaria di un valore intrinseco, della famiglia naturale e della comunità di uomini e donne liberi, sostituendoli con la centralità della moneta, delle banche e dei mercati. E né la dittatura relativista né la dittatura finanziaria potrebbero affermarsi senza il supporto della dittatura mediatica che, mistificando la realtà, ci propina una rappresentazione ideologica facendosi sembrare come l'apice della civiltà ciò che il fondo del baratro in cui siamo precipitati non avendo più la certezza di chi siamo, delle nostre radici, fede, valori, identità e regole.
L'epilogo di questa deriva è la dittatura in senso letterale, dove anche se siamo chiamati a partecipare al rito delle elezioni, sappiamo anticipatamente l'esito delle elezioni perché la triplice dittatura relativista, finanziaria e mediatica non consentono alcuna devianza rispetto al "nuovo ordine mondiale". Ciascuno di noi sarà libero di produrre e di consumare, di copulare con chi gli pare, di credere in Gesù o Allah a condizione di metterli sullo stesso piano, ma non potremo affermare la verità, credere nei valori non negoziabili e perseguire il bene comune.

Nota di BastaBugie: Ecco un video dove Magdi Cristiano Allam, ospite a SKY TG24, illustra il programma di "Io amo l'Italia" denunciando la sua esclusione dai principali programmi delle televisioni nazionali. Il video si intitola "Monti primo dittatore finanziario, ha tramutato l'Italia in un paese povero"

http://www.youtube.com/watch?v=o8kEHErg1WU

Fonte: Il Giornale, 04/02/2013

5 - ''FARE PER FERMARE IL DECLINO''? NO, GRAZIE!
La lista del liberale Oscar Giannino non farà nulla per fermare aborto, eutanasia e matrimonio gay (ecco invece un video dove Magdi Cristiano Allam difende i valori non negoziabili)
Autore: Isacco Tacconi - Fonte: Campari e de Maistre, 8 febbraio 2013

Il 7 febbraio a Terni, in Umbria, si è svolto uno dei numerosi incontri che il giornalista e aspirante premier Oscar Giannino, in vista delle imminenti elezioni, sta rivolgendo agli elettori su e giù per l'Italia.
La sua lista, "Fare per Fermare il Declino", è nata ufficialmente l'8 dicembre 2012, quindi in tempi recentissimi, ma da subito è stata accolta con un certo entusiasmo da quella parte degli italiani (cattolici ovviamente) che, spaesati nell'arcipelago politico attuale, non sanno realmente a chi votare, o a quale santo votarsi. Uno scenario ben descritto dalla metafora utilizzata da San Basilio, di una battaglia navale notturna su un mare in tempesta, «dove nessuno più conosce l'altro, ma tutti sono contro tutti».
La domanda oggi è la seguente: esiste davvero un partito politico che possa rappresentare i cattolici? [...] Oscar Giannino, neo-promessa incensurata della politica italiana, faccia pulita, un po' eccentrico per il vestire ma certamente di stile [...] è certamente accattivante per quanto riguarda la politica economica (tagli delle tasse, tagli alle spese pubbliche, incentivi alle imprese e ai lavoratori autonomi), ma andando oltre il discorso economico le sue idee non sono proprio rose e fiori. [...]
Insomma Giannino dice anche un sacco di cose interessanti riguardo alle ingerenze dello Stato onnipresente e strozzino, al cui confronto l'avaro principe Giovanni parrebbe un equo amministratore della cosa pubblica. Ma quando il sottoscritto lo va a pizzicare sui temi scottanti dei principi non negoziabili, sui quali nessuna lista e nessun partito vuole apertamente prendere posizione (sul sito di Fid e M5S, per esempio, non se ne trova traccia), il simpatico Giannino rivela la sua anima iper-liberale e fortemente relativista.
Alla domanda sull'eutanasia, l'astuto Giannino glissa abilmente ricordando la sua passata esperienza di malato di cancro, affermando che in merito "ha cambiato idea 2 volte in 3 anni, perché la scienza è andata avanti", anche se preferisce non sbilanciarsi. In realtà però subito dopo afferma di essere un forte promotore della libertà di coscienza, sia per i malati che per i parenti, nel caso il malato non possa esprimere la propria volontà. Definendo in maniera chiara che "lo Stato non può emettere norme, in materia di bioetica, universali e durature nel tempo: la libertà ai singoli". E questo, come direbbe Guzzanti nel ruolo di Quelo, "però è sbajato!": infatti, se lo Stato non legifera in maniera di bioetica, che cosa ci sta a fare? A reggere i conti soltanto? Evidentemente non ci siamo.
Lo stesso dicasi per ciò che concerne l'aborto, per il quale lascia intendere l'assioma suesposto "libertà per i singoli". Ma se andiamo ancora oltre, in materia di matrimoni omosessuali, Giannino fa un'affermazione che rivela due opzioni fondamentali: o la sua ignoranza in merito, o la cauta intenzione alla liberalizzazione anche in quest'ambito. Afferma, infatti, di non volere una "piena equiparazione giuridica, ma sì ai diritti di successione patrimoniale e ai diritti della tutela dei conviventi". Cosa già esistente e più che tutelata, come ha giustamente ricordato Ilaria Pisa in un recente post. Infine, per quanto riguarda le adozioni alle coppie omosessuali, egli ritiene, in maniera piuttosto contorta, che per un effettivo affidamento di figli occorrerebbe assicurare prima la stabilità dell'unione della coppia: in realtà si contraddice, poiché in tale materia lo Stato ci entra eccome! Dato che, almeno sulla carta, "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio." (art 29).
Insomma, cattolici, occhio a non cadere nell'inganno di un futuro politico ed economico roseo, nel miraggio di un ricambio della classe politica. Fumo negli occhi che cela una concezione politica e morale relativista e individualista. [...]

Nota di BastaBugie: Ecco un video dove Magdi Cristiano Allam, candidato presidente del consiglio per il partito "Io amo l'Italia", ospite a Uno Mattina del 06/02/2013, enuncia il suo pensiero contro il matrimonio omosessuale e a favore della famiglia naturale (contrariamente a quanto afferma il conduttore del programma di Rai Uno, il partito di Allam NON è apparentato con nessun'altro e si presenta da solo alle elezioni politiche del 2013)

http://www.youtube.com/watch?v=7INDZ0hesMU

Fonte: Campari e de Maistre, 8 febbraio 2013

6 - DOPO L'OMOSESSUALITA', IL DSM STA PER RENDERE NORMALE ANCHE LA PEDOFILIA
La nuova edizione del manuale diagnostico più famoso del mondo è prevista per il maggio 2013 e sarà un ulteriore attacco alla natura umana
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 05/02/2013

Finalmente ci siamo. Parliamo dell'uscita della nuova edizione del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) il manuale diagnostico più famoso del mondo, prevista per il maggio 2013.
La "bibbia" della psichiatria mondiale, considerata ecumenicamente un libro sacro anche per gli psicologi. Una "bibbia" che, a differenza di quella con la lettera maiuscola, non può essere soggetta al metodo storico-critico ma va interpretata letteralmente. Una "bibbia" che ha il potere di creare la realtà: un disturbo psichiatrico non esiste se non c'è nel DSM ("Non c'è nel DSM, quindi non è una malattia!"). Non importa se c'è il sospetto che alla base delle sue categorie diagnostiche ci sia l'industria farmaceutica statunitense (fate una ricerca su internet usando come parole chiave "big pharma" e "DSM"...) e non un serio lavoro scientifico. Non importa nemmeno se un manuale scientifico rinuncia all'oggettività per rifugiarsi nella "politicamente corretta" soggettività: fin dalla terza edizione, infatti, il DSM utilizza il termine "disease" (disturbo) al posto di "illness" (malattia).
Ciò che importa è solo ciò che dice questa "bibbia", non il perché o su che basi: se è scritto nel DSM è vero, punto e basta. Credo quindi che i lettori della Bussola saranno costretti a rivedere le loro opinioni sulla pedofilia, perché la nuova edizione del manuale diagnostico dell'American Psychiatric Association avrà trai suoi principali cambiamenti quello riguardante la pedofilia.
Proprio così. Per ora si sa solo che la pedofilia sarà ribattezzata in "disturbo pedofilo" ("Pedophilic Disorder"), ma sarebbe molto strano annunciare un cambiamento su un tema così scottante se questo cambiamento riguardasse solo il nome. I precedenti fanno purtroppo temere il peggio.
Già nel DSM IV (pubblicato nel 1994) la voce "pedofilia" fu modificata: rispetto alla definizione precedente, la pedofilia poteva essere diagnosticata solo se "Le fantasia, gli impulsi sessuali o i comportamenti causano disagio clinicamente significativo o compromissione dell'area sociale, lavorativa, o di altre importanti aree del funzionamento" (ovviamente del pedofilo, non del bambino). Insomma, la pedofilia (come l'omosessualità nel DSM III) veniva considerata un disturbo se egodistonica (cioè causa disagio al pedofilo); se invece è egosintonica (cioè il pedofilo non ha nessun problema con la sua pedofilia) era considerata clinicamente normale.
Questi criteri diagnostici suscitarono le veementi proteste di numerose associazioni di genitori, così nel DSM IV-TR (la versione attualmente in uso) questo criterio fu modificato come segue: "La persona ha agito sulla base di questi impulsi sessuali o gli impulsi o le fantasia sessuali causano considerevole disagio o difficoltà interpersonali". Insomma: gli atti pedofili sono un criterio diagnostico rilevante quanto la pedofilia egodistonica. Non è il massimo, ma è comunque qualcosa.
Comunque sia, è da molto tempo che, da Kinsey a Money in avanti, parecchi professionisti della salute mentale tentano disperatamente di cambiare la percezione della pedofilia nella società occidentale.
Nel 2011 alcuni perlamentari canadesi hanno proposto di modificare le leggi contro la pedofilia. Durante il dibattito sono stati chiamati due esperti: il dottor Vernon Quinsey, professore emerito di psicologia presso la Queen's University e il dottor Hubert Van Gijseghem, ex professore di psicologia presso l'Università di Montreal. Il dottor Van Gijseghem ha sostenuto che "la pedofilia è un orientamento sessuale" paragonabile all'eterosessualità e all'omosessualità. Tutto corretto. Peccato che ormai, con la locuzione "orientamento sessuale" si intende "variante naturale della sessualità umana". Infatti il dottor Van Gijseghem ha aggiunto che non è possibile modificare questo orientamento e il solo tentativo è una pazzia, come il tentativo di cambiare qualunque altro orientamento sessuale
Prepariamoci a già visti contorsionismi mentali per giustificare la decisione dell'APA: "Anche gli animali lo fanno, quindi è naturale"; "Lo facevano anche gli antichi Greci"; "Kinsey ha dimostrato che è normale".

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 05/02/2013

7 - PROSTITUTE VOLONTARIE PER ''ASSISTENZA SESSUALE'' AI DISABILI
Si cerca di approvare anche in Italia un servizio che è già legale in Svizzera, Danimarca, Svezia e Germania (in Olanda è addirittura a carico dello Stato)
Autore: Danilo Quinto - Fonte: Corrispondenza Romana, 06/02/2013

In Olanda, il servizio è a carico dello Stato. In altri paesi ‒ Svizzera, Danimarca, Svezia e Germania ‒ ci sono associazioni che si occupano di svolgerlo. In Italia, s'intende ora legalizzarlo attraverso una petizione che sta raccogliendo migliaia di firme su internet, con la quale si chiede l' "assistenza sessuale" per i disabili. Un invito a nozze per chi, come i radicali, vuole la legalizzazione e la regolamentazione della prostituzione, «per non essere indifferenti alle condizioni di vita dei sex workers», come chiamano le prostitute. «Meglio disciplinare orari e luoghi piuttosto che farceli imporre dal mercato nero e criminale», aggiungono.
La deputata radicale Farina Coscioni è d'accordo, anche se preferirebbe una legge per consentire al disabile di avvalersi dell'assistente sessuale. Dice: «Noi abbiamo allo studio una proposta di legge che affronta il tema e che prevede l'istituzione e la regolamentazione della figura dell'assistente sessuale per le disabilità di tipo fisico, psichico e intellettivo. Un servizio che ritengo vada inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Non è giusto che su un disabile gravi pure il costo di un aspetto che è naturale per l'essere umano».
La petizione on-line è stata lanciata da Max Ulivieri, web designer con una grave disabilità, che sostiene: «L'assistenza sessuale a persone con disabilità, che non prevede rapporti completi, è praticata da operatori volontari che hanno seguito dei corsi in ambito medico, sessuologico, etico e psicologico e che hanno sviluppato una grande sensibilità verso gli altri. Una terapia vera e propria rivolta al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l'altro, si trovano a non essere autonome nell'espressione dei propri bisogni di tipo sessuale e, in senso lato, erotico-affettivi. Persone che possono riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze, il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la presenza, l'affetto e l'umanità».
Tutto questo accade, perché abbiamo elevato il corpo a totem della nostra realtà umana. L'abbiamo separato dall'anima, senza considerare che corpo e anima sono un'unità irripetibile, perché identificano la persona umana nella sua unicità. Abbiamo disprezzato il nostro corpo, asservendolo alle categorie del desiderio, del piacere e del sesso. Di che cosa non ci si può privare? Solo del piacere corporale. Tutto il resto, non conta più nulla. Il piacere dell'anima, che unita al proprio corpo, connota l'esistenza umana, non interessa più a nessuno. Tutto è svilito, mercificato, al solo fine di soddisfare godimenti temporanei e illusori. Scrive San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi (4, 12-20): «Tutto mi è lecito! Sì, ma non tutto giova. Tutto mi è lecito!. Sì, ma non mi lascerò dominare da nulla. I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi! Dio però distruggerà questo e quelli. Il corpo non è per l'impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due – è detto – diventeranno una sola carne. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall'impurità! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all'impurità, pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!».

Fonte: Corrispondenza Romana, 06/02/2013

8 - MENDEL DAY: DOVEROSO RICORDO DEL MONACO, PADRE DELLA GENETICA
Amava la natura, il canto liturgico, la Bibbia, l'amore per gli altri... e gli esperimenti scientifici (ecco un video di Agnoli)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona, 06/02/2013

Eravamo nell'Ottocento. In quel secolo di illusioni si pesavano le urine e si misuravano arti e crani (convinti che il cervello espella pensieri come la milza secerne la bile), allo scopo di classificare, graduare gli esseri umani, "scientificamente". Si riteneva, da parte di molti, che la scienza umana avrebbe risolto tutto, compreso ogni cosa, realizzato un mondo futuro di uomini felici, perfetti, sani... Intanto si ponevano le basi per il razzismo "scientifico", anglosassone e nazista.
In quell'epoca, un intellettuale alla moda, Auguste Comte, propose di sostituire i santi, nel calendario, con gli scienziati. Oltre un secolo dopo, alla fine del Novecento, emuli tardivi di Comte, per lo più legati allo UAAR, hanno lanciato i Darwin day, una sorta di festa laica dello scientismo, scagliato contro i credenti. A costo di fare violenza su Darwin stesso, che fu certamente tentato dall'ateismo e dalla ribellione, ma che si definì sempre agnostico, spiegando in più occasioni che proprio lo studio della natura può portare o allontanare da Dio a seconda del punto di vista e delle esperienze personali. Ai Darwin Day, ultimamente, qualcuno ha proposto di contrapporre i Mendel day. Una giornata all'anno, cioè, per ricordare che la scienza sperimentale è uno dei tanti doni della grecità e del cristianesimo al mondo. Mendel, padre della genetica - come Spallanzani, "principe dei biologi"; come Copernico, pioniere dell'astronomia; come Stenone, padre della moderna geologia; come Leonardo Garzoni, pioniere del magnetismo; come Renè Just Haüy, padre della mineralogia e della cristallografia; come Lemaître, il teorico del Big bang...-era un sacerdote cattolico.
Era, inoltre, Mendel, un monaco come san Benedetto, padre dell'Europa; come Alcuino, "ministro dell'istruzione" di Carlo Magno; come Guido d'Arezzo, inventore del pentagramma musicale; come Padre Benedetto Castelli, padre dell'idraulica moderna... Come loro amava la natura, il canto liturgico, la Sacra Scrittura, e la carità cristiana. Tanto che quando ebbe a morire i giornali, poiché ancora non si era capito il suo contributo alla genetica, scrissero che era morto un bravo meteorologo e un "amico dei poveri". A questo riguardo Mendel era infatti responsabile del collegio dei sordomuti della sua città: mentre faceva il meteorologo e studiava la genetica, anche per aiutare concretamente i contadini della sua terra, proseguiva la tradizione monastica, da cui proveniva il padre dell'educazione dei sordomuti, il monaco spagnolo Pedro Ponce de Leon.
Mendel day, dunque, per ricordare che la genetica penetra l'intelligenza del Creatore posta nel creato; per rammentare che la vita non è cosa nostra, ma realtà che obbedisce a leggi e che nello stesso tempo sprofonda nel Mistero; per tornare ad uno sguardo, sulla natura e sull'uomo, religioso, cioè stupito, amorevole, estraneo ad ogni riduzionismo materialista. Dietro il genoma, infatti, c'è un mondo, e, soprattutto, una domanda: di Chi ci parla l' "intelligenza" della vita?

Nota di BastaBugie: invitiamo a prendere parte al "Mendel Day" che si terrà mercoledì 20 febbraio a Verona, dalle 16.00 alle 19.00. Per ulteriori informazioni vedere il seguente link
https://www.bastabugie.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=eventi
Tanti uomini di fede sono stati grandi scienziati. In questa puntata di "A proposito di... provocazioni dalla realtà quotidiana", a cura di Telepace Trento, Francesco Agnoli (autore di "Scienziati dunque credenti", ed. Cantagalli) illustra alcuni casi specifici

http://www.youtube.com/watch?v=jBaoRwlxTgk

Fonte: Libertà e Persona, 06/02/2013

9 - ''OMOFOBO'' E' L'INSULTO EQUIVALENTE A ''FASCISTA'' DEGLI ANNI SUCCESSIVI AL 1968
Chiamavano ''fascista'' chiunque fosse contrario alla mentalità dominante, oggi accade la stessa cosa: ad esempio chi si azzarda a dire che i bambini hanno diritto a un padre e a una madre viene subito coperto di insulti e dichiarato ''omofobo''
Autore: Marco Invernizzi - Fonte: Centro Cattolico di Documentazione, 30/01/2013

"Omofobo" è l'insulto equivalente a "fascista" degli anni successivi al 1968. Allora veniva qualificato come fascista chiunque fosse contrario al comunismo. Fascista era chi preferiva la femminilità al femminismo. Fascista era chi riteneva che l'autorità avesse un ruolo importante nella vita privata e pubblica e non sfociasse necessariamente in autoritarismo repressivo. Fascista, insomma, era chi non fosse politicamente corretto e allineato. E una brutta conseguenza era che molti giovani diventavano fascisti senza sapere nulla del fascismo, ma solo per contestare la vulgata di moda, oppressiva e noiosa.
Oggi accade la stessa cosa. I diritti dei gay sono diventati un'ossessione, che  turba Obama e i governi occidentali, quasi che il matrimonio dei gay fosse una priorità indispensabile per uscire dalla crisi economica. Ma chi si azzarda a dire qualcosa di normale, come per esempio che i bambini non nascono da due omosessuali e hanno diritto a un padre e a una madre, viene subito massacrato mediaticamente (per ora almeno, ma anche dopo il Sessantotto la violenza cominciò dal linciaggio giornalistico).
È capitato poche ore fa all'ex ministro Ignazio La Russa, che ha detto una cosa ovvia. Addirittura Ernesto Galli della Loggia, che spesso è politicamente corretto, ha denunciato l'anomalia che oggi chi dice cose normali viene attaccato come se fosse fuori dal mondo.
La situazione è grave perché il vero obiettivo della campagna mondiale contro l'omofobia e per l'ideologia del gender è cancellare nell'uomo l'idea che esista una natura sessuata da accogliere. E quindi negare che esista un artefice della natura, un Dio creatore a cui l'uomo dovrebbe affidarsi per il suo bene e per la sua felicità.
Tutti hanno paura di fronte a questa violenza che monta contro la normalità. Addirittura Silvio Berlusconi ha avuto paura di apparire omofobo.
Nella stessa Chiesa serpeggia la paura. Paura di scontrarsi con la violenza del mondo e paura per la presenza di una lobby omosessualista che opera anche dentro il corpo di Cristo. Già nel 1986 la Congregazione per la dottrina della fede denunciava chi all'interno della Chiesa operava perché quest'ultima modificasse la sua dottrina sul punto. Se leggete il recente libro di Roberto Marchesini su Magistero e omosessualità (Sugarco) potrete vedere come la Sposa di Cristo abbia sempre fatto il suo dovere nello spiegare la bellezza del disegno di Dio sull'amore umano e la sessualità, in particolare con il grande Magistero sulla teologia del corpo di Giovanni Paolo II.
Spiegare, non solo condannare le ideologie trasgressive, come conviene in un'epoca in cui è saltato il senso comune e quindi la gente ha bisogno di riscoprire i fondamentali, che ha perduto o non ha mai ricevuto.
Come negli Anni Settanta fu il coraggio di pochi a permettere che si uscisse dal terrorismo e dalla violenza nelle scuole e nelle università, anche oggi bisogna fare altrettanto.
Innanzitutto bisogna conoscere il male che viene diffuso e farlo conoscere. Leggiamo e facciamo leggere il libro testimonianza sul mondo gay di Luca di Tolve (Piemme), per rendersi conto che questo mondo è il luogo dell'ipocrisia e della menzogna, dell'odio e della sopraffazione, che in esso non c'è nulla di gaio ma dominano la tristezza e la disperazione. Leggiamo anche e soprattutto il Magistero della Chiesa sul tema, ricco e splendido, pieno di luce.
In secondo luogo non bisogna cadere in alcune trappole. La prima è quella di far credere che nella Chiesa siano tutti omosessuali. Questo è quello che vogliono far credere i suoi nemici esasperando un dato certamente grave, ma che non va generalizzato. Intanto non bisogna dimenticare gli interventi drastici voluti dal Santo Padre per fare pulizia, con rimozioni e documenti canonici specifici.
I genitori devono diventare sempre più responsabili dell'educazione dei loro figli, verificare cosa viene loro trasmesso tanto nelle parrocchie quanto nella scuola e negli ambienti sportivi. In questo modo potranno anche verificare se ci sono ambiguità o pericoli nel senso dell'omosessualità. Ma non si lascino convincere dal luogo comune che il mondo laicista vuole fare credere e cioè che tutto sia marcio, semplicemente perché non è vero. Piuttosto verifichino la conformità al Magistero di quanto viene insegnato ai loro figli, anche in parrocchia.
In ultimo, una breve considerazione. Non ci salverà nessuno dalla barbarie che avanza se non Colei che ha schiacciato la testa del serpente. Preghiamola e diamoci da fare.

Fonte: Centro Cattolico di Documentazione, 30/01/2013

10 - OMELIA I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C - (Lc 4,1-13)
Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 17/02/2013)

Siamo giunti alla prima domenica di Quaresima e il Vangelo di oggi ci presenta uno degli episodi più misteriosi della vita di Gesù: le tentazioni a cui fu sottoposto nel deserto da parte del demonio. Questo episodio ci insegna innanzitutto che il demonio esiste, che abbiamo un nemico delle nostre anime, il quale continuamente attenta al nostro bene. Il demonio fa di tutto per non essere scoperto, ci fa credere che lui non esista, per poter agire indisturbato. Dobbiamo dunque aprire bene gli occhi e difenderci con le armi della preghiera.
Gesù è tentato. Si tratta solo di tentazioni esterne, non di quelle interne, dovute alla concupiscenza. Era comunque impossibile che Gesù potesse soccombere a quelle tentazioni del demonio. Egli ha voluto comunque fare sue le nostre tentazioni per donarci la sua vittoria.
Inizialmente, il demonio disse a Gesù: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane» (Lc 4,3). Ma Gesù rispose: «Non di solo pane vivrà l'uomo» (Lc 4,4). Con questa prima tentazione, il demonio induce tante volte l'uomo a ricercare unicamente il benessere materiale e a disinteressarsi completamente del bene della sua anima. Impariamo da Gesù a ricercare principalmente il Regno dei Cieli e la sua giustizia, pensando che Dio è un Padre provvidente che non lascerà mancare nulla a coloro che in Lui confidano.
Il demonio tentò Gesù una seconda volta e gli disse mostrandogli tutti i regni della terra: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria [...]. Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo» (Lc 4,6-7). Questa tentazione ha come scopo quello di indurre l'uomo a mire ambiziose, ad aspirazioni al potere, al successo, alla gloria umana. Ma dietro queste aspirazioni, tante volte, si nasconde l'insidia di satana. L'uomo, pur di arrivare a queste mete, tante volte è disposto a scendere a compromesso con il peccato e a dare gloria non a Dio ma al maligno. Gesù allora rispose: «Sta scritto: il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto» (Lc 4,8), insegnandoci così a non lasciarci ingannare dal luccichio della gloria mondana.
La terza volta il demonio disse a Gesù: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui» (Lc 4,9), presumendo che gli angeli lo avessero portato sulle loro mani. Fu una tentazione di presunzione, la tentazione di avere un Dio a nostro capriccio; la tentazione che Dio faccia la nostra volontà, invece del contrario. è la tentazione di disporre dei miracoli a proprio piacimento, di pretendere che Dio si faccia vedere; la tentazione addirittura di giudicarlo. Gesù rispose con queste parole: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo» (Lc 4,12). Gesù ci fa comprendere come siamo noi a dover compiere l'adorabile Volontà di Dio. In questo consiste la nostra felicità: nell'obbedire a Dio.
L'episodio delle tentazioni del deserto ci fa riflettere su quelle che sono le nostre tentazioni. A differenza di Gesù, noi tutti siamo inclinati verso il male e dobbiamo continuamente lottare contro i nostri vizi. Dobbiamo difenderci con le armi che abbiamo a nostra disposizione. Le armi sono quelle dell'umiltà, della carità e della preghiera.
Prima di tutto dobbiamo avere l'umiltà di non presumere di noi stessi, l'umiltà di allontanare le occasioni prossime di peccato, l'umiltà di ricorrere senza indugio al consiglio spirituale di un buon direttore spirituale e l'umiltà di manifestare sinceramente le nostre colpe al sacerdote nella Confessione.
Poi abbiamo la carità che mette letteralmente in fuga il demonio. Durante questa Quaresima facciamo dei propositi generosi di spendere un po' del nostro tempo nel soccorrere chi è nel bisogno, nel riconoscere, amare e servire Gesù nella persona del nostro prossimo.
Infine, abbiamo la preghiera che ci fa superare le nostre debolezze e ci riveste della fortezza di Dio. Al primo apparire della tentazione dobbiamo subito ricorrere all'orazione, confidando pienamente che Dio non ci abbandonerà. Prestiamo grande attenzione soprattutto alle parole del Padre Nostro: «Non ci indurre in tentazione», che significano: non ci abbandonare al momento della prova.
La nostra preghiera avrà un'efficacia particolare se ci ricorderemo di invocare con fiducia la Vergine Santissima, Colei che è la Vincitrice sul demonio e su tutte le sue tentazioni. Il Signore si è servito di Lei per schiacciare la testa al serpente infernale, proprio per la sua profonda umiltà. Ed è sempre grazie a Lei che si superano le prove. Quando sorgono dunque delle tentazioni, invochiamola e tornerà presto il sereno.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 17/02/2013)

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