BastaBugie n�353 del 13 giugno 2014

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1 SUOR CRISTINA VINCE ''THE VOICE'' E FA DIRE UN PADRE NOSTRO
Ma il nostro giudizio non cambia, anzi c'è qualche perplessità in più (VIDEO: Suor Cristina vince e recita il Padre Nostro)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 AMICO DEL CLERO O AMICO DEI GAY?
Il mensile della FACI, il ''sindacato'' dei preti, definisce ''bello e onesto'' un romanzo con scene esplicite di sesso omosessuale
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
3 PROVE DI DITTATURA IN ITALIA
Pochi si accorgono che in ogni campo stiamo perdendo la libertà
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
4 INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO DELL'INTERNO SUGLI ATTACCHI ALLE SENTINELLE IN PIEDI
I deputati Pagano, Roccella, Sberna, Binetti, Calabrò, Gigli, Caruso, Nissola pretendono chiarimenti sul passato e garanzie per il futuro (VIDEO: Sentinelle in Piedi a Perugia)
Fonte: Camera dei Deputati
5 DUE DOMANDE PER CAPIRE L'IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA
Perché esiste e quali sono le caratteristiche principali?
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: Radici cristiane
6 SE FOSSIMO PERFETTI NON CI CONVERREBBE OBBEDIRE
Intervista a Costanza Miriano: ''Se assecondassi i miei istinti senza giudicarli, rimarrei con un pugno di mosche in mano, distruggerei ciò che mi custodisce''
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi
7 IL BAMBINO TRANSESSUALE DI 9 ANNI
I genitori lo avviano a un trattamento ormonale per ottenere la sua trasformazione da maschio a femmina
Fonte: Corrispondenza Romana
8 TERRORISMO ISLAMICO? NON E' FRUTTO DELLE CROCIATE O DEL COLONIALISMO, MA DEL CORANO
I musulmani traggono la loro forza dall'arrendevolezza occidentale e, storia alla mano, arretrano quando l'Occidente reagisce, in attesa di un momento migliore per ricominciare
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
9 OMELIA SANTISSIMA TRINITA' - ANNO A - (Gv 3,16-18)
Chi crede in lui non è condannato
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - SUOR CRISTINA VINCE ''THE VOICE'' E FA DIRE UN PADRE NOSTRO
Ma il nostro giudizio non cambia, anzi c'è qualche perplessità in più (VIDEO: Suor Cristina vince e recita il Padre Nostro)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/06/2014

La vittoria di suor Cristina - che molti davano già per scontata - non ha cambiato nulla di sostanziale rispetto a quella prima apparizione, anzi devo dire che - per quanto mi riguarda - aumenta le perplessità. Sono d'accordo che milioni di italiani hanno potuto vedere in suor Cristina una persona vera, autentica, una ragazza giovane che ha rotto gli schemi, e questo è senz'altro positivo.
Eppure non riesco a scacciare il senso di qualcosa che stona, di non centrato. Anche quel Padre Nostro recitato sul palco, che ha spiazzato i conduttori del programma e probabilmente molti spettatori, non so perché ma non mi suscita grande entusiasmo. Forse perché non riesco a vederne il nesso con il resto della presenza in tv di suor Cristina.
Lei ha detto di essere lì solo per evangelizzare, ma mi chiedo - senza alcun intento polemico -: qual è il contenuto di questa evangelizzazione? Ha cantato canzoni che non hanno alcun particolare significato in questo senso, ha ballato in un modo comune, per quanto bene. Mi pare che l'unico "segno" sia l'abito da suora indossato per la performance. Forse il mio è un modo riduttivo di intendere l'evangelizzazione. Forse. Però quel Padre Nostro l'ho percepito come una forzatura, anche se probabilmente avrà fatto nascere domande positive a tante persone e ad altre avrà forse dato il coraggio di pregare pubblicamente senza vergognarsi.
Lasciamo però che il tempo ci dica che cosa è davvero il fenomeno suor Cristina e se la vocazione religiosa sia conciliabile con la partecipazione a programmi che hanno come obiettivo la carriera nel mondo dello spettacolo.

Nota di BastaBugie: ecco i link agli articoli precedentemente pubblicati:

SUOR CRISTINA CHE CANTA SU RAI 2: QUALE VANTAGGIO PER L'ANNUNCIO DEL VANGELO?
Lo sa chi sono Piero Pelù e J Ax che si compiacciono della sua esibizione canora? (VIDEO: intervista a suor Cristina)
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3200

SUOR CRISTINA IN TV, FAVOREVOLI O CONTRARI?
Alcuni difendono a spada tratta la sua apparizione su Rai Due: per capire meglio ascoltiamo il parere equilibrato di due suore
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3207

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/06/2014

2 - AMICO DEL CLERO O AMICO DEI GAY?
Il mensile della FACI, il ''sindacato'' dei preti, definisce ''bello e onesto'' un romanzo con scene esplicite di sesso omosessuale
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 09/06/2014

La FACI, "Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia", è una specie di "sindacato dei preti", ovviamente con molte virgolette perché ad esempio non organizza mai nessuno sciopero, né cerca aumenti di stipendio. Più che altro stipula delle convenzioni con dei fornitori per ottenere prezzi scontati. Ad esempio, acquistando un'auto Fiat i tesserati godono di uno sconto dell'1%. Ovviamente pagando negli anni la tessera, questi benefici vengono praticamente restituiti attraverso il pagamento della tessera annuale.
Ora è accaduto che nel numero di maggio 2014 della rivista "L'amico del Clero", che viene inviata appunto ai sacerdoti iscritti alla FACI, ci fosse nell'ultima pagina la recensione di un libro a dir poco, scandaloso. Per inquadrare la questione è da notare che normalmente questa rivista parla dell'attività del Papa, dei suoi discorsi, di fatti riguardanti l'attualità ecclesiale, nonché di aggiornamenti giuridici e fiscali che interessano i parroci e tutto ciò che gravita intorno alle parrocchie. Solo raramente ci sono recensioni di libri. Eppure questo numero de "L'amico del Clero" riporta un articolo di due pagine con foto della copertina del libro "Sei come sei" di Melania Mazzucco.
Per chi non lo sapesse, questo libro è stato al centro di numerose polemiche viste le oscenità di cui parla. Il romanzo narra infatti la vicenda di una ragazza, "figlia" di una coppia composta da due uomini. Ovviamente per averla hanno comprato un ovulo ed affittato l'utero di una donna. Già questo basterebbe per far gridare allo scandalo, ma per non lasciare nulla all'immaginazione, questo libro contiene la descrizione minuziosa di scene erotiche, ad esempio, di sesso orale tra maschi. Si capisce quindi perché abbia suscitato tante polemiche a livello nazionale quando in un liceo di Roma questo libro è stato imposto agli studenti per la lettura (per approfondire questa vicenda e per leggere una pagina tratta dal libro affinché ciascuno possa giudicare da sé: https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3262).
Ora, a questa triste vicenda, la rivista "L'amico del Clero" aggiunge un altro tassello. L'autrice della recensione, una certa Anna Bertini, descrive la trama del libro per circa metà dell'articolo. Poi passa a commentarlo senza però alcun giudizio morale sulla vicenda narrata o sull'opportunità di simili romanzi. Pone soltanto alcune riserve alla trama del romanzo definendola "incompiuta" perché "l'autrice mette sul piatto tante situazioni, che paiono però non concludersi". Ora, con tutto il rispetto, resta da capire se si possa lamentare solo l'incompiutezza o non piuttosto la voglia di normalizzare ciò che normale non sarà mai in quanto contro natura. Rapporti omosessuali, adozioni da parte di gay, vendita di ovuli, uteri in affitto: di tutto questo parla il romanzo tentando di farli entrare nell'immaginario collettivo, soprattutto per i giovani a cui questo è diretto. Qui sta il problema del libro, non la sua presunta "incompiutezza"...
Poi l'articolo prosegue: "l'autrice, invece di scavare dentro l'abbandono, la rabbia, la colpa, la genitorialità... cerca di descrivere un tipo di famiglia che forse non siamo ancora in grado di capire". Ora viene da chiedersi: quale sarebbe il tipo di famiglia che forse non siamo ancora in grado di capire? Pseudo "famiglie" formate da due uomini che affittano uteri per poter avere bambini? Donne che vendono ovuli e affittano uteri per disperazione? Quale sarebbe il tipo di famiglia che, per ora, "non siamo in grado di capire"? Forse un domani capiremo e allora tutto questo sarà normale? Anche noi poveri retrogradi lo capiremo, ma solo tra qualche anno?
L'auspicio dell'articolo è soltanto questo: "Speriamo almeno che il padre, anche se illegittimo, rimanga". Ci si riferisce al fatto che il compagno del padre naturale una volta che lui è morto, non potendo avere in affidamento la figlia del compagno (che cattive queste leggi che non lo permettono, pare suggerire l'autrice), sceglie di andare a "vivere sull'Appennino troncando ogni rapporto". Ma come? L'unica cosa desiderabile dopo la lettura del libro è che si ricomponga il quadro familiare felice? Fa nulla che questa "famiglia" dovrebbe essere composta non da padre, madre e figlia, ma da una bambina e dal compagno del padre defunto (che ha fatto una fecondazione artificiale con una donna pagata per questo e sempre pagando ha ottenuto un utero in affitto)? E questo sarebbe ciò che ci si aspetta per un desiderabile lieto fine?
Paradossale infine è come l'articolo si conclude dando la sua approvazione al romanzo: "Il libro è bello ed è onesto"! Ora mi chiedo: ma questa rivista per sacerdoti cosa vuole? Che dopo il liceo di Roma questo libro sia promosso anche nelle parrocchie? Magari che sia letto durante le ore di catechismo in modo da far "digerire" prima possibile ai bambini questi nuovi modelli di "famiglia"?
Va bene (si fa per dire) che il romanzo sia pubblicato nonostante sia evidentemente contrario alla decenza, va bene (si fa per dire) che in un liceo si obblighi gli studenti a leggerlo, ma ora che anche le riviste per sacerdoti si lancino in una pubblicità così spudorata per simili oscenità, ci pare davvero troppo. Possibile che non si possa far nulla per impedirlo? Nessun vescovo ha nulla da dire?
Eppure Papa Francesco l'11 aprile 2014 nell'incontro con l'Ufficio Internazionale Cattolico dell'Infanzia ha detto chiaramente: "Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all'educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio!".
Da parte nostra porremo sempre attenzione a questi fatti che possono sembrare piccoli, ma che fanno capire il momento tremendo di sbandamento che stiamo vivendo nella Chiesa e nel mondo.

Fonte: Redazione di BastaBugie, 09/06/2014

3 - PROVE DI DITTATURA IN ITALIA
Pochi si accorgono che in ogni campo stiamo perdendo la libertà
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 08/06/2014

Si dice che sia stato un verso di Paul Verlaine cantato da Charles Trenet ("il lamento dei violini è stanco"), a dare il segnale in Francia del D-Day, lo sbarco in Normandia.
Così settant'anni fa, il 6 giugno 1944, tornava la libertà in Europa.
Quale Verlaine e quale Trenet oggi potrebbero accendere gli animi nel nostro Paese se nemmeno ci rendiamo conto che stiamo progressivamente perdendo quella libertà così drammaticamente conquistata?
Siamo tanto vessati e rassegnati da non accorgercene neanche. Eppure tutti gli indicatori segnano allarme rosso. Credete che stia esagerando? Pensate che sia il solito allarmismo enfatico degli apocalittici?
Premesso che io mi colloco da sempre – come opinione e come visione del mondo – fra i moderati e che ho sempre combattuto come la peste estremismi, radicalismi, utopismi, catastrofismi di ogni genere, provo a mettere in fila una serie di fatti e di dati recenti.
Partiamo dalle libertà economiche.
 
DISASTRO
Il Rapporto 2014 della Corte dei Conti nei giorni scorsi è tornato a dirci che siamo il Paese più tartassato d'Europa: alla fine del 2013 il 43,8 per cento del Pil se n'è andato in tasse, tre punti più del 2000 e quattro punti in più rispetto alla media degli altri Paesi Ue (poi, com'è noto, c'è chi fornisce dati ancora più cupi).
In pratica siamo a livelli da esproprio (per non parlare degli immobili).
Lavoriamo gratis per un padrone, lo Stato, più di metà dell'anno, senza avere in cambio servizi almeno decenti. Ma anzi con uno spettacolo di sprechi, ruberie e corruzione che fanno ribollire il sangue.
Nonostante un così pesante dissanguamento non è che stiano rimettendo le cose a posto.
Anzi, il macigno del debito pubblico che grava su di noi e sui nostri figli invece di diminuire, come avevano previsto per quest'anno Monti (118 per cento) e Letta (129 per cento), aumenta e proprio quest'anno sfonderà il 135 per cento: è il quarto debito pubblico del mondo (2.100 miliardi di euro).
Non siamo alla frutta, ma alla grappa.
E nessuno vuole ammettere di aver sbagliato strada (lo stesso Renzi pare sulla stessa via). Intanto la nostra economia – un tempo fiorente – è stata messa in ginocchio.
Nei giorni scorsi abbiamo perso un altro posto nella classifica delle potenze industriali del pianeta (ormai ottavi).
Siamo già al terzo anno di cura "illuminata" dell'economia e in due anni ventimila aziende hanno chiuso i battenti. In totale dal 2007 la produzione è crollata del 25,5 per cento (mentre nel mondo aumentava del 10 per cento). Dal 2001 abbiamo perso più di un milione di posti di lavoro.
Così a questa (op)pressione fiscale e all'esplosione del debito pubblico si aggiunge il vertiginoso aumento della disoccupazione, oggi al 13,6 per cento, che fra i giovani diventa un tragico 46 per cento.
E si aggiungono le mille oppressioni burocratiche che limitano o rendono impossibile la libertà di intrapresa e la nostra competitività (il nostro cuneo fiscale è al 47,8 per cento, mentre la media Ue è al 42).
Possiamo facilmente concludere che la nostra libertà economica è morta. O almeno morente.
 
SUDDITI
E le libertà politiche sono in coma. E' noto infatti il principio liberale su cui sono nate le democrazie moderne: "no taxation without representation".
Tale principio dice che – contrariamente a quanto si pensa in Italia, specie a sinistra – le tasse non sono un salasso dovuto al sovrano-Stato perché sperperi miliardi, magari sotto la bandiera ideologica (fasulla) della redistribuzione del reddito, come se i contribuenti fossero dei rei da punire per i soldi guadagnati che – secondo gli statalisti – sarebbero sottratti ai "poveri".
Al contrario sono nuova ricchezza prodotta col loro lavoro.
Nelle moderne democrazie i contribuenti non sono né rei da punire né sudditi da spennare: sono i veri sovrani e le tasse che pagano devono avere una contropartita vera in servizi efficienti, con uno Stato al servizio dei cittadini e non viceversa.
E tale tributo deve essere governato da coloro che i (tar)tassati hanno eletto per amministrare i loro soldi.
Questo meccanismo – che poi si chiama democrazia – è stato scardinato a livello nazionale in molti modi.
Anche con leggi elettorali dove non è più ammesso scegliere né candidati né partiti (ci hanno perfino persuaso che ci sottraevano le preferenze "per il nostro bene") e da "leggi truffa" (presenti e future) dove delle minoranze finiscono per avere abnormi maggioranze parlamentari.
 
FINE DELL'INDIPENDENZA
A livello internazionale poi quel principio è stato travolto da progressive e colossali cessioni di sovranità che ci hanno sottratto il governo della moneta, delle politiche fiscali ed economiche cosicché tutti oggi ci sentiamo governati da tecnocrazie che non abbiamo eletto (dalla Bce alla Commissione europea) o da governi, come quello tedesco, eletti da altri (con annessa Bundesbank).
E siamo in balia di altre tecnocrazie sovranazionali (come il Fmi o il Wto) che decidono le sorti dei popoli e degli stati (il caso greco, ma anche il caso italiano, dovrebbero farci chiedere se siamo ancora popoli che possono eleggere i loro governi).
Ma l'agonia delle nostre libertà ha pure indicatori spiccioli.
Per esempio quelli che mostrano un raddoppio di furti e rapine al Centro-Nord: l'insicurezza della persona e dei suoi beni (e l'inefficienza dello Stato a garantirli) fa parte di questa erosione della libertà personale.
Evidente pure nella sfera della vita privata.
Ieri i giornali riportavano la notizia di Vodafone che ha dovuto consentire alle autorità di 29 Stati di intrufolarsi nelle utenze telefoniche e il primato – guarda caso – spetta all'Italia: nel 2013 sono stati forniti i dati di ben 605.601 utenze su richiesta di procure e forze dell'ordine. Cifra abnorme a cui vanno aggiunte le istanze inviate agli altri gestori (Telecom in testa) e poi le vere e proprie intercettazioni.
Tutto questo mentre lo scandalo "Datagate" di Snowden qualche mese fa ha svelato che siamo tutti sotto controllo da Oltreoceano e non solo. E' la tomba della privacy e della libertà.
Ma non basta.
 
TIRANNIA
Ora in Italia c'è in cantiere addirittura una legge, quella contro la cosiddetta omofobia, che rischia di introdurre perfino il reato d'opinione. Inconcepibile in democrazia.
C'è inquietudine pure fra molti giuristi che si chiedono, come Ferrando Mantovani, professore emerito di Diritto penale all'Università di Firenze, se "il prevedibile esito della proposta di legge (se approvata) stante la sua indeterminatezza, sia quello di perseguire penalmente, in quanto atti di discriminazione fondati sulla omofobia, anche il sostenere l'inammissibilità del matrimonio omosessuale, l'esigenza dei bambini di avere un padre e una madre, il divieto di adozione di bambini da parte delle coppie omosessuali, il formulare giudizi di disvalore degli atti omosessuali sulla base delle Sacre Scritture, della tradizione della Chiesa cattolica e del pensiero di altre religioni; il semplice citare pubblicamente passi evangelici sulla sodomia; il dibattere se l'orientamento sessuale sia modificabile o immodificabile e se la modificazione sia un'affermazione scientificamente fallace o meno; l'applicare a persone omosessuali, che liberamente lo richiedano, le cosiddette terapie riparative per correggere l'orientamento sessuale o considerare meritevole di aiuto il disagio esistenziale di cui soffrono certi omosessuali. Con la conseguente violazione dei diritti, costituzionalizzati, della libertà di manifestazione del pensiero, della libertà religiosa e della libertà di educazione dei genitori verso i figli, comprendente anche l'educazione sessuale".
Peraltro il movimento delle "Sentinelle in piedi", costituito in molte città per opporsi a questo Ddl, in queste settimane, durante le sue manifestazioni silenziose, è stato sottoposto in più casi ad atti di intolleranza inammissibili, di fronte ai quali le autorità e i media sono pressoché indifferenti.
Così muore la libertà di un Paese.

Nota di BastaBugie: per approfondire quelli che Antonio Socci definisce "atti di intolleranza inammissibili" contro le Sentinelle in Piedi si può leggere il seguente articolo
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO DELL'INTERNO SUGLI ATTACCHI ALLE SENTINELLE IN PIEDI
I deputati Pagano, Roccella, Sberna, Binetti, Calabrò, Gigli, Caruso, Nissola pretendono chiarimenti sul passato e garanzie per il futuro (VIDEO: Sentinelle in Piedi a Perugia)
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3297

Fonte: Libero, 08/06/2014

4 - INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO DELL'INTERNO SUGLI ATTACCHI ALLE SENTINELLE IN PIEDI
I deputati Pagano, Roccella, Sberna, Binetti, Calabrò, Gigli, Caruso, Nissola pretendono chiarimenti sul passato e garanzie per il futuro (VIDEO: Sentinelle in Piedi a Perugia)
Fonte Camera dei Deputati, 05/06/2014

PREMESSO CHE:
- le aggressioni e gli atti d'intolleranza che le associazioni Glbt rivolgono contro chi manifesta pubblicamente, in modo assolutamente pacifico e senza offendere alcuno, il proprio dissenso dall'ideologia gender stanno crescendo in maniera esponenziale in tutto il Paese. Le violenze e le intimidazioni che vedono protagoniste varie sigle della vasta galassia Glbt sono innumerevoli e negli ultimi mesi si stanno concentrando in particolare contro le Sentinelle in Piedi, un'associazione di cittadini la cui attività di difesa e promozione della dignità della persona, della famiglia fondata sull'unione tra un uomo e una donna e della libertà di espressione si svolge con veglie silenziose nelle piazze, sempre nel pieno rispetto delle opinioni e delle idee altrui;
- l'escalation di violenza contro le Sentinelle in Piedi è confermata da numerosi episodi dettagliatamente documentati da qualificate fonti di stampa. Il quotidiano telematico La Nuova Bussola Quotidiana e il quotidiano Avvenire del 2 giugno, così come i quotidiani Libero e La Stampa del 3 giugno, riportano infatti la notizia dell'ultimo episodio di intolleranza e censura subito dalle Sentinelle in Piedi lo scorso 31 maggio a Lecce. Gli attivisti della locale associazione, dopo aver effettuato i prescritti adempimenti nei confronti della Questura, si apprestavano infatti a dare vita ad una pacifica quanto pacata veglia di protesta contro la legge sull'omofobia – nota come ddl "Scalfarotto" – e le sue conseguenze liberticide – nel senso che viene eliminata ogni libertà d'opinione – quando sono stati letteralmente accerchiati e impediti dal proseguire la manifestazione con urla, cori e insulti ad opera di un folto gruppo di militanti di varie associazioni Glbt. Le modalità con cui è stata fermata la manifestazione delle Sentinelle, accuratamente descritte dai giornali e visibili nei video presenti sulla rete, dimostrano come si sia trattato di un raid pianificato con il preciso intento di reprimere e inibire ogni opinione o idea che contrasti con l'ideologia gender. Ad ulteriore conferma del carattere assolutamente pacifico della veglia delle Sentinelle in Piedi e della natura intimidatoria e intollerante della "contro-manifestazione" degli attivisti Glbt, nonché a conferma della pericolosità del d.d.l. sull'omofobia per l'esercizio della libertà di espressione, il citato articolo de La Nuova Bussola Quotidiana così riportava: le Sentinelle in Piedi «in una nota diffusa poche ore dopo la veglia, ringraziano "gli attivisti LGBT per quanto hanno fatto (…) a Lecce: hanno confermato nel modo più evidente il loro tratto intollerante e intimidatorio, in linea col carattere liberticida del d.d.l. Scalfarotto. Quest'ultimo manderà in carcere chiunque sostiene che un bambino cresce meglio con una madre e un padre; i sostenitori del d.d.l. lo applicano prima che sia approvato, impedendo perfino una manifestazione silenziosa contro di esso". E ringraziano pure la Questura di Lecce: "la mancata tutela del diritto di manifestare pacificamente, nonostante fossero state rispettate tutte le regole per esercitarlo, ha permesso agli attivisti LGBT di mostrarsi per quello che sono".»;
- il grave episodio verificatosi a Lecce non è purtroppo un caso isolato. Le Sentinelle in Piedi sono state vittime, infatti, di una lunga serie di manifestazioni di intolleranza repressiva e violenta, tra le quali ricordiamo l'episodio accaduto a Trento lo scorso 11 aprile – richiamato sempre da La Stampa del 3 giugno – dove 200 contestatori aderenti ad associazioni Glbt e centri sociali si sono infilati tra le fila delle Sentinelle in Piedi provocandole, insultandole e minacciandole con cani di grossa taglia, episodio "emulato", pur senza l'ausilio di cani di grossa taglia ma con lo stesso portato di violenza e intolleranza, qualche giorno più tardi a Verona e ripreso dal quotidiano L'Arena del 14 aprile;
- identico "copione" quello ripetutosi a Siena il 20 maggio, e riportato dal quotidiano online Tempi.it, dove un gruppo di contestatori delle locali associazioni Glbt, oltre ad interrompere la veglia delle Sentinelle con il solito "repertorio" di provocazioni, insulti e intimidazioni, ha inscenato la propria protesta deliberatamente con baci saffici di fronte ai minorenni presenti [leggi https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3287, n.d.BB];
- insulti, grida minacciose, urla le "armi" con cui un altro gruppo di violenti contestatori appartenenti ad associazioni Glbt tenta di interrompere una veglia delle Sentinelle svoltasi a Perugia il 29 marzo, il tutto postato su Youtube in un video;
- a tali episodi riguardanti nello specifico le Sentinelle in Piedi si aggiungono numerose altre contestazioni compiute dai gruppi Glbt ai danni di singoli o altre associazioni con lo stesso modus operandi e la stessa finalità di inibire e al tempo stesso provocare una qualche reazione "scomposta" nei soggetti provocati, in modo da poter strumentalmente denunciare il compimento di un gesto "omofobo" da parte degli stessi. Questo è quanto verificatosi sia in occasione del convegno dal titolo "Gender, omofobia, transfobia. Verso l'abolizione dell'uomo?" svoltosi a Casale Monferrato il 22 settembre 2013 e violentemente interrotto da gruppi aderenti ai collettivi Glbt - il tutto documentato in un articolo e in un video pubblicato da Il Fatto Quotidiano dal giornalista Simone Badaucco - [leggi https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2960, n.d.BB], sia all'istituto paritario Faà di Bruno di Torino dove le lobby gay, nel novembre 2013, hanno inscenato proteste e contestazioni per impedire che nella scuola venisse svolto un ciclo di seminari sulla "bellezza della famiglia tradizionale minacciata dall'ideologia gender". Sia ancora con lo scrittore e giornalista Mario Adinolfi, ex parlamentare del Pd, che viene regolarmente aggredito verbalmente ogni qualvolta presenta il suo libro "Voglio la mamma" in pubbliche conferenze. L'ultimo episodio, di una lunga serie, è avvenuto durante il convegno tenuto all'università Roma Tre martedì 27 maggio u.s. Come ben descritto dal quotidiano Avvenire del 1° giugno 2014, a pag. 3 dell'inserto Romasette, "durante il convegno c'è stata l'incursione di studenti di altre facoltà" che hanno disturbato l'incontro e con provocazioni hanno cercato di impedire il dibattito;

SI CHIEDE DI SAPERE:
- in considerazione dell'entità e gravità della questione esposta, la cui soluzione è resa ancor più urgente dall'imminenza della prossima manifestazione delle Sentinelle in Piedi in programma a Perugia sabato 7 giugno e delle altre che sono state già programmate nelle prossime settimane;
- tenuto conto della escalation d'intolleranza e violenza che questi episodi stanno avendo;
quali iniziative il Ministro interrogato ritiene opportuno adottare affinché manifestazioni quali quelle descritte possano svolgersi pacificamente.

Nota di BastaBugie: anche gli onorevoli Lucio Malan e Laura Bianconi hanno presentato al Senato analoghe interrogazioni al ministro dell'Interno. In particolare la Bianconi ha sollecitato l'emanazione di una circolare ad hoc per Prefetti e Questori "per la gestione di queste manifestazioni" e per garantire "un numero congruo di mezzi e uomini per la difesa del diritto alla libertà di espressione".
Nel seguente video vi mostriamo cosa è successo a Perugia il 29 marzo 2014. Come narrato nelle interrogazioni parlamentari, le Sentinelle in Piedi hanno vegliato con dignità, mentre l'intolleranza becera della cultura Lgbt mostrava il suo vero volto


https://www.youtube.com/watch?v=DbF2HoIdcFk

Fonte: Camera dei Deputati, 05/06/2014

5 - DUE DOMANDE PER CAPIRE L'IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA
Perché esiste e quali sono le caratteristiche principali?
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: Radici cristiane, maggio 2014 (n. 94)

Per capire l'importanza del matrimonio non serve perdersi in molte parole. Basta porsi due domande fondamentali: "perché esiste la famiglia?" e "quali sono le caratteristiche principali della famiglia?".
 
1) PERCHÉ ESISTE LA FAMIGLIA
La famiglia non è un'invenzione dovuta a particolari congiunture storiche, bensì è una realtà naturale, che nasce con l'uomo e trova proprio nella natura umana la propria ragion d'essere. La ragione è facile da individuarsi: l'uomo è limitato e bisognoso di completarsi negli altri. Nessuno - se non lo sciocco o il folle - può credersi auto-sufficiente. Ebbene, proprio perché l'uomo è segnato dall'interdipendenza, si può dire che la famiglia è il "luogo" umano dell'interdipendenza, è il "luogo" del mistero dell'interdipendenza.
Ma Cristo ha elevato il matrimonio a sacramento. L'unico, tra i sette sacramenti, il cui ministro non sia il sacerdote, bensì i coniugi stessi. Ciò, proprio perché il matrimonio, prima di essere un dato riferibile all'ambito sovrannaturale, è già riferibile a quello naturale. Il matrimonio preesisteva alla Nuova Alleanza.
 
2) LE CARATTERISTICHE DELLA FAMIGLIA
Diverse sono le caratteristiche principali della famiglia. Qui ne prendiamo due in considerazione: l'indissolubilità e l'apertura alla vita. Anche l'indissolubilità è un dato di natura, dovuto appunto alla necessità per l'uomo di completarsi nell'altro. Ebbene, nell'ambito del matrimonio, pur dovendosi riconoscere un rapporto gerarchico tra marito e moglie (san Paolo è chiarissimo al riguardo nella Lettera agli Efesini), la monogamia (rifiutata non a caso da una religione come l'islam) consiste nel completarsi reciproco tra marito e moglie.
L'indissolubilità ha ragioni sul piano antropologico e su quello sociale. Sociale, perché la comunità umana non è un semplice insieme di individui, ma lo è di famiglie, per cui ammettere la solubilità della famiglia vorrebbe dire ammettere anche la solubilità del consorzio sociale. Ma c'è anche un altro motivo, oggi volutamente taciuto: il bambino soffre molto di più se i genitori si separano di quanto non accada nel caso uno dei due dovesse morire anzitempo. Dalla condizione di orfano non derivano fenomeni di disagio sociale; cosa ben diversa si vive per la frantumazione della famiglia, come già si sperimenta nel Regno Unito, dove il fenomeno è tragicamente più avanzato. In caso di separazione il bambino inconsciamente mette in discussione se stesso, ritenendosi frutto di un amore ch'era meglio non ci fosse mai stato.
L'altra caratteristica è quella dell'apertura alla vita. I genitori non sono creatori ma procreatori, il che significa che essi partecipano ad un'azione creatrice, che è unicamente di Dio. La procreazione non è un atto né implicito, né scontato, né automatico, come comprovano i coniugi impossibilitati ad avere figli. Su questa verità poggia la condanna di qualsiasi contraccezione: Dio è Signore della vita, sempre. Gli sposi possono solo proporre, ma a disporre è unicamente Lui.

DUE ROBUSTI PILASTRI
II matrimonio, perno della famiglia, deve poggiare su due robusti pilastri: il primo è quello del riconoscimento del vero, il secondo quello della testimonianza del vero.
Il riconoscimento del vero si traduce nella centralità della preghiera. Solo ponendo Dio al centro si salvano i rapporti interpersonali, perché solo così l'uomo può fare vera esperienza della misericordia. La vita con Dio impone il riconoscimento della propria incapacità e quindi l'invocazione della Sua misericordia: nessuno può dirsi creditore nei confronti di Dio. È evidente come, invocando la misericordia, questa non la si possa negare agli altri. Se si chiede a Dio di essere pazienti con se stessi, non si può non esserlo con gli altri: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. L'autodemolizione della famiglia è cominciata con l'eliminazione della preghiera in comune: solo pregando uniti, si può rimanere uniti.
L'altro pilastro è quello della testimonianza del vero. La vera educazione non è fatta solo di parole (ovviamente ci vogliono anche quelle), bensì di una coerente testimonianza. È inutile che ci prendiamo in giro: la crisi dell'autorità genitoriale, che caratterizza i nostri tempi, si deve anche e soprattutto al fatto che i genitori non riconoscono visibilmente l'autorità di Dio, sottomettendo alla Sua legge il matrimonio e la famiglia.
Il noto teologo svizzero Von Balthasar (sulle cui posizioni teologiche è giusto nutrire più di una riserva) rivelò un importante aneddoto della propria vita: un giornalista gli chiese quando avesse fatto la prima esperienza di Cristo e questi si attendeva che 'intervistato rispondesse: a scuola, all'oratorio, all'asilo dalle suore... Ma Von Balthasar disse di aver fatto la prima esperienza di Cristo in famiglia e soprattutto attraverso un piccolo ma significativo episodio. Lui aveva un papà, che difficilmente calava la testa dinanzi a qualcun altro; un giorno, camminando per il corridoio, vide la porta dello studio del padre socchiusa, sbirciò e vide il genitore inginocchiato dinanzi ad un uomo appeso ad una croce... «Da allora - confidò il noto teologo - iniziai a chiedermi chi davvero fosse quell'uomo, che riuscì a far inginocchiare mio padre».

Fonte: Radici cristiane, maggio 2014 (n. 94)

6 - SE FOSSIMO PERFETTI NON CI CONVERREBBE OBBEDIRE
Intervista a Costanza Miriano: ''Se assecondassi i miei istinti senza giudicarli, rimarrei con un pugno di mosche in mano, distruggerei ciò che mi custodisce''
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi, 06/08/2014

Dopo Sposati e sii sottomessa e Sposati e muori per lei, Costanza Miriano è tornata in libreria con un nuovo libro: Obbedire è meglio. Le regole della compagnia dell'agnello (Sonzogno, pp 173, 15 euro). Alla scrittrice e giornalista piacciono i titoli che ribaltano i luoghi comuni. È il caso anche di quest'ultimo volume che, come i precedenti, mostra con prosa scanzonata e profonda che la vera rivoluzione oggi è il cristianesimo. «Sempre più impopolare, perché incompreso», spiega Miriano.
Miriano, lei vive per trasformarsi in agnello, ma questa è una società di lupi. Non ha paura?
Il libro parla della "compagnia dell'agnello", cioè dell'amicizia cristiana. Per me vivere come Cristo significa vivere al meglio. Si può diventare agnelli solo con qualcuno che lo incarni, che lo segua e che ci faccia vedere che è possibile vivere così. Dio non ci ha consegnato delle regole da applicare da soli. Al contrario, si è fatto parte di me e di te, vive negli uomini che appartengono alla sua Chiesa con cui abbiamo necessità di bere, mangiare, ridere e piangere. È così che passa la paura: io il matrimonio l'ho imparato guardando spose felici che si barcamenano fra figli e lavoro. Dalla bontà di donne che servono docilmente amici, colleghi e parenti. Da donne abbandonate ma fedeli alla famiglia, tanto belle e femminili da fare invidia.
Leggendo il suo libro pare di capire che, se fosse stato per lei, oggi non sarebbe né giornalista, né sposa, né madre. La compagnia dell'agnello l'ha portata, invece, a essere tutte e tre le cose. Come mai?
Nell'amicizia cristiana accade che, se sei stanca, c'è chi ti incoraggia; se sbagli, c'è chi ti corregge; se fai una cosa giusta, ti conferma. Quelli di cui parlo nel libro sono tutti amici incontrati in questi anni, gente che vive una santità quotidiana, nascosta. Ognuno con una caratteristica che serve a compensare la mancanza dell'altro. È così che insieme diventiamo una potenza. Portando ciascuno le gioie e i pesi altrui. Credo che tutti abbiano bisogno di questo, non solo i cristiani.
Lei dice che questa nostra vita, in cui capitano cose fastidiose come le bollette da pagare o le zanzare, non è sbagliata; anzi, è il luogo in cui Dio ci trasforma a sua immagine e somiglianza. Scusi, ma lei che cosa ci guadagna a vivere così?
Premetto che non sempre abbraccio le cose che ho da fare, spesso mi ribello: ho la sindrome di "Sliding doors", quella che affligge la maggioranza dei moderni: fantastico molto, penso a come sarebbe stata la mia esistenza se non mi fossi sposata o se avessi accettato quel lavoro negli Stati Uniti, ma così rimango inquieta, insoddisfatta. Per fortuna, però, c'è chi mi testimonia che amare la banalità dell'istante dà pace e serenità, perché ti puoi abbandonare a ciò che ti è dato senza continuare a preoccuparti di creare o immaginare qualcosa.
Obbedire è meglio. Perché?
Guardi, anche io sono un tipo che vorrebbe decidere tutto della sua vita. Ma poi, quando faccio ciò che istintivamente vorrei, anziché sentirmi più libera, mi viene l'ansia. La verità è che per essere liberi abbiamo bisogno di seguire un altro. È così perché l'uomo non è sano, in lui c'è qualcosa che non funziona e che noi cristiani chiamiamo peccato originale. L'obbedienza serve quindi a guarirci dal nostro inconscio sballato, dalle nostre paturnie e agitazioni. Quando facevo l'università avrei voluto cambiare facoltà dieci volte e i miei genitori mi dissero: «Sì, sì, Costanza, comincia a finire quello che hai cominciato». Grazie a Dio obbedii, altrimenti non avrei mai costruito nulla. Lo stesso vale per il mio matrimonio che mi protegge dalla fuga verso mille tentativi. Insomma, obbedisco perché voglio essere salvata.
Cosa intende quando scrive che «bisogna imparare a deludere qualcuno»?
La donna, molto più dell'uomo, ha bisogno di essere guardata. Ecco perché, mediamente, le ragazze a scuola amano essere le più brave e sentirsi buone. Vogliono essere riconosciute. Abbiamo un vuoto strutturale che nella sua accezione positiva è il tramite per accogliere la vita e per amare, ma dobbiamo vigilare su quale sia lo sguardo che lo riempie, altrimenti finiamo per illuderci, correndo dietro a tutti, fino all'esaurimento. Io, ad esempio, quando mi intervistano o mi chiamano a parlare, devo vigilare sulla mia vanità che mi porta a dire sempre di sì. Ed ecco ancora una volta il matrimonio che arriva in mio soccorso. Questa sono io con mio marito: «Senti Guido mi hanno chiesto di andare, ho detto no, ma poi…». E lui: «Costanza, no». E io: «Lo so, ma senti le ragioni…». E lui: «Costanza, sei pericolosa, stai ferma». Il matrimonio aiuta a contenere i deliri di onnipotenza che ci sfiancano, ordinando le priorità che sono la preghiera, i figli e il marito. Lo stesso vale per la "sindrome della crocerossina", una cosa buona finché non diventa presunzione, come se, senza di noi, Dio fosse impotente. Meglio imparare ad affidare nella preghiera.
Lei scrive che è conveniente ringraziare chi sbaglia, ci insulta o critica. Perché?
Quando assistiamo all'ingiustizia nei confronti di una persona più debole, un bambino o un collega che viene maltrattato, parlare è un dovere. Ma quando il male viene fatto a noi, se vogliamo metterlo in scacco, dobbiamo trarne vantaggio. Ad esempio, se in una cattiveria c'è anche solo una scintilla di vero, la posso usare per correggermi e migliorare. Ho visto tante "compagne" non rispondere agli insulti, alle cattiverie, agli sfruttamenti e non perché stupide, come penserebbero molti, ma perché scelgono di non appropriarsi del male. Le parole poi cambiano e influenzano molto il nostro modo di pensare, quindi meglio non ribattere o sparlare, altrimenti la mente si fissa su parametri negativi che poi usiamo per giudicare noi stessi. Al contrario, sottolineare il bene ci fa pensare al nostro, ci pacifica.
Lei parla molto del suo padre spirituale. Cosa c'entra con la compagnia dell'agnello?
Lui non solo ne fa parte, ma la conduce, lui è la guida che ci aiuta a farci agnelli. Credo che tutti dovremmo averne una. Per me è come uno specchio: davanti a lui vedo i miei limiti, i punti su cui devo correggermi.
Lei confessa pacificamente di predicare bene e razzolare male. Sa che oggi potrebbero linciarla per questo?
È pazzesco: non sopportano l'incoerenza, salvo poi negarla perché non riescono a superarla. E così trasformano l'errore in bene e smettono di indicare l'ideale. Accade perché la nostra società, che rifiuta Dio, quello incarnato, cerca di salvarsi da sola e abbassa il livello ad una umanità mediocre. Motivo per cui ci si accontenta di essere buoni facendo la raccolta differenziata. Noi cristiani, invece, sappiamo che l'uomo è malato, che non si salva da sé, ma che c'è Uno che può rialzarci continuamente verso mete molto alte.
Per lei maschile e femminile sono due universi non perfettamente complementari. Se l'uomo e la donna non si basteranno mai a che serve sposarsi?
Il cardinale di Milano, Angelo Scola, usò un'espressione bellissima, quando disse che l'altro sesso è il segnaposto del totalmente Altro. È vero: l'altro ti ricorda che solo l'infinito che è Dio può colmare il tuo desiderio sconfinato ed è così che ti accompagna verso la meta. Ecco perché l'ideologia gender è pericolosa: vuole sbarazzarsi del promemoria, che non ci permette di dimenticare che l'uomo non basta all'uomo. Alla base dell'attacco violento contro la differenza sessuale c'è proprio il rifiuto di Dio, dell'alterità. Una ribellione totale ed estrema verso il Creatore.
Perché scrive che l'amore è un giudizio?
Amare è come mordere un sasso, diceva il poeta Oscar V. Milosz, ma conviene. Ci sono momenti che il sentimento scompare, ma questi ti ricordano perché hai sposato quella persona maldestra o pantofolaia. Se assecondassi i miei istinti senza giudicarli, rimarrei con un pugno di mosche in mano, distruggerei ciò che mi custodisce. La fedeltà allo scopo, invece, fa sì che nel tempo il desiderio non scompaia, ma si trasformi, somigliando sempre più all'amore vero e totale che bramiamo, quello di Cristo che ha dato la vita per noi. Conoscere gli agnelli per credere.

Fonte: Tempi, 06/08/2014

7 - IL BAMBINO TRANSESSUALE DI 9 ANNI
I genitori lo avviano a un trattamento ormonale per ottenere la sua trasformazione da maschio a femmina
Fonte Corrispondenza Romana, 15/05/2014

Arriva dall'Ohio, negli Stati Uniti, la nuova incredibile e triste storia di Keat Rhodes, il bambino transgender di soli 9 anni. Keat, il cui vero nome è, in realtà, Keaton, aveva solo sette anni quando gli è stato diagnosticato un disturbo di identità di genere e, da allora, con lo sconsiderato sostegno dei suoi genitori adottivi Emily e Clint Levan, ha iniziato la sua transizione dal sesso maschile al sesso femminile.
Nei prossimi anni, Keat, che ha un fratello minore, Blaine, di sette anni, subirà un trattamento ormonale per completare la sua trasformazione da maschio a femmina. La madre Emily, 36 anni, cosi racconta la storia del suo figlio adottivo: «Quando Keat entrato nelle nostre vite, era un bambino di quattro anni di nome Keaton. Tuttavia, ben presto abbiamo notato che lui era diverso da suo fratello. Mentre Blaine preferiva giocare con i camion e le macchinine, Keat preferiva giocare con le bambole e vestire con gli abiti da principessa». Keaton iniziò a disegnare se stesso come una femmina e a confidare ai suoi genitori, così come agli insegnanti della scuola, di essere una bambina. Fu a quel punto, che i genitori si rivolsero al loro medico di famiglia che gli indirizzò da uno psichiatra, il quale diagnosticò al bambino un disturbo d'identità di genere. Dopo tale diagnosi, Emily e Clint decisero, dunque, di lasciarlo vivere socialmente come una bambina dando vita alla sua transizione da maschio a femmina. Keaton divenne, così, Keat iniziando ad indossare abiti femminili e facendosi crescere lunghe trecce bionde.
Il programma dei prossimi anni del piccolo Keaton è ben scandito. A novembre, con l'inizio dell'età puberale, il bambino avrà il suo primo appuntamento con un endocrinologo per discutere riguardo la somministrazione di ormoni per bloccare il testosterone. A 15 anni, è prevista una consulenza per stabilire l'inizio della terapia ormonale, che gli permetterà di sviluppare il tessuto del seno, con la controindicazione di renderlo infertile. Infine, dall'età di 18 anni, Keaton sarà pronto per l'intervento chirurgico di cambiamento di sesso.
A leggere tale storia viene immediatamente in mente la tragica vicenda dei gemelli Brian e David Reimer sulla quale, troppo tardi, ha fatto luce il libro di John Colapinto (As Nature Made Him: The Boy Who Was Raised as a Girl, Paperback 2000). Keaton, che ha iniziato la sua transizione a femmina a soli 7 anni, e oggi ne ha appena 9, non in grado di comprendere e misurare i danni e i traumi che tali scellerate scelte comporteranno sulla sua vita personale. I suoi genitori, che giustificano le loro decisioni come atti d'amore verso il loro figlio, ne violano, irrimediabilmente, la natura assicurandogli un futuro certo di problemi e infelicità.

Nota di BastaBugie: la tragica vicenda dei gemelli Brian e David Reimer, a cui si accenna in fondo all'articolo, è narrata (un articolo e un video) nel link che riportiamo qui sotto
IL RAGAZZO SENZA PENE: LA TERRIFICANTE STORIA DEL BAMBINO CHE FU CRESCIUTO COME UNA BAMBINA
Tutta la verità sull'esperimento che screditò per sempre la teoria del ''gender'': cambiare sesso è contro natura
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=43

Fonte: Corrispondenza Romana, 15/05/2014

8 - TERRORISMO ISLAMICO? NON E' FRUTTO DELLE CROCIATE O DEL COLONIALISMO, MA DEL CORANO
I musulmani traggono la loro forza dall'arrendevolezza occidentale e, storia alla mano, arretrano quando l'Occidente reagisce, in attesa di un momento migliore per ricominciare
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23/05/2014

Sembra che il rapimento delle studentesse nigeriane da parte di Boko Haram e la ventilata condanna a morte della cristiana Meriem in Sudan abbiano svegliato l'Occidente dal suo torpore nei confronti delle persecuzioni contro i cristiani. Sembra, dicevo, perché temiamo che agli appelli indignati non seguirà altro. Certo, un appello indignato è sempre meglio dell'indifferenza che ha regnato finora. Ma le élites occidentali, si sa, sono molto più sensibili ai diritti dei gay e della c.d. «salute riproduttiva», temi per i quali fanno sentire la mano pesante in ogni angolo del pianeta. Perciò, anche ammesso che le studentesse nigeriane e la dottoressa sudanese vengano liberate, un cristiano ogni cinque minuti continuerà ad essere ammazzato soprattutto per mano islamica.
Sì, è vero, pogrom anticristiani si hanno anche da parte degli induisti e vessazioni si registrano nei Paesi ancora comunisti. Ma il fondamentalismo islamico è la realtà più diffusa e aggressiva, ed è inutile far finta che non sia così. Ha fatto bene, dunque, Franco Cardini a pubblicare la sua analisi sdegnata per i silenzi occidentali sul «Giornale» del 19 maggio 2014. All'illustre storico mi lega un'amicizia trentennale e almeno un paio di sue prefazioni a miei libri. Credo di aver letto tutto quel che ha scritto in vita sua (decine di volumi), perciò mi sono letteralmente bevuto l'articolo. Tuttavia, qualcosa, sul finale, mi ha lasciato perplesso. Se non ho capito male, Cardini lascia intendere che l'attuale recrudescenza islamica abbia origine nel desiderio di rivincita contro il colonialismo occidentale, così che i cristiani in terra islamica, visti come appendici dell'Occidente, pagano per tutti e in attesa di far pagare tutti.
Ora, se questa è la tesi (anche se un articolo di quotidiano, pur richiamato in prima pagina, forse non dà agio di spiegarsi con precisione), mi ricorda un po' quel che diceva Bill Clinton dopo l'11 settembre. Clinton sosteneva, infatti, che gli islamici non avevano mai dimenticato l'oltraggio loro inflitto dalle Crociate. Discorso analogo fece Gad Lerner in suo libro di qualche anno dopo. Ma fu proprio Cardini (che, a differenza di Clinton e Lerner, è un medievista) a far presente che delle Crociate l'islam quasi nemmeno si accorse, visto che compresero solo due secoli e una piccola fetta litoranea di Palestina. A guardare la storia intera, poi, si vede che gli islamisti non hanno alcun titolo per rinfacciare i colonialismi altrui, dal momento che l'islam si è sempre espanso a mano armata e ha, per giunta, distrutto tutte le culture precedenti (come denunciato dallo scrittore indiano Vidiadhar Naipaul, premio Nobel 2001).
Se poi si vuole andare nello specifico, il colonialismo occidentale, in Africa, fece cessare, per esempio, la tratta degli schiavi, di cui gli arabi musulmani erano i primi responsabili. Il colonialismo, pur tra ombre e luci, mise ordine in un mondo perennemente in stato di guerra tribale, guerra endemica che procurava schiavi ai trafficanti arabi, i quali vedevano schiavi ai loro correligionari ovunque sparsi. Il colonialismo francese in Algeria, altro esempio, iniziò per dire basta alla piaga della pirateria musulmana, che ancora a fine Ottocento rendeva il Mediterraneo un mare impraticabile. La grande rivolta del Mahdi sciita in Egitto e in Sudan, con massacri che costarono la vita anche al governatore inglese di Khartoum, non c'entrava col colonialismo, bensì col conflitto che ancora oggi contrappone sunniti e sciiti per decidere chi deve guidare l'islam alla conquista del mondo.
Così scriveva Silvio Solero (nel 1928!) ne L'islamismo, sintesi storico-critica (Hoepli): «La potenza islamica ebbe una lunga durata per il fatto che, ad ogni svolta della sua storia, essa trovò forze nuove che si mettevano al servizio dell'Islam (...). L'avvenire dirà se il rogo islamico sia spento per sempre, ovvero sia capace di divampare un'altra volta, incendiario, nel mondo». Infatti, se si guarda a tutta la sua storia, l'espansione islamica (sempre militare, si badi) alterna fasi di grande fermento a fasi di torpore e stasi. Fermata alle porte di Vienna e dopo un secolo di permanenza a Budapest e Belgrado, la potenza del califfato dovette vedersela coi russi. Poi, la campagna napoleonica d'Egitto diede il colpo di grazia. Fu allora che torme di studenti musulmani invasero le università europee per studiare le ragioni della superiorità occidentale. E le armi e le invenzioni occidentali vennero usati per far rinascere l'islam. Dopo la sconfitta nella Grande Guerra, i Giovani Turchi copiarono letteralmente le idee di Mazzini, declinandole però in un genocidio anticristiano, quello degli armeni. Quando l'Europa fu in preda dei nazionalismi, ecco il clone islamico, il c.d. nazionalismo arabo. Poi l'Europa scoprì il socialismo e, come da copione, sorsero i vari Nasser, Sadat, Gheddafi. Ora, crollata l'Urss, gli ideologi islamisti sfornano altre due invenzioni occidentali: il fondamentalismo e il terrorismo. Ed è puramente sloganistico il riferirsi da parte del defunto Bin Laden (laureato in Occidente) ai «crociati», visto che nel termine era compreso pure Israele.
Ma è storia vecchia: anche Maometto II ebbe bisogno di un esperto cannoniere rinnegato per prendere Costantinopoli nel 1453. La verità è che il letteralismo coranico non può produrre niente di originale, e tutto deve prendere dall'Occidente, a cominciare dai kalashnikov. Trae la sua forza dall'arrendevolezza occidentale e, storia alla mano, si siede quando l'Occidente reagisce. E aspetta un momento migliore per ricominciare con altro metodo. Ma non desisterà mai. Non può, a meno di rinnegare se stesso. E' una religione che, per sua natura, deve dominare su tutto. L'attuale fondamentalismo l'ha trasformata in ideologia, ma anche l'ideologia è invenzione occidentale. Ma che succederebbe se, per ipotesi, ci riuscisse? La mente corre all'Africa romana: quando il rullo compressore islamico le passò sopra, scomparve pure la ruota...

DOSSIER "LE GLORIOSE CROCIATE"
Tutto quello che ci hanno insegnato è falso

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23/05/2014

9 - OMELIA SANTISSIMA TRINITA' - ANNO A - (Gv 3,16-18)
Chi crede in lui non è condannato
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15 giugno 2014)

Quando san Patrizio evangelizzò l'Irlanda, volendo spiegare il mistero della Santissima Trinità, si servì di un piccolo esempio: prese fra le mani un trifoglio e disse che, come quelle tre foglioline formavano un'unica piantina, così le tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, formano un unico Dio. L'esempio riuscì allo scopo: la folla che ascoltava abbracciò la fede cristiana e da allora, anche in tempi recenti, il giorno di san Patrizio, gli irlandesi attaccano al vestito un mazzolino di trifoglio, in memoria della loro conversione e in onore del Santo che li ha evangelizzati.
Il mistero della Trinità, celebrato in questa prima domenica dopo Pentecoste, è il primo mistero della fede cristiana, il più importante e il meno accessibile all'intelligenza umana. Vi si possono solo cogliere dei pallidi riflessi nella creazione, la quale, essendo opera di Dio, reca in se stessa l'impronta del suo Creatore. Per questo motivo, l'intelligenza umana non può arrivare a comprendere questo mistero, ma capisce che tale mistero, pur superando l'umana comprensione, non è contro la ragione; comprende inoltre che le similitudini che troviamo nell'opera della creazione confermano il nostro atto di fede.
La ragione umana non sarebbe mai riuscita a conoscere che Dio è in tre Persone uguali e distinte. Questa verità la sappiamo solo perché Gesù ce l'ha rivelata. La frase della Scrittura che maggiormente ci fa comprendere questo mistero è l'affermazione di san Giovanni evangelista: «Dio è amore» (1Gv 4,8). In questa piccola frase è racchiuso tutto il mistero di Dio uno e trino. Dio è trino, in tre Persone, proprio perché è Amore. Quando parliamo di amore, si parla sempre di una comunione di persone: la persona che ama, la persona amata e l'amore reciproco. Il Padre ama il Figlio, il Figlio ama il Padre e l'amore reciproco tra il Padre e il Figlio è lo Spirito Santo. C'è amore solo dove c'è comunione. Ma, pur essendo in tre Persone, vi è un unico Dio, poiché l'amore unisce e, in Dio, l'amore è così perfetto che di tre Persone c'è un solo Dio. Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio, e insieme non formano tre divinità, ma un unico Dio.
Il mistero della Santissima Trinità si riflette in modo particolare nell'uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio. Tra le creature visibili, l'uomo e la donna sono le più perfette, quelle che maggiormente rivelano il mistero di questa comunione divina. Inoltre, quanto più uno ama, quanto più uno è santo, tanto più conosce Dio e lo fa conoscere al mondo.
La famiglia umana è chiamata alla santità, proprio perché è chiamata a riflettere il mistero di Dio. Più persone, unite dall'amore, formano un'unica famiglia e devono aiutarsi vicendevolmente ad amare e a servire il loro Creatore. Sganciata ed emancipata da Dio, la famiglia perde molto del suo valore e viene meno alla sua vocazione. Il beato Carlo, ultimo imperatore d'Austria, il giorno del suo fidanzamento, disse alla sua promessa sposa che da quel momento in poi si dovevano aiutare reciprocamente ad andare in Paradiso. E, alcuni anni dopo, affermò che avrebbe preferito che il Signore prendesse con Sé i suoi figli, piuttosto che essi commettessero un solo peccato mortale.
Dio è amore infinito e tale amore liberamente si vuole riversare sulle creature, innanzitutto sull'uomo, il quale per il peccato si era separato dal suo Creatore. Per questo motivo, il Vangelo di oggi così afferma: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). L'amore di Dio è venuto incontro a noi e ci ha salvati. Così la prima lettura di oggi mette in luce quella che è la caratteristica più grande di Dio, ovvero la misericordia, e lo afferma con queste parole: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6). L'amore infinito di Dio si manifesta nella Croce di Gesù. Guardando Gesù, morto e risorto per noi, noi vediamo tutta la ricchezza della misericordia divina.
Salvati dall'amore, noi siamo chiamati a vivere nell'amore vicendevole. San Paolo, nella seconda lettura di oggi, lo afferma con chiarezza: «Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi» (2Cor 13,11). Una famiglia che si ama, una Comunità affiatata, sono riflesso della comunione d'amore che vi è tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Quando dei fratelli si vogliono bene si dice che essi sono un cuore e un'anima sola. Così si diceva della prima Comunità cristiana di Gerusalemme e così si deve dire di ogni Comunità radunata dall'amore di Dio. Diversamente, daremo una contro testimonianza, anzi, saremo di scandalo. Nel Monastero di san Damiano, nelle vicinanze di Assisi, si diceva che santa Chiara e le sue consorelle erano così congiunte dalla mutua carità da avere, fra di loro, come un'unica volontà (cf FF 352). Come esortava san Paolo nella seconda lettura, quelle sante suore avevano gli stessi sentimenti e il loro amore vicendevole era talmente grande che la loro vita umile e nascosta era un piccolo riflesso di Cielo.
«Tendete alla perfezione» (2Cor 13,11), ci ripete san Paolo. La perfezione non consiste nel compiere miracoli, ma nell'amare con tutte le nostre forze Dio e il prossimo. Se faremo così, l'amore di Dio sarà sempre con tutti noi e noi potremo riflettere nel modo migliore il mistero di Dio, uno e trino.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15 giugno 2014)

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