BastaBugie n�113 del 06 novembre 2009

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1 L'EUROPA NON VUOLE IL CROCEFISSO A SCUOLA: SIGNORE E SIGNORI, ECCO LA CRISTIANOFOBIA AL POTERE!

Autore: Massimo Introvigne - Fonte: Cesnur
2 DONAZIONI PER SOSTENERE BASTABUGIE: ECCO I MESSAGGI DI INCORAGGIAMENTO DEI LETTORI FEDELI

Fonte: Redazione di BastaBugie
3 CASO MARRAZZO 1: LA QUESTIONE MORALE IN ITALIA

Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
4 CASO MARRAZZO 2: CHE CI FA L'EX GOVERNATORE DEL LAZIO ALL'ABBAZIA BENEDETTINA DI MONTECASSINO?

Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
5 QUARANTA VESCOVI, CENTO PASTORI E QUASI MEZZO MILIONE DI FEDELI ANGLICANI CHIEDONO DI RIENTRARE IN COMUNIONE CON LA CHIESA CATTOLICA

Fonte: Corrispondenza Romana
6 RU486: ECCO PERCHE' SI E' RIVELATA PERDENTE LA STRATEGIA DI ALCUNI CATTOLICI... CON CONSEGUENZE IRREPARABILI

Fonte: Corrispondenza Romana
7 HALLOWEEN: COME SI SOSTITUISCE UNA FARSA CONSUMISTICA AD UNA FESTA CRISTIANA (CON L'AIUTO INSOSTITUIBILE DELLA SCUOLA)

Autore: Adolfo Morganti - Fonte: Cultura Cattolica
8 LE SETTE VERITA' FONDAMENTALI DI PINOCCHIO
Sono tutte cristiane: la nostra origine da un Creatore, il peccato originale, il demonio, Cristo unico salvatore, Dio come fondamento della dignità umana, la vita di Grazia, inferno e paradiso
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Contro Maestro Ciliegia (ed. Jaca Book)
9 OMELIA PER LA XXXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - B - (Mc 12,38-44)

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - L'EUROPA NON VUOLE IL CROCEFISSO A SCUOLA: SIGNORE E SIGNORI, ECCO LA CRISTIANOFOBIA AL POTERE!

Autore: Massimo Introvigne - Fonte: Cesnur, 4 ottobre 2009

Ci siamo. Da diverso tempo si accumulavano i segnali di un prossimo colpo delle istituzioni europee contro il cristianesimo e la Chiesa Cattolica. Qualche mese fa, il 4 marzo 2009, avevo avuto occasione di partecipare come esperto a Vienna a una conferenza dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) dove era stato lanciato l’allarme su una montante «cristianofobia», che in diversi Paesi non si limitava più alla propaganda ma si esprimeva in leggi e sentenze contro la libertà religiosa e di predicazione dei cristiani e contro i loro simboli. L’attacco anticristiano si era finora svolto in modo prevalentemente indiretto, attraverso la proclamazione di presunti «nuovi diritti»: anzitutto, quello degli omosessuali a non essere oggetto di giudizi critici o tali da mettere in dubbio che le unioni fra persone dello stesso sesso debbano godere degli stessi riconoscimenti di quelle fra un uomo e una donna. Tutelando gli omosessuali non solo – il che sarebbe ovvio e condivisibile – da violenze fisiche, ma da qualunque giudizio ritenuto discriminante ed etichettato come «omofobia», le istituzioni europee violavano fatalmente la libertà di predicazione di tutte quelle comunità religiose, Chiesa Cattolica in testa, le quali hanno come parte normale del loro insegnamento morale la tesi secondo cui la pratica omosessuale è un disordine oggettivo e uno Stato bene ordinato non può mettere sullo stesso piano le unioni omosessuali e il matrimonio eterosessuale.
La sentenza «Lautsi c. Italie» del 3 novembre 2009 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo segna il passaggio della cristianofobia dalla fase indiretta a una diretta. Non ci si limita più a colpire il cristianesimo attraverso l’invenzione di «nuovi diritti» che, proclamando il loro normale insegnamento morale, le Chiese e comunità cristiane non potranno non violare, ma si attacca la fede cristiana al suo cuore, la croce. I giudici di Strasburgo – dando ragione a una cittadina italiana di origine finlandese – hanno affermato che l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche italiane viola i diritti dei due figli, di undici e tredici anni, della signora Lautsi, li «perturba emozionalmente» e nega la natura stessa della scuola pubblica che dovrebbe «inculcare agli allievi un pensiero critico». Ove tornasse in Finlandia, la signora Lautsi dovrebbe chiedere al suo Paese natale di cambiare la bandiera nazionale, dove come è noto figura una croce, con quale perturbazione emozionale dei suoi figlioli è facile immaginare. Basta questa considerazione paradossale per capire come, per qualunque persona di buon senso, la croce a scuola o sulla bandiera non è uno strumento di proselitismo religioso ma il simbolo di una storia plurisecolare che, piaccia o no, non avrebbe alcun senso senza il cristianesimo. In Italia la signora Lautsi intascherà cinquemila euro dai contribuenti – un piccolo omaggio della Corte di Strasburgo – e avrà diritto di far togliere i crocefissi dalle aule dove studiano i figli. Certo, ci sarà l’appello, e giustamente il nostro governo rifiuterà di applicare questa sentenza ridicola e folle. Ma le «toghe rosse» italiane si sentiranno incoraggiate dai colleghi europei. Che non sono tutti «stranieri» dal momento che uno dei firmatari della sentenza è il giudice italiano a Strasburgo, il dottor Vladimiro Zagrebelsky, campione – insieme al fratello minore Gustavo – del laicismo giuridico nostrano.

Fonte: Cesnur, 4 ottobre 2009

2 - DONAZIONI PER SOSTENERE BASTABUGIE: ECCO I MESSAGGI DI INCORAGGIAMENTO DEI LETTORI FEDELI

Fonte Redazione di BastaBugie

Nel numero scorso di BASTABUGIE in occasione del 2° anniversario di fondazione, abbiamo lanciato una sottoscrizione per raccogliere i fondi necessari a migliorare tecnicamente il servizio.
La risposta dei nostri affettuosi lettori (ormai duemila...) ci ha davvero commosso. La redazione è stata sommersa da messaggi di incoraggiamento tra i quali ne abbiamo scelto qualcuno e ve lo riportiamo qui sotto. Anche le offerte stanno arrivando generose... Continuate così.
Ricordiamo che l'offerta è volontaria, nel senso che BASTABUGIE rimarrà sempre gratuito. Proprio per questo chiediamo a chi può di fare una offerta per permetterci di servirvi meglio.
Ricordiamo inoltre che a tutti coloro che ci manderanno almeno dieci euro, invieremo per ringraziare un cd contenente tutti i file con gli oltre cento numeri di BASTABUGIE finora pubblicati. Il cd conterrà inoltre i quasi trecento articoli che erano stati inviati prima del numero 1 del novembre 2007. Quindi un totale di oltre mille articoli selezionati per voi in questi anni. E' un modo per ringraziare coloro che ci aiuteranno in questo ambizioso progetto. Al termine di questo articolo trovate i dati per fare il bonifico o inviare l'assegno. Ma ecco ora alcuni dei messaggi che ci avete inviato. Grazie del vostro incoraggiamento.
 
ECCO ALCUNI MESSAGGI DEI LETTORI
 
Gentile redazione, ricevo puntualmente il vostro bollettino, che apprezzo molto. Grazie per la vostra opera di diffusione della verità. Filippo
 
Non faccio fatica a prendere atto di quanto il sistema dell'informazione sia traviato e piegato ad alcune precise volontà.
Grazie per il vostro prezioso contributo alla Verità, la strada maestra per arrivare a Cristo.
Cordialità, Thomas
 
Grazie per la vostra preziosa mail settimanale. Valerio
 
Evviva finalmente la verità trionfa. Buon lavoro. Un saluto Roberta
 
Leggo sempre con grande interesse BASTABUGIE, eccellente 'vetrina' delle questioni via, via emergenti sull'orizzonte di questo nostro anticristico, travagliatissimo tempo, e tutte di grande impatto filosofico e politico. Francesco
 
In occasione del secondo anniversario vi ringrazio di cuore delle notizie che mi fornite. Complimenti. Sergio
 
Gentile redazione "Basta Bugie", sono un medico e spesso una mia collega mi ha inviato alcune lettere che ho letto con estremo interesse. Grazie Elisabetta
 
Bellissimo notiziario! Lo leggo sempre! Grazie per l'opera che fate. Gabriele
 
cari amici, mi complimento con gli ideatori e i curatori di questa interessante iniziativa che consente a molti di essere informati tempestivamente di quelle notizie che non vengono messe i risalto come è necessario, affinché la gente le conosca. Arnaldo
 
complimenti per questo servizio che offrite! Continuate così. Luca

Sono molto contenta di ricevere la vostra selezione che ho anche cercato di diffondere.
Sono grata a un mio amico di avermela fatta conoscere e di avermela trasmessa. Grazie per quanto fate e che Dio Vi ricompensi e Vi benedica!!!
Con gratitudine e stima, Andreina
 
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Fonte: Redazione di BastaBugie

3 - CASO MARRAZZO 1: LA QUESTIONE MORALE IN ITALIA

Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 2 novembre 2009

Il “caso Marrazzo”, dopo il “caso Boffo” e le vicende legate al nome del presidente Berlusconi, ha riproposto con forza all’attenzione dell’opinione pubblica la gravità della “questione morale” in Italia.
Per i mass-media la rilevanza dello scandalo Marrazzo non deriva dal fatto che l’ex presidente della Regione Lazio fosse un frequentatore abituale di transessuali, ma dall’estorsione di cui egli è stato vittima, e forse complice. Nella vita privata infatti, secondo i mezzi di comunicazione, ognuno è libero di comportarsi a proprio piacere.
Con ciò l’Italia si avvia a celebrare degnamente i 150 anni della propria unificazione (marzo 2011). La classe politica risorgimentale predicò infatti il principio “libera Chiesa in libero Stato”, che sancisce la separazione della sfera religiosa da quella politica; negò, di conseguenza, l’esistenza della morale religiosa come fondamento del nuovo Stato unitario, anche se affermò la necessità di una morale “laica” a cui avrebbe dovuto ispirarsi la vita pubblica. Il romanzo Cuore di Edmondo de Amicis è lo specchio di questa concezione ottocentesca, che cercava di conservare il trinomio Dio, Patria e Famiglia, dissociandolo dalla Chiesa cattolica, che ne costituisce la fonte naturale.
I regimi politici cambiarono: all’Italia liberale succedette quella fascista e a questa l’Italia repubblicana e resistenziale; ma i regimi e le ideologie di volta in volta dominanti non riuscirono a sradicare i buoni sentimenti e principi degli italiani. Poi, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, accaddero tante cose nella vita politica e religiosa del nostro Paese: l’apertura a sinistra, il Concilio Vaticano II, il Sessantotto. Da allora l’Italia ha vissuto una Rivoluzione nei costumi e nella mentalità più devastante di una guerra mondiale.
La guerra del 1915-1918 fece in Italia 600.000 morti; quella del 1940-1945 ne provocò 450.000. Quante sono le vittime dell’aborto, della droga, della Rivoluzione sessuale, della depressione conseguente alla crisi della famiglia e alla perdita dei valori tradizionali? Si contano a milioni e sono vittime non solo fisiche, ma morali. Ciò che esse hanno perduto non è solo il corpo, ma l’anima, la ragione, la speranza di vivere con dignità e la fiducia in una vita futura felice, oltre la morte. La crisi è spirituale e non è solo italiana, ma europea e mondiale. Non è in frantumi soltanto la morale della Chiesa, ma anche quella laica, fondata sul diritto naturale.
Il caso Marrazzo è esemplare. Nessun commentatore ha osato pronunciare un giudizio sul comportamento dell’ex presidente della Regione dal punto di vista della morale, religiosa o laica che sia. Si parte dal presupposto che la vita privata degli uomini politici sia una sfera intoccabile, del tutto scissa da quella pubblica. L’azione pubblica è certamente più importante di quella privata. Per questo, lo abbiamo scritto, è preferibile un uomo politico immorale, ma contrario alla legalizzazione dell’immoralità, ad un altro uomo politico virtuoso nella vita privata, ma favorevole ad istituzionalizzare l’immoralità nelle leggi e nel costume.
Tuttavia, i cittadini hanno il diritto ad essere rappresentati da uomini totalmente integri e a conoscere e valutare la vita privata dei loro rappresentanti, per potere fare comunque le proprie scelte, alla luce dei principi morali in cui credono. E anche la trasgressione morale conosce diversi livelli di gravità. Oggi però si è perso il metro di giudizio e, ancora prima, si è smarrita l’idea stessa del Bene e del Male, del vizio e della virtù, del lecito e dell’illecito. L’unica cosa importante è non infrangere la legge. Purché non vi sia reato tutto è permesso. E’ la legge positiva, frutto della volontà mutevole degli uomini, a stabilire le leggi della convivenza civile. Non esistono, e guai ad evocarle, regole immutabili, principi assoluti, valori non negoziabili. L’unico peccato, nella società permissiva, è il moralismo, ovvero l’atteggiamento di chi ritiene che la morale non cambia, perché stabile e permanente  è la natura dell’uomo.
Oggi il continuo divenire e trasformarsi della morale è incarnato dalla figura del transessuale. Si tratta di una negazione dell’immutabilità della natura e delle sue leggi vissuta, ostentata, imposta, se è vero che il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna vorrebbe includere esplicitamente nel reato di omofobia la categoria transessuale, criminalizzandone la critica.
Con transessuale, si badi, non si intende chi, con un intervento chirurgico ha voluto definire un’incerta identità sessuale e conduce poi una vita coerente e regolata, ma chi sceglie una condizione sessualmente ambivalente per mercificare il proprio corpo. Quale giustificazione può darsi per chi fruisce di questo mercato? E se questa giustificazione esiste, magari riconducendola alla libertà di autodeterminazione, come negare analoga giustificazione a chi volesse consumare un atto sessuale con un fratello o una sorella, con un animale o con un cadavere? Nella perversione umana non c’è fine ed il marchese de Sade ha già teorizzato tutte le possibilità.
I mezzi di comunicazione ignorano le leggi morali e spesso le combattono. I cattolici però, di fronte agli scandali, non possono restare in silenzio, come oggi sembra accadere. Non si tratta di accusare l’ex presidente Marrazzo, ma di stigmatizzare la natura del peccato che lo ha portato alla sua uscita di scena. Ci vorrebbe la voce di un profeta dell’Antico Testamento, di un san Francesco di Assisi o di una santa Caterina da Siena per gridare ai quattro venti che se il transessuale è un fratello per il quale, come per ogni altro uomo, Gesù Cristo ha versato il suo sangue, la filosofia e la pratica transessuale sono un abominio, frutto del coerente processo di degradazione della società contemporanea.
Una società che rinnega la natura umana e si abbandona alle tendenze sregolate è condannata ad essere spazzata dalla storia, come tante volte è accaduto. E’ per evitare l’annientamento delle nazioni europee, di cui parla il messaggio di Fatima, che occorre risvegliarsi, ricomponendo la frattura tra politica e morale che costituisce il peccato di origine dell’Italia risorgimentale.
Sono queste le parole che ci attendiamo dai nostri Pastori, ai quali ci rivolgiamo sperando contro ogni speranza.

Fonte: Corrispondenza Romana, 2 novembre 2009

4 - CASO MARRAZZO 2: CHE CI FA L'EX GOVERNATORE DEL LAZIO ALL'ABBAZIA BENEDETTINA DI MONTECASSINO?

Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 29 ottobre 2009

Con qualche perfidia ieri La Repubblica ha titolato “la giornata da incubo di Piero Marrazzo” con queste parole: “vorrei scappare”. La moglie: “Serve un taglio netto”. Poi, anche su questo giornale, c’è la notizia del giorno: “La corsa all’eremo”.
Tutti i quotidiani hanno strologato su questa “fuga” dell’ex governatore del Lazio all’abbazia benedettina di Montecassino (e sulla ricerca, nel Pd, di un candidato alternativo per la Regione che, guarda caso, vanno a cercare fra le file cattoliche). Nessuno si sorprende che nello smarrimento e nell’angoscia si cerchi rifugio in un monastero.
Nessuno però sembra riflettere su quello che significa la Chiesa per tutti noi, anche per chi si professa laico e magari tuona contro i preti. I giornali sembrano aver paura di guardare in faccia la bellezza e la misericordia della Chiesa.
Temono forse di restarne incantati, affascinati. Questo spiega il loro immotivato anticlericalismo. Sparano a zero sulla Chiesa perché non riescono ad esserne indifferenti, mentre magari tentano di tirarla dalla propria parte. La odiano spesso perché sanno che – se si lasciassero andare – rischierebbero di amarla.
La Repubblica, sempre ieri, infatti, lanciava in prima pagina un logorroico sfogo antipapale di Hans Kung, il quale confonde papa Leone XIII con Leone XII (c’è mezzo secolo di distanza fra i due) e se la prende con papa Benedetto XVI perché perdona e accoglie nella Chiesa come il padre misericordioso del “figliol prodigo”.
Attaccano la Chiesa, ma poi tutti sanno che è il solo luogo del mondo dove loro stessi sempre saranno attesi a braccia aperte, anche nell’ultimo istante della vita, da qualunque parte vengano, chiunque siano, qualunque cosa abbiano fatto (pur continuando sempre – la Chiesa – a chiamare Bene il Bene e Male il Male, pur non rinunciando mai alla verità).
La Chiesa spalanca le sue braccia perfino ai suoi persecutori (si pensi a Napoleone). E’ davvero, letteralmente, una cosa dell’altro mondo in questo mondo. Perché agisce come Gesù ed è la presenza nella storia di Gesù stesso.
Infatti ogni uomo che sia provato dal dolore o dal bisogno, anche se cresciuto lontano dalla tradizione cristiana – penso a quegli immigrati di altre religioni che arrivano in Italia in condizioni penose – sa che qui c’è sempre un luogo dove tutti possono ricevere una minestra calda e un abbraccio fraterno, senza nulla chiedere, senza nessuna condizione: è la Chiesa.
Tutti sanno che questo è il luogo della misericordia. Perché tutte le desolazioni del mondo, tutte le afflizioni e le solitudini, tutte le miserie del mondo e tutti i miseri (specialmente i peccatori che sono i più poveri), trovano riparo sotto i rami di questa grande quercia, dentro l’abbraccio di questa tenera madre.
Compresa – come vediamo oggi – la disperazione di un uomo politico che per suoi “errori personali” (come dice lui), errori e debolezze che appartengono a tanti, che purtroppo si respirano nell’aria, si trova in una condizione di “troppa sofferenza” e desidera sparire e così trova rifugio nel silenzio di un chiostro benedettino.
Sì. C’è un luogo del mondo dove sarai sempre accolto.  Come scrive il grande Péguy, parlando di Notre Dame di Chartres, quindi parlando della Madonna, figura perfetta della Chiesa:
“il solo asilo nel cavo della vostra mano/ E il giardino dove l’anima si schiude”.
Quando – dentro la tormenta della vita – si prende la via della Chiesa e si entra nella sua pace e si accetta il suo perdono, ci si sente lavati, purificati e perfino rifatti: si rinasce nuove creature. E’ il solo luogo del mondo dove si è amati così come si è. E dove si è perdonati di tutto. E difesi sempre.
Noi cristiani siamo tutti dei perdonati. Come Jean Valjean, il galeotto protagonista dei “Miserabili”, viene difeso dal vescovo di Digne, monsignor Myrel, per il furto commesso ai suoi stessi danni.
La Chiesa, come la Madonna, difende sempre i peccatori (non il peccato, ma i peccatori) e così li purifica e dona loro il tesoro più grande: il perdono di Dio, la carezza del Nazareno.
Péguy scrive ancora:
“Noi ci siamo lavati da una così grande amarezza,/
Stella del mare e degli scogli,/
Noi ci siamo lavati da una così bassa schiuma,/
Stella della barca e delle reti./
Abbiamo lavato le nostre teste infelici/
da un tal mucchio di sporcizia e di ragionamenti.../
Ce ne han dette tante, o regina degli apostoli,/
Abbiamo perso il gusto per i discorsi./
Non abbiamo più altari se non i vostri,/
Non sappiamo nient’altro che una preghiera semplice”.
Quando un uomo arriva ad aver nausea dei discorsi del mondo e a non sapere “nient’altro che una preghiera semplice”, in ginocchio davanti alla “fanciulla di Nazaret”, significa che è già in salvo.

Fonte: Libero, 29 ottobre 2009

5 - QUARANTA VESCOVI, CENTO PASTORI E QUASI MEZZO MILIONE DI FEDELI ANGLICANI CHIEDONO DI RIENTRARE IN COMUNIONE CON LA CHIESA CATTOLICA

Fonte Corrispondenza Romana, 31 Ottobre 2009

La Santa Sede ha annunciato, lo scorso 20 ottobre 2009, la prossima pubblicazione di una Costituzione Apostolica di S.S. Benedetto XVI, con cui si accoglie la richiesta di circa quaranta vescovi, cento pastori e quasi mezzo milione di fedeli anglicani di rientrare in comunione piena e visibile con la Chiesa Cattolica.
Con questa storica decisione una parte dello scisma, che dal 1534 divide la Chiesa anglicana nata con il re Enrico VIII Tudor da quella di Roma, si chiuderà. Le motivazioni che hanno spinto una parte dei fedeli anglicani a riconoscere il Primato Romano sono legate all’insoddisfazione per alcune modifiche realizzate all’interno dell’anglicanesimo, tra cui l’ordinazione di donne al sacerdozio e all’episcopato, l’ordinazione di chierici omosessuali e la benedizione di coppie dello stesso sesso. Dopo la pubblicazione della Costituzione Apostolica, il Papa introdurrà una struttura canonica che prevede una riunione corporativa tramite l’istituzione di Ordinariati Personali, che permetteranno ai fedeli anglicani di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica. La figura degli ordinariati personali, che non dipendono dalle Diocesi, ricorda quella della prelatura personale (l’unica che esiste è l’Opus Dei) o i vicariati castrensi (diocesi senza territorio in cui un Vescovo rappresenta l’autorità ecclesiastica per i militari o le forze dell’ordine cattoliche e le loro famiglie, indipendentemente da dove si trovino).
In sintesi, spiega una nota della Congregazione per la dottrina della fede, la Costituzione Apostolica cerca di creare un equilibrio tra l’interesse di conservare il prezioso patrimonio anglicano liturgico e spirituale e la preoccupazione che questi gruppi e il loro clero siano incorporati nella Chiesa Cattolica. La costituzione prevede la possibilità dell’ordinazione di sacerdoti anglicani sposati, ma per i vescovi sposati il percorso sarà diverso: potranno accedere al livello del sacerdozio, lasciando l’episcopato e rimanendo sposati, come avviene nelle chiese orientali di rito latino.
Di conseguenza la Costituzione Apostolica stabilisce che l’Ordinario potrà essere un sacerdote celibe o sposato oppure un vescovo non sposato.
Va precisato che l’ammissione del matrimonio per i sacerdoti anglicani costituisce un regime transitorio: in futuro i nuovi preti di queste comunità dovranno essere celibi. Inoltre non sarà possibile a fedeli non anglicani usufruire di questa dispensa.
Agli anglicani che intendono abbracciare la fede cattolica si è chiesto di accettare, con il Primato Romano, il catechismo della Chiesa cattolica.

Fonte: Corrispondenza Romana, 31 Ottobre 2009

6 - RU486: ECCO PERCHE' SI E' RIVELATA PERDENTE LA STRATEGIA DI ALCUNI CATTOLICI... CON CONSEGUENZE IRREPARABILI

Fonte Corrispondenza Romana, 31 Ottobre 2009

Il 19 di ottobre il Consiglio di Amministrazione dell’Aifa ha dato il via libera alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della determina dell’autorizzazione all’introduzione in commercio della pillola RU486. La pubblicazione della determina è prevista entro il 19 di novembre.
La decisione era nell’aria, visto che un resoconto tecnico-scientifico, redatto dalla casa farmaceutica Exelgyn produttrice del Mifepristone, rivela che la RU486, se usata in modo corretto e nelle dosi indicate, non uccide nessuno (sic!).
Certamente tale resoconto tecnico-scientifico desta più di un sospetto e lascia aperti molti interrogativi, pur tuttavia la strategia messa in campo dalla gran parte degli esponenti cattolici e pro vita si è rivelata perdente, trasformandosi anzi in un clamoroso autogol. L’aver puntato quasi esclusivamente sulla pericolosità del farmaco per la salute della donna, lasciando fuori dal dibattito politico e mediatico il bambino, la vera ed unica vittima certa dell’aborto sia esso chirurgico o farmacologico, significa ora doversi arrendere al “nemico” e senza condizioni.
L’unico “successo” che verrà probabilmente raggiunto riguarda il rispetto della legge 194 che non contempla l’aborto a domicilio, come ribadisce in una nota il sottosegretario alla salute Eugenia Roccella. Già nel comunicato del 30 luglio scorso l’Aifa spiegava che «deve essere garantito il ricovero in una struttura sanitaria, così come previsto dall’art. 8 della Legge n. 194, dal momento dell’assunzione del farmaco sino alla certezza dell’avvenuta interruzione della gravidanza, quindi in regime di ricovero ordinario». Come mettere in atto tale determinazione, visti i costi elevatissimi che comporta il ricovero ospedaliero fino al momento dell’espulsione e vista l’impossibilità di obbligare la donna al ricovero, non è dato sapere. Comunque, sarà difficile se non impossibile, un improvviso cambiamento di strategia che possa portare ad una inversione di tendenza. Una volta data per certa l’assoluta non nocività (per la donna) della pillola abortiva ed il rispetto almeno formale dei criteri stabiliti dall’intoccabile Legge 194, c’è da scommettere che le parti avverse ben volentieri smetteranno di fronteggiarsi.

Fonte: Corrispondenza Romana, 31 Ottobre 2009

7 - HALLOWEEN: COME SI SOSTITUISCE UNA FARSA CONSUMISTICA AD UNA FESTA CRISTIANA (CON L'AIUTO INSOSTITUIBILE DELLA SCUOLA)

Autore: Adolfo Morganti - Fonte: Cultura Cattolica, 21 ottobre 2009

E così come ogni anno ci risiamo. Ma in effetti ogni anno è peggio. Il triste - perché totalmente ripetitivo - rituale consumistico di Halloween sta reiniziando a riempire non solo la nostra sopportazione, ma i manifesti del McDonald, le attività delle scuole, e persino molte sale parrocchiali. Mentre svuota le nostre tasche.
Attorno a quest'ultimo fatto (quante parrocchie "lasciano (quantomeno) organizzare" al proprio interno feste di Halloween?) c'è solo da rimarcare e stigmatizzare l'ignoranza religiosa che, soprattutto dentro la nostra chiesa particolare, grida scandalo sempre di più. In attesa che si intervenga.
Per quanto concerne l'orgia di consumismo infantile ed adolescenziale cui Halloween si riduce, nulla da dire: come ogni moda che giunge dagli USA, possiede evidentemente una capacità di condizionamento sociale che oltrepassa le capacità d'analisi razionale di troppi di noi; se è razionale andare in giro (parlo delle ed alle signorine) ad ombelico nudo nella stagione fredda, può essere accettabile anche travestirsi da zucche o fantasmi.
Ma nella scuola, momento centrale della formazione delle giovani generazioni, obbligo pubblico cui sono tenuti i nostri ragazzi fino ai 18 anni, non si può scherzare con l'ignoranza né prostituirsi a mode create per diffondere superstizione e far soldi.
E' semplicemente allucinante la prona e sorridente passività con cui questa moda culturale viene non solo accettata, ma attivamente promossa in troppe scuole pubbliche, dagli asili in su; come se fosse una moda neutra (e nessuna lo è) e come se non incidesse sui valori trasmessi. Ora, solo chi non conosce il grande potere della Festa può pensare una fesseria simile.
Halloween porta con sé un messaggio doppiamente negativo: acquiescenza totale al consumismo più sfrenato e marchiano (per favore, non si ciarli poi di "stili di vita" e di "maturità" dei ragazzi), e allenamento sistematico al peggiore dei relativismi, quello che volutamente confonde la Luce e l'Ombra, Dio e l'occulto, una cosa e il suo contrario.
Viene da rimpiangere il sano materialismo di 40 anni fa. Qui siamo al culto della parodia, all'inversione del sacro. E si tratta spesso di una scelta prettamente ideologica, da radicalismo di massa, finalizzata a terminare la distruzione della vita liturgica cristiana, sostituendo ad essa la migliore delle liturgie della modernità, quella della magia e del denaro. Halloween sta finendo di cancellare una festa familiare e religiosa così importante come la Festa dei Defunti. E guardate un po': nessuno leva la voce per protestare contro di essa in nome del rispetto delle altre religioni... Provate a vedere in quelle scuole che hanno cancellato in nome di un pluralismo imbecille e in malafede la presenza dei segni e delle feste cristiane se Halloween non viene semplicemente imposto dall'alto, leninisticamente, e per giunta difeso come "innocuo momento ludico ed educativo". Ma sappiamo bene che il gioco è cosa serissima, così come l'educazione. Non ci si prenda ancora in giro.
Buttiamo a mare le zucche. Diamo fuoco agli stracci stregoneschi e alle maschere di plasticaccia cinese. E dopo averlo fatto, andiamo a raccontarlo ai nostri morti tornando a trovarli ove riposano in attesa della Resurrezione della carne. Ci daranno ragione: loro sì che se ne intendono.

Fonte: Cultura Cattolica, 21 ottobre 2009

8 - LE SETTE VERITA' FONDAMENTALI DI PINOCCHIO
Sono tutte cristiane: la nostra origine da un Creatore, il peccato originale, il demonio, Cristo unico salvatore, Dio come fondamento della dignità umana, la vita di Grazia, inferno e paradiso
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Contro Maestro Ciliegia (ed. Jaca Book)

Che cosa in realtà ha espresso il Collodi nel suo più celebre libro, di là dalle sue intenzioni consapevoli e dichiarate? Non ha espresso nessuna delle ideologie correnti (...): conservatorismo moralistico, liberalismo illuministico, pauperismo, marxismo, psicanalismo ecc. Non le ideologie ma la verità, di sua natura universale ed eterna, è contenuta in questo magico racconto e, servita com'era da un'alta fantasia e da una fresca ispirazione poetica, spiega la sua rapida affermazione e il suo duraturo trionfo.

LE SETTE VERITA' FONDAMENTALI DI PINOCCHIO
Ma, per non lasciare nel vago le nostre affermazioni, quali sono specificamente le verità che senza possibilità di discussione, traspaiono nella storia del burattino? Sono sette quelle che reggono e illuminano tutta la vicenda.

A) IL MISTERO DI UN CREATORE CHE VUOLE ESSERE PADRE
Pinocchio, creatura legnosa, origina dalle mani di chi è diverso da lui; è costruito come una cosa, ma dal suo creatore è chiamato subito figlio. C'è qui l'arcano di un'alterità di natura, superata da uno strano, gratuito, imprevedibile amore.
Il burattino, chiamato sorprendentemente a essere figlio, fugge dal padre. E proprio la fuga dal padre è vista come la fonte di tutte le sventure; così come il ritorno al padre è l'ideale che sorregge Pinocchio in tutti i suoi guai, costituendo infine l'approdo del tormentato viaggio e la ragione della raggiunta felicità.

B) IL MISTERO DEL MALE INTERIORE
 In questo libro è acutissimo il senso del male. E il male è in primo luogo scoperto dentro il nostro cuore. Non è un puro difetto di conoscenza, come nell'illuminismo socratico; non è risolto tutto nella iniquità o nella insipienza delle strutture, come nell'ideologia liberalborghese in polemica con l'Ancien Régime o nell'ideologia marxista in polemica con la società liberalborghese. «Dal di dentro, cioè dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive» (Mc. 7,21).
Pinocchio sa che cosa è il suo bene, ma sceglie sempre l'alternativa peggiore (Vedi, c. 9: a scuola o al teatro dei burattini?; cc. 12 e 18: a casa o al Campo dei miracoli col Gatto e la Volpe; cc. 27: a scuola o alla spiaggia a vedere il Pescecane?; c. 30: dalla Fata o al Paese dei balocchi?). Soggiace chiaramente alla narrazione di queste sconfitte la persuasione della «natura decaduta», della «libertà ferita», della incapacità dell'uomo a operare secondo giustizia, espresso nelle famose parole: «Non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» (Rm.7,19).

C) IL MISTERO DEL MALE ESTERIORE ALL'UOMO
La nostra tragedia è aggravata dal fatto che sono all'opera, esteriormente a noi, le potenze del male.
Esse non sono viste come forze impersonali, quasi oggettivazioni delle nostre inclinazioni malvagie o dei nostri squilibri, ma come esseri astuti e intelligenti che si accaniscono inspiegabilmente ed efficacemente contro la nostra salvezza.
Nella fiaba queste forze malefiche sono rappresentate vivacemente nelle figure del Gatto e della Volpe e raggiungono il vertice della intensità artistica e della lucidità speculativa nell'Ornino, corruttore mellifluo, tenero in apparenza, perfido nella realtà spaventosa e stupenda raffigurazione del nostro insonne Nemico: «Tutti la notte dormono, e io non dormo mai» (c. 31).

D) IL MISTERO DELLA MEDIAZIONE REDENTIVA
L’ideologia illuministica aveva diffuso nel mondo l'orgogliosa affermazione dell'autoredenzione dell'uomo: l'uomo può e deve salvare se stesso, senza alcun aiuto dall'alto.
Tutta la seconda parte del libro (dal c. 16 in avanti, che si potrebbe considerare quasi il Nuovo Testamento di questa specie di Bibbia) è costruita per smentire questa che è l'illusione dominante della nostra cultura. Pinocchio, interiormente debole e ferito, esteriormente insidiato da intelligenze maligne più astute di lui, non può assolutamente raggiungere la salvezza, se non interviene un aiuto superiore, che alla fine riesce a compiere il prodigio di riconciliarlo col padre, di riportarlo a casa, di dargli un essere nuovo.
Lo straordinario personaggio della Fata dai capelli turchini è posto appunto a indicare l'esistenza di questa salvezza che è donata dall'alto e può guidare allieto fine la tragedia della creatura ribelle.

E) IL MISTERO DEL PADRE, UNICA SORGENTE DI LIBERTÀ
La scelta di un burattino legnoso come protagonista della narrazione è anch'essa una cifra: è il simbolo dell'uomo, che è da ogni parte condizionato, che è schiavo degli oppressori prepotenti e dei persuasori occulti, che è legato a fili invisibili che determinano le sue decisioni e rendono illusoria la sua libertà.
Il burattinaio di turno può anche essere soppresso dall'una o dall'altra rivoluzione, ma fino a che la creatura umana resta solitaria marionetta, ogni burattinaio estinto avrà fatalmente un successore.
Pinocchio non può restare prigioniero del teatrino di Mangiafoco, perché a differenza dei suoi fratelli di legno riconosce e proclama di avere un padre. Il senso del padre è dunque la sola sorgente possibile della liberazione dalle molteplici, cangianti e sostanzialmente identiche tirannie che affliggono l'uomo.

F) IL MISTERO DELLA TRASNATURAZIONE
Pinocchio riesce a raggiungere la sua perfetta libertà interiore e a realizzarsi perfettamente in tutte le sue virtualità soltanto quando si oltrepassa e arriva a possedere una natura più alta della sua, la stessa natura del padre. È la realizzazione sul piano dell' essere della vocazione filiale con la quale era cominciata tutta la storia.
Noi possiamo essere noi stessi soltanto se siamo più di noi stessi, per una arcana partecipazione a una vita più ricca; l'uomo che vuole essere solo uomo, si fa meno uomo.

G) IL MISTERO DEL DUPLICE DESTINO
La storia dell'uomo, come è concepita e narrata in questo libro, non ha un lieto fine immancabile.
Gli esiti possibili sono due: se Pinocchio si sublima per la mediazione della Fata nella trasnaturazione che lo assimila al padre, Lucignolo - che non è raggiunto da nessuna potenza redentrice - s'imbestia irreversibilmente. La nostra vicenda può avere due opposti finali: o finisce in una salvezza che eccede le nostre capacità di comprensione e di attesa, o finisce nella perdizione.

VERITÀ CRISTIANE
Queste sette convinzioni, si è visto, sono affermate e conclamate dal libro, e non so come sia possibile con qualche ragionevolezza dubitarne.
Orbene, è anche fuori dubbio che esse siano sette fondamentali verità della visione cristiana, e cioè:
a) La nostra origine da un Creatore e la nostra vocazione a diventare suoi figli
b) Il peccato originale e la decadenza della nostra volontà che da sola non sa resistere al male
c) Il demonio, creatura intelligente e malvagia, che lavora alla nostra rovina
d) La mediazione salvifica di Cristo, come unica possibilità di salvezza 
e) Il senso di Dio, fondamento della dignità umana e della nostra libertà di fronte a qualsivoglia oppressione
f) Il dono della vita di grazia, che ci fa partecipi della natura di Dio
g) I due diversi destini eterni tra i quali siamo chiamati a decidere. (...)
È dunque una lezione di vita che possiamo imparare: le ideologie possono servire per far politica, per arricchire, per far carriera, per organizzare meglio l'esteriorità della vita terrena, per assicurarsi onori e vantaggi, per avviare rivoluzioni che lasciano la sostanza delle cose come prima, per intraprendere liberazioni che di solito si risolvono in un cambio di schiavitù; ma per la salvezza dell'uomo come uomo non servono. Per la salvezza occorre la verità: la verità sulla vita e sulla morte, sul senso dell' esistenza e sulla sua insignificanza, sulla felicità e sul dolore, sulla possibilità di speranza e sulla disperazione, sulla nostra origine e sul nostro ultimo destino.
La salvezza comincia quando l'uomo si rende conto che la sua vera alienazione sta nel rifugiarsi nell'una o nell'altra ideologia per la paura di misurarsi con la verità, e comincia a capovolgere questo mortificante processo. È l'insegnamento più elevato e più utile che si possa trarre dalla vicenda umana di Carlo Lorenzini detto Collodi e dal «caso» letterario de Le avventure di Pinocchio.

Nota di BastaBugie: questo brano è tratto dal libro del Cardinal Giacomo Biffi, "Contro Maestro Ciliegia. Commento teologico a Le avventure di Pinocchio", ed. Jaca Book

CARD. GIACOMO BIFFI
La fede che diventa cultura

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Fonte: Contro Maestro Ciliegia (ed. Jaca Book)

9 - OMELIA PER LA XXXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - B - (Mc 12,38-44)

Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per l'8 novembre 2009)

Il tema centrale della liturgia della Parola di questa domenica è la generosità della creatura nei confronti di Dio a cui segue sempre una generosità ancora più grande di Dio verso le sue creature. È quanto abbiamo letto nella prima lettura. Dio chiede alla vedova di Sarepta tutto quello che ella aveva per vivere: un pugno di farina e un po’ d’olio. Era l’unico sostentamento per lei e per suo figlio. Dio le chiede quell’atto di generosità per sfamare il profeta Elia, ed ella, con grande carità preparò una focaccia per il Profeta. Dio ricompensò ampiamente quel gesto facendo sì che né la farina venne meno nella giara e né l’olio diminuì nell’orcio. E così Elia, la vedova e suo figlio poterono mangiare per diversi giorni.
In questo episodio ammiriamo la fede di entrambi, di Elia e della vedova, e la generosità di quest’ultima, la quale è di esempio per ciascuno di noi.
La stessa generosità la vediamo nel brano del Vangelo: Gesù osserva che diversi ricchi gettavano nel tesoro del tempio molte monete, mentre una povera vedova vi gettò due monetine che erano tutto ciò che ella aveva. Gesù lodò quella generosità, dicendo: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei, invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». (Mc 12,43-44).
Dio non può rimanere indifferente di fronte alla generosità delle sue creature e ricompensa ampiamente ogni gesto di bontà verso di Lui e verso il prossimo. Possiamo affermare che, nella vita cristiana, per moltiplicare le nostre sostanze, le dobbiamo dividere. Quanto più condivideremo, tanto più saremo beneficati dal Signore.
Il Signore guarda il cuore e non tanto l’offerta che facciamo. Per questo motivo, nel brano che abbiamo letto, Gesù rimproverò aspramente la condotta degli scribi e dei farisei, i quali ostentavano una santità di vita solo apparente, mentre dentro di loro nascondevano una grande malvagità. Essi amavano ricevere i primi posti, pregavano a lungo per farsi vedere, apparentemente sembravano degli esempi per tutti, ma in realtà, secondo le parole di Gesù, «riceveranno una condanna più severa» (Mc 12,40).
Con queste parole, Gesù ci indica la semplicità della vita come un ideale a cui tendere incessantemente. Essere semplici significa essere trasparenti, cristallini, puri nella nostra intenzione, facendo tutto per amore di Dio e del prossimo, senza nascondere altri motivi dettati dal nostro amor proprio.
Si racconta che un giorno san Francesco d’Assisi incontrò una povera vecchietta che chiedeva l’elemosina. Non potendo resistere oltre, nella sua generosità, il Santo di Assisi le diede il suo mantello. Subito dopo fu preso da un sentimento di vanagloria per la bella figura che aveva fatto davanti alla folla che era lì attorno a lui. La gente iniziava già a lodarlo per quel gesto caritatevole, allora egli prese la parola e disse che non dovevano lodarlo perché, davanti a Dio, quell’azione non valeva niente dal momento che si era insuperbito (cf FF 716). San Francesco non voleva apparire esteriormente ciò che non era.
Questo episodio ci insegna ancora una volta che le nostre azioni varranno davanti a Dio nella misura dell’amore che ci metteremo. Un gesto caritatevole, fatto per vanagloria, è come un legno tarlato, bello dal di fuori, ma dentro è tutto vuoto. Una opera buona fatta per essere lodati è come le opere fatte dagli scribi e dai farisei, i quali si servivano di Dio come di uno sgabello per innalzarsi al di sopra degli altri. Si capisce come simili azioni valgano poco o nulla.
Ricerchiamo l’autentico amore di Dio e del prossimo, allora le nostre azioni acquisteranno un valore molto grande. Facciamo come le due vedove di cui parlano le letture di oggi: siamo generosi con Dio, ed Egli lo sarà con noi.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per l'8 novembre 2009)

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