BastaBugie n�373 del 31 ottobre 2014

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1 CITTADINI TURCHI IN EUROPA SENZA VISTO (TERRORISTI COMPRESI)
Il 40% della popolazione turca ha un'opinione negativa dei cristiani, ma l'Europa spalanca loro le porte
Fonte: No Cristianofobia
2 GLI ANIMALI SONO PIU' O MENO INTELLIGENTI A SECONDA DEI RISPETTIVI PROPRIETARI
Quando mi imbatto in una coppia di animali, uno con due zampe e l’altro con quattro, per sicurezza cambio marciapiede
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 AVANZA LA DITTATURA GAY: IL SINDACO DI HOUSTON ORDINA AI PRETI DI CONSEGNARE LE PREDICHE PER POTERLI DENUNCIARE IN TRIBUNALE
La sindaca lesbica era già famosa per aver costretto i locali pubblici a far utilizzare i bagni del sesso opposto qualora l'identità di genere non corrisponda al sesso biologico
Fonte: Tempi
4 LETTERA A BERLUSCONI: QUESTO MATRIMONIO (GAY) NON S'HA DA FARE
Caro Silvio, ma davvero credi che una legge alle tedesca sulle unioni gay sia compatibile con la difesa della famiglia naturale?
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 CONCLUSIONI SUL SINODO APPENA TRASCORSO E ATTESA PER QUELLO DEL 2015
La Chiesa è anche oggi un campo di battaglia, come tante volte lo è stata, da Nicea al Vaticano II, dove non si sono scontrati conservatori e progressisti, ma cattolici veri e ''novatores''
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
6 CONGELARE GLI OVULI PER RIMANDARE LA GRAVIDANZA?
Due note aziende americane forniscono il servizio gratuitamente alle dipendenti, in modo da poterle sfruttare
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Avvenire
7 MI TRATTAVANO COME UN VEGETALE, MA IO SENTIVO E CAPIVO TUTTO
Mia figlia era l'unica che si sedeva accanto al letto e parlava alla sua mamma (VIDEO: Lo scafandro e la farfalla)
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi
8 IN FRANCIA LA PEDOFILIA E' FINANZIATA DALLO STATO
A una mostra il manichino si eccita se il bimbo pigia un pedale, poi c'è la sagoma di una donna nuda dove le bambine possono mettere la testa (e altre curiosità pedopornografiche)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
9 IL SINDACO DI ROMA PROCEDE ALLA TRASCRIZIONE (ILLEGALE) DEI MATRIMONI GAY
Nel 390 a.C. furono le oche a salvare il Campidoglio: i soldati svegliati dal loro starnazzare respinsero l'assalto dei barbari! Oggi, al Campidoglio, sono scomparsi oche e soldati
Autore: Danilo Quinto - Fonte: Corrispondenza Romana
10 OMELIA SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI - ANNO A - (Mt 5,1-12a)
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
11 OMELIA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI - A - (Gv 6,37-40)
Chiunque vede il Figlio e crede in lui ha la vita eterna
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - CITTADINI TURCHI IN EUROPA SENZA VISTO (TERRORISTI COMPRESI)
Il 40% della popolazione turca ha un'opinione negativa dei cristiani, ma l'Europa spalanca loro le porte
Fonte No Cristianofobia, 22 ottobre 2014

Il presidente turco, Recep Erdogan, nell'annunciarlo, non ha nascosto la propria euforia. Né, da musulmano, avrebbe potuto: «La porta d'Europa senza visto turistico – ha dichiarato – sta ormai per essere aperta». Lo ha sancito la firma di un accordo sottoscritto col Commissario per gli Affari Interni dell'Ue, Cecilia Malmström. Dov'è il problema? Che le frontiere turche consentono il transito dei terroristi anti-Damasco; che la metà dei miliziani islamici del Fronte al-Nosra in Siria sono turchi; che turca è anche buona parte dei quadri degli altri gruppi armati jihadisti, dall'Isis al Fronte Islamico. E' tutto questo a render pericolosissima la libera circolazione nello spazio Schengen ai cittadini di quel Paese.

COSA SUCCEDERA' DA OGGI IN POI
E caso mai qualcuno nutrisse ancora dubbi, ecco i risultati di un recente sondaggio messo a punto dall'Università di Sanbancu: il 40% della popolazione turca ha «un'opinione negativa dei Cristiani». E l'Europa se li porta in casa, senza nemmeno chieder loro di bussare... incredibile! Chiunque e con qualunque intenzione, acquistando un banalissimo biglietto aereo, può automaticamente dalla Turchia raggiungere qualunque città europea, senza che alcuno Stato dell'Unione possa opporsi: a smorzar sul nascere qualsiasi titubanza ed a render violazione sanzionabile qualsiasi resistenza, provvedono la ratifica del trattato d'Amsterdam, avvenuta nel 1998, e quella del trattato di Lisbona, avvenuta nel 2007.

LA PALADINA DI IMMIGRAZIONISMO E NOZZE GAY
Per l'Italia, Cecilia Malmström, firmataria per l'Europa di questo accordo bilaterale effettivo dal primo gennaio, rappresenta una vecchia conoscenza: è la stessa che, sempre come Commissario per gli Affari Interni dell'Ue, ha avviato un'indagine contro il nostro Paese, contestandoci lo stato di degrado del centro d'accoglienza di Lampedusa. Ma, già in passato era assurta agli "onori" della cronaca, per aver salutato con entusiasmo due anni fa le dichiarazioni del Presidente Usa, Obama, a favore delle "nozze gay", nonché per aver, come primo ministro svedese, preso parte a varie edizioni del Gay Pride, all'estero – Varsavia 2007, ad esempio – e in Patria – prima oratrice alla parata del 2008 -; oltre a distinguersi per una frenetica attività nel gruppo di lavoro per le questioni Lgbt, interno all'Europarlamento. Ed ora si cimenta in questa nuova apertura, stavolta verso l'islam militante. Apertura, il cui costo, in termini culturali, sociali e di sicurezza interna, potrebbe essere, ancora una volta, enorme.

Fonte: No Cristianofobia, 22 ottobre 2014

2 - GLI ANIMALI SONO PIU' O MENO INTELLIGENTI A SECONDA DEI RISPETTIVI PROPRIETARI
Quando mi imbatto in una coppia di animali, uno con due zampe e l’altro con quattro, per sicurezza cambio marciapiede
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23/10/2014

Il 10 ottobre a Sesto San Giovanni (Milano) è accaduto un fatto increscioso. Un signore portava il suo cane alla consueta passeggiatina serale e così faceva una signora col suo. Solo che il primo era un molosso da mezzo quintale e il secondo un cagnolino da salotto. Le due bestiole, incrociandosi sullo stesso marciapiede, si sono azzuffate. Malgrado l'evoluzionismo e quasi due secoli di civiltà urbana i cani, che gli estimatori definiscono animali intelligenti, non hanno ancora capito che «marcare il territorio» sui marciapiedi, i portoni, gli angoli dei palazzi, le ruote delle auto, i cestini dei rifiuti è inutile.

IL TRISTE EPILOGO
Così, ogni tanto ci scappa la rissa con la concorrenza. E magari il morto, come nel caso di Sesto. Già, perché nell'impari lotta il cagnolino, com'era prevedibile, ha avuto la peggio e a nulla è valsa la corsa disperata dal veterinario notturno. Il proprietario del molosso ha fatto quel che ha potuto per separare i due cani, ma ci ha solo rimediato un morso da parte del suo. In effetti, è difficile trattenere una bestia infuriata alta sessanta centimetri e pesante cinquanta chili. Anche se ha il guinzaglio. Si aggiunga il fatto che molti (non sappiamo se era il caso di Sesto; anzi, non sappiamo neanche se i guinzagli ci fossero), per non infastidire troppo la loro bestiola, usano guinzagli che legano le spalle, non la gola, cosa che rende vieppiù difficoltosa la manovra di trattenimento in caso di guai. A Sesto il signore ha rimediato una ferita e la signora la perdita del cagnetto. Perdita secca, perché pare sia stato quest'ultimo ad attaccar briga. Perciò, niente risarcimento.
Tutto ciò si sarebbe tranquillamente potuto evitare se i due cani fossero stati provvisti di museruola, ma è tanto che di museruole non se ne vedono in giro. Sono antiestetiche e i cani non le gradiscono, subito accontentati dai proprietari. Le ultime, a mia memoria, le indossavano per protesta le sciure milanesi sotto al Comune quando la giunta Albertini osò emanare un'ordinanza in tal senso. Povera giunta, in fondo cercava di tamponare quella che in quei giorni appariva come un'emergenza di cronaca: bambini e anziani sbranati da cani casalinghi che, fino a quel momento, erano sembrati del tutto innocui. Non sappiamo se la giunta abbia ritirato l'ordinanza o diramato ai vigili l'ordine ufficioso di fare come se non esistesse. Il risultato è che nessun cane gira più con la museruola. E per il guinzaglio bisogna stare alla buona volontà (o al raziocinio) dei padroni.

I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE
«Padroni»? Ma sarà politicamente corretto questo termine? Se per gli animali bisogna ormai usare la locuzione «i nostri amici a quattro zampe», non si può continuare ad adoperare con loro una parola che richiama la schiavitù. Così, quando mi imbatto sul marciapiede in una coppia di «amici», uno con due zampe e l'altro con quattro, per sicurezza cambio corsia. Già una volta, entrando in casa di conoscenti, fui accolto dall'assalto del cagnone di casa, a stento trattenuto dai bipedi che lo mantenevano. Strano! - dissero - Non l'aveva mai fatto! Chissà cos'ha avvertito in te! Insomma, la colpa era mia. In un'altra occasione, sedevo sul divano accanto al micio casalingo mentre il mio ospite preparava il caffè: per mia fortuna ero giovane e (è il caso di dirlo) più svelto di un gatto perché la bestiola mirò ai miei occhi con gli artigli ed evitai la cecità grazie alla sveltezza di cui dicevo. Anche lì: strano! è così buono! non è che l'hai provocato? Sono ormai tanti quegli amici degli animali che, di amicizia, hanno perso la mia.

RIFLESSIONE
La riflessione, dopo l'esperienza, è questa: gli animali di città sono intelligenti o imbecilli come i rispettivi proprietari, dei quali assorbono il carattere. Il che non fa che confermare, per il credente, quanto è detto nel Genesi. Il non credente (o il credente in un cristianesimo fai-da-te, il che è lo stesso) finisce preda dell'ultimo -ismo alla moda, e va già bene quando si limita a far pena. Come un mio ex vicino che teneva in casa (un appartamento a piano alto e più piccolo del mio) due bull-dog di stazza impressionante: mi faceva pena quando lo vedevo, ogni notte, ballonzolare e incespicare trascinato dalle due belve avide di spazi aperti. Se c'erano loro in ascensore salivo a piedi, malgrado le rassicurazioni verbali. Di avere tra le gambe qualcosa che poteva tranciarmene una con un solo morso non mi sentivo.
Ma ormai l'animalismo ha sdoganato i cani pure nell'unico posto in cui era proverbiale il loro veto: in chiesa. Perciò, nessuna meraviglia se al cancello di un condominio ho trovato appesi quattro fiocchi azzurri tutti uguali: complimentatomi col portiere per il parto da guinness, mi sono sentito rispondere che non erano bebé ma cuccioli di cane. L'«amica» della puerpera, fuori di sé dalla gioia, metteva tutto il palazzo a parte del lieto evento.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23/10/2014

3 - AVANZA LA DITTATURA GAY: IL SINDACO DI HOUSTON ORDINA AI PRETI DI CONSEGNARE LE PREDICHE PER POTERLI DENUNCIARE IN TRIBUNALE
La sindaca lesbica era già famosa per aver costretto i locali pubblici a far utilizzare i bagni del sesso opposto qualora l'identità di genere non corrisponda al sesso biologico
Fonte Tempi, 16/10/2014

Con una decisione senza precedenti noti, il Comune di Houston, Texas, minaccia di utilizzare i sermoni di alcuni religiosi locali in tribunale contro di loro. Il municipio infatti ha citato in giudizio diversi pastori di varie denominazioni cristiane per costringerli a consegnare e a fare esaminare dagli avvocati del Comune tutte le prediche (e le comunicazioni rivolte ai membri delle rispettive chiese) in cui si siano occupati di omosessualità, di identità di genere o di Annise Parker, il sindaco della città, apertamente lesbica e ultrà dell'agenda Lgbt. I ministri che non osserveranno il mandato di comparizione potranno essere processati per oltraggio alla corte.

IL GENDER ALLA TOILETTE
"Nuove leggi danno ai rappresentanti della città di Houston il diritto di esaminare i sermoni religiosi in cerca di discriminazioni verso le persone Lgbt", titola un po' sconcertato perfino il britannico The Independent. In effetti questo atto clamoroso è solo l'ultimo affondo di un tremendo duello iniziato qualche mese fa tra il sindaco arcobaleno e gli oppositori della sua legge bandiera, la Houston Equal Rights Ordinance (Hero), approvata a giugno e aspramente contestata per l'estremismo delle misure rivolte all'appiattimento delle differenze di "gender". Tra le altre cose, spiega efficacemente il Washington Times, l'ordinanza «proibisce alle aziende aperte al pubblico di impedire alle persone di utilizzare i bagni del sesso opposto qualora la loro identità di genere non corrisponda al loro sesso biologico».

LA RAPPRESAGLIA
Già in agosto gli oppositori del cosiddetto "bathroom bill" avevano tentato di vanificare gli sforzi del sindaco Parker con una petizione che le avrebbe imposto di ritirare la norma o di sottoporla al giudizio degli elettori. Però le 50 mila firme raccolte (ben più delle 17 mila richieste) sono state invalidate dal Comune per presunte irregolarità, così i promotori della petizione hanno deciso di fare causa contro la legge. È a questo punto che la città di Houston ha deciso di trascinare in tribunale anche i pastori perché consegnassero le loro prediche, sebbene non fossero in alcun modo coinvolti nel processo. La loro "colpa"? Avere aderito a un'associazione che raggruppa circa 400 chiese contrarie all'ordinanza egualitaria della Parker.

GRANDE FRATELLO
Gli avvocati di Alliance Defending Freedom (Adf), una rete legale no profit specializzata in cause riguardanti la libertà religiosa, hanno preso le difese di quattro religiosi in questa vicenda, rivolgendosi alla Contea di Harris (dove si trova anche Houston) per chiedere che il mandato di comparizione sia annullato. Si tratta, secondo Adf, di un atto «tanto inutile quanto inaudito»: gli amministratori di Houston «dovrebbero comportarsi come "civil servant", non come i sovrani del Grande Fratello», stanno «illegittimamente pretendendo che i pastori, che non sono parte in causa nel processo, consegnino i loro sermoni protetti dalla costituzione e altre comunicazioni con l'obiettivo di controllare se essi si siano mai opposti o abbiano criticato il Comune». Sembra, insistono i legali di Adf, «un'inquisizione studiata apposta per soffocare ogni critica». Peccato che «il commento politico e sociale non è un crimine: è protetto dal Primo emendamento».

LA GOGNA
Nella cronaca scritta per Fox News Todd Starnes riferisce di aver contattato il Comune di Houston per farsi spiegare perché il sindaco Parker voglia «ispezionare i sermoni», ma invano. «Non rilasciamo dichiarazioni riguardo alle cause legali», gli ha risposto un portavoce. «Tuttavia – scrive Starnes – l'avvocato di Adf Erik Stanley sospetta che il sindaco voglia svergognare pubblicamente i religiosi. Prevede che utilizzeranno i loro sermoni per un esame pubblico. In altre parole, la città sta rovistando in cerca di prove per mettere alla gogna i pastori come bigotti anti-gay».

Aggiornamento (Tempi, 30 ottobre 2014):
HOUSTON RITIRA L'ORDINE PER I PASTORI DI CONSEGNARE I SERMONI SULL'OMOSESSUALITÀ. «VITTORIA FORMIDABILE»
«I sostenitori della libertà religiosa hanno appena ottenuto una vittoria formidabile. La giornata di oggi è una risposta a una preghiera». Così il senatore del Texas Ted Cruz, uno degli esponenti più importanti del Partito repubblicano anche a livello nazionale, ha annunciato ieri su Facebook che il sindaco di Houston Annise Parker, lesbica dichiarata e pasdaran dell'agenda Lgbt, ha deciso di ritirare la citazione in giudizio avanzata due settimane fa nei confronti di cinque pastori cristiani, un mandato che li avrebbe costretti a consegnare e a fare esaminare dagli avvocati della città tutte le prediche e le altre comunicazioni in cui si siano occupati di omosessualità, di identità di genere o dello stesso sindaco Parker. [...]

LA RAPPRESAGLIA
La mossa del Comune è stata intrapresa nell'ambito di una causa legale contro la Equal Rights Ordinance, la legge bandiera della Parker, molto contestata per via di alcune misure estreme come l'obbligo per le aziende aperte al pubblico di lasciare utilizzare alle persone indifferentemente i bagni dei maschi o delle femmine, a seconda della loro "identità di genere". Perciò la "minaccia" di utilizzare le prediche dei pastori in tribunale contro di loro è apparsa subito come una forma di rappresaglia contro l'opposizione. La notizia però ha scatenato una polemica infuocata in Texas e in tutti gli Stati Uniti, si sono moltiplicate sui media le denunce di questo «attacco inaudito alla libertà religiosa» e così la prima cittadina di Houston ha deciso di tornare sui propri passi (non senza prima cercare inutilmente di prendere le distanze dalla decisione senza precedenti).

UN MESSAGGIO FORTE
Il senatore Cruz è stato uno dei politici più attivi nella mobilitazione contro la Parker. «Insieme – esulta adesso su Facebook – migliaia di persone si sono sollevate e hanno detto alla città di ritirare quel mandato. Gli americani hanno difeso il nostro diritto di professare la fede liberamente e senza paura di una intimidazione del governo, inviando un messaggio così alto e forte e che la città di Houston non ha potuto ignorarlo. (…) Plaudo al coraggio dei pastori che hanno fatto sentire la propria voce, attirando l'attenzione della nazione sugli attacchi in corso contro le persone di fede».

Fonte: Tempi, 16/10/2014

4 - LETTERA A BERLUSCONI: QUESTO MATRIMONIO (GAY) NON S'HA DA FARE
Caro Silvio, ma davvero credi che una legge alle tedesca sulle unioni gay sia compatibile con la difesa della famiglia naturale?
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27-10-2014

Caro Presidente,
anch'io come molti italiani ho ricevuto ieri una Sua mail dove dopo un cordiale saluto mi scrive: «Voglio chiarirti le tante inesattezze riportate sulle mie intenzioni e sulle proprietà di Forza Italia». Ci siamo incontrati personalmente solo un paio di volte e non sapevo ci dessimo del tu, ma visto che si tratta di una mail standard e dà del tu a tutti gli italiani non starò a sottilizzare. Come non sottilizzo né ironizzo sul riferimento alle «proprietà di Forza Italia». Immagino che chi ha scritto la mail per Lei volesse parlare delle posizioni politiche di Forza Italia e non delle proprietà del partito: meno che meno delle Sue personali, di cui sappiamo fin troppo grazie a giornalisti e giudici maliziosi.
Trascuro i Suoi riferimenti all'immigrazione e alla vigorosa opposizione che Lei starebbe conducendo alle politiche del governo Renzi, «che non affronta i problemi» e «riversa centinaia di migliaia di clandestini sulle nostre coste». Per essere equanimi, i clandestini si riversano sulle nostre coste per colpe di molti, che vanno da chi non si oppose all'improvvida guerra voluta da Sarkozy e da Obama contro Gheddafi in Libia - Lei più di tutti aveva le informazioni e gli strumenti per opporsi, ma è vero che qualcuno provvide a «distrarLa» con l'incriminazione per il caso Ruby proprio in quei giorni - fino all'Unione Europea, ma certo c'entra anche il governo Renzi. È strano che della sua opposizione così vigorosa Renzi non sembri accorgersi, ma forse anche lui si è distratto.
Le confesso che mi sta più a cuore la posizione Sua e del Suo partito sulle unioni fra persone dello stesso sesso. Lei ci scrive che «la politica ha troppo spesso girato la testa da un'altra parte, ma Forza Italia dev'essere un movimento coraggioso che non ha paura di affrontare temi come le unioni civili, cui in molti Paesi come Germania e Gran Bretagna, i partiti conservatori hanno guardato con serietà». Può darsi che molti destinatari del Suo mailing di massa conoscano poco le vicende inglesi e tedesche. I lettori della nostra testata Le conoscono un po' meglio. Tra i conservatori inglesi si annoverano alcuni dei più fanatici promotori su scala europea del «matrimonio» omosessuale, che - caduta la foglia di fico del nome «civil union» - in Inghilterra si chiama così dal 2013. Lei vuole seguire il loro esempio? Quanto ai cristiano-democratici tedeschi, hanno subito più che promosso le «partnership di vita» tra omosessuali, ma i paletti che pensavano di aver messo sono stati in gran parte travolti dai giudici. Lei che conosce così bene i giudici non pensa che succederebbe lo stesso anche in Italia?
Mi rassicura leggere, financo in grassetto, che «la famiglia tradizionale resta alla base della nostra società e dei nostri valori. Niente potrà sostituirla». Nonostante la Sua fidanzata e Luxuria, Lei non vuole ancora «sostituire» la famiglia tradizionale con le unioni omosessuali. Meno male. Tuttavia per lasciarla alla base della nostra società non basta dirlo. Papa Francesco, che Lei non ha tempo di seguire sempre e che qualche volta i Suoi frettolosi collaboratori Le fanno citare a sproposito, ha detto il 25 ottobre che «c'è una crisi della famiglia, crisi perché la bastonano da tutte le parti e la lasciano molto ferita», e che le ferite derivano dal fatto che oggi sono proposte «nuove forme, totalmente distruttive e limitative della grandezza dell'amore del matrimonio». Ogni tanto Lei afferma di stare con «i vescovi», ma il presidente della Cei, il cardinale Bagnasco, continua ad affermare che «la famiglia non può essere umiliata e indebolita da rappresentazioni similari che in modo felpato costituiscono un vulnus progressivo alla sua specifica identità, e che non sono necessarie per tutelare diritti individuali in larga misura già garantiti dell'ordinamento».
Proponendo una «legge sulle unioni civili ben fatta», Lei scrive che «ragionare di allargare i diritti ad altre persone non può essere vissuto come qualcosa di sconveniente o come l'allontanarsi dai nostri principi». Tutto questo sarebbe molto vago, se non fosse che Lei ha precisato in più di una pubblica intervista che Le va bene il «modello tedesco» proposto da Renzi. Se questo giornale figura in qualche Sua rassegna stampa, saprà che noi non corrispondiamo allo stereotipo degli «omofobi» trinariciuti. Ricordiamo sempre il «Catechismo della Chiesa Cattolica», che invita ad accogliere le persone omosessuali «con rispetto, compassione e delicatezza», senza giudicare le persone in quanto persone, come ci ricorda Papa Francesco. Lo stesso Pontefice ha spesso distinto fra il dovere di non giudicare le persone e quello, non meno grave, di giudicare le leggi compiendo il proprio dovere di buoni cittadini.
Non siamo tra quelli che vogliono impedire agli omosessuali di visitare il loro convivente in carcere o in ospedale o di subentrare nel contratto di affitto quando il loro convivente muore. Questi diritti in Italia ci sono già. Elencarli, risolvendo piccoli problemi che qua è là ancora rimanessero, in una carta dei diritti e doveri dei conviventi, uno statuto o un testo unico non sarebbe in effetti «qualcosa di sconveniente». Se parlando di «unioni civili» Lei avesse in mente un bel testo unico riassuntivo dei diritti e doveri individuali che derivano da ogni convivenza, userebbe un'espressione giuridicamente discutibile e politicamente pericolosa - perché «unioni civili» all'estero significa un'altra cosa -, ma la proposta non sarebbe «sconveniente».
Però le unioni civili «alla tedesca» che vuole Renzi, e che Lei dice di appoggiare, non sono questo. Sono uguali al matrimonio, tranne che per due aspetti. Primo: non si chiamano matrimonio. Le parole sono importanti ma non bastano. I suoi colleghi inglesi, al cui esempio si propone d'ispirarsi, dopo qualche anno si sono resi conto che chiamare «unione civile» qualcosa che era identico al matrimonio era ipocrita, e ora le chiamano «matrimoni». Per citare ancora Papa Francesco, le famiglie bastonate trarranno scarso sollievo da una riforma linguistica che chiami le bastonate «carezze». La sostanza non cambia.
Seconda differenza: all'inizio le unioni civili tedesche avevano limiti molto restrittivi alle adozioni. Lei ci dice che si batterà perché la legge di Renzi «rispetti i diritti dei bambini». In teoria, dichiara di volerli rispettare anche Renzi, adottando il testo originario della legge tedesca. Però sia Lei sia Renzi sapete benissimo com'è andata a finire in Germania. Una volta creato un simil-matrimonio è intervenuta la Corte Costituzionale che, in nome del principio di uguaglianza, ha allargato continuamente l'area delle adozioni e ancora la sta allargando. Se le unioni civili fra omosessuali sono uguali al matrimonio tranne che nel nome, perché mai non dovrebbero avere accesso all'adozione dei bambini? Lo so anch'io che ci sarebbero delle risposte, ma ho imparato da Lei negli anni a non fidarmi della Corte Costituzionale. Quella tedesca è un po' meno politicizzata della nostra. Lei crede che i nostri giudici costituzionali, sollecitati dalle lobby Lgbt e dalla stampa, non si comporterebbero come quelli tedeschi?
Sono idee mie, obiezioni capziose di oppositori dei diritti degli omosessuali? Ma no, lo dice chi si occupa di omosessuali per conto di Renzi, il sottosegretario Ivan Scalfarotto, il quale intervistato da Repubblica lo scorso 16 ottobre, ha dichiarato: «L'unione civile non è un matrimonio più basso, ma la stessa cosa. Con un altro nome per una questione di realpolitik». Pensi che qualche commentatore malizioso ha persino insinuato che per «questione di realpolitik» Scalfarotto intendesse la possibilità per Lei e per Forza Italia di votare le unioni civili senza perdere troppi voti.
Il Suo ultimo commento è tecnicamente stupefacente. Lei ci scrive che «se la società cambia deve cambiare anche la politica», e lascia intendere che si deve tenere conto del parere della maggioranza degli italiani. Lei mi insegna che i sondaggi si manipolano abbastanza facilmente, ma ammettiamo per un attimo che la maggioranza degli italiani sia in favore delle unioni omosessuali. Dobbiamo seguire la maggioranza? Non sempre, e non senza accertarci che abbia capito la domanda e il problema. Forse riesco a spiegarmi meglio con un esempio. Per una coincidenza stranissima - ma che fa piacere a chi, come me, ritiene che Lei sia stato oggetto di una lunga persecuzione giudiziaria dettata in gran parte da motivi politici - ogni volta che Lei si schiera in favore dei diritti, veri o presunti, degli omosessuali le Sue vicende giudiziarie conoscono qualche sviluppo positivo: una volta La assolvono, un'altra Le riducono la durata dei servizi sociali per buona condotta. Provvedimenti meritati, ci mancherebbe altro, e senza dubbio si tratta solo di coincidenze. Però non la pensano così i lettori di Repubblica e del Fatto. Ogni volta questi giornali sfornano un sondaggio da cui risulta che "la maggioranza" vorrebbe che Lei andasse in prigione e ci rimanesse il più a lungo possibile. Anche in questo caso si dovrebbe seguire l'opinione della maggioranza?
Ci pensi, Presidente. Parafrasando Nanni Moretti, su questi temi dica qualcosa di centro-destra e di diverso da Renzi. I Suoi elettori gliene saranno grati. Nel frattempo, un caro saluto a Lei, alle Sue numerose famiglie - anche se noi preferiamo le famiglie numerose - e naturalmente anche al cane Dudù.

DOSSIER "SILVIO BERLUSCONI"
La politica, il calcio, le donne e le televisioni

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27-10-2014

5 - CONCLUSIONI SUL SINODO APPENA TRASCORSO E ATTESA PER QUELLO DEL 2015
La Chiesa è anche oggi un campo di battaglia, come tante volte lo è stata, da Nicea al Vaticano II, dove non si sono scontrati conservatori e progressisti, ma cattolici veri e ''novatores''
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 22 ottobre 2014

«Das Drama geht weiter!» (Lo spettacolo continua) ha dichiarato in un'intervista il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera ("La Repubblica", 20 ottobre 2014). Lo spettacolo è quello del Sinodo dei Vescovi, che ha visto un imprevisto colpo di scena svolgersi in aula.
La Relatio post disceptationem presentata il 13 ottobre, malgrado i rimaneggiamenti a cui è stata sottoposta, non ha ottenuto l'attesa maggioranza dei due terzi sui due nodi cruciali: l'accesso alla comunione dei divorziati risposati e l'apertura alle coppie omosessuali, attestandosi a 104 favorevoli e 74 contrari sul primo punto e a 118 placet e 62 non placet sul secondo. Malgrado l'evidente débâcle il cardinale Marx, che è uno dei più accesi esponenti dell'ala progressista, si è detto soddisfatto, perché il processo rivoluzionario è fatto di tappe successive. Su alcuni temi, ha spiegato, «abbiamo fatto due passi avanti e poi uno indietro».
L'arretramento però è stato imposto da una resistenza dei Padri sinodali, ben più ampia del previsto. Per comprendere la portata dell'evento si può ricordare che al Concilio Vaticano II, malgrado l'aspro dibattito in aula, i documenti più contestati, come la Dignitatis Humanae e la Nostra Aetate, vennero approvati con 2.308 voti contro 70 il primo e 2.221 contro 88 il secondo. Se allora si parlò di consenso maggioritario, oggi la spaccatura è evidente.
La Chiesa è oggi un campo di battaglia, come tante volte lo è stata, da Nicea al Vaticano II, dove si sono sempre scontrati non conservatori e progressisti, ma i cattolici che non vogliono toccare uno iota del deposito divino e coloro che in questo deposito vogliono introdurre delle novità. La frase di papa Francesco secondo cui «Dio non teme ciò che è nuovo» va intesa in un senso diverso da quello che ha voluto attribuirgli il Pontefice: può solo voler dire che Dio non ha timore dei "novatores", ne distrugge l'opera e affida il compito di sconfiggerli ai difensori del Magistero immutabile della Chiesa.
In campo di fede e di morale ogni eccezione introduce una regola e ogni nuova regola apre la strada ad un sistema normativo che capovolge l'antico. La novità ha una portata rivoluzionaria che va colta nel suo momento embrionale. Il cardinale George Pell, in un'intervista televisiva al "Catholic New Service", ha definito la richiesta della comunione ai divorziati come un cavallo di Troia che apre la strada al riconoscimento delle unioni omosessuali.
Il numero dei divorziati risposati che chiedono di ricevere la comunione è infatti irrilevante. Ciò che è in gioco è ben altro: è l'accettazione da parte della Chiesa dell'omosessualità, considerata non come un peccato o come una tendenza disordinata, ma come una "tensione" positiva verso il bene, degna di accoglienza pastorale e di protezione giuridica. I cardinali Marx e Schönborn sono stati chiari a questo proposito e il segretario aggiunto del Sinodo mons. Bruno Forte, allievo della scuola ereticale di Tubinga, ne ha eseguito i desiderata, rivelandosi come l'autore dei passaggi più scabrosi della prima Relatio.
La larga maggioranza dei padre sinodali ha respinto i paragrafi scandalosi, ma ciò che la dottrina non ammette viene ammesso dalla prassi, in attesa di essere sancito da un prossimo Sinodo. Per molti laici, sacerdoti e vescovi, l'omosessualità può essere praticata, anche se non accolta di diritto, perché non rappresenta un peccato grave. Ciò si collega alla questione delle convivenze extra-matrimoniali. Se la sessualità fuori del matrimonio non è un peccato grave, ma un valore positivo, purché si esprima in maniera stabile e sincera, essa merita di essere benedetta dal sacerdote e legalizzata dallo Stato. Se è un valore, è anche un diritto, e se esiste il diritto alla sessualità, il passo dalla convivenza dei divorziati al matrimonio omosessuale è inevitabile.
Il Magistero dottrinale della Chiesa, che non ha mai variato nel corso di duemila anni, insegna che la pratica dell'omosessualità va considerata come un vizio contro natura, che provoca non solo la dannazione eterna degli individui, ma anche la rovina morale della società. Le parole di Sant'Agostino nelle Confessioni riassumono il pensiero dei Padri: «I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand'anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina» (Confessioni, c. III, p. 8).
I Pastori della Chiesa nel corso dei secoli hanno raccolto e ritrasmesso questo insegnamento perenne. Perciò la morale cristiana ha sempre condannato l'omosessualità, senza riserve, e ha stabilito che questo vizio non può pretendere a nessun titolo di venire legalizzato dall'ordinamento giuridico né promosso dal potere politico. Quando nel 1994 il Parlamento Europeo votò la sua prima risoluzione a favore del pseudo-matrimonio omosessuale, Giovanni Paolo II nel suo discorso del 20 febbraio 1994 ribadì che «non è moralmente ammissibile l'approvazione giuridica della pratica omosessuale. (…) Con la risoluzione del Parlamento Europeo, si è chiesto di legittimare un disordine morale. Il parlamento ha conferito indebitamente un valore istituzionale a comportamenti devianti, non conformi al piano di Dio. (…) Dimenticando la parola di Cristo – "la Verità vi farà liberi" (Gv 8, 32) – si è cercato di indicare agli abitanti del nostro continente il male morale, la deviazione, una certa schiavitù, come via di liberazione, falsificando l'essenza stessa della famiglia».
Una crepa in questo edificio dottrinale si è aperta il 28 luglio 2013, quando sul volo di ritorno dal Brasile, papa Francesco pronunciò le esplosive parole: «chi sono io per giudicare!» destinate da allora ad essere utilizzate per giustificare ogni trasgressione. Il giudizio, con la conseguente definizione delle verità e condanna degli errori, compete per eccellenza al Vicario di Cristo, supremo custode e giudice della fede e della morale.
Richiamandosi alle parole di Francesco, alcuni vescovi e cardinali, dentro e fuori l'aula sinodale, hanno espresso la richiesta di cogliere gli aspetti positivi dell'unione contro natura. Ma se uno tra i più gravi peccati cessa di essere tale, è il concetto stesso di peccato che viene meno e riaffiora quella concezione luterana della misericordia che è stata anatemizzata dal Concilio di Trento. Nei canoni sulla giustificazione promulgati il 13 gennaio 1547 si legge: «Se qualcuno afferma che la fede che giustifica non è altro che la fiducia nella divina misericordia» (can. 12); «che Dio ha dato agli uomini Gesù Cristo come redentore in cui confidare e non anche come legislatore cui obbedire» (can. 21); «che non vi è alcun peccato mortale, se non quello della mancanza di fede» (can. 27), «sia anatema».
Si tratta di temi teologici che hanno una ricaduta sociale e che anche i laici hanno il diritto e il dovere di affrontare, mentre si avvicina non solo il Sinodo del 2015, ma quel 2017 che vede il quinto centenario della Rivoluzione di Lutero e il primo delle apparizioni di Fatima. Ciò che è in corso non è uno spettacolo giocoso, come lascia intendere il cardinale Marx, ma un duro conflitto, che coinvolge il Cielo e la terra. Gli ultimi atti saranno drammatici, ma l'epilogo certamente trionfante, secondo la divina promessa, confermata dalla Madonna alla Cova da Iria nel 1917.
Che l'Immacolata si degni concedere una perseverante purezza di pensieri e di azioni a tutti coloro che nel calore della lotta difendono con coraggio l'integrità della fede cattolica.

Fonte: Corrispondenza Romana, 22 ottobre 2014

6 - CONGELARE GLI OVULI PER RIMANDARE LA GRAVIDANZA?
Due note aziende americane forniscono il servizio gratuitamente alle dipendenti, in modo da poterle sfruttare
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Avvenire, 23 ottobre 2014

Amiche ultratrentacinquenni senza figli, mi raccomando, congelate i vostri ovuli se sperate di concepire nel futuro. Ve lo consiglia l'esperto britannico di fecondazione in vitro, Paul Serhal, uno che sulla manipolazione della vita umana ha costruito la sua carriera, valutate voi se c'è da fidarsi. Certo non siete fortunate come le dipendenti delle aziende della Silicon Valley, a cui l'operazione viene finanziata dal datore di lavoro: ventimila dollari, un po' di stimolazione ormonale, un po' di devastazione fisica e psicologica, ma la carriera è salva.
Voi invece dovete anche pagare se volete salvare una qualche possibilità di diventare madri, oltre a sottoporvi al bombardamento che vi renderà irritabili e sconvolte (gli ormoni regolano una grande fetta delle nostre funzioni vitali e anche del nostro delicato mondo interiore), che aumenterà sensibilmente i rischi di tumore all'apparato riproduttivo e al seno e di altre malattie circolatorie, che triplicherà le possibilità che il bambino muoia entro le prime settimane o che sia malato al concepimento a causa dei farmaci usati per iperstimolare le ovaie, rese più grandi di un grosso melone e poi operate per prendere gli ovetti, e poi dovrete solo tollerare il pensiero che alcuni "progetti di figlio" siano conservati in un frigo invece che dentro di voi, cosa di cui non sono certissima non rimanga traccia nella sua mente, nel suo corpo di certo sì (molte malattie del piccolo vengono imputate a questo, senza che i dati vengano tanto pubblicizzati, perché il giro di affari è enorme), ammesso che il progetto arrivi a diventare vita.
Care donne, siete sicure che valga la pena correre tutti questi rischi, e farli correre ai vostri eventuali figli, rischi che per voi sono altissimi a fronte di una bassa possibilità di successo, mentre per le cliniche c'è solo la certezza di arricchirsi? Siete sicure che non sia meglio fare i conti con la natura e con la realtà? Non è meglio guardare in faccia la vostra storia, e capire che forse, con l'illusione del controllo, avete immolato magari sull'altare della realizzazione personale e professionale il sacrificio più grande, il rischio di non diventare mai madri? E anche se vi costasse ammettere di avere fatto un errore, questa è l'unica strada per uscirne: guardare in faccia l'errore e chiedere perdono di questo, prima di tutto a se stesse. Care donne, nessuno può giudicare il desiderio di maternità di una donna, perché tra i desideri è certo il più profondo, e non ci si può permettere di entrare nella stanza più intima di un'altra persona, se non in punta di piedi. Vorremmo però che rifletteste sul fatto che qualcuno vuole sfruttare i vostri desideri senza dirvi la verità, magari dopo che qualcun altro ha sfruttato il vostro bisogno di amore portandovi a letto senza che ci fosse un'apertura alla vita, e qualcun altro ancora ha sfruttato le vostre capacità di lavoro senza tenere conto del fatto che una donna non può lavorare come un uomo, perché ha questa bizzarra cosa che la caratterizza, cioè che in una fase della sua vita, e solo in quella, può avere dei figli. Vorremmo soprattutto che ci riflettessero le più giovani, quelle che sono ancora in tempo per non farsi fregare. Vorremmo che sia chiaro che chi vi propone di congelare gli ovuli in realtà vi sta dicendo di congelare la vostra vita. Il problema è che poi non sempre si scongela.

Fonte: Avvenire, 23 ottobre 2014

7 - MI TRATTAVANO COME UN VEGETALE, MA IO SENTIVO E CAPIVO TUTTO
Mia figlia era l'unica che si sedeva accanto al letto e parlava alla sua mamma (VIDEO: Lo scafandro e la farfalla)
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi, 26/10/2014

Immaginate di essere stesi in un letto, alimentati e aiutati a respirare dalle macchine, mentre intorno vi trattano come se non foste più delle persone. Come vi sentireste? È esattamente l'esperienza vissuta in prima persona da Kate Allatt, che quattro anni dopo ha deciso di raccontarla in un libro in uscita, intitolato I Am Still The Same, e in una intervista all'emittente televisiva australiana Sbs. La vita di questa donna inglese, 39enne all'epoca dei fatti, mamma di tre figli, lavoratrice esperta nel settore del marketing digitale, abituata a correre 100 chilometri alla settimana, cambiò radicalmente il 7 febbraio del 2010. Per tre settimane la donna aveva avvertito forti mal di testa, ma il medico l'aveva congedata con una diagnosi di sospetta emicrania e la prescrizione di un antidolorifico. Ma solo cinque ore più tardi Kate fu colpita da un ictus causato da un coagulo di sangue formatosi nel tronco cerebrale.

UMILIAZIONI SUBITE
I medici si convinsero che la donna, una volta entrata in coma, fosse da considerare totalmente cerebrolesa. In realtà tre giorni dopo l'ictus Kate si svegliò pienamente consapevole, nonostante non fosse in grado di interagire in alcun modo con il mondo esterno. Il suo stato reale era quello comunemente definito come "sindrome di Locked In": «Puoi pensare, puoi sentire, ma non puoi dire assolutamente nulla», spiega la Allatt. I medici invece erano convinti che fosse in stato vegetativo, così cominciarono a trattarla come un pezzo di carne esanime. Ancora addolorata per «l'umiliazione subita», Kate ricorda «gli infermieri che parlavano davanti a me. Che abbassavano le loro aspettative su di me». E racconta che un giorno, per il solo fatto che «forse non ero cosciente», fu «lasciata nuda sul sedile della doccia per venti minuti (…). Fu orribile, mortificante».

NESSUNO MI PARLAVA
La descrizione di quei giorni, di quando «non potevo respirare da sola ma potevo sentire tutto», è quella di un autentico calvario. «Ero mantenuta in vita dalle macchine», dice. E a causa della «paura, l'ansia e il terrore» che «potessero spegnerle», Allatt cominciò ad avere le alluncinazioni: «Pensavo a cosa sarebbe successo se gli infermieri avessero spento le macchine, mi sentivo così vulnerabile. È stato un trauma, ogni notte era una vera e propria battaglia. Ma ovviamente non potevo combattere, non potevo fare nulla. Ogni momento era come se il mio cuore stesse per uscirmi fuori da petto». E anche se i suoi due figli più piccoli «sono stati meravigliosi, mi sedevano accanto e mi massaggiavano le mani e i piedi, nessuno parlava davvero a me. Parlavano tra di loro».

LACRIME BENEDETTE
Ad restituire a Kate un po' di speranza fu l'unica persona che, pur convinta che la donna fosse in stato vegetativo, continuò a trattarla come una persona, solo per il fatto che c'era: «Mia figlia India aveva solo 10 anni, ma si sedeva al mio capezzale e balbettava, parlandomi dei compiti di scuola e di assolutamente nulla per 45 minuti, come se niente fosse. Semplicemente parlava con la sua mamma». Fu così che vedendo «le persone che amavo entrare in terapia intensiva», la Allatt cominciò a versare qualche lacrima. E le persone intorno a lei si resero conto che non era una reazione involontaria. L'amica Jacquie le mise davanti agli occhi una scheda con l'alfabeto: «Mi dissero di provare a sbattere le ciglia, non riuscivo nemmeno a farlo, ma era come un leggero movimento delle palpebre. Una volta per dire sì e due per dire no». Dopo mezz'ora la donna fu in grado di comporre la parola "sonno". «Volevo dire loro che non riuscivo a dormire la notte. Fu il momento più euforico». Oggi Kate ha recuperato quasi a pieno le sue funzioni, ma non a tutti accade. Per questo ha deciso di fondare un'associazione per aiutare chi non è fortunato come lei, chi non può parlare o camminare. «Si deve sempre partire dall'ipotesi che sono tutti consapevoli, fino a quando non si ha una prova contraria, e non viceversa».

SONO PERSONE
In un'altra intervista concessa al Daily Mail la donna ha aggiunto che «le persone mi dicono di non pensarci e andare avanti con la mia vita», ma di quella drammatica esperienza «io ho bisogno di parlare (…). Per le persone che non possono farlo». Kate sottolinea quanto sia stato frustrante per lei il fatto che i medici non riuscissero a rilevare che il suo cervello continuava a funzionare: «I dottori dovrebbero fare il test della "Scala del coma di Glasgow", che serve a controllare lo stato di coscienza (…). Abbiamo bisogno di un infermiere formato in terapia intensiva che può, quando qualcuno è in stato di minima coscienza, sedersi con lui per due o tre volte alla settimana. Per stabilire una comunicazione, se possibile. Per cercare di calmare il paziente e alleviare le sue paure». Perché sdraiata immobile dentro a quel letto «c'è una persona emotiva, ma anche una persona fisicamente presente».

Nota di BastaBugie: "Lo scafandro e la farfalla" è il film del 2008 che parla di Jean-Dominique Bauby, un uomo totalmente paralizzato che riscopre la gioia di vivere (anche se con un finale diverso rispetto alla vicenda di Kate Allatt, narrata in questo articolo). Bauby era stato travolto da un'improvvisa, terribile tragedia che scopre la sua vera natura e il senso più profondo della vita. Puoi avere altre informazioni cliccando su questo link
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=54
oppure guardare il trailer del film


http://www.youtube.com/watch?v=vi6Y07LD9Fo

Fonte: Tempi, 26/10/2014

8 - IN FRANCIA LA PEDOFILIA E' FINANZIATA DALLO STATO
A una mostra il manichino si eccita se il bimbo pigia un pedale, poi c'è la sagoma di una donna nuda dove le bambine possono mettere la testa (e altre curiosità pedopornografiche)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29-10-2014

Premi un pedale ed un pene diventerà eretto. Premilo ancora ed eiaculerà. Non si tratta di un gadget di un pornoshop bensì di uno "strumento interattivo educativo" per bambini, uno dei tanti presenti alla mostra "Zizi sexuel" che si tiene presso i padiglioni del Museo della Scienza e dell'Industria di Parigi. La parola francese "zizi" potrebbe essere da noi tradotta come "pisellino". La mostra è rivolta ai bambini tra i 9 e 14 anni e vuole introdurre queste anime candide alla scoperta del sesso. Come se questi bambini una volta diventati ragazzini non diventeranno dei veri e propri sommozzatori nel mare magnum del sesso.
Dunque, oltre al manichino che si eccita se il bimbo pigia un pedale – e così gli imberbi penseranno che schiacciarsi un piede sia la cosa più eccitante che esista – vi sono altre curiosità pedopornografiche. C'è una campana con moltissimi profilattici colorati e ben gonfiati, una sagoma di una donna nuda senza testa dove le bambine possono metterci la loro di testa per provare l'"ebbrezza" di mostrarsi nude davanti a tutti, un letto dove i bambini guardano scene di sesso. In una stanza poi c'è la possibilità di ascoltare la descrizione di cosa sia la masturbazione o l'omosessualità. In questa stanza è vietato l'ingresso degli adulti, perché l'innocente non sa difendersi, ma papà e mamma invece monterebbero su tutte le furie se sapessero cosa passa in quelle cuffie e dunque è bene tenerli a distanza.
Vi è poi un libretto fornito a tutti i piccoli visitatori in cui accanto a scene di sesso esplicito ci sono anche scene violente. Per gli insegnanti più puritani esiste invece un vademecum sulla mostra e al fine di preservarli dallo scandalo vi sono contenute affermazioni rassicuranti come «la pornografia non recherà disturbo in merito alle condotte della futura vita sessuale dei bambini».
Il ministero dell'Educazione ha patrocinato l'iniziativa finanziandola e si è premurato di invitare migliaia di classi a questa mostra, o "mostro", spesso all'insaputa dei genitori. All'ombra della Torre Eiffel la pedofilia è affare di Stato. Naturalmente chi ha organizzato l'evento non trova nulla da ridire sui messaggi espliciti e pornografici a cui sono esposte le verdissime coscienze del giovane pubblico. «La mostra cerca di veicolare i valori essenziali e universali: l'amore, l'amicizia, il consenso e l'uguaglianza tra l'uomo e la donna. Cerca di rispondere alle domande tipiche dei più piccoli, come nascono i bambini, che cosa è l'amore», ha spiegato la curatrice della mostra, Maud Gouy. «Penso che sia importante», ha continuato la Gouy, «che l'esposizione parli di omosessualità e che spieghi che gli insulti sessisti sono un reato. É una parte importante dell'educazione civica e alla sessualità. Chi viene alla mostra non troverà nulla di scioccante». E a proposito di reati, l'associazione Sos Education ha lanciato una petizione contro questa esposizione, anzi: esibizione. Petizione che ha raccolto sin ora 35mila firme.
Stessa aria di violenza psico-sessuale a danno dei minori la respiriamo a Trondheim, in Norvegia. Presso l'istituto Breidablkk, ai bambini di prima elementare è stato chiesto di scrivere sotto l'immagine di un elefante quale animale vedessero. Peccato che – e ci scuseranno i lettori per tanta crudezza di descrizione - l'elefante con la propria proboscide stia aspirando sperma dal pene eretto di un uomo nudo appoggiato a un albero di mele. Il compito era da fare a casa e a casa non pochi genitori sono saltati sulla loro sedia Ikea (che è svedese ma poco importa). Norvegesi liberal e disinibiti sì, ma fino ad un certo punto. Henri Merge, l'autrice del disegno, ovviamente ha detto che non ne sapeva nulla, che questo bozzetto come tanti altri è in rete e dunque a disposizione di tutti. Proprio tutti, tanto che il ministro della Cultura realizzò tempo fa anche una mostra con questi disegni.
Morale della favola. I mostri esistono e stanno presso i ministeri dell'Educazione e nelle scuole. Pare banale sottolinearlo, ma queste due vicende a tinte foschissime stanno a dimostrare che una lobby pedofila esiste, eccome, ed opera ormai alla luce del sole ed ad altissimi livelli. Dietro al pretesto di fare educazione sessuale ai bambini – intento già da censurare per mille motivi – si cela il vero intento: corrompere i bambini, abituarli alla sessualità precoce, renderli disinibiti e quindi ridurli a prede sessuali per gli adulti. A furia di maneggiare peni finti, vedere scene di sesso anche omosessuale, toccare ed essere toccati, guardare ed essere guardati, maschietti e femminucce saranno stati cucinati a dovere, pronti per essere divorati dai pedofili di Stato.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29-10-2014

9 - IL SINDACO DI ROMA PROCEDE ALLA TRASCRIZIONE (ILLEGALE) DEI MATRIMONI GAY
Nel 390 a.C. furono le oche a salvare il Campidoglio: i soldati svegliati dal loro starnazzare respinsero l'assalto dei barbari! Oggi, al Campidoglio, sono scomparsi oche e soldati
Autore: Danilo Quinto - Fonte: Corrispondenza Romana, 22/10/2014

Nel 390 a.C., come racconta Tito Livio, furono le oche a salvare il Campidoglio dall'assedio dei Galli. Marco Manlio, svegliato dal loro starnazzare e dal rumore delle loro ali, radunò gli altri soldati e respinse l'assalto dei barbari. Ora, al Campidoglio, le oche sono scomparse, insieme ai soldati che possono difenderlo.
Non ci sono più i barbari, ma uomini suadenti, sorridenti e giulivi che dicono: «Questo è un giorno normale. Cosa c'è di più bello del diritto d'amare?». Trascrivono matrimoni contratti all'estero tra uomini e uomini e donne e donne, che si presentano insieme ai loro figli. Declamano versi di Pablo Neruda: «Se saprai starmi vicino, e potremo essere diversi, se il sole illuminerà entrambi senza che le nostre ombre si sovrappongano, se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere. Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo e non il ricordo di come eravamo, se sapremo darci l'un l'altro senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia... Allora sarà amore e non sarà stato vano aspettarsi tanto».
Vengono accolti da ovazioni, applausi e grida («Bravo, avanti»). Posano per le foto di rito. Si dicono pronti a ricorrere all'Unione europea, se qualcuno dovesse azzardarsi ad intervenire su quella scelta, definita «atto di stato civile».
Sempre, le parole danno un senso alle cose che accadono. Lo stato è civile quando asseconda i desideri più sfrenati. Vuoi eliminare il nascituro? Ti organizzo l'omicidio. Vuoi rompere il matrimonio? Ti abbrevio i tempi d'attesa. Non riesci ad avere bambini? Ti affitto un utero o ti faccio una legge che tratta come spazzatura gli embrioni umani. Vuoi evitare di restare in gravidanza? Ti distribuisco milioni di pillole, di uno, tre o 5 giorni dopo, garantendoti anche la possibilità di farlo da te l'aborto, a casa.
Non vuoi più tenere gli anziani malati a casa o in ospedale o i figli portatori di handicap, perché sono un peso e ti danno fastidio e non hai il denaro per parcheggiarli in una casa di riposo o di cura? Niente paura, ti martello ogni giorno con campagne e sondaggi che promuovono l'eutanasia e il suicidio assistito. Alla fine, una legge si farà. Hai un figlio da un rapporto incestuoso? Tolgo il divieto del riconoscimento. Vuoi un figlio "perfetto"? Te lo costruisco in laboratorio e ti do anche la possibilità di scegliertelo come più ti garba, con diagnosi prenatali che da strumenti di intervento precoce sulle malattie si trasformano in strumenti di selezione della vita.
Mal sopporti di istruire i tuoi figli sulla sessualità? Te li educo io, a scuola, così – come sostiene l'Organizzazione Mondiale della Sanità – anche i bambini da 0 a 4 anni, impareranno il piacere sessuale e quello della masturbazione e quelli un po' più grandi comprenderanno meglio la normalità di un'identità sessuale fluttuante nel corso della vita.
Il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, cavalca l'onda lunga dei "diritti civili", quelli che per certuni hanno dato un senso alla "nuova modernità". Questo è il "mondo" che molti cattolici "tiepidi", pronti ai compromessi e al "male minore" hanno contribuito a costruire negli ultimi decenni. Poco consapevoli di quella bellissima "preghiera sacerdotale" di Gesù, contenuta nel Vangelo di Giovanni (Gv 17,1-25), dove il Figlio di Dio non prega per il "mondo". Non gli interessa il "mondo". Non ama il buonismo. Non è ecumenista.
Prega per coloro che Dio Gli ha dato, per coloro ai quali ha dato la parola di Suo Padre, per coloro che sono odiati dal mondo, «perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo». Chiede al Padre di consacrare i Suoi figli nella Verità, perché «la tua parola è Verità» e di custodirli da Satana, da Mammona, dal principe di questo mondo e dalle sue trame.

Fonte: Corrispondenza Romana, 22/10/2014

10 - OMELIA SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI - ANNO A - (Mt 5,1-12a)
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 1° novembre 2014)

Oggi è la solennità di tutti i Santi. Con questa celebrazione la Chiesa intende ricordare tutti i nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto nel pellegrinaggio della fede e già godono della visione beatifica in Paradiso.
I Santi sono per noi dei modelli. Guardando a loro, noi comprendiamo come deve essere vissuto il Vangelo, fedelmente, in ogni circostanza della nostra vita. San Francesco di Sales domandava che differenza ci fosse tra il Vangelo e la vita di un Santo. Egli stesso diede poi la risposta, affermando che il Vangelo è come se fosse una sinfonia scritta sul rigo musicale, mentre la vita di un Santo equivale a questa sinfonia eseguita nella vita.
Da questo si comprende come sia importante leggere la vita dei Santi, per comprendere sempre più in profondità tutta la ricchezza del Vangelo. Sant'Ignazio di Loyola iniziò il suo cammino spirituale leggendo quasi per forza un libro che narrava la vita dei Santi. Egli si trovava convalescente a letto e, tanto per ingannare il tempo, si mise a leggere, inizialmente controvoglia, uno dei due unici libri che si trovavano in quella casa, appunto un florilegio sulla vita dei Santi. Inizialmente quella lettura lo lasciava indifferente; ma, quanto più andava avanti, tanto più avvertiva i benèfici influssi di quei racconti. Quelle pagine lasciavano nel suo cuore una profonda pace e il desiderio sempre più forte di imitare degli esempi così belli. Così, un po' alla volta, fece a se stesso questa domanda: «Ma, se ce l'hanno fatta loro, perché non posso farcela anch'io?». Fece sul serio, e in breve tempo bruciò le tappe e giunse ad una grande perfezione.
I Santi non sono soltanto dei modelli da imitare, essi sono anche degli intercessori da invocare. Essi pregano per noi, e Dio vuole far risplendere la sua bontà e misericordia servendosi della preghiera dei suoi Santi per elargire le sue grazie sul mondo intero. Affidiamoci anche noi all'intercessione di qualche Santo di cui abbiamo particolare devozione, e sperimenteremo certamente dei grandi benefici. Per assicurarci ancora di più la loro intercessione, cerchiamo di imitarne gli esempi, mirando decisamente a migliorare la nostra vita. Sarebbe infatti da biasimare il comportamento di chi volesse pregare i Santi senza sforzarsi minimamente di correggere la propria condotta.
Santi non si nasce, ma si diventa. Tutti sono chiamati alla santità, dal momento che Gesù per tutti ha detto: «Siate santi come il Padre vostro che è nei cieli». Non riusciremo mai ad essere santi come il Padre Celeste, e allora, per quale motivo Gesù ci ha detto di essere santi come Lui? Per farci comprendere che ci sarà sempre da migliorare, e che non ci sarà mai un momento nella nostra vita nel quale potremo dire di aver fatto abbastanza.
I Santi sono coloro che hanno vissuto la pagina evangelica di oggi nel modo migliore. Essi sono stati "poveri in spirito", ovvero sono stati staccati dai beni terreni e hanno rivolto il loro cuore unicamente al Signore. Essi "hanno pianto e hanno sofferto" per il Regno dei cieli, ed ora godono eternamente la felicità del Paradiso. Essi sono stati "miti di cuore" sull'esempio di Gesù, e, con la forza della mitezza, hanno trionfato sulla violenza che domina il mondo. Essi hanno avuto "fame e sete della giustizia", ovvero hanno avuto un vivo desiderio di Dio, mettendolo al di sopra di ogni loro aspirazione. Essi sono stati "misericordiosi" e "puri di cuore", "operatori di pace" e "perseguitati per la giustizia". In poche parole, essi hanno vissuto la vita di Gesù.
Un particolare molto bello accomuna la vita dei Santi: la devozione alla Madonna. Tutti loro l'hanno amata e invocata con fiducia. Affidiamoci anche noi alla Vergine Santissima Regina di tutti i Santi, e chiediamole un vivo desiderio di raggiungere anche noi la santità.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 1° novembre 2014)

11 - OMELIA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI - A - (Gv 6,37-40)
Chiunque vede il Figlio e crede in lui ha la vita eterna
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 2 novembre 2014)

Oggi, Commemorazione di tutti i fedeli defunti, le letture ci invitano a riflettere sulla nostra sorte eterna.
La prima lettura riporta le parole piene di fede di Giobbe, il quale esclama: «Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero» (Gb 19,26).
La certezza della vita dopo la dipartita finale, rende la morte cristiana colma di speranza. Il giorno della nostra morte si può paragonare al giorno della nostra vera nascita, quella definitiva, della nascita al Cielo.
Un Santo la paragonava al balzo di un bambino tra le braccia del proprio genitore. L'amore a Dio caccerà via ogni timore. San Francesco poteva quindi andare lieto incontro alla morte e chiamarla "sorella".
Ogni giorno dobbiamo pregare con le parole del Salmo: «Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario» (26,4).
«La speranza non delude» – ci ricorda san Paolo nella seconda lettura – e la nostra speranza si fonda sull'amore di Dio, il quale è morto per noi, per donarci la sua vita. Il suo Sangue ci salva dalla morte eterna.
Infine, il brano del Vangelo ci colma di consolazione, al pensiero che la Volontà del Padre è che «chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 6,40). Inoltre Gesù ci rassicura con le sue parole piene di amore: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò» (Gv 6,37).
Andiamo dunque a Gesù con un cuore umile, contrito e pieno di fiducia; faremo anche noi questo balzo tra le sue braccia e troveremo la salvezza.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 2 novembre 2014)

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