BastaBugie n�414 del 12 agosto 2015

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1 BONUS BEBE' DI 2.000 EURO DAL 3° FIGLIO BATTEZZATO
Intervista al parroco che dal 2011 sostiene le coppie italiane e sposate in chiesa residenti nella sua parrocchia (VIDEO: Tg2)
Autore: Marco Brogi - Fonte: La Nazione
2 IL RE DEL MAROCCO IN VACANZA IN UN'ISOLETTA GRECA
Spesi 5 milioni di euro in una settimana... ma non sottilizziamo (VIDEO: musulmani in Italia dicono ''è giusto morire per Allah'')
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 L'AMORE OMOSESSUALE NON E' AMORE, MA ODIO
Si ama davvero una persona quando si riconosce la sua natura e il suo fine ultimo, altrimenti non è vero amore
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi
4 LE PRIORITA' DI LAURA BOLDRINI: CITTADINANZA AGLI IMMIGRATI, POI EUTANASIA, INFINE MATRIMONI GAY
Può sposarsi chi non può fare figli, magari deve morire in fretta e nel frattempo diamo cittadinanza agli stranieri... più che un programma per l'Italia, è un programma per la sua estinzione
Autore: Mario Giordano - Fonte: Libero
5 L'AUSTRALOPITECO LUCY UN NOSTRO ANTENATO? CARO OBAMA, NON SCHERZIAMO... ERA UNA SCIMMIA!
Nei nostri alberi genealogici non si trovano scimmie (quadrupedi), ma solo uomini (bipedi, quindi posizione eretta)
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 50 SFUMATURE DI GRIGIO, OVVERO 10 LEZIONI FUORVIANTI SULL'AMORE
I dieci errori del libro best-seller che ha dato origine al film
Autore: Roberta Sciamplicotti - Fonte: Aleteia
7 LE CINTURE DI CASTITA' SONO UNA FAVOLA INVENTATA SOLO PER INFANGARE IL MEDIOEVO
Nessun crociato le ha mai imposte alla moglie, la leggenda nasce dall'uso di braghe di ferro usate in caso di invasione dalle donne stesse come autodifesa anti-stupro
Autore: Federica Garofalo - Fonte: UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali)
8 MALTA LEGALIZZA I PORNO SHOP E CANCELLA IL VILIPENDIO DELLA FEDE
L'isola poteva dirsi cattolica, ma dopo due anni di sinistra al potere le leggi sono state stravolte in senso anticristiano
Fonte: No Cristianofobia
9 OMELIA SOLENNITA' ASSUNZIONE - ANNO B - (Lc 1,39-56)
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? (VIDEO: Pio XII proclama il dogma nel 1950)
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
10 OMELIA XX DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Gv 6,51-58)
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - BONUS BEBE' DI 2.000 EURO DAL 3° FIGLIO BATTEZZATO
Intervista al parroco che dal 2011 sostiene le coppie italiane e sposate in chiesa residenti nella sua parrocchia (VIDEO: Tg2)
Autore: Marco Brogi - Fonte: La Nazione, 9-10 agosto 2015

Duemila euro a famiglia per ogni figlio nato a partire dal terzo. Intanto gli italiani di fede cattolica, poi, se ci saranno i soldi, anche quelli stranieri, purché cattolici. E' il bonus bebè fatto in casa, anzi in parrocchia. Ideato da un giovane sacerdote, don Stefano Bimbi, parroco di Staggia, piccolo borgo in provincia di Siena.
Siccome nelle famiglie le casse sono a secco da un bel po' e con i bilanci crollano anche le nascite, per invertire la tendenza o comunque per incoraggiare babbi e mamme a mettere al mondo altri bambini, la parrocchia ha deciso di frugarsi in tasca e regalare un assegno da duemila euro a ogni famiglia con almeno tre bambini. Mica poco visto i tempi. Tra i requisiti per ricevere i soldi figurano l'avere la cittadinanza italiana, l'essere sposati i chiesa e la residenza in questo piccolo borgo sprofondato nella campagna senese. L'assegno viene consegnato ai genitori il giorno del battesimo e quindi, oltre a quelle straniere, sono automaticamente escluse anche le famiglie di altre religioni. Le finanze, nonostante il buon cuore dei tanti parrocchiani che non lesinano offerte, non sono floride e in attesa di tempi migliori il parroco, don Stefano Bimbi, che ha avuto l'idea del bonus bebè, è costretto a fare di necessità virtù. "Se le possibilità economiche ce lo consentiranno, in futuro estenderemo il contributo anche alle famiglie straniere. Me lo auguro vivamente. Al momento siamo partiti dagli italiani, non possiamo fare di più", spiega il sacerdote. Dall'inizio dell'anno a oggi sono già quattro i bambini nati cui è andato in dote il tesoretto.
"Abbiamo deciso - prosegue don Stefano - di aiutare le famiglie numerose con un contributo straordinario. La nostra parrocchia vuole dare un aiuto concreto in questo momento di crisi ai genitori che con coraggio accettano il dono di un figlio. Disponiamo, purtroppo, di poche risorse. Il bilancio non è rose e fiori: ciò nonostante il Consiglio per gli Affari Economici ha deciso all'unanimità il contributo fino ad esaurimento dei fondi".
Nelle parole di don Stefano il senso di una trovata (bella) che sta facendo parlare molto di sé. Il parroco è un tipo intraprendente e con la tecnologia ci sa fare. La notizia del bonus bebè l'ha fatta girare anche su Facebook e, complice il passaparola, in paese tutti sanno di questo contributo straordinario per le famiglie che crescono. Sul sito della parrocchia ci sono anche informazioni dettagliate su come fare per portare a casa l'assegno.
Istruzioni per l'uso per babbi e mamme che il giorno del battesimo, in questo paesino medievale, hanno due motivi per festeggiare: la nascita del figlio e quei duemila euro regalati dalla parrocchia.

INTERVISTA AL PARROCO: "I FIGLI SONO IL FUTURO DELL'ITALIA"
Lo cercano i giornali e le tv di tutta Italia. La notizia, data in esclusiva dal nostro quotidiano, del parroco che regala l'assegno di duemila euro alle famiglie italiane e cattoliche che fanno il terzo figlio, non è passata inosservata. Don Stefano Bimbi, un destino scolpito nel cognome, l'inventore del "bonus bebè" in chiave parrocchiana, è diventato un caso nazionale e il suo piccolo paese, Staggia, nella campagna senese, si è guadagnato una improvvisa celebrità.
Come e quando le è venuto in mente di offrire un contributo alle famiglie che mettono al mondo il terzo figlio?
E' successo qualche anno fa. Nella nostra parrocchia abbiamo messo in piedi un CAV, cioè un Centro di Aiuto alla Vita per mamme in difficoltà economiche, che si è rivelato un osservatorio privilegiato, ma anche spietato. Ci siamo resi conto, infatti, che la povertà era un fenomeno in preoccupante crescita anche nella nostra piccola realtà. L'idea di un contributo straordinario per dare una mano alle famiglie numerose è nata in quella circostanza.
Come li trovate i soldi per i bonus?
La Provvidenza, quella di cui parla Manzoni nei Promessi Sposi, esiste, è qualcosa di concreto. Ha le sembianze delle persone, non necessariamente facoltose, che fanno delle offerte alla nostra parrocchia. Tra loro anche pensionati che non navigano certo nell'oro, e quindi ancora più apprezzabili.
Per ottenere il bonus ci vogliono requisiti ben precisi: cittadinanza italiana, essere di fede cattolica e residenti in paese. E le famiglie straniere?
Per loro abbiamo la Caritas, per il bonus bebè siamo partiti dagli italiani, ci sembra giusto così, ma se ci saranno fondi a sufficienza estenderemo il contributo anche alle famiglie straniere, purché di religione cattolica.
Quante famiglie hanno beneficiato al momento dell'assegno?
Siamo già a quattro. Tante famiglie, per via della crisi, si fermano al secondo figlio. L'obiettivo di questa iniziativa è favorire le nascite e, di conseguenza, la ripresa economica. Se non si fanno figli non c'è futuro, lo dicono anche gli economisti.
La Curia come l'ha presa questa trovata?
Bene, del resto non potrebbe essere diversamente. Sa che le dico? Mi auguro che altre parrocchie seguano il nostro esempio. Quando durante l'anno facciamo le gite ci sono degli sconti per le famiglie numerose. Chi decide di sfidare la crisi e mette al mondo altri figli va incoraggiato. Noi, nel nostro infinitamente piccolo, ci proviamo.
Che effetto le fa tutta questa notorietà?
La vivo tranquillamente, nella consapevolezza che serva a far passare l'idea che i figli sono un dono di Dio e che chi li mette al mondo debba ricevere un aiuto. Sono brutti tempi, non c'è lavoro, chiudono tante aziende e ci sono sempre più famiglie con i bilanci in rosso. Famiglie con due, tre, quattro figli: vanno aiutate in tutti i modi.

Nota di BastaBugie: nonostante sia una cosa ordinaria per tutte le parrocchie aiutare chi è nel bisogno, la notizia del bonus bebè scovata quasi per caso dall'autore dell'articolo sopra riportato, ha fatto scalpore a tal punto da interessare tutti i telegiornali nazionali. Ecco ad esempio il servizio del Tg2.


https://www.youtube.com/watch?v=SlOeOLryD5M

Per vedere il servizio di Tv2000 e leggere un altro articolo da noi pubblicato si può cliccare nel link sottostante
BONUS BEBE' DI 2.000 EURO IN UNA PARROCCHIA TOSCANA: INTERVISTA AI CONIUGI CHE LO HANNO RICEVUTO
L'assegno per il battesimo dal terzo figlio in poi, alle coppie italiane sposate in chiesa (VIDEO: intervista di Tv2000)
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3884

Fonte: La Nazione, 9-10 agosto 2015

2 - IL RE DEL MAROCCO IN VACANZA IN UN'ISOLETTA GRECA
Spesi 5 milioni di euro in una settimana... ma non sottilizziamo (VIDEO: musulmani in Italia dicono ''è giusto morire per Allah'')
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03/08/2015

Il re del Marocco ha deciso di concedersi una settimana di vacanza estiva e, dal momento che ama le spiagge, ha scelto di trascorrerla in un'isoletta greca. Ma come - direte voi - in Marocco mancano le spiagge? Certo che no, ma quella dell'isoletta greca prescelta ha la sabbia bianca e finissima, mentre i lidi marocchini sono di ordinaria e grossolana sabbia gialla. E poi, non sottilizziamo. In fondo il re ha fatto un'opera buona, vista l'attuale situazione economica greca. Ma come - direte ancora voi - e da quando il Marocco è diventato economicamente florido?

CINQUE MILIONI DI EURO PER UNA SOLA SETTIMANA
In effetti, secondo le statistiche l'etnia di immigrati più cospicua d'Italia è proprio quella marocchina, segno che se la passa meglio in un Paese p.i.g. di quanto faccia in patria. Ma, insisto: non sottilizziamo. La Grecia occupa da mesi le cronache del piagnisteo mondiale e versare nelle casse di un suo resort cinque milioni di euro ha anche un bell'effetto mediatico. Cinque milioni di euro - replicherete voi - per una sola settimana? Massì, non penserete che il re si andato da solo. Nel suo aeroplano reale c'erano con lui, tra suoi cari, staff e scorta, duecento persone. Più, l'equipaggio dello yacht portaelicotteri monarchico che ha seguito via mare, onde permettere al re di visitare le bellezze della zona di svago tra un tuffo e l'altro. Tutta invidia, la mia? Sicuro. Ma, oltre a ciò, non posso fare a meno di considerare le differenze con le democrazie occidentali.
Stati Uniti a parte, da noi se un politico usa soldi pubblici per fini non istituzionali o per andare a divertirsi si scatena, e giustamente, la bagarre. Dicevo Stati Uniti a parte, perché la moglie del presidente Obama è venuta a vedere il nostro Expo con l'aereo presidenziale e si è portata dietro le figlie, la madre e un'amica. Non so qual sia il ruolo istituzionale della moglie del presidente americano e se ne abbia uno previsto dalla Costituzione, ma di certo non ne hanno la suocera del presidente e le altre signore e signorine elencate. Ma vabbe', si sa che per gli americani - che di rivoluzioni ne hanno mai avute - il presidente è come un re a scadenza fin dai tempi di Washington. Nelle altre democrazie occidentali, Regno Unito compreso, i reali devono rendere conto di ogni spicciolo al popolo, ed è giusto che sia così. Nulla di tutto ciò, al contrario, nelle monarchie islamiche, di cui quella marocchina è, anzi, una delle più parche e occidentalizzate.

MILLE E UNA NOTTE SOLO PER IL CALIFFO
Il re del Marocco in vacanza si è portato dietro solo una moglie, un trono tempestato di pietre preziose, tappeti, tendaggi, ritratti di sé stesso, marmi e oggetti d'arredamento vari. Pensate a quel che succede quando si muovono i monarchi dei Paesi petrolieri. Anche un semplice sceicco va in giro con stuoli di mogli e concubine, servitù, assaggiatori, cuochi, dispensieri, eccetera eccetera (il resto mettetecelo voi, ché io non ho tempo). E queste sono solo persone, perché non ho considerato gli animali da compagnia e/o diletto, le auto d'epoca, la collezione di Ferrari, i bagni d'oro e ogni altro capriccio, purché sfarzoso, di cui il capo e i suoi infiniti parenti abbiano deciso di non poter fare a meno. Nelle loro patrie, poi, ci sono campi da sci con neve vera, se ciò loro aggrada, e in pieno deserto a cinquanta gradi all'ombra (se la trovi, l'ombra). Chi c'è stato mi racconta dei condizionatori d'aria "da aperto", che ti gelano a richiesta ovunque tu sia, basta pagare. Nessun ecologista, ovviamente, a lamentare lo spreco di energia o l'induzione all'inquinamento. Nessun sindacalista a lagnarsi del trattamento dei lavoratori immigrati (ho detto lavoratori, non rifugiati: di questi ultimi non v'è traccia). Pena di morte a gogò, mille frustate per ogni minima critica.
Truci dittature? Insopportabili dispotismi? Macché, sono i loro popoli che vogliono così, e sono pure contenti. Secondo i sondaggi, più di tre quarti dei sauditi tifano per l'Isis. A loro piace vivere in tal modo, sotto la sharìa e il tallone di nababbi spropositati che devono rispondere solo ad Allah di quel che fanno delle loro spaventose ricchezze. Anche all'Occidente piace così, perché gli affari si fanno meglio, e prima, con un capoccia assoluto che dispone come vuole delle vite e dei beni dei suoi sudditi. Tuttavia, sappiano i simpatizzanti e gli affascinati nostrani (compresi quegli intellettuali di destra plagiati da Guénon) che il "vero" islam, religione in cui credo e politica sono tutt'uno, è questo. Sotto l'impero della sharìa le Mille e una Notte sono solo per il califfo e il suo clan: gli altri, tutti gli altri, zitti e in riga.

Nota di BastaBugie: scioccante video con interviste a musulmani in Italia i quali candidamente dicono che è giusto morire per Allah e per la jihad


https://www.youtube.com/watch?v=lHg-SPSVsNs

DOSSIER "ISLAM"

Leggi gli articoli che abbiamo pubblicato su questo argomento.
https://www.bastabugie.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=_islam

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03/08/2015

3 - L'AMORE OMOSESSUALE NON E' AMORE, MA ODIO
Si ama davvero una persona quando si riconosce la sua natura e il suo fine ultimo, altrimenti non è vero amore
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi, 29/07/2015

«"Amor, ch'a nullo amato amar perdona". È questa la menzogna su cui si fonda la recente sentenza della Corte Suprema americana» [LA CORTE SUPREMA IMPONE LE NOZZE GAY https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3815]. Spiegando il verdetto federale che ha fatto dei rapporti omosessuali un diritto costituzionale pari al matrimonio, Anthony Esolen, fra i traduttori inglesi più noti della Divina Commedia di Dante Alighieri e professore di letteratura inglese al Providence College di Rhode Island, non può che tornare «all'inganno antico di cui parla Francesca nel canto V dell'Inferno».
Professore, lei ha scritto che l'amore omosessuale «non è amore, ma odio». Cosa intende?
Ho ripreso un'espressione del poeta Edmund Spenser. Si tratta del falso amore esclamato da Francesca nell'Inferno: «Amor, ch'a nullo amato amar perdona», per cui al vero amore sarebbe impossibile resistere, deve per forza essere contraccambiato. Perché Francesca lo afferma? Perché vuole scaricare la sua responsabilità sulle circostanze («galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse»), negando che la natura umana ci rende esseri liberi dotati di ragione. Ma se si negano la ragione e la libertà, anche la differenza fra la passione, l'attrazione, l'istinto e l'amore scompare. L'amore, infatti, implica il riconoscimento di uno scopo a cui si può scegliere di aderire o meno: si ama davvero una cosa quando si riconosce la sua natura e il suo fine ultimo e lo si rispetta, usandola per il suo scopo. Allo stesso modo, si ama una persona quando si agevola il suo cammino verso la meta per cui è stato creato. Per questo un uomo che vuole sposare un uomo non lo ama, ma lo odia. La natura dell'uomo, infatti, ha il suo compimento nel rapporto con la donna. Persino la biologia dimostra che l'uomo e la donna sono fatti per unirsi e diventare una carne sola. Perciò, dicendo che quella omosessuale è un'attrazione irresistibile, si giustifica, come fa Francesca, il proprio egoismo narcisista usando l'altro secondo le proprie voglie. Al contrario, Beatrice si muove verso Dante non per portarlo a sé, ma per condurlo in Paradiso: a conoscere il suo Creatore, Colui per cui Dante è fatto e in cui solo può trovare la sua piena realizzazione.
Chi ci rimette in questa interpretazione dell'amore come forza irresistibile e irrazionale?
Come dice il Papa nell'enciclica Laudato si', siamo abituati a guardare le cose come materia da manipolare a nostro piacimento. Parliamo dei bambini come fossero cose, fino a teorizzare che sia giusto usarli come strumenti da indottrinare al fine di cambiare le idee dei loro genitori e quindi della società bigotta. Se invece li guardassimo con onestà, ci accorgeremmo della loro innocenza, che ci avvicina al divino, da contemplare e da proteggere come un valore. E così, al posto di usarli, li serviremmo, sacrificando i nostri istinti in loro favore. Se non cerchiamo di conoscere, se non ci facciamo delle domande sull'essere e sul suo significato tradiamo, oltre che gli altri, la nostra stessa natura razionale trasformandoci in esseri capaci delle follie peggiori.
Lei ha scritto che oggi c'è confusione anche sul riconoscimento di ciò che è evidente e questo perché abbiamo perso la capacità di usare la coscienza. Cosa intende?
La rivoluzione sessuale ci ha convinti che importa solo quello che vuole il soggetto, indipendentemente dal discernimento sulla bontà del suo desiderio e sulle conseguenze che ha sugli altri. Così la Corte Suprema, schiava di un concetto astratto di amore e di diritto, ha emesso una sentenza in cui l'amore concreto, il diritto naturale e il bene comune sono soppiantati dal potere dei giudici e dall'individualismo.
Perché l'uomo non usa più la ragione per conoscere la realtà?
La ragione non viene più usata perché manca un'educazione, un allenamento alla bellezza. Siamo facilmente ingannati dai media e finiamo per accontentarci. Abbiamo perso la capacità di immaginare, come dice C. S. Lewis che spiegava che se la ragione è l'organo della verità, l'immaginazione è quello del significato. In altre parole, non riusciamo a comprendere il vero significato di una parola, "amore", senza un'immagine collegata ad essa. Il mondo ci fornisce immagini dell'amore riduttive. Per questo il potere odia la tradizione che, al contrario, ci fornisce immagini alte. Abbiamo sostituito Shakespeare con una svilente educazione sessuale.
Basta Shakespeare?
Ci credo perché l'ho visto con i miei studenti. Mi spiego con un esempio: i personaggi femminili di Shakespeare sono così puri, pieni di grazia e belli da suscitare ammirazione in chi legge. Lo stesso accade di fronte all'amore vissuto e descritto da tanti altri poeti e letterati. I giovani desiderano ancora l'amore vero, ma non lo sanno finché non scoprono cos'è. Finché, come dice appunto Lewis, non hanno davanti un'immagine che esemplifichi che cosa significhi adorare e rispettare l'amato. Ho visto giovani ispirati dalla letteratura e dalla poesia.
Basta davvero solo un libro?
Certamente, se i giovani non incontrano persone che incarnano l'amore vero faranno più fatica a convincersi che sia ancora possibile amarsi così. Per questo bisogna continuare a dire la verità sull'amore e, nello stesso tempo, occorre viverla. Noi cristiani dobbiamo cambiare. E fare, come i primi di noi, che non divorziavano, che non uccidevano i loro figli, che soccorrevano i deboli e gli anziani. In una parola dobbiamo amarci davvero. I pagani vedendoli si convertivano. Sarà una lotta non senza travaglio, perché veniamo da oltre cinquant'anni di diseducazione.

Fonte: Tempi, 29/07/2015

4 - LE PRIORITA' DI LAURA BOLDRINI: CITTADINANZA AGLI IMMIGRATI, POI EUTANASIA, INFINE MATRIMONI GAY
Può sposarsi chi non può fare figli, magari deve morire in fretta e nel frattempo diamo cittadinanza agli stranieri... più che un programma per l'Italia, è un programma per la sua estinzione
Autore: Mario Giordano - Fonte: Libero, 23/07/2015

Madamina il catalogo è questo. Alla cerimonia del Ventaglio, la presidenta della Camera Laura Boldrini detta superBoldry squaderna le sue priorità. Quali sono gli interventi più urgenti per gli italiani, dal suo autorevole punto di vista? Presto detto: prima di tutto la legge per la cittadinanza agli immigrati. Poi la legge sull'eutanasia. E quindi la legge sulle unioni gay. Quando si dice avere il polso del Paese, eh? In effetti: non si sente parlare d'altro. Davanti ai municipi ci sono cortei di italiani che chiedono la cittadinanza per gli immigrati, raccolte di firme in ogni Comune per concedere il diritto di voto ai profughi. Per non dire di eutanasia e nozze gay: non fai tempo a entrare in un bar che te ne accorgi. La gente di che parla? Di tasse? Della crisi? Di quant'è duro pagare le bollette a fine mese? Del lavoro che non si trova? Macché: tutti lì a chiedersi quando potranno staccare la spina. O quando Luxuria potrà sposarsi con un trans. È la priorità.

VICINO AI PROBLEMI DELLA GENTE?
E non continuate a dire che il Palazzo non è vicino ai problemi della gente. Macché: il Palazzo è vicino, Montecitorio è vicinissimo. Lo si vede proprio dalla Boldrini's List. È noto infatti che in ogni famiglia, alla sera, ci si interroga con angoscia: la danno o no la cittadinanza agli stranieri? E il via libera alle nozze gay? Ci sono schiere di disoccupati pronti a scendere in piazza: per chiedere un impiego? No, per la legge sull'eutanasia. Ci sono eserciti di pensionati che minacciano la rivolta: per chiedere un aumento della minima? Macché: per cedere la loro casa agli immigrati. Che cosa stiamo aspettando? Meno male che c'è superBoldry che ci pensa. Che i consigli del suo personal-guru Gad Lerner stiano cominciando a funzionare?
In effetti è rassicurante l'idea di Paese che salta fuori dal catalogo boldriniano: bisogna sposarsi fra persone che non possono fare figli, morire in fretta e nel frattempo dare cittadinanza agli stranieri. Più che un programma per l'Italia, sembra un programma per l'estinzione dell'Italia. Uno lo sente e dice: «È un suicidio assistito». E lei, infatti, ha già pronta la legge. Tutto organizzato, idiozia compresa. «Lo sguardo lontano», s'intitola profeticamente, il libro appena pubblicato dalla presidenta. Ma forse, avanti di questo passo, lo sguardo lontano non vedrà più una beata mazza. E anche lo sguardo vicino avrà qualche problema, come qualche settimana fa quando Lauretta nostra andò in vacanza su un'isoletta greca, mettendo in mostra auto blu e un «invidiabile bikini». E scordandosi, però, che la Grecia stava facendo default...

REDDITO MINIMO DI CITTADINANZA, CIOÈ STIPENDIO PER CHI NON LAVORA
Non che superBoldry non pensi ai temi economici, eh? Anche lì, per dire, una priorità per l'Italia lei ce l'ha chiara: abbassare le tasse? No, quello può aspettare. Rilanciare l'economia? No, quello non si dice. Ridurre la disoccupazione? Macché. Aiutare le imprese a essere competitive? Nemmeno. Aumentare le esportazioni? Non ci si pensa. Eliminare i balzelli più stupidi degli enti locali? Neppure. C'è solo una cosa che sta davvero a cuore alla capa di tutti i nostri deputati: il reddito minimo di cittadinanza, cioè dare uno stipendio a chi non lavora. E chi lo foraggia? Quei fessi che si ostinano ancora, nonostante tutto, a produrre ricchezza e a pagare le tasse. Zitti, muti e rassegnati, altrimenti la Boldrini modifica il catalogo e ci mette: doppio reddito di cittadinanza per gli stranieri e doppia Tasi per gli italiani. Così si fa l'integrazione, no?
Del resto, non c'è da stupirsi. Non era stata lei a dire: «Sogno un premier rom»? Ecco: Laura sogna un premier rom, sogna l'abolizione delle pubblicità con le donne in costume (intanto lei ha «l'invidiabile bikini»), sogna l'accoglienza per gli eco-rifugiati (cioè dovremmo accogliere a braccia aperte anche chi non si adatta al cambiamento di clima a casa sua). E soprattutto sogna un Paese in cui si dica signora sindaca e signora avvocata, signora dirigenta e signora prefetta, e di conseguenza (immagino) signor sentinello o signor guardio o (peggio mi sento) signor giornalisto. Dunque non è una novità: superBoldry ci ha abituati ai suoi cataloghi bislacchi. È che ogni volta rimaniamo stupiti dalla sua capacità di mettersi in sintonia con le richieste degli italiani. Davvero. Così stupiti che ci chiediamo come poterla aiutare ad ascoltare meglio la voce del Paese. Chiamare l'Amplifon può essere un'idea?

Fonte: Libero, 23/07/2015

5 - L'AUSTRALOPITECO LUCY UN NOSTRO ANTENATO? CARO OBAMA, NON SCHERZIAMO... ERA UNA SCIMMIA!
Nei nostri alberi genealogici non si trovano scimmie (quadrupedi), ma solo uomini (bipedi, quindi posizione eretta)
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01-08-2015

In visita ad Addis Abeba in delicatissima missione diplomatica, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è visto concedere il privilegio più unico che raro di ammirare i resti, datati 3,2 milioni di anni fa, dell'australopiteco "Lucy" esposti per la prima volta senz'alcuna protezione, tanto che li ha persino potuti toccare. Eccitato a mille, il capo dell'Accademia delle Scienze della California, l'etiopico Zeresenay Alemseged, che era della partita, si è prodotto in una battuta che se fosse stata fatta su altri, per esempio Nancy Pelosi o Hillary Clinton o lo stesso Obama (ricordate il putiferio e il processo parlamentare contro Roberto Calderoli che paragonò sciaguratamente l'allora ministro Cecile Kyenge a un orango?), avrebbe tremato la Terra: «È la dimostrazione che, nella catena dell'evoluzione, siamo tutti connessi. Tutti noi, 7 miliardi di esseri umani, perfino Donald Trump». Ma Alemseged sbaglia. "Lucy" con Trump non c'entra. A dirlo sono gli scienziati.

AUSTRALOPITECO = SCIMMIA DEL SUD
Cominciamo dal nome. Australopithecus è latino e significa "scimmia del Sud". Nel nome scelto dagli scienziati per indicare la specie di "Lucy", Australopithecus afarensis, non vi è, coscientemente, traccia alcuna di umanità. Continuiamo con il nomignolo. Stante che il ritrovamento avvenne il 30 settembre 1974 nel villaggio di Hadar, nella valle di Awash, nella depressione etiopica di Afar, per opera di Maurice Taieb, Donald Johanson, Yve Coppens e Mary Leakey (1913-1996), proprio mentre alla radio strimpellava Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles, un inno all'Lsd, e stante che il reperto apparteneva a un essere di sesso femminile, l'australopiteco fu chiamato "Lucy". Ma è come la moda di dare nomi di cristiani agli animali domestici: farlo non li rende umani.
Proseguiamo con la sostanza. Il barone Solly Zuckerman (1904-1993) e il professor Charles E. Oxnard (classe 1933), due celebri anatomisti, affermano da decenni che non solo "Lucy", ma tutti gli Australopithecus sono proprio quel che dice il loro nome; scimmie, nulla a che fare con la linea che porta all'Homo sapiens. Zuckerman si concentrò sul fatto che "Lucy", diversamente da noi, era incapace di camminare in posizione eretta. Oxanard ha trovato somiglianze straordinarie tra "Lucy" e gli oranghi. Tutto sta nell'angolo formato dalle ossa della coscia e della gamba: in "Lucy" l'angolo è quello di un essere simile all'orango e alla scimmia ragno di oggi, cioè degli ottimi arrampicatori ma che non camminano affatto bipedi come gli uomini. Per di più quel che resta delle nocche di "Lucy" mostra proprio la postura scimmiesca: camminava a quattro zampe, poggiando sulle nocche come i gorilla.
Due studiosi allora della George Washington University nella capitale statunitense, i paleoantropologi Brian G. Richmond (oggi allo Smithsonian Institution di Washington) e David S. Strait (oggi alla University di Albany, nello Stato di New York) lo hanno scoperto rinvenendo in "Lucy" (ma anche nei "cugini" Australopithecus anamensis) quattro caratteristiche scheletriche del radio distale (il polso) degli scimpanzé e dei gorilla, non degli uomini. Nature ne ha dato notizia nel marzo 2000. Non dimentichiamo tra l'altro che di "Lucy" resta solo il 40% dello scheletro, che tutto è frammentario e che tutti quei frammenti si mostrano in ordine sparso. Impossibile per esempio spingersi più in là di un tot nelle congetture, praticamente inutile provare a riscostruirne le fattezze.
Del resto, negli anni 1990, Fred Spoor, docente di Anatomia evolutiva nel Dipartimento di Evoluzione umana dell'Istituto Max Planck di Antropologia evolutiva di Lipsia e allo University College di Londra, ha passato "Lucy" alla Tac e dal labirinto osseo dell'orecchio interno, che fa parte dell'apparato vestibolare (responsabile dell'equilibrio), ha ricavato un dato: le dimensioni del canale semicircolare (legato all'equilibrio) degli Australopithecus è quelle delle scimmie, non quello degli uomini. Pertanto il loro equilibrio, la loro postura e il loro andamento erano quelli delle scimmie, non degli uomini.

LE SCIMMIE SONO QUADRUPEDI, GLI  UOMINI BIPEDI: L'EVOLUZIONE E' IMPOSSIBILE
E l'equilibrio delle "scimmie del Sud" incompatibile con la deambulazione eretta umana è confermata anche dalle analisi condotte su "Selam", un altro Australopithecus afarensis femmina scoperto nel 2000 a Dikika, in Etiopia, risalente a 3,3 milioni di anni fa e soprannominata la "bimba di Lucy" benché (dicano) più o meno 120mila anni più vecchia di lei e questo solo perché probabilmente di circa tre anni di età. "Selam" l'ha scoperta Zeresenay Alemseged, il corifeo di Obama che ha fatto la battutaccia su Donald Trump, e dei suoi organi dell'equilibrio non adatti a camminare come un essere umano ha parlato nel 2006 Scientific American. Ovviamente questi dati vengono sbrigativamente licenziati come argomenti "creazionisti", ma è ben difficile affibbiare tale epiteto al fior di scienziati evoluzionisti come tutti quelli citati. Il fatto (non l'illazione) cui peraltro si deve rispondere ora è quell'enigma che certamente non sarà stato ricordato a Obama: ovvero che delle 88 ossa rimasteci di "Lucy" una (una vertebra) appartiene a un esemplare di Theropithecus, un babbuino.
Ne ha parlato in aprile il Corriere della Sera, prima lo ha fatto New Scientist, ma soprattutto ne ha discusso il simposio annuale della Società Paleoantropologica di San Francisco. Qui gli studiosi hanno appurato che l'enigmatica vertebra appartiene a una famiglia oggi rappresentata solamente dalla specie Theropithecus gelada, ma che all'epoca la famiglia dei Theropithecus era il cercopitecoide più diffuso nel giacimento KH-1s di Hadar in cui è stata scoperta "Lucy". Storie di scimmie, appunto.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01-08-2015

6 - 50 SFUMATURE DI GRIGIO, OVVERO 10 LEZIONI FUORVIANTI SULL'AMORE
I dieci errori del libro best-seller che ha dato origine al film
Autore: Roberta Sciamplicotti - Fonte: Aleteia, 10/02/2015

50 Sfumature di Grigio è un best-seller che glorifica la più miserevole delle relazioni. Tutto il libro consiste nel fatto che Christian e Anastasia fanno sesso, parlano di sesso o cercano di immaginare se Ana può essere all'altezza del "contratto" sadomasochistico e abusivo che Christian le offre. Ci sono innumerevoli problemi con il modo in cui vengono presentati l'amore e le relazioni, ma eccone appena 10.

1. UNA RELAZIONE DI CO-DIPENDENZA
Il libro glorifica una relazione superficiale e malata basata solo sull'attrazione, il bisogno, il sesso e l'idealizzazione al punto del nonsenso. Christian vuole Ana nel suo letto. Ana pensa che lui sia "forte". Trascorrono ogni ora insieme, e quando sono lontani si chiamano, si mandano e-mail in modo ossessivo e sognano l'uno dell'altro. Non è romanticismo. È immaturità adolescenziale.

2. MENTIRE
Qualsiasi relazione che ti costringe a mentire alla tua famiglia e ai tuoi amici non è sana, e tuttavia Ana passa tutto il libro a fare proprio questo.

3. NON ASCOLTARE LA PROPRIA COSCIENZA
Gli infiniti monologhi interiori che si scatenano nella mente di Ana rivelano la sua estrema confusione; nella fattispecie, come avere una relazione con uno stalker abusivo sapendo che dovrebbe correre via gridando nella notte. A un certo punto considera Christian così pericoloso da soprannominarlo Barbablù. Barbablù è il protagonista di un racconto di folclore francese su uno psicotico violento che uccide le proprie mogli. Perfino il fatto di pensare che Christian potrebbe essere un Barbablù è una chiarissima indicazione del fatto che Ana dovrebbe scappare via.

4. CHIUDERE UN OCCHIO SUGLI ABUSI
Christian Grey è stato abusato sessualmente quando era adolescente, ed entra in una vita di sadomasochismo in cui gode nell'infliggere e nel ricevere dolore. Christian controlla, è manipolatore, dominante, pericoloso, e uno stalker che abusa di Ana a livello fisico, mentale ed emotivo. Una bella relazione romantica, no? Il fatto che egli in seguito cambi non significa niente.

5. TRATTARE LA VERGINITÀ COME UNA COSA NEGATIVA
Christian pensa solo a una cosa, al sesso. Sesso sadomasochista. Dopo aver sedotto Ana, la più innocente delle ragazze, scopre che è vergine. Decide che deve "rettificare la situazione della sua verginità" immediatamente. Procede quindi a prendere il dono prezioso della sessualità di Ana, datole da Dio, trattandola come una malattia, e tutto solo per poter compiere "cose oscure" con lei nella sua "stanza rossa del dolore". L'intera scena dovrebbe scioccarci e farci inorridire. Il fatto che tante donne siano disposte a passare sopra a questo e a molti altri problemi lampanti è sia eloquente che inquietante.

6. CONFONDERE AMORE E SESSO
Siamo onesti! Questo libro parla di una fantasia sessuale che l'autore E.L. James ha ammesso di aver scritto durante la sua crisi di mezza età. Tutta la relazione tra Christian e Ana è una fantasia di James, una fantasia che riguarda solo il sesso e le potenti emozioni che ne derivano. Apparentemente, il fatto che Christian voglia picchiarla, imbavagliarla, sculacciarla e fustigarla se lei esce dalla sua "cornice" non è un deterrente per la sua ragazza disperatamente ingenua e bisognosa. Gli ormoni e le emozioni di Ana sono fuori controllo per le esperienze sessuali che ha vissuto. Il sesso non è amore! Christian e Ana hanno una relazione malata fin dall'inizio, costruita solo su sentimenti infantili.

7. CONFONDERE AMORE E DESIDERIO
Nel libro sia l'amore che il desiderio sono presentati come positivi, quando in realtà sono sempre opposti l'uno all'altro. Il desiderio è il grande distruttore dell'amore. Per definizione, l'amore cerca di dare e di servire generosamente anche quando è un sacrificio, mentre il desiderio è egoista e cerca il piacere per se stesso, anche a costo di usare un'altra persona. Non parliamo nemmeno di tutta la pornografia che ingoiano i cattolici leggendo questo libro. La pornografia è sempre sbagliata in tutte le sue forme, guardata o letta. Dobbiamo tenere la nostra anima pura davanti a Dio, non piena di oscenità.

8. IDEE SBAGLIATE SULL'AMORE
Ana arriva alla conclusione di "amare" Christian, malgrado il fatto che spesso lo tema, debba camminare sulle uova, non possa essere onesta con lui (o con la propria famiglia), venga abusata da lui, punita, umiliata e altro. Cosa peggiore, spesso lui non si cura dei suoi sentimenti. Com'è questo amore? Non importa quali sentimenti Ana pensi di nutrire per Christian, questo rapporto non è amore.

9. STALKING E ABUSO SONO DEL TUTTO ACCETTABILI
Nel libro, Christian è uno stalker nei confronti di Ana, traccia le sue telefonate, ha persone che la seguono, si presenta all'improvviso, compra la compagnia nella quale lei è stata assunta, compra tutte le sue fotografie di modo che nessun altro possa guardarla e altro ancora. Ancora una volta, questo non è neanche lontanamente amore, è follia.

10. FANTASIA VS. REALTÀ
Le donne vanno in estasi per il fatto che Christian cambi, rendendo in qualche modo accettabile la relazione abusiva. Non è mai accettabile, e dobbiamo ricordare che è solo finzione. Nella vita reale, consigliamo alle donne di fuggire da stalkers, abusatori e malati di controllo. Sia nei libri che nella vita reale, inoltre, dovremmo esigere che tutte le donne vengano trattate con la dignità e il rispetto che meritano.

CONCLUSIONE
Non dovremmo chiudere il nostro cervello e seppellire la nostra morale per nessuna ragione, neanche per la fiction. Per tutti coloro che possono avere la curiosità: "Sì, ho letto il libro".

Fonte: Aleteia, 10/02/2015

7 - LE CINTURE DI CASTITA' SONO UNA FAVOLA INVENTATA SOLO PER INFANGARE IL MEDIOEVO
Nessun crociato le ha mai imposte alla moglie, la leggenda nasce dall'uso di braghe di ferro usate in caso di invasione dalle donne stesse come autodifesa anti-stupro
Autore: Federica Garofalo - Fonte: UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali), 15/04/2015

«In tempo d'estate, un mattino, giaceva la Dama accanto al meschino. La bocca gli baciò e il viso, poi così gli disse: "Bello e dolce amico, il mio cuore dice che vi perderò: colti saremo e scoperti. Se voi morrete, io voglio morir; e se vivo potrete partire, voi troverete un altro amore e io rimarrò nel dolore. - Dama, fece lui, manco il dite! Ch'io non abbia gioia né pace, se ad altra lo sguardo volgerò! Non abbiate di ciò alcuna paura! - Amico, di ciò m'assicurate! La vostra camicia mi date; nel lembo di sotto farò un nodo: libertà vi dono, ovunque voi siate, d'amare colei che lo scioglierà e che disfar lo saprà." Egli gliela dà, così l'assicura. Un nodo ella fece in tal misura che donna alcuna scioglierebbe se la forbice o il coltello non vi metta. La camicia gli dona e rende. Egli la riceve ad una condizione, che anch'ella lo renda sicuro; con una cintura a sua volta la sua carne nuda cinge, attorno ai fianchi forte la stringe; chi la fibbia potrà aprir senza spezzarla né strapparla, il solo sarà ch'ella potrà amare. Poi la bacia, e così rimane». E pensare che questa scena d'amore così delicata, tratta dal Lai de Guigemar di Maria di Francia, ha suscitato le congetture più assurde da parte degli storici dell'Ottocento e dei primi del Novecento.

SEMPLICEMENTE UN GIURAMENTO DI FEDELTÀ
Cos'altro avrebbe potuto fare il cavaliere in esilio Guigemar, parto di quel Medioevo così oscuro e misogino, per garantirsi la fedeltà assoluta della sua dama, se non serrarla in una morsa di ferro che castrasse chiunque osasse toccarla, così che appartenesse a lui soltanto? Sembra che a nessuno degli storici di cui sopra sia passato per la testa che quello evocato da Maria di Francia fosse semplicemente un giuramento di fedeltà incondizionata l'uno all'altra, suggellato da un gesto concreto, uno di quei segni di cui la società feudale (stavolta sì) non può fare a meno: il nodo con cui sono legati sia la camicia del cavaliere sia la cintura della dama, infatti, richiama i tre nodi che si vedono sulle cinture di tessuto portate dai novizi degli ordini religiosi, tre quanti sono i voti che dovranno pronunciare, tra cui anche quello della castità. Non solo, il nodo e la fibbia che rappresentano il legame tra i due amanti saranno anche il mezzo che permetterà loro di ritrovarsi alla fine della storia.
A leggere le affermazioni degli storici dell'Ottocento (e anche gli articoli su certe riviste "divulgative" con tanto di titoloni a caratteri cubitali), c'è davvero di che far venire la pelle d'oca: secondo quanto si legge, a fare uso della cintura di castità sarebbero stati soprattutto i crociati, i quali, partendo per liberare il Santo Sepolcro dagli infedeli, si sarebbero premurati di evitare qualsiasi rischio di ritrovarsi al ritorno in patria con un bel paio di corna, chiudendo letteralmente in cassaforte "l'onore" delle mogli; cosa che non ha molta consistenza già di per sé, perché l'obbligo di tenere un arnese di ferro a così stretto contatto con le parti intime avrebbe presto provocato una strage di donne per setticemia o per tetano.
Per giunta, nessuna delle fonti sulle Crociate, nemmeno da parte musulmana o bizantina, fa mai riferimento a questa pratica. Al contrario, Anna Comnena, nella sua Alessiade, sottolinea come, all'indomani dell'appello di papa Urbano II nel 1089 per difendere il Santo Sepolcro e i Cristiani di Gerusalemme dalle vessazioni dei Turchi, non sono solo gli uomini a mobilitarsi, ma anche le donne: «Si produsse allora un movimento di uomini e di donne come non si ricorda di averne mai visto l'uguale: le persone più semplici erano davvero animate dal desiderio di venerare il Sepolcro del Signore e di visitare i Luoghi Santi. […] L'ardore e lo slancio di questi uomini era tale, che tutte le strade ne furono coperte; i soldati franchi erano accompagnati da una moltitudine di gente senz'armi più numerosa dei granelli di sabbia e delle stelle del cielo, che portava palme e croci sulla spalla: uomini, donne e bambini che lasciavano i loro paesi».
Dunque non solo non c'è traccia di "segregazioni", ma è documentato che le donne possono perfino seguire i mariti nei "pellegrinaggi armati", come vengono chiamate all'epoca le Crociate; a volte intere famiglie di alto lignaggio partono per la Terra Santa. [...] È pur vero che molte restano in patria, ma non certo per starsene chiuse in casa: in assenza dei loro uomini, sono loro "il capofamiglia", signore dei feudi e responsabili dei vassalli, e come tali sono trattate.

LA CINTURA È SOLO SIMBOLO DI "CASTITÀ"
C'è da dire, comunque, che la cintura compare sì nei testi medievali in riferimento alla castità, ma in maniera del tutto simbolica: ad esempio nel Decretum Gratiani, raccolta di norme di diritto canonico risalente al XII secolo, in una delle cui miniature che riguardano il matrimonio, vediamo consegnare alla sposa una cintura (una cintura assolutamente comune), come segno del suo nuovo stato di "consacrata" allo sposo, un simbolo simile a quello che si scambiano come pegno di fedeltà reciproca gli amanti del Lai de Guigemar. La scelta della cintura come simbolo di castità, per le donne ma soprattutto per gli uomini, non è casuale: la predicazione del XIII secolo cerca di dire chiaro e tondo che il matrimonio è un sacramento, un "ordine sacro", la cui importanza è pari a quella degli ordini religiosi, e che dunque ha anch'esso delle regole, molto esigenti, sia per l'uomo sia per la donna.
La prima menzione di qualcosa che somiglia alla "cintura di castità" come la concepiamo noi, cioè come arnese
per impedire rapporti sessuali, è del 1405, e viene dall'ingegnere militare tedesco Konrad Kyeser von Eichstätt, che la inserisce all'interno di un trattato sulle varie tecniche di guerra, il Bellifortis; ad un certo punto troviamo il disegno di una specie di mutandoni di metallo, accompagnato da una scritta in Latino, "Est florentinarum hoc bracile dominarum ferreum et durum ab antea sic reseratum", "Queste sono le brache di ferro pesante delle donne fiorentine chiuse sul davanti in questo modo". La cosa viene presentata dunque come un'usanza specifica delle donne di Firenze, e per giunta descritta nel contesto di un trattato militare. C'è da capirle, le povere Fiorentine: la guerra, in pieno Quattrocento, è divenuta affare di bande di mercenari comandate da capitani di ventura, e, quando una città cade nelle loro mani, ci si può aspettare ogni tipo di barbarie, compresa quella di veder violentate perfino le monache; ancora peggio, poi, se si tratta della Toscana, dove infuria la guerra tra le grandi famiglie come i Cavalcanti, i Pazzi, i Medici.

BRAGHE DI FERRO ANTI-STUPRO
A mali estremi, estremi rimedi, e le donne di Firenze, perlomeno, possono contare su questa specie di "armatura" per evitare se non altro le conseguenze dei saccheggi nella propria carne.
Presto la notizia di questi arnesi si diffonde, e diventa materia succulenta per la letteratura satirica tanto di moda soprattutto nella Francia del Cinquecento: le cinture di castità sono le armi comiche dei soliti Barbablù da novella che alla fine si ritrovano immancabilmente "cornuti e mazziati", ad esempio nella raccolta Le dame galanti di Brantôme o nel romanzo Pantagruele di Rabelais. Il guaio è che queste storielle finiscono per esser prese alla lettera da letterati e storici di Settecento e Ottocento, e la storia di signori del Medioevo dispotici e violenti che, partendo per la guerra, impongono alle mogli la cintura di castità, della quale soltanto loro hanno la chiave, per scongiurare qualsiasi tradimento, viene data per buona; non solo, alimenta un mercato di "riproduzioni" ad uso dei collezionisti (in realtà veri e propri falsi inventati di sana pianta), sostanzialmente quelle che riempiono ancora oggi i vari "musei della tortura" sparsi per l'Europa. Nel 1889, addirittura, l'archeologo austriaco Maximilian Anton Pachinger annunciò la scoperta di una tomba femminile a Linz, da lui datata tra il Cinquecento e il Seicento, il cui scheletro avrebbe avuto l'osso pelvico cinto da una fascia di cuoio e ferro chiusa da ben due lucchetti, e possiamo facilmente immaginare quali fantasie avesse suscitato all'epoca un simile ritrovamento; purtroppo lo scheletro, con relativo arnese, è andato perduto, ma qualcuno ha recentemente ipotizzato che la defunta soffrisse semplicemente di una qualche deformazione al bacino e che la "cintura di castità" fosse in realtà soltanto una protesi per sostenerlo.
L'unico esemplare autentico conosciuto di "braga de fero" è custodito nell'armeria del Palazzo Ducale di Venezia, e si dice appartenuto ai da Carrara, signori di Padova (XV-XVI secolo): la sua analisi ha permesso di chiarire molte cose. La sua fattura corrisponde in pieno alle braghe di ferro fiorentine anti-stupro descritte dal von Eichstätt: una fascia "a croce" relativamente sottile che avvolgeva sia la vita sia il pube, rivestita di cuoio per una maggiore comodità. Interessante è il fatto che la braga in questione sia chiusa da un lucchetto cosiddetto "romano", fermato cioè da una sorta di fibbia, completamente inadatta ad una "cassaforte" ma che non permette un'apertura immediata. Insomma, questo arnese non poteva certo esser strappato con violenza di dosso a colei che lo indossava da un potenziale stupratore, ma, a emergenza passata, la signora avrebbe potuto toglierselo da sola in tutta tranquillità.

Fonte: UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali), 15/04/2015

8 - MALTA LEGALIZZA I PORNO SHOP E CANCELLA IL VILIPENDIO DELLA FEDE
L'isola poteva dirsi cattolica, ma dopo due anni di sinistra al potere le leggi sono state stravolte in senso anticristiano
Fonte No Cristianofobia, 9 luglio 2015

A Malta è sempre peggio: prima le "unioni civili" omosessuali, adozione compresa. Poi una legislazione decisamente pro gender. Ed ora prosegue l'opera di secolarizzazione dell'isola con la legalizzazione dei porno shop: come annunciato dal ministro di Giustizia, Owen Bonnici, per consentirla verrà addirittura riformato il Codice penale del Paese. Non solo: verrà anche cancellato il reato di vilipendio della Chiesa Cattolica e di qualsiasi altra religione «con parole, gesti, scritti - stampati e non -, immagini o altri mezzi visibili». I relativi articoli numero 163 e 164 del Codice Penale apparterrebbero ormai al passato. Resterebbe punibile soltanto il disturbo all'ordine pubblico durante le funzioni religiose, nel caso venissero interrotte o vituperate.
Tutti provvedimenti assunti da un governo a guida laburista, che dichiara di non voler essere il «guardiano della morale degli adulti, che vanno trattati da adulti», dice, e rilancia proponendosi anzi con queste riforme - chissà come... - di incentivare a Malta «la libertà di espressione artistica», proteggendo al contempo «i più deboli». Come? Semplicemente raccomandando ai negozi di articoli pornografici d'esporre un cartello con la scritta: «Attenzione. Le persone che oltrepassano questo avviso troveranno esposto del materiale, che possono considerare indecente. Vietato l'ingresso ai minori di 18 anni». Tutto qua. Secondo lo Stato basterebbe questo, per preservare le fasce "a rischio". E la morale pubblica.
«Questa è la società progressista che vogliamo», ha 'cinguettato' il ministro Bonnici su Twitter. Fino a poco tempo fa Malta poteva dirsi anche legislativamente cattolica. Ora, purtroppo, non è più così. Son bastati due anni di potere, ai laburisti, per scardinare in via normativa, con uno zelo inedito, pezzo dopo pezzo, gli articoli del Codice sgraditi alla Sinistra, come se questa fosse la priorità del Paese, anch'esso scosso dalla crisi economica e dall'emergenza immigrazione. V'è da augurarsi che, ciò nonostante, nel cuore della gente restino e si tramandino le tradizioni di un popolo di profonda fede. Da sempre.

Fonte: No Cristianofobia, 9 luglio 2015

9 - OMELIA SOLENNITA' ASSUNZIONE - ANNO B - (Lc 1,39-56)
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? (VIDEO: Pio XII proclama il dogma nel 1950)
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15 agosto 2015)

Nella vita di san Bernardino Realino si narra di un'esperienza mistica molto bella. In un momento molto difficile della sua vita, quando tutto sembrava irrimediabilmente perduto, ed egli era immerso in una sofferenza desolante, all'improvviso gli apparve la Vergine Santissima. Ella gli sorrideva e tendeva verso di lui le mani come per accoglierlo, poi lo sollevò dalla sedia dove egli si trovava preso dai suoi tristi pensieri, e gli indicò il Cielo, dicendogli: «Ecco la tua patria!». La visione poi scomparve. La Vergine Maria era sparita al suo sguardo, ma nel cuore gli era rimasto un grande desiderio di consacrarsi a Dio e di compiere opere sante.
In questo piccolo episodio troviamo racchiuso il senso di questa odierna festività: contemplando la Vergine Immacolata assunta alla gloria del Cielo in anima e corpo noi veniamo sollevati dalla meschinità dei nostri pensieri, dalla tristezza delle nostre miserie, per guardare a quella che sarà la nostra sorte futura. Se anche noi incontreremo il sorriso di Maria e ci lasceremo da Lei sollevare, troveremo la forza per andare avanti generosamente nel nostro cammino, e per fare grandi cose per la gloria di Dio.
L'odierna festività ci insegna che la vita diventa molto bella, pur tra le sofferenze di ogni giorno, se terremo i nostri cuori costantemente rivolti al Cielo, dove è la nostra patria. Da un antico autore, la Vergine Santissima è stata definita come la potente calamita dei cuori. Dio si serve proprio di Lei per attirare a sé il cuore dei suoi figli. Egli, il Creatore del cielo e della terra, ha voluto rendere Maria incomparabilmente bella e buona, affinché i nostri occhi e i nostri cuori non possano mai staccarsi da Lei. Quando la preghiamo con fede e con amore, noi la contempliamo con gli occhi del nostro spirito e veniamo sollevati potentemente verso il Signore.
Quando si sale una montagna, sotto di noi tutto diventa più piccolo. Allo stesso modo, quando noi ci innalziamo con la preghiera, i problemi della nostra vita, che prima ci sembravano insormontabili, li vedremo più semplici di quanto sembrava, e ci sentiremo allora animati da una grande fiducia.
Ecco il primo messaggio che possiamo trarre da questa bella solennità dell'Assunzione: pregare sempre il Santo Rosario, con fiducia e amore. Così riusciremo a risolvere i più grandi problemi della nostra vita e, soprattutto, riusciremo ad eliminare il più grande intralcio che paralizza le nostre anime: il peccato.
Vi è un altro messaggio che dobbiamo cogliere quest'oggi. La Madonna è stata Assunta in Cielo in anima e corpo perché Ella è l'Immacolata, la Madre di Dio e la Sempre Vergine. Per essere piena e profonda, la Verginità della "Tutta Santa" non doveva conoscere il disfacimento del sepolcro. Il giglio candidissimo della purezza di Maria non ha mai cessato di esalare il suo profumo ed anche ora, in Paradiso, è la gioia degl'Angeli e dei Santi.
Ecco allora che l'Assunzione di Maria al Cielo ci insegna l'altissima dignità che ha il nostro corpo: anch'esso è chiamato alla gloria del Paradiso. Il nostro corpo risorgerà solamente alla fine dei tempi, quando ci sarà il Giudizio universale, e si unirà all'anima per condividerne la sorte eterna: se l'anima è dannata, il corpo seguirà quella condanna; se l'anima è beata, esso risorgerà glorioso.
Impariamo fin da adesso a rispettare il nostro corpo e a non degradarlo con il peccato. L'uomo d'oggi esalta il corpo e i piaceri della carne. In realtà egli rende il proprio corpo schiavo delle passioni che lo abbruttiscono sempre di più. Contemplando l'Immacolata Assunta in Cielo, noi possiamo vedere la grande dignità dell'uomo e della donna. Se vogliamo raggiungere la gloria che già da ora risplende in Maria, dobbiamo amare e praticare la bella virtù della purezza.
Questa virtù forse è "fuori moda" ma rimane l'unica via per giungere alla comunione eterna con Dio. Quando a san Domenico Savio, giovane discepolo di Don Bosco, dicevano che non occorreva essere così mortificati negli occhi e che poteva anche vedere i divertimenti delle giostre, egli rispondeva che voleva mantenere puri gli occhi per poter vedere Gesù e Maria in Paradiso.
Un tempo si arrossiva anche per la più piccola immodestia, ora l'indecenza imperversa e a molti sembra quasi una cosa normalissima. Si è perso il senso del pudore e i mezzi di comunicazione (televisione, stampa, internet) propongono molto spesso "immondizia a basso costo". Per recuperare il senso cristiano della vita, guardiamo con gli occhi del cuore la gloria della "Tutta Santa" Assunta in cielo. Chiediamo a Lei un grande amore alla virtù della purezza e la grazia di rimanere fedeli in mezzo alle tante insidie dell'odierna società.

Nota di BastaBugie: ecco il video del 1950 della proclamazione da parte di papa Pio XII del dogma dell'Assunta (assunzione al cielo in corpo e anima della Beata Vergine Maria)


https://www.youtube.com/watch?v=33NADLqHKkg

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15 agosto 2015)

10 - OMELIA XX DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Gv 6,51-58)
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 16 agosto 2015)

Il Vangelo di questa ventesima domenica del Tempo Ordinario prosegue il lungo discorso che Gesù fece a Cafarnao, discorso che è riportato dal capitolo sesto del Vangelo di Giovanni e che si incentra sul tema dell'Eucaristia. Gesù proclama solennemente: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per vita del mondo» (Gv 6,51).
I Giudei non compresero il senso di queste parole. Allora Gesù continuò dicendo: «Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda» (Gv 6,54-55).
Queste parole si riferiscono alla verità della Presenza reale di Gesù nell'Ostia consacrata. Anche noi mangiamo la Carne di Gesù e beviamo il suo Sangue, accogliendo in noi la Vita eterna, ogni volta che riceviamo degnamente la Santa Comunione.
La prima lettura anticipa questo discorso sul "pane di vita" parlando del sontuoso banchetto preparato dalla Sapienza, la quale invita tutti a mangiare il pane e a bere il vino: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato» (Prv 9,5). In queste parole dell'Antico Testamento si vede chiaramente prefigurato il mistero dell'Eucaristia.
L'Eucaristia è il dono più grande che possiamo ricevere sulla terra, dopo di che non c'è che il Paradiso. Nel brano del Vangelo, Gesù dice: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui» (Gv 6,56). Queste parole ci devono riempire di gioia e di consolazione, al pensiero di una grazia così grande. Se si pensasse veramente a queste parole sentiremo molto forte il desiderio di intrattenerci con Gesù subito dopo la Comunione. Per circa un quarto d'ora, ovvero fino a quando perdurano in noi le specie del pane e del vino, Gesù è presente dentro di noi, nel nostro cuore, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Lui in noi, e noi in Lui. Non c'è momento più bello e prezioso della nostra giornata.
La Chiesa, pertanto, raccomanda di fare il Ringraziamento dopo la Comunione. Guardiamo all'esempio dei Santi: Padre Pio era inesorabile verso tutti quelli che trascuravano di fare il Ringraziamento, e a un sacerdote che diceva essere per lui quasi impossibile, dal momento che subito dopo la Messa doveva riprendere a confessare, Padre Pio rispondeva: «Guarda bene che il non potere non sia il non volere!».
I nostri Ringraziamenti devono essere proprio un "rimanere con Gesù", per parlargli familiarmente di tutto ciò che ci sta a cuore. Quante grazie vanno perdute perché manca da parte nostra questo colloquio pieno di amore e confidenza! Rimaniamo con Gesù! San Giovanni Maria Vianney affermava che dopo la Comunione noi e Gesù siamo come due candele che si fondono insieme e che alimentano una stessa fiamma.
Al momento della Comunione, quando il Signore entra nel nostro cuore, la nostra preghiera si unisce a quella di Gesù, come l'acqua di un piccolo fiume che sfocia nel fiume più grande. Allora la nostra preghiera diventa molto, molto potente e possiamo ottenere tutto ciò che è bene per noi. Le più grandi grazie le riceveremo durante i Ringraziamenti ben fatti. Non sciupiamo un tempo tanto prezioso.
Gesù continua il discorso affermando: «Colui che mangia me, vivrà per me [...] chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6,57-58). Con l'Eucaristia noi abbiamo un pegno della gloria futura. Si racconta che san Piergiuliano Eymard, poco prima di morire, a chi gli chiedeva un consiglio spirituale, disse: «Avete l'Eucaristia, avete tutto!». Se abbiamo Gesù, con Lui abbiamo ogni grazia, e nulla ci potrà mancare.
Se ci nutriamo assiduamente dell'Eucaristia dobbiamo anche ben assimilare l'insegnamento che Gesù ci dona nel suo Vangelo. San Paolo, nella seconda lettura, così ci esorta: «Fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi» (Ef 5,15).
Non sarebbe infatti lodevole ricevere spesso l'Eucaristia se da parte nostra non ci fosse anche l'impegno a fare nostro il Vangelo, ad incarnarlo nella nostra vita. Sono due cose che devono andare sempre assieme. La meditazione del Vangelo sarà un'ottima preparazione alla Comunione. In questo modo Gesù ci trasformerà interiormente, e noi diventeremo sempre più simili a Lui.
Chiediamo alla Madonna, a Colei che per prima accolse il Figlio di Dio al momento dell'Annunciazione, la grazia di ricevere sempre degnamente Gesù nel nostro cuore.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 16 agosto 2015)

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