BastaBugie n�470 del 07 settembre 2016

Stampa ArticoloStampa


1 PREGI E DIFETTI DEL FERTILITY DAY
Non si è avuto il coraggio di andare al nocciolo del problema: attaccare la cultura libertaria, edonista e femminista che ha svuotato le culle e che è alla base di molte leggi italiane
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 ASIA BIBI, A OTTOBRE IL PROCESSO DECISIVO
Le prove sono a favore della madre cattolica incarcerata ingiustamente da 8 anni, ma i giudici temono la furia islamista
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi
3 SUL TERREMOTO LE PAROLE DI FEDE DEL VESCOVO DI ASCOLI PICENO, UN PASTORE CHE AMA LE PECORE
Tra la sua gente ha detto: ''Le torri campanarie dei nostri paesi, che hanno dettato i ritmi dei giorni e delle stagioni, sono crollate, non suonano più, ma un giorno, esse riprenderanno a suonare''
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
4 MADRE TERESA: L'UOMO E LA DONNA (INSIEME!) MANIFESTANO L'AMORE DI DIO
Testo dell'intervento della suora (da poco proclamata santa) alla conferenza a Pechino dell'ONU nel 1995 sul ruolo della donna
Autore: Santa Teresa di Calcutta - Fonte: Blog di Costanza Miriano
5 AVVENIRE SPONSORIZZA LE COPPIE GAY A LOURDES
Il direttore del quotidiano della CEI invoca la misericordia, ma è solo un paravento per coprire il vero obiettivo: promuovere le unioni gay nella Chiesa
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 LA NUOVA RIVISTA DELL'ISIS SI CHIAMA ''ROMA'': SECONDO VOI E' UN CONSIGLIO SU DOVE PASSARE LE VACANZE O L'OBIETTIVO DELLA CONQUISTA?
Il nuovo strumento di propaganda raccomanda di uccidere soldati, anziani, preti, uomini di affari e sportivi, mentre le donne e i bambini è preferibile usarli come schiavi
Fonte: Tempi
7 GLI OTTO MITI DELLA PROPAGANDA OMOSESSUALISTA
Ecco le menzogne utilizzate in modo martellante ed efficace per far avanzare la sempre più fitta e prepotente agenda LGBTQIecc.
Autore: Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender
8 A CHE PUNTO E' LA DISTRUZIONE DEI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA?
Stanno per chiudere anche il convento di Firenze (è il 15esimo soppresso dal commissariamento ad oggi) e circa 60 frati hanno chiesto la dispensa per uscire dall'ordine...
Autore: Antonio Righi - Fonte: Libertà e Persona
9 OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 15,1-32)
Vi è gioia per un solo peccatore che si converte
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - PREGI E DIFETTI DEL FERTILITY DAY
Non si è avuto il coraggio di andare al nocciolo del problema: attaccare la cultura libertaria, edonista e femminista che ha svuotato le culle e che è alla base di molte leggi italiane
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/09/2016

Gli spot per il Fertility Day, che hanno provocato così tante reazioni indignate, fanno parte del Piano nazionale per la fertilità ''Difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro'' varato dal Ministero della Salute. Il Piano si è avvalso della collaborazione del ''Tavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilità'' istituito dallo stesso Ministero, Tavolo che ha prodotto un documento che vuole dare concretezza agli indirizzi del Ministero. Analizziamo per sommi capi sia il Piano nazionale che il documento elaborato dal Tavolo, evidenziandone, molto in sintesi, aspetti positivi e negativi.

PIANO NAZIONALE PER LA FERTILITÀ
Il Piano nazionale per la fertilità, rammentando che ''il valore di 1,39 figli per donna, nel 2013, colloca il nostro Paese tra gli Stati europei con i più bassi livelli'' di natalità e che ''nel 2050, la popolazione inattiva sarà in misura pari all'84% di quella attiva'', si propone questi obiettivi:
1) Informare i cittadini sul ruolo della Fertilità nella loro vita, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti che possono metterla a rischio.
2) Fornire assistenza sanitaria qualificata per difendere la Fertilità, promuovere interventi di prevenzione e diagnosi precoce al fine di curare le malattie dell'apparato riproduttivo e intervenire, ove possibile, per ripristinare la fertilità naturale.
3) Sviluppare nelle persone la conoscenza delle caratteristiche funzionali della loro fertilità per poterla usare scegliendo di avere un figlio consapevolmente ed autonomamente.
4) Operare un capovolgimento della mentalità corrente volto a rileggere la Fertilità come bisogno essenziale non solo della coppia ma dell'intera società, promuovendo un rinnovamento culturale in tema di procreazione.
5) Celebrare questa rivoluzione culturale istituendo il 'Fertility Day', Giornata Nazionale di informazione e formazione sulla Fertilità, dove la parola d'ordine sarà scoprire il 'Prestigio della Maternità'.

PORRE RIMEDIO ALL'INVERNO DEMOGRAFICO ITALIANO
Il progetto è assai analitico e coinvolge buona parte dei soggetti che operano in società: famiglie, professionisti, aziende ospedaliere, consultori, università, etc.
Tra le molte indicazioni operative suggerite per porre rimedio all'inverno demografico italiano segnaliamo quella di carattere culturale ''per avviare una autentica rivoluzione culturale calata nella vita di tutti i giorni di tutte le persone'' e quella informativa, incentrata soprattutto nel far sapere che il fattore età è uno dei più incidenti giungendo così alle ''sensibilizzazione delle donne sui tempi della loro possibilità di diventare madri, spiegando loro che sono molto più contenuti di quanto generalmente si sia portati a pensare'', appunta il Tavolo consultivo. Pregevole, ma solo a metà, la critica alla fecondazione artificiale. Il Piano della Lorenzin infatti vuole infatti sgombrare ''il campo da equivoci che inducono in errore le persone celebrando, ad esempio, le nuove tecniche di procreazione come infallibili e percorribili senza limitazione di tempo. Non si può lasciare credere a donne (e uomini) che con l'aiuto di queste tecniche si possa procreare per tutta la vita''. La lode è solo a metà perché poi il documento del Tavolo incensa questo tipo di tecniche.
Interessanti le cause che sia il Piano che il Tavolo indicano come determinanti della denatalità. Si citano il deterioramento di alcuni valori di fondo, l'instabilità di coppia, l'handicap per le donne dal punto di vista lavorativo di essere madri o di volerlo diventare, il protrarsi del periodo di scolarizzazione che corrisponde ad un ritardo nell'entrare nella vita attiva e quindi nella decisione di ''mettere su famiglia'', l'insicurezza economica – più percepita che reale - un atteggiamento culturale che vede il figlio non come dono e risorsa, bensì come furto della propria libertà ed indipendenza, l'individualismo e l'immaturità personale. Così il Tavolo: ''Da un punto di vista psicologico sembra diffuso un ripiegamento narcisistico sulla propria persona e sui propri progetti, inteso sia come investimento sulla realizzazione personale e professionale, sia come maggiore attenzione alle esigenze della sicurezza, con tendenza all'autosufficienza da un punto di vista economico e affettivo. Tale disposizione, spesso associata ad una persistenza di un'attitudine adolescenziale, facilitata dalla crisi economica e dalla perdita di valori e di identificazioni forti, si riflette sulla vita di coppia e porta a rinviare il momento della assunzione del ruolo genitoriale, con i compiti a questo legati''.

RECUPERARE IL PRESTIGIO DEL TITOLO DI GENITORE
Altra causa: il titolo di ''genitore'' difetta di prestigio sociale. Così il Tavolo: ''Fra le motivazioni possiamo riflettere sulla mancanza, attualmente, del valore sociale della maternità, (e più in generale, dell'essere genitori). Con ciò intendendo il non riconoscimento, in ambito pubblico, del fatto che essere madri non è solamente una scelta personale, ma è un'esperienza che caratterizza in modo decisivo la vita di una persona, ne aumenta le competenze, ne disegna il tratto umano e le capacità organizzative e relazionali, mutandole e maturandole''.
C'è poi da registrare un giudizio critico al cosiddetto processo di emancipazione femminile che ha portato come conseguenza quella di posporre all'infinito la decisione di diventare madri - spesso non riuscendoci - a favore della decisione di diventare professioniste o di raggiungere una sicurezza economica o psicologica che alla fine si realizzerà solo verso i quarant'anni. Il Tavolo così scrive: ''Si assiste, infatti, ad una pericolosa tendenza a rinviare questo momento [di diventare madri], in attesa proprio di una realizzazione/affermazione personale che si pensa possa essere ostacolata dal lavoro di cura dei figli. La maternità, invece, sviluppa l'intelligenza creativa e rappresenta una straordinaria opportunità di crescita. L'organizzazione ingegnosa che serve a far quadrare il ritmo delle giornate di una mamma, la flessibilità necessaria a gestire gli imprevisti, la responsabilità e le scelte implicite nel lavoro di cura, le energie che quotidianamente mette in campo una madre sono competenze e potenziali ancora da esplorare e capire come incentivare e utilizzare al rientro al lavoro. E' necessario, allora, recuperare il valore sociale della maternità, sia come esperienza formativa individuale sia come bene di tutti. La società deve comprendere che è un bene che nascano bambini, è un bene che il Paese possa riprodursi e sostituirsi''. Il Tavolo poi aggiunge: ''Nelle donne, in particolare, sono andati in crisi i modelli di identificazione tradizionali ed il maggiore impegno nel campo lavorativo e nel raggiungimento di una autonomia ed autosufficienza ha portato ad un aumento dei conflitti tra queste tendenze e quelle rivolte alla maternità''.

GLI ASPETTI NON CONDIVISIBILI
Poi iniziano a profilarsi alcuni aspetti non condivisibili. Il documento del Tavolo di lavoro critica lo snaturamento del ruolo delle donne che in società assumono sempre più atteggiamenti mascolini e quindi sono meno propense a diventare madri. ''Cosa fare, dunque, di fronte ad una società che ha scortato le donne fuori di casa, aprendo loro le porte nel mondo del lavoro sospingendole, però, verso ruoli maschili, che hanno comportato anche un allontanamento dal desiderio stesso di maternità?'' si domandano i membri del Tavolo di lavoro. Ci si aspetterebbe una risposta del tipo: ''che le donne tornino a rivestire alcuni ruoli femminili''. Ed invece il Tavolo sostiene che i ruoli maschili e femminili - in specie quelli che riguardano la cura e l'educazione dei figli - devono essere identici: stesse mansioni e modelli di comportamento per il padre e la madre.
Ma la vera critica ai documenti licenziati dal Piano nazionale e dal Tavolo di lavoro è più di fondo. Il Ministero della Salute si è reso conto, anche se non può ammetterlo esplicitamente, che una certa cultura libertaria, progressista e femminista ha svuotato le culle. Ecco perché tanto clamore per gli spot sulla fertilità: la Lorenzin ha toccato più di un nervo scoperto della cultura contemporanea. Però il Ministero non è andato sino in fondo nella sua diagnosi perché il politicamente corretto glielo avrebbe impedito. Infatti una disanima culturalmente onesta avrebbe dovuto sconfessare decenni di politiche culturali che contribuiscono alla denatalità, quali quelle a favore della diffusione della contraccezione di barriera e ormonale la quale anche una volta cessata intacca la fecondità della donna. Dell'aborto, prima causa di denatalità nel nostro Paese, che nel documento del Tavolo addirittura si indica, citando il titolo della legge 194, come norma che ''tutela la maternità'', quando invece è legge che sopprime la maternità perché sopprime il figlio. Della sessualità libera: l'infecondità femminile è legata a filo doppia alla promiscuità sessuale. Della morte della famiglia fondata sul matrimonio, morte provocata dalle norme a favore dell'oppressione fiscale, del divorzio, delle convivenze e delle unioni civili (queste ultime per loro natura sterili): la stabilità di coppia infatti è elemento adiuvante la fecondità.
In buona sostanza non si è avuto il coraggio di andare al nocciolo del problema, attaccando in radice quella cultura edonista, individualista e femminista che è struttura portante di molte leggi italiane e di molti atti di governo che hanno contribuito alla scomparsa di una pletora di fiocchi azzurri e rosa.

Nota di BastaBugie: Costanza Miriano nell'articolo dal titolo ''Quel futuro che non ci aspetta'' parla di come il Fertily day metta il dito nella piaga della cultura antinatalista in cui viviamo.
Ecco dunque un estratto dell'articolo pubblicato su Il Foglio il 6 settembre 2016:
Mia nonna ha fatto il quinto figlio in tempo di guerra. Non aveva pianificato niente, non era certa di niente sotto le bombe. Neanche che il marito colonnello sarebbe tornato a casa per prendere in braccio quella bambina che cominciava a crescere in lei. Quando la fecondità era legata in modo inevitabile alla sessualità, i figli semplicemente arrivavano. Non ci si chiedeva se si fosse pronti, lo si diventava quando le necessità si facevano avanti sotto forma di neonato.
Il fatto è che se uno si chiede se è pronto per fare un figlio, non lo sarà quasi mai. Ti metti in casa un essere di cui non sai nulla (e qui ci sarebbe da aprire una parentesi sull'ostinazione nella diagnostica prenatale ai limiti dell'eugenetica), e a cui dovrai pensare ogni secondo della tua giornata per i successivi diciamo quindici anni, provvedere a lui per oltre venti, probabilmente. Se ci si pensa tutto insieme, l'unico atteggiamento ragionevole è rimandare. Quando il lavoro non sarà più precario, quando la casa, quando tutto il resto. Lo so che ormai la mia fama di bigotta è solidissima, e dovrei far qualcosa per darmi arie da persona quasi normale, ma credo che l'unico atteggiamento razionale e sano che si possa tenere nei confronti della vita è quello che anche la Chiesa suggerisce. Una sessualità aperta alla vita e dentro un matrimonio è una possibilità di felicità enorme, e lo dico dopo avere incontrato migliaia di donne. Quelle che hanno accettato figli imprevisti e magari un po' di troppo dal punto di vista economico non se ne sono più pentite. La vita ripara la vita, trova risorse insospettabili, moltiplica la forza e la capacità di risolvere problemi. Una coppia che deve tirare su dei figli si metterà a fare seriamente, certo consumerà in modo diverso (il sogno di ogni uomo marketing sono invece i dink, double income no kids), magari chiederà aiuto ai genitori, per pagare l'affitto invece che per fare l'Erasmus - che bello sarebbe fare i figli a venti anni o poco più, per poi trovarsi a quaranta nel pieno della vita lavorativa con dei figli capaci di andare a scuola da soli, e magari pure contenti se la mamma si leva dalle scatole qualche ora.
Sono certa, certissima che gli ostacoli economici non siano i più forti, siamo nell'epoca di maggior benessere diffuso dell'umanità. Ognuno di noi ha almeno un nonno che invece ha portato vestiti di quinta mano e scarpe dei fratelli troppo strette. E se la ricetta contro il calo demografico non ce l'ho, sono però sicura che sia una questione prima di tutto culturale. E il cuore del problema è nel pansessualismo nel quale viviamo immersi, certi come siamo di avere il diritto di vivere ogni esperienza seguendo le nostre emozioni, separando però la sessualità dalla possibilità di dare la vita, se non quando saremo noi a deciderlo. Questo, che la mentalità contraccettiva ha messo nelle nostre mani, è un potere troppo grande per noi.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/09/2016

2 - ASIA BIBI, A OTTOBRE IL PROCESSO DECISIVO
Le prove sono a favore della madre cattolica incarcerata ingiustamente da 8 anni, ma i giudici temono la furia islamista
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi, 1° settembre 2016

Il destino di Asia Bibi si deciderà la seconda settimana di ottobre, quando finalmente si terrà l'udienza finale del suo processo, arrivato davanti alla Corte suprema del Pakistan. Per la madre cattolica di cinque figli, in carcere a Multan da 2.627 giorni, ci sono solo due possibilità: la liberazione o l'impiccagione.
Asia Bibi è in carcere da otto anni per avere bevuto un bicchiere d'acqua ed è stata condannata a morte in base a false accuse di blasfemia per un diverbio avuto con due colleghe musulmane: aveva preso dell'acqua dal pozzo per ristorarsi durante il lavoro nei campi ed è stata attaccata per aver ''infettato'' la fonte. Poi ha pronunciato questa frase ''blasfema'': «Il mio Cristo è morto per me. Maometto per voi che cosa ha fatto?». Se la Corte suprema non revocherà la condanna, solo la grazia del presidente di Mamnoon Hussain potrà salvarla.

FINE DEL CALVARIO VICINA?
Il principale avvocato della donna, Saif-ul-Malook, si è detto fiducioso: «Ho grandi speranze per il suo rilascio». Le stesse che nutre anche Khalil Thair Sindhu, ministro cattolico del Punjab: «La fine del suo calvario è vicina. Sono convinto che sarà assolta. Da avvocato, ho studiato a fondo il caso e, visti gli elementi a favore di Asia, prevedo una assoluzione. Vorrò essere in tribunale per seguire direttamente l'udienza, in veste istituzionale di rappresentante del governo provinciale».
Le prove sono tutte a favore di Asia Bibi ma questo è un processo dove le prove non contano nulla, altrimenti la donna non sarebbe in carcere da otto anni. Padre Joseph Louis, ex segretario esecutivo della Caritas Pakistan, lo sa e per questo è preoccupato: «I giudici sono spaventati dagli estremisti e dai fanatici islamici che fanno pressioni in tribunale. Per questo l'unica cosa che vogliono è lavarsene le mani. A loro non importa degli innocenti. Possiamo solo pregare e chiedere allo Spirito Santo che convinca i giudici». Per capire di cosa si tratta basta rileggere le dichiarazioni del marito di Asia Bibi, quando raccontò l'udienza durante la quale venne condannata in appello: «C'era anche un gran numero di imam e leader islamici che gridavano in continuazione: ''Blasfemi!'' e ''Uccidetela!''».

UNA TAGLIA SULLA TESTA
Diversi giudici in questi anni sono stati uccisi in Pakistan da estremisti islamici o sono stati costretti a scappare per il loro coinvolgimento in casi di blasfemia. Non è un caso se il processo di appello è stato rinviato per ben cinque volte senza motivo. Anche Tahir Chaudhry, presidente della Pakistan Minority Alliance, ha dichiarato: «Le pressioni degli estremisti sono un fattore decisivo per il risultato finale. Nonostante questo, spero che vada tutto bene e prego per il rilascio».
Asia Bibi nel carcere di Multan cucina da sola i propri pasti perché si teme che qualcuno possa avvelenarla. È in cella da sola e le guardie responsabili della sua sicurezza sono state vagliate dall'intelligence per escludere terroristi. Gli estremisti islamici hanno posto sulla sua testa una taglia da 50 milioni di rupie (circa 430 mila euro) e a marzo l'imam Abdul Aziz, capo dell'ultra estremista Moschea rossa di Islamabad, ha lanciato questo appello alle autorità del paese: «Giustiziate al più presto la blasfema Asia Bibi e non piegatevi alla pressione internazionale».

Nota di BastaBugie: per approfondire la triste vicenda di Asia Bibi ecco il link ad alcuni articoli già pubblicati

IN PAKISTAN IMPICCANO UNA MADRE DI 5 FIGLI PERCHE' CRISTIANA (ECCO IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA DI ASIA BIBI PUBBLICATO DA AVVENIRE)
A chi le offre la liberazione in cambio della conversione all'islam dice: ''preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musulmana''
di Antonio Socci
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2569

BLASFEMA: LA BIOGRAFIA DI ASIA BIBI, CRISTIANA PAKISTANA CONDANNATA ALL'IMPICCAGIONE PER AVER BEVUTO DA UN POZZO PER SOLE MUSULMANE
Che siano colpevoli o no, nel mio Paese gli accusati di blasfemia sono segnati: di solito vengono uccisi in cella o, se escono dal carcere, saranno assassinati poco dopo
di Asia Bibi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1811

PAKISTAN: ASSASSINATO SHAHBAZ BHATTI, 43ENNE MINISTRO CATTOLICO CHE HA DIFESO ASIA BIBI
Chi osa difendere i cristiani indifesi come Asia Bibi (la donna condannata a morte con l'accusa pretestuosa di aver offeso il profeta Maometto) finisce crivellato dai colpi
di Luca Miele
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1645

Fonte: Tempi, 1° settembre 2016

3 - SUL TERREMOTO LE PAROLE DI FEDE DEL VESCOVO DI ASCOLI PICENO, UN PASTORE CHE AMA LE PECORE
Tra la sua gente ha detto: ''Le torri campanarie dei nostri paesi, che hanno dettato i ritmi dei giorni e delle stagioni, sono crollate, non suonano più, ma un giorno, esse riprenderanno a suonare''
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 31 agosto 2016

L'omelia che Monsignor d'Ercole ha tenuto ad Ascoli Piceno il 27 agosto u.s. per i funerali di Stato in suffragio delle vittime del terremoto che ha colpito il centro Italia è il segnale che, anche in tempi di aperta apostasia, di commistioni sincretiche anticattoliche, di corruzione spirituale e morale, il coraggio della Fede viene invocato come unica e reale risorsa.
Parole retoriche, qualcuno potrebbe dire, oppure di un'età della Chiesa modernista che tutto infetta... e invece no, perché abbiamo ascoltato parole di Fede, parole di un Pastore che all'angoscia del proprio gregge ha dato risposte tratte dal patrimonio della Tradizione della Chiesa.

IL CORAGGIO DELLA FEDE
Il Vescovo di Ascoli Piceno ha invitato tutti a puntare al coraggio della Fede, come fece Giobbe. Il terremoto con la sua violenza può togliere tutto, eccetto il coraggio della Fede, «scialuppa quando ci si trova in un mare in tempesta».
Il Vescovo si è rivolto ai fedeli in questi termini: «Cari amici, mi rivolgo soprattutto a voi che siete diventati la mia famiglia. ''E adesso, vescovo, che si fa?ˮ. Quante volte in questi giorni, amici miei, mi son sentito ripetere questa domanda. Dai familiari delle vittime; da chi si ritrova senza famiglia e senza casa; dai giornalisti in cerca di notizie; dai parenti e dagli amici nell'obitorio fra le salme che aumentano con il passare delle ore e dei giorni. Domande spesso solo pronunciate con il pianto e lo sguardo perso nel nulla. Esiste una risposta? (...) Questa stessa domanda - ''E adesso che si fa?ˮ - l'ho rivolta in queste interminabili giornate di commozione e di strazio a Dio Padre, suscitato dall'angoscia di padri, madri, o figli rimasti orfani, dall'avvilimento di esseri umani derubati dell'ultima loro speranza. ''E adesso, Signore, che si fa?ˮ. Quante volte, nel silenzio agitato delle mie notti di veglia e d'attesa, ho diretto a Dio la medesima domanda: a nome mio, a vostro nome, nel nome di questa nostra gente tradita dal ballo distruttore della terra. Mi è venuto subito in mente l'avventura di Giobbe, questo giusto perseguitato dal male». La polvere, ha proseguito il Vescovo, è «tutto ciò che è rimasto a questa gente, Signore, dopo la tragedia. Tutto sembra diventato polvere (...) Un intero pezzo di storia adesso non c'è più. Polvere, nient'altro che polvere: la polvere che per Giobbe, dopo il dramma di una fatica disumana, diventa altare sul quale brilla la vittoria di Cristo».

SARETE ANCORA RICCHI SE NON AVRETE PERSO LA FEDE IN DIO
Da Giobbe alla citazione di uno scrittore cattolico, legato, per idee religiose e civili, alla gloriosa Tradizione cristiana, quella con la T maiuscola, fiera della sua identità, quella Tradizione che ha permesso, con la semina della Buona Novella, di raccogliere nel mondo abbondanti frutti miracolosi di vita, sia terrena che eterna. La frase guareschiana citata da Monsignor d'Ercole è stata estrapolata da un'omelia di Don Camillo, tenuta dopo un'alluvione a Brescello: l'acqua ha tutto ricoperto, ma non la voce della Fede: «Le acque escono tumultuose dal letto del fiume e tutto travolgono: ma un giorno esse torneranno placate nel loro alveo e ritornerà a splendere il sole. E se, alla fine, voi avrete perso ogni cosa, sarete ancora ricchi se non avrete perso la fede in Dio. Ma chi avrà dubitato della bontà e della giustizia di Dio sarà povero e miserabile anche se avrà salvato ogni cosa».
Il sisma, che ha tragicamente coinvolto molti paesi e molti abitanti, è simbolo dei terremotati giorni dell'età contemporanea, dove non soltanto l'ateo si rivolta contro le leggi divine, ma gli stessi ministri di Dio si contrappongono alla logica del diritto naturale e del diritto divino, alle Sacre Scritture, come alla professione di Fede, queste ribellioni dovrebbero far tremare i polsi di ogni persona che non ha occultato la coscienza: perdere un proprio caro, perdere la propria casa, perdere la propria attività lavorativa sono dolori terribili, ma sono temporanei, a fronte della perdita per sempre della propria e/o delle altrui anime. Per chi crede, esiste la Divina Provvidenza che agisce attraverso la virtù della speranza in Gesù Cristo, l'Agnello immolato per ciascuno, che ha portato la salvezza anche per le vittime del 24 agosto.

SILVIO PELLICO E PRIMO LEVI
Due figure letterarie sono emblematiche nell'aver avuto o non avuto fiducia nella Divina Provvidenza, rispettivamente Silvio Pellico e Primo Levi. Basta osservare il termine della loro vita per rendersene conto. Il cattolico Pellico, seppure fiaccato dal carcere dello Spielberg, morì in pace con se stesso e con il mondo: fu la Fede a salvarlo. Il non cattolico Levi non resse alla memoria della prigionia del campo di concentramento e si suicidò. Scrisse Pellico «Sia benedetta la Provvidenza, della quale gli uomini e le cose, si voglia o non si voglia, sono mirabili stromenti ch'ella sa adoprare a fini degni di sé». Aveva scritto Levi: «Se non altro perché un Auschwitz è esistito, nessuno dovrebbe oggi parlare di Provvidenza». Invece siamo ancora qui a parlarne, forte e chiaro. La invochiamo supplicanti. E grazie alla Divina Provvidenza, che ha già permesso la presenza di suoi «stromenti» (pompieri che hanno salvato vite, volontari che hanno dispiegato e dispiegano forze ed energie, milioni di euro raccolti con i soli sms...), su queste povere terre martoriate la polvere scomparirà per far spazio a case e chiese, come ha affermato Monsignor d'Ercole: «Le torri campanarie dei nostri paesi, che hanno dettato i ritmi dei giorni e delle stagioni, sono crollate, non suonano più. Ma un giorno, esse continueranno a suonare, riprenderanno a suonare».

Nota di BastaBugie: Rino Cammilleri nell'articolo sottostante dal titolo ''Cosa dicono quelle Madonne sopravvissute'' parla della statua della Madonna rimasta in piedi dopo il recentissimo terremoto nelle Marche. Nel precedente terremoto in Sudamerica si salvò, nella distruzione generale, non solo statua della Vergine ma anche la teca di cristallo che la conteneva. Cose del genere sono accadute in moltissime catastrofi, naturali e no.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 2 settembre 2016:
Lo spaventoso tsunami che nel 2004 devastò le coste asiatiche arrivò a lambire le coste dell'India coinvolgendo anche il grande santuario cattolico di Vailankanni, dedicato alla Madonna e frequentato pure da indù e musulmani alla ricerca di grazie. Il mare raggiunse l'edificio e lo oltrepassò per oltre cinquecento metri. Ma neanche una goccia d'acqua vi entrò, lasciando indenni - e stupefatti - tutti quelli che vi si erano rifugiati.
L'anno scorso, a Madrid, l'estate eccezionalmente torrida favorì un incendio in una scuola militare. Le fiamme devastarono tutto e incenerirono il grande giardino. Ma lasciarono intatta la statua della Madonna che vi sorgeva, e pure i fiori delle aiuole intorno ad essa per un raggio di alcuni metri. Le foto su internet sono impressionanti e commossero tutti i soldati della base. Abbiamo visto tutti la statua della Madonna rimasta in piedi dopo il recentissimo terremoto nelle Marche. Nel precedente terremoto in Sudamerica si salvò, nella distruzione generale, non solo statua della Vergine ma anche la teca di cristallo che la conteneva.
Cose del genere sono accadute in moltissime catastrofi naturali, anche in alcune artificiali come le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki: cappelle mariane rimaste intatte, gesuiti intenti a dire il rosario salvi e senza danni da radiazioni (perfino un professore universitario giapponese, poi fattosi battezzare: stava guardando con curiosità un'immagine della Madonna su un libro in una biblioteca pubblica quando tutto si incenerì in un attimo, tranne lui e l'immagine). Nel 1902 una spaventosa eruzione del vulcano Mont Pelée distrusse la Martinica francese e fece un numero incalcolabile di vittime. Però la statua della Madonna del Parto, nel locale santuario di Morne Rouge, non ebbe alcun danno.
Il cataclisma generò una profonda impressione in tutto il mondo, ma pochi ricordarono che nel 1891 la stessa statua era stata l'unica cosa rimasta in piedi dopo il ciclone caraibico che aveva spazzato la città di Morne Rouge. Quel santuario era particolarmente significativo per la storia di Francia, perché lì era stata battezzata nel 1763 l'imperatrice Josephine Beauharnais, moglie di Napoleone.
Potremmo continuare con gli esempi, ma sempre resterebbe la mezza ombra: sufficiente luce per chi vuol credere e altrettanta oscurità per chi ha deciso di no. Il terremoto e lo tsunami che nel 1755 distrussero Lisbona e provocarono centinaia di migliaia di morti fino alla costa africana suscitarono un'ondata di sdegno ''filosofico'' in molti dei pensatori dell'epoca, come Rousseau e Voltaire. L'''illuminato'' marchese di Pombal, reggitore del Portogallo, ne colse l'occasione per espellere i gesuiti e costringere il Papa a scioglierli. Era il giorno di Ognissanti e i cattolicissimi portoghesi erano tutti nelle chiese. Che li seppellirono. Ciò per i philosophes costituiva la prova provata che Dio non esiste, o, se esiste, è un sadico.
Certo, talvolta neppure i santi sono indenni da sconcerto di fronte a cose del genere. Per esempio, due secoli prima, una spedizione militare condotta dal re portoghese Sebastiano era stata schiacciata dai musulmani in terra d'Africa, e santa Teresa d'Avila, che pur era una mistica, osò protestare con Gesù (col quale aveva frequenti colloqui). Si sentì rispondere che Lui aveva trovato quei crociati degni di comparire al Suo cospetto. La santa, capita l'antifona, da quel momento non provò più a chiedere a Dio conto del di Lui operato. In effetti, il credente sa che ci vuole fede. Cioè, fiducia. Anche quando tutto congiura per farla perdere.
Il non credente, invece, ha come orizzonte solo questa, di vita, perciò una Madonna che resta in piedi quando tutti, bambini compresi, sono caduti, per lui è solo espressione di egoismo da parte della Divinità, e indifferenza alle umane sorti. Per il credente, invece, è un segno ben preciso: questa vita non ha tutta l'importanza che noi le diamo, quella eterna è ben più importante e, anzi, la sola che veramente conta. Una Madonna miracolosamente intatta è il segno inequivocabile che il Vangelo dice il vero, e che l'unica cosa che rimane in piedi in mezzo allo sfacelo è la Speranza (virtù teologale). L'alternativa è una sola: la disperazione. Che è l'unica cosa che rimane al non credente.

Fonte: Corrispondenza Romana, 31 agosto 2016

4 - MADRE TERESA: L'UOMO E LA DONNA (INSIEME!) MANIFESTANO L'AMORE DI DIO
Testo dell'intervento della suora (da poco proclamata santa) alla conferenza a Pechino dell'ONU nel 1995 sul ruolo della donna
Autore: Santa Teresa di Calcutta - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 22 gennaio 2016

Devo dire che non arrivo a comprendere perché alcuni affermino che l'uomo e la donna sono esattamente uguali, e che si trovino così a negare la bellezza delle diversità che esistono fra l'uomo e la donna. I doni di Dio sono tutti ugualmente buoni ma non sono necessariamente gli stessi. Rispondo spesso a chi mi dice che gli piacerebbe servire i poveri come faccio io: '' Ciò che faccio io, non siete in grado di farlo Ciò che voi fate, io non sono in grado di farlo. Ma voi ed io insieme, possiamo fare qualcosa di bello per Dio.
E' così anche per le differenze fra l'uomo e la donna. Dio ha creato ciascuno di noi, ciascun essere umano, in vista di una cosa più grande: amare ed essere amati. Perché Dio ci ha creato uomini e donne? Perché l'amore di una donna è uno dei volti dell'amore di Dio. L'amore di un uomo è un altro volto di questo stesso amore. L'uomo e la donna sono entrambi creati per amare, ma ognuno in modo diverso; l'uomo e la donna si completano l'un l'altro, e tutti e due insieme manifestano l'amore di Dio molto meglio di quello che potrebbe fare ciascuno separatamente.

LA MATERNITÀ È IL DONO CHE DIO FA ALLE DONNE
Questa potenza speciale di amore che hanno le donne non è così evidente come quando esse diventano madri. La maternità è il dono che Dio fa alle donne. Quanto dobbiamo essere riconoscenti a Dio per questo dono che porta una così gran gioia al mondo intero, agli uomini come alle donne. E tuttavia questo dono della maternità, noi lo possiamo distruggere e in modo tutto speciale attraverso il male dell'aborto, ma anche attraverso il fatto di pensare che ci sono delle cose più importanti che amare, che donarsi al servizio degli altri: la carriera, per esempio, il lavoro fuori casa. Nessun lavoro, nessun programma di carriera ,nessun possesso materiale, nessuna idea di '' libertà'' può sostituire l'amore. Di modo che tutto ciò che distrugge il dono della maternità, che è un dono di Dio, distrugge il più prezioso dei doni fatti da Dio alle donne, quello di amare in quanto donne.
Dio ci ha detto: ''Ama il prossimo tuo come te stesso''. Di modo che io devo prima di tutto amare me stesso, come si deve, e poi amare il mio prossimo alla stessa maniera. Ma come posso amare me stesso se non mi accetto come Dio mi ha fatto? Coloro che negano la bellezza delle differenze fra l'uomo e la donna non si accettano come Dio li ha fatti, e non possono dunque amare il loro prossimo. Essi non possono portare con sé che divisione e infelicità e distruggere la pace del mondo. Per esempio, come ho spesso sostenuto, l'aborto è ciò che distrugge maggiormente la pace del mondo d'oggi. E coloro che vogliono assolutamente che l'uomo e la donna siano la medesima cosa sono tutti favorevoli all'aborto.
Al posto della sofferenza e della morte, portiamo la pace e la gioia al mondo. A questo scopo, dobbiamo chiedere a Dio il dono della pace ed imparare ad amarsi e ad accettarsi come fratelli e sorelle, figli di Dio. Sappiamo che l'ambiente dove il bambino può meglio imparare ad amare e a pregare, è la famiglia, dove egli è testimone dell'amore e della preghiera del padre e della madre. Quando c'è una frattura o disunione nella famiglia, i figli, molto spesso, crescono senza sapere cosa vuol dire amare e pregare. Un Paese dove sono numerose la famiglie distrutte in questo modo non può non essere esposto a parecchi problemi. Sono spesso stata testimone, specie nei Paesi ricchi, del fatto che i figli cercano rifugio nella droga o altre cose dal momento che sono costretti a far fronte all'indifferenza o al rifiuto della famiglia.

LA GIOIA DI AMARE
D'altra parte quando le famiglie sono forti ed unite, i figli sono in grado di vedere nell'amore del padre e della madre l'amore tutto speciale che Dio ha per loro e possono anche arrivare a fare dei loro paesi un luogo dove si ama e si prega. Il bambino è il più bel dono che Dio possa fare alla famiglia: egli ha altrettanto bisogno del padre come della madre perché l'uno e l'altra manifestano l'amore di Dio in una maniera speciale. Una famiglia che prega insieme resta insieme, e se essi restano insieme, si ameranno gli uni gli altri come Dio li ha amati, tutti ed ognuno vicendevolmente. E le opere dell'amore sono sempre opere di pace. Allora, custodiamo ognuno nel nostro cuore la gioia di amare e condividiamo questa gioia con tutti coloro che si trovano sul nostro cammino. La preghiera che rivolgo a Dio è che tutti i delegati, e che tutte le donne che la Conferenza di Pechino cerca di aiutare, che tutte e ciascuna di loro, io dico, arrivino a fare propria l'umiltà e la purezza di Maria per poter vivere in pace e in amore gli uni con gli altri, facendo così delle nostre famiglie e del nostro mondo un luogo di bellezza per Dio. Ciò di cui abbiamo bisogno è la preghiera.
Tutto per la gloria di Dio ed il bene degli uomini. Che Dio benedica voi tutti.

Nota di BastaBugie: ecco i link ad alcuni articoli che abbiamo pubblicato su Madre Teresa, recentemente proclamata santa.

MADRE TERESA: ''IL PIU' GRANDE DISTRUTTORE DELLA PACE E' L'ABORTO''
Nel 1979 nel discorso per l'accettazione del Premio Nobel per la pace disse: ''Se una madre può uccidere il proprio bambino, cosa ci impedisce di ucciderci a vicenda? Nulla'' (VIDEO: Premio Nobel a Madre Teresa)
di Madre Teresa di Calcutta
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3675

MADRE TERESA: PORTAVA AI POVERI SIA IL PANE CHE CRISTO (NO ALL'UMANITARISMO RELATIVISTA)
di Massimo Introvigne
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1549

MADRE TERESA SARA' PROCLAMATA SANTA IL 4 SETTEMBRE
Vita, opere, preghiere, amici e nemici della suora che ricevendo il Premio Nobel denunciò che l'aborto è il più grande nemico della pace (VIDEO: cartone animato su Madre Teresa)
di Rodolfo Casadei
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4361

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 22 gennaio 2016

5 - AVVENIRE SPONSORIZZA LE COPPIE GAY A LOURDES
Il direttore del quotidiano della CEI invoca la misericordia, ma è solo un paravento per coprire il vero obiettivo: promuovere le unioni gay nella Chiesa
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06/09/2016

Se qualcuno avesse ancora dubbi sulla linea omosessualista sostenuta da Avvenire non ha che da leggersi attentamente sia le lettere sia la risposta del direttore del quotidiano della CEI pubblicate a pagina 2, domenica 4 settembre.
Spieghiamo l'antefatto: due persone con tendenze omosessuali, cattolici, che vivono insieme da 50 anni si uniscono civilmente a Torino grazie alla nuova legge Cirinnà e, per festeggiare e ringraziare, si recano in pellegrinaggio a Lourdes. Avvenire il 7 agosto ne dà notizia in un breve articolo, senza alcun commento, come se fosse una cosa normale. In realtà è una finzione, perché fosse normale non ci sarebbe bisogno di dare la notizia, non è che Avvenire elenchi quotidianamente i pellegrini italiani che si recano a Lourdes. È invece una scelta di far passare come normale una evidente novità. La cosa non sfugge però a molti lettori, i quali scrivono per chiedere spiegazioni e magari trarne qualche amara conclusione. Alcune di queste lettere, vengono pubblicate domenica scorsa, ma insieme ad altre che inneggiano alle unioni omosex e alla richiesta di scuse ai gay da parte della Chiesa.

CHI SIAMO NOI PER GIUDICARE?
E come risponde il direttore di Avvenire? Il titolo è già eloquente: «Chi giudica due omosessuali cattolici che decidono di andare a Lourdes?». Eh già, chi siete voi lettori che giudicate la fede degli altri «senza sapere nulla della vita di quelle persone» e «disprezzate la libertà di Dio di parlare al cuore di tutti e di ciascuno, e la libertà di tutti e di ciascuno di risponderGli»? Eccovi sistemati cari lettori, con la misericordia ''a due velocità'': totale comprensione e sostegno a chi vive situazioni irregolari, bastonate a quei poveracci da compatire che ancora la menano con la legge naturale e il catechismo.
Tralasciando alcuni dettagli della risposta, che pure meriterebbero una puntualizzazione, andiamo subito al cuore della questione. Tutta l'ondata di bontà cristiana che emana dalle parole misericordiose del direttore di Avvenire, è in realtà fondata su una serie di menzogne. A partire dal titolo: nessuno dei lettori in questione ha inteso giudicare i due anziani signori con tendenze omosessuali che sono andati in pellegrinaggio a Lourdes (peraltro di persone omosessuali che vanno a Lourdes ogni anno ce ne sono tante). Né la Chiesa ha inteso mai giudicare le persone. Tanto è vero che la Chiesa ha da sempre indicato i santi, per nome e cognome, mai ha elencato i dannati.

CONDANNARE IL PECCATO, NON IL PECCATORE
Ma le situazioni oggettive sì che devono essere giudicate. Se un'azione è considerata un male, resta un male a prescindere dalle intenzioni e da come andrà a finire l'ultimo giorno per chi il male ha commesso. Se l'adulterio è un peccato grave, oggettivo, non può mai diventare un bene. Così è per le unioni fra persone dello stesso sesso. Almeno fino ad oggi. Perché è evidente che ad Avvenire - e a chi lo dirige - non sta a cuore la fede delle persone o la libertà di Dio, quanto cambiare già nella prassi l'insegnamento della Chiesa a proposito di sessualità e omosessualità.
Il dovere di ''non giudicare le persone'' è solo un diversivo per spostare il discorso e far tacere i critici. Pensiamo infatti se invece di due anziani omosessuali che vivono insieme da 50 anni, ad annunciare il pellegrinaggio a Lourdes fossero stati un 40enne e una ragazza 13enne consensualmente conviventi, alla ricerca di una benedizione; oppure un padre e una figlia uniti in un rapporto pubblico incestuoso che intendono consacrare alla Madonna la loro unione. Forse che il direttore di Avvenire avrebbe usato le stesse parole di misericordia e incoraggiamento? O magari avrebbe almeno ammonito i protagonisti dal non strumentalizzare la Madonna per far passare come legittimo ciò che legittimo non può essere?

L'OBIETTIVO DI AVVENIRE? PROMUOVERE LE UNIONI OMOSESSUALI
Ecco il punto: l'obiettivo di Avvenire non è l'accoglienza delle singole persone e il fare spazio alla libertà di Dio. È soltanto il solito tentativo di promuovere le unioni omosessuali, usando una cosa seria e grande come la Misericordia a mo' di ipocrita paravento per meschine operazioni ideologiche e personali.
È ovvio che tutto ciò non potrebbe accadere se a guidare l'operazione non fosse chi oggi comanda di fatto la Conferenza episcopale Italiana, da cui Avvenire dipende. Sia ben chiaro: non è per giudicare le persone, stiamo solo parlando di fatti oggettivi. E nel caso qualcuno - come è successo in passato - pensasse che questo è dovuto a un cambiamento improvviso di linea, si metta il cuore in pace: le posizioni attuali di Avvenire, in questa materia sempre più sfacciate, sono il frutto di un lungo cammino che dura almeno da venti anni, e che oggi conosce un'accelerazione grazie al maturare di diversi fattori, nella società e nella Chiesa.
Tanto per intenderci, anche la scelta di Lourdes come meta del pellegrinaggio non è casuale: lo scorso febbraio la diocesi di Tarbes e Lourdes ha invitato nel santuario mariano tutte le coppie in occasione della festa di San Valentino per dirsi ''Io t'amo''. «L'appello è indirizzato a tutte le coppie: sposate, non sposate, omosessuali e così via», ha detto un responsabile della diocesi (e non osiam pensare cosa ci sia dietro a quel ''e così via''). E il rettore del santuario, Padre André Cabes, ci ha dato anche una motivazione teologico-spirituale: «Il miracolo di Lourdes è quello di un incontro, di Bernadette Soubirous con la Vergine: in questo senso vogliamo celebrare ogni tipo di incontro». Chiaro no? Per pedofilia e incesto è solo questione di tempo.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06/09/2016

6 - LA NUOVA RIVISTA DELL'ISIS SI CHIAMA ''ROMA'': SECONDO VOI E' UN CONSIGLIO SU DOVE PASSARE LE VACANZE O L'OBIETTIVO DELLA CONQUISTA?
Il nuovo strumento di propaganda raccomanda di uccidere soldati, anziani, preti, uomini di affari e sportivi, mentre le donne e i bambini è preferibile usarli come schiavi
Fonte Tempi, 6 settembre 2016

Secondo alcune carte in possesso della Cnn, il 13 novembre, giorno degli attentati a Parigi, i terroristi volevano colpire altre città europee, in particolare nel Regno Unito e in Olanda. I documenti ottenuti dalla tv americana, che provengono da fonti investigative, rivelano inoltre l'esistenza di un quarto gruppo che quel 13 novembre avrebbe dovuto compiere un ulteriore attentato nella capitale francese.
Fonti citate dalla Cnn sostengono che attualmente nel Vecchio Continente sono presenti cellule in sonno che aspettano solo l'ordine dalla Siria per entrare in azione.
Oggi sul Corriere della Sera l'esperto di terrorismo Guido Olimpio ha raccontato che «l'Isis ha lanciato un nuovo magazine online, dal nome significativo: Rumiyah, ossia ''Roma''». Dopo la già celebre Dabiq - quella che pubblicò il fotomontaggio della bandiera nera in Piazza san Pietro e che, di recente, ha minacciato papa Francesco e Benedetto XVI -, ecco quindi un nuovo strumento di propaganda. «Pubblicata in diverse lingue, dal francese all'inglese, la ''rivista'' si rivolge direttamente ai militanti che vivono distanti dal territorio del Califfato e li invita a colpire, in particolare in Occidente».
Gli articoli raccontano le vicende di vari combattenti e incalzano i simpatizzanti dell'Isis a colpire là dove si trovano. Un articolo riguardante l'Australia, ad esempio, si conclude con questa incitamento: «Pugnalateli, sparategli, avvelenateli e travolgeteli con il vostro veicolo».
«In un altro articolo - scrive ancora Olimpio - i jihadisti riportano i pareri di esperti e religiosi per giustificare l'uccisione dei non musulmani, testo accompagnato dall'immagine di un fioraio britannico, anche lui indicato come un possibile target. Un bersaglio che si aggiunge ad una lista con il soldato e il non combattente, l'uomo d'affari e l'impiegato, l'anziano e il contadino, il vescovo e il prete. Per l'Isis, invece, non va sparso il sangue di donne e bambini, secondo gli estremisti è preferibile usarli come schiavi. Raccomandazioni che sono in parte osservate dai mujaheddin visto che quando si fanno esplodere i distinguo contano poco».

Nota di BastaBugie: Gianandrea Gaiani nell'articolo sottostante fa notare che mentre la Marina impiega cinque navi nel Mediterraneo per imbarcare migliaia di immigrati e trasportarli in Italia, bisogna porsi l'interrogativo: ma se chi viene è un poveraccio, dove trova i soldi per il viaggio?
Ecco dunque un brano dell'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 31 agosto 2016:
La vicenda dei flussi migratori dalla Libia ha già da tempo assunto i contorni di una farsa arricchita ieri da due notizie che ridicolizzano ancor di più l'Italia e l'Europa agli occhi del mondo e dei loro stessi cittadini e contribuenti.
Ben 5 navi della Marina Militare sono state mobilitate per imbarcare 8.600 immigrati clandestini da sbarcare in Italia. Un'operazione che ha permesso ai trafficanti di incassare in poche ore quasi 21 milioni, considerato che il costo medio di un ''posto barca'' è di 2.400 euro, anche se ogni clandestino ne spende circa 10 mila per l'intero viaggio dall'Africa Occidentale (e in misura minore Orientale) fino alle coste libiche dove resta in attesa di un imbarco.
Cifre che non possono certo permettersi poveracci e bambini denutriti ma che sono alla portata di molti africani benestanti. Infatti vediamo bighellonare per le città italiane ragazzi palestrati, non certo bambini con pance e occhi sporgenti a causa della denutrizione. Inutile stupirsi quindi che ieri sia stata soccorsa una ragazza marocchina che si era sentita male a causa dei postumi di un recentissimo intervento di chirurgia estetica effettuato in Marocco al modico costo di 5mila euro per ridurre l'adipe e avere un ventre piatto. L'aspirante fotomodella ha pagato i trafficanti per arrivare in Italia forse nella speranza di ritagliarsi uno spazio sulle passerelle della moda milanese ma per ora è stata accolta come possibile richiedente asilo e verrà mantenuta forse a vita con le tasse degli italiani, terremotati inclusi. [...]

Fonte: Tempi, 6 settembre 2016

7 - GLI OTTO MITI DELLA PROPAGANDA OMOSESSUALISTA
Ecco le menzogne utilizzate in modo martellante ed efficace per far avanzare la sempre più fitta e prepotente agenda LGBTQIecc.
Autore: Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender, 29 agosto 2016

Il 19 agosto il quotidiano online statunitense ''Accuracy in Media'', che si propone di monitorare scrupolosamente l'attendibilità e la serietà dell'enorme ed incessante flusso di notizie messo in circolo dalmainstream mediatico, ha pubblicato un interessante e documentato report, dal titolo Media Myths of the Homosexual-Transgender Agenda, del giornalista Peter La Barbera presidente dell'associazione ''Americans for Truth about Homosexuality'' (AFTAH).
Obiettivo della relazione, come chiarisce l'autore nella premessa, è quello di esporre e smontare i principali miti e luoghi comuni esistenti attorno al tema dell'omosessualità, evidenziandone la debolezza e inconsistenza intrinseca.
Tali, oramai annose, bugie sono infatti divenute, con il tempo, dei veri e propri miti propagandistici finalizzati, grazie al supporto dei media e della potentissima lobby omo-transgender, a dare una spinta propulsiva alla sempre più fitta e prepotente agenda LGBT.

L'AGENDA OMO-TRANSGENDER
La Barbera elenca, uno ad uno, i punti programmatici di tale rivoluzionaria agenda statunitense dalla portata globale:
- Riscossione di multe salate per punire i cristiani e i tradizionalisti che si rifiutano di partecipare con la loro attività imprenditoriale ai ''matrimoni'' omosessuali;
- Criminalizzazione della terapia di cambiamento pro-etero per i minori sessualmente confusi;
- Utilizzo del governo per costringere le scuole e le imprese a consentire che ''transgender'' – uomini che pensano di essere donne – di utilizzare i bagni e gli spogliatoi riservati al pubblico femminile (di sesso opposto);
- Utilizzo delle leggi LGBT ''di non discriminazione'' per obbligare le scuole pubbliche e le imprese a punire chi non aderisce al linguaggio politicamente corretto in stile transgender-inclusive come l'utilizzo di ''Zir'' invece di ''lei''. New York City ora chiede il ''rispetto'' di 31 ''identità di genere'', tra cui ''genderqueer'', ''terzo sesso'' e ''pangender'';
- Utilizzo dei fondi dei contribuenti per terrificanti sfiguramenti di corpi presentati come ''interventi chirurgici di riassegnazione del sesso'', per esempio, l'intervento su una donna di rimozione chirurgica dei seni perfettamente sani per farle avere un seno piatto che la faccia assomigliare ad un uomo, o, all'opposto, un uomo che si distrugge chirurgicamente i propri organi genitali per realizzare un improbabile organo femminile;
- Accettazione delle persone transessuali nell'esercito degli Stati Uniti, pagamento dei loro distruttivi ''interventi chirurgici'' di cambiamento di genere in nome dell' ''assistenza sanitaria'';
- Incoraggiamento dei giovani ad adottare l' ''identità di genere'' del sesso opposto, arrivando al punto di incoraggiare i minori a prendere ormoni per arrestare i fisiologici cambiamenti della pubertà, in un futile tentativo di ''diventare'' poi un domani, una volta maggiorenni, del sesso opposto, o peggio: permettere a ragazzi e ragazze minorenni di mutilare chirurgicamente i propri organi sessuali al fine di apparire del sesso opposto;
- Insegnamento ai bambini molto piccoli, anche quelli dell'asilo, ad accettare l'omosessualità e l'idea radicale ''transgender'' che si possa scegliere una ''identità di genere'' che non corrisponde al proprio sesso biologico. [...]
Vediamo quali sono i principali miti, divenuti delle vere e proprie leggende globali, che hanno favorito la prepotente ed impetuosa avanzata dell'agenda gender.

MITO 1: GLI OMOSESSUALI SONO IL 10% DELLA POPOLAZIONE
Il mito del ''10%'' è un vero e proprio cavallo di battaglia della propaganda omosessualista. Che il 10% della popolazione americana sia omosessuale è infatti una delle rivendicazioni di lotta di più lunga durata dell'attivismo gay. La Barbera chiarisce come tale dato immaginario sia stato messo in circolo alla fine del 1970 da Bruce Voeller, fondatore del National Gay Task Force (predecessore dell'odierna National LGBTQ Task Force), accompagnato dall'ingannevole slogan, ''We Are Everywhere''.
''Così, proprio mentre i militanti ''gay'' facevano pressioni e boicottaggi nei confronti dei professionisti statunitensi della salute mentale per rimuovere l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali, nel 1973, essi hanno amplificato a dismisura la quota della popolazione omosessuale al fine di rendere ancora più ''impellenti'' e necessarie le loro richieste''.
Una politica mistificatoria che si è avvalsa del pieno e decisivo appoggio dei mezzi di comunicazione pronti a diffondere tale assurdo ed fantasioso dato statistico.
''Per decenni i giornalisti americani hanno fatto riferimento a tale affermazione del 10% - frutto di una lettura errata degli screditaty ''Report'' del sessuologo statunitense Alfred Kinsey. Il mito del 10% ha raggiunto il suo scopo di dare un enorme forza politica alle istanze ''gay'' quando il movimento era ancora debole''. [...]
''Nel 2014, un vasto sondaggio condotto dal Federal National Center for Health Statistics che ha coinvolto 35.557 americani ha inferto un colpo mortale alla tesi del 10%. I risultati dell'ampia indagine hanno infatti riscontrato che solo l'1,6 % degli intervistati si è identificato come ''gay o lesbica''. [...]

MITO 2: GAY SI NASCE
Un altro dei miti, per tanto tempo, maggiormente in voga nell'attivismo ''gay'' è l'idea che gli omosessuali siano ''nati in quel modo'', secondo il noto slogan ''omosessuali si nasce''. Tale narrazione di comodo - fondata su di un'errata concezione del concetto di ''natura'' ed alimentata per anni dalle lobby LGBT - serve, nota sempre La Barbera, ad eludere la ''questione morale'' dal dibattito omosessuale, ''suggerendo che gli omosessuali non sono responsabili per i loro comportamenti sessuali, perché 'essere gay' è una parte genetica di 'chi sono'''.
Ma anche riguardo il presunto ''innatismo omosessuale'', il presidente di AFTAH sottolinea come questo sia ormai divenuto un'idea quasi fuori moda dopo che, malgrado il grande impegno profuso in tal senso, non si sia mai trovata alcuna prova scientifica che attesti l'origine genetica dell'omosessualità.
''Negli anni '90, parlare di un ''gene gay'' era di gran moda dopo che l'allora ricercatore omosessuale Dean Hamer aveva pubblicato nel 1993 sulla rivista 'Science' uno studio sbandierato dai media che pretendeva di aver individuato un ''marcatore genetico'' per l'orientamento omosessuale dei maschi. Tuttavia, 'Science' non riuscì a replicare il proprio studio, e anche altri tentativi analoghi fallirono. Ora l'omosessualità genetica non è più in voga, nonostante la possibilità dell'esistenza di un ''gene gay'' ecciti ancora i giornalisti''.
A proposito della forsennata caccia al ''gene gay'', La Barbera osserva come il più grave colpo alla teoria dell' ''innatismo gay'' sia arrivato, come un boomerang, dagli studi sui gemelli omozigoti. Tali ricerche, in origine utilizzate per promuovere l'idea dell'omosessualità innata, sono oggi infatti ritenute, con un generale consenso della comunità scientifica, le prove provate dimostranti il contrario.
A conferma di ciò, esistono almeno otto importanti studi scientifici condotti su gemelli identici in Australia, Stati Uniti, e in Scandinavia, durante gli ultimi due decenni che mostrano come gli omosessuali non sono nati omosessuali. [...]

MITO 3: I TRAUMI INFANTILI NON C'ENTRANO NULLA
Se ''gay si nasce'' tutti gli eventi e gli accadimenti esterni non c'entrano nulla, perfino se si tratta di traumi dell'infanzia. Tuttavia, La Barbera mette in luce come alcuni studiosi abbiano recentemente sottolineato il nesso esistente tra ''abusi infantili'' e omosessualità adulta. Il presidente di AFTAH osserva infatti come alcuni ricercatori abbiano, negli ultimi tempi, portato avanti delle teorie alternative che collegano lo sviluppo dell'identità omosessuale adulta ai traumi infantili subiti, come, l'incesto tra gemelli o le molestie su minori.
Uno studio del 2015 condotto da Keith Beard e pubblicato sulla rivista ''Cogent Psychology'' ha rilevato che, ''l'incesto omosessuale tra fratelli o sorelle aumenta significativamente la probabilità che i partecipanti, una volta adulti, si auto-identifichino come gay, lesbiche, bisessuali, o mettano in discussione la propria sessualità''.
A questo proposito, il presidente di AFTAH sottolinea come due importanti personaggi televisivi americani, apertamente omosessuali, il giornalista della CNN Don Lemon e Thomas Roberts della MSNBC's, abbiano un comune passato di abusi infantili. [...]

MITO 4: GLI OMOSESSUALI NON POSSONO CAMBIARE
Come più volte riportato dall'Osservatorio Gender, gli Stati Uniti di Barack Obama hanno dato, negli ultimi tempi, una spinta decisiva al processo di omosessualizzazione globale. L'impegno profuso e i risultati raggiunti sono stati tali che la popolare rivista statunitense LGBT, ''Out''ha incoronato Obama ad ''alleato dell'anno'' nella sua quotidiana battaglia per gli pseudo ''diritti'' omosessuali.
Tra le tante attività, una delle più devastanti e inaccettabili campagne pro-LGBT condotte dall'amministrazione Obama è stata quella finalizzata a mettere al bando le cosiddette ''terapie riparative'', obbligando le persone con tendenze omosessuali ad accogliere forzatamente tali pulsioni senza alcuna possibilità di via di uscita. [...]

MITO 5: E' POSSIBILE RIASSEGNARE IL SESSO IN SALA OPERATORIA
Negli Stati Uniti si vanno diffondendo centri medici attrezzati per le operazioni chirurgiche di cambio di sesso, presentate con la definizione più soft e politically correct di ''riassegnazione di sesso'', a sottolineare la possibilità di ri-assegnarsi autonomamente il sesso, secondo le proprie mutevoli e soggettive percezioni. In tal senso, il presidente di AFTAH racconta la storia di Walt Heyer, un ex transessuale che si è sottoposto ad un intervento chirurgico di ''riassegnazione di sesso'' da maschio femmina per diventare il suo alter ego femminile ( ''Laura'').
''Heyer, sottolinea LaBarbera, non era ''nato transgender'', quanto vittima di alcune tragiche circostanze di infanzia, tra cui una nonna che lo vestiva in costume da donna quando era ancora un ragazzino. Ora ha riacquistato la sua identità maschile naturale e incoraggia gli uomini dal sesso confuso di non sottoporsi a radicali operazioni e terapie ormonali per inseguire una mera fantasia''.
Heyer è oggi diventato un formidabile testimone contro l'ideologia transgender, scrivendo un interessante libro, Paper Genders. Il mito del cambiamento di sesso (SuGarco 2013), riguardo la propria esperienza in cui riporta, tra l'altro, l'autorevole testimonianza del noto dottor Paul McHugh, Professore di Psichiatria presso la Johns Hopkins University School of Medicine, che, dopo aver attentamente studiato i risultati degli uomini che si erano sottoposti ad interventi di ''cambio di sesso'' rispetto a coloro che non non lo avevano fatto, ha messo fine al programma ''riassegnazione chirurgica del sesso'' dell'università.
Una drastica ma convinta decisone così illustrata dallo stesso McHughnel 2014: ''La maggior parte dei pazienti trattati chirurgicamente avevano affermato di essere 'soddisfatti' dei risultati, ma i loro successivi adeguamenti psico-sociali non erano migliori di quelli di coloro che non si erano sottoposti ad intervento chirurgico. E così che alla Hopkins abbiamo smesso di fare chirurgia per cambiare sesso, dal momento che la produzione di un 'soddisfatto', ma ancora turbato paziente ci è sembrata una ragione insufficiente per amputare chirurgicamente organi normali''.

MITO 6: GLI ORMONI RITARDANTI LA PUBERTÀ AIUTANO I BAMBINI CONFUSI
Il dr. McHugh dedica la sua critica più veemente ai medici che vestono i panni dei ''guru transgender'', pretendendo di imporre tali radicali interventi chirurgici di cambio di sesso a giovanissimi e adolescenti dall'identità sessuale confusa. In realtà, essi si illudono di poter migliorare con un semplice intervento chirurgico quello che è, principalmente, un assai complesso problema psicologico. [...]

MITO 7: I FIGLI DI PERSONE OMOSESSUALI E TRANSGENDER NON SOFFRONO
Un altro ricorrente mito della propaganda omosessualista recita che non vi è ''nessuna differenza'' tra le famiglie omosessuali e quale normali, composte da mamme e papà, arrivando, in alcuni casi, ad affermare che la genitorialità ''gay'' sarebbe addirittura superiore a quella normale . Ma ancora una volta, la realtà racconta tutta un'altra storia. [...]

MITO 8: L'OMOSESSUALITÀ NON CAUSA ALCUN PROBLEMA DI SALUTE
Un'altra delle affermazioni che la comunità LGBT respinge con maggior forza è il rapporto tra comportamenti omosessuali e gravi problemi di salute. A tale proposito, il presidente di AFTAH sottolinea come quanto scritto dal dottor Sullins nel 2004 sia tutt'oggi vero: ''Come l'aborto, l'omosessualità è associata ad un aumento dei problemi di salute mentale e di angoscia. Anche se raramente riconosciuto sui media popolari o nei discorsi pubblici, l'emergere di evidenze epidemiologiche negli ultimi dieci anni ha chiaramente stabilito un legame tra l'omosessualità e la malattia mentale o problemi emotivi''. [...]

Fonte: Osservatorio Gender, 29 agosto 2016

8 - A CHE PUNTO E' LA DISTRUZIONE DEI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA?
Stanno per chiudere anche il convento di Firenze (è il 15esimo soppresso dal commissariamento ad oggi) e circa 60 frati hanno chiesto la dispensa per uscire dall'ordine...
Autore: Antonio Righi - Fonte: Libertà e Persona, 31 agosto 2016

E' passato molto tempo, ma cosa sia davvero successo ai Francescani dell'Immacolata non è ancora per nulla chiaro.
Sembra di capire che, dopo la morte del commissario Volpi, padre Alfonso Bruno abbia subito un certo ridimensionamento, forse causato dalla palese infondatezza di talune accuse.
Intanto in Brasile e nelle Filippine sono state emesse le prime professioni, senza fare il voto di Consacrazione all'Immacolata. Esso è stato sostituito da una semplice manifestazione di disponibilità ad andare in missione.

LE FONDAMENTA DEL CARISMA
Il cambiamento tocca le fondamenta del carisma dell'istituto elevato allo status di diritto pontificio ed approvato nelle sue Costituzioni da san Giovanni Paolo II.
Soprattutto ci si chiede: stava qui, il problema? E se non stava qui, perché imporre una simile modifica al carisma originario?
Si discute sulla liceità della portata del cambiamento. Tra i canonisti c'è chi sostiene non sia lecito operare il mutamento e chi ritiene il contrario. Anche in questo secondo caso si discute sulla legittimità del provvedimento: c'è chi ricorda che i cambiamenti che afferiscono parti fondamentali delle Costituzioni, come in questo caso, possono essere posti in essere solo dal Capitolo Generale e altri che pensano di no.
Alcuni frati, appresi i cambiamenti, vogliono uscire dall'Istituto. Non vogliono abbandonare la forma di vita che prevede il Voto di consacrazione illimitata all'Immacolata quale primo voto, dal quale scaturiscono gli altri tre voti, di obbedienza, povertà e castità. Semina sconcerto la mancanza di collegamento tra l'abolizione del voto in questione e i motivi iniziali del commissariamento.

LA DRAMMATICA SITUAZIONE
Corre voce che questi provvedimenti saranno ratificati anche nel ramo femminile, provocando un grave problema di coscienza nelle religiose che hanno promesso fedeltà al carisma approvato dalla Chiesa, in particolare da San Giovanni Paolo II.
Stanno per chiudere anche il convento di Firenze e con questo è il 15° che è soppresso, dal commissariamento ad oggi.
Nel ramo maschile ci sono circa una sessantina di domande di dispensa presentate, ma restano inspiegabilmente bloccate.
I nuovi provvedimenti della Congregazione dei religiosi impediscono ai vescovi di accogliere nuove famiglie religiose, senza una speciale approvazione da parte del Vaticano. Si tratta di una prerogativa che da sempre era pacifico possesso dei singoli vescovi.
Tale centralizzazione da parte di Roma, perciò, è in netta controtendenza rispetto alla ''decentralizzazione'' in atto su altri livelli, non ultimo quello dell'annullamento dei matrimoni, e del preteso accesso ai sacramenti di coppie conviventi. Ma in perfetto accordo con quanto rilevato da molti vescovi vicini a Francesco, sulla rivista progressista il Regno: oggi si parla tanto di sinodalità e collegialità, ma non si era mai visto una tale concentrazione di poteri in mano a Roma.
La domanda, in conclusione, è questa: in programma una federazione delle Congregazioni religiose, con formazione comune per tutti i diversi Ordini religiosi e relativi carismi. Si va verso l'appiattimento di tutti i carismi, in una sorta di sincretismo della vita religiosa?

Nota di BastaBugie: per ripercorrere la triste vicenda dei Francescani dell'Immacolata con gli articoli che abbiamo pubblicato per ora, clicca qui!

Fonte: Libertà e Persona, 31 agosto 2016

9 - OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 15,1-32)
Vi è gioia per un solo peccatore che si converte
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 11 settembre 2016)

Il brano del Vangelo di questa domenica ci presenta diverse parabole chiamate le "parabole della misericordia". Prima di tutto abbiamo ascoltato la parabola della pecorella smarrita e poi ricondotta all'ovile; subito dopo quella della moneta ritrovata; infine la stupenda parabola del figliol prodigo.
Il più grande insegnamento di queste parabole riguarda l'infinita Misericordia di Dio. Se grande è il nostro peccato, ancor più grande è la Bontà di Dio. Egli costantemente cerca le pecorelle smarrite, fà di tutto per portarle alla conversione, suscitando salutari rimorsi di coscienza e permettendo a volte anche delle sofferenze affinché il peccatore rientri in se stesso e rifletta sulla sua infelice condizione. Proprio come si legge nella parabola del figliol prodigo: il figlio ritornò in se stesso solo quando si vide ridotto alla fame.
L'inizio della conversione è questo rientrare in se stessi per riflettere. Giustamente sant'Alfonso diceva che meditazione e peccato non vanno mai insieme: se ci abituiamo a meditare ogni giorno, troveremo la determinazione di abbandonare il peccato. Un tempo si insisteva molto sulla meditazione dei cosiddetti "Novissimi", ovvero sulle ultime realtà, sulla morte, il Giudizio, l'inferno e il Paradiso. Ritorniamo a queste meditazioni, ci doneranno molta luce. Per meditare basta poco. Bisogna, innanzitutto, mettersi alla presenza di Dio, ovvero essere raccolti, e leggere con calma un libro spirituale. Quando si trova un brano che ci colpisce particolarmente, ci si ferma a riflettere e ci si domanda: "Cosa vuole dirmi Gesù con questa frase?". Si riflette e si conclude poi la meditazione con un proposito pratico di miglioramento. Come il figliol prodigo, anche noi sentiremo l'ispirazione a rialzarci, a tornare a Dio, a cambiare profondamente la nostra vita, e diremo: «Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: "Padre, ho peccato verso il cielo e verso di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio"» (Lc 15,18-19).
Da tutte e tre queste parabole emerge, inoltre, la gioia che vi è in Cielo per ogni peccatore che si converte. Al termine del primo racconto Gesù dice: «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione» (Lc 15,7). Concludendo la seconda parabola Gesù afferma: «Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte» (Lc 15,10). Infine, la parabola del figliol prodigo si conclude con le parole del padre rivolte al figlio maggiore: «Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,32).
Vogliamo anche noi dare questa gioia a Gesù. Rallegreremo il suo Sacratissimo Cuore convertendoci personalmente, lottando con tenacia contro i nostri difetti. Gli daremo una grande gioia, inoltre, adoperandoci per la conversione di tanti nostri fratelli che vivono lontani da Dio. Ci adopereremo alla loro conversione con la nostra preghiera, innanzitutto, sull'esempio di Mosè (cf Es 32,11), il quale, subito dopo il peccato degli israeliti, che si erano costruiti un vitello di metallo fuso, supplicò il Signore e ottenne per loro la Misericordia divina.
Ci adopereremo per la conversione dei peccatori con l'offerta dei nostri sacrifici. Da soli non hanno valore, ma uniti al Sacrificio di Gesù diventeranno molto efficaci. La Madonna a Fatima insegnò ai tre Pastorelli ad offrire continuamente preghiere e sacrifici. In poche parole, questo è il grande insegnamento che ci viene dalle sei Apparizioni della Madonna a Fatima.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 11 settembre 2016)

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.