BastaBugie n�481 del 23 novembre 2016

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1 NON SI DEVONO MAI METTERE LIMITI ALLA DIVINA PROVVIDENZA (IN FAMIGLIA, NEL LAVORO, IN PARROCCHIA...)
Sarebbe bello che noi donne per prime cominciassimo a mettere in discussione il dogma del lavoro femminile a tutti i costi
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
2 IN GERMANIA I COSIDDETTI PROFUGHI HANNO COMMESSO 142.500 CRIMINI IN 6 MESI
Intanto il ministro Alfano vanta un calo sensibile della criminalità a Milano, ma chi ci vive non se ne è ancora accorto
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana
3 CHE FARE SE IL MIO RAGAZZO MI PROPONE LA CONVIVENZA?
Lui dice che è per rendere più sicuro il nostro amore, ma...
Autore: Padre Angelo Bellon - Fonte: Amici Domenicani
4 DONALD TRUMP HA PROMESSO DI ABOLIRE E SOSTITUIRE L'OBAMACARE (CHE HA FATTO TANTI DANNI)
Crollerà così uno dei pilastri di Barak (e burattini) che ha fatto schizzare alle stelle il debito pubblico
Autore: Matteo Borghi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 IL VICE-PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI MIKE PENCE E' UN COMBATTENTE CULTURALE CONTRO L'ABORTO E PER LA FAMIGLIA... PAROLA DELLE LOBBY GAY
E intanto Trump introduce due pro-life alla Casa Bianca, in attesa di nominare un giudice anti-aborto alla Corte Suprema per una svolta politica decisiva negli Stati Uniti (e in tutto il mondo)
Autore: Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender
6 IBERNAZIONE? LA RISURREZIONE CHE LA SCIENZA NON PUO' DARTI
A Londra una ragazzina morta di cancro a 14 anni aveva chiesto di farsi ibernare per risvegliarsi (?!) quando ci fosse una cura
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 LA CEI ACCETTA CHE SIA GIUSTO CHE UN GAY SEGUA LA SUA INCLINAZIONE SE LO PORTA A SENTIRSI IN PACE CON DIO
Intanto la Pontificia Accademia per la Vita introduce il gender nel proprio statuto
Autore: Cristiano Lugli - Fonte: Osservatorio Gender
8 OMELIA I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A (Mt 24,37-44)
Vegliate perché non sapete in quale giorno il Signore verrà
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - NON SI DEVONO MAI METTERE LIMITI ALLA DIVINA PROVVIDENZA (IN FAMIGLIA, NEL LAVORO, IN PARROCCHIA...)
Sarebbe bello che noi donne per prime cominciassimo a mettere in discussione il dogma del lavoro femminile a tutti i costi
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 25/10/2016

A Staggia Senese c'è un'epidemia di felicità. Non si riesce ad arginarla. E aumenta, pure. Perché continuano a nascere bambini da genitori infetti, è difficile pensare che possano guarire.
A Staggia Senese, poi, c'è anche un prete che fa il prete. Davvero. Come diciamo tra amici, un prete che ci crede, uno cattolico.
Ecco, io non so quanto mettere in connessione queste due informazioni. Penso parecchio, sinceramente. Perché ho sperimentato che quando c'è qualcuno che comincia a dare la sua vita seriamente, il bene si irraggia. È diffusivo. Il Signore parte da un sì detto seriamente, con tutto il cuore - magari un cuore sgangherato, fragile, incostante, pieno di domande, ma che ha detto sì con tutto se stesso - e non si lascia certo battere in generosità. Parte da un sì totale, e fa nascere opere miracolose, gigantesche, ciclopiche. Pensiamo ai sì di Benedetto da Norcia, a quello di Teresa d'Avila, Caterina da Siena. Gente che ha cambiato il corso della storia.
Non so cosa farà il Signore del sì di don Stefano. Per ora quello che ho visto è che tante altre persone dietro a lui, prima alcune poi molte altre, hanno cominciato a scommettere tutto su Gesù. Ma proprio tutto.

IL GIORNO DEL TIMONE DELLA TOSCANA
La giornata del Timone alla quale sono stata invitata (e premiata) [vedi: VIDEO DI COSTANZA MIRIANO, clicca qui, N.d.BB] ha mostrato chiaramente come chi ha fede fa le cose in modo meraviglioso: la crisi della nostra civiltà e la crisi economica sono infatti innanzitutto crisi di fede (io dico sempre che il gesto più ecologico che possiamo fare è pregare: dalla preghiera discende tutto).
L'organizzazione e l'efficienza della parrocchia sono state davvero impressionanti. Ognuno dei collaboratori aveva un compito pianificato e specificato nei particolari (lo schemino nella tasca di Don Stefano era un po' allarmante nella sua teutonica precisione: c'era persino scritto chi doveva spostare cosa in caso di pioggia), e tutto è stato fatto a regola d'arte, a cominciare da un pranzo degno di un ristorante a non so quante stelle, caldo al punto giusto, non scotto non freddo non salato non sciapo (come si fa che io vado in crisi quando un figlio torna prima, uno dopo?). La scuola parentale che ho potuto visitare mi ha fatto venir voglia di chiedere il trasferimento e traslocare in Toscana, solo per poter permettere ai nostri figli di avere il meglio del meglio a scuola.
Ma vorrei soffermarmi su un altro fatto, e cioè che ci sono molte, davvero molte donne, che hanno deciso di lasciare il lavoro e mettersi a fare le mogli e le mamme a tempo pieno. Non voglio dire con questo che segue il Signore solo una donna che non lavora (tanto lo so che qualcuno la leggerà così), perché io sarei la prima a non rientrare nel canone.
Voglio dire che segue il Signore chi non decide come se la sua vita fosse sua, e quindi la consegna, perché neppure il tempo è nostro. Queste donne, incoraggiate da don Stefano, che ha una moltitudine di figli spirituali (ho visto la sua agenda con gli appuntamenti per i colloqui e mi chiedo come sopravviva), hanno deciso che il tempo per le relazioni, prima di tutto la famiglia, era più importante di tutto il resto. E si sono buttate. C'è quella che ha quattro figli piccoli, e quella che non ne ha, quella che ne ha uno malato particolarmente bisognoso di cure, quella che li ha grandi. In comune, la decisione ferma di non dare via il proprio tempo solo in cambio di denaro, perché di denaro forse ne serve meno di quanto pensiamo.

L'IDOLO DEL LAVORO A TUTTI I COSTI
La prima obiezione che a tutte noi verrebbe, anzi, viene, è: la nostra famiglia non se lo può permettere. Io ho provato a fare questo esercizio, con don Stefano, a cena. Eravamo ospiti di una meravigliosa coppia che i figli non li ha avuti, ma lei ha lo stesso deciso di lasciare il lavoro per avere più tempo per la famiglia (una coppia aperta alla vita E' una famiglia), per gli amici, le persone bisognose, la casa, la parrocchia. Raccontava che è rinata da quando ha fatto questo salto nel vuoto, perché di salto si tratta. Rinunci a uno stipendio fisso e sicuro. Devi fare delle scelte diverse. Devi fidarti. Devi rinunciare a tenere tutto sotto controllo.
Parlando con loro e analizzando tutte le voci di spesa, mi era sempre più chiaro che io considero necessario e imprescindibile ciò che forse non lo è. Se i soldi si dimezzano si adotta tutto un altro stile di vita: forse, che so, non si va più al bar, la merenda si prepara solo a casa, i vestiti sono un po' di meno, magari l'abbonamento a Sky non appare più indispensabile, le vacanze sono molto più sobrie. Però si acquista una libertà incredibile: la libertà di esserci quando c'è bisogno di noi. Viviamo immersi in uno stile di vita che ci induce a consumare sicuramente molto oltre il necessario, oltre il minimo indispensabile sicuramente.
Chissà, forse ci possiamo fare qualche domanda in più. A cosa ci stiamo dedicando? Là dove è il tuo tesoro, lì sarà il tuo cuore. Vale la pena correre come matte dalla mattina alla sera, chiedendo a qualcun altro di custodire i nostri tesori più cari?
Io guardando i visi di quelle spose e madri contente, allegre, non continuamente in lotta con l'orologio, col tempo che non basta, coi sensi di colpa, ho visto dei visi allegri e senza rimpianti.

MAI METTERE LIMITI ALLA DIVINA PROVVIDENZA
Credo che la questione sia molto complessa, e credo che le variabili siano moltissime: quali sono le spese fisse (un mutuo?), quale lo stipendio dell'uomo, quale l'orario di assenza da casa e anche che tipo di contributo ci permette di dare al regno dei cieli in terra il nostro lavoro, quale l'età dei figli. Ma ho visto un don Stefano convintissimo nell'incoraggiare la scelta di rimanere a casa (a ogni figlio la parrocchia regala 2000 euro alla nascita!), e ho visto felici quelle che si sono fidate di lui. Gli uomini, dice il don, all'inizio hanno paura, preoccupati come sono dell'aspetto economico, ma se la donna è capace di far capire loro che per lei è importante, che ne ha bisogno, che sarà una scelta per il bene di tutta la famiglia, dell'unione, lui si butta.
Sarebbe bello che noi donne per prime cominciassimo a riconsiderare il dogma del lavoro. Non è indiscutibile come un dogma. È una possibilità. Sarebbe bello, lo dico sempre, per esempio che a noi donne venisse data la possibilità di stare a casa negli anni dei figli piccoli, e poi di lavorare quando a casa se la cavano alla grande senza di noi. Magari mettendo a disposizione di altri quello che abbiamo imparato facendo le mamme (gestire guerre nucleari, guidare carrarmati stirando, paracadutarci nella giungla perché chi è sopravvissuto alle coliche notturne è pronto a qualsiasi privazione).
Insomma, il discorso aprirebbe finestre infinite. Io volevo solo dire che forse non è tutto così scontato e ovvio e inevitabile come il pensiero unico ci vuol far credere. E che quando qualcuno si fida del Signore, succedono cose grosse. Se le temete, state alla larga dalla parrocchia di Staggia.

Nota di BastaBugie: una bella iniziativa per le famiglie in difficoltà messa in piedi da don Stefano Bimbi, parroco di Staggia Senese nel servizio di Daniele Morini andato in onda su TV2000 nel 2015.


https://www.youtube.com/watch?v=97J3c6r09r8

Articoli e video relativi a don Stefano Bimbi:


BONUS BEBE' DI 2.000 EURO DAL 3° FIGLIO BATTEZZATO
Intervista al parroco che dal 2011 sostiene le coppie italiane e sposate in chiesa residenti nella sua parrocchia (VIDEO: Tg2)
di Marco Brogi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3874

LA SCUOLA E' PER I BAMBINI, MA LORO SONO DI DIO
Intervista a don Stefano Bimbi sull'educazione parentale (VIDEO: il parroco di Staggia Senese alla Giornata della Bussola)
di Andrea Zambrano
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4430

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 25/10/2016

2 - IN GERMANIA I COSIDDETTI PROFUGHI HANNO COMMESSO 142.500 CRIMINI IN 6 MESI
Intanto il ministro Alfano vanta un calo sensibile della criminalità a Milano, ma chi ci vive non se ne è ancora accorto
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana, 02/11/2016

A dir certe cose si viene qualunquisticamente tacciati di razzismo, ma i numeri sono numeri e non si possono cambiare: i cosiddetti "profughi", in Germania, nei primi sei mesi del 2016 hanno commesso ben 142.500 crimini.
Dati ufficiali, diffusi dall'Ufficio federale di Polizia criminale e subito ripresi dal Daily Mail, oltre tutto dati relativi alla certezza della cattura del responsabile, quindi non fondati né su impressioni, né sui "si dice".
Tale cifra equivale a ben 780 reati al giorno con un incremento di quasi il 40% rispetto al 2015: per lo più si tratta di episodi di natura finanziaria o di casi di contraffazione. Ma non solo, c'è di ben peggio.
Politicamente questa notizia si è rivelata una bomba, fortissime sono ormai le pressioni esercitate sul Cancelliere tedesco, Angela Merkel, affinché cambi immediatamente rotta rispetto alla sua linea possibilista sulla questione migratoria.
Intanto, è di queste ore ed ha già provocato forte sdegno e dure reazioni la notizia del poliziotto tedesco, che avrebbe cercato di convincere una 15enne a non sporgere denuncia contro un 50enne algerino, accusato d'averla aggredita sessualmente. Alla fine l'agente avrebbe ceduto e compilato il rapporto, ma solo grazie all'insistenza del padre della vittima e di un testimone, un 44enne dettosi pronto, nel caso il funzionario di Pubblica Sicurezza non avesse compiuto il proprio dovere, a denunciare l'accaduto alla stampa.
L'incredibile vicenda, immediatamente ripresa dal Rheinische Post, è accaduta a Rheinberg. L'aggressore è stato rintracciato in una vicina struttura di accoglienza, grazie al personale di sicurezza ed a quello della Croce Rossa, prontamente allertati. In merito alla condotta dell'agente, la Polizia ha avviato un'indagine interna.
Sono notizie, che rendono ancor più sconcertante le frontiere lasciate indiscriminatamente aperte, anzi spalancate dai vertici dell'Unione Europea di fronte ad un'invasione silenziosa di massa, incuranti non solo delle infiltrazioni jihadiste, il che è già evidentemente molto grave, bensì incuranti anche di quelle folle di criminali (e sono tanti, come riportano quotidianamente le cronache), giunti qui per dar impunito sfogo alla propria attività delittuosa.

Nota di BastaBugie: Rino Cammilleri nell'articolo sottostante dal titolo "Reati in calo a Milano. Ah sì?" parla del ministro Alfano che vanta un calo sensibile della criminalità a Milano. Chi vive nel capoluogo lombardo, però, non se ne è ancora accorto. Cammilleri racconta la notte che venne derubato di un orologio, con la pistola puntata in faccia... In realtà le statistiche non includono chi non denuncia neppure, perché sa di non ottenere giustizia.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 21 novembre 2016:
Io, che abito a Milano, dormo più tranquillo ora che il ministro ha detto che «Milano è una città sicura, più di tante altre in Italia». Pensate, i reati sono calati «del 7% negli ultimi tre anni». Sarà, ma è anche vero che solo l'elezione di Trump ha fatto diminuire negli Usa la vendita di armi, impennata sotto Obama. E' anche vero che perfino le previsioni del tempo hanno dovuto aggiungere la temperatura «percepita» accanto a quella ufficiale. Infatti, alla gente non interessa se ci sono 25 gradi ma l'umidità la fa sudare e soffocare come con 35.
A Milano avvengono 250 furti al giorno, di cui quaranta di sole auto. I reati sono in calo? Ma, dite, come fate a contare quelli che la gente neanche denuncia, tanto è inutile? Io stesso ho subito due furti, uno in casa e uno dell'auto. Li ho debitamente denunciati ma mi sono ritrovato vittima di due farse, una con i carabinieri, l'altra con la polizia. Il maltolto? Seeeh! Mai più visto né sentito. Sono stato anche rapinato a mano armata dell'orologio. L'hanno acciuffato praticamente in flagrante perché li ho chiamati subito, ma c'è stata farsa anche qui. Le prime due le ho raccontate su queste colonne e non è il caso di ripeterle. Ma la terza no, e allora ecco.
Era una notta buia e non tempestosa ma nevicava eccome. Alle due mi ricordo che ho lasciato l'auto parcheggiata in una via in cui quella notte verrà effettuato il lavaggio strade. Che, in un paese ipersindacalizzato come quello in cui ho la disgrazia di vivere significa che lavano anche se nevica. In pigiama, mi copro alla meglio e vado a spostare la macchina. Al rientro mi trovo davanti uno in bicicletta che mi spiana la pistola sul muso. Lo convinco che non ho nulla, gli mostro il pigiama. Ma nel gesticolare vede l'orologio al polso e vuole quello. Glielo do e lui scappa in bici. Giro l'angolo, tiro fuori il cellulare e chiamo il 113. Risponde una voce femminile. Dico tutto, correte, è in bici. Domanda dall'altro capo del filo: «Di che colore è la bici?». Risposta: «Signorina, sono le tre di notte e nevica, quante bici crede che ci siano in giro in via tal dei tali?». Aspetto sotto casa e arriva la volante. L'hanno preso. Mi restituiscono l'orologio. Rotto e inservibile. Il reo è nella gazzella. «Ma come, me lo portate qui a fargli vedere dove abito? E se, quando esce, si vendica?». Già, perché non si sa nemmeno se ci entra, quello, in galera. Imbarazzo dei militi, che comunque elogio per la celerità. Due ore di verbali. E meno male che mia moglie, visto il mio ritardo, non ha fatto squillare il mio telefono mentre cercavo di convincere il rapinatore che ne ero privo.
Ma queste sono sciocchezze, non si tratta certo di stupri o omicidi. Epperò, tre furti da quando abito a Milano. Mia moglie, che ci abita da più di me, ne somma altri tre più uno scippo. Quando al bar raccontavo del furto dell'auto, un avventore disse: «Di che si lamenta, a me ne hanno rubate due». Il che significa, al di là delle statistiche «in calo», che ha ragione Trilussa. Alzi la mano il milanese che non è stato vittima di reati. E questa sarebbe la città «più sicura di tante altre». Chissà come sono le altre. Naturalmente (l'ho già scritto qui ma voglio ripeterlo), quando al ministro rubano la bici si scomodano i Ris e le teste di cuoio. Quando un magistrato è vittima di furto in casa arriva la Scientifica. Quando si presenta il comune cittadino, risate in faccia. La sua auto? Seeeeh! L'ha bell'e rivista! Non sa che a Milano ne rubano quaranta al giorno? Giustamente, le forze dell'ordine non possono coprire tutto, né far arrivare Barry Allen col kit in valigetta quaranta volte al giorno (o 250 considerando tutti i tipi di involo).
Lo so, lo so. E so anche che la legge è uguale per tutti ma alcuni sono più uguali degli altri. Le statistiche? Leggiamole in faccia al padre la cui figlia è stata stuprata nell'androne mentre tornava da scuola, alla vecchietta sbattuta in terra per strapparle la collanina, al disgraziato che aveva una sola auto e solo l'assicurazione casko. Ma ci faccia il piacere (Totò).

Fonte: Corrispondenza Romana, 02/11/2016

3 - CHE FARE SE IL MIO RAGAZZO MI PROPONE LA CONVIVENZA?
Lui dice che è per rendere più sicuro il nostro amore, ma...
Autore: Padre Angelo Bellon - Fonte: Amici Domenicani, 14/06/2013

Caro Padre Angelo,
da alcuni anni sono fidanzata con V., un ragazzo meraviglioso che mi ha fatto sperimentare per la prima volta cosa significhi vivere una storia d'amore stabile, confrontarsi con l'altro, accettarne i difetti e riconoscere i propri, cercare di migliorare e crescere insieme.
Prima del nostro incontro mi sentivo molto sola, non avevo mai avuto un ragazzo. Quando iniziai a conoscere meglio V., a sentirmi a mio agio con lui e ad avvertire una fiducia quale non avevo mai provato per nessun altro ragazzo, riuscii finalmente a superare le mie paure; dal giorno in cui mi misi con lui mi convinsi che era un dono di Dio, la gioia e lo scopo della mia vita.
L'attaccamento verso di lui è stato subito così forte da convincermi che non avrei potuto desiderare altro uomo al di fuori di lui e che le nostre strade erano unite per sempre.
Ma i sentimenti totalmente nuovi che ho provato mi hanno fatto dimenticare l'insegnamento della castità pre-matrimoniale, che ho sempre ritenuto di grande valore.
Lui si è allontanato dalla pratica religiosa da anni, sebbene credente.
Ma è proprio in questi giorni che la nostra storia è arrivata ad una delle prove più grandi, la scelta tra matrimonio e convivenza pre-matrimoniale: sebbene inizialmente, e a malincuore, V. avesse accettato di rispettare la mia scelta di iniziare la vita insieme solo con il matrimonio, ora ha manifestato l'esigenza di andare a convivere nella casa che abbiamo già a disposizione.
Di fronte alla mia domanda sul perché a questo desiderio non si potesse rispondere con il matrimonio, mi ha risposto che in questo momento non si sente sicuro e che non siamo pronti per questo passo.
Comprendo i dubbi e le paure del mio ragazzo, che a questo punto sono anche mie: Le chiedo Padre, la convivenza pre-matrimoniale, sebbene contrastata dalla Chiesa, può comunque essere una scelta matura, dettata dal desiderio di conoscersi e di gettare basi più stabili per la vita matrimoniale?
In questi giorni mi è spesso tornata in mente la parabola della casa costruita sulla sabbia e di quella costruita sulla roccia: prego Dio per essere forte e compiere la scelta migliore che mi consenta di creare una famiglia fondata sulla roccia della fede.
Prego Dio perché V. mantenga la promessa di restarmi vicino qualunque sia la nostra scelta, anche se avverto già che dopo la nostra discussione ci siamo allontanati...
La ringrazio fin d'ora buon Padre. La sua parola sarà un conforto per me.
La prego di unirsi a me nella preghiera allo Spirito Santo perché illumini me e V. e alla Madonna perché possa aiutarci a coronare il nostro desiderio di una vita insieme.
C.

RISPOSTA DEL SACERDOTE

Carissima C.
1. La tua storia con V. è partita molto bene e ti sentivi molto appagata.
Adesso avvertite che vi state allontanando. Giustamente questo ti causa dispiacere, perché è proprio con lui che conti di poter condividere tutta la tua esistenza.
È giusto porsi domande sul proprio cammino per verificare se qualche cosa non sia stato fatto oppure sia stato fatto male.

2. Secondo me fra voi due avete cominciato ad allontanarvi dal momento in cui vi siete allontanati da Dio.
Mi riferisco in particolare ai rapporti prematrimoniali, che inizialmente, accendendo la spinta erotica, vi davano l'impressione di essere molto più uniti di prima, mentre in realtà qualcosa iniziava a sgretolarsi.

3. Iniziava a sgretolarsi il fascino e l'attrazione vicendevole sotto tutti i punti di vista, a cominciare da quello spirituale, quello per i quali V. avrebbe dovuto essere incuriosito sempre di più per quello che c'era nella tua mente e nel tuo cuore, per provare anche lui quello che provavi tu nella tua comunione con Dio e vivendo le realtà nascoste che ci presenta la nostra fede cristiana.
Parlo di realtà nascoste. Perché quello che noi viviamo nella comunione con Dio avviene principalmente nel nostro interno e lo può comprendere solo chi va oltre i segni esterni delle celebrazioni sacramentali, vive l'unione con Dio e con gli eventi della vita di Cristo.
Queste realtà nessuno le vede all'esterno ed è per questo che si parla di misteri (che letteralmente significa: realtà nascoste) della fede cristiana.

4. Invece senza accorgertene hai permesso a V. di essere attratto più dal tuo corpo e da quello che il tuo corpo gli poteva offrire che della tua ricchezza interiore, che nel frattempo veniva in qualche modo oscurata e affievolita.

5. Diverse volte nella tua email riconosci di aver derogato dalle leggi della Chiesa.
Ma ci tengo a dire che non si tratta delle leggi della Chiesa, come se essa di suo arbitrio avesse fissato il cammino da percorrere.
Si tratta della legge di Dio scritta nella natura stessa della nostra corporeità e del nostro animo.

6. Quando Adamo ed Eva hanno derogato dalla legge di Dio, volendo stabilire da se stessi i confini del bene e del male mettendosi al posto di Dio, hanno cominciato anche ad allontanarsi fra di loro. Sono nate le incomprensioni e anche le prime accuse.
Adesso tu stai facendo la medesima esperienza.
In questo momento di crisi avverti come un senso di mancamento.
Hai l'impressione che la vostra costruzione non si sia fondata sulla roccia, ma sulla sabbia e che la presente crisi possa demolire tutto.
La tua intuizione è vera.

7. C'è da chiedersi come mai dopo tanta donazione totale vicendevole con i rapporti prematrimoniali lui non si senta sicuro.
Certo c'è qualche cosa di strano in questo: dopo tanta dedizione vicendevole, come può venirne fuori che non ci si sente sicuri?
Perché se si butta legna sul fuoco, il fuoco arde sempre di più. Ma se il legno è bagnato o verde rischia di spegnerlo.
C'è da riconoscere allora che quella donazione non era totale.
Non lo era neanche materialmente perché i contraccettivi le imponevano di non essere totale.
In quella donazione vicendevole non c'era immolazione vicendevole accettando il frutto di quell'immolazione. Del resto a questa immolazione non eravate preparati, perché ci si prepara solo col matrimonio.

8. Ora il minimo che si possa dire è questo: non sarà la vostra eventuale convivenza a rendere più sicuro il vostro amore.
L'esperienza mostra che molte convivenze sono miseramente rovinate dopo che i due avevano investito risorse economiche per la casa, per le suppellettili e altro.

9. C'è invece un'altra casa da mettere su prima della convivenza.
È solo quest'altra casa che da solidità alla relazione di coppia e fa arrivare sicuri al momento del matrimonio.
E la costruzione di quest'altra casa richiede la castità, anzi è sinomino di castità, con tutto quello che questa parola significa di positivo.

10. A questo punto che cosa ti consiglio di fare?
Secondo me nulla è ancora del tutto perduto.
Devi dire a F. che hai capito che vi state allontanando perché non vi siete impegnati a costruire la casa sulla quale regge il matrimonio e la vita di coppia.

11. Devi dirgli che tante certezze cominciano a scricchiolare perché non avete costruito nel Signore: "Se il Signore non costruisce la casa, invano si affatica il costruttore" (Sal 127,1).
Devi dirgli che è arrivato il momento di un'autentica svolta nella vostra relazione, che giustamente deve continuare proprio perché vi sentivate fatti l'uno per l'altro.
E devi dirgli che questa svolta è data dalla castità, per vivere la vostra relazione nella purezza di affetti e dei gesti, nella santità delle intenzioni, con l'obiettivo di crescere in grazia davanti a Dio, e crescendo in Dio di crescere anche nel vostro affetto vicendevole.
Se V. accetta di percorrere questa strada, in breve ne sarà molto contento e ti ringrazierà eternamente per avergli fatto trovare il vero volto dell'amore.
Ti assicuro volentieri la mia preghiera allo Spirito Santo e alla B. Vergine Maria, che la Chiesa invoca anche con queste parole mutuate dalla Sacra Scrittura: Madre del bell'amore e della santa speranza.
Ti benedico.

Fonte: Amici Domenicani, 14/06/2013

4 - DONALD TRUMP HA PROMESSO DI ABOLIRE E SOSTITUIRE L'OBAMACARE (CHE HA FATTO TANTI DANNI)
Crollerà così uno dei pilastri di Barak (e burattini) che ha fatto schizzare alle stelle il debito pubblico
Autore: Matteo Borghi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/11/2016

"Repeal and replace Obamacare", abolire e rimpiazzare la riforma sanitaria. È questo il motto che, negli ultimi sei anni, hanno ripetuto i repubblicani d'America e che li ha spinti a tentare di abrogarla almeno una sessantina di volte con leggi arenatesi, come prevedibile, sul veto del presidente.
Ora l'elezione di Donald Trump e la riconferma di un Congresso tutto rosso (il colore del Grand Old Party) permetteranno di dire addio all'Affordable Care Act, nome che suscita un po' di imbarazzo. Già perché definire la sanità di Obama come "accessibile, qualcosa che ci si può permettere" è, a distanza di sei anni e mezzo dalla sua approvazione, piuttosto bizzarro. Secondo l'ammissione della stessa amministrazione Obama, infatti, nel 2017 l'Aca comporterà un aumento medio delle tariffe del 25% in tutti gli Stati Uniti e del 60% in alcuni Stati. In Arizona, uno degli stati più poveri della federazione, l'aumento toccherà addirittura quota +116% mentre in Tennesse, Minnesota e Alabama si toccherà un +69%. Percentuali che il democraticissimo Washington Post, a due settimane dalle elezioni, ha tentato di difendere sostenendo che dal 2011 al 2015 i premi assicurativi siano cresciuti di media solo del 3,4% l'anno contro il 7% del primo mandato Bush (2001-2005). Peccato che l'aumento del solo 2017 sarà di poco inferiore a quello dei quattro anni di George W. e che l'incremento ricadrà, in gran parte, sulle spalle della classe media già in crisi.

ABOLIRE E SOSTITUIRE OBAMACARE
Sempre Fee.org riporta l'esempio di Emily Ozda, una libraria part-time di Oakland (California), ha dovuto accettare un secondo lavoro per coprire l'aumento delle spese assicurative, con il terrore però di superare la soglia dei 47.520 dollari l'anno superata la quale, anche solo di un dollaro, si perde ogni tipo di sussidio per pagare l'assicurazione. Già perché l'Aca fornisce sussidi a chi guadagna fino al 400% del livello federale di povertà (dagli 11.880 dollari per una persona che vive da sola ai 40.890 per una famiglia di otto persone), in modo che il premio assicurativo non superi il 9,5% del reddito familiare, facendoli però saltare completamente sopra tale soglia. Non solo, oltre una certa soglia si perdono anche le deduzioni fiscali: come scriveva già nel 2010 un noto avvocato e studioso del sistema fiscale americano, Ted Frank, un 62enne senza assicurazione sanitaria con un reddito di 46mila dollari l'anno perderebbe, guadagnando solo 22 dollari in più, tutti i 7.836 dollari di deduzioni fiscali previsti.
Per tirare le somme Obama e i democratici, con la riforma sanitaria, non hanno fatto altro che portare avanti una politica a favore dei "poveri" contro i "ricchi" dimenticandosi di tutto quel mondo di mezzo, le famiglie che vogliono vivere del proprio lavoro e che sono corse in massa a votare Trump, che dalla sua ha già promesso di "abolire e sostituire Obamacare". Come? "Seguendo i principi del libero mercato e lavorando insieme per creare una politica che crei una sanità più accessibile e di miglior qualità per tutti gli americani", come recita il proprio sito elettorale. Il che significa, in concreto, eliminare la norma assurda che vieta alle assicurazioni di vendere le proprie polizze al di là dei confini di ogni singolo Stato (che ha comportato l'aumento delle tariffe bloccando la concorrenza) e consentire anche ai singoli che si assicurano le grosse deduzioni fiscali oggi previste solo per le aziende che offrono le polizze ai propri dipendenti. Incontrandosi con Barack Obama, Trump ha assicurato che conserverà alcune parti dell'Obamacare, non ha annunciato quali. Ma in ogni caso, ha dichiarato sempre in quella circostanza, farà di tutto per impedire l'innalzamento delle tariffe.

CAMBIA ANCHE L'APPROCCIO VERSO L'ABORTO
Ma con Trump potrebbe cambiare anche l'approccio verso l'aborto che, oggi, può rientrare a far parte dell'assicurazione sanitaria. Ad oggi la copertura dell'interruzione di gravidanza nelle assicurazioni sanitarie è regolata dall'Abortion Insurance Full Disclosure Act, presentato dal deputato Chris Smith e dal senatore Pat Roberts, entrambi repubblicani, che garantisce che nessun dollaro dei contribuenti vada a finanziare l'aborto. Grazie a questa legge, anche nei 26 stati che permettono di inserire la soppressione del feto nelle assicurazioni sanitarie, le compagnie assicurative hanno l'obbligo di creare due polizze: una che include l'aborto, per cui non si possono ricevere sussidi, e una che non lo include. Con Trump è probabile che questa possibilità venga eliminata, rimanendo semmai possibile solo dietro il pagamento dell'intera prestazione sanitaria. Non solo: c'è la possibilità che il Congresso passi una legge restrittiva sull'aborto e che lo renda legale solo in caso di violenza sessuale, incesto e rischio per la salute della donna.
Del resto il neo eletto presidente si è scrollato da tempo il proprio passato pro choice: in un dibattito per le primarie repubblicane dello scorso febbraio ha dichiarato di essere contrario all'aborto, ad accezione dei tre casi sopra citati, e di voler togliere i fondi al programma Planned Parenthood. Tanto più che la contrarietà all'aborto non è, come qualcuno tenta regolarmente di farla passare, solo una fissazione dei repubblicani oltranzisti che vivono nelle campagne sperdute e hanno più di 70 anni. Secondo i sondaggi Gallup oggi il 50% degli americani vorrebbe l'aborto "legale solo in certe circostanze" (quelle sopra citate), addirittura a due punti in più rispetto al 1993, mentre nello stesso periodo è cresciuta di addirittura sei punti (dal 13 al 19%) la percentuale di chi lo vorrebbe "illegale in ogni circostanza". E si è al contempo abbassata, dal 34 al 29%, la percentuale di chi lo vorrebbe al contrario "legale in ogni circostanza". Un dato che i grossi quotidiani, americani o italiani che siano, difficilmente riportano.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/11/2016

5 - IL VICE-PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI MIKE PENCE E' UN COMBATTENTE CULTURALE CONTRO L'ABORTO E PER LA FAMIGLIA... PAROLA DELLE LOBBY GAY
E intanto Trump introduce due pro-life alla Casa Bianca, in attesa di nominare un giudice anti-aborto alla Corte Suprema per una svolta politica decisiva negli Stati Uniti (e in tutto il mondo)
Autore: Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender, 12/11/2016

La vittoria di Trump è fumo negli occhi della comunità "LGBT+" che vede di colpo bruscamente frenare la propria travolgente avanzata avviata sotto l'Amministrazione Obama. A spaventare gli attivisti della rivoluzione genderista non è tanto la persona di Donald Trump quanto il suo vice Mike Pence, nemico dichiarato delle lobby gay e, per questo, già in passato, bersaglio di numerosi duri attacchi da parte degli attivisti gay. Il vice di Trump è stato ora messo a capo del cosiddetto "transition team", ovvero la squadra che sta gestendo la delicata fase della transizione presidenziale.
Pence, di origini irlandesi, 57 anni, sposato con Karen, padre di tre figli, avvocato e politico di professione, è governatore dell'Indiana da tre anni. Nato cattolico e "rinato evangelico", sostenitore del Tea Party, l'ala più "dura" del partito repubblicano, si è auto-definito nell'ordine "un cristiano, un conservatore e un repubblicano".
Pence è stato preferito da Trump nel ruolo di vice-presidente a Chris Christie, governatore del New Jersey, malvisto dall'ala più conservatrice del Grand Old Party (GOP), proprio per alcune sue precedenti aperture LGBT. Tra tali imperdonabili colpe, l'aver firmato una legge che mette al bando le cosiddette "terapie riparative" dell'omosessualità per i minori.
Al contrario Mike Pence ha un'ottima reputazione tra i sostenitori pro-life e pro-family.

UN COMBATTENTE CULTURALE
Il neo vice-presidente degli Stati Uniti è infatti visto come uno dei politici più solidi e affidabili sulle questioni etiche all'interno del partito repubblicano. Pence ha fama di "combattente culturale", avendo condotto, come membro del Congresso, battaglie ideologiche di ogni tipo: dall'ampliamento del diritto di aborto, ai fondi federali per la ricerca sugli embrioni, dall'opposizione nei confronti dei "matrimoni" dello stesso sesso, fino al blocco di nuovi fondi federali per l'organizzazione abortista "Planned Parenthood".
Una fama guadagnata sul campo, come quando, in occasione del recente dibattito vice-presidenziale con il senatore democratico Tim Kaine, ex governatore della Virginia e candidato vice di Hillary Clinton, Pence è stato violentemente attaccato dalla succitata "Planned Parenthood" come "il legislatore più estremista del 21° secolo". Un insulto che ha avuto l'indesiderato effetto di trasformarlo immediatamente in paladino dei difensori della vita in tutto il paese americano.

OPPOSITORE DELL'AGENDA GENDER
Pence è stato ed è anche un fermo oppositore dell'agenda gender arrivando a guadagnarsi un onorevolissimo rating "0 per cento" e una grande quantità di durissimi attacchi da parte della potente lobby LGBT+ "Human Rights Campaign".
Nel 2006, come capo di una Commissione di studio del partito repubblicano, il vice-presidente degli Stati Uniti si è espresso convintamente a sostegno di un emendamento costituzionale che definiva il matrimonio come unione esclusiva tra un uomo e una donna. In quell'occasione, citando un ricercatore di Harvard, Pence puntò, senza mezzi termini, il dito contro il "matrimonio" tra persone dello stesso sesso, screditandolo come un "collasso sociale che ha sempre portato in seguito all'avvento del deterioramento del matrimonio e della famiglia". Interpellato sull'omosessualità l'ormai ex governatore dell'Indiana ha inoltre sottolineato come l'essere gay sia una scelta e che decidere di non legiferare per il "matrimonio" gay non è discriminazione ma esecuzione del "piano di Dio".
Parole che sono musica per le orecchie dei sostenitori pro-life e pro-family. Ci auguriamo che il nuovo vice-presidente degli Stati Uniti mantenga e confermi la sua fama di "combattente culturale" e metta in campo tutti i suoi poteri, come hanno fatto i suoi predecessori, per invertire il prepotente processo di omosessualizzazione degli Stati Uniti imposto al popolo americano dall'Amministrazione Obama.

Nota di BastaBugie: Lupo Glori nell'articolo sottostante dal titolo "Donald Trump nomina due pro-life alla Casa Bianca" analizza le reazioni opposte e contrastanti alle prime scelte del neoeletto presidente degli Stati Uniti.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Corrispondenza Romana il 17 novembre 2016:
Mentre non si placano le accese polemiche, a tutti i livelli, nei confronti dell'inattesa e, per molti, disorientante elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti d'America, tutti gli occhi della stampa mondiale sono ora puntati sulle decisive nomine presidenziali in corso che andranno a definire quello che sarà il nuovo staff della Casa Bianca a partire dal prossimo 20 gennaio 2017.
Le prime scelte, in proposito, del neo eletto Trump, come prevedibile, hanno suscitato reazioni opposte e contrastanti. Se da un lato la stampa progressista ha infatti subito accusato il tycoon di aver optato per consiglieri «estremisti, razzisti e antisemiti», dall'altra parte, i leader conservatori hanno applaudito, accogliendo con soddisfazione le prime investiture del loro presidente. Quest'ultime, come reso noto da tutti i principali media internazionali, sono andate a Reince Priebus e Steve Bannon.
Priebus, eletto a capo di gabinetto, chief of staff, è un politico navigato, appartenente da anni all'establishment del Partito Repubblicano; Bannon, nominato consigliere speciale e chief strategist della Casa Bianca, è stato presidente esecutivo di Breitbart News, uno dei più importanti e attivi siti web della "destra" americana, punto di riferimento soprattutto per la cosiddetta "alt-right", abbreviazione che sta per "alternative right", movimento che ha costituito un'importante base elettorale per Trump.
Il portale statunitense LifeSite News in un editoriale di Peter LaBarbera accoglie con favore le neo nomine di Trump, sottolineando come Priebus sia un convinto anti-abortista, noto per aver dichiarato di avere "a cuore" la causa pro-life. Una posizione quella del prossimo chief of staff della Casa Bianca confermata anche da Tony Perkins, presidente dell'organizzazione pro-family Family Research Council, il quale ha elogiato il capo del partito Repubblicano uscente per aver «rivitalizzato il GOP riportando il partito ai suoi principi conservatori, come è dimostrato dalla piattaforma solidamente conservatrice del GOP».
Delle due nomine però, quella che ha maggiormente attirato le ire e gli strali degli attivisti e dei media liberal statunitensi, è stata quella di Bannon, immediatamente trasfigurato dai media di regime da "generale e brillante stratega" ad un «bianco nazionalista» razzista e antisemita.
Le sue difese, come riporta sempre LifeSite News, sono state prese proprio da un ebreo, lo scrittore David Horowitz, che si è scagliato contro la sinistra post-Trump in preda ad un evidente ed incontrollabile crisi di nervi: «Conosco Steve Bannon da molti anni. È un uomo buono. Non ha nemmeno un'osso antisemita nel proprio corpo. Nella sua nuova posizione di Chief Strategist nella Casa Bianca di Trump, Bannon è la più forte garanzia che le persone che amano questo paese possono avere un futuro in America, l'assicurazione più forte che l'America è nelle mani di persone che daranno a questo paese la possibilità di riprendersi e difendersi contro i suoi nemici in patria e all'estero».
Riguardo l'elezione di Priebus si è espressa anche Marjorie Dannenfelser, presidente dell'organizzazione pro-life Susan B. Anthony List, che ne ha accolto con entusiasmo la nomina, sottolineandone le posizioni fortemente pro-vita: «il presidente eletto Donald Trump ha ancora una volta rafforzato il suo impegno per la causa pro-life nominando Reince Priebus come capo di gabinetto della Casa Bianca. Ho avuto modo di conoscere Reince quando ho intervistato tutti i candidati al ruolo di presidente del Republican National Committee (RNC) sul tema della vita. Egli mi ha risposto che la causa pro-life "è intessuta nel mio cuore, è qualcosa in cui credoˮ».
A conferma di ciò la Dannenfelser ha aggiunto come lo stesso Priebus abbia preso parte nel 2014 alla annuale March for Life di Washington: «Nel 2014 Priebus ha guidato l'RNC alla sua partecipazione ufficiale alla Marcia per la Vita, per la prima volta in assoluto nella storia del partito. Sono stata orgogliosa di marciare fianco a fianco con lui in solidarietà con centinaia di migliaia di americani pro-vita, (...). Sotto il suo mandato come presidente dell'RNC, il GOP ha superato diverse importanti risoluzioni pro-vita, e ratificato la più forte piattaforma pro-life nella storia del partito alla convention 2016. Non vedo l'ora di lavorare insieme con Reince Priebus per attuare l'Agenda per la vita del presidente eletto Trump».
Le puntuali e violente bufere mediatiche scatenate contro le neo nomine, rivelano il paradossale clima culturale odierno che in nome del rispetto e della non-discriminazione esige l'immediata eliminazione di coloro che non sottostanno al loro intollerante e totalitario diktat. Uno scontro etico e culturale destinato a deflagrare ed allargarsi ulteriormente se Trump manterrà fede ai suoi propositi di nominare un giudice anti-aborto alla Corte Suprema degli Stati Uniti, impartendo cosi una svolta decisiva all'importante battaglia culturale in difesa della vita in corso negli Stati Uniti e in tutto il mondo.


DOSSIER "ABOLITO IL DIRITTO ALL'ABORTO"
La Corte Suprema USA annulla la Roe vs Wade

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Fonte: Osservatorio Gender, 12/11/2016

6 - IBERNAZIONE? LA RISURREZIONE CHE LA SCIENZA NON PUO' DARTI
A Londra una ragazzina morta di cancro a 14 anni aveva chiesto di farsi ibernare per risvegliarsi (?!) quando ci fosse una cura
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19/11/2016

Oltre il freddo della morte c'è l'ibernazione umana. Lei ha 14 anni, vive vicino a Londra e le viene diagnosticato un tumore incurabile. Lotta, soffre e soprattutto spera. Spera che qualcosa o qualcuno la possa strappare alla morte. Ma il suo destino è già segnato. Allora la ragazza chiede ai genitori divorziati di essere ibernata. In tal modo, così si augura, un giorno potranno destarla da quel torpore glaciale e come una bella addormentata risvegliarsi alla vita, tra cento e più anni quando avranno trovato una cura per tutti i tumori, compreso il suo.

UNA FAVOLA NOIR
Il padre però si oppone e il caso finisce davanti all'Alta Corte inglese. Alla malata terminale viene chiesto di spiegare le sue ragioni e lei lo fa: «Mi è stato chiesto di spiegare perché voglio questa procedura inusuale. Ho solo 14 anni e non voglio morire, ma so che morirò. Penso che essere crioconservata mi dia la possibilità di essere curata e di svegliarmi un giorno, anche se tra centinaia di anni. Non voglio essere seppellita sottoterra. Voglio vivere e penso che in futuro troveranno una cura per il mio cancro e mi sveglieranno. Voglio avere questa possibilità. Questo è il mio desiderio». Parla di "svegliarsi" la piccola, quasi che la morte fosse davvero un sonno. E pare quasi di vederla che si addormenta nel suo letto con la certezza che, come ogni altro giorno, la mattina dopo aprirà gli occhi e correrà a scuola.
Il giudice è anche andato a trovare l'adolescente in ospedale e ha riferito che è rimasto toccato da questa esperienza. Alla fine l'Alta Corte ha deciso di accondiscendere alla richiesta della giovane. Non è, in punta di diritto, un Sì all'ibernazione, ma più tecnicamente i giudici sono stati chiamati a valutare chi tra i due genitori poteva decidere dell'inumazione della figlia, dato che lei non aveva capacità giuridica per fare testamento e quindi per decidere delle proprie spoglie mortali. La sentenza ha dunque dato ragione alla madre che acconsentiva ai desideri della figlia. Però nonostante questo il pronunciamento emesso dai giudici suona tanto come una sentenza di risurrezione. Nel frattempo, un mese fa, la ragazza ha lasciato questo mondo e il suo cadavere ora giace in un sifone a meno 130 gradi presso un'azienda specializzata statunitense.

SE DECIDI DI FARTI METTERE IN FREEZER
Per un attimo lasciamo - è il caso di dire - in pace la giovane sventurata e occupiamoci invece di chi ormai maturo decide di farsi crioconservare dopo morto. Pare che siano circa 300 le persone decedute e attualmente ibernate tra Usa e Russia, gli unici due posti in cui, da quel che si consta, è possibile accedere a questa pratica da surgelati. Un cimitero a sottozero. Altri mille sono in lista d'attesa, i quali verranno prontamente accontentati appena la signora con la falce avrà fatto loro visita. I costi variano dai 50mila ai 200mila dollari per conservarsi almeno 300 anni. Se ti scongelano prima, viene da chiedersi chi potrà mai protestare. Il costo scende a 80mila se decidi di farti mettere in freezer solo la testa: l'idea è quella di impiantarla in futuro in un corpo sano.
Qualche riflessione di carattere clinico. In medicina c'è un solo processo irreversibile: è la morte. Se uno è morto non può tornare a vivere, Dio permettendo. Qui si congela la morte, non la vita. Quindi crioconservare un cadavere non serve a nulla. Sarebbe un inedito caso di accanimento terapeutico post-mortem. Rectius: una sofisticata tecnica di crio-imbalsamazione. Seconda riflessione: se iberniamo invece una persona viva, perché malato terminale, possono accadere due cose. O muore oppure, se anche riuscissimo a scongelarla in un futuro lontano, la persona avrebbe riportato tali e tanti danni - in primis all'encefalo - che la morte sarebbe comunque imminente.

QUALCHE RIFLESSIONE DI CARATTERE ANTROPOLOGICO
In primo luogo l'ibernazione è frutto di una visione scientista che vede l'uomo solo come una macchina, non come un corpo che custodisce in sé un'anima che dà vita al corpo. Una macchina a cui basta sostituire la batteria scarica e per incanto riprende a camminare. Siamo cioè allo zero kelvin dell'ateismo: credere in una vita eterna elargita da scienze umane, una resurrezione tecnologica. Pura gnosi dove la scienza è onnipotente come Dio e riesce a dare la vita ai morti. La madre della ragazza sembra quasi che si sia rivolta ai giudici come Marta si rivolse a Gesù per far resuscitare il fratello Lazzaro.
Poi c'è da evidenziare un paradosso che paradosso non è. Con l'eutanasia si interrompe la vita, con la crioconservazione si vuole non tanto interrompere la morte, ma sospenderla e quindi si vuole annullarla. Ma il minimo comune denominatore è il medesimo: avere il potere assoluto sulla propria vita, tentare di mettere in scacco la morte e, in questo caso, eternarsi all'infinito.
Torniamo alla povera ragazzina prematuramente scomparsa alla quale ovviamente nessun rimprovero può essere mosso a causa della sua giovane età e dell'infinita voglia di vivere. In questa sua scelta che spera l'insperabile si riverbera con commozione l'eco di un grido disperato: "non voglio morire". Il grido di tutti noi quando scopriamo che siamo arrivati all'ultima pagina del diario della nostra vita. La giovane londinese però ha aggiunto - un'aggiunta struggente: e se morirò vorrò rivivere. E' la promessa di risurrezione fatta da Cristo a ciascuno di noi. Una promessa però che non passa da un fusto in alluminio in cui seppellirsi come un merluzzo congelato, ma in due tronchi uniti a croce tra loro. Cara, carissima ragazza senza nome, riposa in pace perché la tua richiesta verrà un giorno esaudita da Dio.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19/11/2016

7 - LA CEI ACCETTA CHE SIA GIUSTO CHE UN GAY SEGUA LA SUA INCLINAZIONE SE LO PORTA A SENTIRSI IN PACE CON DIO
Intanto la Pontificia Accademia per la Vita introduce il gender nel proprio statuto
Autore: Cristiano Lugli - Fonte: Osservatorio Gender, 19/11/2016

Mentre i cinque "dubia" proposti da quattro cardinali di Romana Chiesa restano ancora irrisolti a causa di una diretta mancanza di risposta da parte di Papa Francesco, e mentre le monizioni canoniche paiono avvicinarsi sempre più, i "missionari" di frontiera chiariscono già, indirettamente, le controversie sulla discussa esortazione apostolica Amoris Lætitia.
Seppur non abbia riscosso un granché di pubblicità, è da far presente il Convegno nazionale dell'ufficio famiglia della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), tenutosi ad Assisi dall'11 al 13 novembre scorso.

VI OCCUPERETE DI PASTORALE FAMILIARE
Il titolo "Vi occuperete di pastorale familiare", pone l'accento proprio sulle sollecitazioni "pastorali" contenute nell'Esortazione post-sinodale, e la direzione dell'evento è stata affidata e diretta dai sacerdoti e dalle coppie di sposi responsabili degli uffici diocesani di pastorale familiare.
All'interno del denso programma della tre giorni di Assisi, non poteva certamente mancare il tema legato all'omosessualità, "dell'esperienza delle famiglie che hanno al loro interno persone con tendenza omosessuale" (AL n. 250) "Quale formazione per sacerdoti e accompagnatori?".
L'introduzione alla conferenza è stata tenuta da don Paolo Gentile, già presentatore di gran parte del convegno, il quale ha subitamente parlato di "cammini pastorali che non hanno pretesa di rettitudine immorale immediata", ma che si pongono invece come primo obiettivo "l'accoglienza".
Nei desideri di don Gentile c'è infatti "una Chiesa samaritana, che attraverso gocce di fede e spiritualità dona il collirio della misericordia".
La presentazione aveva il semplice scopo di presentare i relatori, come ovvio che sia, ovvero il gesuita padre Pino Piva, coordinatore nazionale per i Gesuiti degli esercizi Ignaziani, e portavoce dell'equipe di "Spiritualità di frontiere"; con lui erano presenti anche due membri di questo gruppo: la suora (laica?) Anna Maria Vitagliani e don Christian Medos, intervenuti ambedue sul tema dell'accoglienza e dell'ascolto.

UN CRISTIANO LGBT???
Durante i tre interventi [...] è stato dato spazio anche ad Edoardo, un "cristiano lgbt" il quale ha fatto coming-out nella sua parrocchia e con la famiglia: il suo racconto non vuol fare altro che evidenziare la necessità di "uscire fuori", vivendo liberamente ed in modo accomodante la propria sessualità senza paura dei pregiudizi, ma vivendo proprio "come Dio ci ha fatti e voluti". Inutile esaminare le contraddizioni di questo discorso, anche perché la tesi viene fastidiosamente ampliata dagli stessi relatori - di estrazione gesuita appunto - che ammorbano il pensiero di Sant'Ignazio in modo assolutamente falsato ed arbitrario.
La falsa visione dei tre relatori imputerebbe al metodo dei santi Esercizi ignaziani il voler esplicare come l'elezione personale debba essere fatta a seconda della nostra coscienza, così come Dio l'ha voluta per noi, affinché si adempia a pieno regime la Sua volontà. Ergo: un omosessuale è giusto che segua la sua inclinazione se questa lo porta a sentirsi "in pace" con Dio.
È lo stesso padre Pino Piva a sottolinearlo:
"Aiutare prima di tutto le persone in coscienza a fare il loro cammino e soprattutto ad essere poi integrate nella comunità cristiana, come chiede Amoris Lætitia" - giustificando poi così la sua volontà di aver accettato quel ruolo: "La spiritualità ignaziana è una spiritualità di frontiera, per questo ho voluto cercare di abitare in queste frontiere."
Anche in questo caso non ha senso sottolineare quanto la falsa riga dei gesuiti moderni sia opposta e rovesciata rispetto alla vera Spiritualità del Santo fondatore.

LE APERTURE DI TV2000
All'interno degli interventi è stata riproposta anche una puntata televisiva di qualche mese fa, in cui i membri di "Spiritualità di frontiere" erano ospiti a TV2000 (la tv della CEI), per parlare ovviamente delle tematiche che intercorrono fra Fede ed omosessualità: un connubio non comportante la presa a carico della propria croce, quanto invece la libertà di natura tipicamente liberale che consente di essere se stessi all'interno della Chiesa. Non l'uomo che si conforma alla Legge ma la Legge che deve conformarsi all'uomo.
Durante queste orripilante puntata vi furono smielose testimonianze di due o tre "omosessuali credenti", i quali proposero null'altro che la visione di una Chiesa aperta, necessità principale per vivere i propri comodi senza disturbo alcuno.
Niente di diverso è stato fondamentalmente detto ad Assisi, nel Convegno nazionale dell'ufficio famiglia della Conferenza Episcopale Italiana. Il diktat è ormai chiaro e lampante, e si insinua sempre di più, proprio dal di dentro, e nemmeno troppo velatamente.
La pubblicità all'esposizione del punto 250 dell'Esortazione non ha mancato di essere fatta su Repubblica, tramite un articolo di Paolo Rodari dal titolo "Al Convegno dei vescovi arriva l'esperienza dei genitori cattolici con figli LGBT", pubblicato il giorno 16 novembre.
Oltre all'ormai consolidato pilastro laicista di rassegna stampa vaticana, non si è fatto attendere nemmeno "Avvenire", con un articolo di Luciano Moia dal titolo "Spiritualità di frontiera: omosessuali e fede un percorso in quattro tappe", pubblicato sempre lo scorso 16 novembre.
Abbiamo un bel da chiederci quale siano le risposte ai "dubia" della controversa - per non dire altro - esortazione apostolica. Da questi avvenimenti sappiamo che l'interpretazione dei "missionari della pastorale di frontiera" è certamente esatta, o meglio ancora consona e corrispondente a ciò che è scritto in Amoris Laetitia.

Nota di BastaBugie: Rodolfo de Mattei nell'articolo sottostante dal titolo "La Pontificia Accademia per la Vita introduce il gender nel proprio statuto" parla della drammatica deriva della Pontificia Accademia creata da San Giovanni Paolo II a difesa della vita e della famiglia.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Osservatorio Gender il 12 novembre 2016:
La Pontificia Accademia per la Vita (PAV) adotta il linguaggio "gender"nel proprio statuto scrivendo come sia suo compito studiare "il rispetto reciproco fra generi e generazioni". Tale sorprendente ed incomprensibile rivoluzione linguistica, difficilmente imputabile ad una svista, è stata resa nota lo scorso 4 novembre, in occasione della pubblicazione del nuovo regolamento del più importante organismo pro-life vaticano, istituito nel 1994 da Giovanni Paolo II.
GENDER MAINSTREAM
L'adozione delle categorie "genderiste" all'interno dello statuto vaticano è un fatto clamoroso ed emblematico di quanto il "gender mainistream" sia riuscito a penetrare ovunque, finanche all'interno delle stesse strutture ecclesiastiche.
La revisione dello statuto in "salsa gender", messa in atto dal suo neopresidente, monsignor Vincenzo Paglia, fresco di nomina di Papa Francesco, ha per oggetto il paragrafo § 3 completamente revisionato, dell'articolo 1, all'interno del "Titolo I - Natura e finalità", dove si legge: "L'Accademia ha un compito di natura prevalentemente scientifica, per la promozione e difesa della vita umana (cfr Vitae mysterium, 4). In particolare studia i vari aspetti che riguardano la cura della dignità della persona umana nelle diverse età dell'esistenza, il rispetto reciproco fra generi e generazioni, la difesa della dignità di ogni singolo essere umano, la promozione di una qualità della vita umana che integri il valore materiale e spirituale, nella prospettiva di un'autentica "ecologia umana", che aiuti a ritrovare l'equilibrio originario della Creazione tra la persona umana e l'intero universo (cfr Chirografo, 15 agosto 2016)".
ADOZIONE DELLE CATEGORIE GENDER
L'adozione del termine "genere" all'interno dello statuto della PAV, firmato lo scorso 18 ottobre dallo stesso pontefice argentino, rappresenta un'incredibile assunzione delle categorie degli ideologi del gender all'interno della Chiesa cattolica. E' noto quanto la rivoluzione gender faccia uso della forza persuasiva del linguaggio per portare avanti subdolamente il proprio programma sovversivo e, in tale prospettiva, parlare la neolingua del gender significa fare il gioco degli avversari sottomettendosi in maniera suicida alle sue inaccettabili regole.
LE ALTRE NOVITA'
L'introduzione del vocabolo gender, sebbene sia la più eclatante, non è l'unica novità del nuovo statuto che entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio 2017.
Il nuovo articolo1 al § 4 abolisce infatti la Congregazione per la Dottrina della Fede come organismo vaticano di cooperazione con l'Accademia.
Nell'articolo 3 al § 3 viene inoltre stabilito l'ingresso nel consiglio direttivo dell'Accademia del preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia a suo tempo nominato dallo stesso Mons. Paglia.
Spazio ai giovani, con le loro idee "adulte" e a casa i più anziani, magari tutt'oggi ancorati alla tradizione. Sembrano queste le intenzioni dell'articolo 5 che al § 4 introduce le nuove figure dei "Membri giovani ricercatori", provenienti "da discipline che interessano le aree proprie di ricerca dell'Accademia, con l'età massima di 35 anni, scelti e nominati dal Consiglio Direttivo per la durata di un quinquennio, rinnovabile per un altro mandato".
Sempre all'articolo 5, al § 1 vengono invece "pensionati" gli accademici ordinari, che in precedenza restavano in carica a vita, divenendo membri "onorari" compiuti gli 80 anni. D'ora in avanti essi saranno nominati per un quinquennio dal Santo Padre e saranno rinnovabili unicamente per espressa volontà del Papa fino al compimento degli 80 anni di età. Saranno invece nominati membri onorari solamente alcuni accademici, "legati in maniera particolare alla vita e all'attività dell'Accademia".
In tale contesto, è facile prevedere un prossimo repulisti di tutti gli accademici non allineati. Come ha scritto in proposito Sandro Magister: "Tra gli accademici di chiara fama che rischiano la cacciata vi sono ad esempio l'austriaco Josef Maria Seifert e l'inglese Luke Gormally, colpevoli entrambi di aver pubblicato critiche radicali dell'esortazione postsinodale "Amoris laetitia"".
E non è finita qui. Un'altra derubricazione eccellente si è avuta al comma 5 dell'articolo 5 dove al "punto b" è stata depennata la sottoscrizione della vincolate "Attestazione dei Servitori della Vita" fino a ieri obbligatoria per tutti i nuovi membri che d'ora in avanti dovranno genericamente impegnarsi a promuovere "i principi circa il valore della vita e della dignità della persona umana, interpretati in modo conforme al magistero della Chiesa". Un passo evidentemente ambiguo, in direzione contraria al rafforzamento della difesa della vita senza alcun compromesso.
SVOLTA IN ARRIVO ?
Alla luce di queste importanti novità appena introdotte all'interno del nuovo statuto della "Pontificia Accademia per la Vita", sembra chiaro come l'intenzione dei "vertici" sia quella di imprimere una brusca e decisa svolta alla linea operativa di questo importante istituto ecclesiastico. Ahinoi, viste le premesse, la direzione imboccata sembra essere purtroppo quella contraria, fianco a fianco con gli acerrimi nemici della chiesa cattolica: gli ideologi del gender.

Fonte: Osservatorio Gender, 19/11/2016

8 - OMELIA I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO A (Mt 24,37-44)
Vegliate perché non sapete in quale giorno il Signore verrà
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 27 novembre 2016)

E' iniziato il Tempo dell'Avvento, il tempo che ci prepara alla celebrazione del Natale. L'Avvento deve essere un tempo di silenzio e di attesa, di più intensa preghiera e di più generosa carità fraterna. Le letture di questa prima domenica d'Avvento ci danno delle preziose indicazioni per come trascorrere le quattro settimane che ci separano dal Natale.
La prima lettura ci dice: «Venite, camminiamo nella luce del Signore» (Is 2,5). Camminare nella luce del Signore significa uscire dalle tenebre del peccato e mutare completamente corso alla nostra vita. Con la prima domenica d'Avvento inizia un nuovo Anno liturgico e deve anche iniziare una vita nuova per noi: si deve rafforzare l'impegno di camminare sempre nella luce di Dio, rinunciando al peccato e a tutte le opere del maligno.
Nella seconda lettura, san Paolo apostolo ci indica chiaramente quello che deve essere il nostro impegno. Egli ci esorta a svegliarci dal nostro torpore e ci dice: «è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti» (Rm 13,11). Ben a ragione, san Paolo ci esorta a svegliarci, per il fatto che siamo addormentati: siamo cristiani ma non viviamo da cristiani. Subito dopo, egli così ci esorta: «La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce» (Rm 13,12). Cosa sono le opere delle tenebre? Sono i peccati, per i quali noi ci allontaniamo sempre di più dalla luce divina.
Quante sono le opere delle tenebre ai nostri giorni! Pensiamo all'aborto, al divorzio, alla contraccezione, al disprezzo della vita fin dal suo concepimento, alle tante impurità con cui ci degradiamo sempre più; pensiamo alle violenze, all'odio e alle molte disonestà nell'ambito della vita civile. Davvero, mai come in questo tempo stiamo brancolando nel buio. Enrico Medi, celebre scienziato morto pochi decenni fa, e di cui è in corso la causa di beatificazione, diceva che questa nostra epoca sarà ricordata nella storia come la più barbara che ci sia mai stata.
Cosa dobbiamo fare, dunque, per tornare sulla retta via illuminata dalla luce del giorno? Dobbiamo svegliarci, ovvero convertirci, per mezzo di una buona Confessione, domandando sinceramente perdono dei nostri peccati, e, come dice il Vangelo di oggi, dobbiamo poi vigilare, ossia rimanere svegli.
Gesù lo dice chiaramente: «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (Mt 24,42). Vegliare significa perseverare nella Grazia di Dio, in modo da essere trovati pronti quando il Signore verrà. Il Signore è venuto una prima volta duemila anni fa; verrà poi alla fine dei tempi nella gloria della sua divinità; ma, tra queste due venute, vi è una terza venuta che avverrà per ciascuno di noi: questa venuta ci sarà al termine della nostra vita. Non sappiamo quando sarà il momento della resa dei conti. Gesù, per questo motivo, ci esorta alla vigilanza e, per farci comprendere meglio questa incertezza, adopera il paragone di un ladro che giunge all'improvviso: «Se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa» (Mt 24,43). Per questo motivo dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo della nostra vita e il primo della nostra conversione.
Seguendo l'insegnamento di san Bernardo, si può parlare di un'altra venuta che avviene nel silenzio e nell'ineffabile dolcezza della contemplazione. Si tratta della venuta di cui parla Gesù nel Vangelo: «Se uno mi ama conserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Anche noi potremo gustare la dolcezza di questa venuta di Dio nel nostro cuore se riusciremo a dedicare il dovuto tempo alla preghiera, una preghiera fatta con il cuore e con tutta l'attenzione della nostra mente. Il Tempo d'Avvento è il tempo propizio per fare più silenzio e per dedicarci a questa preghiera interiore.
Volendo perciò terminare l'omelia con un proposito pratico di miglioramento, vorrei indicare proprio questo: amare e ricercare il silenzio, perché nel silenzio si trova Dio! La Vergine Maria ci aiuti a meditare nel nostro cuore la Parola di Gesù e a sentire, per quanto è possibile, l'ineffabile presenza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che dimorano dentro di noi.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 27 novembre 2016)

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