BastaBugie n�512 del 28 giugno 2017

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1 L'ORDINE DEI GIORNALISTI SOSPENDE PADRE LIVIO PER AVER CRITICATO DA RADIO MARIA I MATRIMONI GAY
La dittatura non ammette che si dica la verità e soprattutto che ci si opponga allo Stato, considerato come un dio
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 GLI EFFETTI DELLO IUS SOLI CHE TI HANNO NASCOSTO
La cittadinanza automatica ai figli degli immigrati farà scoppiare il problema dei problemi che tutti fanno finta di non vedere
Autore: Lupo Glori - Fonte: Corrispondenza Romana
3 SEI LIBRI USCITI QUEST'ANNO DA PORTARE IN VACANZA
Rino Cammilleri, Tolkien, Magdi Allam, Renzo Puccetti, ecc.
Fonte: Redazione di BastaBugie
4 IL MATRIMONIO DELL'AMICA BENEDETTA FRIGERIO
Tanti cari auguri a questa stupenda e coraggiosa giornalista (che osiamo definire amica nostra e della verità)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
5 IL TERRORISMO IN EUROPA E' CRESCIUTO DEL 650% IN 2 ANNI
Nonostante le rassicurazioni di politici e televisioni è lecito aver paura (VIDEO: 10 minuti sull'islam di Luca Donadel)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 FIDANZATI, 10 DOMANDE DA PORVI PRIMA DEL MATRIMONIO!
Tutti vogliono un partner perfetto, ma pochi sono disposti a trasformarsi nel partner perfetto per il proprio coniuge
Fonte: Aleteia
7 IL MITO DEL BRAVO GENITORE DANNEGGIA I FIGLI
I figli sono spesso oppressi dal dover dimostrare il valore dei propri genitori (e che dire dei gruppi whatsapp per la scuola dei figli che spesso degenerano in una intrusione nella loro vita)
Autore: Francesca Spadaccia - Fonte: UNUCI
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: LE REAZIONI DEI NOSTRI LETTORI ALLO STATO ITALIANO CHE IMPONE 12 VACCINI
La ''scienza'' difesa dogmaticamente dallo Stato per legge è lecitamente sospettata di non avere la forza della verità
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA XIII DOMENICA TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 10,37-42)
Chi accoglie voi accoglie me
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

1 - L'ORDINE DEI GIORNALISTI SOSPENDE PADRE LIVIO PER AVER CRITICATO DA RADIO MARIA I MATRIMONI GAY
La dittatura non ammette che si dica la verità e soprattutto che ci si opponga allo Stato, considerato come un dio
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-06-2017

A leggere i dialoghi ci sarebbe da ridere se non fosse tragico. Il processo imbastito dall'Ordine dei Giornalisti nei confronti di padre Livio Fanzaga su denuncia della senatrice Monica Cirinnà (di cui diamo conto nell'articolo di Ermes Dovico [riportato nella nota alla fine di questo articolo, N.d.BB]) ci riporta ai fasti dell'Unione Sovietica e della Cina maoista. Novelli inquisitori che giudicano errata l'esegesi cattolica di un brano dell'Apocalisse e pronunciano la sentenza di condanna. Da non credere. E da non sottovalutare. Anzi, è un segnale più che inquietante, che si unisce a tanti altri che stanno accadendo in questo periodo e che preparano tempi molto difficili.

LA DITTATURA GAY IN AZIONE
Ormai la Gaystapo colpisce sistematicamente chiunque esprima un pensiero non in linea con l'ideologia omosessualista. Ma nel caso di padre Livio si è andati ben oltre, si colpisce direttamente la libertà religiosa: da oggi citare la Bibbia o ricordare a qualcuno che dovrà comparire davanti al tribunale di Dio, seppure il più tardi possibile, può costare caro. Non siamo ancora a ciò che dovette subire Giovanni Battista ma ci stiamo incamminando rapidamente su quella strada.
C'è però un dato che colpisce in questa vicenda, ovvero il profilo basso, anzi bassissimo tenuto da padre Livio. Non fosse stato per un'inchiesta di Libero - peraltro arrivata a sanzione già scontata - non ne avremmo saputo nulla.
È interessante chiedersi perché: in fondo non è solo una questione personale, una condanna del genere riguarda tutti, l'allarme va lanciato. E padre Livio non è mai stato tipo da tirarsi indietro. Perché allora questo silenzio? Azzardo un'ipotesi: Radio Maria da tempo subisce forti pressioni, dentro e fuori la Chiesa, probabilmente padre Livio sta cercando di guidare la barca a luci spente per non farsi colpire e affondare, sperando così di restare al timone fino a tempi migliori. Non è garantito.

UN ALTRO TRAPPOLONE GAY PER RADIO MARIA
A dare fastidio non è neanche l'emittente ma la sua azionista di maggioranza: la Madonna. Ho già avuto modo di scriverlo quando un altro trappolone gay scatenò nel novembre scorso il can can contro padre Giovanni Cavalcoli: «Radio Maria richiama non solo le apparizioni di Medjugorje, ma tutti i segni che Maria lascia nel mondo, rilancia gli appelli alla conversione, al digiuno e alla preghiera. Per quanto i toni si siano molto ammorbiditi in ossequio al nuovo corso, la radio sta lì sempre a ricordarci che Satana è scatenato, che perciò il mondo non è così amico di Cristo come lo si vuol dipingere in tanti circoli ecclesiali; ci ricorda che il nostro primo compito è cercare, mendicare la salvezza, non aggiustare ciò che nel mondo non funziona. È questo che dà veramente fastidio, così come dà fastidio il moltiplicarsi delle apparizioni della Madonna e soprattutto i messaggi: il mondo in pericolo, l'attacco sferrato contro la famiglia e la vita, l'apostasia nella Chiesa. E perciò l'appello a pregare, a convertirsi».
Il problema è che non è solo il mondo a non voler sentire, il che sarebbe anche nell'ordine delle cose. È nella Chiesa che non si vuol più sentir parlare di preghiera, conversione, penitenza, peccato, giudizio. Si ricorderà che nel caso Cavalcoli gli attacchi più velenosi contro Radio Maria vennero dal solito Alberto Melloni e addirittura dal numero 2 della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu. Un segnale chiaro [leggi: LA GOGNA MEDIATICA PER RADIO MARIA, clicca qui, N.d.BB].
E questa volta, davanti alla gravità per tutti i cattolici della sanzione comminata dall'Ordine dei Giornalisti, c'è stato il silenzio assoluto. Non una voce si è levata da Roma - né dalla CEI né dalla Santa Sede - a difesa della libertà religiosa. Non una presa di posizione che allertasse sul pericolo di certe sentenze che colpiscono la libertà personale. È un segnale eloquente. Da ora, chi vuole insistere nel difendere la Verità sull'uomo; chi pensa che famiglia, vita ed educazione siano davvero i princìpi fondamentali su cui costruire la società e che quindi vadano difesi fino in fondo; chi persiste nel seguire ciò che ha imparato nel Catechismo, sa che nel momento della prova sarà abbandonato - se non colpito - dai pastori che pure dovrebbero difendere il proprio gregge.

Nota di BastaBugie: Ermes Dovico nell'articolo sottostante dal titolo "Caso padre Livio: l'Ordine dei Giornalisti processa la Bibbia" spiega come mai l'Ordine dei giornalisti ha deciso di sospendere per sei mesi il direttore di Radio Maria, padre Livio Fanzaga. Ufficialmente il motivo è l'interpretazione di Apocalisse 17, citata in una trasmissione durante la battaglia parlamentare sulle unioni civili, ma è evidente che questa è solo una scusa. Il motivo vero è che la dittatura non ammette che si dica la verità. E soprattutto è vietato opporsi allo Stato, considerato come un dio.
Ecco dunque l'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 23 giugno 2017:
«È stato interessante ascoltare l'intervento introduttivo di Monica Cirinnà. Questa qui, mi sembra un po' la donna del capitolo diciassettesimo dell'Apocalisse, la Babilonia insomma, che adesso brinda con prosecco alla vittoria (ride). Signora, arriverà anche il funerale, stia tranquilla. Glielo auguro il più lontano possibile, ma arriverà anche quello».
È il 3 febbraio 2016, il giorno prima al Senato è iniziato l'esame del disegno di legge sulle unioni civili e padre Livio Fanzaga, nel suo tradizionale commento alla stampa, ricorda alla relatrice Monica Cirinnà una verità ovvia: presto o tardi morirà. Il direttore di Radio Maria sa pure che la Cirinnà si dichiara cattolica e la similitudine biblica con la Babilonia di Apocalisse 17 serve a ricordarle che quel ddl contraddice gravemente l'ordine divino della Creazione e un giorno, come tutti, dovrà rendere conto a Dio della sua condotta in terra.
Essendo la salvezza delle anime la missione della Chiesa, fondata a tale scopo da Cristo, si comprende perché la tradizione cattolica includa l'ammonimento dei peccatori tra le opere di misericordia spirituale, sulla base di un consolidato insegnamento biblico che attraversa tanto l'Antico (Ez 33, 7-9) quanto il Nuovo Testamento, di cui citiamo su tutti la lettera di Giacomo. "Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati" (Gc 5, 20; vedi anche Mt 18, 15-17; Gal 6, 1).
Verità magari politicamente scorrette per i tempi che corrono, ma salvifiche, di cui tutti possiamo avere bisogno nell'errore. Sta di fatto che l'ammonimento cristiano di padre Livio, pronunciato con la sua spontanea ironia, non ottiene l'effetto sperato. Il giorno dopo, la senatrice del Pd presenta un esposto all'Ordine dei giornalisti della Lombardia, che a strettissimo giro - il 10 febbraio - comunica a padre Livio, iscritto all'albo dei pubblicisti, l'apertura di un procedimento disciplinare per verificare "se vi sia stata violazione delle norme deontologiche che presiedono la professione e in particolare dell'articolo 2, comma 1, della stessa legge [la legge professionale 69/1963, ndr], per aver tenuto un comportamento lesivo della professione nell'inosservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui; dell'articolo 9 del codice deontologico [...] laddove nell'esercitare il diritto-dovere di cronaca il giornalista è tenuto a rispettare il diritto della persona alla non discriminazione per razza, religione, opinioni politiche, sesso, condizioni personali, fisiche o mentali".
Come ha ricostruito per primo Libero e come si può vedere direttamente dai documenti sul sito dell'Ordine, il consiglio di disciplina territoriale ha condannato padre Livio a sei mesi di sospensione l'8 giugno 2016, nonostante nella sua memoria difensiva il sacerdote avesse allegato due interviste all'Adnkronos e all'Huffington Post, in cui spiegava benissimo il perché delle sue parole e il riferimento a Babilonia. "Chi legge i miei scritti - è riportato nell'intervista all'agenzia - sa che io chiamo Babilonia il mondo senza Dio, descritto dal romanzo di Benson «Il padrone del mondo». Intendevo dire che la proposta di legge della senatrice contribuisce a costruire questo tipo di mondo, dove l'uomo si mette al posto di Dio".
Incredibilmente, ai primi giudici dell'Ordine la corretta esegesi di padre Livio non va bene. Nella delibera di giugno, allegano così l'intero capitolo 17 dell'Apocalisse e scrivono che a loro avviso "le spiegazioni fornite dal Fanzaga sono prive di qualsiasi fondamento". Prive di fondamento? Poco più sotto compare la loro personale interpretazione, secondo cui "non può negarsi che le frasi pronunciate dal Fanzaga costituiscano un grave attacco alla persona della Cirinnà, che viene definita come una prostituta". Sbalorditivo. In Apocalisse 17 compare sì più volte il termine prostituta, ma il significato allegorico del testo è evidente e, come in vari altri passi della Bibbia, il termine "prostituzione" indica l'idolatria, che in sostanza è il rifiuto di Dio.
A quel punto, il sacerdote fa ricorso e si affida a un avvocato, ma il consiglio di disciplina nazionale ribadisce la condanna il 15 dicembre 2016. Sanzione, la seconda più grave nell'ambito dell'Odg, che il direttore di Radio Maria ha già scontato, come ci ha confermato al telefono, cambiando il taglio della sua trasmissione mattutina.
I sei mesi di sospensione sono passati, ma rimane la gravità di un procedimento che ha del tragicomico, perché attacca la libertà d'espressione (che viene sempre più limitata quando in qualche modo si dissente rispetto alla propaganda dell'associazionismo Lgbt) e, in particolare, la libertà di un cattolico di professare pubblicamente la propria fede. Per pararsi dall'accusa di attentare alla libertà di espressione, nella prima delibera si fa una distinzione da azzeccagarbugli tra il sacerdote e il giornalista, affermando che "non è qui in gioco la figura morale del sacerdote", ma il suo comportamento da giornalista. Il che è una contraddizione bella e buona: se non era in gioco la sua figura da sacerdote, com'è possibile che dei giudici-giornalisti arrivino a scrivere nero su bianco che la sua esegesi, fondata sull'insegnamento della Chiesa, è "priva di qualsiasi fondamento"?
In primo grado il consiglio di disciplina è arrivato perfino ad affermare che padre Livio "si augura, seppure in un futuro non troppo vicino, la morte" della Cirinnà. Ora, qui siamo alla falsificazione dell'italiano, sostenuta anche da alcuni quotidiani di area laicista che si sono stracciati le vesti: ricordare a una persona che morirà, in ragione dell'ammonimento cristiano di cui sopra, e "augurarle" un funerale il più tardi possibile (si rileggano le parole), è cosa ben diversa dall'augurare la morte, nel senso che lascia intendere la delibera di giugno 2016. La quale, infatti, chiosa: "Dunque la critica espressa dal Fanzaga supera ampiamente i limiti della continenza espressiva e della pertinenza consentiti dalle norme di deontologia professionale".
La condanna in primo grado di padre Livio si basa perciò su:
1) un'interpretazione erronea della Bibbia da parte del consiglio di disciplina, che non corrisponde a quella della Chiesa, unica interprete autentica delle Scritture per volontà di Dio;
2) una distorsione dell'italiano.
Una giustizia sommaria per delle parole legittime, mentre diversi giornalisti di casa nostra continuano tranquillamente a offendere la Chiesa e i fedeli.
A nulla è poi valsa in secondo grado la documentazione di esegesi biblica allegata dal direttore di Radio Maria, laddove si spiega che "alla luce di una comprensione non scolastica dei testi biblici e della tradizione cristiana, così come di una ricerca coscienziosa, la Babilonia dell'Apocalisse non è semplicemente una prostituta e non è neppure una donna". [...]

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-06-2017

2 - GLI EFFETTI DELLO IUS SOLI CHE TI HANNO NASCOSTO
La cittadinanza automatica ai figli degli immigrati farà scoppiare il problema dei problemi che tutti fanno finta di non vedere
Autore: Lupo Glori - Fonte: Corrispondenza Romana, 21 giugno 2017

Ius soli o Ius sanguinis? Questa l'accesa, e a tratti violenta, diatriba politica che negli ultimi giorni ha infiammato il dibattito pubblico, dopo l'approdo al Senato del disegno di legge, approvato alla Camera alla fine del 2015 che, se promulgato, riconoscerebbe automaticamente la cittadinanza italiana a tutti coloro che nascono sul territorio italiano.
Un'epocale cambiamento del nostro istituto giuridico che, con un colpo di spugna, cancellerebbe il secolare principio della discendenza di sangue, per il quale il titolo di cittadino viene trasmesso per diritto, di padre (o madre) in figlio, o attraverso avi di accertata nazionalità italiana.
Il tema è di quelli fortemente divisivi e ha dato vita a schieramenti contrapposti. Da un lato, i favorevoli della "polis universale" e della "cittadinanza globale" che vedono questa legge come una doverosa concessione "umanitaria" e una miracolosa panacea che risolverebbe, d'un tratto, tutti i problemi di integrazione. Sull'altro fronte, i contrari che, all'opposto, in tale disegno di legge, scorgono nitidamente una catastrofe annunciata che porterà a conflitti razziali e alla svendita totale della nostra identità culturale.
All'interno dell'emiciclo, la legge è voluta e sostenuta da tutto il "Partito Democratico" e da "Area Popolare" di Angelino Alfano, mentre sono contrarie le principali forze di opposizione: Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia. Il Movimento 5 Stelle ha, per evidente opportunità politica, preferito astenersi su un tema così "spinoso", come già aveva fatto alla Camera, anche se è facile immaginare che la maggioranza dei suoi deputati per formazione politica sia certamente a favore.
Come spesso accade, anche in tale contesa, i minori sono stati strumentalizzati per impietosire e manipolare l'opinione pubblica. Dare la cittadinanza ai poveri e sfortunati bambini in fuga dalla fame e dalle guerre che «parlano la nostra lingua, frequentano le nostre scuole, ecc. ecc.» sembra essere infatti l'argomento principale utilizzato dai sostenitori dello jus soli per spiegare la bontà e la ragioni di una legge che permetterebbe finalmente a questi bambini di sentirsi accolti e "a casa".
Tuttavia, non ci sembra questo il punto dal quale partire per analizzare e valutare il problema, dal momento che, per altro, questi minori arrivati in Italia, secondo la legislazione attualmente in discussione al Senato, non avrebbero comunque diritto alla cittadinanza, in quanto non nati sul suolo italiano.
Inoltre, in realtà, già da tempo in Italia i minori stranieri, sia che figli di immigrati regolari che di clandestini, godono degli stessi diritti dei minori italiani e raggiunta la maggiore età (18 anni) possono richiedere la cittadinanza e dopo aver solennemente giurato sulla Costituzione diventare cittadini italiani a tutti gli effetti.

COME CAMBIEREBBE LA LEGGE
L'attuale legge sulla cittadinanza introdotta nel 1992, contempla un'unica modalità di acquisizione diretta, denominata ius sanguinis (dal latino, "diritto di sangue"): un bambino ha diritto alla cittadinanza italiana se almeno uno dei genitori è italiano. Un bambino nato da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se dimostra di essere, fino a quel momento, risieduto in Italia «legalmente e ininterrottamente».
La legge incriminata introduce due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: il cosiddetto ius soli temperato o "diritto legato al territorio" e lo ius culturae o "diritto legato all'istruzione".
La prima delle due strade per ottenere la cittadinanza italiana, ius soli "temperato", a differenza dello ius soli puro, che prevede che chi nasce nel territorio di un certo stato ottenga automaticamente la cittadinanza (oggi è valido solo negli Stati Uniti, ma non è previsto in nessuno stato dell'Unione Europea), stabilisce che «un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni.
Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall'Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri:
1) deve avere un reddito non inferiore all'importo annuo dell'assegno sociale;
2) deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
3) deve superare un test di conoscenza della lingua italiana».
La seconda strada, ancora più agevolata, per ottenere la cittadinanza è invece quella del cosiddetto ius culturae, e passa attraverso il sistema scolastico italiano: «Potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie). I ragazzi nati all'estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico».

LA CITTADINANZA NEL MONDO
Ma fuori di casa nostra come si regolano gli altri paesi? Riccardo Pelliccetti su Il Giornale, a dispetto dei fan dello ius soli, ha fatto notare come nel mondo vi siano ben 160 Paesi che non lo applicano e alcuni di questi che lo avevano adottato hanno fatto successivamente delle prudenti marce indietro: «lo ius soli è tipico dei Paesi anglosassoni, soprattutto il Nord America, territorio d'immigrazione, bisogna ricordare che la Gran Bretagna e l'Eire, dove era in vigore, hanno deciso di abolirlo, rispettivamente nel 1983 e nel 2005. Anche la Germania, che applica lo ius soli, ha messo dei rigidi paletti: cittadinanza ai nuovi nati solo se i genitori hanno un permesso di soggiorno da tre anni e risiedano nel Paese da almeno otto anni. Perché nel mondo allora nessuno lo adotta? Semplice: per tutelare la cultura e l'identità della popolazione e, quindi, la sua sopravvivenza, messa a rischio da uno sbilanciamento etnico e demografico con generazioni che per cultura e fede difficilmente potranno integrarsi nella comunità nazionale».
Anche il politologo Roberto Marchesi, dalle colonne del Il Fatto Quotidiano, in un interessante articolo, ha illustrato i motivi per i quali introdurre lo ius soli in Italia sarebbe una vera e propria "follia", spiegando come, negli Stati Uniti, l'introduzione della cittadinanza per nascita abbia agito, a suo tempo, da attrattore di mano d'opera a buon mercato, salvo costringere poi negli ultimi anni l'amministrazione americana a costruire un «muro lungo quanto o più della muraglia cinese tra Usa e Messico» per cercare di arginare «l'immigrazione clandestina dal Centro e Sud America».
Per questo secondo Marchesi, «se l'Italia adottasse lo ius soli spalancherebbe la sua già malandata porta d'ingresso a una ondata migratoria dall'Africa (e da tutti i Paesi della confinante Asia Indo-Europea) che sarebbe l'equivalente di uno tsunami umano di proporzioni bibliche. L'Italia non ha attualmente alcun bisogno di mano d'opera a basso costo, ha al contrario bisogno di dare lavoro a una marea di italiani in cerca di lavoro a un livello di paga minima degno degli standard europei. Attivando lo ius soli si amplierebbe all'infinito la possibilità di attribuire a chiunque la cittadinanza italiana senza nemmeno coinvolgere in questo tutta l'Europa. Diventeremmo così la colonia d'Europa. Luogo di arrivo e primo ostello (e crescente povertà) per la procreazione di tutta la futura mano d'opera a basso costo d'Europa».
A conferma del cupo scenario prospettato da Marchesi, l'Osservatorio parlamentare di politica internazionale ha recentemente pubblicato un inquietante dossier intitolato La situazione occupazionale sulle sponde del mediterraneo che certifica, dati alla mano, la drammatica "transizione demografica" in corso nel Mediterraneo a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e della incessante contrazione demografica, per la quale, nello spazio di pochi decenni avremo -2% di europei, +50% di africani e +67% di mediorientali. «Oggi - si legge nel documento - i paesi membri dell'Ue rappresentano il 39,2% del totale Med, che sommato al 16,6% dei 'candidati' porta il totale al 55,8%. Il restante 44,2% è composto dalla popolazione del Medio oriente (8,7%) e da quella del nord Africa (35,5%). Gli europei che si affacciano sul Mediterraneo oggi sono più della metà del totale ma, tra 35 anni, scenderanno al 46,3% e, di conseguenza, avranno perso la "maggioranza". Il 53,7% sarà invece composto da Nord africani e medio orientali, che nel 2050 saranno 120,8 milioni in più rispetto ai numeri del 2015. (...) In un solo secolo il mediterraneo cambierà completamente la sua demografia, con quelli che una volta rappresentavano il 76,3% della popolazione che si ritroveranno sotto la soglia del 50%».

L'ISLAM: IL PROBLEMA DEI PROBLEMI
In ultima analisi, non è possibile valutare l'adozione di una legge "impattante" come lo ius soli senza considerare il problema dei problemi, ovvero l'Islam.
È evidente come il conferimento della cittadinanza automatica ai figli dei tantissimi immigrati già residenti in Italia accelererebbe in maniera cruciale la già costante e sostenuta crescita demografica della popolazione musulmana nel nostro paese, rendendo realtà quanto profetizzato da Houari Boumediene nel 1974 dagli scranni delle Nazioni Unite: «Un giorno milioni di uomini lasceranno l'emisfero sud per fare irruzione nell'emisfero nord. E non in modo amichevole. Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. È il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria».
In questo senso, l'adozione dello ius soli rappresenta un formidabile e suicida assist servito su un piatto d'argento ai fautori della strategia d'espansione islamica, per così dire, "soft", in quanto alternativa a quella "dura" rappresentata dal terrorismo, che mira a conquistare il potere per vie pacifiche attraverso i nostri stessi mezzi democratici. Ed è proprio in questa prospettiva che recentemente l'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (UCOII), la più diffusa e radicata organizzazione islamica presente in Italia, ha dato vita alla "Assemblea Costituente islamica" come strumento finalizzato a «dare ai musulmani una rappresentanza eletta», ovvero a costituire un partito politico islamico che possa un domani non così lontano rappresentare le istanze del Corano nel nostro Parlamento.

Nota di BastaBugie: qui sotto il video "10 minuti sull'ISLAM" di Luca Donadel, il ragazzo che con un suo precedente video [per vederlo: clicca qui] svelò lo scandaloso comportamento delle ONG che vanno a prendere gli immigrati in Libia facendo aumentare l'immigrazione clandestina e, contemporaneamente, i morti in mare.
Questo suo nuovo video sull'islam è veramente incisivo e molto lucido sulla situazione reale. Da non perdere. E da diffondere.


https://www.youtube.com/watch?v=fieiF2D_v_M

LE ONG VANNO A PRENDERE IN LIBIA I CLANDESTINI PER PORTARLI IN ITALIA (E FANNO AUMENTARE I MORTI IN MARE)
Il video di Luca Donadel, rilanciato da Striscia la notizia, è stato visto da mezzo milione di persone, ma ora è attaccato da tv e giornali, anche ''cattolici'' (VIDEO: La verità sui migranti)
di Chiara Giannini
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4684

Fonte: Corrispondenza Romana, 21 giugno 2017

3 - SEI LIBRI USCITI QUEST'ANNO DA PORTARE IN VACANZA
Rino Cammilleri, Tolkien, Magdi Allam, Renzo Puccetti, ecc.
Fonte Redazione di BastaBugie, 27 giugno 2017

IL VANGELO FA PARTE DEL PAESAGGIO? SPUNTI PER RISCOPRIRE LA MERAVIGLIA
Rino Cammilleri - Fede & Cultura - pp. 224 - € 19.00 - 2017
Come il Vangelo, ripetuto ogni domenica da duemila anni e divenuto un'abitudine a cui non si fa quasi più caso, anche tutto il resto è divenuto parte del nostro orizzonte: in questo modo abbiamo perso la capacità di provare meraviglia e stupore di fronte alla bellezza, dando tutto per scontato. Ecco perché serve documentarsi per scoprire quanto è bella la nostra fede e avere le armi necessarie a fronteggiare chi dice il contrario. Questo volume, quarto capitolo della serie Il Kattolico, riprende l'omonima rubrica di Rino Cammilleri sul mensile apologetico "Il Timone": ogni capitolo è dedicato a un argomento diverso, da leggere nell'ordine che ognuno preferisce. Volete sapere perché diavolo Pilato condannò Gesù? Cristo è veramente nato il 25 dicembre? Che fine fecero i prigionieri borbonici di Garibaldi e soci? A questi e altri quesiti Cammilleri risponde con il suo stile umoristico ma chiaro, decisamente cattolico.
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BEREN E LÚTHIEN
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L'atteso inedito di Tolkien presenta la storia della coppia fantastica a cui l'autore inglese già allude in altre opere raccontandola per esteso: quello tra Beren e Lúthien è un amore contrastato, tra un umano della Terra di Mezzo e un'elfa di stirpe regale.
Lui mortale, lei immortale, divisi dalla razza, uniti dalla passione e dalla tenacia: il padre di Lúthien si rifiutò di concedere a Beren la mano della figlia, ma ben sapeva di non poter contrastare per sempre i due innamorati. Così sfidò l'umano a portargli uno dei Silmaril della Corona di Morgoth, promettendogli in cambio la sua benedizione. Una missione impossibile che invece riuscì. Beren, ferito a morte, fu poi salvato in extremis, e Lúthien rinunciò all'immortalità per essere sua pari. In questo volume Christopher Tolkien ha cercato di estrapolare la storia di Beren e Lúthien dal contesto più ampio in cui era contenuta; ma il racconto ha subito cambiamenti e si è evoluto man mano che l'orizzonte della Terra di Mezzo si è allargato. Per mostrare la vitalità di questo nucleo narrativo il curatore ha scelto di raccontarla attraverso le parole di suo padre prima nella sua forma originale e poi in passaggi di prosa e di poesia appartenenti a testi posteriori: qui insieme per la prima volta, tutti contribuiscono a rivelarne l'immediatezza.
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ISLAM. SIAMO IN GUERRA
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Dobbiamo prendere atto che il terrorismo islamico è molto più forte ed aggressivo di prima, non solo di fronte a casa nostra, ma anche dentro casa nostra. Immaginavamo che l'11 settembre del 2001 fosse l'apice della capacità offensiva di Al Qaeda colpendo al cuore la superpotenza mondiale. Oggi dobbiamo ricrederci assistendo alla rapida ascesa e diffusione della più micidiale rete del terrorismo islamico globalizzato in Siria, Iraq, Nigeria, Yemen, Libia, Algeria, Territori palestinesi, Pakistan, Afghanistan, Indonesia, Somalia, Sudan. Parallelamente altre forze radicali islamiche legate ai Fratelli Musulmani o alla galassia dei Salafiti insidiano dall'interno il potere in Egitto, Marocco, Tunisia, Libano.
Contemporaneamente, dentro casa nostra, ovunque in Occidente, la presenza del radicalismo islamico cresce giorno dopo giorno tramite la fitta rete di moschee, scuole coraniche, enti assistenziali e finanziari islamici, tribunali sharaitici. E' questa la realtà dell'iceberg, della struttura sotterranea che alimenta una filiera dove, a partire dalla predicazione dell'odio, della violenza e della morte contro ebrei, cristiani, infedeli ed apostati, si culmina prima o dopo nell'eliminazione fisica del nemico di Allah o nella sua sottomissione all'islam.
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LEGGENDER METROPOLITANE
Renzo Puccetti - Edizioni Studio Domenicano - pp. 288 - € 15,00 - 2016
Con un tono divulgativo, quasi giornalistico, e allo stesso tempo presentando al lettore una ricca documentazione scientifica, Renzo Puccetti elabora argomentazioni razionalmente stringenti ed efficaci intorno ai temi politicamente più scorretti legati al gender.
Ricostruisce i fatti che condussero l'Associazione Psichiatri Americani a cancellare l'omosessualità dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Sulla scorta di una vasta conoscenza della letteratura scientifica e di un processo argomentativo filosoficamente rigoroso che include un esame ampio e approfondito delle fonti più qualificate a sostegno delle tesi LGBTQ, l'autore presenta le sue risposte a domande ricorrenti come: Gay si nasce? L'omofobia è razzismo? Oppure è usata per zittire l'oppositore? Cos'è la condizione trans-gender? Qual è il denominatore comune delle cosiddette teorie del gender? Le teorie del gender sono efficaci per educare all'inclusione e prevenire la violenza sulle donne? Che rapporto c'è tra il gender e gli studi di genere, cioè le ricerche sul substrato biologico del dimorfismo comportamentale? "Più diritti per tutti" cancella le discriminazioni? È l'amore che fa la famiglia? Cosa dice la letteratura medico-scientifica circa i figli che crescono in coppie dello stesso sesso?
Se il dibattito attorno a questi argomenti vorrà sollevarsi dalla mera propaganda, questo testo potrà aiutare l'avvio di un confronto franco ed intellettualmente onesto.
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ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERÀ. SATANA, L'ABORTO E L'ULTIMO ASSEDIO ALLA CITTÀ DEGLI UOMINI
Francesco Battaglia e Maria Sole - Edizioni Segno - pp. 192 - € 14,00 - 2017
Un libro Cristiano, dunque Mariano, che alla luce della promessa di Fatima e della costante presenza della Madre di Dio nella storia degli ultimi due secoli, indaga il combattimento spirituale che è in atto tra la Donna dell'Apocalisse e il dragone rosso. Si vedrà come l'aborto rappresenta una "malefica sorgente" che alimenta l'economia del male e, per mezzo di questa, satana intende distruggere non solo la vita umana, ma anche la natura e il pianeta su cui viviamo. Nel solco della fedeltà, all'insegnamento del Magistero della Chiesa Cattolica, gli autori si domanderanno: qual è il senso del sacrificio dei nuovi santi martiri innocenti? Qual è il nesso con il terzo segreto di Fatima? Qual è la strategia del maligno? Qual è il limite imposto al male? Quale compito ognuno di noi è chiamato ad assumere per collaborare al Trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
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Fonte: Redazione di BastaBugie, 27 giugno 2017

4 - IL MATRIMONIO DELL'AMICA BENEDETTA FRIGERIO
Tanti cari auguri a questa stupenda e coraggiosa giornalista (che osiamo definire amica nostra e della verità)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 24 giugno 2017

Cara Benedetta, la mattina del vostro matrimonio, alle 10, stavo ancora calcolando se avrei fatto in tempo a saltare su un treno, lasciare tutto, chiedere alla tata di venire a casa mia per una dozzina di ore (Guido doveva lavorare), scoprire che aveva da fare con la nipotina, cercarne un'altra, far arrabbiare mio marito, lasciare a tre quarti il cambio di stagione e la battaglia contro i tarli della credenza della cucina, coprire con un telo il chilometro quadrato di pentole abbandonato in salotto per pulire la credenza, mettere il vestito verde da cerimonia (non stirato), tirare fuori i sandali del mio matrimonio, ricoprire sommariamente le unghie dei piedi con uno strato di smalto nuovo sopra quello vecchio e partecipare almeno alla messa, per essere al vostro fianco in questo inizio di un'avventura che è cominciata e non finirà mai. Alla fine, come sai, sono rimasta a casa. [...]

ADOTTA UNA FAMIGLIA
Come sai (per "colpa" di don Vincent), ho cercato di starti vicina come potevo (don Vincent, non si fa la spia!) e continuerò a farlo quando sarete messi alla prova. Perché, ci puoi contare, succederà. Le cose di Dio funzionano così, vengono provate, a volte anche col fuoco. La tua, la vostra compagnia di amici ci sarà, e io con loro. Nessuno può essere lasciato solo a combattere, e tante coppie che abbandonano la trincea lo fanno perché sono rimaste sole al fronte. Tu invece hai un popolo, un intero popolo che ti sostiene e che ti ama. Nonostante questo, non dare per scontato che sarà facile. E quando dovrà scattare l'operazione Save Private Benedetta, io ci sarò. Sarò una delle tue tante sorelle, sarò "come muro di bronzo" - dice la Bibbia - davanti al nemico.
Ogni famiglia - una coppia aperta alla vita è già una famiglia - dovrebbe adottarne un'altra, perché è importante avere come famiglia altre famiglie intorno che ti dicono voi - non tu e Federico, ma proprio voi due, una carne sola - siete importanti per noi, ed è importante che siate sostenuti nella fatica, quando arriverà, e nella gioia, perché sia resa a sua volta feconda per altri.

C'È CHI PREDICA E CHI RAZZOLA
Cara sorella, tutto quello che ho capito del matrimonio ho provato a scriverlo e tu già sai tutto. Non posso aggiungere molto, ma in questi anni che sono passati da quando ho scritto i libri sul tema ho provato a vivere quello che avevo scritto (si sa che nella Chiesa ci sono vari carismi, c'è chi predica e chi razzola: io avevo scelto di predicare ma mi sa che mi tocca anche un po' razzolare, ogni tanto). E provando a vivere, la certezza che mi brilla sempre più chiara nel cuore è che c'è uno spazio di distanza tra gli sposi, quella distanza che probabilmente oggi non vedi, ma che ogni tanto si farà sentire, poco o molto. In quella distanza, in quello spazio a volte anche doloroso di incomprensione, o almeno di mancata simbiosi, di quella fusione a cui il nostro cuore tende, c'è la possibilità di dire un sì al Signore, con un cuore sempre più docile, come quello Immacolato di Maria che oggi festeggiamo, a te tanto caro. Cuore immacolato vuol dire cuore che non spera niente per sé, capace di aderire totalmente alla volontà di un altro. La volontà di Dio è che tu cerchi di fare quella di Federico.
Forse dovrei dire qualcosa anche a tuo marito, ma come sai non ho ancora avuto tempo di conoscerlo (quando l'ho visto non eravate ancora "morosati", come dici tu, quindi non l'ho scannerizzato). Inoltre non parlo il linguaggio dei maschi, e temo di doverci rinunciare, non avendolo imparato in venti anni. Ma soprattutto, cara sorella, io penso che la temperatura, il livello di un matrimonio sia dato dal livello spirituale della donna, perché Dio affida l'umanità alla donna. Dio affida Federico a te, e so che non poteva trovare di meglio. Quindi questa lettera, che è anche per lui, l'ho scritta pensando soprattutto te mia dolce, combattiva, ardente amica, sorella minore di età, maggiore nella fede. Ti auguro buon cammino e non vedo l'ora di abbracciarti!

Nota di BastaBugie: nel seguente link puoi trovare gli oltre cinquanta articoli di Benedetta Frigerio che abbiamo rilanciato nel nostro sito. Siamo veramente orgogliosi di conoscere personalmente questa stupenda e coraggiosa giornalista (che osiamo definire amica nostra e della verità).
https://www.bastabugie.it/it/ricerca.php?autore_ricerca=Benedetta%20Frigerio

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 24 giugno 2017

5 - IL TERRORISMO IN EUROPA E' CRESCIUTO DEL 650% IN 2 ANNI
Nonostante le rassicurazioni di politici e televisioni è lecito aver paura (VIDEO: 10 minuti sull'islam di Luca Donadel)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/06/2017

Terrorismo in Europa? "Niente di nuovo sotto il sole, negli anni '70 era peggio", tende a rispondere lo storico. "La maggior parte delle vittime del terrorismo è costituita da asiatici musulmani, non da europei cristiani", tende a rispondere l'analista. E così il cittadino comune europeo, scioccato dalle notizie che arrivano da Manchester e Londra, Nizza e Berlino, è indotto a sentirsi come un esagerato, o comunque viziato da "troppi" anni di quiete. Negli anni '70 il terrorismo, di matrice marxista, fascista, indipendentista o arabista, era molto più frequente e letale. Eppure, c'è qualcosa che rende il terrorismo attuale un fenomeno molto più inquietante. E non è solo un'impressione soggettiva.
I numeri delle serie storiche tendono a dar ragione agli ottimisti. Il periodo nero dell'Europa va dal 1975 al 1980, quando vennero condotti dai 750 ai 1000 attacchi all'anno in tutto il Vecchio Continente. Il picco venne raggiunto nel 1979, con 1019 attacchi. Gli attori principali degli anni di piombo furono le Br in Italia, la Raf in Germania occidentale, l'Ira in Gran Bretagna, l'Eta in Spagna, l'Olp nel Medio Oriente (e in Europa, anche), il gruppo di Carlos in tutto il mondo, mentre l'Urss ufficialmente disconosceva i terroristi rossi, ma segretamente li appoggiava tutti, palestinesi inclusi. L'anno più sanguinoso fu comunque il 1988 (440 morti), con l'attentato di Lockerbie per il quale, successivamente, il dittatore libico Muhammar Gheddafi ammise la responsabilità.

ESCALATION DEGLI ATTACCHI TERRORISTICI
Che cosa rende speciale il terrorismo che stiamo vivendo in questi ultimi anni? Sempre da un punto di vista squisitamente numerico: l'incremento degli attacchi terroristici è senza precedenti. Visto in prospettiva, dunque, il nostro tempo è caratterizzato da anni di escalation. Secondo il Global Terrorism Index 2016, pubblicato dall'Institute for Economics and Peace, nei paesi dell'area Ocse le vittime per attentati sono aumentate del 650% dal 2014 al 2016, con la maggior concentrazione in Francia e in Turchia. L'Europa non registra il più alto numero in assoluto di morti e feriti: il triste record è detenuto da Iraq, Afghanistan, Nigeria, Pakistan e Siria, in cui sono morte il 72% delle vittime del terrorismo. L'area Ocse, fra cui l'Europa, è invece la terra in cui il terrorismo aumenta più rapidamente, per frequenza e letalità. Sul piano globale, la letalità del terrorismo è diminuita del 10%, ma il maggior contributo alla riduzione della violenza terroristica lo danno due paesi che restano altamente instabili: Nigeria e Iraq. Questa riduzione del 10% delle vittime del terrorismo nel mondo va poi letta in prospettiva. Le morti per attacchi dei terroristi, dal 2008 al 2016 sono aumentate complessivamente del 247%. Questi dati fanno risaltare ancora di più l'aumento della letalità del terrorismo nell'area Ocse (dunque Europa inclusa) che, ripetiamo, è del 650% negli ultimi due anni presi in esame dallo studio. Quindi è perfettamente corretta la sensazione di pericolo, perché stiamo passando da una fase di quiete ad una di violenza, in tempi molto rapidi. E la cattiva notizia è: questo indice non include ancora le statistiche che riguardano il terribile 2016, né l'ancor più terribile inizio del 2017. Il prossimo indice sarà molto peggiore.

DIFFERENZA DEL TERRORISMO ISLAMICO CON I PRECEDENTI TERRORISTI
Gli attori del terrorismo internazionale sono molto cambiati dagli anni '70 ad oggi. Se negli anni '70, come abbiamo visto, erano movimenti ideologici o nazionalisti, oggi sono quasi esclusivamente islamici. Quattro gruppi sono responsabili del 74% di tutte le morti per terrorismo: Isis, Boko Haram, Talebani e Al Qaeda. Sono tutti movimenti armati jihadisti. E qui si apre anche un discorso qualitativo, che sfugge alle mere statistiche.
Il terrorista ideologico, fascista o comunista che fosse, aveva un fine politico: instaurare un regime totalitario in cui avrebbe voluto vivere (e comandare, possibilmente). Il terrorista indipendentista aveva un fine politico e territoriale: ottenere l'indipendenza per un paese in cui vivere. Il terrorista jihadista non mira direttamente al potere, né all'indipendenza, ma soprattutto: non vuole vivere. Con il terrorista indipendentista o ideologico si poteva trattare, per la liberazione di ostaggi, così come su più ampie concessioni politiche. Con il jihadista no. Perché il militante di Al Qaeda o dell'Isis vuole prima di tutto morire, trascinando nella tomba più infedeli possibili. Non rende possibile il compromesso, perché il suo reale obiettivo non è qui in terra, ma nel Paradiso musulmano, a cui anela con la morte nel jihad. Il suo stesso suicidio-omicidio diventa addirittura più importante dell'obiettivo che vuole distruggere: è il fine, non più il mezzo. E' per questo che, in questo 2017, è lecito aver paura.

Nota di BastaBugie: qui sotto il video "10 minuti sull'ISLAM" di Luca Donadel, il ragazzo che con un suo precedente video [per vederlo: clicca qui] svelò lo scandaloso comportamento delle ONG che vanno a prendere gli immigrati in Libia facendo aumentare l'immigrazione clandestina e, contemporaneamente, i morti in mare.
Questo suo nuovo video sull'islam è veramente incisivo e molto lucido sulla situazione reale. Da non perdere. E da diffondere.


https://www.youtube.com/watch?v=fieiF2D_v_M

LE ONG VANNO A PRENDERE IN LIBIA I CLANDESTINI PER PORTARLI IN ITALIA (E FANNO AUMENTARE I MORTI IN MARE)
Il video di Luca Donadel, rilanciato da Striscia la notizia, è stato visto da mezzo milione di persone, ma ora è attaccato da tv e giornali, anche ''cattolici'' (VIDEO: La verità sui migranti)
di Chiara Giannini
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4684

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/06/2017

6 - FIDANZATI, 10 DOMANDE DA PORVI PRIMA DEL MATRIMONIO!
Tutti vogliono un partner perfetto, ma pochi sono disposti a trasformarsi nel partner perfetto per il proprio coniuge
Fonte Aleteia, 7 Novembre 2016

1. COMPRENDIAMO DAVVERO IL DONO E IL MISTERO DEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO?
Il matrimonio è un sacramento, ovvero un segno sensibile ed efficace della grazia. E qual è la grazia propria del sacramento? Il perfezionamento dei coniugi! Ciò non vuol dire che l'obiettivo di un coniuge sia perfezionare l'altro, ma che ogni coniuge conta sull'aiuto di una grazia speciale di Dio, che è la grazia propria del sacramento del matrimonio, per perfezionare se stesso in relazione al coniuge. Tutti vogliono sposarsi con il partner perfetto, ma pochissimi sono disposti a trasformarsi nel partner perfetto per il proprio coniuge. È proprio in questo che aiuta la grazia sacramentale.

2. SIAMO DAVVERO IMPEGNATI?
Il fidanzamento è il periodo privilegiato di preparazione al matrimonio, e questa preparazione è per essere fedeli, amare e rispettare nella salute e nella malattia, nella prosperità e nell'avversità, per sempre (o almeno "per tutti i giorni della mia vita"). Questa ferma volontà di assumere l'impegno per sempre dev'essere un tema di conversazione obbligatoria prima di prendere la decisione di sposarsi. Poi, quanto arriveranno le difficoltà (e arriveranno), ci sarà forza per affrontarle grazie alle basi su cui è stata presa quella prima decisione: "Le supereremo, perché siamo determinati a perseverare nel nostro matrimonio per sempre".

3. COM'È LA NOSTRA AMICIZIA
Sembra incredibile, ma poca gente vede il proprio futuro coniuge come il suo "migliore amico". Ci sono molte idee superficiali e infondate sul presunto "rischio" che l'amicizia "spenga la passione". È evidente che l'amicizia coniugale sia un tipo di amicizia particolare, ma ha molte caratteristiche in comune con l'amicizia intesa in senso "comune": anch'essa ha bisogno di essere arricchita tutti i giorni, coltivata mediante il dialogo, l'attenzione, la gentilezza, la fiducia. E dopo il matrimonio bisogna coltivare questa amicizia ancor più intensamente!

4. QUANTI FIGLI AVREMO?
Tema fondamentale! E ancor di più: come li educheremo? Come li formeremo nella vita cristiana? E se non riuscissimo ad avere figli? Li adotteremo? Quanti? Queste domande portano a un'altra ugualmente essenziale: la visione della sessualità matrimoniale [leggi: NOI, FAMIGLIA ITALIANA CON SEDICI FIGLI, clicca qui, N.d.BB].

5. COMPRENDIAMO LA SESSUALITÀ ALL'INTERNO DEL MATRIMONIO?
Può essere una questione difficile da affrontare per alcuni fidanzati prima del matrimonio, ma è fondamentale! Bisogna studiare, comprendere e saper spiegare gli insegnamenti della Chiesa relativamente alla trasmissione della vita. La serie di catechesi di San Giovanni Paolo II che compone la cosiddetta "Teologia del Corpo" è straordinaria. Se non è possibile conoscerla a fondo, è necessario almeno leggere cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica sulla sessualità. Il suo rapporto diretto con la virtù della castità è un altro elemento essenziale da comprendere, perché è molto comune cadere nell'errore di interpretare la castità come assenza di una sessualità attiva, mentre in realtà la castità è il modo cristiano di orientare e vivere la dimensione sessuale umana, e non la negazione del sesso. Questa comprensione è imprescindibile perché non solo si sappia aspettare fino al matrimonio per esercitare cristianamente la sessualità coniugale, ma anche perché si capisca come e perché aspettare [leggi: SESSO PRIMA DEL MATRIMONIO, clicca qui, N.d.BB].

6. COME PROTEGGEREMO IL NOSTRO MATRIMONIO DALL'INFEDELTÀ, DALLA PORNOGRAFIA E DALLE ALTRE TENTAZIONI COLLEGATE AL VIVERE LA SESSUALITÀ?
La castità coniugale può e dev'essere scoperta e coltivata prima del matrimonio, e parlare di queste minacce contro di lei aiuterà a prevenire e perfino a "blindare" il matrimonio. Viviamo in un'epoca ipersessualizzata, che banalizza i rapporti affettivi e attacca il matrimonio con una valanga di pornografia dalla quale è praticamente impossibile allontanarsi completamente. Il ricorso frequente ai sacramenti e la conversazione aperta e trasparente come coppia aiutano ad affrontare gli attacchi con meno rischi.

7. COME RAPPORTARSI ALLE PROPRIE FAMIGLIE?
Nella Genesi, nei Vangeli e nella Lettera di San Paolo agli Efesini, la Bibbia ripete questa idea almeno tre volte: "Per questo, l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie". Mantenendo sempre il dovuto rispetto e l'affetto per i genitori e i familiari, una distanza salutare ed equilibrata è necessaria per cementare la pace coniugale. Non si tratta, ovviamente, di abbandonare i genitori, ma di difendere l'intimità della coppia da eventuali intromissioni [leggi: GENITORI E SUOCERI POSSONO ROVINARE IL MATRIMONIO, clicca qui, N.d.BB].

8. E LE FINANZE?
È un altro tema delicato, ma che proprio per questo va affrontato prima del matrimonio per evitare conflitti. Se i fidanzati vogliono vivere un progetto in comune, devono stabilire insieme a cosa vogliono dare priorità con le loro risorse materiali. Le risorse che verranno dedicate alla famiglia sono della famiglia, non di ogni coniuge: ciascuno, quindi, dovrà rinunciare a certe abitudini della vita da single.

9. COME REAGIREMO QUANDO AVREMO DELLE DISCUSSIONI?
È importante conoscere il temperamento e il grado di autocontrollo sia proprio che del futuro coniuge. Bisogna sapere quali sono gli "indici" di rancore, violenza, capacità di perdono... I disaccordi sorgeranno quasi inevitabilmente nella vita da sposati, e per superarli i due coniugi devono saper cedere, ascoltando e comprendendo l'altro - e comprendendo anche le circostanze che possono portare ai disaccordi.

10. COME VIVREMO LA NOSTRA VITA DI PREGHIERA?
"La famiglia che prega unita rimane unita". Il dialogo tra i coniugi sarà tanto più solido quanto più è solido il loro dialogo con Dio, sia personale che di coppia. Ed è molto importante abituarsi fin dal fidanzamento a conversare insieme con Dio. Più staremo vicini a Dio, più i coniugi saranno vicini l'uno all'altro. Promuovendo la vita di preghiera, la partecipazione alla Santa Messa e una vita piena di integrazione nella Chiesa, la casa della nuova famiglia si trasforma in "Chiesa domestica" in cui i figli consolidano una fede sicura e forte - e anche i loro genitori!

[Traduzione a cura di Roberta Sciamplicotti]

Fonte: Aleteia, 7 Novembre 2016

7 - IL MITO DEL BRAVO GENITORE DANNEGGIA I FIGLI
I figli sono spesso oppressi dal dover dimostrare il valore dei propri genitori (e che dire dei gruppi whatsapp per la scuola dei figli che spesso degenerano in una intrusione nella loro vita)
Autore: Francesca Spadaccia - Fonte: UNUCI, gennaio-marzo 2017 (n. 112)

Oggi il genitore vive con grande apprensione il suo ruolo. Così, per non lasciarsi sfuggire niente, diventa onnipresente, preoccupato non tanto per il figlio quanto di essere, per quel figlio, un genitore perfetto. Un'ansia da prestazione che spesso degenera in una vera e propria intrusione nella vita di bambini e adolescenti, incaricati di dimostrare il valore dei propri genitori.

ANSIE CRESCENTI
Essendo bravi, madri e padri moderni chiedono continuamente al proprio figlio come sta e, simmetricamente, provano ansie crescenti qualora il fanciullo stia attraversando un momento critico, come spesso accade durante I'adolescenza. Il genitore onnipresente desidera infatti sommamente la felicità dei figli e considera il conflitto un'esperienza da evitare perché lui, che è così bravo, non sopporterebbe di essere "odiato".
Al figlio del bravo genitore non resta quindi che scappare nel silenzio: comprende bene infatti che tutte quelle domande sono volte più a rassicurare I'adulto fragile che a trovare risposte. A volte bisognerebbe ignorarli un po' i figli, spostare I'attenzione e non farli sentire costantemente sotto osservazione. Lasciarli nel loro giardino segreto e accettare che siano arrabbiati con noi, senza cercare la pace ad ogni costo: per loro è importante sapere che gli adulti sono in grado di sostenere il conflitto.
Questa intrusione appare evidente nel fenomeno delle chat di classe. Molti genitori fanno parte di gruppi whatsapp, con i quali si tengono informati su tutto quello che riguarda la vita della scuola: gite, compiti, materiale scolastico, riunioni.

FOCOLAIO DI PETTEGOLEZZI E TRIBUNALE PER PROCESSI SOMMARI
Purtroppo, sempre più spesso, questi gruppi diventano un focolaio di pettegolezzi, un tribunale per processare i docenti, un luogo per reperire informazioni sui ragazzi. Ogni dettaglio può scatenare litigi e polemiche. I genitori sembrano preoccupati soprattutto per i compiti da eseguire a casa, valutati con attenzione in qualità e quantità. Grande apprensione, anche la possibilità che il prezioso pargolo possa dimenticare squadre e matite, cosicché, mamme e papà sull'orlo di una crisi di nervi, si consultano per sapere che cosa prevede I'orario del giorno.
Queste chat sono, evidentemente, la versione aggiornata dell'ansia genitoriale e della smania di controllo. Ciò che dovrebbe essere lasciato alla responsabilità dello studente, viene preso indebitamente in carico da mamme apprensive e papà incapaci di accettare che il proprio figlio venga sgridato dall'insegnante.
Se infatti è auspicabile che i genitori conoscano i docenti e frequentino i colloqui previsti, questa continua e inopportuna ingerenza nelle faccende scolastiche agisce come un freno sulla autonomia dei ragazzi. Continuamente controllati e giustificati, i bambini e gli adolescenti delle nostre scuole sono schiacciati dall'ansia da prestazione dei loro genitori crescendo spesso come piccoli tiranni a cui tutto è dovuto.
I compiti, il materiale da portare così come gli avvisi da riferire fanno parte dell'impegno scolastico e non devono essere gestiti dai genitori. [...]
Fare meno domande, ascoltare di più, uscire dalle chat e lasciare che la scuola sia un problema loro. Ce la possiamo fare.

Nota di BastaBugie: sull'argomento "whatsapp" abbiamo pubblicato in passato due articoli. Ecco i link per leggerli:

CELLULARE E WHATSAPP DANNO L'ILLUSIONE DI ESSERE CONNESSI, MENTRE SIAMO DISCONNESSI DALLA REALTA'
Se dal telefonino alzassimo lo sguardo su volti, tramonti, santi, cattedrali, i nostri genitori, i nostri figli, ci renderemmo conto che il messaggio che attendevamo è già arrivato e ce lo siamo persi (VIDEO: disconnessi per essere connessi)
di Antonio Socci
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4262

WHATSAPP: COMODO, MA RISCHIOSO (SOPRATTUTTO PER GLI UNDER 16)
I presidi delle scuole medie e superiori di Parma e provincia affermano che limita le ore di sonno, riduce l'attenzione e la concentrazione, disturba lo studio, incide sulle relazioni sociali
da Blog di Costanza Miriano
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3729

Fonte: UNUCI, gennaio-marzo 2017 (n. 112)

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: LE REAZIONI DEI NOSTRI LETTORI ALLO STATO ITALIANO CHE IMPONE 12 VACCINI
La ''scienza'' difesa dogmaticamente dallo Stato per legge è lecitamente sospettata di non avere la forza della verità
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 27 giugno 2017

Sono un vostro fedele lettore e sono rimasto sbalordito da quello che viene scritto sui vaccini nel numero di oggi: ma ci si rende conto che lo scopo delle vaccinazioni è quello di eliminare alcune malattie dalla faccia della terra, come è avvenuto - ad esempio - con il vaiolo? Non è una cosa da poco se pensiamo che - ad esempio - il morbillo che non è una malattia che fa "arrossare un poco la pelle e basta..." ma che in non pochi casi dà delle encefalopatie con conseguenze DRAMMATICHE e in non pochi casi anche la morte per chi non è stato vaccinato.
Sono stufo di sentire che prima di tutto viene la cosiddetta LIBERTA' che sia dei genitori o di altri: non è libertà ma ASSENZA di responsabilità e di sensibilità sociale non vaccinare le persone: certi obbiettivi - come cancellare una malattia dalla faccia della terra o, in altri casi almeno di diminuire decisamente le conseguenze di una infezione che potrebbe avere effetti devastanti sulla vita di una persona, ad esempio una epatite virale B - richiedono l'impegno di tutti i cittadini che sono invitati ad utilizzare al meglio le proprie facoltà mentali e comportamentali per il raggiungimento di uno scopo di alto valore individuale e sociale.
Franco

Sono un vostro fan e lettore assiduo. Mi sento però obbligato moralmente a consigliarvi di non perdere credibilità continuando a sostenere la non obbligatorietà morale delle vaccinazioni. Vi prego... Non è da voi!
Vittorio

Ho letto questo delirante articolo - da cui peraltro avete preso le distanze - di uno che sarebbe un medico, ma che non porta alcuna motivazione medica o scientifica della sua contrarietà ai vaccini, che si rivela invece mosso unicamente dall'avversione verso il governo. Non è un modo serio di fare informazione e non vi fa proprio onore!
Filippo

Cari amici,
scusate, mi ero perso il numero precedente sui vaccini. Intanto voi avete fatto bene a demitizzare il vaccino come rimedio magico per tutte le malattie; in realtà una somministrazione vaccinale protegge solo per alcuni ceppi della malattia e per un periodo limitato e non sempre riesce ad attivare le difese dell'organismo in maniera adeguata. Aggiungo che ci sono troppi casi di "reazioni avverse" che ci sono nascosti e che in molti casi ci vorrebbe una certa cautela prima di somministrare certi vaccini.
Molte grazie del vostro sito e del vostro lavoro. Dio vi benedica.
Alessandro

Ho una grande stima di voi tutti, leggo sempre con estremo interesse la selezione degli articoli che mi proponete, che rigiro, essendone entusiasta, ad altri miei corrispondenti... ma questa vostra posizione sui vaccini mi delude profondamente (sono medico anch'io, quindi ho la competenza per dire quel che penso). Ma è proprio degli amici la franchezza anche quando non si è d'accordo, no?
Marco

Quante vite sono state salvate dai vaccini, dall'agricoltura e dalle scoperte mediche in tutto il mondo?
Giulia

Cari lettori,
abbiamo ricevuto molte mail successivamente alla pubblicazione dell'articolo di Paolo Gulisano, laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Igiene e Medicina Preventiva e docente di Storia della Medicina [L'ITALIA E' LA DITTATURA DEI VACCINI https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4710].
Sulla questione vaccini il sistema di informazione sta indottrinando diabolicamente bene: invece di parlare dell'obbligo vaccinale (che è il vero aspetto scandaloso della questione) si è trasformato il tutto in una lotta ideologica tra fronti contrapposti: vaccino sì/vaccino no, scienza/superstizione, medicina ufficiale/voci su internet.
Televisione e giornali sono concordi nello schierare in trasmissioni e interviste medici stimati da un lato e mamme ansiose e disinformate per definizione dall'altro, il tutto esasperato dalla nota emozionale data dal fatto che si combatte per la salute dei figli. I medici in disaccordo più famosi sono stati radiati (sanzione estrema e sproporzionata) nelle settimane precedenti la pubblicazione del decreto, con gran clamore mediatico.
Noi di Bastabugie rilanciando l'articolo di Paolo Gulisano abbiamo cercato di far riflettere su questo gioco ben orchestrato che tende ad appiattire una realtà ben più complessa.
Cominciamo con alcune precisazioni. Intanto i dodici vaccini sono obbligatori anche se le dodici malattie in questione non sono tutte uguali in termini di rischio.
Va detto anche che non è vero che i vaccini proteggono sempre efficacemente: c'è chi non risponde e comunque non si tratta di una copertura a vita.
Inoltre, va tenuto presente che ci sono dei rischi per la salute per coloro ai quali viene inoculato un vaccino, come del resto avviene per la somministrazione di qualunque altro farmaco.
In ogni caso, per imporre un obbligo di legge contro ogni scelta personale e contro ogni più intima sensibilità, valutando il bene che dovrebbe derivare alla comunità in cambio di un rischio minimo del singolo bisognerebbe avere una trasparenza e completezza di dati certi, che per i vaccini non ci sono, anche perché nessuno ha interesse a fare ricerche in tal senso (che poi necessiterebbero di diversi anni per valutare tutti gli effetti. Inoltre bisogna tener conto che c'è la legge per il risarcimento dei danni da vaccino, per cui anche lo Stato ammette che ci possano essere delle complicanze.
Non è vero inoltre che ci sia unanime apprezzamento scientifico per questo modo di procedere attraverso l'obbligo imposto per legge, né unanime è la valutazione rischio/beneficio per ciascun vaccino.
Non è pacifico nemmeno il concetto di immunità di gregge e comunque essa viene tirata in ballo spesso a sproposito (ricordiamo che si parla di vaccinare i giovanissimi che poi sono meno del 20% del totale della popolazione italiana).
I nostri lettori con intelligenza e senso critico potranno farsi un'idea sul perché non può esserci una questione così semplicistica: vaccini sì/vaccini no... Non tutti i vaccini sono uguali, non tutti i pazienti lo sono.
Quello che di sicuro deve farci rizzare le orecchie è che attraverso la giustificazione di una emergenza sanitaria in atto (peraltro non verificata: il balletto delle cifre sui giornali non corrisponde ai dati ufficiali) si toglie per legge la libertà di accettare o meno un trattamento sanitario e si umilia la professione del medico che dovrebbe essere l'unico cui spetta la valutazione dell'opportunità di un trattamento caso per caso [leggi: LA DITTATURA IMPONE VACCINI OBBLIGATORI PER TUTTI, clicca qui, N.d.BB].
Il metodo è violento e minaccioso (radiati i medici, tolta la patria potestà ai genitori), senza esclusione di colpi (anche la morte di un bambino è stata strumentalizzata dai mezzi di comunicazione addossando la colpa ai fratelli non vaccinati, che poi si è rivelata una bufala) e adombra interessi economici delle ditte farmaceutiche più che umanitari (si stanno moltiplicando gli esposti giudiziari in merito, che vanno a scrivere nuove pagine della ormai lunga storia di corruzione che caratterizza la sanità italiana... ma in fondo anche nel decreto è previsto che la grande paura per la diffusione delle malattie possa essere tollerata dietro pagamento di multe salatissime per cui i ricchi potranno "permettersi", se lo volessero, di non vaccinare i figli).
Si afferma che il migliore interprete del bene del bambino non sono i genitori, ma lo Stato (e i medici che stanno dalla parte dello Stato).
Cosa accadrà quando non sarà il vaccino il motivo del contendere ma, ad esempio, la dignità del vivere? Non è un caso teorico, ma quello concreto di Charlie Gard, il bambino che in Inghilterra i tribunali potrebbero decidere di far morire con l'eutanasia contro il volere dei genitori.
E cosa accade quando la corretta educazione da dare ai figli (similmente alla questione vaccini) la decide lo Stato e non i genitori? Famiglie che lottano contro l'educazione gender potrebbero essere obbligate alla rieducazione culturale...
In conclusione e per prevenire accuse del tipo "siete contro la scienza", mi piace riportare la nota che abbiamo aggiunto alla fine dell'articolo sui vaccini: "Ci teniamo a precisare che noi non siamo contro i vaccini. Siamo invece assolutamente contrari all'invadenza dello Stato nelle decisioni che devono essere lasciate alla libera iniziativa delle persone e delle famiglie, anche perché, come mette ben in luce l'articolo, non siamo in presenza di nessuna emergenza sanitaria, né i vaccini risolvono automaticamente tutti i problemi. E' lecito quindi non accedere a tali trattamenti sanitari. Ovviamente lasciando liberi anche coloro che invece preferiscono vaccinarsi." [cf. L'ITALIA E' LA DITTATURA DEI VACCINI, clicca qui]
Infine, va comunque detto che la "scienza" difesa dogmaticamente dallo Stato per legge è lecitamente sospettata di non avere la forza della verità.
Questo Stato che uccide i propri cittadini prima ancora che nascano (con l'aborto) e sta discutendo come ucciderli prima che diventino un peso (con l'eutanasia), è fin troppo premuroso nell'offrirci il rimedio contro le malattie obbligandoci a vaccinarci tutti. Davvero possiamo fidarci di lui?


DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 27 giugno 2017

9 - OMELIA XIII DOMENICA TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 10,37-42)
Chi accoglie voi accoglie me
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire, (omelia per il 2 luglio 2017)

Le parole del Signore, che qui sono state proclamate, ci invitano a riflettere su tre fondamentali argomenti: l'unità e l'indivisibilità del progetto con cui Dio ci salva, la centralità di Cristo per la nostra vita, la maniera migliore di affrontare il momento della prova e della pena.

NON SI DÀ DIO SENZA CRISTO, NÉ CRISTO SENZA CHIESA
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato (Mt 10,40). Con questa frase Gesù ci chiarisce la stretta connessione che c'è tra Dio, Padre e Creatore di tutti, e lui, il Figlio unigenito di Dio, mandato nel mondo per la nostra liberazione; e la stretta connessione che c'è tra lui, Redentore e Signore unico dell'Universo, e i suoi apostoli, da lui inviati in mezzo agli uomini a rendere in ogni tempo presente e operante la sua parola di verità e la sua grazia.
Come si vede, la Chiesa, fondata sugli apostoli, non è separabile da Cristo, come Cristo non è separabile dal Padre. Nella concretezza dell'esistenza è difficile che uno possa credere sul serio in Dio - non in un Dio sbiadito e lontano, che non entra nella nostra vicenda, ma nel Dio vivo e vero, che non solo è all'origine delle cose, ma in ogni momento ci dà le regole giuste di vita e ci chiama a partecipare al suo destino - senza credere al tempo stesso in Gesù crocifisso e risorto, Figlio vero di Dio, unica fonte della nostra libertà e della nostra gioia. Ed è ancora più difficile che uno possa accettare Cristo - non il Cristo ridotto a essere soltanto un uomo buono, profeta di pacifismo e di umanitarismo, ma il Cristo vero, che è Dio, centro dei nostri cuori e giudice delle nostre azioni - senza riconoscere nella Chiesa la sua opera e la sua eredità, che in modo garantito ci dona e ci attualizza la sua luce, la sua forza, la sua speranza, la sua consolazione.
La verità è indivisibile e, nella realtà delle cose, tutto si implica: rifiutare la Chiesa significa rifiutare il Salvatore del mondo; rifiutare Cristo significa rifiutare Dio; rifiutare Dio significa porre le premesse di una società assurda e disumana, come la storia di questo secolo si è incaricata di dimostrare all'evidenza.

SE SIAMO DI CRISTO, TUTTA LA NOSTRA VITA VA GIOCATA PER LUI
Le altre espressioni del Vangelo, che oggi abbiamo ascoltato, sono come la spiegazione e il commento autentico all'invocazione che all'inizio della messa abbiamo rivolto a Gesù Cristo, forse senza pensare troppo alla serietà e all'importanza di ciò che dicevamo: "Tu solo il Signore".
Gesù è il Signore, e noi siamo fatti per lui. La nostra esistenza è tutta un servizio reso alla sua regalità.
Quando veniamo in chiesa la domenica per ricordarci di lui e del suo sacrificio, non gli facciamo un favore: gli diamo semplicemente quello che gli spetta. Pregarlo non vuol dire compiere un gesto gratuito di cortesia nei suoi confronti; vuol dire avere l'intelligenza di riconoscere le cose come stanno e di comportarci in un modo che è al tempo stesso doveroso e conveniente per noi. Osservare i suoi comandamenti - che tutti si riassumono nell'amore di Dio e del prossimo - non è un atto di generosità da parte nostra o la scelta di una linea facoltativa di comportamento; è fare quello che è necessario fare, se vogliamo non imbrogliare noi stessi e non tradire la nostra stessa natura.
Gesù è il solo Signore: non abbiamo dunque e non vogliamo avere altri padroni, perché abbiamo già lui; non abbiamo e non vogliamo avere altre appartenenze, perché siamo già suoi; non abbiamo e non vogliamo avere alcuna ideologia che pretenda di spiegarci il senso ultimo delle cose, perché abbiamo già il suo Vangelo; non abbiamo e non vogliamo avere altri motivi di fiducia e altri appoggi, perché lui è la sola sorgente della speranza che non delude.
Gesù è il destinatario di tutta la nostra capacità di donazione e di affetto. Nessuno, in tutta la storia umana (che pure ha visto sfilare molti prepotenti, esaltati, falsi messia, personalità che pretendevano di essere oggetto di culto), ha osato pronunciare le parole che abbiamo raccolto dalle labbra del nostro Maestro: Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me (Mt 10,37). Nessuno, in tutta la storia umana (che pure ha visto il succedersi di capi dalle mirabolanti promesse di giustizia, di pace, di avvenire illuminato dal sole del progresso), è arrivato a dichiarare quanto ci è stato detto da Cristo: Chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà (Mt 10,39).
Come si vede, Gesù è un unico caso, è un caso serio, è un caso che ci costringe drammaticamente a riflettere: stare dalla sua parte o non stare dalla sua parte comporta un mutamento radicale della nostra sorte. Davanti a Cristo non è possibile restare neutrali; e riconoscerlo per quello che è, non solo a parole ma con le opere e la vita intera, vuol dire assicurarsi la vera e definitiva salvezza.

CON CRISTO, LA CROCE È RICCA DI SENSO; SENZA CRISTO, È DISPERAZIONE
Il terzo insegnamento che raccogliamo oggi dalla pagina di Vangelo riguarda la Croce: Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me (Mt 10,38).
Anche su questo punto occorre essere molto chiari. La croce, cioè la sofferenza, non è una prerogativa dei cristiani: è un'esperienza che tocca tutti. Credenti o non credenti, presto o tardi tutti si imbattono nel dolore, nei disagi umilianti della vecchiaia, nella morte. La differenza è che chi non crede, davanti alla sua croce non può che disperarsi o abbandonarsi a un'orgogliosa amarezza. Chi crede invece può "prendere la sua croce" come un mezzo prezioso per purificarsi e affinarsi ulteriormente, per irrobustirsi nell'anima, per collaborare con Cristo alla redenzione del mondo, per disporre il suo cuore a una felicità futura più grande.
Come si sarà notato, sono tutte lezioni forti e severe. Ma è così che il Signore ci aiuta a crescere e a rendere più ricchi di senso i nostri giorni.

Fonte: Stilli come rugiada il mio dire, (omelia per il 2 luglio 2017)

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