BastaBugie n�540 del 03 gennaio 2018

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1 CON LA SCUSA DELLA LOTTA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, IN SVEZIA PER LEGGE TUTTI I MASCHI SONO STUPRATORI POTENZIALI
Una nuova legge obbliga il maschio a dimostrare che ogni rapporto è stato consensuale (finirà che gli uomini si rifugeranno sempre più nella pornografia e le donne si insemineranno con il kit ordinato via posta?)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 I SIMBOLI DEL NATALE SOTTO ATTACCO
Presepi rimossi dai luoghi pubblici e canti natalizi banditi dalle scuole (ad esempio in Spagna nei canti natalizi il bambin Gesù viene sostituito con Pietro e il Natale diventa la festa dell'inverno)
Autore: Clemente Sparaco - Fonte: Riscossa Cristiana
3 I FIGLI SONO DI DIO NON DELLO STATO
Da Platone allo Stato moderno si afferma l'ideale utopistico di cittadini orfani della famiglia, mentre i figli possono educarli solo i genitori (e la Chiesa)
Autore: Giampaolo Crepaldi - Fonte: Il Timone
4 LA NUOVA TASSA SULLE BUSTE DI PLASTICA FA RICCA LA MANAGER AMICA DI RENZI
Con la scusa dell'ambiente il governo favorisce la ditta che fabbrica l'80% delle buste ''biologiche'' in Italia
Autore: Giuseppe Marino - Fonte: Il Giornale
5 IL PRESEPE CON (NERI E ISLAMICI) GESU', GIUSEPPE E MARIA... CON TANTI SALUTI ALL'ANIMA MIA
E intanto a Napoli la cattedrale è trasformata in refettorio per clochard e senza tetto, ma è una (inutile) sceneggiata e fa perdere il senso del sacro
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 ULISSE, METAFORA DELL'UOMO OCCIDENTALE
Omero esalta la forza che da millenni si oppone a disgregazione e violenza: la famiglia basata sull'unione stabile tra un uomo e una donna
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
7 CAMBIARE SESSO IN VENETO: LA MEDICINA ASSERVITA ALL'IDEOLOGIA... E I MEDICI SI ALLINEANO (COME AI TEMPI DELLE LEGGI RAZZIALI)
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): il progetto porno-gender dell'Ausl di Bologna, i bagni pubblici di Londra saranno gender-neutral, in Francia le 120 giornate di Sodoma di Sade sono bene nazionale
Fonte: Notizie Provita
8 LE CONQUISTE DI UNA CIVILTA' CATTOLICA
Dopo i dizionari di apologetica e del pensiero pericoloso è uscito il ''Dizionario elementare della civiltà cattolica''
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Il Timone
9 OMELIA EPIFANIA DEL SIGNORE - ANNO B (Mt 2,1-12)
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
10 OMELIA BATTESIMO DEL SIGNORE - ANNO B (Mc 1,7-11)
Tu sei il Figlio mio, l'amato
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - CON LA SCUSA DELLA LOTTA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, IN SVEZIA PER LEGGE TUTTI I MASCHI SONO STUPRATORI POTENZIALI
Una nuova legge obbliga il maschio a dimostrare che ogni rapporto è stato consensuale (finirà che gli uomini si rifugeranno sempre più nella pornografia e le donne si insemineranno con il kit ordinato via posta?)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22/12/2017

Homo homini lupus, ammoniva Plauto e poi Hobbes. E in Svezia, ma non solo lì, si interpreta questo aforisma quasi a senso unico: "l'uomo è un lupo per le donne". Anzi, un porco. Per molte femministe tutti i maschi sarebbero dei potenziali cloni di Harvey Weinstein e quindi bisogna difendersi. Anche impugnando l'arma delle leggi.
Il primo ministro svedese Stefan Löfven ha appoggiato un disegno di legge che prevede una modifica radicale in merito alla tipologia di condotte che configureranno il reato di stupro. Ad oggi il reo per finire dietro le sbarre deve avere usato violenza o deve aver minacciato la vittima. Da domani basterà la prova che il rapporto sessuale è avvenuto senza consenso. "Dovrebbe essere ovvio - ha commentato Löfven - il sesso dovrebbe essere consensuale. Se non lo è, allora è illegale". E così ha concluso, invitando alla prudenza i portatori malsani di bollenti spiriti: "Se non sei sicuro che lei lo voglia, allora trattieniti!".

INVERSIONE DELL'ONERE DELLA PROVA
La nuova legge nasce sulla spinta della campagna planetaria #metoo contro la violenza sulle donne. Infatti il vice primo ministro Isabella Lovin, riferendosi alla proposta di legge, ha dichiarato: "È un nuovo capitolo della storia svedese sull'uguaglianza di genere. Se solo poniamo mente, da ultimo, al movimento #metoo, vediamo quanto questa legge sia necessaria". La proposta di legge dal punto di vista giuridico e del buon senso è un pugno in un occhio (tiratoci senza il nostro consenso, tanto per rimanere in tema). In primo luogo poniamoci un interrogativo: se il rapporto è avvenuto senza consenso, su chi ricadrà la prova che si è agito contro la volontà della vittima? Non su quest'ultima (che d'ora in poi per comodità indicheremo solo come appartenente al sesso femminile). Proprio così: l'onere della prova non ricadrà, come vogliono tutti i codici penali del mondo, su chi accusa, ma sull'accusato. Sarà lui che dovrà provare che il rapporto è stato consensuale. Ed infatti Löfven ha dichiarato: "Mettiamo al primo posto la vittima". Bene, ma accertato che lo sia veramente.
E qui arriviamo al secondo inciampo che è realmente tragicomico. Tutti i maschietti temendo che dal letto si passi direttamente alla brandina di una cella si staranno domandando due cose. La prima: quali atti esprimono in modo incontrovertibile, anche davanti a dei giudici, il consenso all'amplesso? Pare che siano sufficienti non solo parole, ma anche gesti. D'accordo - direbbe il biondo Erik - ma quali parole e gesti mi terranno alla larga dalle patrie galere? Non si sa. Il margine di incertezza è enorme. Lei che ti ha detto: "Mi piaci", esprime un "Sì, facciamolo"? E parimenti altre espressioni simili quali "Sei divertente e simpatico - Non ti vedo più come un amico - Pensi di sposarti e mettere su famiglia?" possono esprimere sia attrazione sessuale che indicare meri giudizi estetici o addirittura curiosità sociologiche. Ancor più scivoloso il campo dell'ermeneutica del linguaggio non verbale. La strizzatina d'occhio di lei significava "andiamo a letto" oppure solo "prendiamo qualcosa al bar"? E se era solo un tic? Che facciamo? Ci portiamo dietro un profiler che lavora in polizia per capire le reali intenzioni della fanciulla? La decodificazione del linguaggio del corpo diventerà un esercizio irto di pericoli.

SESSO SICURO?
Dunque la norma pecca di mancanza di tassatività, ossia io cittadino devo sapere esattamente, prima di finire a processo, quali sono le condotte illegittime e quali legittime e quindi il legislatore deve descrivere con somma precisione il discrimen tra atto criminale e atto lecito. Ed invece il ministro della Giustizia, Morgan Johansson, ha fatto sapere che si deciderà "caso per caso" se quella parola o quel gesto dovevano essere considerati espressione di libera volontà di avere un rapporto sessuale oppure no. Quindi solo dopo che si avrà assunta la condotta e nel bel mezzo del processo. Assolutamente folle. In breve avremo metà popolazione maschile svedese che, nel mentre del trasporto amoroso o godereccio, sarà nel panico e continuerà a pensare: "Lo voleva oppure no?". Altro che ansia da prestazione. Qui cadremo nell'ansia da carcere.
E dunque - ecco la seconda domanda che si porranno milioni di Erik - come difendersi? I commentatori più acuti hanno già la risposta pronta: basta far sottoscrivere alla pettoruta Klara un consenso scritto (e chi prova che tale consenso era davvero libero? La dinamica della prova non può che procedere all'infinito). Sarebbe l'unico modo per evitare una castità coatta da scontarsi in carcere. In effetti ci pare la soluzione più congeniale ai prodromi che portano al congresso carnale (come amavano definirlo i moralisti di un tempo). E così nell'eccitazione del momento il biondo Erik dovrà avere il sangue freddo di tenere la pettoruta Klara lontana da sé, andare a recuperare il documento già compilato e la penna nella tasca dei jeans, farla accomodare, foss'anche giù in costume adamitico, trovare una superficie piana per farla firmare, aspettare che legga tutto il contenuto e dopo che il lapis avrà vergato l'immacolato foglio, ecco che si potrà riprendere da dove ci si era fermati. Il vero problema d'ora in poi sarà dunque che la penna non si inceppi e non altri disguidi di natura simile ma di ordine fisico. Naturalmente si inventeranno anche app che, come quando ricevi un pacco dal corriere, permetteranno di firmare direttamente sullo schermo dello smartphone. I più scrupolosi suggeriscono di non uscire più di casa senza un registratore, oppure che i più disinvolti montino permanentemente in testa una GoPro (è una telecamera) per avere le prove filmate di tutto. Ce ne rendiamo conto: rasentiamo la pornografia, ma non si potrà lasciare più nulla al caso o al buon cuore di Klara. C'è chi magari proporrà di ingaggiare anche un notaio, ma sarebbe peggio che avere la suocera che dorme nella stanza accanto a quella degli sposi. A proposito di coniugi: il sesso burocratico riguarderà anche loro perché anche i mariti sotto sotto sono dei cavernicoli.

COME OTTENERE IL CONSENSO INFORMATO
Poi ovviamente ci sarà il problema del contenuto del documento esprimente il consenso. Suggeriamo il seguente: "Io sottoscritto/a.........., nato a...... il...... residente in........CF.....con la presente esprimo il mio consenso affinchè il Sig./la Sig.ra.... (seguono le medesimi generalità) abbia con me un rapporto di natura sessuale [chi vorrà potrà anche specificare meglio cosa o cosa non si vuole fare]. Tale consenso è valido solo dalle ore..... alle ore....". L'ultima postilla è fondamentale altrimenti vi troverete il biondo Erik in pianta stabile nel vostro letto. Va da sé che la pettoruta Klara potrebbe anche cambiare idea durante il rapporto. E' bene quindi sospendere di tanto in tanto l'esercizio genitale e verificare, sempre per iscritto, le disposizioni della di lei persona.
Certo, tutta la pratica pare un tantino artificiosa e sofisticata, una sorta di castrazione burocratica delle tanto sbandierate gioie del sesso, e, come una novella doccia svedese, raffredderà un po' gli animi degli abitanti dei fiordi che in quanto a caldo non se la passano già bene, ma sembra proprio necessaria per tutelare l'incolumità delle donne. Poi c'è il problemino della suscettibilità femminile: "Come? - vi griderà dietro lei - Se hai con te il foglio del consenso vuol dire che avevi già intenzione di portarmi a letto! Oppure significa che ci provi con tutte!". Ecco, in questo caso è palese che questa reazione significa "No, non voglio". Meglio non insistere. Senza poi contare che questa nuova disciplina sarà uno coltello affilatissimo in mano alle vendicatrici di professione che, pur non avendo subito violenza, vorranno farla pagare al fidanzato che l'ha abbandonata oppure al ragazzo che alla festa non l'ha degnata nemmeno di uno sguardo. Servirà anche come arma di ricatto di massa per avere attenzioni, soldi e benefits in più. Basterà trascinare il poverino in tribunale con l'accusa di stupro e poi sarà suo onere provare che lei invece era consenziente. Non avevi con te il documento del consenso informato? Affari tuoi.

ABOLITA LA FIDUCIA
Il sesso con consenso, ossia il sesso consessuale, è l'ultima deriva di tre principi marci fino al midollo. Primo: l'idea del sesso sicuro. Come devi metterti il preservativo prima di un rapporto sessuale per tutelare la tua salute, così devi firmare il modulo pre-coito per tutelare la tua libertà, altrimenti finisci al fresco. Secondo principio che ha partorito questo monstrum giuridico: l'individualismo. Senza il mio permesso dentro la mia sfera personale non ci deve entrare nessuno. E' abolita la fiducia: prima mi devi provare che non sei un criminale, poi forse ci possiamo conoscere. E' l'etica della diffidenza, secondo la quale l'altro è un tuo nemico. Se non lo è, allora lo puoi usare per il tuo piacere. E' la medesima etica che ha partorito il consenso informato in ambito clinico per difendersi da supposti soprusi dei medici. E così anche le camere da letto sono diventate camere operatorie e la sessualità si è trasformata in un intervento medico che necessità di bolli e controbolli. Tutto questo è accaduto perché si è abolito il valore del matrimonio che è basato sulla fiducia, che può certo essere tradita, ma che richiama costantemente a dare e meritarsi fiducia. Un progetto di vita a due presuppone che l'altro non usi violenza, perché lo conosci, lo ami, ti fidi. Solo il sesso nomade e random poteva portare alla certificazione ISO 9000 del partner. Chiedere l'autenticazione delle sincere intenzioni, significa temere l'altro, non abbandonarsi con cuore, cervello e corpo nel cuore, cervello e corpo dell'altro. Ma ovviamente se intendi la sessualità solo come un fast-food e un take-away allora è chiaro che spesso ti porti a casa un perfetto sconosciuto. Il libertinaggio sessuale che forse in Svezia trova la sua patria di elezione, per paradosso, ha condotto a ridurre in vincoli la tanto celebrata libertà sessuale. Dalla spontaneità del sesso, alla sua formalizzazione, alla sua burocratizzazione, dallo slancio animalesco verso il corpo dell'altro all'atteggiamento difensivo e accorto di chi sospetta che sotto le vesti dell'agnello si nasconda un lupo. Ma forse, paradosso nel paradosso, tutto questo butterà un po' d'acqua sul fuoco delle passioni che trascinano molti al sesso randagio e promiscuo. Non tutti i mali...

DOSSIER "FEMMINICIDIO"
L'emergenza che non esiste

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22/12/2017

2 - I SIMBOLI DEL NATALE SOTTO ATTACCO
Presepi rimossi dai luoghi pubblici e canti natalizi banditi dalle scuole (ad esempio in Spagna nei canti natalizi il bambin Gesù viene sostituito con Pietro e il Natale diventa la festa dell'inverno)
Autore: Clemente Sparaco - Fonte: Riscossa Cristiana, 11/12/2017

Da anni i simboli del Natale sono sotto attacco nell'Occidente secolarizzato.
I presepi sono rimossi dai luoghi pubblici, i canti natalizi sono banditi dalle scuole, i mercatini contestati. Tutto questo, si dice, "per non discriminare le diverse sensibilità religiose o civili". Ma sono motivazioni che, se soddisfano il politically correct, non esplicitano le ragioni profonde di questo vero e proprio rinnegamento delle radici cristiane dell'Europa.

LA DELEGITTIMAZIONE DEL NATALE: LA CULTURA DELL'IMMANENZA
C'è una prima delegittimazione del Natale, fatta non tanto in nome della sbandierata cultura della tolleranza (che non esclude, ma implica l'identità), ma per il venir meno di ogni tensione verso il trascendente nel quadro di un'apostasia di massa. I simboli natalizi sono ridotti a simulacri, bozzoli vuoti, privi di vita e di spirito, alla fine di un lungo percorso destrutturante, che ci ha condotti a non custodire più la memoria del passato e a disperare, al contempo, della possibilità che qualcosa di effettivamente nuovo possa accadere.
Simbolo (συμβολον) nell'antica Grecia significava "tessera di riconoscimento", perché si usava, a conclusione di un'alleanza tra due individui, famiglie o città, spezzare una tessera di terracotta in due parti, affinché ognuno ne conservasse una. Il combaciare delle parti avrebbe comprovato, all'uopo, l'esistenza dell'accordo. Nella fattispecie dei simboli del Natale le due tessere sono la rappresentazione iconografica e il mistero di fede, la religiosità popolare e la mistica, la tradizione e la celebrazione, l'umano e il divino. Così, il presepe napoletano nel suo apparente anacronismo dei personaggi, delle osterie, delle abitazioni tipiche della Napoli del '700, sottintende la volontà di rendere presente l'evento della natività di Gesù, di attualizzarlo, di farne memoria in senso forte.
Ora, nel nostro orizzonte di immanenza totale, accade che una di quelle due tessere sia andata smarrita, per cui il simbolo, perso il significato religioso, finisce per ridursi al feticcio di una società consumista. Perché il Natale significa la kenosi di Dio, il suo farsi piccolo, il suo essere nella miseria della vita e nelle contraddizioni della storia Dio con noi. Una vicenda umile, irrilevante per certi versi, ma di una grandezza sconvolgente, attraverso la quale Dio si inserisce nella nostra storia "imprimendole una svolta di redenzione e rinnovamento" (Bowker) non dall'alto, restando distante ed inaccessibile, ma dal di dentro, con la delicata discrezione di chi sa amare.

LA DELEGITTIMAZIONE DEL NATALE: LA RIDUZIONE DEL NATALE A MITO
La seconda delegittimazione del Natale viene da più lontano, da una lettura della Scrittura che ha finito per destoricizzarla, disincarnarla, con la conseguenza di vanificarla. I racconti della natività di Gesù (i vangeli dell'infanzia di Matteo e Luca) avrebbero un contenuto meramente simbolico, essendo assimilati a miti, leggende. Niente di verificabile e di storico, ma un racconto meramente umano, dietro cui si rintraccerebbero la fede, i bisogni, gli ideali e le "situazioni vitali" della prima comunità credente. E anche i particolari di tempo e luogo quasi sempre non sarebbero storici, ma redazionali, ossia creati dai redattori dei vangeli.
Ma tali affermazioni sono totalmente contrarie alla fede cristiana, nella misura in cui questa non è nata come messaggio morale, ma da un evento storico. I vangeli, infatti, vogliono essere racconti testimoniali di fatti accaduti in luoghi e tempi ben definiti, come afferma Luca all'inizio del suo vangelo (Lc 1,1-3) e come sostiene Giovanni alla fine del suo (Gv 20,30-31). Non ció che gli apostoli hanno creduto o immaginato di Gesú, ma piuttosto quanto hanno visto, ascoltato, toccato con mano, è all'origine della fede cristiana.
Quanto ai racconti della natività, sebbene essi non siano cronaca di avvenimenti, ma prefigurazione profetica del Cristo risorto nello stile del midrash ebraico, la cornice storica in cui sono inquadrati è ben determinata. Prova ne sia che fanno riferimento a personalità della storia ufficiale, come il Battista ed Erode, e a fatti, luoghi e tempi circostanziati: il Regno di Erode, il censimento indetto da Augusto, la Stella dei Magi.

25 DICEMBRE NATALE
Nei vangeli si trovano anche rimandi ad usi, costumi, leggi, propri dell'Israele precedente la distruzione del Tempio di Gerusalemme (che avvenne nel 70 per ordine dell'imperatore Tito).
Ad esempio, Luca inquadra l'annuncio dell'arcangelo Gabriele a Zaccaria sulla nascita di un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, in una cornice precisa:
"Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso" Lc 1,8-9.
L'apostolo fa riferimento alle turnazioni sacerdotali per l'ufficio del culto nel Tempio. Ebbene, sulla base del Libro dei Giubilei (ritrovato nelle grotte di Qumran), che quelle turnazioni riporta, la classe sacerdotale di Abia, cui Zaccaria apparteneva, officiava nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre. Ed è sempre Luca, nel racconto dell'annunciazione a Maria, a riportare il particolare che Elisabetta era allora al sesto mese di gravidanza (Lc 1,36).
Sulla base di queste acquisizioni Michele Loconsole scrive: «Se Zaccaria è entrato nel Tempio il 23 settembre, giorno in cui secondo Lc ha ricevuto l'annuncio dell'Arcangelo Gabriele (...) che avrebbe avuto un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, questo vuol dire che il Precursore del Signore potrebbe essere nato intorno al 24 giugno, 9 mesi circa dopo l'Annuncio dell'angelo. Ed è questa la data in cui la Chiesa commemora nel calendario liturgico, già dal I secolo, sia il giorno dell'Annunciazione a Zaccaria che la nascita di Giovanni. Detto ciò, Maria potrebbe avere avuto la visita, sempre di Gabriele, giorno dell'Annunciazione, proprio il 25 marzo. Infatti, quando Maria si reca da sua cugina Elisabetta, subito dopo le parole dell'Arcangelo, per comunicare la notizia del concepimento di Gesù, l'evangelista annota: "Elisabetta era al sesto mese di gravidanza". Passo evangelico che mette in evidenza la differenza di 6 mesi tra Giovanni e Gesù. E allora, se Gesù è stato concepito il 25 marzo, la sua nascita può essere ragionevolmente commemorata il 25 dicembre, giorno più, giorno meno». (Gesù nacque la notte del 25 dicembre. Lo dicono gli storici e l'archeologia, Zenit 25-12-2009).
Ecco magicamente rispuntare la data del 25 dicembre, che per i detrattori del Natale sarebbe stata introdotta solo per sostituire la festa pagana del sole invitto. Ma ci sono altre fonti documentali che la confermano. Ippolito († 235), in particolare, riferisce che a Roma già nel 204 si celebrava il Natale del Signore il 25 dicembre. Quanto alla festa del sole invitto, sappiamo che fu fissata al 25 dicembre dall'imperatore Aureliano nel 274, mentre prima cadeva il 19 dicembre, forse proprio per oscurare la devozione cristiana per il Natale di Gesù.
In conclusione, come per altri passi, i Vangeli hanno tutto da guadagnare da un approfondimento storiografico e documentale!

Nota di BastaBugie: Rino Cammilleri nell'articolo sottostante dal titolo "Quel Natale senza Gesù: nei Paesi Baschi diventa Perù" mette in rilievo una direttiva assurda in Spagna: nei canti natalizi il bambin Gesù viene sostituito con Perù, che però non è il Paese, ma Pietro in lingua basca, il Natale diventa l'inverno. La motivazione è la solita: non urtare i musulmani...
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 15 dicembre 2017:
Le «villancicos» sono le nostre carole natalizie, molto in voga fin dal XVI secolo specialmente in Spagna, dove si usa farle cantare ai bambini nelle scuole. Per l'esattezza, dicesi «villancico» una «composizione poetica popolare tradizionale composta da versi esasillabici o ottosillabici distribuiti in un ritornello (da due a quattro versi, all'inizio del poema e in cui è annunciato il tema), uno o più cambiamenti (una o più stanze, in genere "redondillas", cioè composte da quattro versi di arte minore, di solito ottosillabici, di cui, normalmente, fa rima in consonante la prima con l'ultima e la seconda con la terza) e una o più turni (formati da un verso in collegamento e diversi versetti che ripetono ciò che è espresso nel ritornello)».
Se non ci avete capito niente, pazienza. Vi basti sapere che si tratta di canzoncine di Natale ad uso dell'infanzia. Ora, accade che la scuola statale del Paese Basco ha deciso di censurare i testi delle stesse nei soli punti in cui compare il nome di Gesù (Jesús). Così, per esempio, il verso in cui si declama che «i pastori andarono in cerca di Gesù» diventa «in cerca di Peru», che non è il Paese sudamericano bensì il nome Pietro in basco. Perché mai i pastori palestinesi dell'Anno Zero andassero alla ricerca di tal Pietro non è dato sapere, ma o così o pomì, perché la concessione è somma: anziché cambiare tutto il testo della carola, bontà loro hanno cambiato solo il breve (e odiato) riferimento.
Fuori Gesù dalle scuole pubbliche. Ma le «villancicos» che nominano Gesù sotto Natale sono tante, se non tutte. Da qui i salti mortali al trapezio: che so, «Gesù è nato» diventa «l'inverno è arrivato» (in effetti, il 25 dicembre, è inverno da quattro giorni). Secondo quanto rivelato dal quotidiano «El Correo» la consegna per le scuole basche è la seguente: nelle aule scolastiche la Natività deve essere trattata senza toccare il tema religioso. In effetti, l'avvenimento più importante della storia, quello che ha spaccato il tempo in due, avanti e dopo Cristo, una computazione di calendario che tutti, dico tutti, usano, anche i maoisti cinesi, anche i sauditi wahhabiti, anche i birmani buddisti, questo avvenimento non può essere saltato a piè pari, pena ricoprirsi di ridicolo.
Ma «senza toccare il tema religioso». Come ciò sia possibile, lo sanno solo le autorità basche. Così, in una nota a margine del sussidiario, ecco che si comunica alla scolaresca che sotto l'impero di Augusto è nato tal Gesù detto Cristo, personaggio famoso per avere fondato la religione più diffusa del mondo. Ahi! Abbiamo detto «religione». E allora come la si mette? Gesù ha fondato una religione, non ha fatto altro. Come si fa a nominare l'uno senza dire niente dell'altra? O forse si vorrà trattare il tema con le sole categorie sociologiche? Benissimo, ma sarà interessante vedere come faranno gli insegnanti a parlare di sociologia a bambini di cinque anni.
Comunque, le scuse sono le solite. Anzi, la solita: non «turbare» gli alunni di altre fedi. I quali alunni di altre fedi nel País Vasco sono solo i musulmani. A occhio, non ci pare che da quelle parti abbondino i buddisti, gli induisti, i giainisti e perfino gli atei (di sei anni?). Vecchia storia, e a nulla vale far presente che i musulmani non ringraziano affatto della cortesia, perché, anzi, a loro magari farebbe piacere sentir parlare del «profeta 'Issa, figlio di Maryam (la pace su di loro)» e precursore di Maometto.
No, alle teste d'uovo (non solo basche) non interessano i musulmani, quanto il laicismo post-sessantottardo. Che considera una benedizione l'avvento degli emigrati musulmani, avvento che permette loro di avere una buona scusa da spendere per cacciare Gesù Cristo da ogni andito in cui in questi secoli ha osato attecchire. L'occasione è buona, ed ecco perché episodi del genere si ripetono a ogni Natale (e Pasqua) in tutto l'Occidente. Il bello è che la direttiva raccomanda di reinterpretare i canti «alla luce della tradizione culturale basca». Come se i baschi avessero un tradizione culturale diversa da quella cristiana...

Fonte: Riscossa Cristiana, 11/12/2017

3 - I FIGLI SONO DI DIO NON DELLO STATO
Da Platone allo Stato moderno si afferma l'ideale utopistico di cittadini orfani della famiglia, mentre i figli possono educarli solo i genitori (e la Chiesa)
Autore: Giampaolo Crepaldi - Fonte: Il Timone, novembre 2017 (n.167)

Di chi sono i figli? I figli non sono di nessuno perché sono di Dio. C'è stato un tempo in cui l'idea che il figlio fosse un dono era radicata nel cuore e nella mente delle persone, e non solo delle mamme. Un dono che viene da Dio e che bisogna educare perché a Lui ritorni. La procreazione era sentita come appartenente ad un ciclo di senso che toglieva il bimbo dalle mani di ogni potere terreno, perché era "del Signore".
Questo sentire comune è ancora vivo in molti genitori, ma in generale lo è sempre di meno. Questo da quando la razionalizzazione tecnica e politica ha assunto anche questa forma di dominio, il dominio sui figli. Erano state le utopie politiche a produrre nei secoli scorsi delle serie eccezioni all'idea che i figli appartenessero al Signore, a cominciare dall'antica utopia di Platone secondo cui i bambini appena nati dovevano venire subito allevati in strutture pubbliche, sotto le ali dello Stato, in modo che ogni cittadino, vedendo i giovani per le strade e le piazze potesse dire: "potrebbe essere mio figlio".
La negazione della famiglia era funzionale alla creazione di una comunità politica di uguali dai saldi legami reciproci. Se i figli avessero continuato ad essere dei genitori - si pensava - l'unità interna alla comunità si sarebbe indebolita e frammentata. L'idea ha una lunga storia, che passa dalla comunione delle donne nei Falansteri del nuovo mondo di Fourier, alle indicazioni del Manifesto di Marx fino ad arrivare agli stati totalitari del secolo scorso.

OBIETTIVO: RECARE DANNO ALLA CHIESA
L'ideale utopistico di cittadini orfani perché possano meglio sentirsi cellule dell'organismo statale si consolida progressivamente con la formazione dello Stato moderno, che concentra in sé l'istruzione e l'educazione, centralizza la sanità e la cura dell'infanzia, indebolisce le forme familiari di solidarietà e sempre più si sostituisce a genitori e famiglie. Per recare danno alla Chiesa e alla religione che alle famiglie direttamente si riferiva, alle mamme affidava l'educazione anche religiosa dei bambini e insegnava una procreazione che solo nel matrimonio trovava il suo specifico luogo umano.
La Chiesa, con la sua Dottrina sociale, ha sempre insegnato che i bambini sono dei genitori, perché quello era l'unico modo per far sì che fossero di Dio. Ha sempre insegnato che come il luogo umano della procreazione è la coppia degli sposi, così il luogo umano della educazione è la famiglia. L'educazione è infatti un proseguimento e un completamento della procreazione e spetta originariamente ai genitori. La Chiesa, dicendo questo, sapeva sì di enunciare un evidente principio di legge morale naturale, ma sapeva anche che solo così i bambini potevano essere educati alla pietà cristiana, ai rudimenti del catechismo, alle preghiere all'angelo custode.
Tramite i genitori e non tramite lo Stato la Chiesa avrebbe potuto ancora far conoscere ai bambini Gesù Cristo. È il rovescio positivo della medaglia: lo Stato si sostituisce ai genitori per diseducare i futuri cittadini al Vangelo, la Chiesa si allea con i genitori contro lo Stato per educare i futuri cittadini al Vangelo

UNA LOTTA CHE NON SI COMBATTE
Era una vera e propria lotta, che oggi la Chiesa non sembra voler combattere più. Oggi, non meno che nella Repubblica di Platone, i figli sembrano essere dello Stato che li assume in carico nelle proprie strutture fin dall'asilo nido, li forma secondo i propri programmi e, come la Chiesa aveva sempre giustamente temuto, li allontana sistematicamente da Gesù Cristo, parlandone male o non parlandone mai affatto. La Chiesa non protesta più per questo e non punta su forme di scuola alternative - come le scuole parentali - che sarebbero l'unico modo perché essa, la Chiesa, ritornasse a educare i bambini, tramite la riappropriazione della funzione educativa dei genitori.
La scuola parentale può essere non solo la scuola dei genitori, ma la scuola della Chiesa tramite i genitori. Sarebbe un modo per ritornare al principio che i figli sono di Dio e non del ministro della pubblica istruzione Le democrazie occidentali non sono da questo punto di vista diverse dai regimi totalitari.
Il bambino viene inserito nel "sistema": viene educato da insegnanti-funzionari di Stato uniformemente istruiti dall'Università pubblica e dai corsi di formazione ministeriali; viene precocemente psicologizzato da funzionari di Stato ormai presenti in tutte le scuole; viene precocemente sessualizzato da funzionari dì Stato tramite progetti curricolari inderogabili; della sua salute si fa lo screening fin dal ventre materno ed eventualmente viene abortito da parte di funzionari di Stato; viene mandato a fare l'Erasmus in qualche altro Paese dove imparerà stili di vita e valori standardizzati stabiliti da funzionari di quello Stato-non Stato che è l'Unione Europea; nel suo percorso scolastico gli si insegnerà a usare la contraccezione, compresa quella di "emergenza", e la fecondazione artificiale in modo che procrei a sua volta tri bambini orfani di Stato.

IL BAMBINO DEFORMATO
Solo che le democrazie questo lo fanno senza darlo a vedere. L'educazione di Stato parla di inclusione e intende uniformità, parla di tolleranza e intende immoralità, parla di pari opportunità e intende indifferentismo sessuale, parla di libertà di scelta e intende sessualizzazione forzata fin dalla scuola materna secondo Linee Guida emanate da qualche ufficio di funzionari di Stato uniformati al pensiero unico e dominante. In questo modo i genitori sono tagliati fuori, e sono pure felici di esserlo.
La Chiesa è tagliata fuori e il bambino è deformato ancor prima che senta per la prima volta la parola "Dio", se mai la sentirà.
I figli sono di Dio, si pensava. Era il riconoscimento dell'assolutezza del loro valore che si fondava sulla gratuità del dono. Solo quello che non si paga ha veramente valore. La procreazione deve essere un atto gratuito perché poi si possa pensare alla nuova vita come un dono gratuito.
Lo sapeva bene la Humanae vitae di Paolo VI, che proprio su una procreazione veramente umana fondava non solo la moralità dell'atto coniugale ma la moralità dell'intera società. Se non c'è gratuità lì, nell'atto iniziale della vita, come potrà esserci nelle altre successive relazioni sociali? Dalla contraccezione in poi, è stato un progressivo degrado nella percezione pubblica della dignità del bambino.
I bambini vengono concepiti in laboratorio, vengono fabbricati da embrioni scongelati, vengono affidati o adottati da coppie omosessuali, divisi e contesi tra i genitori divorziati, acquistati, venduti e contrattati con l'abominevole uso dell'utero in affitto, la sanità pubblica interviene nei loro confronti davanti a sintomi di "disforia di genere", clinicizzati o terapeutizzati davanti al primo sintomo di leggera dislessia o di ipercinesia, vengono affidati al sistema dello spettacolo e della pubblicità fin da piccoli e i genitori li vedono alla mattina e li rivedono alla sera.
La Chiesa ha sempre insegnato il diritto del bambino di crescere sotto il cuore della mamma e, prima ancora, il suo diritto a venire concepito in modo umano sotto il cuore dei suoi genitori. Quando essa diceva che la famiglia è una società piccola ma vera o quando invocava il rispetto di sussidiarietà lo faceva tenendo d'occhio i bambini, nel tentativo di sottrarli al Leviatano che li voleva espropriare per sé.
Platone desiderava una forte coesione interna tra i cittadini e per questo lo Stato da lui pensato li toglieva ai genitori fin dalla nascita. Ma la sua era appunto un'utopia. In seguito, i sistemi politici della comunanza delle donne, della pianificazione centralistica della procreazione, dell'eugenetica di Stato, del gender insegnato in tutte le scuole non hanno prodotto e non producono alcuna coesione sociale, anzi fanno dei nostri bambini diventati adulti degli individui deboli, isolati e paurosi.
L'esproprio dei figli li riduce a cose.

DOSSIER "EDUCAZIONE PARENTALE"
Insegna tu ai tuoi figli

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Fonte: Il Timone, novembre 2017 (n.167)

4 - LA NUOVA TASSA SULLE BUSTE DI PLASTICA FA RICCA LA MANAGER AMICA DI RENZI
Con la scusa dell'ambiente il governo favorisce la ditta che fabbrica l'80% delle buste ''biologiche'' in Italia
Autore: Giuseppe Marino - Fonte: Il Giornale, 31/12/2017

L'obbligo di comprarli scatta da domani, ma nei supermercati si respira già il malumore dei clienti per la «tassa sui sacchetti». Quel che non è ancora chiaro a chi fa la spesa, è chi incasserà i proventi della nuova subdola imposta. Per capire chi in queste ore sorride al pensiero dei sacchetti a pagamento bisogna mettere insieme alcuni fatti, qualche sospetto e un numero impressionante di coincidenze.
Che hanno una data d'inizio: 3 agosto 2017. È il giorno in cui viene approvato in commissione, con voto compatto del gruppo del Pd, l'emendamento che introduce il balzello. In pieno clima di ferie il Parlamento sente l'esigenza di accelerare la norma infilandola in una legge che c'entra ben poco, il Dl Mezzogiorno. Col paradosso che in un provvedimento che dovrebbe portare sviluppo al sud compare un emendamento, firmato dalla deputata Dem Stella Bianchi, i cui frutti saranno goduti molto più a Nord, e precisamente in Piemonte. Vedremo dopo per quali strade.

MULTA SALATISSIMA AI SUPERMERCATI E DIVIETO DI RIUSARE I SACCHETTI
Prima è meglio dare un'occhiata a come è stato congegnato l'emendamento. Da una parte si impone il divieto di usare i sacchetti ultraleggeri di plastica, quelli che servono a pesare la frutta o a incartare formaggi e salumi. Fin qui è l'attuazione di una direttiva europea che ha uno scopo condivisibile, ridurre il consumo di plastica e il suo impatto ambientale rendendo obbligatori i sacchetti con almeno il 40% di componente biodegradabile. Il Pd aggiunge però un altro meccanismo diabolico: ai supermercati è vietato regalarli ai clienti, pena una multa salatissima, fino a 100mila euro. Una misura spacciata per incentivo a ridurre il consumo di sacchetti che, pur biodegradabili, sono per più di metà ancora composti di plastica. Eppure il fine nobile della sanzione durissima è completamente vanificato da un'altra norma: è vietato riciclare i sacchetti. Né, per motivi igienici e di taratura delle bilance, è possibile portarsi da casa borse o contenitori di tipo diverso che finiscano a contatto diretto con gli alimenti e con le bilance. Dunque, se non posso portarmeli da casa e non ho altre alternative che usare quelli forniti dal supermercato, il disincentivo del pagamento, obbligatorio per legge, non può scoraggiare il consumo. I dirigenti di alcune catene di supermercati, sentiti dal Giornale, confermano i dubbi sul meccanismo cervellotico e sugli effetti perversi.

CHI CI GUADAGNA?
E allora, chi ci guadagna? La norma sgrava la grande distribuzione, che in Italia conta un player storicamente legato alla sinistra, la Coop, dal costo degli shopper, riversandolo sul cliente. Ma non è poi un grande vantaggio, perché i negozi dovranno fronteggiare la rabbia dei clienti. C'è anche perplessità sulla scelta di non regolamentare il prezzo dei bio-sacchetti che, essendo un bene ormai obbligatorio per legge, è esposto a possibili speculazioni sul prezzo.
Gli unici ad applaudire pubblicamente la norma sono i vertici di Assobioplastiche, il cui presidente, Marco Versari, è stato portavoce del maggiore player del settore, la Novamont, già nota per aver inventato i sacchetti di MaterBi, il materiale biodegradabile a base di mais. E infatti l'azienda di Novara sul suo sito, senza ironia, pubblica un sondaggio secondo cui i consumatori italiani sarebbero in maggioranza contenti di pagare.
Intorno a Novamont si concentrano altre coincidenze. L'amministratore delegato è Catia Bastioli, una capace manager che ha incrociato più volte la strada del Pd e di Renzi. Nel 2011 partecipa come oratore alla seconda edizione della Leopolda, quella in cui esplode il fenomeno Renzi. Molti degli ospiti di quell'evento oggi occupano poltrone di nomina politica. E Catia Bastioli non fa eccezione: nel 2014, pur mantenendo l'incarico alla Novamont, viene nominata presidente di Terna, colosso che gestisce le reti dell'energia elettrica del Paese. Con i buoni uffici del Giglio magico, si dice all'epoca. A giugno 2017 Mattarella la nomina cavaliere del lavoro.
L'azienda che guida è l'unica italiana che produce il materiale per produrre i sacchetti bio e detiene l'80% di un mercato che, dopo la legge, fa gola: inizialmente i sacchetti saranno venduti in media a due centesimi l'uno. Le stime dicono che ne consumiamo ogni anno 20 miliardi. Potenzialmente dunque, è un business da 400 milioni di euro l'anno. Il 15 novembre scorso Renzi ha fatto tappa con il treno del Pd proprio alla Novamont. Ha incontrato i dirigenti a porte chiuse e all'uscita ha detto ai giornalisti: «Dovremo fare ulteriori sforzi per valorizzare questa eccellenza italiana». Promessa mantenuta.

Fonte: Il Giornale, 31/12/2017

5 - IL PRESEPE CON (NERI E ISLAMICI) GESU', GIUSEPPE E MARIA... CON TANTI SALUTI ALL'ANIMA MIA
E intanto a Napoli la cattedrale è trasformata in refettorio per clochard e senza tetto, ma è una (inutile) sceneggiata e fa perdere il senso del sacro
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28/12/2017

In effetti il Presepe si presta. Sì, si presta a ogni variante perché i personaggi sono tanti e ci si può sbizzarrire in base alla "sensibilità" (leggi: politicamente corretto) del momento. Gli anni scorsi abbiamo visto culle della Natività diventate barconi e gommoni, appunto per «richiamare l'attenzione» (eh, i distratti sono talmente tanti...) sul dramma dei migranti, povere stelle (è il caso di dirlo).
Quest'anno, a corto di fantasia, qualche parrocchia il barcone lo ha allestito lo stesso, e per non scontentare nessuno ci ha messo tutti a bordo, perfino l'asino e il bue. Così che si faceva fatica a capire se si trattava dell'Arca di Noè o del Presepio.

GRAN PREMIO DELL'ORIGINALITÀ 2017
Ma il gran premio dell'originalità 2017 va a San Miniato Basso, cittadina in provincia di Pisa e a mezza strada con Firenze. Qui hanno messo in piedi un Presepe vivente, con «quadri» che si snodano lungo tutto un percorso evangelico. Si comincia con l'Annunciazione, performata sul sagrato di una chiesa tra canti e testi recitati. Si prosegue con la Visitazione a santa Elisabetta, in altro luogo. E così via, fino al diniego di alloggio nelle varie locande di Betlemme, fino all'Annuncio ai Pastori, fino alla Natività. Duecentocinquanta figuranti, uno scialo, una cosa faraonica.
E con una coda che prosegue fino all'Epifania, quando interverranno i Magi e distribuiranno calzette e dolcetti ai bambini. Ora, fin qui niente da dire, tutto bello e coreografico. Il punto dolente è rappresentato dai Protagonisti, cioè Gesù, Giuseppe e Maria. Gli attori scelti non sono affatto di razza semitica, bensì neri africani. Tre senegalesi, e pure di religione musulmana. Un tocco di autenticità è dato dal Bambinello, che è una Bambinella, la vera figlia dei due, di nome Diarra e di cinque mesi d'età. Naturalmente, il trio islamico non ha avuto alcun problema a impersonare la Sacra Famiglia, perché il Corano onora il «profeta» 'Issa (Gesù), precursore di Maometto, sua madre Maryam (Maria) e suo padre Yussuf (Giuseppe), la pace su di loro. Il dettaglio che per il Corano Giuseppe è vero padre carnale di Gesù non osta alla rappresentazione presepiale.

DOPO LO "SPIRITO DEL CONCILIO"... ECCO LO "SPIRITO DI FRANCESCO"
Il problema, semmai, ce l'hanno i «tradizionalisti», i «rigidi», i farisei» cattolici, che questa alzata d'ingegno non l'hanno digerita. Il vescovo locale, adito all'uopo, ha praticamente detto che lui è d'accordo con l'iniziativa, la quale a quanto risulta è tutta parrocchiale. L'idea è venuta al parroco o ai suoi collaboratori? Non si sa, né interessa, visto che il presule la appoggia in pieno. A lui - ha dichiarato - sembra «una scelta che richiama i valori dell'accoglienza e dell'integrazione cari anche a papa Francesco». E ti pareva che non tiravano in ballo Francesco. Ormai, qualunque stravaganza clericale è giustificata dal papa: se non è qualcosa che ha detto, è qualcosa che ha fatto; e se non è qualcosa che ha fatto, è qualcosa che di certo ha pensato o sta pensando.
Tre musulmani neri al posto della Sacra Famiglia? E' nello spirito di papa Bergoglio. Il cui «spirito» ha sostituito quello del Concilio. Anzi, è pure meglio. La cittadina del pisano, tuttavia, non è nuova a eccentricità presepiali. Qualche anno fa un Presepe con statuine, allestito nel seminario vescovile, aveva fatto discutere per la presenza di due Pastori (maschi) che si tenevano teneramente per mano. I soliti «tradizionali» avevano gridato al gay-friendly, ma la necessariamente breve durata di esposizione di un Presepe aveva fatto rientrare le polemiche. Arrivederci, dunque, al 2018, anche se sarà curioso vedere che cos'altro inventeranno. Va detto che, ormai, i temi sono esauriti, e non c'è nessuna novità all'orizzonte. A meno che non diventi politicamente corretto il nudismo...

Nota di BastaBugie: Rino Cammilleri nell'articolo sottostante dal titolo "Pizzeria la Cattedrale, inutile e plateale sceneggiata" spiega perché allestire la cattedrale di Napoli come refettorio per clochard e senza tetto con tanto di arcivescovo in grembiule e zucchetto è un inutile quanto plateale sceneggiata.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 31 dicembre 2017:
Fino a poco tempo fa, ogni anno venivo invitato dai milanesi City Angels (associazione civica di assistenza) a una manifestazione benefica riservata ai Vip. Si trattava di servire il pranzo a tavola ai clochard cittadini nella mensa gratuita dell'Opera Cardinal Ferrari, istituzione benemerita che, appunto, soccorre i senzatetto e i più poveri. Con indosso la maglietta rossa col logo dei City Angels, personaggi come la cantante Jo Squillo, lo showman Mauro Coruzzi in arte Platinette, politici locali e gente più o meno famosa ci producevamo in un andirivieni tra i tavoli, avvicendando le portate. Dopo il dolce, i cantanti cantavano, gli scrittori e i politici si esibivano in un discorsetto di circostanza. Mi colpiva, tuttavia, l'avviso che mi veniva fatto dagli addetti alla cucina tutte le volte che ci entravo per prendere nuovi piatti: «mi raccomando, un solo bicchiere di vino, uno solo».
Eggià, quelli conoscevano i loro polli e ci avvertivano. Niente, poi smisi di essere considerato un Vip e non mi chiamarono più. Però, quei pranzi per cento persone, ricordo, venivano offerti in un salone apposito, dove già c'erano tavoli e sedie predisposti. Non certo in chiesa, quantunque l'Opera ne avesse una, d'epoca e ben spaziosa. Infatti, avesse messo a disposizione la chiesa, la sua sarebbe stata demagogia, un gesto gratuito e inutilmente d'effetto. Perché, infatti, far pranzare i «poveri» dentro alla chiesa? Per far vedere che è il clero a offrire? Forse che quelli che io servivo a tavola a Milano non lo sapevano, chi era che pagava il conto? Ma il pesce comincia dalla testa, si dice, e da quando papa Francesco ha dato l'esempio, tutti i preti si sono precipitati a imitarlo.
L'ultimo è stato il cardinale di Napoli, che ha imbandito il pranzo natalizio ai barboni dentro al duomo. «Nello spirito dell'opera di misericordia "Accogliere i pellegrini"», si legge sul sito della diocesi. E pazienza se i clochard non sono affatto pellegrini, bensì persone che in qualche modo hanno ceduto e, non reggendo più le complicazioni della vita normale, hanno preferito la strada. Certo, in molti è prevalente la motivazione economica, ma non in tutti. Sia come sia, dice il sito che ogni pietanza servita nel duomo napoletano era espressa, giacché il sagrato era stato trasformato, all'uopo, in una immensa friggitoria per pizze e pizzette, panuozzi, zizze e quant'altro, il tutto offerto dal «pizzarolo del Papa», cioè il ristorante «Zi' Aniello» che si era precedentemente distinto per aver distribuito pizze in Piazza San Pietro e aver donato un pizza gigante a papa Bergoglio.
A Napoli, il Vip che serviva era lo stesso arcivescovo, immortalato col grembiule sulla tonaca e una mozzarella in mano. «Il pranzo è stato allietato da artisti con l'esecuzione di canzoni classiche napoletane», dice il sito. A quanto par di capire, Catari', Torna a Surriento e 'O sole mio, mica canti natalizi (ce ne sono di napoletani e di firma illustre, come Quanne nascette ninno). Insomma, tutto bello e festa grande. Ma perché farlo dentro alla cattedrale? Perché farlo in un luogo sacro, anzi nel più sacro di tutti in città? Mancano i saloni, a Napoli? Non crediamo. No, si tratta solo di un gesto plateale e fastidiosamente superfluo, sulla scia dell'ultimo grido del clericalmente corretto. Bah, a questo punto, visto che siamo a Napoli citiamo Totò: ma ci faccia il piacere!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28/12/2017

6 - ULISSE, METAFORA DELL'UOMO OCCIDENTALE
Omero esalta la forza che da millenni si oppone a disgregazione e violenza: la famiglia basata sull'unione stabile tra un uomo e una donna
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 31/12/2017

E' stato l'anno della guerra dei sessi, almeno a dar retta ai media. Uomini contro donne e viceversa: un tema che sta già nei codici genetici dell'Occidente, per esempio nei poemi omerici.
La guerra di Troia comincia perché la bella Elena, moglie del re di Sparta, Menelao, viene rapita del principe troiano Paride. Da lì si scatena il finimondo. La poveretta è innocente - accade tutto per le trame degli dèi - ma si trova sballottata da un marito-padrone all'altro e poi pure colpevolizzata per i tanti morti della criminale imbecillità maschile.
Così Euripide le fa dire: "io, che pure tanto ho sofferto, sono maledetta,/ ritenuta da tutti traditrice di mio marito/ e rea d'aver acceso una guerra tremenda per la Grecia".
Che a quel tempo la sorte della donna fosse quella della preda, del bottino di guerra, per bestiali appetiti maschili, è chiaro anche dalla storia iniziale dell'Iliade: l'orribile vicenda di stupro di cui è vittima Criseide, schiava sessuale del bestione Agamennone che maltratta suo padre Crise, andato a riprenderla e così fa infuriare Apollo di cui Crise era sacerdote.
Apollo per vendetta diffonde la peste tra i greci e costoro, per farla finire, costringono Agamennone a lasciar libera la fanciulla. Ma lui – dovendovi rinunciare – pretende di avere in cambio Briseide, la schiava sessuale di Achille che l'aveva catturata dopo averle ucciso il marito Minete. E così si scatenò "l'ira funesta" di Achille.
Insomma - come si può vedere - delle storiacce infami che in qualche modo immortalano la condizione tragica della donna e il connotato miserabile e violento del maschio.

L'ODISSEA CAMBIA TUTTO
Invece molto più complesse e contraddittorie sono le questioni fra uomini e donne nell'Odissea, dove il protagonista, Ulisse, è davvero la perfetta metafora dell'uomo occidentale e dell'uomo moderno e dove la donna non è più la vittima sacrificale, innocente e violata, dell'animalità maschile. Anzi, qui è la donna che sembra condurre i giochi e l'uomo deve trovare i modi per liberarsi dai suoi dolci e seducenti lacci.
Ulisse è "il personaggio che ha conosciuto maggior fortuna nell'immaginario e nella storia dell'Occidente. Tale successo" scrive Piero Boitani "è dovuto essenzialmente a due fattori: il carattere poliedrico di Ulisse e le straordinarie avventure di cui egli è protagonista".
Non a caso la sua storia è stata continuamente riscritta nella letteratura fino al Novecento. Perché Ulisse è ciascuno di noi. Il suo carattere è la sua modernità. Infatti non si identifica con un aspetto positivo o negativo, ma è "un eroe complesso, un essere umano a tutto tondo, le cui varie sfaccettature possono essere sfruttate in un senso o nell'altro dagli artisti e dagli interpreti" (Boitani).
Ha doti di combattente e carisma di leader, ha eloquenza persuasiva e ingegno, ma nell'Iliade non sgomita per stare in primo piano. Anzi, è defilato. Però poi è proprio la sua astuzia politica - e non la forza degli energumeni - che decide la vittoria di quella guerra.
Sa usare la violenza quando serve, ma in lui prevale sempre la riflessione sugli istinti, "presta attenzione ai sentimenti altrui, preferisce l'uso della parola a quello delle armi e mira al fine della sopravvivenza e della vittoria" (Boitani).
Nell'Odissea - il poema di cui è il protagonista - emergono le due caratteristiche dominanti del suo carattere: anzitutto la curiosità, cioè la sete di conoscere (fino alla terra dei Ciclopi), la passione per la scoperta della realtà, l'amore per il mistero delle cose. E poi la nostalgia per la sua terra, per la sua donna, per le sue radici.
L'insaziabile sete dell'esploratore è una forza centrifuga che lo conduce sempre più lontano, mentre la nostalgia (che significa sofferenza del ritorno, perché egli è malato di ritorno) lo riporta verso Itaca. La sua Odissea è questa peregrinazione strana fra l'ignoto e l'amore di ciò che è noto, è suo, è la patria.
La tensione fra questi due poli diventa dilaniante quando i due poli si trovano a coincidere nella più misteriosa delle avventure della conoscenza umana: la donna. Il mistero che rifulge nel volto della donna. Perché l'universo femminile seduce Ulisse, lo porta lontano, ma anche l'amore per la sua moglie lo richiama verso Itaca.

TORNARE DA PENELOPE
Così egli conosce la fascinazione di Circe, "dea tremenda con voce umana", colei che trasforma gli uomini in maiali. E' l'abbrutimento della carnalità più depravata.
Poi Ulisse, pur facendosi legare - per resistere - all'albero della nave, vuole anche sperimentare l'irresistibile canto delle Sirene, cioè la seduzione della sensualità, della bellezza carnale e della conoscenza della morte.
Infine conosce l'incanto di un incontro innocente e fuggitivo con la giovane bellissima Nausicaa, la figlia di re Alcinoo, alla cui mano offertagli dal padre, però, preferisce ancora, di nuovo, il ritorno da Penelope.
Ma la "storia" più emblematica e "moderna" è quella con la ninfa Calipso, l'amante di cui Ulisse è stato per anni "prigioniero" nell'isola di Ogigia.
La dèa - diciamo una diva - è innamorata dell'eroe greco e non vuole lasciarlo andare. Ma lui, su un'isola da sogno, fra le braccia di una diva, non ne può più e vuole scappar via: "Lo trovò seduto sul lido: i suoi occhi / non erano mai asciutti di lacrime, passava la dolce vita / piangendo il ritorno, perché ormai non gli piaceva la ninfa".
Lei lo esorta a restare, "benché voglioso di vedere / tua moglie, che tu ogni giorno desideri". Ed è un po' offesa: "Eppure mi vanto di non essere inferiore a lei/ per aspetto o figura, perché non è giusto/ che le mortali gareggino con le immortali per aspetto e beltà".
Ulisse, che non vuole indispettirla, corre subito ai ripari: "Dea possente, non ti adirare per questo con me: lo so/ bene anche io, che la saggia Penelope/ a vederla è inferiore a te per beltà e statura:/ lei infatti è mortale, e tu immortale e senza vecchiaia./ Ma anche così desidero e voglio ogni giorno / giungere a casa e vedere il dì del ritorno".
Il nome Calipso viene dal greco kalyptein, "Colei che nasconde", e quella che la dèa promette è una felicità finta, basata sul dimenticare la vita vera, sul cogliere l'attimo fuggente e infischiarsene di tutto. Una "felicità" che lascia il cuore vuoto e l'anima insoddisfatta.
Ulisse avverte che lui è fatto per un'altra isola, l'isola del ricordo, dei volti amati come Penelope, delle radici, del ritrovamento di se stesso: la terra natìa, la patria. La terra dei padri e dei figli. Così riparte per Itaca.

L'ISOLA DESIDERATA
Cesare Pavese nei "Dialoghi con Leucò" ha riscritto questo episodio omerico. Rappresenta lo strazio dell'amante che dice a Ulisse: "Che t'importa che l'isola non sia quella che cercavi?" in fondo "immortale è chi accetta l'istante".
Ma Ulisse non ci sta: "Quel che rimpiango" dice "è la parte viva di me stesso... Quello che cerco l'ho nel cuore, come te".
E' un episodio di grande suggestione e grande modernità questo dialogo dell'eroe greco che spiega alla bellissima dèa di preferire alla sua finta immortalità, le rughe di Penelope e i suoi capelli che s'imbiancano, perché sono parte di lui.
E' un orizzonte opposto rispetto ai brutali maschi dell'Iliade. Tornando a Itaca, Ulisse dovrà combattere per riappropriarsi della sua casa e della sua terra dove ritroverà la moglie, suo figlio, suo padre, le persone amate e il vecchio cane. Però così ritrova la sua stessa identità. La sua regalità.
Dunque se la prima risposta che ci danno i poemi omerici è "guerra/violenza", la seconda è "famiglia". L'alleanza alla pari, stabile e feconda fra l'uomo e la donna costruisce la città, la civiltà. Mentre la ferinità maschile produce la guerra, cioè distrugge la città e la civiltà.
Quell'alleanza - che poi è il matrimonio - è la più antica istituzione della storia umana. Nei millenni sono passati regni e imperi potentissimi e si sono dissolti. Ma la famiglia resta.
Questo diceva Omero che - secondo Péguy - è più nuovo e fresco dei giornali del mattino.

Fonte: Libero, 31/12/2017

7 - CAMBIARE SESSO IN VENETO: LA MEDICINA ASSERVITA ALL'IDEOLOGIA... E I MEDICI SI ALLINEANO (COME AI TEMPI DELLE LEGGI RAZZIALI)
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): il progetto porno-gender dell'Ausl di Bologna, i bagni pubblici di Londra saranno gender-neutral, in Francia le 120 giornate di Sodoma di Sade sono bene nazionale
Fonte Notizie Provita, 12/12/2017

Ad Abano (Padova) trionfa l'ideologia gender, quella che secondo alcuni, esiste solo nella mente dei fanatici bigotti. Si può cambiare sesso, basta un bisturi!
Con un qualche ritardo rispetto a quella originale di John Money, che risale alla metà degli anni 50 del secolo scorso, la Gender Identity Clinic per la riassegnazione chirurgica del sesso ha aperto i battenti ad Abano, per decisione della giunta regionale su proposta dell'assessore alla sanità Luca Coletto (Lega Nord). I fondi stanziati sono "solo 200 milioni" di euro ma in futuro, chissà, può darsi che ci sia una maggiore richiesta da soddisfare, come sta già accadendo nel Regno Unito.
"Una decisione presa nel segno della qualità e della modernità" ha affermato l'assessore regionale veneto. Forse l'assessore alla sanità Coletto non conosce il seguito della storia della Gender Identity Clinic di Baltimora che ha visto la chiusura nel 1979 dopo che lo studio del Dr John Meyer aveva messo in evidenza il fatto che una procedura lunga, dolorosa e costosa in realtà non aveva prodotto i risultati sperati in termini di riabilitazione psichica e sociale delle persone transessuali. (Meyer JK, Reter DJ. Sex reassignment. Follow-up. Arch Gen Psychiatry. 1979 Aug;36(9):1010-5.)
Secondo l'opinione del Prof. McHugh, il responsabile della struttura che ne decise la chiusura, sarebbe "un errore mutilare degli organi perfettamente sani perché lo richiede la mente disturbata dei pazienti transessuali" (Surgical Sex, why we stopped doing sex change operations, 2004)
Bruce-Brenda- David Reimer, la vittima dell'esperimento di John Money, uno dei principali ideologi del gender
Un giudizio lapidario che prevede che si debba ricercare da qualche altra parte come poter aiutare queste persone con problemi dell'identità di genere. Ad onor del vero c'è da dire che nel 2017 la Johns Hopkins University di Baltimora ha sentito il dovere di ripristinare il programma di interventi di riassegnazione chirurgica del sesso dopo 38 anni di stasi del progetto.
Di fronte a tutto ciò sorge spontanea una domanda: come mai questa procedura per la riassegnazione del sesso che sicuramente è lunga, dolorosa e costosa continua ad essere presa in considerazione e messa in atto pur producendo dei risultati tanto conflittuali?
Perché risponde all'esigenza della società liberal-progressista che vede nella volontà dell'individuo la stella polare dell'azione politico-sanitaria.
Nel mondo nuovo e perfetto sognato dai liberal-progressisti non c'è posto per i disordini mentali che sono solo il retaggio di una società antica che si permette di esprimere giudizi: dopo tutto chi può legittimamente azzardare giudizi in un settore tanto controverso?
Nel nuovo mondo anche la medicina è ostaggio del politically correct e non risponde più ai criteri di oggettività e non contraddizione perché se la biologia può essere ignorata da coloro che si sentono intrappolati nei corpi sbagliati, il discorso si capovolge nel momento in cui il discorso si sposta sull'altra componente dell'universo LGBT e cioè i gay per i quali la biologia torna a diventare un dato deterministico immutabile (la born gay theory).
Inutile cercare la logica scientifica delle due posizioni perché non può esistere, tutto rientra nell'ottica di una politica che, pressata dall'industria del settore, si arroga il diritto di decidere anche le diagnosi e le terapie mediche.
E i medici che dicono? Tutti allineati come ai tempi delle leggi razziali.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).

W L'AMORE, IL PROGETTO PORNO-GENDER DELL'AUSL DI BOLOGNA
L'Ausl di Bologna lancia il progetto "W l'amore" all'interno dell'iniziativa "Obiettivo salute 2017-2018" rivolto ad enti, associazioni e scuole. Si tratta della solita educazione genitale infarcita di teoria sul gender: nessuna discriminazione basata sull'orientamento sessuale e sulla cd identità di genere, no al bullismo, rispettare le scelte di tutti, etc. Particolare interesse destano le note sul sesso fatto con adulti, le informazioni su aborto e contraccezione e il rimando al documento dell'OMS- Europa "Standar per l'educazione sessuale" in cui si consigliava la masturbazione ai bambini di 4 anni e il gioco del dottore.
Nel pieghevole "Sesso? Sicuro!" possiamo trovare tra le altre note le seguenti: «la pornografia è utilizzata per la masturbazione e masturbarsi è un fatto del tutto naturale»; «dal punto di vista della relazione un rapporto omosessuale ha le stesse caratteristiche di un rapporto eterosessuale… per informazioni si può contattare l'Arcigay»; «per la penetrazione anale esistono dei preservativi molto resistenti» e poi, costellato da disegni pornografici, una dissertazione sulla misura giusta del pene. Il consenso dei genitori non è previsto come nemmeno quello del Dirigente scolastico.
Si tratta dell'ennesimo progetto violentemente aggressivo che vuole orientare ad una sessualità spregiudicata e libertina e dove l'omosessualità è vista solo come una naturale variante della sessualità intesa in senso ludico.
(Gender Watch News, 15-12-2017)

LE NUOVE TOILETTE PUBBLICHE DI LONDRA SARANNO GENDER-NEUTRAL
Londra dice addio alla classica distinzione "Ladies" e "Gentleman" nei bagni pubblici per fare posto posto ad un'unica e generica toilette neutra, aperta indistintamente a maschi, femmine, transgender, queer e chicchessia. Lo scorso 28 novembre il sindaco di Londra, il laburista musulmano Sadiq Khan, ha infatti reso noto le nuove direttive in fatto di costruzioni di bagni all'interno degli spazi pubblici della capitale inglese, compresi centri commerciali, cinema e strutture sportive, raccomandando la progettazione di bagni unisex "inclusivi" di tutte le differenti possibilità sessuali.
Khan ha spiegato come all'origine della sua decisione vi sia la volontà di rendere la città di Londra ancora più aperta e inclusiva nei confronti della tante e sempre nuove diversità esistenti: "Ho promesso di essere sindaco di tutti i londinesi, quindi sono determinato a garantire che tutti abbiano la possibilità di godere appieno della nostra grande città. I bagni sono un servizio pubblico vitale e possono aiutare a plasmare l'esperienza della capitale per coloro che vivono qui e per chi visita. Abbiamo bisogno di una serie di servizi igienici che riflettano l'incredibile diversità di questa città, dando alle persone la sicurezza di muoversi con dignità a Londra".
La novità ha suscitato lo scontato entusiasmo della comunità LGBT+, ma anche diverse reazioni critiche. Tra questi, Andrea Williams di Christian Concern, intervistato sulla vicenda dal London Evening Standard ha sottolineato la follia di una iniziativa evidentemente ideologica e contro ogni elementare criterio di buon senso: "Questa è l'ultima vittima di uno tsunami ideologico che spazza via il senso comune e la realtà biologica".
Abolire i servizi igienici separati per uomini e donne da tutti gli spazi pubblici londinesi, in riverente ossequio al "gender diktat" imperante, è chiaramente una mera mossa propagandistica, dettata dall'attuale agenda politically correct globale che, paradossalmente, renderà la città di Londra molto meno "safe", rimuovendo, di fatto, uno dei pochi "spazi sicuri" per le donne.
(Rodolfo de Mattei, Osservatorio Gender, 7 dicembre 2017)

IN FRANCIA LE 120 GIORNATE DI SODOMA DI SADE SONO BENE NAZIONALE
Le 120 giornate di Sodoma sono un'opera scritta dal Marchese de Sade impregnata di pornografia accesa e volgarissima, nonché di una violenza aberrante. Lo scritto consiste, per prendere a prestito le parole dell'insospettabile La Repubblica, del "racconto abominevole e metodico dell'orgia di quattro dissoluti su un serraglio di giovinetti e fanciulle, in un castello sperduto nella Foresta Nera". Quindi sesso estremo, stupri, omosessualità, pedofilia ed altre infinite parafilie.
Il marchese, rinchiuso nella Bastiglia, aveva copiato l'opera su un rotolo di 12 metri e largo 11 centimetri che poi nascose in un anfratto della cella. A seguito di varie vicissitudini il manoscritto finì nelle mani di un magnate francese che ora vorrebbe venderlo all'asta e quindi il testo potrebbe anche finire nelle mani di un compratore straniero. Ma il Ministro della cultura Françoise Nyssen si è opposta alla vendita qualificando il manoscritto come "bene nazionale". Invece di volersi disfare di un'opera che offende la dignità della persona e la cultura francese il governo francese si fa vanto di considerarlo un bene di interesse nazionale. E' come se il governo tedesco ritenesse il manoscritto del Mein Kampf "bene nazionale".
(Gender Watch News, 22-12-2017)

Fonte: Notizie Provita, 12/12/2017

8 - LE CONQUISTE DI UNA CIVILTA' CATTOLICA
Dopo i dizionari di apologetica e del pensiero pericoloso è uscito il ''Dizionario elementare della civiltà cattolica''
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Il Timone, 27/12/2017

La famiglia del Timone si arricchisce di un nuovo strumento di ricerca e consultazione per la battaglia apologetica. Dopo il Dizionario elementare di apologetica e il Dizionario del pensiero pericoloso è uscito in questi giorni il Dizionario elementare della civilità cattolica. Scoperte, Conquiste, Traguardi (Ida, 25 euro per ordinarlo clicca qui, oppure scrivi una mail a info@iltimone.org).
Si tratta di una straordinaria raccolta di tesori che la tradizione cristiana ha offerto all'umanità in tutti i saperi e che l'uomo dovrebbe recuperare per capire come la cultura cattolica abbia ancora tanto da dare all'uomo di oggi. Rigorosamente in ordine alfabetico dalla A di abiogenesi o aborto alla W di Wikipedia. Tutto ciò che ha formato la civiltà cristiana si riflette ancor oggi per continuare a vivere.

LE RADICI CRISTIANE DELL'OCCIDENTE
Le radici cristiane dell'occidente infatti, oggi sono diventate una grande pietra d'inciampo. Bistrattate da una cultura che, dall'Illuminismo in poi, ha cercato in tutti i modi di cancellarle da ogni angolo del sapere e del vivere civile. L'identità cristiana dei popoli e delle culture europee viene così negata e al Cristianesimo è concesso il solo spazio privato della fede come ultimo retaggio lasciato da custodire in un angolino. Eppure il cristianesimo ha giudicato e giudica tutt'ora la storia perché il messaggio di Gesù è lievitato fino a portare quegli apporti indispensabili alla vita di ogni uomo in tutti i campi: sociale, politico, economico, scientifico e tecnico.
Curato da Gianpaolo Barra, Mario Iannaccone e Marco Respinti, il dizionario si avvale del contributo di moltissime tra le firme principali del Timone.
Sapevate che il ritorno dell'acqua corrente lo si deve all'opera ingegneristica e civile di cui sono stati protagonisti i monasteri e le abbazie nell'"epoca buia" seguita alla fine del mondo classico? O che le funzioni principali della banca si sono sviluppate nei secoli società cristiana?
E che gli inventori del cinema, i fratelli Lumiere non avrebbero potuto perfezionare la loro rivoluzionaria invenzione se non ci fossero state prima le riflessioni sulla camera oscura del gesuita Athanasius Kirkcher?
Nel dizionario si trovano dunque voci di questo tipo, che possono servire come base per ricerche più approfondite e che sicuramente non potranno non interrogare.

NEL CAMPO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA
Perché la civiltà cristiana oggi continua a vivere anche se pesantemente azzoppata, ad esempio nelle E-mail. Si deve infatti al religioso Roberto Busa l'invenzione dell'informatica linguistica, mentre se oggi la genetica ha un così grande spazio nella Medicina e nella scienza è grazie alla scoperta del monaco agostiniano Gregor Johann Mendel.
Anche il motore a scoppio in fondo è una rivoluzione che si deve ascrivere al genio cristiano, e italiano: il suo inventore è l'ingegnere toscano Nicolò Barsanti sacerdote dei chierici regolari poveri della Madre di Dio delle scuole pie, comunemente noti come Padri Scolopi, che primo ebbe l'idea di sfruttare l'aumento di pressione di una miscela incendiata di aria e idrogeno per spostare un corpo.
E che dire della radio? Nessuno ricorda che prima di Guglielmo Marconi la comunicazione senza fili è stata realizzata in pubblico il 3 giugno 1900 a San Paolo del Brasile da don Roberto Landell de Moura un sacerdote cattolico di grande talento scientifico che effettuò con successo un esperimento alla presenza del console generale di Gran Bretagna riuscendo a trasportare la voce umana a una distanza di quasi 8 km senza ricorrere a cavi di alcun tipo.
Insomma: se oggi l'umanità continua a effettuare scoperte nel campo della scienza e della tecnologia è perché qualcuno prima di loro ha dato l'avvio ad una ricerca scientifica dell'intelletto propria di chi, sentendosi creatura finita e bisognosa di alzare lo sguardo alla ricerca di un senso a tutte le cose, ha sfruttato il proprio intelletto per farlo rendere al meglio.

Fonte: Il Timone, 27/12/2017

9 - OMELIA EPIFANIA DEL SIGNORE - ANNO B (Mt 2,1-12)
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 6 gennaio 2018)

Oggi è la solennità dell'Epifania del Signore. La parola "epifania" significa manifestazione. Con questa festa, infatti, vogliamo ricordare la manifestazione di Gesù a tutti gli uomini di ogni nazione, rappresentati dai Magi, giunti da lontani Paesi dell'Oriente, attratti da una misteriosa stella apparsa all'orizzonte.
Il tema dominante di questa celebrazione è quello della fede. La luce della fede è come la luce di quella stella che guida il nostro cammino incontro al Signore. Come i Magi, anche noi dobbiamo farci guidare da questa luce e dobbiamo superare tutti gli ostacoli che continuamente incontriamo. Manifestare la fede vuol dire essere disposti ad andare anche contro corrente, come hanno fatto i Magi. Essi intrapresero una avventura unica, forse esponendosi all'incomprensione e al sarcasmo dei loro concittadini. Essi però non si lasciarono condizionare da questa difficoltà e assecondarono il loro ardente desiderio.
La festa dell'Epifania ci deve spingere ad approfondire sempre di più la nostra fede e la nostra conoscenza di Dio. Non possiamo accontentarci della nostra mediocrità. Anche noi dobbiamo metterci alla ricerca del Signore, dobbiamo irrobustire la nostra fede. La fede è un dono di Dio, certamente, ma qualcosa dobbiamo e possiamo fare anche noi. Innanzitutto dobbiamo pregare di più. La fede è come una lucerna che dobbiamo costantemente alimentare con la nostra preghiera. Come questa si affievolisce, anche la fede si indebolisce.
In secondo luogo, dobbiamo approfondire la nostra fede studiando con diligenza il Catechismo. Il Catechismo – ricordiamocelo sempre – non va imparato solo da bambini, in preparazione della Prima Comunione, ma deve essere approfondito per tutta la vita. Riprendiamo in mano questo libro e riscopriremo tante verità forse dimenticate.
Se saremo saldi nella fede, anche noi potremo manifestare Cristo al mondo ed essere così come la stella che ha guidato i Magi a Betlemme. Non si tratta di portare il Vangelo solo ai pagani, ma di riportarlo anche a quelli – e oggi sono molti – che lo hanno dimenticato. Giustamente, il papa Giovanni Paolo II parlava di nuova evangelizzazione della nostra società, per farci comprendere che ai nostri giorni siamo tornati ad essere pagani.
Tutti i popoli sono chiamati a far parte della Chiesa. Nella prima lettura si leggono queste parole del profeta Isaia: «Cammineranno le genti alla tua luce» (Is 60,3). Il profeta si riferiva a Gerusalemme, ma, in senso pieno, queste parole si riferiscono alla Chiesa, chiamata a radunare tutti i popoli del mondo nell'unità di un'unica fede. Per questo motivo, Isaia dice: «Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te [...] portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore» (Is 60,4-6).
Queste parole si sono verificate pienamente proprio alla visita dei Magi. Essi rappresentavano come la primizia della Redenzione. Essi «aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra» (Mt 2,11). L'oro, l'incenso e la mirra furono doni profetici, con un profondo significato spirituale. L'oro simboleggiava la regalità di Gesù; l'incenso la sua divinità; mentre la mirra preannunciava la sua sofferenza e morte in croce. Anche noi vogliamo offrire a Gesù questi tre doni: l'oro della nostra carità, l'incenso della nostra preghiera, e la mirra dei nostri sacrifici quotidiani. Ecco i doni che Gesù ricerca da noi. Potremo dire di non aver fatto passare invano questo Natale se saremo riusciti ad offrire tutto questo.
«Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima» (Mt 2,10). Anche noi, se ci faremo guidare da questa stella, proveremo una grandissima gioia, l'unica vera gioia. Come i Magi, anche noi troveremo Gesù «con Maria sua Madre» (Mt 2,11). Dove c'è Gesù vi è sempre la Madonna. Non possiamo dividere la Madre dal Figlio. È più facile – affermava un Santo – dividere la luce dal sole, che separare Gesù da Maria. La presenza della devozione mariana è la migliore garanzia di una fede viva in Gesù Salvatore del mondo.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 6 gennaio 2018)

10 - OMELIA BATTESIMO DEL SIGNORE - ANNO B (Mc 1,7-11)
Tu sei il Figlio mio, l'amato
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 7 gennaio 2018)

Oggi celebriamo la festa del Battesimo del Signore. Questa festa è stata collocata dopo quella dell'Epifania perché è sempre stata considerata come la manifestazione di Gesù, Figlio prediletto del Padre. Dopo aver ricevuto il Battesimo, Gesù «vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba» (Mc 1,10). Inoltre venne una voce dal cielo, la voce del Padre, che disse: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Mc 1,11).
Ciò che sorprende è come mai il Figlio di Dio abbia voluto ricevere il Battesimo da Giovanni. Non furono certamente le acque a santificare Gesù, ma, al contrario, fu Lui a santificarle e a renderle poi materia del Sacramento del Battesimo. Gesù si assoggettò al Battesimo di Giovanni per dare a noi un esempio di umiltà e per farci comprendere che siamo noi ad aver estremo bisogno di purificazione. Egli è stato come un genitore che, per invogliare il figlio a prendere una medicina amara, per primo l'ha assunta.
Vi è inoltre una grande differenza tra il Battesimo di Giovanni e il Sacramento istituito da Gesù. Il primo fu solamente un segno di penitenza che richiamava il fedele all'impegno nel mutare condotta di vita. Esso era una gesto simbolico di umiltà da parte dell'uomo che si riconosceva peccatore e prova di un grande desiderio di purificazione e di rinnovamento. Il Battesimo di Gesù, invece, è il Sacramento che ci toglie il peccato originale, il peccato di Adamo ed Eva che abbiamo ereditato dai nostri Progenitori, ed è il Sacramento che ci rende figli adottivi di Dio.
Quando abbiamo ricevuto il Battesimo si sono realizzate anche per noi quelle parole che abbiamo ascoltato all'inizio: siamo divenuti figli di Dio – figli adottivi, mentre Gesù è della stessa natura del Padre – e su di noi è sceso lo Spirito Santo.
Per istituire questo Sacramento, Gesù si è servito del segno dell'acqua. Come l'acqua lava esteriormente il nostro corpo, così la grazia di Dio, per mezzo di quel segno sensibile, lava interiormente la nostra anima. Dio si serve sempre di segni perché noi abbiamo bisogno di cose sensibili per comprendere le realtà spirituali.
Nel giorno del nostro Battesimo, per bocca dei nostri genitori e dei nostri padrini e madrine, noi abbiamo preso degli impegni molto importanti davanti a Dio. Abbiamo infatti promesso solennemente di rinunciare al peccato e di credere fermamente a tutto quello che la Chiesa ci propone a credere.
Di tanto in tanto è cosa molto buona rinnovare queste promesse battesimali, con convinzione sempre maggiore. Alcuni non comprendono l'importanza di far battezzare i bambini, dicendo che noi non possiamo decidere per loro e che bisogna aspettare che siano loro stessi a scegliere. A questa obiezione si risponde abbastanza facilmente, facendo comprendere che sarebbe veramente stolto quel genitore che non chiamasse il medico quando il figlio ancora piccolo è malato, dicendo che bisogna aspettare che il figlio cresca in modo che possa decidere da solo. Se non chiama il medico, il figlio muore. Orbene, il peccato originale è ben più grave di una semplice malattia, ed è pertanto molto importante far battezzare al più presto i bambini. La Chiesa, nella sua saggezza, raccomanda che siano battezzati nelle prime settimane di vita, perché troppo grande è il dono che ricevono, un dono che li trasforma interiormente rendendoli figli di Dio.
Si racconta che quando san Leonida, che fu un Martire dei primi secoli, fece battezzare il suo primogenito, subito dopo il rito prese il bambino tra le braccia e lo baciò sul cuore, dicendo che Dio, grazie al Battesimo, abitava ora in quel piccolo bambino. Ed è vero. Quando, dopo il Battesimo, i genitori stringono tra le braccia il loro bambino, essi possono essere certi che Dio abita in lui come in un tempio.
Ogni battezzato è tempio di Dio. Questa presenza è una delle più belle realtà della vita umana qui su questa terra. Il pensiero che Dio è dentro di noi deve rafforzarci nel momento della prova e consolarci nell'ora del dolore. Questa presenza silenziosa ma reale è stabile e solo il peccato la può purtroppo distruggere. Infatti, come sappiamo dal Catechismo, il peccato mortale allontana Dio dal nostro cuore e noi diventiamo preda del demonio.
Questa festa del Battesimo ci ricorda pertanto la necessità di vivere sempre come figli di Dio, di custodire gelosamente questa dolce presenza di Dio in noi, e di ricorrere al più presto alla Confessione se ci cogliesse la sventura di perdere il Signore con il peccato mortale.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 7 gennaio 2018)

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