BastaBugie n�569 del 25 luglio 2018

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1 LA FAKE NEWS CHE LA SINDONE SIA UNA BUFALA
Esperimenti bizzarri e anti-scientifici... ma soprattutto gli autori della ricerca sono finanziati dal CICAP, l'associazione di atei e agnostici di cui il presidente onorario è Piero Angela (VIDEO: la Sacra Sindone)
Autore: Emanuela Marinelli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 IL PRETE PRO LGBT AL MEETING DELLE FAMIGLIE OSCURERA' TUTTO IL RESTO
Padre Martin come relatore a Dublino in agosto è stato invitato per ingenuità e ignoranza oppure perché tra gli organizzatori c'è qualcuno che odia le famiglie?
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
3 LA SINISTRA PENSA DI AVER RAGIONE SEMPRE... ANCHE QUANDO SBAGLIA
In un editoriale sul Corriere della Sera, Ernesto Galli Della Loggia dà ragione a Salvini, che però deve essere bloccato perché ha il grave torto di non essere di sinistra
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
4 CONCLUSA LA PRIMA FASE DEL PROCESSO ALLA DE MARI, TUTTO E' RINVIATO AL 14 SETTEMBRE
Silvana De Mari, scrittrice fantasy e medico, è attaccata per le sue affermazioni sui rischi dell'omosessualità (se venisse condannata, sarebbero violate tre libertà: di opinione, di divulgazione scientifica e di religione)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 I VEGANI DIFENDONO... I MACELLAI MUSULMANI
Non importa che il rituale islamico faccia soffrire di più gli animali rispetto alla macellazione comune, l'importante è non offendere gli islamici (poverini...)
Fonte: Tempi
6 I MIGLIORI LIBRI PUBBLICATI NEL 2018
Temi trattati: i fratelli musulmani, il beato Marco D'Aviano, l'opzione Benedetto, la Santa Casa di Loreto, il cambio di paradigma, ecc.
Fonte: Redazione di BastaBugie
7 SANTA MARIA GORETTI FU DEFINITA DA PAPA PIO XII ''LA PICCOLA E DOLCE MARTIRE DELLA PUREZZA''
Preferì la morte terrena anziché peccare con il suo carnefice, il quale poi si convertì e, dopo 27 anni di carcere, entrò in convento (VIDEO: Santa Maria Goretti)
Autore: Giovanni Alberti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: LO STILE DI BASTABUGIE
Usiamo un tono che può apparire ruvido e tagliente, ma crediamo sia necessario per dare la sveglia al Mondo che ultimamente si è un po' rilassato
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA XVII DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Gv 6,1-15)
Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA FAKE NEWS CHE LA SINDONE SIA UNA BUFALA
Esperimenti bizzarri e anti-scientifici... ma soprattutto gli autori della ricerca sono finanziati dal CICAP, l'associazione di atei e agnostici di cui il presidente onorario è Piero Angela (VIDEO: la Sacra Sindone)
Autore: Emanuela Marinelli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/07/2018

Nel commentare quanto affermato da Matteo Borrini e Luigi Garlaschelli nel loro articolo A BPA Approach to the Shroud of Turin (Journal of Forensic Science, 2018) mi riferisco solo al loro articolo originale, senza prendere in considerazione le notizie rimbalzate sui media in maniera incontrollata. Va subito precisato, comunque, che questi due ricercatori non hanno mai fatto parte degli scienziati che hanno studiato direttamente la Sindone e non l'hanno mai vista da vicino. Forse non l'hanno mai vista nemmeno da lontano.
Il lavoro non è nuovo, in quanto risale al 2014: lo scrivono gli autori stessi in nota nella prima pagina. Essi iniziano riferendo gli studi, anche sperimentali, di altri ricercatori che prima di loro si sono cimentati nell'interpretazione dei rivoli di sangue presenti sulla Sindone per ricostruire la posizione del corpo appeso alla croce o le diverse posizioni assunte, ammettendo che il crocifisso potesse compiere alcuni movimenti per riuscire a respirare. Questi ricercatori sono Mons. G. Ricci e i medici P. Barbet, F. T. Zugibe, M. Bevilacqua (et al.), G. Lavoie, N. Svensson.

DETTAGLI CHE NON TORNANO
Gli autori di questo articolo tralasciano però di fornire al lettore un'informazione non secondaria: questi studiosi, nella maggior parte medici, pur nelle diverse interpretazioni date ai rivoli di sangue, sono tutti concordi nel sostenere che la Sindone è il vero lenzuolo funebre di Gesù di Nazareth. Al contrario, Borrini e Garlaschelli sono convinti che sia falsa, dunque devono cercare di demolire in tutti i modi il lavoro degli altri per raggiungere il loro scopo: tentare di dimostrarlo.
Procedono affermando che i vari substrati, così come anche il calore, l'umidità e la circolazione dell'aria, possono entrare in gioco quando si tenta di ricreare lo scenario in cui i rivoli di sangue si formarono. Non sapendo che temperatura ci fosse in quel momento, optano arbitrariamente per 22°C e operano in assenza di movimenti d'aria, ritenendo comunque che queste variabili non influenzino le posizioni e le direzioni dei rivoli di sangue. Ma non avevano detto poco prima che il calore, l'umidità e la circolazione dell'aria possono entrare in gioco?
Sottolineano anche che i test sono stati eseguiti per capire lo scorrere del sangue sul corpo di un uomo crocifisso e la sua possibile compatibilità con l'immagine impressa sulla Sindone piuttosto che valutare la forma della macchia sulla stoffa. Ma non è dalla forma della macchia sulla stoffa che si può ricostruire com'era il rivolo che ha generato la macchia stessa?
Un'altra affermazione di difficile comprensione è la seguente: "È importante sottolineare che su entrambe le braccia ci sono le macchie di sangue sul lato anteriore degli avambracci". Che vogliono dire? Si poteva pensare che il crocifisso venisse appeso per un solo braccio? Oppure che un solo polso poteva essere inchiodato e l'altro legato? Oppure ancora che sull'altro lato degli avambracci non vi fossero i rivoli di sangue? E perché poi decidono, nell'esperimento, di concentrarsi solo sul braccio sinistro?

ESPERIMENTI CON NOTEVOLI PERPLESSITÀ
Per gli esperimenti è stato usato sangue umano intero contenente sostanze anticoagulanti e conservative oppure sangue sintetico e gli autori affermano che si comportano nello stesso modo. Ma chi può garantire che si comporti nello stesso modo anche il sangue di un uomo torturato, percosso, disidratato, dunque sangue più denso del normale, che scorre sulla pelle sudata e sporca del terriccio attaccatosi durante le cadute?
Anche la conduzione degli esperimenti suscita notevoli perplessità.
Per indagare sulla ferita del polso sinistro è stata posta una macchia circolare di sangue sintetico sul dorso della mano di un volontario e poi vi sono stati applicati diversi tipi di legno, ogni volta solo per 10 secondi. Una situazione ben diversa rispetto a quella di un corpo appeso alla croce per alcune ore. Trarre deduzioni da un esperimento di tale superficialità è quanto meno avventato. Eppure gli autori concludono arbitrariamente che è difficile distinguere la reale posizione del chiodo sulla Sindone.
Per lo scorrimento del sangue lungo l'avambraccio, notano che non c'è differenza fra un braccio piegato a 90° e uno diritto: tutto dipende dalla posizione dell'avambraccio rispetto al terreno. Che scoperta! Però non si accorgono che i rivoli di sangue hanno un diverso andamento sulle due braccia dell'Uomo della Sindone: il braccio destro era in effetti piegato a 90° sulla croce, come ha ricostruito Mons. Ricci, mentre il sinistro era più disteso.
Escludono che la crocifissione sia avvenuta ad un solo palo verticale, e su questo si può essere d'accordo; però concludono: "Considerando questi risultati, l'impronta sulla Sindone non corrisponde alla tradizionale immagine artistica di un crocifisso con le braccia distese sulla traversa". Intanto c'è da dire che non tutti gli artisti hanno raffigurato la crocifissione con le braccia distese sulla traversa; e poi, se questa era la "tradizionale immagine artistica", perché il falsario medievale avrebbe realizzato una Sindone diversa da quello che si credeva alla sua epoca?

INESISTENTI DUBBI SUL SANGUE
La discesa di sangue lungo gli avambracci mentre il corpo era in posizione supina viene esclusa e anche su questo si può essere d'accordo, perché ovviamente il sangue fluiva durante la crocifissione, non dopo la morte.
Sul diverso andamento dei rivoli di sangue al polso e lungo l'avambraccio, concludono che "non potevano essersi verificati nello stesso momento e con il corpo nella stessa posizione, ma rappresenterebbero i risultati di due diversi eventi sconosciuti". Eventi sconosciuti? Non hanno mai sentito parlare dell'inchiodatura a terra dei polsi al patibulum, la trave orizzontale della croce, e del successivo innalzamento sul palo verticale del patibulum con il condannato appeso? E dei possibili movimenti della vittima sulla croce per respirare?
Sulla ferita del costato: ammettono che sia stata inferta con il corpo in posizione verticale, ma nel loro esperimento riescono a ottenere che dalla ferita escano solo rivoletti che colano indipendentemente, mentre sulla Sindone si osserva una grande macchia piena di sangue. Vale la pena di descrivere questo esperimento: Garlaschelli prende un busto di manichino di quelli bianchi senza testa che si usano nei negozi per esporre capi di abbigliamento e con un manico di legno gli preme sul lato destro una spugna imbevuta di sangue sintetico. Tutto qui. E da questa rozza trovata gli autori pretendono di trarre conclusioni scientifiche rispetto al corpo di un uomo morto per rottura di cuore con conseguente emopericardio, cospicua raccolta di sangue sotto pressione che quando si incide il torace sprizza fuori a getto divisa nelle sue componenti (sangue e siero).

IL MANICHINO
Stessa scena con il manichino e la spugna per giudicare la colata di sangue nella zona lombare, senza considerare la quantità di sangue realmente uscita e la verosimile presenza di una corda che legava un panno attorno ai fianchi. Mi è sembrato di vedere uno dei "bizzarri esperimenti" di Garlaschelli nei panni del prof. Alchemist, come ad esempio questo: "Il postulato del cetriolo".
Cosa non farebbe Garlaschelli per concludere frettolosamente e arbitrariamente che la Sindone sia falsa! D'altronde ha spiegato già da tempo come e per chi lavora: "Il chimico italiano ha beneficiato dei finanziamenti di un'associazione di atei e agnostici (Il comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale, ndr). Ma sottolinea che ciò non inficia le conclusioni: «Il denaro non ha odore. Quello che è stato fatto è stato fatto scientificamente. Se la Chiesa (cattolica) vorrà in futuro finanziarmi, sono il suo uomo», ha aggiunto Garlaschelli".
Sono passati quasi nove anni da questa sconcertante ma sincera affermazione e se Garlaschelli continua a sostenere che la Sindone sia falsa, vuol dire che dall'altra parte non ha trovato nessuno disposto a finanziarlo.

Nota di BastaBugie: Emanuela Marinelli, autrice del precedente articolo, è la massima esperta di Sacra Sindone e da anni gira l'Italia (e il mondo) per tenere conferenze sul prezioso lino, testimone silenzioso della risurrezione di Gesù.
Ecco un video (durata: un'ora e un quarto) con una sua conferenza e le bellissime immagini assolutamente da non perdere.


https://www.youtube.com/watch?v=-6GMHOgY5YI

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/07/2018

2 - IL PRETE PRO LGBT AL MEETING DELLE FAMIGLIE OSCURERA' TUTTO IL RESTO
Padre Martin come relatore a Dublino in agosto è stato invitato per ingenuità e ignoranza oppure perché tra gli organizzatori c'è qualcuno che odia le famiglie?
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 14/07/2018

Che invitare padre Martin tra i relatori al meeting mondiale delle famiglie che si terrà a Dublino in agosto sia un errore terribile è evidente. Resta solo da capire se sia stato fatto per ingenuità o ignoranza, oppure perché tra gli organizzatori c'è qualcuno che odia le famiglie.
Dunque, vediamo: dal '94 ogni tre anni si tiene questo incontro mondiale. L'idea fu di san Giovanni Paolo II: quell'anno le nazioni Unite avevano indetto l'"Anno internazionale della famiglia", e la Chiesa voleva rispondere con la sua profezia sulla famiglia, la sua visione che tanto aveva - ha - da annunciare al mondo. Ovviamente non è un incontro in cui si dia un aiuto pratico alle famiglie, non è questo il momento in cui la Chiesa si mette al loro fianco, come fa o dovrebbe fare tutto l'anno, parrocchia per parrocchia, realtà per realtà. Anche perché di solito quelle che vanno - a parte quelle del luogo - sono famiglie impegnate nella Chiesa, inserite in qualche cammino, in qualche realtà associativa e che già vivono la fede.
Il punto centrale di questi raduni mondiali dunque è fondamentalmente comunicativo. Devono essere un segno per il mondo, si promuovono idee, c'è il congresso e ci sono relatori molto interessanti e un programma ricco, ma, come dicevo, per quelli già "inseriti", che vanno lì, mentre per i milioni di famiglie che ricevono il messaggio da casa loro, il meeting ha valore di segno profetico. I giornali, i siti rilanciano solo alcune parole del Papa - ovviamente, rigorosamente selezionate - qualcuno si va a rileggere il discorso per intero, la maggior parte no, e di solito finisce lì.

IL PROTAGONISTA
Quest'anno, sono pronta a scommetterci, ci sarà però uno che occuperà le pagine dei giornali insieme al Papa, nel pochissimo spazio che si degneranno di dedicare a Dublino. Questo sarà padre Martin, il gesuita che ha scritto un libro per dire che se le persone che provano attrazione per lo stesso sesso sono infelici, la colpa è della Chiesa. Non degli abusi che molti di loro hanno subito, non del fatto che gli atti omosessuali sono profondamente contrari alla felicità umana, ma della Chiesa che è cattiva. Un sacerdote, dunque, che non vuol bene alla Chiesa e che non dice la verità (infatti il suo libro comincia con una bugia, cioè racconta della strage nel locale di Orlando lasciando intendere che sia di matrice omofobica, quando il killer probabilmente era egli stesso un assiduo frequentatore del locale per omosessuali in cui è avvenuta la strage).
Non basta. Questo sacerdote terrà una relazione dal titolo "Showing welcome and respect in our Parishes for 'LGBT' People and their Families". È la seconda volta che l'acronimo LGBT, inventato di sana pianta dai militanti omosessualisti, viene scritto nero su bianco in un documento della Chiesa. Ma la prima volta era su richiesta dei giovani interpellati per la preparazione del documento per il sinodo sui giovani. E già mi era parsa un'assurdità perché i padri non dovrebbero assecondare tutte le follie dei figli, ma correggerli perché fioriscano e siano felici. Questa volta invece è un sacerdote a scegliere di usarla, uno che dovrebbe conoscere bene la posizione della Chiesa, a meno che non sia coinvolto in prima persona. E la Chiesa non è sua, ma è un deposito che ha ricevuto e che dovrà tramandare, di cui dunque non può fare quello che vuole.

UNA GRAVE OFFESA
Che la Chiesa usi questo acronimo in un programma ufficiale è una grave offesa alle persone che vivono la loro attrazione verso lo stesso sesso con fatica, cercando Dio e senza assecondarla. Vuol dire inchiodare una persona alla propria attrazione, vuol dire togliergli la propria dignità di persona che è e sarà sempre molto di più della sua attrazione, anche quando deciderà di esercitarla e di aderirvi. Non sarà mai una persona LGBT, sarà una persona e basta.
Che la Chiesa inviti Martin a parlare al mondo nel raduno mondiale della famiglie è, soprattutto, uno schiaffo in piena faccia ai milioni di famiglie che stanno in trincea, che combattono con la povertà, con un figlio disabile, con la mancanza di lavoro o con la fatica bestiale quando il lavoro c'è, con la tentazione di mollare tutto, con la fatica della fedeltà a situazioni drammatiche: queste famiglie se ad agosto apriranno i giornali leggeranno solo del sacerdote militante. Niente verrà riportato sui siti, nessuna delle belle parole dei tanti che invece parleranno di esperienza vissuta, del loro lavoro a fianco delle famiglie ferite - quale famiglia non lo è, in qualche modo? - di tutto l'enorme patrimonio di saggezza che la Chiesa può offrire. Niente di niente. Il sacerdote mediatico americano sarà l'unica notizia, e la colpa di chi è? Non lo so. So che a molti non era gradito, e che c'è stato un braccio di ferro per evitare che venisse invitato. Non so chi fosse a favore di questo invito, anche se posso immaginarlo, so comunque che ha vinto. So però chi ha perso. So che hanno perso le famiglie. So che perde anche la Chiesa, perde credibilità. Perché la militanza LGBT non c'entrava veramente niente con il cuore del tema delle famiglie. Ci sono centinaia e centinaia di milioni di famiglie assetate di verità, e che saranno schifate da questa propaganda. So che hanno perso, infine, le persone che provano (o credono di provare) attrazione per lo stesso sesso, il cui problema è la ricerca della verità, non che venga "mostrato loro rispetto", perché di rispetto ne hanno, tanto più nelle parrocchie, ma non è quello il loro problema.

FAMMI UN PEZZO A MARGINE
Conosco un pochino i mezzi di informazione: quando c'è un convegno, un'iniziativa ufficiale, la stampa non riporta mai i contenuti veri e propri, considerati sempre troppo istituzionali e poco notizia. In gergo si dice "fammi un pezzo a margine", cioè raccontami non la cosa centrale, non il tema del convegno che quello si sa ed è una noia mortale, ma qualcosa di contorno, un pezzetto intrigante, qualcosa che guadagni un decimo di share o un clic in più. È la malattia dell'informazione, ma bisogna saperlo. Bisogna saper usare i mezzi di informazione. Navarro Valls spiegava sempre a Giovanni Paolo II: se lei dice questo, domani i giornali scriveranno quello. Ecco, io non sono Navarro Valls, ma fin qui ci arrivo anche io: se a Dublino va il prete pro LGBT, la notizia per i giornali sarà lui, il prete che non condivide il catechismo (dice che induce al suicidio!), non la coppia che racconta come è uscita da una crisi, come si rimane sul campo di battaglia consegnando il cuore a Cristo, come si diventa una sola carne vivendo il mistero grande di cui parla Gesù nel Vangelo, che è invece quello che davvero serve alle famiglie assetate di verità e bellezza, non di propaganda. Un po' la stessa cosa che è successa con Amoris laetitia: due paragrafi dell'ottavo capitolo hanno azzerato tutto il resto per la stragrande maggioranza della gente che, colpevolmente, non si sogna proprio di leggere esortazioni postsinodali, lettere apostoliche, encicliche. Bisogna sapere come funziona la comunicazione e usarla per il bene.
Se chi ha deciso il programma è solo ingenuo, siamo ancora in tempo per rimediare. Se odia le famiglie, beh, allora è stato proprio bravo a piazzarlo in cartellone.

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 14/07/2018

3 - LA SINISTRA PENSA DI AVER RAGIONE SEMPRE... ANCHE QUANDO SBAGLIA
In un editoriale sul Corriere della Sera, Ernesto Galli Della Loggia dà ragione a Salvini, che però deve essere bloccato perché ha il grave torto di non essere di sinistra
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 22/07/2018

Una cosa è populista, fascista e xenofoba se la dice (o la fa) Salvini. Mentre diventa giusta, meritoria e lungimirante appena la dice o la fa la Sinistra. Ormai questo è l'andazzo. Lo abbiamo visto con l'emigrazione e il caso Minniti.
Qualcosa di simile potrebbe accadere sui temi dell'identità, della nazione, del sovranismo e dell'Europa.
Lo storico Ernesto Galli della Loggia, venerdì scorso, con un editoriale sul "Corriere della sera", ha attaccato "l'ideologia europeista" perché ha "delegittimato alla radice" la moderna idea di nazione (o di stato nazionale) facendone la "responsabile di tutte le sciagure novecentesche".
Come se le guerre non fossero esistite da prima, da sempre (dice lui giustamente), e come se - aggiungo io - il XX secolo non fosse stato devastato dal comunismo che era nemico dell'idea di nazione.
Galli è favorevole a recuperare l'identità nazionale, l'idea di patria, di Stato e il senso di appartenenza alla storia italiana. Quindi dovrebbe trovarsi vicino ai "sovranisti".
Ma curiosamente in quell'editoriale attacca l'UE perché con la sua ideologia anti-nazione ha dato la possibilità a Salvini di farsi paladino dell'Italia e degli italiani, cosa che lui definisce "una deriva sovranista".

ATTACCARE CHI HA RAGIONE
Poi Galli, ricordando che le "maggiori culture politiche" della prima repubblica (comunisti e cattolici) erano estranee all'idea di nazione, critica "l'establishment italiano, in prima fila l'establishment culturale", cresciuto in quel clima, perché dopo la fine della prima repubblica si è gettato "nell'infatuazione europeistica più acritica" spingendosi "addirittura fino alla rinuncia della sovranità in ambiti delicatissimi come la formazione delle leggi".
E cita - come esempi deleteri - la riforma costituzionale del 2001 "che sottomette la potestà legislativa" ai "vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario" (un assoggettamento che nessun altro paese ha voluto). Oppure l'introduzione "sulla stessa linea" del Fiscal compact nel 2012.
Sono le stesse critiche che fanno i sovranisti e i leghisti, ma Galli e il Corriere non attaccano l'establishment italiano per aver fatto quei colossali errori, ma perché così "il tema della nazione" è stato "pian piano regalato" agli estremisti del populismo come Salvini.
Sarebbe interessante ricostruire cosa scrivevano Galli e il Corriere quando quelle infelici riforme antinazionali venivano introdotte. Non mi pare che abbiano fatto le barricate.
Oggi comunque le criticano, ma curiosamente se la prendono con chi le ha criticate prima di loro (a tempo debito) e lamentano il fatto che "la nazione è fatalmente divenuta patrimonio e strumento di una parte".
Cosicché il loro vero bersaglio polemico - paradossalmente - diventa non chi ha sbagliato e ha umiliato la sovranità nazionale, ma chi ha avuto ragione già da allora e ha difeso tale sovranità come lo stesso Galli e il Corriere oggi vorrebbero.
A quelli che hanno sbagliato (l'establishment e la Sinistra) Galli e il Corriere chiedono oggi di recuperare "l'idea di nazione", ma per fermare e sconfiggere "l'inganno nazionalistico che incalza". Qui Galli, che pure è un bravo storico, confonde due idee opposte e inconciliabili, il sovranismo e il nazionalismo.

LA SINISTRA HA RAGIONE, ANCHE QUANDO SBAGLIA
Il sovranismo di Paesi come l'Italia vuole ritrovare la piena sovranità nazionale e difendere l'interesse nazionale. Il nazionalismo invece è quello di paesi, come la Francia e la Germania, che impongono i loro interessi politici ed economici agli altri Stati della UE con una logica imperialistica e colonizzatrice.
Perché dunque non criticare costoro anziché i sovranisti italiani?
Ieri Galli della Loggia è intervenuto anche sulla "Lettura", il settimanale culturale del "Corriere della sera", per elogiare un articolo (uscito sull'"Espresso") di Roberto Esposito dove si recupera l'idea di nazione. Titolo: "Ora l'identità piace a sinistra".
Scrive Galli: "L'invocazione della dimensione nazionale tradizionale da parte di un giornale come 'L'Espresso' - da sempre vetrina del punto di vista progressista - è qualcosa che va segnalato". E' il segno "di quanti treni la sinistra ha perso".
A parte il fatto che un articolo di Esposito sull'"Espresso" non sembra precisamente un fatto epocale che cambia la mentalità dei nostri progressisti, è significativo che Galli continui a ripetere che una tale "svolta" serve anzitutto a sconfiggere Salvini:
"Riscalda l'animo assistere oggi, pur di sbarazzarsi di Matteo Salvini, alla rivalutazione... della lingua, della bandiera, delle insegne militari, del sangue e del cuore... Fa piacere, insomma, vedere rimesso in auge quel concetto di identità che per tanto tempo il benpensante progressista ha giudicato alla stregua di qualcosa che andava assolutamente espulso dalla storia e dalla politica per bene".
Per i salotti dell'establishment è la Sinistra che è deputata, per statuto, ad aver ragione, anche quando sbaglia. Mentre "la destra" per definizione deve aver torto, anche se dice le cose giuste. Dunque, per costoro, Salvini ha il gravissimo torto di aver ragione e questo non può essergli perdonato.

Fonte: Libero, 22/07/2018

4 - CONCLUSA LA PRIMA FASE DEL PROCESSO ALLA DE MARI, TUTTO E' RINVIATO AL 14 SETTEMBRE
Silvana De Mari, scrittrice fantasy e medico, è attaccata per le sue affermazioni sui rischi dell'omosessualità (se venisse condannata, sarebbero violate tre libertà: di opinione, di divulgazione scientifica e di religione)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14/07/2018

"Con questo processo per la prima volta in Italia sono in gioco contemporaneamente le tre libertà principali della nostra civiltà: quella di opinione, quella di divulgazione scientifica e quella di religione". L'avvocato Mauro Ronco commenta così con la Nuova BQ l'imminente udienza che vedrà come imputato la scrittrice, e medico, Silvana De Mari, trascinata in tribunale da un'associazione Lgbt per aver espresso semplicemente una verità scientifica circa la condizione dell'omosessualità. Diffamazione. Questo è il capo di imputazione per il quale la scrittrice fantasy dovrà comparire il 18 luglio prossimo davanti al giudice del tribunale di Torino.
Sotto accusa le dichiarazioni e le prese di posizione che la De Mari ha fatto nel 2016 su diverse testate (tra cui la Zanzara, la Nuova BQ e la Crocequotidiano) e il suo profilo Fb per mettere in guardia gli omosessuali dal rischio sanitario della loro condotta. Parole dure, ma vere, che la De Mari si è sentita di pronunciare principalmente da medico, dopo essere stata tanti anni a contatto con le conseguenze sanitarie di pazienti omosessuali. Ma parole politicamente scorrette, che oggi è vietato ricordare e per le quali d'ora in avanti bisognerà stare attenti dal pronunciare pena appunto il doverne rispondere di fronte al giudice.
La De Mari ha pubblicato una memoria difensiva sul suo blog nella quale entra nel dettaglio delle accuse a lei rivolte e spiega, dati scientifici alla mano perché la sua è un'attività di informazione scientifica incontestabile. Uno scritto nel quale la donna si propone di "di dimostrare che le accuse formulate nel capo di imputazione non hanno alcun fondamento. Io ho sempre inteso esprimere la verità scientifica, peraltro corrispondente alla verità metafisica, riguardante il significato della sessualità umana, nonché le gravi malattie che si trasmettono sessualmente attraverso pratiche di erotismo anale".
E si affida a Orwell: "Nell'ora dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. Ora, a stare al fatto che è iniziato un procedimento penale nei miei confronti, sembra addirittura che dire la verità sia un atto criminale". Nel frattempo è stato lanciato l'hastag #iostoconsilvanademari ed è stato fatto un appello al quale hanno già aderito migliaia di persone.
La De Mari ha chiarito che fino a due anni fa "pensavo che l'omosessualità non fosse genetica e irreversibile. Avevo sempre dato per scontato che fosse costituzionale e mi ero resa conto nella mia carriera di medico dei problemi che dà dal punto di vista fisico e di tipo psicologico. Ma la conoscenza dei casi di Luca Di Tolve, Joseph Sciambra e Richard Cohen, tutti ex omosessuali che grazie alle terapie riparative hanno dimostrato come quella omosessuale non sia una situazione irreversibile, ho deciso di uscire allo scoperto e mettere a disposizione dell'opinione pubblica la verità sui rapporti omoerotici e sulla promiscuità sessuale, che moltiplica le malattie e non ha nulla di allegro".
La memoria difensiva, che verrà consegnata al giudice, costituisce il grosso della difesa della De Mari, che è seguita dagli avvocati Mauro Ronco e Fabio Candalino. Ed è proprio con Ronco, avvocato penalista e principe del foro, ma anche giurista di fama e presidente del Centro Studi Livatino, che la Nuova BQ ha cercato di capire perché il processo De Mari che si aprirà a Torino segnerà per certi versi uno spartiacque in Italia.
Professore Ronco, il processo De Mari dunque ha a che fare con tante libertà?
Noi sosterremo la libertà di espressione come livello più elementare di difesa ma sopra questa arriveremo alla libertà scientifica e infine alla libertà religiosa. Il punto è che sembra essersi imposta anche a livello di diritto una assurda pretesa: quella che non si possono muovere critiche o osservazioni di coloro che praticano una determinata attitudine sessuale, che è riprovata dall'Antico e dal Nuovo Testamento. Se passasse questo concetto vorrebbe dire che in Italia non si può neanche proclamare la verità della Scrittura.
Ma la Scrittura è la Scrittura, la scienza invece...
Ci sono verità naturali che vengono confermate a livello di rivelazione e che le Scritture raccontano. Prendiamo San Paolo dove l'omosessualità è riprovata grandemente perché non è conforme alla natura, la quale è legata alla fecondità. Vietare di dire che questo tipo di genitalità rinnega lo scopo fondamentale della sessualità dunque è anche un attacco alla libertà religiosa.
Ma la De Mari è un medico e non una religiosa...
Per quanto riguarda invece la libertà di divulgazione scientifica, la dottoressa De Mari ha esposto delle realtà di carattere scientifico e non ha offeso nessuno, anzi rispetto alle persone di tendenza omosessuale ha sempre manifestato il massimo rispetto. Nel suo atteggiamento e nei suoi scritti e interviste non c'è nessuna intenzione di diminuire la dignità delle persone. Lei vuole sottolineare il carattere non conforme di queste abitudini sessuali. E ciò è comprovato dalle malattie gravi di cui possono essere veicolo queste relazioni. Inoltre, ha documentato le gravi malattie di carattere infettivologico e lesivo dell'ano che derivano da questo comportamento sessuale.
Opinioni, dunque? Tali da meritare una denuncia per diffamazione appoggiata non solo dall'estensore, il Torino Pride, ma anche dal sindaco sotto la Mole Chiara Appendino?
Siamo di fronte a qualche cosa di più di opinioni, ma fondamentali nozioni scientifiche e verità sulla natura umana. Ciascuno conserva la sua libertà di esprimere determinate tendenze, ma il medico ha la libertà e il dovere di esprimere tutte le contrarietà del caso e anche di mettere in guardia rispetto ai rischi per la salute. Tutta la sua opera e le dichiarazioni rese in quelle determinate occasioni sono state per mettere in luce ciò che il sesso anale comporta. Ecco perché è a rischio la libertà scientifica: proprio perché così facendo si impedisce a un medico di esercitare il suo dovere di informazione.
Ma che cosa oppone il Pride di Torino? Avanza ad esempio controprove scientifiche che quello che scrive lei è sbagliato o non pienamente condiviso dalla comunità scientifica?
No, niente di tutto questo. E non potrebbe essere altrimenti perché non esiste qualche cosa di scientifico che si possa opporre. Il Pride ha detto semplicemente che abbiamo violato la libertà di queste persone che loro rappresentano e violato il loro onore, ma in tutta verità non si capisce che cosa avremmo discriminato o leso dal momento che l'attività della De Mari è sempre stata animata da evidenze scientifiche e non da quel livore ideologico-politico che invece si ravvisa dalla denuncia.
Perché si è arrivati al processo?
Il Pm aveva chiesto l'archiviazione. Ma davanti al Gip c'è stata l'opposizione del movimento Lgbt e il giudice, secondo il rito ha deciso che il pm dovesse esercitare coattivamente l'azione penale. Così siamo arrivati alla prima udienza il 18 luglio.
Avete sentito la pressione delle cosiddette lobby gay?
Indiscutibilmente. Questa operazione è portatrice di un interesse volto a rafforzare l'intangibilità delle critiche in modo da tacitare ogni tipo di libertà. L'azione lobbistica è evidente. Ma è un modo per farsi forza che produce come effetto l'impossibilità di esercitare un'influenza di carattere medico per impedire la manifestazione di verità scientifiche. Questo è molto grave.
Ritiene che questo processo segni un punto di svolta?
Assolutamente sì. In tanti anni di carriera è la prima volta che mi trovo ad affrontare un caso del genere in cui sono messe in discussione contemporaneamente tre delle libertà fondamentali dell'uomo.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14/07/2018

5 - I VEGANI DIFENDONO... I MACELLAI MUSULMANI
Non importa che il rituale islamico faccia soffrire di più gli animali rispetto alla macellazione comune, l'importante è non offendere gli islamici (poverini...)
Fonte Tempi, 4 luglio 2018

«Siamo vegani, mica islamofobi». È con questa incredibile motivazione che due sigle vegane hanno preso le distanze dai responsabili di attacchi in Svizzera contro 11 tra macellerie, fast food e pelliccerie a Ginevra e Nyon, a partire da aprile, perché durante le operazioni sono stati colpiti anche due rivenditori di kebab.
Gli attivisti antispecisti hanno infranto vetrine e ricoperto di scritte ingiuriose i muri dei negozi. Tra gli obiettivi colpiti, anche tre McDonald's e appunto due rivenditori di kebab. Intervistati dal giornale svizzero Genève, la militante Virginia Markus, il presidente dell'associazione "Per l'uguaglianza animale", Pia Shazar, e la delegata svizzera dell'associazione "268 Liberazione animale", Elisa Keller, hanno dichiarato: «Dobbiamo evitare la xenofobia».

NON SIAMO ISLAMOFOBI
Ma come? I vegani dovrebbero scagliarsi a maggior ragione contro le macellerie islamiche che, per seguire il rituale halal di macellazione, dissanguano l'animale con un taglio netto che recide giugulare, carotidi, esofago e trachea senza stordire prima la bestia e provocando così ulteriori sofferenze inutili. «A ragione del contesto di islamofobia inaccettabile nel quale viviamo», spiega Shazar, «colpire una popolazione già stigmatizzata non sarebbe davvero giusto. Inoltre, criticare l'uccisione rituale degli animali rischierebbe di essere collegato a ragioni xenofobe. E noi vogliamo evitarlo».
La stessa delicatezza e comprensione non deve invece essere usata per tutti gli altri, come i casi recenti in Italia, Inghilterra e Francia dimostrano.

ANIMALI PIÙ IMPORTANTI DEGLI UOMINI (A MENO CHE NON SIANO ISLAMICI)
Quindi, ricapitolando: gli animali hanno lo stesso valore degli uomini, anzi sono più importanti perché è lecito danneggiare la reputazione e le imprese delle famiglie che fanno soffrire gli animali, senza considerare quanto le azioni violente facciano soffrire i suddetti essere umani. A volte però gli uomini valgono più degli animali, ma solamente se professano la religione giusta che, nella fattispecie, è l'islam. Non importa che il rituale islamico faccia soffrire gli animali di più rispetto alla macellazione comune, l'importante è non far soffrire i musulmani protestando contro il modo in cui trattano gli animali. Se sei cristiano, invece, meriti il castigo.
Seguendo il ragionamento, si può capire quanto la vegana francese condannata a sette mesi di prigione per "apologia di terrorismo", sia l'attivista perfetta. La donna ha scritto dopo l'uccisione di un macellaio durante l'attentato jihadista di Trèbes: «Siete scioccati che un assassino venga ucciso dai terroristi? Io no, ho zero compassione per lui, c'è ancora una giustizia». Tutto fila: è giusto uccidere l'essere umano (cristiano) perché ha fatto soffrire un animale - e l'animale vale più dell'essere umano - e non bisogna stigmatizzare l'attentatore perché è musulmano. Sono vegani, mica xenofobi.

Fonte: Tempi, 4 luglio 2018

6 - I MIGLIORI LIBRI PUBBLICATI NEL 2018
Temi trattati: i fratelli musulmani, il beato Marco D'Aviano, l'opzione Benedetto, la Santa Casa di Loreto, il cambio di paradigma, ecc.
Fonte Redazione di BastaBugie, 25/07/2018

I FRATELLI MUSULMANI E LA CONQUISTA DELL'OCCIDENTE
Souad Sbai - Armando Curcio Editore - pp. 200 - € 14,90 - anno 2018
Verificare i segnali. Specialmente quando essi sono flebili ma costanti, capaci di bisbigliare la verità senza grida e vesti stracciate. Perché il passo con cui l'estremismo organizzato attraversa il mondo è felpato, leggero, quasi impercettibile. Souad Sbai torna a parlare di radicalismo e di infiltrazioni jihadiste, partendo dal ritrovamento di un documento rinvenuto nel 2001 nella dimora svizzera di colui che da sempre è considerato una sorta di "ministro degli esteri" della Fratellanza Musulmana, e che racconta come stava evolvendo il progetto dei Fratelli Musulmani: "La Conquista dell'Occidente''. Il testo si collega all'attualità, ai disordini civili che ogni giorno colpiscono il mondo. (Disponibile dal 23 agosto 2018)
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PADRE MARCO D'AVIANO - Il beato che salvò l'Europa
don Marcello Bellina - Edizioni Segno - pp. 265 - € 15,00 - anno 2018

Marco D'Aviano è grande per la santità della vita, per l'apostolato del tutto straordinario, che esercitò per tanti anni, con immenso frutto per le anime, per la missione che Dio gli affidò in uno dei momenti più critici della storia della Chiesa, per i quali il suo intervento è stato decisivo, fino al punto di salvare l'Europa dall'invasione turca, che certamente non si sarebbe fermata a Vienna. Ma, salvando l'Europa, ha salvato il cristianesimo.
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L'OPZIONE BENEDETTO - Una strategia per i cristiani in un mondo post-cristiano
Rod Dreher - San Paolo Edizioni - pp. 352 - € 25,00 - anno 2018

L'autore cominciò a parlare di Opzione Benedetto dieci anni fa, dalle colonne dei giornali conservatori americani. Quando gli chiesero di raccogliere le proprie ipotesi in un libro, Dreher scrisse questo testo che è diventato un vero e proprio manifesto sia del conservatorismo, sia delle prospettive future per il cristianesimo. La tesi di fondo è semplice: in un mondo come il nostro, molto simile a quello che vide la fine dell'Impero Romano con l'arrivo dei barbari, è necessario fare come Benedetto da Norcia, separarsi dall'Impero per poter ritrovare le proprie origini, radici e identità, così da poter essere in prospettiva "sale della terra- non insipido. Tacciato di favorire un ghetto cristiano, il libro di Dreher è molto più ricco, e non mancherà di creare dibattito anche in Italia, dove prima ancora di essere pubblicato è stato recensito e commentato.
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IL MIRACOLO DELLA SANTA CASA DI LORETO
Federico Catani - Edizioni Luci sull'Est, Spunti - pp. 140 - offerta libera - anno 2018

Loreto ha l'immenso privilegio di ospitare una delle più importanti reliquie della Cristianità: la Santa Casa della Beata Vergine Maria. Vi si conservano infatti le tre pareti entro le quali Dio si è fatto uomo ed è iniziata la nostra Redenzione. In quella dimora la Madonna è stata concepita, è nata e ha ricevuto l'annuncio dell'arcangelo Gabriele. In quella abitazione è poi vissuta insieme a Gesù e al suo sposo San Giuseppe. Quello di Loreto, come scrisse papa Giovanni Paolo II, è il "primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore mariano della Cristianità".
Si tratta inoltre di un miracolo vivente, che desta ancora domande e curiosità. Come si può dimostrare che le tre pareti sono proprio quelle della Casa della Santa Famiglia? Come sono venute da Nazareth in Italia? È stata opera degli angeli oppure dei crociati? E la Casa è giunta subito a Loreto oppure ha toccato altri luoghi? Cosa dire poi dell'importanza del Santuario Lauretano nella lotta tra Cristianità e islam? Quali miracoli vi sono avvenuti e quali santi e personaggi famosi vi hanno fatto visita?
Questo libro vuole rispondere a tali interrogativi e valorizzare questo scrigno di storia, fede e tradizione che il nostro Paese ha la grazia di custodire.
Per ordinare il libro telefonare allo 0685352164 oppure scrivere una mail segreteria@lucisullest.it

IL "CAMBIO DI PARADIGMA" DI PAPA FRANCESCO - Continuità o rottura nella missione della Chiesa? Bilancio quinquennale del suo pontificato
José Antonio Ureta - Independently published - pp. 335 - € 8,00 - anno 2018

Un bilancio quinquennale del pontificato di Papa Francesco su temi di interesse per i laici: restringimento pastorale nella difesa dei valori non negoziabili; promozione dell'agenda neo-marxista dei "movimenti sociali"; promozione dell'agenda "verde"; favoreggiamento dell'immigrazione e dell'Islam; una nuova moralità e accesso alla comunione per divorziati risposati, ecc. Nel confronto con quest'agenda di accettazione della Modernità anti-cristiana, lo studio difende la liceità della resistenza e chiede la sospensione della convivenza abituale con i pastori demolitori.
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CHIESA GNOSTICA E SECOLARIZZAZIONE - L'antica eresia e la disgregazione della fede
Stefano Fontana - Ed. Fede & Cultura - pp. 192 - € 18,00 - anno 2018

La Gnosi è un'eresia che pretende che la salvezza non venga da Dio ma dall'uomo attraverso una conoscenza iniziatica che rifiuta la realtà naturale per riplasmarla. Da sempre presente nella storia del cristianesimo e ripetutamente condannato, lo gnosticismo è stato inteso invece negli ultimi anni come un contributo positivo al dibattito teologico e uno sviluppo dialettico utile al futuro della Chiesa. Questo libro analizza l'eresia gnostica nelle sue relazioni con il pensiero moderno attraverso pensatori come Rahner, Maritain o Metz, la "svolta antropologica" della teologia cattolica contemporanea e movimenti come la Riforma luterana o la Teologia della Liberazione. L'esito di tutto questo però può essere solo uno: la secolarizzazione.
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Fonte: Redazione di BastaBugie, 25/07/2018

7 - SANTA MARIA GORETTI FU DEFINITA DA PAPA PIO XII ''LA PICCOLA E DOLCE MARTIRE DELLA PUREZZA''
Preferì la morte terrena anziché peccare con il suo carnefice, il quale poi si convertì e, dopo 27 anni di carcere, entrò in convento (VIDEO: Santa Maria Goretti)
Autore: Giovanni Alberti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06-07-2018

È come un'antologia di virtù, ricca di insegnamenti oggi dimenticati dal mondo e perfino derisi, la vita eroica di santa Maria Goretti (1890-1902), «la piccola e dolce martire della purezza», come la chiamò Pio XII nel canonizzarla, che preferì la morte terrena anziché peccare con colui che divenne il suo carnefice. Seconda dei sei figli di Assunta Carlini e Luigi, due umili braccianti, era nata il 16 ottobre nel piccolo comune marchigiano di Corinaldo, ricevendo il Battesimo a 24 ore dalla nascita. I suoi genitori avevano una grande fede e, come dirà la madre, si curarono di dare ai figli un'educazione «perché crescessero buoni cristiani». Marietta, com'era chiamata, ricevette la Cresima a meno di sei anni e nell'ottobre 1897 si trasferì con la famiglia a Paliano, nel Lazio, dove i genitori, accettando la proposta del proprietario terriero e senatore Giacinto Scelsi, lavorarono come mezzadri al fianco di Giovanni Serenelli e del giovane figlio Alessandro, orfano della madre.
Nel 1899 lei e i familiari furono costretti a trasferirsi di nuovo e, insieme ai Serenelli, si accasarono nella cascina di un conte alle Ferriere di Conca, nel mezzo delle paludi pontine, ancora non bonificate. Da quelle parti la malaria era micidiale e appena un anno dopo si portò via il padre della santa, segnando un vero dramma familiare per i Goretti. Mamma Assunta, rimasta sola ad allevare i sei figli, dovette sostituire il marito nel lavoro dei campi, mentre Marietta si dedicò alle faccende di casa. Fu proprio lei, pur affranta dal dolore, a fortificare la madre con la sua fiducia nella Provvidenza: «Mamma, non ti preoccupare, Dio non ci abbandonerà». Dio lo cercava e lo trovava nel quotidiano. Si alzava di buon mattino prima degli altri, diceva le orazioni, sistemava il pollaio, preparava la colazione, svegliava i fratellini, li aiutava a prepararsi per la giornata e li faceva pregare.
Nutriva un amore filiale per la Madonna e alla sera, dopo una giornata di fatiche, si inginocchiava insieme ai fratellini per recitare il Rosario, «che le era indispensabile come l'aria che respirava», come testimonierà la mamma, alla quale i vicini dicevano spesso: «Che angelo di figlia avete!». Marietta non sapeva leggere ma aveva un grande desiderio di imparare «la dottrina» per poter fare in anticipo la Prima Comunione, che allora si riceveva abitualmente solo dopo il 12° anno di età. Moltiplicò i sacrifici per andare al catechismo, che poi insegnava con entusiasmo in famiglia, e il 16 giugno 1901 ricevette per la prima volta Gesù Eucaristico. Fu allora che maturò il proposito di morire piuttosto che commettere peccati, un fatto comune ad altri giovanissimi santi, come per esempio Domenico Savio. La Messa domenicale era per lei la gioia più grande e nulla le impediva di partecipare, né gli undici chilometri di distanza, percorsi a piedi, né le intemperie.

DIO NON VUOLE, SE FAI QUESTO VAI ALL'INFERNO!
Approfittando della mancanza del padre, i Serenelli rivelarono il loro lato peggiore. L'anziano Giovanni insidiò, invano, Assunta («osò farmi delle proposte infami») e lasciò spesso affamati i Goretti. Il figlio Alessandro tentò più volte Marietta, che respinse sempre i suoi approcci, desiderando rimanere casta. Il 5 luglio 1902 Alessandro, allora ventenne, trascinò con forza la piccola dentro la cucina, ma si sentì dire: «No, no, Dio non vuole, se fai questo vai all'inferno!». Accecato dall'ira, la colpì ripetutamente con un punteruolo, infliggendole 14 ferite. Durante i disperati tentativi di cura all'ospedale Marietta invocò di continuo la Vergine e rimase lucida e serena, nonostante i dolori atroci. Il 6 luglio le fu messa al collo una medaglia, che sanciva la sua iscrizione alle Figlie di Maria, e i presenti videro il suo volto illuminarsi. Il sacerdote le chiese infine se perdonava Serenelli: «Sì, per amore di Gesù lo perdono, e voglio che venga con me in Paradiso». Alle 15:43 di quello stesso giorno, quando aveva 11 anni e 8 mesi, la vergine e martire Maria Goretti fece il suo ingresso nella gloria eterna.
Le grazie della sua santità si manifestarono presto. Serenelli passò 27 anni in carcere, ma già nel 1906 vide in sogno la santa nell'atto di offrirgli dei gigli. Dopo essere uscito di prigione chiese perdono in ginocchio ad Assunta, lavorò come ortolano dai Cappuccini e il 24 giugno 1950 fu presente alla canonizzazione di Maria: la folla di fedeli fu tale che per la prima volta la funzione religiosa si svolse in piazza San Pietro. Assunta, ormai anziana, assistette all'evento da una finestra del Palazzo Apostolico, diventando la prima mamma della storia a sentire proclamata la santità della figlia. Una figlia che la Provvidenza ha posto come lampada per far risplendere la luce di Cristo, prima che le virtù cristiane da lei fedelmente incarnate - dalla castità all'obbedienza ai genitori, dal sacrificio allo sguardo ai beni celesti - fossero sottoposte al disprezzo dei movimenti femministi e sessantottini, noncuranti dell'eternità. A cui invece guardò con gratitudine Serenelli.

LA MIA LUCE, LA MIA PROTETTRICE
L'omicida convertito così scrisse nel suo testamento spirituale: «Sono vecchio di quasi 80 anni, prossimo a chiudere la mia giornata. Dando uno sguardo al passato, riconosco che nella mia prima giovinezza infilai una strada falsa: la via del male che mi condusse alla rovina. Vedevo attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi che la maggior parte dei giovani segue quella via, senza darsi pensiero: ed io pure non me ne preoccupai [...]. Maria Goretti, ora santa, fu l'angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti ai miei passi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per me, suo uccisore. [...] Maria fu veramente la mia luce, la mia Protettrice; col suo aiuto mi diportai bene e cercai di vivere onestamente, quando la società mi riaccettò tra i suoi membri. [...] Coloro che leggeranno questa mia lettera vogliano trarre il felice insegnamento di fuggire il male, di seguire il bene, sempre, fin da fanciulli. Pensino che la religione coi suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero conforto, la unica via sicura in tutte le circostanze, anche le più dolorose della vita. Pace e bene!».

Nota di BastaBugie: consigliamo la lettura del libretto "Marietta, La piccola grande storia di santa Maria Goretti" (ed. Shalom) pubblicato per la prima volta nel 1970 e da allora diventato un long seller di indubbia spiritualità.
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Nel seguente video (durata: 5 minuti) la storia di Santa Maria Goretti


https://www.youtube.com/watch?v=ADZQvN3Bitk

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06-07-2018

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: LO STILE DI BASTABUGIE
Usiamo un tono che può apparire ruvido e tagliente, ma crediamo sia necessario per dare la sveglia al Mondo che ultimamente si è un po' rilassato
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 25/07/2018

Gentile redazione di BastaBugie,
vorrei con umiltà fraterna invitarvi a riflettere sui toni perentori, indelicati e spesso giustizialisti con cui intervenite con dei giudizi su talune figure, perché dietro questa dialettica si può nascondere un inganno.
Sono perfettamente solidale con la vostra visione di una militanza sempre più esposta e oggetto di contraddizione a cui siamo chiamati noi cristiani oggi, quanto più le diversità del mondo sono una negazione della morale naturale, del valore della vita e della visione antropologica di "uomo celeste", dono supremo a cui ci è stato dato accesso dal sacrificio di Cristo.
Sono anche consapevole del rischio di un annacquamento dei valori cristiani autentici da parte di quella porzione di Chiesa più contaminata dal pensiero dominante, che può distruggere dall'interno la compagine dei cristiani, quanto il nemico che, vestito da angelo di luce, ci attacca da dentro con i suoi sofismi.
Tuttavia, riscontro a volte dei toni caustici e che sanno di giudizio definitivo da parte di cristiani superiori, che non lasciano spazio ad un contraddittorio, o anche a letture diverse con opportune argomentazioni.
Il rischio è quello che la storia si incarichi di smentirci, riportandoci ad un'umiltà con un clamore ben maggiore della semplicità di una scelta quotidiana in cui adottiamo la povertà come abito.
Ammetto di essere uno di quelli che perde facilmente la pazienza e il decoro dialettico nelle situazioni provocatorie, e da fratello ricordo che è conveniente per noi essere cauti nel nostro parlare tenendoci sottomessi gli uni agli altri, pur essendo autorevoli come Cristo lo è stato parlando con gli uomini, ma caritatevoli verso quelle situazioni di cui non conosciamo tutto come Cristo conosce, e che possono avere motivazioni non note e non facilmente deducibili neanche dai più attenti.
Con stima,
Emanuele

Caro Emanuele,
intanto grazie per l'amicizia e la stima con cui leggi il nostro sito.
Tutte le cose che dici sono giuste ed infatti nei rapporti personali con gli altri è doverosa una certa cautela nei giudizi in quanto questi spettano principalmente a Dio nel giudizio universale e particolare di ciascuna anima. Va tenuto anche conto che noi non conosciamo fino in fondo l'anima di chi ci sta davanti.
Semmai noi usiamo un tono che può apparire ruvido e sbrigativo, ma crediamo sia necessario per dare una sveglia a un mondo un po' rilassato negli ultimi tempi.
A chi pensa che questo stile non sia cristiano vorrei ricordare che il vangelo è pieno di parole ruvide da parte di Giovanni il Battista e Gesù Stesso: razza di vipere, sepolcri imbiancati, et similia. Anche Paolo che riprende Pietro negli Atti degli Apostoli, pur essendo Pietro il primo Papa, potrebbe sembrare irriverente a una lettura superficiale.
Insomma quando il personaggio è pubblico e compie atti pubblici va giudicato e anche stigmatizzato quando il comportamento è evidentemente contro la Rivelazione o contro la natura umana, ma anche semplicemente contro il buon senso. Quando Giovanni il Battista urla il suo "non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello" all'indirizzo del re (Erode), non crediamo che Gesù lo abbia poi brontolato invitandolo alla moderazione nei termini usati o nei giudizi pubblici espressi. Anzi Gesù loda Giovanni il Battista dicendo che non è nato uno più grande di lui.
Ecco in sintesi spiegato lo stile del nostro sito. Comprendiamo che possa piacere o non piacere, per cui se uno ha un altro stile può esprimerlo in internet o nella sua vita come vuole. Crediamo però che l'apprezzamento dei nostri lettori (in costante crescita dal 2007) sia il miglior segno che essere chiari, precisi e documentati alla fine dia un importante (almeno speriamo) contributo alla verità.
Spero che continuerai a seguirci con l'affetto di cui finora ci hai fatto dono.

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 25/07/2018

9 - OMELIA XVII DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Gv 6,1-15)
Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto
Fonte Il settimanale di Padre Pio

La prima lettura e il Vangelo di questa domenica ci fanno comprendere la grandezza della Provvidenza divina, sempre sollecita a venire incontro alle nostre necessità. Nella prima lettura abbiamo ascoltato l'episodio del profeta Eliseo che incarica un uomo di sfamare una folla di cento persone con venti pani d'orzo. I pani erano pochi, ma il Signore compì il prodigio e la moltitudine di gente fu saziata. Il profeta Eliseo disse a nome di Dio: «Ne mangeranno e ne faranno avanzare».
Lo stesso episodio lo abbiamo ascoltato anche alla lettura del Vangelo. Gesù incarica i suoi Apostoli di sfamare una grande folla, adoperando i cinque pani d'orzo e i due pesci portati da un ragazzo. I discepoli stentarono a compiere ciò che Gesù chiedeva loro, ma si dovettero arrendere all'evidenza dei fatti, quando videro che tutti mangiarono a sazietà e, dei pezzi avanzati, raccolsero dodici canestri (cf Gv 6,9-13).
Da questi due episodi ricaviamo diversi insegnamenti. Il primo riguarda la ricchezza della Provvidenza divina: in ambedue i casi avanzò qualcosa, la Provvidenza fu più che abbondante. Ciò significa che Dio provvede generosamente, al di là di quelle che sono le nostre necessità. La seconda riflessione, forse la più importante, riguarda il fatto che Dio, ordinariamente, nell'elargire la sua Provvidenza, si serve delle sue creature. Nel primo caso, con il profeta Eliseo, Dio si servì di quell'uomo che aveva venti pani; nel secondo caso, quello del Vangelo, Gesù si servì dell'umile contributo di quel ragazzo che aveva portato con sé cinque pani e due pesci.
Ciò che balza evidente è l'assoluta inadeguatezza del contributo umano. I nostri mezzi sono molto limitati; ma, nelle mani di Dio si moltiplicano. L'importante è dare quello che possiamo, al resto penserà Dio. Ma, se manca questa nostra collaborazione, la Provvidenza non può intervenire.
La collaborazione umana avviene sia a livello spirituale, con la preghiera e l'offerta dei nostri sacrifici, e sia a livello materiale, con le opere di misericordia corporale, che non devono mai essere trascurate. Se dunque tante cose non vanno bene in questo mondo, incolpiamo noi stessi. Se tutti facessero il loro dovere, Dio compierebbe delle meraviglie continue. Guardiamo alla vita di Madre Teresa di Calcutta: quanti poveretti sono stati raggiunti dalla Provvidenza divina attraverso le mani caritatevoli della piccola suora albanese!
Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, operato da Gesù, alludeva ad un miracolo ancora più grande, quello dell'Eucaristia. Con la celebrazione eucaristica non vengono sfamati i nostri corpi ma le nostre anime. Con l'Eucaristia, nostro cibo non è un po' di pane, ma il Figlio stesso di Dio. Questo miracolo avviene tante e tante volte ogni giorno, in tutto il mondo, ovunque è celebrata la Santa Messa.
L'Eucaristia crea l'unione tra di noi, facendo di noi una cosa sola nel Cuore di Gesù. L'Eucaristia, inoltre, esige la carità fraterna. Se, infatti, diciamo di amare Gesù che è presente realmente nell'Eucaristia, non possiamo poi non amare il prossimo nel quale è presente in qualche modo il Signore stesso. Dall'amore all'Eucaristia si passa poi all'amore fraterno. Quanto più ameremo il Signore, tanto più riusciremo ad amare i nostri fratelli, e sarà proprio l'amore fraterno che dimostrerà l'autenticità della nostra carità divina.
Madre Teresa di Calcutta iniziava le sue giornate con diverse ore di preghiera davanti al Tabernacolo, e a chi le diceva che forse era meglio andare subito a soccorrere i poveri, ella rispondeva che non sarebbe riuscita a riconoscere Cristo nei bisognosi se prima non avesse trascorso quel tempo davanti a Lui, realmente presente nel Santissimo Sacramento dell'altare. La carità cristiana consiste nel riconoscere Gesù presente nel prossimo e nel pensare che tutto ciò che faremo ai nostri fratelli sarà fatto a Gesù stesso. Per questo motivo, san Paolo, nella seconda lettura di oggi, ci esorta a comportarci «con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità [...] avendo a cuore l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace» (Ef 4,3).
San Francesco d'Assisi, che tanto amava l'Eucaristia, aveva un grande amore per i poveri e i bisognosi. In essi riconosceva il Figlio di Dio. Tra i tanti episodi che si potrebbero raccontare è bello ricordare il seguente, che avvenne all'inizio della sua conversione. Il santo d'Assisi aveva una naturale ripugnanza nei confronti dei lebbrosi, al punto che, appena li scorgeva di lontano, subito cambiava strada. Ma, una volta convertito, non poteva più comportarsi in quel modo. Ben presto gli capitò di incontrarne uno per strada: si fece forza, scese da cavallo e si mise a curare le piaghe di quel povero fratello. Man mano che curava quelle piaghe avvertì una profonda gioia; e, quando, una volta ripartito, si volse indietro, non rivide più quel povero lebbroso. Allora capì che era Gesù stesso. Se anche noi, sull'esempio dei santi, sapessimo riconoscere Gesù nel nostro prossimo, la terra si trasformerebbe in un Paradiso anticipato. Facciamo la nostra parte, e il bene si dilaterà sempre di più attorno a noi.

Nota di BastaBugie: consigliamo ai parroci il foglietto per la Messa ad uso dei fedeli per seguire le letture "Il Giorno del Signore". Oltre alle letture, ci sono solo commenti dei Padri della Chiesa. Non contiene altre informazioni che possono distrarre dalla celebrazione. Inoltre le letture sono sempre integrali (anche per la Veglia Pasquale!). Il colore adeguato al tempo liturgico e le preghiere dei fedeli ben fatte rendono questo essenziale foglietto veramente il migliore. Per ulteriori informazioni e per riceverlo in parrocchia, visitare il sito
http://www.ilgiornodelsignore.it/abbonamento.php?dest=0

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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